3 ottobre 2013, notte fonda. Una donna, sola in cucina, beve un caffè e sfoglia il giornale quando un bollettino radio le vomita addosso gli ultimi un barcone proveniente dalla Libia è affondato a due chilometri dalla costa di Lampedusa causando la morte di oltre 300 persone. Nella mente della donna, alla voce metallica della radio fanno da contrappunto le immagini di Burt Lancaster, ne Il Gattopardo, poi in The Swimmer. Il suo pensiero vaga e divaga dando vita a un paesaggio interiore insieme tragico e mitico e, passando per altre terre, per altri sentieri, ricompone, come in un caleidoscopio, la Lampedusa attuale, ormai lontana dal mondo dorato del principe di Salina e indissolubilmente legata a quello e ad altri naufragi. Con "Lampedusa", Maylis de Kerangal compie a suo modo una traversata notturna durante la quale interroga un mondo in decadenza dove i diritti umani cessano a un tratto di esistere. Un omaggio a Lampedusa, isola di cinema e letteratura, diventata l'epicentro di una tragedia umana.
Maylis de Kerangal est une femme de lettres française, née le 16 juin 1967 à Toulon. Elle passe son enfance au Havre, fille et petite-fille de capitaine au long cours. Elle étudie en classe préparatoire au lycée Jeanne-d'Arc de Rouen et ensuite à Paris de 1985 à 1990 l'histoire, la philosophie et l'ethnologie. Elle commence à travailler chez Gallimard jeunesse une première fois de 1991 à 1996, avant de faire deux séjours aux États-Unis, à Golden dans le Colorado en 1997. Elle reprend sa formation en passant une année à l'EHESS à Paris en 1998.
Carrière d'écrivain[modifier | modifier le code] Elle publie son premier roman, Je marche sous un ciel de traîne, en 2000, suivis en 2003 par La Vie voyageuse, puis par Ni fleurs, ni couronnes en 2006, Dans les rapides en 2007 et par Corniche Kennedy en 2008. Ce dernier roman figure cette année-là dans la sélection de plusieurs prix littéraires comme le Médicis ou le Femina.
Elle crée en même temps les Éditions du Baron Perché spécialisées dans la jeunesse où elle travaille de 2004 à 2008, avant de se consacrer à l'écriture. Elle participe aussi à la revue Inculte3.
Son roman Naissance d'un pont est publié en 2010. Selon elle, « Il s’agit d’une sorte de western, autrement dit d’un roman de fondation, et la référence à ce genre cinématographique opère dans le texte, l’écriture travaille en plan large, brasse du ciel, des paysages, des matières, des hommes, et resserre sa focale sur les héros qui sont toujours pris dans l’action, dans la nécessité de répondre à une situation. ». Le 3 novembre 2010, l'ouvrage remporte à l'unanimité et au premier tour le prix Médicis. Le livre remporte aussi le Prix Franz Hessel et est, la même année, sélectionné pour les prix Femina, Goncourt, et Flore. Le Prix Franz Hessel permet à l'ouvrage de bénéficier d'une traduction en allemand, parue en 2012 chez Suhrkamp.
En 2011, elle est l'une des participantes du Salon du livre de Beyrouth au BIEL (Beirut International Exhibition & Leisure Center).
En 2012, elle remporte le prix Landerneau pour son roman Tangente vers l'est paru aux éditions Verticales.
En 2014, elle est la première lauréate du Roman des étudiants France Culture-Télérama (ancien Prix France Culture-Télérama), pour son roman Réparer les vivants14 qui a été aussi couronnée par le Grand prix RTL-Lire 2014. Dans celui-ci, elle suit pendant 24 heures le périple du coeur du jeune Simon, en mort cérébrale, jusqu'à la transplantation.
Le premesse erano più che buone: ho letto i due romanzi di Mayliss de Kerangal tradotti in italiano, Nascita di un ponte e Riparare i viventi, e li ho entrambi apprezzati molto. Ma questa volta la scintilla non si è accesa.
La Lampedusa del titolo italiano rimanda palesemente all’isola siciliana e al suo essere attracco di barche, barconi, navi cariche di esseri umani in fuga. Più a tutti quelli che rimangono per strada, che terminano il viaggio sottacqua. Che muoiono nel tentativo. Il titolo originale francese è meno smaccato, À ce stade de la nuit. A questo punto della notte, ripete spesso MdK nel corso della scrittura.
Perché tutto quello che si racconta è racchiuso nell’arco di qualche ora di una notte. Notte che sembra essere fonda, ma poi si scopre che inizia poco dopo mezzanotte, e quindi tanto fonda non è. E si crede si prolunghi fino al sorgere del sole. Tra caffè riscaldato, voglia di sigarette, e ricordi legati da un filo, la parola Lampedusa, il nome di quell’isola.
Lampedusa
L’intenzione era lodevole. Forse troppo. E alta. Forse troppo. Il punto di partenza è una notizia sentita alla radio durante la notte del 3 ottobre 2013, oltre 300 morti nel Mediterraneo nell’affondamento di un barcone che dalla Libia puntava a Lampedusa. MdK spiega così il suo intento: Il mio obiettivo è stato estrarre questa parola dallo storytelling mediatico per rimetterla in circolo in una materia più linguistica e culturale: la materia della letteratura. Volevo che gli ‘strati’ che ricoprono quel toponimo fino a renderlo opaco, dunque tutte quelle incrostazioni di senso che ci impediscono di percepire Lampedusa nella sua traumaticità, si sbriciolassero.
Giorgio Vasta aggiunge che: All’inflazione che svuota di senso un termine, de Kerangal oppone il bisogno di distinguere e identificare, una risignificazione tramite cui riappropriarsi di un nome. Per riconsegnare Lampedusa a un ascolto autentico, la scrittrice da un lato procede in modo cauto e meticoloso, usando la lingua come il martelletto dell’archeologo che sonda, misura, esplora, e dall’altro sceglie di non compiere un percorso lineare ma di muoversi a zigzag, girovagando intorno alla parola, allontanandosene, riaccostandola, così facendo di Lampedusa l’oggetto di una rêverie.
Quello che io ho invece letto è un breve sproloquio dilatato, infarcito di ricordi personali che prende le mosse dal nome Lampedusa, per approdare subito allo scrittore Giuseppe Tomasi di L. - di conseguenza al suo capolavoro - ma soprattutto a quello cinematografico di Visconti (e qui marco la prima nota a sfavore di MdK: il restauro del film è ‘cosa buona e giusta’, oltre che pregevole e luminosa – l’opera ritrova vita, e soprattutto dignità – il suo essere affezionata alla pellicola sbiadita col sonoro gracchiante è snobistico e riduttivo nei confronti del capolavoro di Visconti) - siccome entrambi si riferiscono a un principe di Salina, altra isola, MdK ci regala con generosità eccessiva il suo corredo di ricordi personali, la sua prima volta alle Eolie eccetera e blablabla. Dato che il protagonista è interpretato da Burt Lancaster, MdK ci parla de Il nuotatore, il bel film interpretato sempre da Lancaster, tratto dal racconto di John Cheever, diretto anche da un "uncredited" Sydney Pollack, regista tra i miei prediletti.
Avanti di questo passo, sulla Transiberiana, Chatwin, gli aborigeni, altre parti del mondo, altri ricordi e divagazioni.
Sempre, molta e troppa MdK, più che Lampedusa e quello che rappresenta e significa. Un po’ come succede quando ci si vuole sfogare con un orecchio amico, ma si trova invece una bocca ‘amica’, che più che ascoltarci, ci parla, istruisce, dispensa consigli, impartisce lezioni di vita… Un po’ come succede in certi blog e in certe cosiddette recensioni, dove ci si prefigge un argomento (che so, il commento di un libro letto) e si parla di tutt’altro: del gelato mangiato durante, l’amico incontrato dopo, il vestito comprato mentre, lo spavento preso prima, eccetera eccetera blablabla. Io io io. Certo, non loro.
M'ha agradat l'estructura i el caràcter personal del llibre. Com a Lampedusa s'uneixen tantes coses. Però sé m'ha fet massa curt. Crec que el tema donava per més. Aquesta dona escriu de meravella.
3,5. Me han encantado los paralelismos que establece la autora entre El gatopardo y el naufragio de Lampedusa. La forma en que reflexiona sobre la toponimia y lo insular. Aquí dejo algunas citas:
"Me gusta la idea de que la experiencia de la memoria, dicho de otro modo la acción de rememorarse, transforme los lugares en paisaje, metamorfosee los espacios ilegibles en relato". "A veces pienso que escribir es como instaurar un paisaje". "La vaguedad sobre el número de víctimas es una violencia indignante, cuando el deseo de precisión, a la inversa, marca una ética de la atención".
The Swimmer Le Guépard Une réflexion de Gilles Clément sur le paysage
La réflexion de la narratrice sur Lampedusa : le récit du naufrage d'un bâteau (navire ? (frêle) Esquif ? pneumatique ? radeau (de fortune) qui transportait des migrants. La narratrice entend la nouvelle à la radio à ce stade de la nuit. Pour elle, Lampedusa évoquait Le Guépard, Burt Lancaster et des films hollywoodiens. Lampedusa, c'est aussi l'île, celle qu'on aborde, qu'on quitte, point de rencontre, de solitude... Réminescences, associations d'idées, méditation.
l’avant-dernier « chapitre » est mon préféré. je retrouve le style d’écriture qui me plait, l’enchaînement d’idées qui transmet si bien les pensées qui traversent l’esprit lorsque l’on apprend des nouvelles comme celle du 3 octobre 2013. je me suis parfois un peu « perdue » dans le reste de l’ouvrage, j’ai eu du mal à suivre. mais ce chapitre là est la raison pour laquelle je le relirai.
Bah. Un librino di poche pagine che mi aspettavo condensasse ben altro.
Lo spunto narrativo è un terribile (purtroppo ennesimo) naufragio di un barcone con a bordo tantissimi migranti; l'autrice fa un parallelo tra i diritti umani calpestati e la società in decadenza rappresentata ne "il Gattopardo", divaga su ciò che il nome "Lampedusa" evoca alla sua mente, associa ricordi, riflette ed esplora le dinamiche di perdita, speranza, identità e ricerca di un futuro migliore che caratterizzano l’esperienza dei migranti.
L'intento di riflettere sulla responsabilità collettiva e individuale di fronte a queste crisi umanitarie e sul ruolo che la società e ogni persona possono avere, la contraddizione tra l'ospitalità, l'incontro tra culture, il dolore e la disperata speranza delle persone che partono non mi sono arrivati. Mi ha annoiata, nonostante le buone intenzioni.
Dato l'argomento, mi aspettavo qualcosa di più di un flusso di coscienza che riparte sempre dallo stesso incipit e si focalizza sull'esperienza personale dell'autrice.
Apprezzabile dal punto di vista di esplorazione linguistica, per l'utilizzo della lingua come strumento per dare voce a storie non raccontate e per stimolare una riflessione culturale più ampia.
La trama es irrisoria: la narradora pasa la noche en vela escuchando la radio. El noticiario informa del desastre de Lampedusa, dónde cientos de personas han muerto. La brillantez de los silogismos hace el resto. De Lampedusa se víncula al Gatopardo y de Kerangal recuerda al personaje del nadador, el hombre desahuciado, también interpretado por Burt Lancaster, que recorre la urbanización como un fantasma. Para la escritora francesa ambos personajes representan dos caras de la misma moneda. Y además luego comenta algo muy certero: El Gatopardo es la historia de un naufragio, la de la clase noble siciliana que sucumbe frente a los nuevos ricos. De ahí, los saltos de una casilla a otra no pierden ni agilidad ni certeza y el periplo concluye con la noche, con una palabra: Hospitalidad.
La escritura está ideada para que transmite cierta sensación de ligereza y serenidad, como la de las voces radiofónicas que llenan las ondas hertzianas en plena madrugada. En muy pocas palabras se nos habla de cine, literatura, autobiografía y del estado de la Unión Europea. La empática sensibilidad de Maylis de Kerangal pone el resto. Se lee en lo que dura un podcast y persiste como una larga, larga travesía.
Une rêverie nocturne, littéraire et cinématographique autour d'une radio allumée dans une cuisine. Par la pensée, le narrateur voyage à Lampedusa, en passant du Guépard de Visconti à la tragédie des migrants. Partout, les mots s'animent et s'imposent, voltigent dans l'air, délimitent le contour des îles et sillonnent la mer. Un court petit récit à l'écriture précieuse qui va vous régaler pendant une soirée d'hiver.
15 janvier 2021. 74 pages... que l'on savoure pour la beauté de l'écriture et le partage des réflexions nocturnes. Des noms insolites qui désignent des lieux. Lampedusa, un naufrage, une tragédie, c’est aussi le film de Visconti, Le Guépard, dont les images resurgissent instantanément et s’introduisent avec subtilité dans livre. Et c'est encore le nom de l'auteur de l'ouvrage dont a été tiré le scénario du film et surtout le lieu d'entassement de migrants ou de corps rejetés par la mer. « À ce stade de la nuit » de Maylis de Kerangal. Collection « minimales ».Gallimard. 2015. Lampedusa. Une nuit d'octobre 2013, une femme entend à la radio ce nom aux résonances multiples. Il fait rejaillir en elle la figure de Burt Lancaster- héros du « Guépard » de Visconti et du « Swimmer » de Frank Perry- puis, comme par ressac, la fin de règne de l'aristocratie sicilienne en écho à ce drame méditerranéen : Le naufrage d'un bateau de migrants. Ecrit à la première personne, cet intense récit sonde un nom propre et ravive, dans son sillage, un imaginaire traversé de films aimés, de paysages familiers, de lectures nomades, d'écrits antérieurs. Lampedusa, île de littérature et de cinéma devenue (épicentre d'une tragédie humaine. De l'inhospitalité européenne aussi. Entre méditation nocturne et art poétique A ce stade de la nuit est un jalon majeur dans le parcours littéraire de Maylis de Kerangal.
J'ai découvert ce récit et son autrice tout à fait par hasard dans une boîte à livres de ma ville. Le titre m'a beaucoup intriguée car il porte en lui-même tout l'élan du livre, sa dynamique et son refrain qui, au lieu de n'opérer qu'une simple répétition, nous fait avancer avec persistance dans la réflexion de son autrice. Il y a de très belles pages dans ce livre pourtant si dramatique. Au vu des débats politiques récents sur l'immigration, c'est une lecture qui n'a aucunement perdu de sa contemporanéité.
Abandono, No cumplir con la Ley Sagrada del Mar. Mirar a otro sitio cuando esclavos, pobres son devorados por el mar. Un barco lleno de inmigrantes, gente que huye, personas deseosas de un futuro se ahogan en la costa de Lampedusa. Ese el el origen de este libro pequeño en páginas grande en intenci0nes. Llevamos toda nuestra existencia haciendo que cambia algo para que todo siga igual. www.preferirianotenerquehacerlo.wordp... www.enbuscadeaquellanoche.wordpress.com
como diría un profesor: wow no pasa nada. Fue lectura ligera, con momentos lindos y prosa sencilla, pero recordable en muchos momentos, fuera de eso creo que nada transcendental y eso que soy una persona fácil de complacer
"Lampedusa" En una noche se recorre la isla griega, los muertos en el Mediterráneo, los refugiados. Con notas que recuerdan "El Gatopardo", de Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Πολύ σύντομο, 76 σελίδες μόνο, αλλά αφήνει πίσω του μια πολύ ιδιαίτερη αίσθηση. Το βράδυ της 3ης Οκτωβρίου 2013 η αφηγήτρια ακούει στο ραδιόφωνο την είδηση για το ναυάγιο στην Λαμπεντούζα. Με σημείο αφετηρίας το όνομα του νησιού ξεκινάει η αφήγηση μιας ολόκληρης νύχτας σκέψεων και συνειρμών. Ο Γατόπαρδος, ο συγγραφέας του, η ομώνυμη ταινία, ο Μπαρτ Λάνκαστερ, τα ονόματα των τόπων και η καταγωγή τους, η ανάγκη των ανθρώπων να ονομάζουν τη γη τους, οι Αβορίγινες της Αυστραλίας, ο τρόπος με τον οποίο τα τοπία καταγράφονται μέσα μας και τέλος το ίδιο το τραγικό συμβάν, που έρχεται πλέον να δώσει ένα καινούργιο νόημα στο όνομα του νησιού. Είναι θαυμάσιος ο τρόπος της να δημιουργεί εικόνες που τελικά οδηγούν και τον αναγνώστη σε ένα παιχνίδι συνειρμών και σκέψεων, καθώς ταράζεται και ο βυθός της δικής του μνήμης.
C'est très court, léger pour mettre dans un sac de montagne mais insuffisant pour meubler la soirée en refuge. Les parallèle entre une nouvelle qui tombe, l'effroyable naufrage de migrants et ce qu'il peut ou non signifier et Lampedusa, le Guépard, Visconti. Trop court et trop personnel
Un piccolo volume che parla di migranti, della vecchia Lampedusa del Gattopardo che narra del tramonto di un'epoca, dell'insensibilità di cui si parla dei morti delle imbarcazioni degli immigrati, della generosità dei locali. Piccole riflessioni che dovrebbero aprire gli occhi.
esta no es una novela. es decir, sí lo es, pero no una de trama, personajes, conflictos. esta es una novela que, cíclica, se deja llevar por lo que la narradora ve, oye, siente, visita, recuerda. una novela que navega en redondo por el tiempo y el espacio. una novela que navega igual que esos inmigrantes que buscaban en un pequeño barco una mejor realidad.
rara, encantadora, rara. para leerse en una sentada y sentirse vibrar por semanas.