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Marco e Mattio

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Un parroco avaro, un prete medico maniaco di purghe e salassi, una santa anoressica, un falsario un brigante... e poi l'umanità del sottosuolo che lavora i metalli nelle "fusione", uomini neri, dimenticati da Dio e dal diavolo. È Zoldo, un paese del Bellunese, dove gli echi dei lumi settecenteschi arrivano flebili e non scalfiscono la realtà della fame e della malattie. E le armate di Napoleone arrivano in tempo per aggravare il peso della miseria ma ripartono troppo presto per smuovere il gioco dei privilegi.
A Zoldo nasce Mattio, figlio del ciabattino del paese, e da Zoldo inizia il suo viaggio verso la follia che lo condurrà a Venezia in uno spettacolare tentativo di autocrocefiggersi, novello Cristo, per la salvezza del mondo, e poi nell'isola di San Servolo, in uno dei primi manicomi d'Europa. In questo itinerario, Mattio si incrocia piú volte con un personaggio misterioso, Marco, incarnazione del mito dell'Ebreo errante, oppure soltanto proiezione delle sue ombre mentali. La delirante bontà dell'uno si rispecchia nella lucida malvagità dell'altro, entrambi, in fondo, vittime della storia.
In questo libro Vassalli torna dunque a un tema che già lo aveva affascinato nella Notte della cometa: la follia come eroica capacità di confondersi con l'immaginazione fino a perdere se stessi. Mattio è l'ultimo della collezione di personaggi perdenti che finora Vassalli ci ha offerto. Ogni sconfitta è insieme testimonianza e protesta, la stessa protesta, assoluta e senza speranza, che viene insinuata qua e là nel romanzo nei confronti della realtà di oggi, a chiarire come i tempi cambiano ma il mondo procede sempre uguale, con tutti i suoi matti, a cui lo scrittore guarda con affetto, e con tutte le persone "normali", generalmente piú grottesche dei matti e spesso piú terrificanti di loro.

363 pages, Paperback

First published January 1, 1992

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About the author

Sebastiano Vassalli

63 books61 followers
Born in 1941, he was a well known Italian novelist.
Sebastiano Vassalli nasce a Genova nel 1941 da madre toscana e padre lombardo, ma vive a Novara sin da bambino. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Milano, dove si laurea con Cesare Musatti con una tesi su “La psicanalisi e l’arte contemporanea”. Dal 1965 al 1979 si dedica all’insegnamento in parallelo ad un’intensa attività artistico letteraria.
Partecipa alle vicende della neoavanguardia con il “Gruppo ’63”, il cui intento è abbandonare il mondo critico-accademico per tentare nuove discipline (psicanalisi, strutturalismo, semiologia) e raccogliere l’eredità dell’avanguardia del primo Novecento.
Appartengono a questo periodo alcune prose sperimentali (“Narcisso”, 1968; “Tempo di màssacro”, 1970) e la raccolta in versi e prosa “Il millennio che muore” (1972).
Successivamente a queste sperimentazioni Vassalli si orienta verso una narrazione in cui si delineano storie, trame e personaggi: “L’arrivo della lozione” (1976), “Abitare il vento” (1980) e “Mareblù” (1982).
L’anno della svolta è il 1983: Vassalli pubblica il provocatorio pamphlet "Arkadia", in cui scaglia frecce avvelenate contro i gruppi sperimentali cui aveva preso parte.
È con “La notte della cometa” (1984) che ha inizio il nuovo corso di “letteratura pura”, esplicata nella narrazione della vita del poeta Dino Campana, uomo al di fuori delle norme.
“L’alcova elettrica” (1986) è intervallato da “Sangue e suolo” (1985), nato da un’inchiesta propostagli da Giulio Bollati sul bilinguismo e sul calo numerico degli italiani in Alto Adige: da qui ha inizio l’interesse per certi aspetti connotativi degli italiani - in primo luogo la scarsa memoria - tema che caratterizza anche tutti i successivi romanzi, a partire da “L’oro del mondo” (1987), in cui un omonimo alter ego ascolta i racconti dello zio Alvaro, un sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia.
È con “La chimera” (1990) – storia dell’esposta Antonia Spagnolini, arsa come strega a Novara tra i festeggiamenti l’11 settembre del 1610 - che Vassalli trova il gusto dell'intreccio e della costruzione dei personaggi. L’opera è un successo editoriale e di critica, vince vari premi letterari - tra cui il premio Strega - e viene tradotto in molte lingue.
“Marco e Mattio” (1992) è ambientato a cavallo tra Sette e Ottocento. Sullo sfondo storico del passaggio rivoluzionario portato da Napoleone, il protagonista Mattio si automutila e si crocifigge, facendosi artefice di una nuova Passione.
Seguono “Il Cigno” (1993); “3012” (1995) - un romanzo fantascientifico, estraneo agli scritti di questo periodo, forse composto proprio per contestare l’etichetta di “romanziere storico” attribuitagli dai critici – e “Cuore di pietra” (1997) - la storia di una grande casa in una città di pianura e di coloro che l’hanno abitata -.
Nel 1998 Vassalli pubblica “Gli italiani sono gli altri” - una raccolta di articoli polemici scritti per varie testate giornalistiche - e il romanzo “La notte del lupo”, il cui protagonista è Yoshua (Gesù in ebraico), privato di tutti gli aspetti divini e soprannaturali.
“Infinito numero” (1999), invece, tratta del forte contrasto tra la civiltà etrusca, che rifiuta la letteratura e la parola scritta, e quella della Roma augustea, che viceversa fa della scrittura un’ideologia assoluta.
In “Archeologia del presente” (2001), poi, attraverso le vicende di una coppia di giovani, Vassalli ritrae una generazione che sognava di cambiare il mondo.
“Dux” (2002) è la storia dell'ultima battaglia che Giacomo Casanova combatté nel mondo dei vivi, e rappresenta un nuovo capitolo sul carattere degli italiani: Casanova è un tipico italiano, socievole ma non sociale, adattabile e furbo.
Con “Stella avvelenata” (2003) Vassalli torna alle sue grandi storie. Leonardo Sacco, un giovane

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10 (4%)
Displaying 1 - 23 of 23 reviews
Profile Image for Gabril.
1,042 reviews255 followers
September 3, 2023
"Questo libro racconta la vicenda terrestre di Mattio Lovat "...figlio di ciabattino (lo scarper), nato nel 1761 a Casal di Zoldo e morto a Venezia nel 1806, affetto dal male dei "poareti" veneti del tempo: la pellarina o pellagra, malattia della fame e della follia. Una follia che porta Mattio a farsi novello salvatore del mondo per tentar di convertire e redimere ancora una volta l'irriducibile temperamento umano, incline come sempre al male, attratto fatalmente dall'avidità e dal sopruso, meticolosamente dedito alle più miserevoli sozzure.
La storia di Mattio si intreccia con quella di Marco, personaggio che cammina al limite della credibilità, a metà fra realtà e immaginazione. Figura errante, ubiqua, uguale a se stessa e pericolosamente cangiante al tempo stesso, Marco appare, scompare, ricompare, diventa l'umbratile contraltare del bene, incarnato dal mite Mattio, è una figura inquieta e inquietante, spregiudicato cercatore di ricchezza ma anche di sapienza, disumano e troppo umano insieme.
E' di Mattio che si racconta, in realtà, è la sua intera vicissitudine umana che viene tracciata e commentata, è nel progredire delle sue esperienze e dei suoi pensieri che siamo accolti, lettori e partecipi della parabola triste della sua miserevole vita. Ma è nell'attesa di Marco che rimaniamo come sospesi.
L'intreccio delle storie individuali, frutto di plausibile (ovvero documentata) invenzione, si incarna nella storia e nella geografia del tempo: si avvicendano gli eventi e le trasformazioni del secondo Settecento nel contesto di un'area geografica ben precisa, quella del Veneto montano (il bellunese) innanzitutto, ma anche quella di Venezia (la capitale, la Dominante), nel momento cruciale del declino inevitabile della Serenissima Repubblica.
Per sintetizzare gli eventi secondo la prospettiva del povero (sempre lui, in tutte le circostanze, in ogni tempo), ecco il nocciolo della questione: " Co Venezia comandava/ se disnava, se cenava;/ Co i Franzesi, bona zente, se disnava solamente;/ Co la Casa de Lorena, no se disna nè se cena".

Il quadro presentato da Vassalli in questo romanzo storico è ampio, articolato, attento alla realtà dimenticata di sempre, quella della povera gente, sospinta dai venti di una Storia che è decisa da altri e che, anche quando sembra uscire dall'anelito del popolo, continua a spazzare via gli inermi, gli ignoranti, i disgraziati e gli illusi di tutti i tempi e non lascia che polvere o bruma dispersa al vento; anzi, come suggerisce Vassalli, nel suo pessimismo esistenziale e cosmico,: "che altro sono le nostre impercettibili vite, e le nostre microscopiche storie, se non sperpero nello sperpero?".
Profile Image for 〽️onicae.
72 reviews6 followers
November 12, 2025
Mattio Lovat calzolaio e miserabile

Sebastiano Vassalli descrive con la medesima cura i grandi fatti storici e le piccole vicende degli uomini.

Sembra ancora più piccolo l'uomo, e più gravose le sue fatiche, quando li si osserva attraverso la lente della macrostoria e dei grandi cambiamenti epocali.

Mattio Lovat è il primo dei tanti figli dello scarpèr di Casal di Zoldo, un paesino montano nella valle del bellunese. Non si tratta di un personaggio partorito dalla fantasia di Vassalli: Mattio Lovat è realmente esistito. Tracce del suo misero passaggio sulla terra sono documentate negli atti di Polizia e negli archivi dell'Ospedale di San Servolo (in Veneto), laddove tra fine '700 e inizi '800 venivano rinchiusi i matti a cui Vassalli ha voluto dedicare questo suo romanzo storico.

Fame e indigenza sono coprotagoniste della storia di Mattio e dei tanti contadini della valle che cercano di sopravvivere alla morsa della miseria, in attesa della nuova epoca che incombe.

L'antico mondo raccontato da Vassalli, si dissolverà lentamente, fino a scomparire del tutto: i frati castrati, i matrimoni combinati, la santa del paese in perenne lotta contro il diavolo, gli esorcismi sui bambini incontenibili, le colpe, i peccati, le confessioni, le malattie.

Sullo sfondo una zattera carica di operai provenienti dalla terra ferma che fa la sponda tra i poveri paesi del bellunese e la Serenissima Repubblica di Venezia; Mattio visiterà Venezia da giovane, quando la città si trovava ancora nel pieno del suo splendore. La ritroverà anni dopo, in concomitanza con l'ascesa di Napoleone, morta, senza più possibilità di rinascere:

La macchina della storia s'era messa in moto - scrive Vassalli - e il mondo intero scricchiolava. Anche se il cielo era blu com'era sempre stato, sopra Zoldo, e le Cime di San Sebastiano e la Moiazza, nelle giornate limpide, scintillavano di tutta la neve di quegli anni, nella penombra delle chiese si ascoltavano prediche che annunciavano l'Anticristo e la fine del mondo.

La storia di Mattio Lovat attraversa l'epocale passaggio tra 700 e 800. In tale complessa cornice, il calzolaio nato a Casal di Zoldo, credeva di dover salvare il mondo. E' un fatto che non riuscirà a salvare se stesso:

L'autore di queste pagine, se proprio dovesse dare un nome alla malattia di Mattio Lovat, lo cercherebbe a metà strada tra il male della polenta e il male di vivere, avvertendo però che anche così formulato quel nome sarebbe imperfetto e insufficiente, e che un nome giusto non c'è e non ci può essere.
Profile Image for Cristina Rold.
Author 3 books34 followers
January 14, 2018
Per me non è un libro qualsiasi, perché io in quelle terre narrate ci sono nata e ci vivo.. il Maè, Longarone, il porto di Codissago, Belluno, porta Rugo... e anche Venezia, in cui ho studiato e vissuto tre anni.. per cui sicuramente il mio giudizio è legato a un forte legame affettivo con i luoghi raccontati, che fa sì che io veda Mattio Lovat con molta facilità davanti a me, alla pieve di San Floriano, a Casal, a Forno...

Questo libro ha un respiro magico, quasi onirico...un po' Cortazar, un po' Borges, ma duro come la pietra di Zoldo. È un romanzo che potremmo definire "storico" (maybe), ma al tempo stesso mano a mano che si percorrono le pagine, ci si rende conto di tutti i simboli, le immagini eterne..come la nota figura dell'Ebreo errante.. in qualche modo Marco e Mattio è un'Epica.
Profile Image for Agnes.
459 reviews220 followers
June 19, 2021
Molto bello, sicuramente, però mi ha messo angoscia.... il giudizio, ovviamente, è sulle mie sensazioni, non su quanto possa essere valida la lettura.
Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
July 29, 2017
Avevo letto di recente 3012 e non mi aveva convinto, tanti buoni spunti che poi si perdono per strada.
Qui invece ho ritrovato il Vassalli de La Chimera: la Storia raccontata attraverso i suoi veri protagonisti, cioè le persone comuni e i loro problemi da comuni mortali.
Illuminante sia nella parte realistica, ovvero la approfondita ricerca dei dettagli storici, e anche nella parte fantasiosa, ovvero nelle brillanti trovate con cui lo scrittore colma le lacune lasciate dai documenti storici.
Profile Image for Franco Manni.
1 review
December 23, 2019
my personal ranking of world literature novels:
1) The Betrothed
2) The Lord of the Rings
3) Marco e Mattio
4) Madame Bovary

Profile Image for Elalma.
899 reviews102 followers
June 16, 2012
Mi � piaciuta molto l'ambientazione nella valle di Zoldo, i viaggi lungo l'allora navigabile Piave, Venezia serenissima vivace prima del fatidico 1798, la fame, la malattia - la pellagra - vissuta come esperienza quasi mistica, "le "Sante", le superstizioni, e tutto ci� che c'era intorno alla vita dura dell' anima semplice di un montanaro di allora. Per�, nonostante l'eccellente documentazione, ci si distrae dalla storia, forse per l'indugiare su particolari cruenti, o forse per lo stile- semplice, d'accordo, deve ricalcare lo stato d'animo del protagonista - per� troppo ricco di punti esclamativi e puntini di sospensione che alla lunga irritano un po' e spezzano la narrazione.
Profile Image for Marta Folgarait.
692 reviews7 followers
October 21, 2017
In questo libro ancora una storia di miseria. Da una parte un povero che nasce e muore tale pur avendo le potenzialità ma non i mezzi per emergere, dall'altra chi dalle potenzialità e dai mezzi si è fatto travolgere portando alla rovina la sua stessa persona con la differenza che ,nel primo caso rimane un segno del suo passaggio su questa terra, nel secondo no. Libro un po ' lento, unica pecca.
Profile Image for Ardesia.
181 reviews57 followers
September 9, 2010
Stupore, ammirazione e commozione dinanzi allo stupefacente resoconto di un'epoca vissuta attraverso le vicessitudini personali di un uomo 'normale', di un montanaro di umili origini totalmente estraneo ai fasti elitari delle classi nobiliari. Una storia nella Storia unica e particolare.
Profile Image for Ele Dalmonte.
191 reviews22 followers
August 14, 2017
Che faticaccia. Ripreso dopo un primo abbandono, ammetto d'aver saltato righe e poi pagine intere per riuscire a guadagnare la fine. Opere del genere avranno pure il loro buon valore storico-antropologico, su questo non mi pronuncio, ma Vassalli quando ci si mette mi risulta d'una pesantezza davvero micidiale.

Presentato come romanzo storico incentrato su uno dei primi, presunti "casi" della moderna Psichiatria, il suddetto "caso" si palesa come tale sono negli ultimi due capitoli, preceduto da quasi trecento pagine che lo introducono parlando d'altro: delle condizioni di vita nelle Dolomiti bellunesi a cavallo tra XVIII e XIX secolo, in cui il protagonista Mattio Lovat nasce cresce s'ammala (di pellagra? di "melanconia religiosa"?) e se ne va; della discesa di Napoleone, e la caduta della Serenissima, e grandi e piccole Rivoluzioni (questa parte storica, in particolare, l'ho trovata d'una monotonia senza rimedio: è qui che ho saltato il saltabile, senza il minimo rimpianto); di un certo "Markus" che, ebreo errante (?), scompare e riappare in bieche e varie vesti, avendo a mio parere poco o nullo senso d'esistere in generale.

Le pagine dedicate a Venezia (viva prima, poi morta), al viaggio necessario per raggiungerla e agli ultimi folli giorni di Mattio/Cristo, sono le uniche che posso dire "salvabili". Troppo poco, in ogni caso.
Profile Image for Aurora.
191 reviews48 followers
trasloco-ok
November 13, 2010
Ho fatto fatica a finirlo, ma non è colpa del libro ma della mia testa che ultimamente ha subito un bombardamento di stanchezza e di lavoro non prevista e assolutamente devastante (note to self: ricordarsi del pensiero notturno in cui ho cogitato che tensione e entusiasmo vanno di pari passo e talvolta nella stessa direzione...).

comunque parliamo del libro, che è proprio bello ed e' così straordinariamente strano e particolare che molto spesso ti chiedi, mentre lo leggi, da dove Vasalli tragga quegli spunti e quella forza. ed è la risposta è "nella storia".
e forse allora non è amore per Vassalli, ma invidia, invidia per la capacità di leggere la storia e di saperla raccontare.

e mattio non è matto.

@BC.com: http://auro.bookcrossing.com/journal/...

Profile Image for Eddy64.
588 reviews17 followers
February 22, 2025
Un vecchio e polveroso documento su uno dei primi casi della psichiatria moderna diventa l'occasione per raccontare un pezzo di Storia con la esse maiuscola. La triste vicenda di Mattio morto in manicomio a Venezia a inizio ottocento é il pretesto per narrare le vicissitudini di una intera popolazione. Zolda è una valle del bellunese, abitata nella seconda metà del settecento da gente contadina e montanara, chiusa e diffidente nel loro isolamento. Una realtà immutabile, di miseria, fame e pellagra, malattia endemica causata da una cattiva alimentazione (polenta, polenta e ancora polenta...) che colpisce la mente oltre che il fisico. I grandi rivolgimenti del periodo - la rivoluzione francese, Napoleone, la fine della Serenissima e il passaggio all'Austria - toccano la comunità ma non ne migliorano le condizioni, anzi sotto i nuovi padroni fame e miseria si fanno ancora più sentire. Mattia è figlio di ciabattino, destinato allo stesso mestiere del padre, ma l'incontro con Marco, professore e naturalista tedesco in convalescenza nella valle per alcuni mesi gli cambia la vita, conosce le erbe e le stelle... Sotto l'apparente mitezza Mattia è un anima sensibile e inquieta, anche troppo; negli anni, favorita dalla pellagra, sviluppa una sorta di follia pseudo religiosa che lo porta a considerarsi un nuovo salvatore del mondo e come Cristo a doversi immolare sulla croce. Un diverso destinato ad essere isolato se non perseguitato dalla comunità, che se tollera la sua latente omosessualità non gli perdona l'orrenda mutilazione che si auto infligge per non più peccare. Un ultimo sconsiderato gesto a Venezia, dove si era rifugiato, lo porta all'isola dei matti. Vassalli si sofferma a lungo su usi, costumi e tradizioni di questa valle, tra religione e superstizione, bigottismo e libertinaggio, ribellione e sottomissione ai potenti di turno. Narra di parroci spilorci, di carbonai, di briganti e falsari, di giocatori incalliti e di avvocati senza scrupoli... con uno stile pacato e preciso, mai moraleggiante, spesso ironico, racconta di un epoca apparentemente immutabile di fronte all'avanzare della modernità. Unica pecca il poco spazio, nonostante il titolo, al personaggio di Marco, destinato, dopo l'iniziale amicizia a tornare sporadicamente nella vita di Mattio, sotto altre spoglie, sorta di ebreo errante votato al male, o forse semplice proiezione di una mente minata dalla malattia. Rimane comunque un validissimo romanzo, penso uno dei migliori di Vassalli (e complimenti per l'accuratezza dato che non era di origini venete) da leggere con la giusta attenzione ad ogni particolare, come Mattio al suo primo grande viaggio, in navigazione fluviale verso Padova e Venezia... Quattro stelle.
Profile Image for Cristiana Facchini.
217 reviews3 followers
December 11, 2023
Bellissimo, come ogni libro di Vassalli.
Una sorta di epopea fra fatti storici, leggende, miti della val di Zoldo.
Un viaggio affascinante fra gli eventi che hanno portato quelle zone a subire i diversi governanti e le loro bizzarrie, una descrizione vera quanto impietosa dei poveri dell'epoca in stridente contrasto
con i ricchi e i loro lussi.
E fra tutto questo 'baccano' mondano, appaiono questi due poveri 'cristi', uno destinato alla gloria, l'altro probabilmente destinato ad essere dannato.
Mattio è un povero artigiano percosso dalle sventure della vita, che cerca in ogni modo di essere buono, di essere migliore, di trovare il suo posto nel mondo.
Marco è l'essere ambivalente, il diavolo sotto mentite spoglie, in cui si imbatte senza volerlo.
E' una storia di follia, o di disperazione, di redenzione o di sconfitta.
Basta capovolgere il romanzo per vedere un lato diverso.
6 reviews
December 21, 2022
Le mie aspettative sul libro erano completamente diverse ma solo perché non ho trovato quello che volevo, non posso che riconoscere che il libro è ottimo e che semplicemente non incontra il mio gusto personale.
Mi aspettavo che entrambi i personaggi fossero molto presenti e che interagissero spesso fra di loro, invece si segue per lo più un personaggio con pochi incontri fra i due, seppur significativi. Ci sono molte digressioni storiche e descrizioni, e la narrazione segue la voce di un osservatore esterno. Speravo invece fosse più incentrato sulla parte della "follia" e della malattia e che ci fossero più momenti di introspezione, ma ripeto: il libro è oggettivamente ottimo.
20 reviews
October 23, 2024
spietatamente amaro ma perfetto nell'analisi psicologica e storica
Profile Image for Monica Riva.
249 reviews
January 8, 2022
La capacità di Vassalli di raccontare le piccole storie nella grande Storia rende ogni suo libro una vera chicca per gli amanti di questo genere di lettura, e questo "Marco è Mattio" non ne è da meno.
Partendo da documenti storici che narrano la vicenda di Mattio Lovat morto nel 1806 considerato uno dei primi casi clinici della psichiatria moderna, Vassalli riesce a costruire con grande maestria e sensibilità la storia non solo di Mattio, ma della povertà e sofferenze dei contadini veneti di fine '700.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Giulia Angelica.
155 reviews25 followers
October 6, 2023
“Che altro sono le nostre impercettibili vite, e le nostre microscopiche storie, se non sperpero nello sperpero?”

[Dalla premessa dell’autore]

Prima di mettermi a parlare di questo libro, vorrei raccontare come l’ho conosciuto. Un incontro dettato dal caso, avvenuto tra gli scaffali dei libri usati in una libreria. Tra quegli scaffali spesso ho trovato delle piccole gemme e credo che anche stavolta sia accaduto. Ritengo, dunque, di dover ringraziare la persona che ha voluto disfarsene, permettendo così che finisse tra le mie mani.
Ho scelto questo libro ispirata dalla trama che mischia elementi storici e folklore per narrare la storia di una realtà ormai in declino, quella della Repubblica veneziana, di un paese sperduto tra le valli bellunesi, Zoldo, e di un uomo, Mattio, figlio primogenito dello scarpér del villaggio. Un romanzo che Vassalli ha dedicato ai “matti”, parte sana del mondo.
Mattio Lovat è realmente esistito, tra la seconda metà del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, e la sua modesta vita sarebbe di certo passata sotto silenzio se lui non finito al centro di un fatto di cronaca eccezionale e un po’ macabro. Non entro nei dettagli nel caso vogliate riservarvi la sorpresa, altrimenti una semplice ricerca potrà esaurire la vostra curiosità.
Quella di Mattio è una storia di fatica, di miseria, che in forma di malattia prendeva il nome di pellagra, di fede, di peregrinazioni, di sacrificio, di redenzione, di follia e normalità, i cui confini diventano molto labili e in un certo senso speranza. Vassalli ha scelto, tra tutte, di raccontare proprio la sua storia e “raccontare è pur sempre salvare…raccontare è anche un’opera di perplessa pietas verso vite altrimenti estinte per sempre.”
Alla figura di Mattio si affianca quella del misterioso don Marco, figura errante e della molteplici facce, che al giovane calzolaio insegnerà a guardare la volta stellata.
L’autore spesso si perde in lunghe digressioni sul paese di Zoldo, sui suoi abitanti e sui mutamenti storici in atto, come la caduta della Serenissima, l’arrivo delle truppe francesi al seguito di Napoleone, il dominio asburgico. Personalmente amo queste digressioni, trovandole molto interessanti.
Attraverso lo sguardo di Mattio veniamo resi partecipi di tutti quei cambiamenti e alla fine sembra di doversi congedare da un vecchio amico. Non più soltanto un freddo nome all’interno del registro ma la persona in carne e ossa che è stata, arricchita dalla penna dell’autore.
E allora… Addio, Mattio!

Non ho dato cinque stelle perché ci sono alcune parti che non mi hanno pienamente convinto ma quattro stelle se l’è certamente meritate e, forse, anche qualcosa in più.



“Anche se il nostro mondo non meritava il sacrificio di Mattio Lovat, lui non aveva altri mondi per cui sacrificarsi: e ci ha salvati, o, quanto meno ha creduto di salvarci…”
282 reviews
July 27, 2021
Storia di Mattio, calzolaio nel veneto del 1700, della grande carestia e della malattia legata all'alimentazione a base di sola polenta.
Del rapporto con la chiesa e del suo tentativo di salvare il mondo con la sua crocifissione.
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