Residente a Milano, collabora dalla fondazione (1971) alla rivista «Versus - Quaderni di studi semiotici», diretta da Umberto Eco. Si è laureato nel 1972 con i relatori Corrado Mangione e Ludovico Geymonat. Dal 1973 al 1976 ha lavorato alla casa editrice Bompiani. Dal 1976 al 2009 è stato critico teatrale del quotidiano "La Repubblica". Dal 2006 è presidente della sinagoga reform Lev Chadash. Scrive di ebraismo e Medio Oriente su "Pagine ebraiche", "Moqed", "Informazione Corretta". Dal 1983 ha insegnato Filosofia del linguaggio presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli Studi di Bologna, dove ha anche insegnato "Struttura della figurazione", collaborando altresì con l'ISTA. È stato consulente scientifico dell’Enciclopedia Treccani per argomenti legati alla Moda, e ha tenuto seminari a Bonn, Volterra, Lima e New York. Ha insegnato anche "Semiotica della moda" a Bologna, "Storia del costume e della moda" e "Semiotica" presso la IULM di Milano. La New Bulgarian University di Sofia gli ha concesso una laurea honoris causae nel giugno 2010. Ha avuto esperienze di insegnamento anche alla Brown University di Rhode Island, a Sofia, Haifa e ad Helsinki e ha fatto parte di diversi collegi per la valutazione di tesi di laurea e ricerche in altre università . Dal 2000 è stato chiamato quale professore ordinario dall'Università di Torino, dove insegna "Semiotica del testo" e "Filosofia della comunicazione", collaborando con altre istituzioni della città per mostre e altre iniziative culturali. È direttore del CIRCE dell'Università di Torino e ha guidato ricerche nazionali e internazionali. Presiede il corso di laurea magistrale in Comunicazione e culture dei media.
Si 1984 y el manual de morfología de Marcial Morera tuviesen un hijo saldría este libro (el primero en el contenido; el segundo, en las formas).
Los primeros capítulos tranquilitos, pero a partir del capítulo 4 (de 5 + las conclusiones), basado en conceptos del capítulo 3, basado en conceptos del capítulo 2, basado en conceptos del capítulo 1, me da pereza.
Pensaba que me iba a dejar un sabor de boca regulinchi, pero luego en el penúltimo párrafo del libro el muy basado de Ugo Volli me suelta esto:
"Qualcuno afferma che la nostra società con il postmoderno ha perso le grandi narrazioni, sostituendole con narrazioni leggere come quelle costruite intorno alle marche. Dunque le marche sarebbero oggi l'essenza dell'Occidente, come lo furono le religioni e le ideologie. Può essere una teoria elegante, ma è pericolosissima, perché se la nostra cultura fosse semplicemente e solo la cultura della narrazione pubblicitaria, se la pubblicità non restasse una parte tutto sommato minore della società, ci troveremmo di fornte a una crisi drammatica di inflazione da leggereza"
...and I think that's beautiful.
Rollos aleatorios: - Cuando leo libros de hace relativamente tan poco tiempo (2004) y se habla de las novedades de la sociedad, me explota la cabeza en pensar como ha cambiado todo tantísimo en 20 años. Habla de la influencia de la televisión y yo la última vez que la vi fue en España por lo menos. - El italiano tiene poquísima capacidad (o ganas) para adaptar palabras, odio que película se diga "film" (PAUSA: acabo de buscar la etimología de "film" en Google y me sale esto: "La palabra inglesa film viene del anglo arcaico filmen, prepucio, la piel que cubre la cabeza del pene"¿?¿?) o que llamen slides a las diapositivas. El libro está lleno de anglicismos porque trata asuntos muy modernos. -Los primeros capítulos son muy lógicos y por eso se me hacen entretenidos. - Cuando quiero tirar la toalla recuerdo que esta asignatura la voy a convalidar por Análisis del discurso.