In una mattina di fine estate, Gerolamo porta i suoi due figli a Parco Talon, distesa di boschi e prati alle porte di Bologna. Seguendo le tracce di un capriolo, i tre finiscono su un sentiero mai visto, di fronte a un cartello che punta verso sud e dice semplicemente: Firenze. Passa un giorno e sul piazzale della stazione, Gerolamo contempla la stele di Trenitalia eretta per celebrare l'apertura della tratta Bologna-Firenze ad Alta Velocità. Nasce così l'idea di scavalcare a piedi l'Appennino, per scoprire il mondo che i nuovi treni attraverseranno in galleria, senza potergli dedicare nemmeno uno sguardo. Come uno strano detective alla rovescia, Gerolamo si mette in strada per scoprire non il colpevole, ma le vittime di un delitto annunciato. Cosa ci si perde, a guadagnare venti minuti di tempo nel percorso tra due città? Cosa non vedono i milioni di italiani che ogni anno passano per questo imbuto del trasporto nazionale, un territorio al servizio di auto ed Eurostar? La risposta, per nulla scontata, arriverà dopo cinque giorni di viaggio a cinque chilometri all'ora, tra incontri e leggende, disastri ambientali e faggete silenziose, caprioli che brucano sotto i viadotti e ruderi di antiche locande che ospitano nuovi pellegrini.
Wu Ming 2 is one of the four members of Wu Ming (extended name: 'Wu Ming Foundation'), a collective of writers based in Italy.
Wu Ming 2's solo production is heterogeneous, but with a definite emphasis on environmental issues. Two of his books describe how the Appennine Mountains were ravaged and polluted in the course of the 20th century. Wu Ming 2 has started several transmedia projects involving rock musicians, comic authors and graphic artists.
Questo libro non si capisce cosa vuole essere, del resto lo dice anche l'autore nella prefazione che non è facilmente catalogabile. Non è sicuramente un romanzo, anche se il protagonista di cui si serve è fittizio. Non è un reportage giornalistico sui danni provocati dalla TAV, dato che non ha taglio giornalistico e anche se le informazioni riportate sono parecchie. Infine, non è quello che pensavo che fosse, ovvero il racconto di un viaggio a piedi fra Bologna e Firenze per il cosiddetto "sentiero degli dei". Questo non riuscire o non voler essere niente di preciso penalizza tantissimo il libro, di cui io francamente non ho capito il motivo. Certo, molto probabilmente non vuol essere altro che un grido di dolore contro la TAV, ma l'autore non ha trovato la sua strada: se l'avesse trovata e percorsa con coerenza fino in fondo, sarebbe potuto essere un bel libro, magari condivisibile o meno ma comunque interessante. Siccome però l'autore ha scritto il libro prima di decidere cosa volesse farne, a me non è piaciuto neanche un po'. Inoltre il tono da maestrino che ne sa più di tutti noi messi insieme poteva tranquillamente risparmiarselo.
"…camminare è come studiare l'inglese a Londra: se parti in gruppo ti diverti, ma non impari nulla…”
Conosco molto bene i luoghi, almeno quelli descritti nella parte emiliana del libro, ho bevuto più volte all’Hostaria di Badolo, ho scalato più volte il Monte Adone, pernottato da bambino coi nonni a Madonna dei Fornelli e Castel dell’Alpi…
Continuo a frequentare quelle montagne, ma per fortuna la “mia” valle (che più che mia è di mia moglie: io sono un appenninico acquisito…) dove soggiorno quando in pianura si crepa di caldo, a un certo punto si stacca dall’itinerario qui descritto così da lasciarsi indietro gli sfregi dell’Alta velocità, della Variante di Valico e di altre ignominie smascherate e ben documentate secondo la migliore tradizione Wu Ming.
Questo elemento di “Il sentiero degli dei”, l’affinità derivante dalla ben raffigurata riconoscibilità dei luoghi, dei personaggi tipici incontrati lungo il cammino, della vegetazione autoctona, ne costituisce il pregio (uno dei pregi) ma forse anche il limite, perché se il percorso di riferimento anziché l’antica via Flaminia Minore avesse riguardato, che so, la via Tiburtina (cioè dal Lazio all’Abruzzo), non credo che ne avrei ugualmente avvertito le vibrazioni e le suggestioni. Dal chè immagino che per un non-indigeno gli spunti di interesse siano molto più ridotti.
Resta comunque il discorso universale, che negli ultimi tempi sta riprendendo piede in diverse forme circa l’arte del camminare, possibilmente in solitaria come indica la gustosa frase che ho messo nel titolo, secondo una tradizione anche letteraria che va da Thoreau a Whitman a Sebald a tanti altri. Esiste a tal proposito anche una deriva salutistica, competitiva, attrezzistica sportiva che fortunatamente questo libro evita ed anzi irride per bocca del personaggio di Nico.
Resta la semplicità di un atto naturale cui ognuno può dedicarsi secondo i suoi tempi, le sue forze e le sue propensioni e che “Il sentiero degli dei” sa comunicare.
Ho letto le prime ottanta pagine circa prima di partire per la Via degli Dei (un cammino che va da Bologna a Firenze). Le ho trovate pesantissime, troppo giuridiche, piene di questioni che poco mi interessavano sui danni ambientali causati dall'Alta Velocità sull'Appennino. Una volta partita per la Via, ho continuato a leggere, e improvvisamente i luoghi, i torrenti in secca, i boschi, le cime montuose, le cave, i borghi, erano tutto intorno a me. I danni ambientali causati dall'Alta Velocità (e dalla Variante di Valico) li ho toccati con mano, anzi, con piede. La "storia" di Gerolamo, il protagonista del libro, è stata per una settimana quasi anche la mia storia. La fatica, le salite, i piedi doloranti, il freddo, ma anche i paesaggi mozzafiato, il vento tra gli alberi, gli incontri: Wu Ming 2 coglie lo spirito della Via, e lo rende libro.
Sul sentiero degli Dei, cammino che si snoda da Bologna a Firenze, cavalcando e scavalcando l'Appennino, tra antichi resti e nuovi disastri, paesaggi che potremmo non vedere mai o rischiare di non vedere mai più. Wu Ming 2 ci accompagna in questo percorso con un libro che è guida, racconto da leggere intorno a un fuoco serale, analisi ambientale e diario di viaggio, e, da qualsiasi parte la si guardi, lettura piacevolissima.
non avrei mai detto di apprezzare un libro su un viaggio, sono solitamente dubbioso perché faccio fatica ad immedesimarsi nella descrizione dei luoghi (non ho ancora mai fatto la via degli dei). il libro stesso però a mio parere ti mette a tuo agio nel farlo, ti invita ad avanzare senza fretta e come sempre è estremamente user-friendly. il livello di dettagli, conoscenza e storia riportati è come sempre con Wu Ming rimirabile, rimango sempre senza parole
Con la TAV da Bologna a Firenze a 120 km all’ora si impiegano 37 minuti. Con Wu Ming 2 a piedi da piazza Maggiore a piazza della Signoria a 5 km all’ora, 5 giorni. Pochi mesi fa usciva per Einaudi, “Altai”, il romanzo dell’autore multiplo Wu Ming che a distanza di dieci anni tornava dalle parti di “Q”, il romanzo che ha segnato una vera e propria svolta per il panorama narrativo italiano. Da un paio di giorni è in libreria “Il sentiero degli dei” (Ediciclo, 208 pp. € 17,50) a firma Wu Ming 2, nome di battaglia dietro cui si cela Giovanni Cattabriga, uno dei quattro membri del collettivo. Il libro, o forse sarebbe più corretto dire l’oggetto narrativo è un ibrido inedito che fonde felicemente in un’unica formula letteraria guida turistica, diario di viaggio, pamphlet, romanzo e reportage. La penna agile di Cattabriga segue le sue scarpe lungo il sentiero che da Bologna arriva a Firenze scavalcando gli appennini: la cosiddetta Via degli Dei, Con sguardo lucido e impietoso ma incantato e poetico al tempo stesso, lo scrittore bolognese mette le carte in tavola fin dall’esergo: ogni atto sul territorio è un atto politico. Ho incontrato Giovanni / Wu Ming 2.
Wu Ming è molto attento oltre che alla sostanza dei propri lavori anche alla forma, ogni pubblicazione è calibrata e ponderata nei dettagli, finanche la “scelta” dell’editore. Come mai hai scelto di pubblicare con una casa editrice come Ediciclo? Quando Enrico Brizzi (curatore della collana “A passo d’uomo” N.d.R.) mi ha proposto di scrivere un libro per Ediciclo, ho pensato che poteva essere un'ottima occasione per fare qualcosa di nuovo e rischioso. Partire dal formato "diario di viaggio con guida pratica" per poi arricchirlo con elementi romanzeschi, da un lato, e brani di inchiesta giornalistica, dall'altro. L'obiettivo era creare un amalgama tra questi elementi, senza grumi e discontinuità, ma rispettando i diversi sapori. Un progetto del genere doveva per forza partire da una casa editrice già specializzata in libri di viaggio, perché quello era il genere che intendevo forzare. Scrivendo per Einaudi, come faccio di solito, avrei finito per tenere il romanzo come punto di partenza e invece mi sembrava interessante deformare la gabbia stretta di una "guida per escursionisti", per vedere di nascosto l'effetto che fa.
Gerolamo, il narratore de Il sentiero degli dei è l’alter ego di un alter ego. Un approccio insolito per una “guida turistica”, in terza persona e con afflato romanzesco.... Sono piuttosto allergico all'autobiografia diretta. Un personaggio fittizio offre sempre più libertà di manovra. Io vado per sentieri da quando so camminare, ho una mia filosofia di viaggio e non mi andava di spiattellarla in faccia al lettore. Così ho pensato di far fare il mio stesso tragitto a un uomo molto simile a me, ma con una differenza fondamentale: è la prima volta che Gerolamo tenta un'impresa del genere, con lo zaino in spalla e gli scarponi ai piedi.
Il sentiero degli dei non è (solo) una guida e ha un coté marcatamente “ecopolitico”... Trovo che una guida non debba limitarsi a descrivere la bellezza del paesaggio. La Via degli Dei, tra Bologna e Firenze, passa per una zona di gravissime emergenze ambientali, dovute ai lavori della Tav, della Variante di Valico e di altri progetti sconsiderati. Attraversare un territorio come questo e raccontare solo storie di santi e cavalieri sarebbe una grave omissione. Come disse il grande geografo Eugenio Turri, ogni atto sul territorio è un atto politico. Chi crede di potersene andare in montagna per voltare le spalle ai dilemmi della civiltà, ha quantomeno sbagliato paese.
Prima della TAV, il percorso ferroviario tra Bologna e Firenze durava poco meno di un’ora. Con la TAV ci vogliono trentasette minuti. Venti minuti di meno valgono il costo in termini ecologici ed emotivi che gli abitanti del Mugello stanno pagando? Tra Bologna e Firenze, in un corridoio largo venti chilometri, in mezzo alle montagne, passano due autostrade, due ferrovie nazionali, due linee locali, tre strade statali... Io sono convinto che se il territorio venisse percepito come serbatoio di storie e di vita, una linea come la TAV non sarebbe mai nata. Puntando sulla tecnologia - come ai tempi del "Pendolino" - si potevano ottenere risultati simili a un costo molto inferiore, in termini ambientali, economici, di vite umane e animali. Ma scommettere sulla tecnologia non rende abbastanza sul breve periodo, e in Italia sono i Grandi Appalti che giustificano le Grandi Opere, non viceversa. Per questo si è puntato sul cemento, sui viadotti, sugli scavi e sulle gallerie - con la scusa che un treno sotterraneo non avrebbe danneggiato le "bellezze naturali". Ma l'ambiente è qualcosa di molto più complesso, non è una questione di estetica. Gli abitanti del Mugello, purtroppo, lo hanno capito sulla loro pelle.
Nota anobiiana: qui il sistema delle stelle salta un po' per aria... ho dato 4 stelle ad Altai (e sono tentato dalle 5, come per Q) e a 54, come faccio a darle a Il sentiero degli dei, anche se le vale?
Sarà che nelle vene mi scorre sangue mugellese. Sarà che da sette anni e forse più almeno una volta al mese salgo su un treno che da Milano mi porta Firenze passando per Bologna. Sarà che la TAV mi è sempre stata sui cabbasisi. Sarà che c’è una casa, sull’Appennino, in cui è rimasta una parte del mio cuore. Sarà che ci sono delle cose che vanno sapute e questo libro te le dice. Saranno tante cose, ma a me, “Il sentiero degli Dei” mi è proprio piaciuto.
Mi è sembrata una dichiarazione d’amore, oltre a tutte le altre cose che (cito alla rovescia dalla nota dell’Autore) non è difficile sostenere che sia. Una dichiarazione d’amore per un certo modo di vivere. Per i dettagli, per la capacità che non andrebbe persa di scorgerli in mezzo al caos. I dettagli che compongono l’insieme.
E se fosse una persona in carne ed ossa, questo libro di Wu Ming 2 sarebbe un ottimo compagno di bevute. Quelle bevute che ti fai seduto a qualche tavolaccio di legno, con il vino nei bicchieri di vetro spesso, vino rosso che alla fine ti lascia il segno sulle labbra. Quelle bevute lente ma costanti in cui c’è spazio per tutto. Per le risate e le incazzature, per la politica (quella pulita, se c’è), per la memoria e il racconto. Per i pensieri che ti lasciano un segno addosso come fa il vino sulle labbra.
[...] E’ questa prospettiva che toglie senso al mondo, non la velocità assoluta del viaggio. Il bisogno di arrivare prima, arrivare prima, arrivare prima ti fa odiare gli ostacoli, le montagne, i boschi troppo fitti. L’aereo risolve il problema volando, a diecimila metri dal suolo e dalla sua crosta irregolare. Il treno ad alta velocità, invece prende la logica dell’aereo e la porta sulla terra. Bologna e Firenze si avvicinano, come i due capolinea di una metro, ma quel che ci sta in mezzo si allontana, in un crepuscolo senza nome. Il tempo si mangia lo spazio e i luoghi svaniscono, svuotati come gallerie dalla corsa del treno. [...] Ferro e cemento diventano in simbolo di una utopia negativa (un’atopia, come la chiama qualcuno): territorio senza paesaggio. Una terra da perforare senza che nulla ti resti appiccicato addosso, nemmeno un ruscello intravisto dal finestrino. [...]
Ero partita non sapendo bene cosa aspettarmi, e con un po' di paura di annoiarmi. Invece mi sono appassionata e commossa, mi ha fatto riflettere e ha riacceso la mia voglia di camminare. Il sentiero degli dei è una storia di un cammino, ma è anche un memoriale alle vittime delle grandi opere, e una profonda riflessione sull'impatto che queste hanno sul paesaggio e sulla natura. Davvero una bella lettura, che non posso che consigliare a chiunque ami la natura.
Un elogio al paesaggio dell'appennino tosco-emiliano, che nel viaggio di Gerolamo, a metà fra marcia politica e pellegrinaggio, si fa portatore di storie di resistenza, di organizzazione dal basso, di orgoglio locale, ma che a sua volta si fa voce del grido soffocato di un territorio deturpato, strappato della propria identità, soffocato dal cemento.
Bello, Assolutamente schierato, talvolta ingenuo. A chi segue i vari movimenti ambientalisti di tutela del territorio, attivismo, poesia popolare, racconti degli anziani, si stava meglio quando si stava peggio, troverà questo libro illuminante e di grande ispirazione. A me sembra che l'autore originale volesse semplicemente raccontare la storia di un viaggio, con varie parentesi storiche legtate al territorio e il collettivo wu ming abbia insistito nell'aggiungere spezzoni edificanti su come il progresso sia SEMPRE E COMUNQUE MALE. Per carità, gli inserti sono fatti come si deve e la struttura è godibile, ma mi sembra di vedere due anime: una che racconta storie legate al viaggio, anche ambientaliste, e a me è piaciuta sia la parentesi delle "volate" che quella del fotografo che sfida il barone, che quella degli spiriti delle bombarde al treno. Un altra che vuole ficcare a forza raccapriccianti scempi territoriali della TAV, con improbabili collegamenti storici e un approccio moralizzante che poco si addice al racconto, con la giustificazione del viaggio inchiesta che sembra troppo forzata in certi frangenti. D'accordissimo con le violenze territoriali segnalate, semplicemente bastava anche meno.
Nota a margine, il barone Con l'alfetta, che nella sfida contro il corridore fotografo sceglie di mettere in palio la sua auto contro un paio di scarpe, quando il fotografo ha una LEICA, fa una scelta un po' troppo stupida per essere credibile. Vogliamo proprio dipingere a tutti i costi l'aristocrazia come dei boriosi ignoranti che esistono solo nelle fiabe, insomma. Però a parte questa caduta, il racconto mi è veramente piaciuto.
Nota a margine 2: Il finale secondario, totalmente inutile del proselitismo sul treno sembra messo lì solo per riempire spazio. Ho fatto finta che non esistesse.
Wu Ming 2 porta le cifre stilistiche del collettivo anche in questo lavoro. La prima di queste cifre stilistiche riguarda l'esplorazione e l'esplosione di un genere, che arriva a integrarne altri. Questa guida al Cammino degli dei si contamina del racconto, ma anche del reportage giornalistico e ci offre le storie di monti, boschi, fiumi e persone che incarnano l'essenza dell'Appennino tosco - emiliano, nel suo passato come nel presente, e ci regala delle storie tenere, commoventi e liriche. La seconda cifra stilistica è la scrittura come atto politico: il cammino non è fuga tra i monti, allontanamento eremitico dalla città, quanto piuttosto esplorazione di un problema locale che ha valenza universale: l'impatto ambientale della costruzione della variante di valico e del TAV tra Bologna e Firenze. Al lettore vengono date informazioni dettagliate su tutti i problemi emersi in fase di costruzione delle due opere, e ancora maggiori dettagli si trovano nell'edizione aggiornata e aumentata pubblicata nel 2021, a dieci anni di distanza dalla prima edizione. Unico piccolo difetto: far stare insieme tanti generi non è cosa facile e a tratti il testo perde fluidità, ma Il sentiero degli dei rimane un libro molto importante da leggere.
Questo libro è sostanzialmente un diario di viaggio e può costituire uno svago interessante per chi abita nei dintorni della via percorsa dall'autore. Il lettore si trova a destreggiarsi tra descrizioni dettagliate di paesaggi e luoghi incantevoli e digressioni di carattere storico e ambientale nei cosiddetti "notturni", che ho apprezzato molto. Un po' più pesanti, anche se necessari visto che riguardano il tema e l'intento del libro, sono le pagine di divulgazione scritte per informare il lettore dei disastri causati dai treni ad alta velocità. Nonostante i contenuti siano interessanti e aiutino a costruire un pensiero critico, non ho potuto amare il libro fino in fondo. Uno stile di scrittura poco affine alle mie corde e un tono supponente, di persona che si atteggia a giudice e non contempla altre opinioni al di fuori della sua, si sono rivelati insopportabili. Ho trovato inaccettabile che un cittadino a tutti gli effetti, che odia gli scarponi e non sa preparare uno zaino, si proponga come il più grande amante della natura e disprezzi gli altri escursionisti.
Il protagonista, Gerolamo, decide di intraprendere a piedi il Sentiero degli Dei, che collega Bologna a Firenze e chiede all'amico Nico di accompagnarlo in questo viaggio di 5 giorni. Durante il cammino Nico si fa male e Gerolamo continua il percorso da solo, immerso tra natura, storia, ricordi, fatti accaduti e legati anche alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità. Il libro mi è piaciuto, non è il solito romanzo, direi più un diario di viaggio in cui si mescolano eventi del passato, natura, ricordi di Gerolamo e alla fine è anche utile come guida turistica, in quanto vengono descritte le tappe del Sentiero. Per gli amanti della natura! 🙂 "Il bello di andare a piedi mi sembra proprio questo, che unisce il cielo e la strada, la vista panoramica da una vetta e lo sguardo soffocato di un bosco..."
"Il bello di andare a piedi è che pian piano, un giorno dopo l'altro, quel che vedi attorno diventa l'unico mondo e tutto il resto è soltanto un nome scritto su una mappa"
" La disciplina è una spada affilata: se te la calano in testa, devi respingerla, ma quando la stringi in pugno puoi avanzare sicuro" Nico
.. in un unica galleria e nei tronchi dei faggi cinquecento metri sopra, si sono fuse assieme le vittime di due stragi tipiche italiane. Il lavoro e il terrore. Ma tu non c'è l'hai l'orecchio fino e nemmeno il succhiello di Pressler, e queste dendrostorie non le senti, sono solo vento che soffia tra i rami e mette freddo addosso.
"socializzare i costi, privatizzare il profitto"
" L'elevazione ci trasforma in voyeur, la strada in cittadini"
Un'ottima idea, sviluppata in modo deludente. Un libro che promette più di quel che dà. Si propone come parziale guida, parziale diario di bordo, parziale racconto e parziale report giornalistico. In effetti è molto parziale. Ma nonstante ciò ci sarebbe potuto essere un filo conduttore (al di là della via degli dei in sé), un tema comune. Invece manca e sembra un'accozzaglia di cose sparse, che vogliono stuzziccare, ma anche informare, far riflettere e indignare. E riescono male, in tutto.
Inoltre c'è un sacco di dilettantismo in tema di Natura. Già la semplice associazione della caccia come simile alla violenza sulle donne mi fatto accaponare la pelle sulla totale mancanza di understanding di come un sistema naturale funziona. Molti luoghi comuni.
Un pensiero ad ogni passo I paesaggi qui descritti sono contemporaneamente decoro, soggetto da difendere e preservare, e spunto di riflessioni storiche e sociali d’interesse nazionale. Nello spazio ristretto delle 200 pagine del libro, l’autore riesce a tracciare un ritratto della minuscola porzione del territorio italiano attraversata dalle cinque tappe di “pellegrinaggio laico”. Le divagazioni, pur essendo ancorate alle località, diventano universali e facilmente adattabili all’Italia intera. A fine lettura, la difficoltà principale è definire l’oggetto letterario che si è letto… per il giudizio, quello non può essere che positivo!
Uno scritto difficile da catalogare per ammissione dello stesso autore, che ripercorre la Via degli Dei da Bologna a Firenze, soffermandosi su dati ed eventi che hanno accompagnato la realizzazione della linea ferroviaria dell'alta velocità, nella stessa tratta. Accompagnano la narrazione anche racconti e accenni legati ai luoghi dell'Appennino attraversati dal protagonista. A metà strada tra il reportage e un diario di viaggio.
Una lettura piacevole, interessante; un'esperienza che mi piacerebbe fare...chissà, magari, un giorno :) Nonostante non conosca i luoghi (a parte qualcosa della zona di Bologna), la lettura è coinvolgente. Consigliato ad aspiranti trekker!
Come ammesso dall'autore, un libro che è "un gioco d’equilibrio tra generi diversi". L'ho letto con piacere a due anni di distanza dal mio cammino, ripercorrendo il percorso unendo memoria e le vicende narrate nel volume. Non ho particolarmente apprezzato le varie digressioni legate alle problematiche ambientali dell'Appennino (in particolare quelle legate ai lavori per la TAV), pillole di giornalismo d'inchiesta che, per quanto interessanti e ben documentate, rompono il ritmo narrativo.
Ri-lettura dopo aver percorso per due volte "La Via degli dei" da Bologna a Firenze. La prima lettura è stata la scintilla che ha dato il via all'avventura. Spero che anche per voi Amici di Goodreads possa esser altrettanto intrigante. Aspetto la vostra lettura e i commenti alla camminata o biciclettata dai portici di San Luca a piazza della Signoria. Buon Cammino...
Libro denuncia, sui disastri che tutti noi, consapevolmente o meno, accettiamo di causare, pur di accettare la "modernità". Molto utile anche per chi intenda percorrerlo il sentiero che porta da Bologna a Firenze
Una lettura molto interessante, mai noiosa, estremamente varia nello stile (impossibile da inquadrare nel suo complesso, come specificato anche dall'autore). Consiglio alle persone che apprezzano viaggiare a piedi.
Con la TAV da Bologna a Firenze a 120 km all’ora si impiegano 37 minuti. Con Wu Ming 2 a piedi da piazza Maggiore a piazza della Signoria a 5 km all’ora, 5 giorni. Pochi mesi fa usciva per Einaudi, “Altai”, il romanzo dell’autore multiplo Wu Ming che a distanza di dieci anni tornava dalle parti di “Q”, il romanzo che ha segnato una vera e propria svolta per il panorama narrativo italiano. Da un paio di giorni è in libreria “Il sentiero degli dei” (Ediciclo, 208 pp. € 17,50) a firma Wu Ming 2, nome di battaglia dietro cui si cela Giovanni Cattabriga, uno dei quattro membri del collettivo. Il libro, o forse sarebbe più corretto dire l’oggetto narrativo è un ibrido inedito che fonde felicemente in un’unica formula letteraria guida turistica, diario di viaggio, pamphlet, romanzo e reportage. La penna agile di Cattabriga segue le sue scarpe lungo il sentiero che da Bologna arriva a Firenze scavalcando gli appennini: la cosiddetta Via degli Dei, Con sguardo lucido e impietoso ma incantato e poetico al tempo stesso, lo scrittore bolognese mette le carte in tavola fin dall’esergo: ogni atto sul territorio è un atto politico. Ho incontrato Giovanni / Wu Ming 2.
Wu Ming è molto attento oltre che alla sostanza dei propri lavori anche alla forma, ogni pubblicazione è calibrata e ponderata nei dettagli, finanche la “scelta” dell’editore. Come mai hai scelto di pubblicare con una casa editrice come Ediciclo? Quando Enrico Brizzi (curatore della collana “A passo d’uomo” N.d.R.) mi ha proposto di scrivere un libro per Ediciclo, ho pensato che poteva essere un'ottima occasione per fare qualcosa di nuovo e rischioso. Partire dal formato "diario di viaggio con guida pratica" per poi arricchirlo con elementi romanzeschi, da un lato, e brani di inchiesta giornalistica, dall'altro. L'obiettivo era creare un amalgama tra questi elementi, senza grumi e discontinuità, ma rispettando i diversi sapori. Un progetto del genere doveva per forza partire da una casa editrice già specializzata in libri di viaggio, perché quello era il genere che intendevo forzare. Scrivendo per Einaudi, come faccio di solito, avrei finito per tenere il romanzo come punto di partenza e invece mi sembrava interessante deformare la gabbia stretta di una "guida per escursionisti", per vedere di nascosto l'effetto che fa.
Gerolamo, il narratore de Il sentiero degli dei è l’alter ego di un alter ego. Un approccio insolito per una “guida turistica”, in terza persona e con afflato romanzesco.... Sono piuttosto allergico all'autobiografia diretta. Un personaggio fittizio offre sempre più libertà di manovra. Io vado per sentieri da quando so camminare, ho una mia filosofia di viaggio e non mi andava di spiattellarla in faccia al lettore. Così ho pensato di far fare il mio stesso tragitto a un uomo molto simile a me, ma con una differenza fondamentale: è la prima volta che Gerolamo tenta un'impresa del genere, con lo zaino in spalla e gli scarponi ai piedi.
Il sentiero degli dei non è (solo) una guida e ha un coté marcatamente “ecopolitico”... Trovo che una guida non debba limitarsi a descrivere la bellezza del paesaggio. La Via degli Dei, tra Bologna e Firenze, passa per una zona di gravissime emergenze ambientali, dovute ai lavori della Tav, della Variante di Valico e di altri progetti sconsiderati. Attraversare un territorio come questo e raccontare solo storie di santi e cavalieri sarebbe una grave omissione. Come disse il grande geografo Eugenio Turri, ogni atto sul territorio è un atto politico. Chi crede di potersene andare in montagna per voltare le spalle ai dilemmi della civiltà, ha quantomeno sbagliato paese.
Prima della TAV, il percorso ferroviario tra Bologna e Firenze durava poco meno di un’ora. Con la TAV ci vogliono trentasette minuti. Venti minuti di meno valgono il costo in termini ecologici ed emotivi che gli abitanti del Mugello stanno pagando? Tra Bologna e Firenze, in un corridoio largo venti chilometri, in mezzo alle montagne, passano due autostrade, due ferrovie nazionali, due linee locali, tre strade statali... Io sono convinto che se il territorio venisse percepito come serbatoio di storie e di vita, una linea come la TAV non sarebbe mai nata. Puntando sulla tecnologia - come ai tempi del "Pendolino" - si potevano ottenere risultati simili a un costo molto inferiore, in termini ambientali, economici, di vite umane e animali. Ma scommettere sulla tecnologia non rende abbastanza sul breve periodo, e in Italia sono i Grandi Appalti che giustificano le Grandi Opere, non viceversa. Per questo si è puntato sul cemento, sui viadotti, sugli scavi e sulle gallerie - con la scusa che un treno sotterraneo non avrebbe danneggiato le "bellezze naturali". Ma l'ambiente è qualcosa di molto più complesso, non è una questione di estetica. Gli abitanti del Mugello, purtroppo, lo hanno capito sulla loro pelle.
Nota anobiiana: qui il sistema delle stelle salta un po' per aria... ho dato 4 stelle ad Altai (e sono tentato dalle 5, come per Q) e a 54, come faccio a darle a Il sentiero degli dei, anche se le vale?
La nota introduttiva dell'autore avverte che questo libro non è letteratura, non è diario di viaggio, non è un saggio, e ha ragione. Un cammino da Bologna a Firenze prima dell'apertura delle linee dell'alta velocità diventa un'occasione per visitare i luoghi feriti dai cantieri e dimenticati perché solo punti intermedi tra A e B. Vengono ricordate vittime del progresso, inchieste, piccole storie. La voce della denuncia contro le anomalie dell'alta velocità è forte lungo tutta la narrazione e prevale sulle altre. Sarà perché non me la aspettavo, (volevo un romanzo?), ma non ho sentito un legame con il libro. Ho sentito per tutto il tempo un certo fastidio, come se la mia coscienza civile, che imporrebbe di scandalizzarsi contro i fatti intrecciati al cammino del protagonista, facesse a pugni con la mia percezione della necessità dell'ammodernamento del Paese.
Conoscevo i temi caldi affrontati ( caso TAV, inefficienza della rete elettrica, incentivi statali esagerati per le rinnovabili ben celati nelle bollette, fenomeno Nimby...) perché li avevo ben approfonditi all'università durante due corsi di management pubblico e gestione delle public utilities. L'interesse per l'argomento, che a distanza di 4 anni dall'uscita del libro non cessa di essere attuale, era quindi massimo. Il libro però, come precisato nell'introduzione, non è un saggio di attualità, e tuttavia lo è ed è anche un diario di viaggio, una raccolta ci racconti, un romanzo, un'inchiesta. Alla fine è anche presente una guida pratica per il cammino Bologna-Firenze, che è il motivo per cui sono venuta a conoscenza di questo libro, che è un libro che tutti dovrebbero assolutamente leggere.
a me "Il sentiero degli dei" e' piaciuto. mi ha interessato al punto che forse, un giorno non troppo lontano, potrei anche percorrerlo, il sentiero in questione.
al punto che di sicuro comprero' il libro di carta e lo regalero' a mio padre pro-TAV (perche' chi legge senza pagare -nella fattispecie scaricando aggratis l'.epub messo a disposizione sul sito dei wu ming- brucia il mercato editoriale, vero?)
ma come darge le stesse stellette di letture piu' complesse a quello che -all'atto pratico- e' quasi una raccolta di appunti?
io odio le stellette. spe' che ne aggiungo una a quelle che ho messo prima, va', che anche se "****" mi sembra eccessivo, "***" mi parte una miseria, dannazione. io odio le stellette.
Scrittura civile di bellissimo scorrimento e di grande interesse - con un appunto sull'equilibrio memorabile - affascinante per chi conosce i luoghi e curioso per chi invece no. Un senso di resistenza umana che rinvigorisce e spinge all'emulazione: non solo del percorso, che è cosa da niente e che si fara', ma sopratutto del tenere 'il cervello fuori dalle riserve'.