Muovendosi sapientemente tra verità documentaria e invenzione, Simona Bertocchi sottrae all’oblio un personaggio femminile straordinario, figlio del primo Rinascimento italiano come pochi altri e lo trasfigura in una grande prova narrativa. Ricciarda Malaspina, marchesa di Massa e signora sovrana di Carrara è una donna gelida, calcolatrice, avida di potere e di denaro, dotata di una crudele ironia ma anche colta, intelligente e amante della frivola vita di corte. Nel 1520, giovane, vedova, orfana, con diritti opinabili sul marchesato, grazie a un’abile politica matrimoniale consolida la sua posizione sposando Lorenzo Cibo, nipote di Lorenzo il Magnifico. Pronta a ordire intrighi, gelosa del suo feudo è disposta a tutto pur di difenderlo anche a sacrificare il figlio Giulio, legittimo erede al titolo. La voce narrante è Beatrice Pardi, dama di compagnia della marchesa, che in una sorta di diario trascrive impressioni, riporta avvenimenti sia di carattere politico che non. Donna di umili natali, indipendente e di buona cultura, Beatrice ha un solo punto debole ovvero la bellissima figlia Angelica legata a Giulio Cibo Malaspina da un forte sentimento che indispone la sua padrona.
La sapiente penna di Simona racconta la storia della marchesa Ricciarda Malaspina, una donna risoluta e testarda con un valido principio femminista - seppur decisamente fuori contesto in rapporto alla sua epoca - che la portò a comportarsi in modo spietato e tirannico. La sua dama di compagnia, Beatrice Pardi, è una donna di cultura e dall'animo gentile che funge da alter ego all'altezzosa Ricciarda. Il contesto storico è ben reso attraverso la narrazione di Beatrice, che riporta nel suo diario avvenimenti e vari tipi di documenti, denotando l'accurata ricerca storica dell'autrice. La narrazione è ricca di descrizioni e sensazioni della protagonista, che nella parte finale del romanzo entra nelle ossa del lettore, tante sono le sofferenze che deve affrontare. Un romanzo davvero coinvolgente che, nonostante il finale triste, vi consiglio di leggere, perché lascia un ricordo amaro e dolce - oltre a delineare un panorama storico autentico e preciso.