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Non è un mestiere per scrittori. Vivere e fare libri in America

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L’America contemporanea è un luogo leggendario per i lettori di tutto il mondo. Giulio D’Antona ha deciso di esplorarla, per raccontare come funziona il più importante mercato editoriale del pianeta, un’industria culturale che ancora influenza in maniera profonda il nostro immaginario. Per farlo è andato a intervistare scrittori celebri e laconici ed esordienti disillusi ma logorroici, agenti ricchissimi e editor scoraggiati dalla crisi, librai che raccontano di epoche d’oro e geniali redattori di riviste universitarie... Da Teju Cole a Jennifer Egan, da Lorin Stein a Jonathan Lethem, dall’università dove insegnava Wallace al bar dove scrive Nathan Englander, D’Antona ci porta sulle strade d’America con lunghi tour a piedi, trasvolate dall’East alla West Coast, i mitici pullman Greyhound, per accompagnarci negli attici di Manhattan e nelle tavole calde del Midwest, compiendo con noi quel pellegrinaggio che ogni fedele di questa Mecca pop della letteratura dovrebbe fare almeno una volta nella vita.

346 pages, Paperback

First published March 1, 2016

73 people want to read

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Giulio D'Antona

11 books2 followers

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Displaying 1 - 5 of 5 reviews
Profile Image for Laura.
96 reviews1 follower
September 3, 2016
Un bell'excursus non solo nel mondo degli scrittori negli USA ma anche in tutto il mondo che gira intorno allo scrittore, dall'editoria alla promozione, la vendita, la critica. Parecchio istruttivo, consigliato per chi coltiva la curiosità di sapere cosa c'è dietro le quinte. E non perdetevi le note! Non sono solo bibliografiche, alcune sono essenziali per la comprensione del mondo di cui in quel momento si parla, altre potrebbero non esserlo ma sono comunque molto interessanti.
Profile Image for chiara_librofilia.
424 reviews34 followers
February 4, 2017
Questo libro di Giulio D’Antona è capace di fornire alcune risposte sulla complessità e sullo stato attuale del mercato editoriale americano poiché spiega che cosa significa essere scrittori in America oggi, fra crisi e ripresa e fra creatività e vendibilità e creando dei bei focus su diversi argomenti, ad esempio: riviste letterarie, corsi di scrittura creativa, master di scrittura, librai, librerie, critica, etc.

Nel libro sono infatti raccontate diverse storie, tutte accomunate dall’amore verso i libri e verso i personaggi incontrati e le loro storie. L’autore infatti scattata una sorta di fotografia, quasi istantanea e reale, del panorama editoriale statunitense e visto che, l’America è la patria delle infinite possibilità ed è terra di contrasti armonici che fanno da spunto e influenzano tutte le arti – dalla musica al cinema, passando per la narrativa e la poesia – tanto vale godersela fino in fondo.

Recensione completa: https://www.youtube.com/watch?v=wq5dM...
Profile Image for Cristina Rold.
Author 3 books34 followers
February 1, 2018
Un testo che si legge molto volentieri, specialmente le note che sono delle vere chicche.

Il mondo dell'editoria è una bestia ammaliante e feroce, e questo libro te lo fa capire molto chiaramente, facendo i nomi e i cognomi, raccontando le storie degli scrittori (di libri, di racconti, di sceneggiature, di tv..) di ieri ma soprattutto di oggi. Non ci si annoia per nulla, non c'è retorica e neanche quella sorta di coaching che dà pure fastidio.. sono solo storie e intanto il quadro prende colore.
Profile Image for Valentina Capaldi.
Author 8 books17 followers
June 19, 2016
In questo piccolo reportage narrativo edito dal Minimum Fax, il giornalista culturale Giulio D'Antona ci porta alla scoperta del mestiere del libro negli Stati Uniti; più precisamente, del mestiere del libro a New York, dato che è lì che si concentra la più grande parte dell'industria editoriale americana.
Gli Stati Uniti sono il paese delle opportunità, e questo vale anche in campo letterario. Tantissimi aspiranti scrittori si trasferiscono a New York alla ricerca dell'editore per il loro primo capolavoro, trovandosi a scrivere nei caffè; tantissimi seguono corsi universitari di scrittura, gli MFA, nella speranza che questo riesca ad aprire loro le porte dell'editoria.
In generale, ho avuto l'impressione che in America quella dello scrittore sia ancora considerata una figura estremamente romantica, o quanto meno mitica come lo erano i grandi autori del passato. Tutti sognano di diventare Salinger, e tutti sono alla ricerca del nuovo grande romanzo americano.
D'Antona ci dà un'analisi estremamente chiara ed estremamente lucida del settore, analizzandone un aspetto differente in ogni capitolo: scrittori, editori, agenti letterari, librerie, indipendenti e self publisher, fino all'aneddoto della ricerca di Philip Roth. Intervista molti professionisti, riporta dettagli intriganti e s'interroga come tutti sul futuro del libro.
Credo che questo reportage sia molto utile a coloro che lavorano nel settore, anche in Italia, sopratutto agli aspiranti scrittori (che, mi duole dirlo, spesso non capiscono una beata fava di come funzionano le cose). Perché, in effetti, a ben pensarci non ci sono differenze così abissali tra noi e gli Stati Uniti.
Qualche punto di distacco esiste. Intanto in America non arrivi a un editore se non hai un agente ma, sopratutto, la differenza sta nella quantità di denaro a disposizione, che lì è molto di più di quello che abbiamo noi.
Ogni casa editrice dà un anticipo agli autori, anche quelle più piccole. Da noi è già tanto se ti pagano i diritti d'autore, e questo vale per i piccoli editori ma anche per i grandi. Non so se sia un effetto del capitalismo oppure se semplicemente in Italia si divertono a prenderti per quel posto, ma i fatti sono questi.
Per il resto gli scrittori, gli editori, i librai sono uguali in ogni parte del globo. Le logiche di mercato sono sempre le stesse, anche se il mercato degli Stati Uniti è molto più chiuso e fa arrivare poco dall'estero, perché tanto gli scrittori lì sono così tanti da riuscire a coprire il fabbisogno dei lettori. Anche in America gli scrittori non possono scrivere e basta, ma sono spinti sempre di più verso l'autopromozione; la fama fa parte del gioco, così come i tour di presentazione, le interviste, le comparsate in televisione, fino alla vendita dei diritti per le serie televisive.
Tra le frasi che mi hanno più colpito questa: “Il proliferare dei corsi di scrittura creativa ha la cattiva fama di esistere solo per riempire il mondo di scrittori che parlano la stessa lingua. Per tradizione, il minimalismo di scuola carveriana”.
Mi ha colpito perché avevo fatto lo stesso discorso riferito all'Italia con la mia insegnante di redazione editoriale, che mi aveva fatto osservare come da noi chiunque esca da una determinata scuola di scrittura sia un piccolo clone al ribasso di quel famoso autore che comincia per B. Questo per dirvi quanto il mondo è paese, ecco.
In conclusione, un libretto davvero bello e interessante, supportato da un lavoro di giornalismo notevole.
Profile Image for Irene.
20 reviews11 followers
February 15, 2017
Tre stelle sono una media. Avrei assegnato 4 stelle per il contenuto, interessante e trattato in maniera vivace, ma solo 2 a causa dei refusi, piuttosto numerosi e fastidiosi, che davano l'idea di una rilettura molto frettolosa. Inoltre la scelta di inserire note di lunghezza notevole (a volte la pagina somigliava a quelle della Commedia: tre righe di testo e via note in corpo minore) non mi è sembrata particolarmente felice.
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