Jump to ratings and reviews
Rate this book

Atti osceni in luogo privato

Rate this book
“Missiroli è uno scrittore d’eccellenza” Emmanuel Carrère

Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi e la madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò – così lo chiama Marie, bibliotecaria, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine – è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell’amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria di Giorgio sui Navigli. Libero Marsell è un personaggio “totale” che cresce con noi, pagina dopo pagina, leggero come la giovinezza nei film di Truffaut, sensibile come sono sensibili i poeti, guidato dai suoi maestri di vita a scoprire l’oscenità che lo libera dalla dipendenza di ogni frase fatta, di ogni atto dovuto, in nome dello stupore di esistere.

256 pages, Paperback

First published February 11, 2015

171 people are currently reading
4365 people want to read

About the author

Marco Missiroli

27 books182 followers
Vive a Rimini fino alla maturità scientifica, trasferendosi successivamente a Bologna per iscriversi al corso in Scienze della comunicazione dell'Alma Mater Studiorum. Nel 2002, segue i corsi della Scuola Holden a Cesena esperienza conclusa non in modo positivo. Si laurea nel 2005 con la tesi L'oggetto culturale nell'industria italiana. Il caso del Signor M. ovvero i criteri di pubblicazione di un libro.
Il suo romanzo d'esordio, Senza coda (Fanucci, 2005), ha ricevuto nel 2006 il Premio Campiello Opera prima; si tratta di un'opera che racconta "di un'infanzia che si misura angosciosamente con il mondo adulto, con le sue sopraffazioni e violenze, varcando la linea d'ombra che conduce ad una pensosa maturità".
Il 22 marzo 2007 pubblica con Guanda il romanzo Il buio addosso (premio Insula romana 2008).
Il 12 febbraio 2009 viene messo in commercio il terzo romanzo, Bianco (Guanda), che vince la XXVIII edizione del Premio Comisso, il Premio Tondelli 2009 e il premio della critica Ninfa-Camarina 2010.
Il 23 febbraio 2012 viene pubblicato il romanzo Il senso dell'elefante (Guanda), che vince il Premio Campiello Giuria dei Letterati 2012, il premio Vigevano - Lucio Mastrolonardi, il premio Bergamo. È tradotto in Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti, UK, Canada, Svezia.
Nel febbraio 2015 esce per Feltrinelli il romanzo Atti osceni in luogo privato.
Vive a Milano, dove lavora come caporedattore di una rivista di psicologia. Scrive per la cultura del Corriere della Sera.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
2,527 (33%)
4 stars
2,715 (35%)
3 stars
1,558 (20%)
2 stars
542 (7%)
1 star
205 (2%)
Displaying 1 - 30 of 582 reviews
Profile Image for Pietrino.
160 reviews185 followers
February 17, 2022
Ragazzi, sembrava impossibile, non pensavo che ce l’avrei fatta. E invece è tutto vero: l’ho finito.
Vorrei potervi dire che l’ho finito perché morivo dalla voglia di vedere come sarebbe andato a finire. Oppure che preso dalla storia neanche mi sono accorto di averlo terminato.
Purtroppo l’ho finito soltanto perché volevo testare la mia pazienza che ahimè è sempre troppo bassa e per poter quindi sparare a zero con una recensione delle mie.
Ma se state leggendo qui, probabilmente questo lo avevate gia capito.
Datemi solo un attimo che ricarico l’arma.

*Click*

Scherzo sempre sul fatto che non ho fatto il classico, primo perché è vero, secondo perché fondamentalmente so di essere una persona ignorante e mi piace dirlo in modo autoironico. Però dalla mia posso dire che sono una persona estremamente curiosa, quindi adoro farmi una mia idea su roba popolare. Che sia un film, una serie, oppure un libro italiano.
La trama di questa recensione è semplice: vedo un libro che compare spesso nella home, magari qualche influencer che ne parla su instagram ed eccomi qui. Anche se il peso che do agli influenzer e’ pari a zero.
«Ma Pietro, lo sai che e’ un lavoro vero, no?»
Not on my watch.

Anche la trama del libro è semplice: si parte col protagonista che scopre sua madre stantuffata da un amico del padre, e lui che ha un erezione. Tipo a pagina due. Quindi tutt’apposto.
E qui si parte.
Elucubrazioni
Francese
Poi seghe, un sacco di seghe.
Torniamo alle elucubrazioni.
Poi altro francese.
Poi suo padre muore ma hey, diamo spazio ad altre elucubrazioni sulle seghe. IN FRANCESE. No dai, erano semplici seghe mentali in italiano.
Poi voyeurismo. O forse era solo una sega in francese. Ah no, era proprio voyeurismo.
Poi ancora elucubrazioni, vi faccio qualche esempio ma siccome sono bravo vi cito quelle più carine

«Nell’autoerotismo ritrovavo una dolcezza che rischiava di estinguersi, le morbidezze di Marie, la dedizione di Lunette.»
Ragazzi ma chi parlerebbe mai così di una sega?

«Lei aprì le cosce e io esplorai l’origine du monde con le labbra, e la lingua e il naso. Sapeva di buono, profumava di Lunette che era salsedine e confettura.»
Nel caso foste in dubbio sì, stà parlando di lui che dà una leccatina lì sotto. Non voglio nemmeno immaginare dove il protagonista vada a comprare la marmellata.

«Adesso qualcosa stava per segnarci, era ignoto e poco arbitrario, ognuno di noi aveva la certezza della sua irreversibilità»
Questa frase fa riferimento al protagonista che si rende conto che non è più un bambino.

Poi il nulla. Il libro ha un arresto cardiaco. Ragazzi, appena lui inizia a scopà il libro SI FERMA. Leggo mezza pagina in mezzora, non capisco se sono io che sono deficiente o se il libro diventa davvero noioso a livelli atomici.
Ragazzi piatto.
Ragazzi tutto piatto.
TUTTO PIATTO CON ROBA IN FRANCESE PER L’AMOR DIDDIO AIUTATEMI NON CE LA FACCIO A FINIRE STA ROBA CRINGE VI PREGO.

Ricarico l’arma e ci sono. Dio quanto vorrei una sigaretta adesso.

*Clong*
*Click*

La seconda metà del libro è PIENA di roba che ha come unico obiettivo quello di allungare il brodo e di dare questa finta aria borghese al protagonista. Che ci martella con le sue letture, con Camus, con Anna Frank, con Buzzati, cercando disperatamente di giustificare il perché ci provi con la ragazza storica del suo amico storico. Oppure perché si metta a trombare a destra e a manca nel bar in cui lavora cercando di non farcelo vedere con occhi sconci. E come? Farcendo il tutto con elucubrazioni come se ci fosse un maxisconto prendi 10 paghi zero perché se siete stati attenti sono armato e non sono solo felice di vederti. Ma se la prima parte del libro pur avendo queste caratteristiche era tollerabile qui il ritmo rallenta davvero troppo.

Miseriaccia ragazzi, che fatica. Avevo grosse aspettative su questo libro, e invece abbiamo di fronte una classica situazione di big weirdo che in modo pretenzioso cerca di essere mascherato con espedienti narrativi che ricalcano quello che il protagonista legge, o l’ennesimo film che guarda. Lo avevamo gia visto (o almeno io) con Normal People, e qui si ha una situazione simile. Molto cringe tra l’altro, con delle uscite al limite della banalità.

La parte iniziale dove il protagonista scopre la sua sessualità e inizia a diventare un piccolo malato di sesso l’ho trovata divertente, perché sono stato piccolino anche io e quella parte è molto relatable, tutto il resto a mio modesto avviso è bocciato. Magari sono io scemo e non ne ho capito il senso, ma per quanto mi riguarda non ve lo consiglio, e sicuramente nell’immediato non ho intenzione di leggermi altra roba scritta dall’autore.

Se c'è un inferno forse questa sorta di sadismo che provo nel recensire roba che non mi e’ piaciuta mi ci portera’ senza passare dal via, chi lo sa. Tra la bolgia dantesca dei seminatori di discordia e quella dei consiglieri fraudolenti. O forse finiro’ da un’altra parte proprio perche a parte far incazzare qualcuno, dopotutto non faccio niente di male, e in un modo o nell’altro esorcizzo la mia insoddisfazione.
Minchia, sò partito pure io con le elucubrazioni.

Magritte diceva che la sua non era solo una pipa, e ha sicuramente avuto i suoi buoni motivi per farlo. Dopotutto non lo era. Per altri motivi che hanno a che fare con il mio diploma superiore, un libro che mi da la sensazione di esser brutto alla fine dei conti per me e’ e rimane un libro brutto.
Cosi come una sega rimane soltanto una sega.
Ho già detto elucubrazioni vero?

Peace Off

Lo scorso fine settimana mi annoiavo per cui ne ho anche registrata una versione video: https://www.youtube.com/watch?v=h4cNH...
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,430 followers
October 16, 2025
L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE

description
Charles Denner è “L'homme qui aimait les femmes” nel bel film di François Truffaut del 1977.

E dopo averlo respirato e intravisto sin dalle prime righe, eccolo finalmente chiamato per nome e cognome, come abbiamo sempre fatto tutti, Antoine Doinel!
E così Marco Missiroli smette di nascondersi e dichiara esplicitamente il suo modello: il grande maestro francese aleggia per tutte queste pagine, ne impregna l’atmosfera, anche se Missiroli non raggiunge certo le stesse vette.
Comunque, bravo Missiroli, se devi ispirarti a qualcuno, scegli un esempio che non sia da meno del migliore, perché mirare basso?

description
Jean-Pierre Leaud è Antoine Doinel nei quattro film (più un corto) che Truffaut gli ha dedicato. Doinel era l’alter ego di Truffaut. Ma anche padre e figlio.

Lontanissimo dal romanzo precedente (Il senso dell’elefante), e quanto quello era mesto e deprimente, tanto questo è spumoso e divertente, provvisto di groove, di buon ritmo (nonostante qualche situazione a volte si ripeta una volta di troppo), Missiroli racconta in sei capitoli intitolati infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità, adultità, nascita, l’educazione sentimentale di Libero, un ometto di mondo come lo chiama la madre, che per tutta la vita cerca di essere all’altezza del significato del suo nome, con buon risultato secondo me.

Un’educazione sentimentale che è una penetrazione sentimentale visto l’interesse di Libero, sin da bambino, per l’universo femminile, sempre trattato senza morbosità e senza volgarità e senza prurito, con nessuna oscenità, né pubblica né privata (La presi quanto potei, e per la prima volta seppi che il corpo era solo un inizio).

description
Antoine Doinel alle prese con le donne: qui in “Baisers volées” del 1968, con Christine Darbon, interpretata da Claude Jade, che in questa scena gli insegna a spalmare la marmellata senza sbriciolare le fette biscottate.

Accanto a Truffaut, echi di Woody Allen: Libero avrebbe potuto dire che la masturbazione è sesso con qualcuno che si ama – o anche dire che se fa l’amore così bene, è perché si è esercitato a lungo da solo.
In bocca a Libero Marsell (padre francese, madre italiana, cresciuto tra Milano, Parigi e ancora Milano) starebbe bene anche: sono contrario ai rapporti prima del matrimonio perché fanno arrivare tardi alla cerimonia – e anche, provo un intenso desiderio di tornare nell’utero… di chiunque.

description
Un turista guarda “L’origine du monde” di Gustave Courbet, dipinto nel 1866, conservato al Musée d’Orsay.

Chiaro che a Libero sia rimasto molto impresso il quadro di Courbet al Museo d'Orsay, L’origine du monde: Seppi com’era il desiderio: un assoluto groviglio di terrore e incredulità!

Il romanzo è anche un inno alla figura paterna, una dichiarazione d’amore al Padre, e avrebbe anche potuto essere intitolato ‘L’insostenibile mancanza del padre’ (in questo aspetto è invece molto prossimo al precedente romanzo di Missiroli, Il senso dell’elefante).

description

È una storia che abbiamo letto e visto già dieci e cento altre volte perché è una storia di crescita e maturità, d’amore e intelligenza, di passione e morte, quindi di vita.
È il racconto di una normalità molto fuori dal comune, e del sesso e del piacere e della scoperta di se stessi e degli altri, e della capacità di esplorarsi, sia fisicamente che emotivamente (Ecco cosa si provava. La perdita di noi stessi. L’assoluta certezza che quello, e nient’altro, fosse esistere.).
È un racconto in prima persona, come un diario, ma diario non è perché è scritto a ritroso nel momento in cui il protagonista sa già tutto e può quindi modulare la sorpresa con l’accettazione degli eventi.

Libero Marsell è circondato da un’umanità provvista di un talento affettivo fuori dal comune, e questo è un aspetto affascinante del romanzo, ma anche forse il suo limite maggiore: l’atmosfera un po’ da fiaba, da tinello un po’ fuori dal tempo, protesa verso un tempo ovattato dalla memoria, dove non esiste conflitto, e anche il personaggio più bieco, l’avvocato Leoni, ha tinta rosa, umanità e simpatia.

description

Ed è anche un elenco di libri e scrittori, più un bel po’ di film e musica, aspetto che mi sembra abbia allontanato diversi lettori e commentatori.
I libri, i film e la musica di cui parla Missiroli, sono strutturali, sono il filtro delle emozioni di Libero, sono insegnamenti e nutrimento, contributo alla sua crescita. Sono parte integrante della sua vita, e di conseguenza, del racconto, tutto meno che appiccicati alla ricerca di un effetto.
Libero cresce attraverso quello che legge (e quello che vede al cinema, e attraverso la musica che ascolta), ma si potrebbe anche dire che i libri crescono e si modificano per mezzo della sua lettura, perché sono di volta in volta interpretati e adattati alle situazioni della sua esistenza.
Si potrebbe anche dire che per Libero leggere sia un’attività sessuale, slancio, possibilità, vitalità…

description
L’uomo che amava le donne.
Profile Image for Roberto.
627 reviews1 follower
August 2, 2017

Noia, noia, noia mortale

Il romanzo, ambientato tra Parigi e Milano negli anni 70/80, racconta la storia di Libero, il protagonista, da quando è un bambino di dodici anni fino alla sua maturità.

Fino a qui sembra una storia normale, come se ne sono viste tante. E infatti lo è....

Potremmo idealmente scomporre il libro in vari aspetti: la trama, ossia la storia vera e propria del protagonista, l’ambientazione, la letteratura e il cinema, la storia sessuale di Libero.

Partiamo dalla trama. Dov’è? Non la trovo. Il libro è un susseguirsi di ovvietà; a parte le ultime venti pagine, che onestamente meritano, per il resto è il nulla più assoluto.

L’ambientazione. Parigi: Missiroli non è Modiano e si vede. E la descrizione di tutti i luoghi di Parigi ha ben altro effetto. Qual è la relazione di queste descrizioni con il romanzo? Milano: se avessi aperto Vivimilano, con le indicazioni delle mostre e le pubblicità dei locali avrei fatto prima. Non è che parlare di Milano serve per aumentare il numero di pagine? Qual è la relazione tra il luogo e la inconsistente trama?

La letteratura e il cinema. Il libro è ricchissimo di citazioni su cinema, musica e letteratura. Purtroppo però queste citazioni, peraltro molto interessanti, sono poco o nulla attinenti con la storia trattata.

Il sesso. Ora io vorrei sapere: ma se vuoi impostare il romanzo citando libri come "Mentre morivo" di Faulkner, ha senso descrivere se devi o meno usare i denti durante la fellatio? Che senso hanno tutte queste scene di sesso gratuite (e descritte in modo veramente poco eccitante)? E’ un romanzo che descrive la formazione di un ragazzo? Ok, descrivimi la prima esperienza sessuale (non è necessario, ma va beh, possiamo accettarlo). Ma tutte? Me le devi descrivere proprio tutte con dovizia di particolari? Ed è realistico chiedere alla propria prima ragazza, l’amore della nostra vita, conosciuta da poco, di fare sesso con un altro? Ed è realistico che lei accetti? Per non parlare della masturbazione. Grazie Missiroli, ora che me l’hai spiegata così bene per un centinaio di volte so come si fa.

La scrittura almeno è scorrevole e lineare; ma non nego di essermi annoiato a morte durante la lettura, perché il romanzo è statico, scontato, ripetitivo e privo di originalità.

Cosa si può salvare del libro? Qualcuno diceva la copertina, secondo me nemmeno quella. Se dovevano metterci due chiappe, potevano sceglierle meglio.
Profile Image for Rosaria Battiloro.
430 reviews57 followers
February 13, 2019
Ho appena terminato questo libro, qualcosa come due secondi fa davvero, il tempo di rendere lode a tutte le divinità pagane per essere sopravvissuta all'impresa, e ora mi sto apprestando a scrivere questa recensione. Forse dovrei pensarci un poco, non andare così a caldo, ma forse anche no, visto che in questi tre giorni di lettura mi sono già sufficientemente macerata gli intestini. Se potessi avere un euro per ogni volta che Libero, il nostro protagonista, alla bella età di 20 e passa anni sopporta di farsi chiamare "ometto di mondo" , sarei probabilmente milionaria e me ne starei nella mia villa con vista su Mulholland drive a sorseggiare aperitivi analcolici, e non qui davanti al pc a scrivere questa becera recensione, ma purtroppo le cose non vanno sempre come vogliamo. Ricominciamo dal principio: seriamente, credo che il mio primo grande problema con questo libro risieda nello stile. Non mi piace come Missiroli scrive. Mettete su i legnetti per il rogo della strega, e tagliatemi le dita prima che mi lanci in qualche altra simpatica voluta artistica come usa fare il nostro Marco. Il fatto è che per scrivere bene non si devono necessariamente usare paroloni, trasformare in esperienze metafisiche e trascendentali le cose del quotidiano, fare di ogni atto di autoerotismo un'epica, di ogni incontro sessuale una rivelazione ultraterrena. Non funziona così. Non è questo essere colti, letterati, profondi: è essere pretenziosi. E questo libro trasuda pretenziosità dall'inizio alla fine. Ho trovato la scrittura troppo artefatta. I dialoghi sono fintissimi, se mia madre o una mia amica mi avessero scritto delle lettere come quelle che riceve Libero nel romanzo avrei chiesto per loro un tso preventivo, tutti i gesti sono eclatanti, teatrali, nessun sentimento risulta mai vero e profondo, e cosa è un romanzo che si prefigge di essere una crescita sentimentale, sessuale ed intellettuale senza la verità e le emozioni nude e crude? Una grande simulazione, appunto. Tutto il romanzo finge: prima si finge film nouvelle vague, con quell'erotismo acerbo e voyeuristico e, che originale, guardano Truffaut!!!, poi si finge grande avventura esistenzialista di crescita, persino incontrano il povero Sartre, poi ad una certa anche Missiroli si dev'essere stufato visto che gli ultimi due capitoli sono più o meno un elenco di avvenimenti narrati in sequenza senza grande emotività, nonostante i temi trattati. Bravo Missiroli, se ne avevi tu le scatole piene di scrivere, pensa io di leggere! Boria, noia e pretestuosità!
Su tutto il romanzo aleggia uno sguardo maschile insistente e fastidioso, deformante. Appare un personaggio femminile, di cui sappiamo subito solo se ha il seno grosso e se il sedere tira bene il vestito, e ci chiediamo fra quante pagine la suddetta finirà nel letto del nostro "ometto di mondo"! Che sorpresa! L'unico personaggio femminile che forse sembra risaltare leggermente di più è quello di Anna, alla quale va il mio grandissimo applauso per il suo commento : "Sei un po' patetico, Libero" Ho ululato di gioia, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno! Ma è stato un breve barlume di chiaroveggenza nel marasma, non illudiamoci, eh!
Dicevamo dello sguardo maschile, appunto. Il nostro Libero non perde occasione di notare se le donne hanno il segno del sesso evidenziato dai pantaloni, se hanno il seno grosso (l'ho già detto, lo so, ma ci sono un sacco di seni grossi in questo romanzo), quanto sono attillati i jeans, ma poi sindaca anche su quello che mangiano, per non farci mancare nessuno sterotipo brutto. Cito testuali parole: "Anna mangiava come un camionista: una girella crema e uvetta, un mini croissant integrale al miele e un cappuccino tiepido" ... Ero rimasta all'immagine del camionista con panino hot dog e birra, ma va bene lo stesso. Per fortuna io e Missiroli non andremo mai a pranzo insieme, non vorrei sconvolgerlo con il mio appetito al cui confronto quello di Anna è una giornata di dieta ferrea.
Ma proseguiamo con alcune citazioni dal romanzo, come per esempio quella che mi ha fatto sbellicare fino alle lacrime in sala d'attesa dal dentista: "lo splendore del suo sedere mi tramortì". Se lo scrive Anna Todd in After è trash, ma se lo scrive Missiroli in Atti osceni è edgy e trasgressivo, poesia contemporanea, sinestesia della parola. No, è trash lo stesso, tale e quale.
Veniamo ora alla più grande mistificazione di questo romanzo: la letteratura. Dovrebbe esserci questo percorso letterario nella vita del protagonista, scandito dall'incontro con dei grandi romanzi come Lo Straniero, Il deserto dei Tartari, L'Amante, Mentre Morivo. Bello, bellissimo, peccato che anche no. Non mi è sembrato mai che Missiroli riuscisse a far entrare i paralleli della letteratura nel tessuto del suo romanzo. Forse era troppo preso ad immaginare come avrebbe descritto il prossimo atto fisico per soffermarsi a riflettere sul senso dei libri citati, o forse semplicemente sarebbe stato necessario un libro più denso, più approfondito, con un ritmo diverso. Questi romanzi dovrebbero avere un impatto sulla vita del protagonista, ma come? Mai questi testi vengono davvero analizzati, mai si entra nel cuore del loro messaggio, anzi spesso se ne ha una visione superficiale (FUGGI DAL DESERTO DEI TARTARI!!!). Si ha la sensazione che l'autore abbia controllato una lista di romanzi e di film imprescindibili e li abbia snocciolati di fila per impreziosire di ulteriore falso intelletualismo il tutto (assieme ad un paio di zeppatine finto femministe con la libertà di Frida Khalo di mezzo che fa sempre così cool!). Di nuovo, come non serve dare sfoggio della conoscenza dello Zanichelli per essere bravi scrittori, così non serve fare una sterile lista dei grandi romanzi del novecento (tutti libri notevoli, tra l'altro, complimenti per la consultazione!) per passare per colti e letterati. Ci sono altri modi per trasmettere il messaggio e far nascere paralleli con la grande e vera letteratura, alla cui cavalcata trionfale questo romanzo sogna e spera di accodarsi, ma di cui mangia solo la polvere.
Ci sarebbero tante altre cose che vorrei dire, ma purtroppo, sempre per la bizzarra legge secondo la quale non ricevo un euro ogni volta che Missiroli scrive frasi proto- esitenzialiste che bisogna rileggere tre volte per esserne sicuri, sono costretta a tornare a lavorare e a piantarla qui, ma in ultimo mi chiedo, se il signor Missiroli leggerà mai questa mia felice recensione, potrebbe forse sentire il suo ego crescere con la consapevolezza di aver fatto innervosire una lettrice sventurata, del tipo che sto facendo proprio il suo gioco, quindi cosa dire: va benissimo così signor Missiroli, ognuno si prende le sue piccole gioie come può.
Profile Image for ΑνναΦ.
91 reviews6 followers
April 19, 2015
E con questo libretto penso di aver pagatoil mio tributo quinquennale, come
gli scontrini delle tasse, alla letteratura contemporanea italiana. Grandissimo paraculismo, scoppiazzature di Guenassia evidentissime (Il club degli incorreggibili ottimisti), questa mania di copiare i francesi, da parte dei contemporanei italiani, ma la finite? Senza la vision, direbbe qualunque rivenditoe di Folletto, ogni scopiazzatura è inutile. Qui nemmeno pseudo nichilista. Qui è tutto un tettoculismo molto da film anni '60, molto sparanzato (hanno le tette grosse anche le francesi, in questo libro, un vero primato), questo voyeurismo da film da ultima fila, questo Bildungsroman delle pugnette. Ma per piacere, io con la letteratura italiana mi fermo d'ora in poi agli anni sessanta. Fine. La vera oscenità è pubblicarle e recensirle (i giornali, dico) queste stronzate.
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
March 3, 2015
Nel rispetto per la sensibilità formale del testo e nel sincero considerarne il valore, mi sento di esprimere disagio verso quello che sento come un faticoso e superficiale memoriale, un mettersi a nudo inelegante, per quanto analitico, nel trattare tematiche dolorose e vitali. In divenire, l’autoerotismo dell’ego si accompagna in modo sgradevole alla mediocrità dell’ossessione e al manierismo degli artifici narrativi, i quali sono tuttavia ben concepiti. Non è cosa che riguarda il giudizio contenutistico o l’opinione sullo stile, è davvero il percepire con dispiacere la trama del narrato come un diario a contratto, opposto all’affinità e avverso al riconoscimento: in una parola, come lettore, fuori della relazione letteraria.
Profile Image for Cristian Fassi.
108 reviews240 followers
October 19, 2020


Le recensioni lette su questo libro sono estremiste, o piace molto o non piace per niente. E' come un film di Xavier Dolan, o viene stroncato definitivamente o deificato e glorificato.

A me Marco Missiroli piace, non così tanto da santificare, ma il libro è attraente ed è scritto in modo splendido. Magari la storia nel suo complesso è debole o manchi di conflitti narrativi.

A molti non è piaciuto l'uso "osceno" di citazioni di libri e film o trova che l'autore li sceglie a posta tanto per rendere il romanzo culturalmente più blasonato. Per me questa è la parte forse più interessante del romanzo, il ruolo che libri e cinema (su tutti la novelle vague di Truffault: I 400 colpi, Jules et Jim) rivestono nella maturazione erotica, psicologica e personale del protagonista dà alla storia più corpo.
E' attraverso i libri che il padre fa crescere il protagonista, chiamato Libero. Incominciando con "Lo Straniero" di Albert Camus, che lo accompagnerà tutta la vita.
“Lo straniero era colpevole e imperterrito, quanti innocenti abbandonati, al contrario, attendevano il patibolo? Camus aveva scritto una storia di indiani”

I libri si susseguono (Il deserto dei Tartari, Addio alle armi, Il commesso) e scandiscono il tempo sino all'adultità (nella quale impazzano Faulkner e Kundera).

Lettura raccomandata.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,265 reviews153 followers
August 6, 2017
Libero Marsell, dodici anni, vive a Parigi. La madre, affascinante italiana, fedele seguace della teoria del karma, tradisce il padre, francese e sognatore, amante dei libri, con Emmanuel, silenzioso amico di famiglia. Attorno ci sono i labirinti della maestosa Ville Lumière, gli amici italiani che scrivono delle loro prime conquiste, le vacanze estive sulle spiagge della Normandia, e, a poco a poco, le prime grandi domande sulla vita, sul rapporto con gli altri, sul mondo femminile, sul sesso. Il mondo cambia, e Libero, nell’assoluto amore della scelta che richiama il suo nome e che segnerà tutta la sua vita, lo scopre, con tanti dubbi e tuttavia con una fame insaziabile di tutto ciò che lo circonda. Scopre l’amore spirituale con Marie, tenera bibliotecaria e fedele confidente, che lo inizia alle letture di Camus, di Sartre, di Buzzati, di Calvino, della Duras, scopre l’amore carnale e passionale con Lunette, la prima donna e la prima traditrice della sua vita, scopre l’amore della vita con Anna, la maturità, la vita di coppia, i figli, la passione dell’insegnamento. Sullo sfondo prima dell’effervescente culla culturale della Parigi degli anni ’70 (fra le varie mi ha colpito molto la scena in cui si scopre della morte di Jean Paul Sartre) e poi della Milano degli anni ’80, un mondo ancora “facile” e ricco di prospettive di realizzazione, si snoda la vita di Libero, le sue riflessioni, le sue sorprese, le sue amarezze, le sue conquiste. Con una scrittura a mio avviso eccelsa, Marco Missoroli ci svela un’intera vita, a tuttotondo, coi suoi sogni, e i suoi sapori. Non so perché, ma forse richiamata dalla copertina, mi sono sempre immaginata questo di Missoroli un romanzo erotico e banale, una boiata da cui tenermi lontana. Quanto mi sono sbagliata! Ho scoperto uno splendido romanzo di formazione, la storia delicata e tuttavia così normale, di un percorso interiore alla ricerca dei propri bisogni, della propria intimità, del proprio posto nel mondo. Un romanzo da premiare assolutamente. Au revoir, Grand Libero!
Profile Image for Marcello S.
647 reviews291 followers
April 20, 2015
Oddio, che fatica. Ci provo.

Mi è sembrato il libro delle buone intenzioni perdute, dei rapporti interpersonali poco reali e delle emozioni calcolate. Delle tipe immancabilmente con le tette enormi e i sederi abbondanti e compatti. Della geografia dei luoghi da salotto borghese (la Parigi del Marais e del Trocadéro, la Milano di Porta Romana e dei Navigli). Della sonata K377 di Mozart e delle frasi dei libri lette ai funerali ('sta cosa solo nei libri e nei film tra l'altro).

Troppa strategia e poca vita vera. Poco incisivo, pochi graffi. I pensieri sembrano come sospesi a mezz’aria, come caramelle gommose.
Un po’ stereotipato e stracarico di citazioni di libri, film e dischi parecchio furbette. Difetta sulle dinamiche, sull’alternanza di pieni e vuoti.
Nessun attacco senza preavviso, non c’è mai quella sensazione di sentirsi davanti all’uragano.

Me la prendo a cuore perché Missiroli scrive bene, a tratti molto. Elegante, fluido, con un gran ritmo narrativo. Non ha cadute, anche se la prima parte è a mio avviso decisamente preferibile alla seconda.
Mi ha fatto pensare alla febbre del primo Brizzi, a De Carlo (per i contenuti generazionali, non lo stile), al sempre poco menzionato Matteo Sartori.
E poi, al di là di tutto, Libero Marsell è un bel personaggio. Marie De Lafontaine pure. Gli accenni al francese congeniali e piacevoli.

Sarebbe bastato qualche accorgimento (o forse meno accorgimenti...) per renderlo uno dei libri italiani “belli” di questi anni. Meno buonismo, innanzitutto.
E poi lasciarsi andare, essere meno ordinati e davvero osceni.

Le cose sono due: forse ho semplicemente letto troppo Houellebecq ultimamente; oppure pensavo di leggere altro, e questo libro va benissimo così. [69/100]
Profile Image for La mia.
360 reviews33 followers
July 30, 2015
Sono un po’ disorientato, mi dichiaro inabile al giudizio. Ho letto con piacere e con fastidio. Ho storto il naso di fronte a periodi francamente da supercazzola e all’infarcimento di luoghi-libri-musica-personaggi fighetti. Una Milano improbabile, relazioni improbabili (soprattutto quelle collaterali, gli amici in primis), un eccesso di buonismo. Però qualcosa di questo libro mi è piaciuto, e non so individuare bene di cosa si tratti. Qualcosa mi ha fatto proseguire la lettura nonostante le molte cose fastidiose, le molte cose stonate, le molte cose che suonano furbette. Forse la percezione che, grattata la patina colorata, ciò che rimane è un personaggio maschile a cui Missiroli ha dato uno spessore non comune. Le contraddizioni di Libero Marsel, il suo “lato femminile” che emerge prepotente, descrivono un personaggio moderno, attuale, sfuggito finora a tanta letteratura. Un maschio che ha perso il modello maschile di riferimento e deve confrontarsi con la propria libido disegnando nuovi percorsi. La perdita di innocenza che significa perdita di ciò che dovrebbe essere naturale, per diventare una complessa costruzione della propria personalità, del proprio posto nel mondo. Libero cerca di affrancarsi dal femminile, ma lo “deve” fare trovando un diverso equilibrio in un sentiero stretto e senza guide. Autoerotismo, sublimazione, violenza, libertinismo sono punti di passaggio a volte inevitabili di un mondo maschile sperduto, senza modelli e senza ideali.
Missiroli ha saputo trovare tutto questo e ha avuto il coraggio di metterlo sulla pagina. Il suo errore è stato farcire il tutto con troppa crema. La sensazione che rimane è quella di una torta troppo dolce, buona buona buona e improvvisamente nauseante.
Profile Image for Michela De Bartolo.
163 reviews88 followers
April 27, 2018
"L'osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono.Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento" dice Missiroli, e forse in queste parole c'è racchiusa l'idea da cui è nato il libro, e la scelta del nome del protagonista.
Libero Marsell è un bambino di 12 anni quando si apre la narrazione , ed è un uomo adulto quando si conclude . Una vita racchiusa in un centinaio di pagine, che a volte ho divorato , ma molto spesso rassegnata . Una conoscenza che parla soprattutto attraverso il sesso , come motore della vita di Libero ,fino alla trasformazione finale in amore . Attraversiamo nella lettura parecchi drammi , traumi , inadeguatezza , solitudine, tutti elementi presenti , peccato che non sono riusciti ad oltrepassare la soglia del dolore .. cioè io non ho percepito la sofferenza reale del protagonista. Mi è sfuggita la capacità di esprimere un sentimento attraverso la parola . Sicuramente la parte più interessante è rappresentata dal ruolo che i libri ed il cinema rivestono all’interno della narrazione...
Profile Image for Vincenzo Politi.
171 reviews165 followers
April 9, 2021
A molti questo romanzetto è piaciuto. Che vi voglio dire? Sarà che io c'ho i gusti strani...

Ma procediamo con ordine. Ho deciso di affrontare l'opera di Marco Missiroli, scrittore giovane e baldanzoso, grande promessa della patrie lettere a quanto pare, sulla scia del gran chiacchiericcio suscitato dal suo ultimo Fedeltà, romanzo divisivo e controverso, amato da molti e detestato da molti altri, ma comunque favorito allo Strega. «Sembra interessante», m'ero detto, «vediamo un po' come scrive questo Missiroli». E mi sono deciso, quindi, a leggere un suo romanzo: non il controverso Fedeltà, ma un altro, quello che aveva messo d'accordo tutti, ma proprio tutti, il pubblico e la critica, ovvero Atti osceni in luogo privato. Che dire? Avrà messo d'accordo tutti ma proprio tutti, tranne me.

Atti osceni in luogo privato lo definirei "un Bildungsroman scritto da un bimbominkia". Né più, né meno. Il romanzo parla della lunga e tortuosa via intrapresa dal giovane protagonista di belle speranze, evocativamente chiamato Libero, il quale vuole vivere da uomo liberato in modo da compiere il destino del suo stesso nome. C'è un trauma infantile (una 'scena primaria', per usare un termine caro alla tradizione psicoanalitica): il piccolo Libero scopre la madre che tradisce il padre con un altro. Le conseguenze psicologiche di questo trauma sono talmente trascurabili da risultare quasi nulle: la mamma si metterà con quell'altro, il papà rimarrà solo. Poi il papà schiatta e Libero continuerà a parlare con lui recandosi commosso al suo sepolcro. Ma nel frattempo, l'ex fidanzata dell'amante della mamma di Libero, che è una bibliotecaria porcona, una francese dalle curve partenopee, diventa amica di quest'ultimo: con la scusa di dargli i libri, lo invita a casa, si spoglia davanti a lui, gli spiega com'è il sesso, eccetera. Roba che, se Libero fosse stata Libera e la bibliotecaria sexy un bibliotecario di mezza età, il libro di Missiroli sarebbe stato subito un crudissimo romanzo-denuncia sulle molestie su minori. Ma siccome Libero è un maschietto e non una femminuccia, questa 'amicizia particolare' e alquanto impropria fa subito 'romanzo di formazione'. E va be'...

Poi Libero si innamora di una ragazza nera e si eccita a immaginarla mentre scopa con altri e a chiamarla negra. Proprio mentre il romanzo stava per diventare un viaggio nella perversione erotica, lei capisce l'antifona e lascia lui, lui lascia Parigi e si trasferisce a Milano. Qui incontra dei vecchi amici e ricade nel vecchio triangolo scemo lui-lei-l'altro, con Libero che si innamora della fidanzata del suo migliore amico, che ricambia, mentre l'amico ci rimane cornuto e contento. Nel frattempo, la bibliotecaria tettona va e viene da Parigi per andare a trovare il suo giovane amico, perché lei non ha nient'altro da fare nella vita, non ha nessun altro interesse, nessun'altra amicizia, niente di niente, se non il suo piccolo, amato, Libero. Gli altri personaggi si comportano esattamente allo stesso modo: agiscono, pensano e parlano solo in funzione di Libero, che è al centro di tutto, con tutti che si accorgono di quanto lui sia promettente, generoso, carismatico, magico e unico. Tant'è che alla fine Libero, così pieno di potenzialità e ideali, diventa nientepopodimeno che un insegnante di italiano, proprio come il protagonista di Notte prima degli esami, commediola divertente, leggera e nulla più, ma se certe cose le scrivi e le stampi, come nel caso di Atti osceni in luogo privato, allora è Grande Letteratura Italiana. Sarà...

In conclusione: Missiroli scrive come se fosse ancora possibile scrivere di giovani eroi romantici baciati dalla fortuna, senza macchia e senza paura (e senza problemi di soldi e di affitto), con una totale ignoranza delle complessità psicologiche e dei dilemmi morali, creando un personaggio egocentrico, pieno di sé e delle sue inutili fantasie, che finisce col diventare totalmente detestabile; lo circonda di personaggi profondi come una pozzanghera e che vivono di sola contemplazione nei suoi riguardi; per rendere il tutto un po' più torbido, butta qua e là scene di scopate e bocchini, tette e culi, seghe a manetta; mentre, per rendere il tutto più intellettuale, cita libri e film e si concede provocazioni che provocano sbadigli di noia oppure incredulità, perché è davvero difficile credere che uno possa far passare come alta letteratura un romanzetto voyeuristico e semi-pornografico in cui il massimo dell'acume si raggiunge quando due personaggi urlano, tutti contenti, «Henry Miller ce l'aveva piccolo». Secondo me, tocca chiedere scusa a Melissa P., a questo punto.

In conclusione (bis): avevo deciso di affrontare l'opera di Missiroli, sulla scia del gran chiacchiericcio suscitato dal suo ultimo Fedeltà, romanzo divisivo e controverso, amato da molti e detestato da molti altri, ma comunque favorito allo Strega. Adesso che ho letto Atti osceni in luogo privato, ho deciso che non leggerò Fedeltà. E a chi si lamenta degli spoilers contenuti in questa recensione: sappiate che anche quel mentecatto di Libero spoilera tutti i libri che gli ha fatto leggere la bibliotecaria con le zinne grosse.
Profile Image for Tittirossa.
1,062 reviews333 followers
Read
September 7, 2017
Pena (e paraculaggine)

Caro Missiroli, prima la paraculaggine: la copertina ha acchiappato più lettori di quanti meritasse (spero non diventi un mood grafico, tipo quella della Solitudine dei numeri primi, che per due anni ci siamo sorbiti dei primi piani di jeune fille en fleur con sguardo intenso su tutti i libri, compresi i manuali di matematica).
L’evoluzione della trama – la storia di Libero Marsell* dal’infanzia fino all’età adulta - è un inno totale a intercettare il giovane lettore maschio segaiolo titillando le sue varie idee fisse (tette, mamma, culo, rivoluzione, Linette-donna-nera-archetipo-femminile, Marie-amica-agée-e-tettona, Vespa-simbolo-di-giovanile-libertà, Palmiro-cane-migliore-amico-dell’uomo, Frida-collega-fredda-che-alla-fine-la-dà).
Insomma, uno sfacelo di trama dove infili di tutto (manca solo la droga: come mai non c’è neanche un tossico in questo libro ambientato negli anni dove eroina e cocaina a Milano si distillavano dalle fognature?), fino alla mamma moribonda, il papà morto ma tanto amato, l’amico migliore ma tradito, l’amico sfigato su sedia a rotelle.
Non contento di infarcire il libro di esperienze personali, ci rifili anche la tua lista dei 100 capolavori da leggere per essere un vero uomo. Lista banalotta (rileggere Alta Fedeltà di Hornby, per capire come si costruisce un romanzo partendo da una lista) e motivazioni altrettanto, non viene voglia di aprire uno che uno dei libri citati (peraltro tutti letti, devi aver pescato la lista compulsando i best seller degli ultimi 30 anni). Più i 50 film da vedere fare il figo con le fanciulle.
Peccato che i millemila ingredienti non diano un senso alla costruzione. Alla fine vien da dire: e quindi?
Poi c’è la questione della prima persona. Non sei Ismaele. Questo è un dato di fatto, la tua balena bianca si è tramutata in un banco di sardelle, e infatti non si riesce a dare la caccia a tutto. Non sei neanche Seurel di Le Grand Meaulnes, che avresti dovuto leggere, caro Missiroli, il libro preferito di Simone, quella che tu liquidi come “fidanzata di Sartre” (sic), per capire cosa è l’afflato.
La prima persona è materiale esplosivo da maneggiare senza una Storia, e infatti gli ultimi due capitoli sono chiacchere bla bla, tipo quando ci si ritrova dopo 20 anni e si cerca di condensare agli amici cosa si è fatto, mettendosi in buona luce (ci mancava solo che Libero andasse a insegnare in Africa, tanto è buono).
Poi la pena. Pena per il libro che avrebbe potuto essere, se non si fosse perso dietro ai rivoli (ad esempio: Linette mandata a provocare il brasiliano: il senso? La battona dal cuore d’oro che insegna a mettere i preservativi).
Pena per una scrittura che sembrava buona e poi si perde con frasi da Baci Perugina riviste in un bagno di cultura (la metafora del colibrì?! L’intimità posteriore?! No, dico, stiamo scherzando?).
Pena perché qualcosa di buono c’è, ma si perde quasi subito.
Ho letto in un’intervista che ci hai messo due anni a pensarlo e due mesi a scriverlo. Magari sarebbe stato meglio il contrario.
Ps: avessi letto prima che D’Orrico è un estimatore, avrei evitato di perdere tempo.
*evocazione del nome: Nonno Libero di un Medico in famiglia, Marcel Proust (ah ah)
Profile Image for beesp.
386 reviews48 followers
February 17, 2019
Una new entry nella mia collezione di libri brutti. Grazie, Missiroli, perché sei stato insopportabile, sei stato pieno di te e così il tuo personaggio di sé, completamente indifferente all’interiorità altrui. In questo romanzo esiste soltanto Liberò, tutti gli altri sono sue proiezioni, tanto che a volte dubitavo della mia esistenza. Siamo tutti ombre di Liberò, anche voi che state leggendo questa recensione. Viviamo tutti nella sua testa e in quella di Missiroli (che peraltro assomiglia a quella di Salvini, doppie grazie).
Vorrei avere la sicumera di uno scrittore maschio a presentare un libro del genere all’editore, e vorrei un editore talmente sfacciato da pubblicare un libro simile scritto da una donna. Risultato? Probabilmente “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire” di Melissa P., che tra l’altro ho di gran lunga preferito a “Atti osceni”, e un bel bollino di “romanzo trash”. Con la differenza però che almeno in “Cento colpi di spazzola” la libertà non era nella parola.
Capisco perfettamente però perché possa piacere - e anche tanto - ad alcuni. Solo che non condivido i sentimenti. Non riesco a trovare la sincerità, la profondità di quelle parole che pure Missiroli sa impilare una dietro l’altra, ma che non hanno contenuto, sono sfoggio, e lo si vede anche dal corredo, dai ghirigori e le greche che va a formare con i titoli dei romanzi e dei film, con l’arte e la letteratura. Dice di viverle queste cose Liberò, di assorbirle per raccontare la sua storia; ma non lasciano traccia. Esiste solo Liberò, non c’è spazio per nient’altro.
Questo libro è pornografico, sì, pornografico per la capacità di raccontare un uomo così narcisista ed egomaniaco che la sua esistenza diventa sbiadita, seppure potrebbe risultare interessante, rispetto alla boria con cui si racconta. Per questo ricorda quelle inquadrature anatomiche, senza alcuna vitalità, tipiche della pornografia più in voga.
Aggiungiamoci pure che ho letto “Atti osceni” in uno dei periodi più brutti della mia vita (cui sarà per sempre legato. Invece di qualcosa che avrebbe potuto effettivamente portarmi sollievo) e capirete quanto io sia grata che finalmente questo supplizio sia finito.
ADDIO.
Profile Image for Ele Dalmonte.
191 reviews22 followers
August 2, 2017
Devo questa lettura a Michela Murgia, che del libro ha parlato* sulla sua pagina Facebook e io, siccome della Murgia-lettrice ho una buona opinione (come scrittrice invece 'nzomma, ma questa è un'altra storia), prevenutissima ma curiosa me lo son comprato; e l'ho adorato.

La storia è presto detta, e anche piuttosto ordinaria: la crescita emotivo-sessual-intellettuale di un ragazzo qualunque, chiamato Libero, tra Parigi e Milano. Punto.
Lo stile, anche: pulito, tondo, leggero: un'aria fresca.

C'è dentro un'atmosfera alata da nouvelle vague che mette una gran voglia di amare e passeggiare, personaggi imperfetti e delicati, e molto sesso, certo che sì, ma detto giusto, elementare e libero, con tutto il dolce e il perverso che contiene, senza ammiccamenti, sbrodolamenti melensi né patetiche derive pseudoporno (l'oscenità del titolo allude ad altre intimità).
C'è una marea di libri, tirati in causa senza presunzione ma come complici e testimoni, perché stanno nella vita del lettore-protagonista con la naturalezza dell'acqua e del pane: senza i quali non si cresce, non si cambia, non si diventa.
E c'è la meraviglia trita dell'amore, che è intreccio istintivo di teste e di corpi, e piacere, ed è sempre lo stesso da che mondo è mondo, da non poterne proprio più, eppure, incredibile ma vero, in certi casi, come questo, emoziona ancora, commuove addirittura, e quando meno te l'aspetti, senza bisogno di effetti speciali. Ecco.

~~~

* Per chi fosse curioso e/o sprovvisto di Facebook, bontà sua, ricopio le galeotte parole di Michela Murgia: «... ho passato il pomeriggio incollata a leggere un libro bellissimo, di potenza e autenticità detonanti quanto rare nel panorama italiano. "Atti osceni in luogo privato" di Marco Missiroli è una storia di bellezza commovente e disturbante, uno di quei libri che ti fanno ringraziare di avere la coscienza abbastanza sporca da intuire fino in fondo le ombre più interessanti e le purezze perdute dei protagonisti.»
Profile Image for dv.
1,398 reviews59 followers
September 4, 2017
La prima impressione sul libro è: che brutto titolo. La seconda è: che copertina bella e coraggiosa. La fotografia è del 1967, di Erwin Blumenfeld. Il titolo è Holy Cross (In hoc signo vinces). Il nesso tra erotismo e sacralità suscita interesse, così come la visione rapida di recensioni contrastanti (alcune pro, alcune contro). Forse un libro "controverso"? Varrà la pena di leggerlo? A cose fatte, posso dire che è stato un investimento di tempo mal riposto. Il giovane Missiroli (classe 1981, e non alla prima prova letteraria) ha prodotto un "romanzo di formazione" (si usa ancora l'espressione?) furbo e confezionato alla perfezione per l'adolescente medio. La scrittura è adatta per lo scopo: leggera, superficiale, scorrevole, automatica - nel senso che sembra prodotta da un computer, tanto è povera di emozione e profondità (e tuttavia non priva di facili pretenziosità). La storia è esile, infarcita di un bignami di classici della letteratura in effetti perfetto per lo studente liceale. I personaggi sono tratteggiati come piccole macchiette (soprattutto le donne, sempre viste dal solo "sguardo maschile", direbbe John Berger), le città descritte sono cartoline viste alla lontanissima: Parigi (dove credo Missiroli non sia mai stato) è praticamente solo les Deux Magots (involontariamente esilarante l'incontro con Sartre...), Milano sono i luoghi medi dello studente medio fuori sede che non conosce la città. Lettura portata a termine più che altro per inutile devozione al finire quanto si è iniziato; se il titolo è brutto, il libro è anche peggio. La copertina resta un mistero, in quanto la promessa dell'holy cross è del tutto disattesa. In sintesi: da evitare.

PS: annotazione forse banale - e un po' da nerd... - ma rilevante per Missiroli: nel 1980-1981 era impossibile giocare a "Double Dragon" (che arriva nelle sale giochi solo nel 1987).
Profile Image for giuneitesti ❆.
269 reviews52 followers
September 16, 2022
Ci sono libri con cui non si combacia. Li si legge e ci si sente distanti, le parole suonano sconnesse, ci sfugge il senso della storia. A volte, man mano che le pagine scorrono, il caos prende forma, la nube si svela, e il libro acquisisce una voce. Ma non sempre succede.

Atti osceni in luogo privato, una voce per me l’ha acquisita: Missiroli è ipnotico e veloce, tende alla massima senza essere banale. Complesso, citazionista, eppure ammaliante. Il mio problema non è con la lingua, il mio problema qui è con la storia. Quando me ne ha parlato un’amica, l’ha definita maschile. E lo è, maschile, dall’inizio alla fine.

Libero è un bambino quando assiste al tradimento della madre, evento che fa da spartiacque nella sua vita: se prima viveva in un corpo solo suo, con la prima erezione capisce di non potersi più pensare sconnesso dagli altri. Il libro è un resoconto poetico e meravigliato del suo rapporto con l’altro s3sso e con sé stesso, dalla prima infanzia al matrimonio.

Se Libero è la voce narrante, il protagonista del libro è il corpo maschile. Il titolo è una promessa: si parla di atti osceni, lo si fa di continuo; osceni per chi, sta al lettore stabilirlo. Per me che col s3sso ho un rapporto molto pudico, è stato oscena l’imprescindibilità del s3sso nella vita di Libero. Per chi non si identifica nel genere maschile, forse è curioso capire il loro mondo. Io non mi ci sono sentita a mio agio nemmeno un momento.

Il fatto è che non ci ho trovato altro che lingua, all’interno. I personaggi secondari li ho percepiti sfumati e servizievoli, la letteratura veicolata da Camus e Buzzati gettata tra i tumulti ormonali come per farsi posto tra i grandi. Anche la punteggiatura: avrei spostato virgole e punti, per intenderci. E vogliamo parlare del francese snocciolato come se tuttə conoscessimo la lingua?

Romanzo d’indagine interiore, racconto di formazione 3rotica. Questo sappiate, quando proverete a leggerlo. Scorrerà, perché scorrerà, ma non ve lo consiglio, né vi dico che ne valga la pena. Ci sono libri con cui non si combacia, e io e questo siamo due forme distinte.
Profile Image for Elis.
68 reviews60 followers
June 23, 2018
Crescita umana di un giovane alla scoperta graduale di una sessualità dalle mille sfaccettature. Tra un lento scorrere di donne con storie e comportamenti differenti ma che regalano al protagonista diversi stati di vita e consapevolezze.
Ma anche forte appartenenza alla famiglia, prima al padre che lo guida nella vita pur non essendoci più, e poi una madre che lo segue da lontano fino alla definitiva crescita, con forza e tenacia.

Un libro gradevole, appassionato e ben scritto.
Vivo un periodo in cui ho bisogno di libri così: interiori, senza filtri, esacerbati, che scavano nell’intimo per analizzare per filo e per segno comportamenti umani nella vita di tutti i giorni. E sopratutto Italiani. Parole che non passano da traduzioni e adattamenti ma che nascano così come li leggo.
Mi è piaciuto per questo, perché era quello che stavo cercando, ora.
Probabilmente l’anno scorso l’avrei trovato snervante e inconcludente.
Profile Image for Simona.
974 reviews228 followers
December 8, 2021
Quando si dice avere il destino nel nome è proprio la storia di Libero che il lettore segue attraverso le varie fasi della sua vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità e nascita. Libero, non solo nel nome, ma anche nella sua capacità di lasciarsi andare, e nello stile di Missiroli che parla di sesso senza tabù e voyeurismo. Si racconta l'iniziazione al sesso, alla vita sessuale e sentimentale del protagonista, ma anche la sua formazione letteraria con l'incontro di autori quali Buzzati, Sartre che ha il piacere di conoscere. Un incontro che si sviluppa tra Parigi, gli anni dell'adolescenza e Milano, quelli della maturità e della professione di insegnante. È la formazione di un uomo che scopre la bellezza e le difficoltà della vita con la possibilità e dignità di scegliere, proprio come gli hanno insegnato i genitori nel momento in cui hanno scelto il suo nome.
Profile Image for Giordy_89.
35 reviews20 followers
January 26, 2018
Gli atti osceni sono tutte quelle elucubrazioni, quei ragionamenti che non esterniamo al mondo, che teniamo per noi, che non condividiamo. La mente invece è il luogo privato: l'unico luogo dove possiamo essere davvero noi stessi, senza paura, senza il terrore di esser giudicati e soprattutto il posto dove anteporre i nostri bisogni senza la necessità di filtrarli.

Questo è il punto focale su cui ruota questo romanzo di formazione. Un viaggio tra pulsioni e passioni, anche erotiche, che porta il lettore ad essere partecipe della parte più intima di Libero, il protagonista.
Profile Image for Paola Guzzetta.
8 reviews3 followers
April 6, 2015
Ci sono libri del corpo e libri dell'anima. Questo è entrambi allo stesso modo. Una narrazione piacevole e intensa, una scoperta della fisicità e dello spirito spinta e sostenuta dalla letteratura. Un romanzo bellissimo che mi ha portato indietro di tanti anni quando leggere era tutto il mondo e che mi ha catapultato avanti a ciò che sono oggi, donna e madre. Bellissimo.
Profile Image for Cynthia Collu.
Author 5 books28 followers
April 21, 2019
(attenzione, SPOILER)

Commento all'osso: un ragazzino (come tutti i ragazzini) si masturba spesso e volentieri finché non ha dei rapporti completi con l'altro sesso. Ma anche così non è contento, e de temps en temps continua a masturbarsi. Finalmente trova la donna giusta, la sposa e c'ha un figlio con lei. Fine. (se continua a masturbarsi non è dato sapere).

Commento semiserio.
Il protagonista, un ragazzino dodicenne vede, da uno spiraglio, la madre fare un lavoretto a un amico di casa, ha un'erezione e in bagno finalmente scopre "la liberazione".
Ok.
Il ragazzo cresce con l'ossessione di sapere come sarà con una donna, ma quando finalmente ha i suoi primi rapporti non riesce mai veramente a esserne soddisfatto. Il motivo della sua scontentezza, non è dato sapere. Probabilmente è rimasto turbato dalla visione materna, per cui non riesce a vivere serenamente gli incontri sessuali con altre donne (è una mia illazione).
Conosce Lunette, una splendida ragazza di colore, di cui s'innamora. Ma com'è come non è, deve sempre guastare tutto. A poco a poco non riesce a eccitarsi se non immaginandola scopare con altri, e alla fine la spinge a farlo davvero in un bagno di un bar pubblico. Poi gli viene l'ansia, corre nel bagno vicino e grida il nome di lei. E lei s'interrompe.
Quando escono comincia a tartassarla di domande: com'era, come non era, ti è piaciuto, era grosso, era meglio di me, ecc. ecc.
Lei si dispiace ma, giustamente, alla fine si stufa e lo molla.
Lui troverà una donna che lo sposerà e che gli darà un figlio. Fine.

Commento serio
Poteva essere un capolavoro: la malinconia, l'insoddisfazione dei rapporti sessuali, il cercare quel qualcosa in più che faccia sentire veri, e liberi, non è una brutta tematica, tutt'altro.
Peccato che Missiroli usi un linguaggio talmente povero, piatto, omologato, da sciupare la bella occasione che ha avuto.
Si sa. Non è tanto la storia, ma come viene raccontata. In fin dei conti, le storie sono sempre quelle, la differenza la fa la voce dello scrittore, Mi viene in mente Houellebecq. Anche ne "Le particelle" c'è tanto sesso infelice, ma H ha dalla sua una scrittura importante, e centra il bersaglio, e alla fine il senso di desolazione rimane, e ti viene quasi voglia di consolare il protagonista.
In più Missiroli deborda: citazioni su citazioni, anche piuttosto lunghe, da cui i vari protagonisti dovrebbero trarre un esempio, o la morale, o chessò io. Sono così tante che alla fine stufano. (Come Drogo il protagonsita deve attraversare il suo deserto e come la Duras ne "L'amante" bisogna amare senza problemi e come Céline, ecc. ecc.)
Due maroni.
Avesse citato poi autori non così letti, uno c'avrebbe avuto anche la curiosità, c'avrebbe.
Ma no! Il deserto dei tartari, un amore, L'amante, Viaggio al termine della notte ecc. (spero di ricordarmi giusto, il libro l'ho letto tempo fa).
Insomma, un'occasione sciupata, alla fine.
Un libro che, onestamente, non mi ha né sconvolta né turbata né coinvolta né niente di niente.
Innocuo.

Concludo con la mia solita chiusa: il mio parere, come tutti i pareri, è del tutto opinabile. Prendetelo come tale.
Buona lettura, per chi non l'avesse ancora letto.
Profile Image for Patrizia.
536 reviews164 followers
March 22, 2016
Storia della formazione sentimentale di Libero, dalle prime curiosità e sperimentazioni solitarie all'amore. Passando attraverso insicurezze, dubbi, incertezze, desideri, senso di inadeguatezza e tutto quello che caratterizza la crescita di un ragazzino. Intorno a lui una famiglia che si disgrega; un padre molto presente e attento nonostante la separazione; una madre forte e affettuosa; un gruppo di amici. A fargli da guida, una serie di libri, che Libero, lettore tardivo, divora scoprendo un universo nuovo e stimolante. Esiste un titolo per ogni stato d'animo e per ogni situazione. Ma, soprattutto, due città. Parigi, la ville lumière, scenario naturale per il primo amore. E poi Milano, non altrettanto seducente al primo impatto, ma con una sua bellezza segreta, che si scopre vivendola, a poco a poco. Una la città dei primi passi importanti, l'altra il rifugio, il luogo in cui rintanarsi per sentirsi straniero. Ed è proprio Milano che gli regalerà quella sensazione e la consapevolezza della libertà cui i genitori l'hanno sempre spinto. Imparerà che "l'osceno è quel tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento".
Bei personaggi, uno stile raffinato e scorrevole riscattano l'incipit - a mio avviso decisamente brutto - che mi aveva quasi fatto lasciare il libro. E sarebbe stato un peccato.
Profile Image for Silvia Sirea.
152 reviews136 followers
April 4, 2015
Atti osceni in luogo privato, di Marco Missiroli, mi ha conquistata e, come per tutti i libri che lo hanno fatto, non sarà tanto facile scriverne perché mi ha regalato delle sensazioni piacevoli.

Copertina e titolo sembrano il presagio di un romanzo erotico o, peggio, pornografico. In realtà Atti osceni in luogo privato è un bel romanzo di formazione.
E' la storia di un italo-francese di nome Libero Marsell.
Quella che Libero racconta in prima persona è la sua scoperta del sesso e di se stesso, tra Parigi e Milano negli anni '80. La scoperta e la conseguente conoscenza di se stesso affiora grazie alle numerose - e mai citate a sproposito - letture che la carismatica ed inebriante Marie, sua amica e ancora di salvezza, gli consiglia nel corso della sua vita.
Un ruolo prepotente - in senso buono - hanno entrambi i genitori di Libero: la mamma con la sua personalità forte ed eccentrica e il papà con il suo amore e la sua dedizione.

Nel corso del romanzo, di fronte alle numerose citazioni letterarie, mi sono ritrovata più di una volta a pensare cose del tipo "Questo lo DEVO leggere!" oppure "Come ho fatto fino ad ora ad ignorarlo!" ed è entusiasmante sentire che un libro possa regalare sensazioni di questo genere. E' uno di quei libri che contagiano con la voglia di leggere altri libri.

Ho amato il modo in cui ogni capitolo sia denominato secondo una fase della vita che Libero sta vivendo, da Infanzia a Nascita, passando per Adolescenza, Giovinezza, Maturità e Adultità.
Ho amato il modo in cui sono descritti i luoghi di Parigi e Milano, tanto che sembra quasi di passeggiare per le vie delle due grandi città e vedere e sentire e provare le emozioni che Libero vede, sente e prova.
E ho amato particolarmente alcuni dei personaggi, come la poetica e un po' bohèmienne Marie e il coraggioso Giorgio, che accompagnano Libero nel suo "diventare grande".

"[...] con la paura di scegliere tra la vita e l'oscenità, senza sapere che sono la stessa cosa. L'osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento."

Ho letto l'ultima pagina del romanzo mentre le mie labbra si piegavano in quello che era un sorriso.
Profile Image for Angela Zara.
70 reviews12 followers
July 18, 2024
Inizialmente ho fatto un po’ fatica a ritrovarmi nelle parole di Missiroli ma devo ammettere che questa lettura mi ha conquistata. Le atmosfere parigine e milanesi, i rapporti d’amicizia non scontati, una bibliografia da approfondire.
Profile Image for Antonella.
118 reviews18 followers
June 8, 2022
Leggendo Atti osceni in luogo privato ho come avuto la netta sensazione di leggere qualcosa di continuamente sublimato.
Si vede che c’è il tentativo da parte dell’autore di narrare i sentimenti del giovane uomo protagonista nella maniera più reale possibile, sentimenti con cui probabilmente alcuni altri giovani uomini potranno empatizzare e in cui potranno forse addirittura riconoscersi, ma il punto è che il tutto è inserito in una storia assolutamente inverosimile, forse anche un po’ cliché. Abbiamo una vita tra Parigi e Milano, la Sorbona, gli amici intellettuali, un lavoro ai Deux Magots, lo sfigato che poi invece si mette con la bella di turno, che passa da essere compatito a invidiato, il ragazzino impacciato e triste che riesce poi a conquistare tutte.
Manca completamente la narrazione della parte sporca, la parte impura della vita. Anche gli aspetti più torbidi della storia, più difficili, come il lutto, il desiderio, soprattutto il desiderio deviato, sono trattati in maniera appunto sublimata e svuotati completamente della loro componente nera – che è poi la parte interessante di certi temi.
Mi sembra come se questo libro voglia essere consolatorio e borghese. Non vuole problematizzare, non vuole mettere in discussione, non vuole ribaltare: ed è questa la cosa che ha iniziato a disturbarmi a un punto tale da impormi di abbandonarlo, anche se ne avevo già superato la metà.

Do due stelle e non una perché do una stella solo a quello che a mio giudizio è impubblicabile.
Questo romanzo è decisamente pubblicabile, e riesco anche a immaginare che tipo di pubblico possa esserne quello prediletto, ma decisamente in quel pubblico non rientro io.
Profile Image for Giulia_ (_didolcezzeedifurori_).
169 reviews3 followers
February 3, 2018
Perdiamo sempre qualcosa, crescendo: un padre, un amore. Il candore. Quella di Libero è una storia di perdita, e di compimento: la formazione di un giovane che dà al suo nome la dignità di un destino. Straniero come Mersault, come tutti: alla ricerca, scomodando Camus, di una ‘ vita in cui si possa ricordare di questa’. Chapeau, Missiroli.
Profile Image for Eleonora Sono Io.
139 reviews8 followers
March 6, 2020
Mi è piaciuto e tanto! L’ho trovato anche più bello di ‘Fedeltà’ che comunque aveva un suo perché...
questo è scorrevole, ricco di citazioni e di avvenimenti! Sul finale, persiste un filo di malinconia che ci sta bene! 😂
Displaying 1 - 30 of 582 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.