Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d'Elsa, che all'indomani della Liberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi, tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delitto e, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere. Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna, decide di aspettare l'amato con animo fedele e ostinato. Con questo romanzo - pubblicato nel 1960 e seguito nel 1963 da una celebre versione cinematografica interpretata da Claudia Cardinale - Cassola si aggiudica il premio Strega e raggiunge il successo anche internazionale. "La ragazza di Bube" segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra: benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psicologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiuto dei dogmatismi ideologici. "Il romanzo" sostiene infatti Cassola "viene prima di ogni interpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini."
(Roma, 1917 - Montecarlo di Lucca, 1987) Frequenta il Ginnasio-Liceo "Tasso" e in seguito l'"Umberto I", per poi iscriversi, nel 1935, alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università di Roma. L’attività letteraria era già cominciata negli anni ’30: tra il ’37 e il ’40, egli aveva licenziato diversi racconti, (alcuni dei quali pubblicati sulle riviste “Meridiano di Roma” e “Letteratura”), in seguito riuniti nel volume “La visita” (1942). Pare evidente, negli scritti succitati, la suggestione dei “Dublinesi” di Joyce (“In Joyce scoprii il primo scrittore che concentrasse la sua attenzione su quegli aspetti della vita che per me erano sempre stati i più importanti e di cui gli altri sembravano non accorgersi nemmeno”), primo passo verso quella poetica del quotidiano avviata a divenire la sua cifra stilistica abituale. In buona misura ambientati in Toscana, nella zona compresa tra Volterra e Marina di Cecina (“Per affetto e per organica intelligenza di poesia, Cassola ne ha fatto non una provincia, e sia pure la sua provincia, ma un luogo, anzi il luogo dell’anima”, ebbe ad affermare Mario Luzi), i successivi lavori dello scrittore sembrano avvicinarsi, seppur percorrendo gli abituali sentieri lirico-intimistici, a tematiche neorealistiche e resistenziali: “Fausto e Anna” (1952), “Il taglio del bosco” (1954), “Esiliati” e “La ragazza di via Valadier” (1956), “La ragazza di Bube” (1960) son tra le sue cose più riuscite, certo quelle che gli danno il successo ed una notorietà assai vasta. Sono, anche, le opere destinate a procuragli l’ostilità di gran parte della critica, espressa tramite recensioni impietose (“La ragazza di Bube” è definito da C.Annoni “la scatola cellofanata per la società del boom”) e, a volte, feroci (Italo Calvino parla di “romanzi sbiaditi come l’acqua della rigovernatura dei piatti, in cui nuota l’unto dei sentimenti ricucinati”). Tutto ciò non muta la direzione della sua ricerca di narratore, intesa come d’uso a “squarciare il velo opaco che nasconde le cose”: c’è, filo rosso ineliminabile dell’intero suo universo, una profonda sfiducia nella storia, che mai gli verrà perdonata in tempi di accalorato dibattito ideologico. Peraltro, il prosieguo del suo discorso viene in effetti inficiato dall’insistere sull’equivalenza saggezza-rassegnazione, evidente nei vari “Un cuore arido” (1961), “Il cacciatore” (1964), “Storia di Ada” (1967), “Paura e tristezza” (1970), “Monte Mario” (1973), “Troppo tardi” (1975), “L’antagonista” (1976), “Il ribelle” (1980). Nell’ultimo decennio della sua esistenza, egli si dedica vieppiù a un’intensa attività pacifista, ecologista, antimilitarista, espressa in testi quali “La lezione della storia” e “Letteratura e disarmo” (1978), “Contro le armi” (1980), “Diritto alla sopravvivenza” (1982),“La rivoluzione disarmista” (1983).
L'amore che nasce quasi per gioco in un momento storico difficile e che si dipana tra i mille problemi dell'epoca, la guerra, la lotta partigiana, le lotte sindacali, il peso dell'onore, il continuo fare i conti con un'eredità pesante. Ma, in sé, è anche un romanzo di formazione a protagonista femminile: il racconto di una lotta per mantenere la propria emancipazione, il continuo riaffermare le proprie idee e la propria visione del mondo, una crescita lenta, ma progressiva che, tra infinite prove e molto dolore, arriva a forgiare il carattere di una persona che non intende arrendersi. È la cui vicenda, sembra quasi farsi simbolo della Resistenza stessa.
Questo è uno dei classici più sottovalutati della letteratura italiana, secondo me. Per me è uno dei libri “coccola” per eccellenza, da ragazza l’ho letto spesso (è ambientato dalle mie parti, quindi per noi di queste zone è più facile conoscerlo), e sono grata di averlo riletto con la maturità di oggi. Devo dire che mi è piaciuto anche di più.
Il romanzo racconta della storia d’amore tra Mara e il partigiano Bube, all’indomani della Liberazione. Quello che mi ha colpito di più è stata la modernità del “tono” generale dell’opera, soprattutto considerando che è stato scritto nel 1958 e ambientato una decina di anni prima.
È una storia che parla di come le piccole e grandi scelte che compiamo, rischiano di compromettere, o comunque di cambiare, il corso delle nostre vite.
È un libro che vi consiglio tanto. Spero che qualcuno di voi lo amerà come l’ho amato e lo amo io.
La guerra è finita ma per Bube, nonostante l'amore di Mara, non è ancora arrivato il momento di gettare le armi e ricominciare a vivere la pace...Intenso ritratto dell'Italia dell'immediato dopoguerra.
Mara è una giovane di 16 anni, contadina figlia di contadini, una ragazza sempliciotta ma vezzosa, coraggiosa e determinata. Arturo, detto Bube, è un partigiano di umile famiglia, un ragazzo ruvido e di poche parole (ma di pronte azioni, anche violente): quando si reca in visita presso la famiglia di Mara, in ricordo del fratello Sante, ucciso dai partigiani e suo amico, conosce Mara, e i due si innamorano. Ma nel passato di Bube c’è una nube, un’azione delittuosa della quale si è macchiato le mani, senza pentirsene, sempre per difendere i suoi ideali, quelli di un giovane partigiano che, alla fine della guerra, vorrebbe ripulire il suo paese da ciò che è accaduto, punendo i vili e i traditori…e, a causa di questo delitto, Bube è costretto a nascondersi e ad andare in esilio. Il contesto socio-culturale di questo romanzo, il più celebre di Cassola, è complesso: l’Italia contadina del dopoguerra nella campagna toscane, fra ignoranza, voglia di rivalsa e ciechi ideali. Eppure vi si respira un’aria di semplicità e fascino della quale, oggigiorno, si può solo avere nostalgia. Mara e Bube sono due giovani di quei tempi, pronti a morire per i loro ideali, lui quelli politici, lei quelli amorosi (dipendenti ahimè, da quelli politici): lei in particolare, dimostra, dall’inizio alla fine, di vivere una notevole crescita interiore, da ragazzina viziata e vezzosa diventa donna ostinata e paziente. Due giovani come giovani si poteva essere, forse, a quei tempi, che richiamavano a grande coraggio e a grande responsabilità. Tempi nei quali la scrittura chiara e fluida di Cassola ci ha catapultato con estrema lucidità.
In realtà le stelle sarebbero tre e mezzo ma, dopotutto, questo è un romanzo dai grandi valori, per questo va premiato sebbene la scrittura di Cassola non sia così nobile, strutturata o, più semplicemente, caratteristica sebbene (di nuovo) si adatta molto bene al tipo di storia narrata.
Mara è una giovane ragazza sedicenne, abita in un piccolo paesino della Valdelsa con i suoi genitori: il fratellino piccolo Vinicio, il padre gran fanatico della politica e poco pratico dei lavori manuali e la mamma un po' burbera e fredda ma sentimentale e materna nel vero bisogno. E poi c'è Sante, il fratellastro maggiore di Mara, purtroppo caduto in guerra per mano dei fascisti. Conosciamo la nostra protagonista un anno dopo questa tragica vicenda. Mara è ancora molto immatura, le piace essere corteggiata, stuzzicata dai suoi coetanei, uscire con le amiche passeggiando per l'unica via del paese e farsi ammirare nella sua bellezza. Fin quando, un giorno appare un giovane partigiano che va cercando il padre di Mara dichiarandosi compagno del defunto Sante. Si fa chiamare Bube. Mara e Bube iniziano a conoscersi e lei inizia ad essere corteggiata da questo strano ragazzo che più volte si presenta davanti alla sua porta anche quando la vita di Bube si complica a seguito di un tremendo fatto che lo vede coinvolto in un duplice omicidio. Egli, costretto a scappare in Francia per non essere imprigionato, riesce a vivere solo due giorni di sentimenti intensi con Mara che tenta sempre di spronarlo a quella frivolezza che Bube non ha mai conosciuto nella sua vita. Dopo mesi che Mara non riceve notizie di Bube, ella s'invaghisce di Stefano: un ragazzo conosciuto nel paese dove Mara è andata per dimenticare e lavorare e non riesce a pensare al futuro assieme a Bube che è lontano da lei e probabilmente sa già in cuor suo che Bube verrà catturato. In questa svolta che vede Mara costretta a prendere decisioni sul suo futuro, non possiamo ignorare la maturità che sboccia in lei e la fa crescere a mano a mano che il suo cammino diventa più arduo. Non abbiamo più la ragazzina un po' viziata dal suo nuovo fidanzato che le compra le scarpe coi tacchi o la borsa abbinata ma troviamo una donna appena sbocciata che sa di avere poche speranze per il proprio futuro se il suo fidanzato si dovesse trovare a passare molti anni in prigione. Scopriamo una Mara compassionevole, forte e determinata nel carattere, una donna che vuole gridare al mondo che l'unica persona che ama è stata persuasa a compiere del male a sua stessa insaputa fino a quando non sarà messo davanti alla Corte Giudiziaria. L'illusione di avere un amore "normale", di mettere su casa, avere bambini è un progetto che inizialmente Mara non sopporta ma che col tempo impara desiderare con tutto il cuore anche se sa che c'è molto altro che può tenere viva la fiamma dell'amore.
Insomma, non è stato un romanzetto frivolo e passeggero. Le tematiche dure vengono affrontate nella stessa maniera danno una svolta incredibile al romanzo tant'è che posso dire tranquillamente che sono proprio loro ad essere la base del libro. La crescita e la maturità accresciuta in Mara con la sua determinazione e la disillusione delle speranze contro la caparbietà, la superiorità, la superficialità, l'egoismo e l'inconsapevolezza di Bube: eppure riescono a compensarsi a vicenda.
È cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
In questo romanzo di Carlo Cassola, premio Strega del 1960, viene raccontata la straziante storia d’amore tra Mara, 16enne frivola e un po’ superficiale di un paesino della Val D’Elsa, e Bube, soprannome di Arturo Cappellini, un giovane partigiano dal carattere chiuso ed impulsivo che a causa di un delitto viene prima costretto a nascondersi e infine arrestato e condannato a 14 anni di carcere. La relazione tra i due protagonisti è al principio tutt’altro che romantica: Mara è abituata a ricevere le attenzioni di molti uomini, bada solo alle scarpe con i tacchi alti e altre cose futili e si fidanza con Bube con estrema leggerezza, quasi per gioco, mentre dall’altro lato si intuisce da subito la serietà e l’impegno del giovane, abituato ad una vita di sofferenze e crudeltà, senza alcuna guida che gli impedisca di cedere agli istinti più violenti. Ma la loro storia ben presto sboccerà e si rafforzerà, portando soprattutto Mara ad una maturazione ed una consapevolezza da donna adulta, che seppur si trovi di fronte una scelta non facile, deciderà di attendere pazientemente il suo grande amore, anche a costo della propria felicità. A mio parere Cassola è uno scrittore capace, ma senza grandi slanci stilistici, con una prosa piuttosto asciutta che risulta quasi anonima, ma è più che adatta a dipingere questa Italia dell’immediato dopoguerra, ferita, disillusa e ancora divisa dai dissapori politici.
È cattiva la gente che non ha provato il dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno.
Le "ingenuità" dei due protagonisti e il periodo storico ✸✸✸✸ Stile ✸✸
Testo sentimentale che tratta gli amori e gli ideali mostrandone la forza attraverso la purezza e la semplicità delle azioni. Mara (Marina) è una ragazza sedicenne superficiale e vanitosa quando incontra Bube (Arturo Castellini) giovane partigiano, braccio armato della resistenza, con nome di battaglia "Il Vendicatore". Bube era compagno d'armi di Sante, fratello di Mara, ucciso dai fascisti durante gli ultimi anni di guerra. Cassola è abilissimo nel creare una discrepanza tra queste due vite, apparente così dissimili dai sessi alle esperienze: Mara ha sempre e solo vissuto nel paese, pensava ai ragazzi e ai vestiti da sfoggiare in faccia alla cugina; Bube conosce le asperità della lotta, ha ucciso per un ideale di libertà e si professa esperto della politica del "bianco o nero" (nel caso specifico o Rossi o Niente) Invece sia Mara che Bube sono due vite ingenue sfruttate dal contesto sociale e politico. Mara cadrà sotto il peso di una promessa (ma anche di una visione della donna subordinata e negletta) mentre Bube verrà divorato dal peso delle sue azioni considerate a vanto, durante la guerra, e a onta alla fine della stessa. C'è una frase del romanzo che racchiude tutto ciò:
Forse che uno fa quello che veramente si sente di fare? No, uno fa quello che gli altri si aspettano che faccia.
Questo è il pensiero maturo e disarmante che ha Mara - una Mara priva di studi e strumenti - istruita solo dalla scuola della vita. Il suo monologo interiore è un'arringa finale degna del migliore avvocato. Ma non salverà Bube e non salverà la sua giovinezza, perché nei tribunali, come nella vita, parlano i fatti e non le esperienze che ci hanno portato a compierli.
Dopo averlo letto è indubbia l'importanza che "La ragazza di Bube" ha e mi stupisco non sia adottato nelle scuole. Deve avere visibilità. Purtroppo lo stile di Cassola stride con l'importanza del messaggio. la semplicità e la schiettezza della voce narrante, che ben si confà alla prima parte del romanzo, avrebbe forse dovuto evolvere assieme alla crescita di Mara. E poi c'è il de gustibus, individuale e soggettivo. A me una voce, che mi accompagna per ore e ore di lettura, deve piacermi.
Ho preferito non mettere in luce Stefano, forse perché troppo perfetto anche se il suo messaggio "sull'istruirsi per elevarsi e non lasciarsi fregare" è un altro motivo per introdurre questo testo nel nostro sistema scolastico.
Versione breve in Haiku
Lotta, amori bufera di eventi - 1 notte/14 anni
P.S: Nota storica. Cassola prese spunto da una vicenda realmente accaduta. Grazie al successo del romanzo e le pressioni dell'opinione pubblica, il vero partigiano Renato Ciandri, rinchiuso in carcere, poté tornare, con alcuni mesi di anticipo rispetto alla condanna di 14 anni, a riabbracciare la sua "Mara", dal nome Nada Giorgi.
Lessi questo libro a scuola ma arrivai neanche a metà... vuoi perché fu una lettura imposta, vuoi perché aveva un tempo prestabilito, non mi piacque affatto, così lo abbandonai senza rimorsi.
Senonché, grazie alla Sfida di lettura 2018 sugli autori italiani, mi ci sono imbattuta e poiché credo nel potere della rilettura, ho potuto oggi apprezzarne il giusto valore. È un romanzo completo di formazione, di amore e di politica incentrato sulla crescita di Mara, la ragazza di Bube ed è ambientato nella Toscana del dopoguerra caratterizzato di quotidianità, di lavoro, di sfumature, di scontri tra fascisti e partigiani. Si legge in poche ore, data la fluidità e chiarezza con cui è scritto, i toni son colloquiali e il punto di vista è quello della giovane protagonista, la quale dimostra la sua maturità in una serie di scelte coraggiose che la metteranno alla prova sottolineando la sua grande forza d'animo.
Nonostante sia stato pubblicato nel 1959, la ragazza di Bube si avvicina molto per stile -semplice e vivace - per temi ed ambientazione alla narrativa neorealista. Ma il più grande pregio di questo romanzo è sicuramente l'analisi e l'evoluzione psicologica della giovane protagonista, Mara. In generale, i personaggi, Mara e Bube in testa, sono costruiti molto bene. Ho iniziato questo libro senza aspettative particolari, all'inizio mi stava piacendo ma fino ad un certo punto. Arrivata alla fine posso invece posso dire di essere rimasta piacevolmente colpita: è un gioiellino.
La ragazza di Bube è un romanzo sul senso di responsabilità e sul trovare un colpevole a cui addossare le nostre malefatte. I due protagonisti, Mara e Bube, sono giovanissimi, 16 anni lei, lui qualcosa in più, ma sono vissuti in piena II Guerra Mondiale e poi nel periodo della lotta partigiana da cui lui è stato coinvolto direttamente e attivamente, mentre lei indirettamente, per via del papà comunista e del fratello morto ammazzato per ragioni politiche. Il periodo è difficile, le pressioni sono tante e l'ideologia spesso ha la meglio e così Bube si ritrova a commettere un delitto e Mara a decidere di rinunciare a tutto per lui. Ma di chi è la colpa per il delitto? Di Bube che ha sparato? Di chi lo ha indirettamente spinto a questa azione riempiendolo di ideologia e chiamandolo "vendicatore"? E fino a che punto Mara è responsabile di una promessa fatta a cuor leggero, in un momento in cui non era possibile valutare le conseguenze della sua azione? Questi gli interrogativi che lascia al lettore il romanzo di Cassola, una storia scritta in modo piano, di facile lettura, ma importante nelle tematiche. Un ritratto dell'Italia, e della Toscana, del dopoguerra, un paese che cerca di ritrovare un senso e delle regole che durante la guerra sono completamente saltate
Chiunque ha letto La ragazza di Bube, ne ha parlato come uno dei più bei libri letti in assoluto. Un libro indimenticabile. Sarà che l'ho appena finito e che ancora non ho avuto il tempo di "metabolizzarlo" ma non riesco a condividere il giudizio. Non penso nulla di negativo al riguardo, però non riesco a inserirlo tra i miei preferiti. Bube mi è stato antipatico dal momento in cui è entrato in scena. E Mara... non so. Non mi ha convinta tanto. Sarà che pensare che una ragazzina di 16 anni decida di innmorarsi per gioco di un ragazzo per poi dedicargli tutta la vita perchè sercondo lei è la cosa giusta da fare... bah. E' pur vero che i tempi son diversi dai nostri. Ma mi sembra comunque assurdo. E anche quando parla di quella "forza" che la sorregge, una forza che non ha niente a che vedere con l'amore... una forza che sembra solo senso del dovere. Avrà avuto successo per la descrizione e il racconto della situazione politica di allora,che forse è la vera protagonista al posto della ragazza di Bube. per ora dico bah. domattina potrei vederla diversamente
Davvero bello questo romanzo che ho considerato trascurabile fino a quando non ho letto alcune recensioni su GR. Tutte le parole sono al posto giusto, nessuna superflua. Parla di due ragazzi impacciati nel vivere le prime scaramucce amorose ma già avvezzi alla durezza della vita per colpa della guerra e al difficile ritorno ad una vita normale, a causa di rancori difficili a spegnersi. Uno sguardo sulla storia d'Italia di quel periodo.
Terminata la lettura non vedevo l'ora di parlarne male eppure ora non posso che dirne bene. Intendiamoci: non mi è piaciuta particolarmente la storia, non mi sono appassionata al personaggio di Mara, non mi piace che la protagonista sia per il titolo "la ragazza di" ma mi piace Bube. Mi piace il ragazzo di Mara o almeno lo comprendo e riesco a provare empatia verso di lui, riesco a immedesimarmi in questo personaggio marginale nella narrazione che vive sospinto dagli eventi e si ritrova a recitare una parte più grande di lui che altri gli hanno assegnato. Bube mi riporta alla mente il Garrone del libro Cuore, recita anche lui una parte assegnatagli da altri e trovo il tema molto attuale, un archetipo narrativo quasi, mi fa pensare a quanti ragazzi e uomini e donne si ritrovino a portare una maschera per il loro aspetto fisico o per un loro trascorso ormai superato. Mi chiedo se la maschera che ci mettono altri addosso sia più o meno pesante di quella che ci costruiamo noi stessi. Dolcezza. Dolcezza e malinconia sono le impressioni che mi lascia questa lettura, semplice, scorrevole, priva dell'acume letterario degli autori italiani del secondo dopoguerra. Una nota agrodolce apparentemente non impegnativa ma persistente.
È difficile parlare di qualcosa che ti segna nell’anima, come questo libro. La ragazza di bube è un libro ambientato negli anni 40 del novecento, subito dopo la grande guerra, dove la vita della maggior parte delle persone è semplice e “disgraziata”. È stato bello leggere il contesto storico-politico e gli animi degli Italiani in quel periodo: Cassola scrive in modo semplice, scorrevole ma allo stesso tempo così efficace che ti fa entrare dentro il romanzo, immergerti nelle storie dei personaggi e sentire il loro dolore, la loro angoscia. La storia d’amore è di un’intensità fuori dal normale. È straordinaria perché viene visto l’amore come formazione, che ti aiuta a crescere e a maturare. Infatti Mara, la protagonista, subirà una crescita personale e una maturazione forte dopo aver conosciuto l’amore con Bube. Mara aspetterà Bube per 14 anni in maniera fedele e ostinata anche quando incontrerà Stefano che per un breve tempo le farà dubitare dell’amore che prova per Bube. Mi sono commossa quando Mara lascia Stefano: “io sono la ragazza di Bube. Il mio posto è accanto a Bube. Per sempre”. Libro straordinario, personaggi straordinari, scrittura straordinaria. Consigliatissimo.
Un libro che ti apre gli occhi sulla realtà degli anni post Seconda guerra mondiale e ti fa riflettere sullo stile di vita che avevano le persone comuni. La storia d'amore mi è sembrata giusta e non banale. Mi è piaciuta molto l'evoluzione della protagonista Mara nel corso degli anni, la quale commette delle imprudenze ma in seguito si redime e lotta per il suo fidanzato Bube con tutta la forza e il coraggio che possiede, pur essendo una donna. Il finale non mi ha convinto pienamente perché è aperto, ma per il resto è un libro abbastanza scorrevole e in alcuni punti toccante che tutti dovrebbero leggere ☺️😊
Initial Thoughts Upon Finishing Well . . . yeah. The great pleasure of this book was reading it (and FINISHING it) in Italian. There is nothing that shouts CONQUERED like finishing a book in another language, *waves victory flag*. It was great fun to pick apart and class discussions (I read this for uni) were always great fun - mostly because everyone argued over the love interest. There was noticeable character development (I err to say "good"), but that's where the positivity ends for me. I didn't like Mara, I didn't like her decisions, and the plot was overall lacking. It was like a disappointing pancake. I have a hunch I *might've* enjoyed this more in English because I'm sure a lot went over my head with it being in Italian - but, for now, this shall simmer on a two-star rating.
La Ragazza di Bube This was a very interesting book, even though I didn’t like it all that much. Set in Italy in a small town, the story covers time from 1944 (end of WWII) to the late ‘50s. It’s a romantic story following Mara who’s a young (and somewhat annoying) girl.
The book has political motives, portraying tensions between the Communists (which Mara & Bube are) and Fascists. If you’re unfamiliar with this history in Italy, then it’s likely the nuances of the book will go over your head. Allow me to fill you in.
Italy has a pretty messy political history. It didn’t even become unified as a country with an official language until 1871 — less than 200 years ago! During WWII, Mussolini was the fascist leader of the country and Italy fought the war allied with Hitler. When this book takes places, Americans are still in the process of liberating the country at the start and there was a call for a communist leadership. So there’s enormous prejudice against fascists in pro-communism towns such the setting of this book.
Italian Read by a Native English Speaker Reading this in another language obviously had its challenges and meant that there was bound to be things hat I missed entirely. So pleased bear that in mind when considering my opinion.
If you are wondering from a bilingual reading perspective (that’s a new term I just bluffed): this was a difficult read at times. I’m not 100% fluent in Italian and have only briefly practiced with Italians in Italy, myself. So as a first novel of this calibre I found the vocab somewhat confusing and there were some colloquialisms that took me a while to understand. But I still did understand it. So challenge yourself and see if you can get through this book!
Problems My main problems with this book are as follows:
1) The plot was hugely disappointing. I expected so much more to actually happen but in the end it was a basic romance with political intrigue and a buck load of bad decisions.
2) I really disliked Mara’s character. I could not understand her motives for making the decisions that she did. It felt like she was trying so hard to prove a point to her cousin and family and then the entire situation just spiralled out of control. Big time. She also came across as very young, naive, and proud. Case in point, she was just not someone I could relate to on any level and I wanted to smack her for not thinking about the reality of things.
The characters in general I found to be very two dimensional and even the loveable Stefano irritated me in the end (but again, I suspect this is down to my translation. He seemed terribly clingy sometimes. Like, cool down there mate.) I think that it was the bad combination of me finding neither plot nor characters agreeable that caused me to be disappointed in the end.
Mara Some positives? It was actually an enjoyable read and was refreshing that for once I didn’t get along with the protagonist. I thoroughly enjoyed trying to guess what Mara would do and suss out the strength of her character. If anything, I must give it to her that she proved to be very strong, independent and loyal. Which are all excellent qualities; she just made the wrong decisions again. And again. And again.
I would frequently find myself venting to a fellow peer over the injustices, contradictions and elements of the plot. All of which were often direct consequences of something Mara decided to do. In this sense, I think that I can whole-heartedly say that the book was 100% successful in initiating conversation and debate.
Bube The real sticking point for me was Bube — and also Mara’s decision to stand up for him.
But I can’t discuss this anymore without giving spoilers — so if you haven’t read this then skip down to the summary.
I was angry at Mara that she could just forgive him for murdering a defenceless boy. The fact that he had no qualms over this at all irked me. There was literally no excuse for what he did. I believe Bube to be an inexperienced and weak character — the very opposite to Mara. This was essentially what brought the book to its knees for me.
The Film (continued spoilers) I also watched the film after finishing the book. I thought that it was an excellent book to film adaptation. There were a number of aspects that I flat-out preferred in the movie. These included scenes such as Bube and Mara actually having sex when they were in hiding. Even though this is a relatively minor feature in the film, I felt like it solidified their relationship - at this point in the film I was convinced that they did love each other. In the book, Mara’s feelings felt more like a fixation on an abstract goal.
Summary Overall, this just wasn’t the book for me. I really wanted to like it but just found that I didn’t agree with too many parts of the book. I’m proud of myself for getting through a heavily politically influenced book in Italian and I can’t wait to test my language skills and read more books in Italian like this!
"La ragazza di Bube" è l'opera più conosciuta di Carlo Cassola, con la quale lo scrittore romano si aggiudicò il premio Strega nel 1960. Il romanzo è ambientato in Valdelsa, nel periodo immediatamente successivo alla Liberazione, e ha come protagonisti due giovani, Mara e Bube. Mara è una ragazza di sedici anni che vive a Monteguidi insieme al padre, comunista militante, alla madre e ad un fratello, Vinicio. Qui conosce Arturo Cappellini, detto Bube. Il giovane, amico e compagno di Sante, il fratellastro di Mara che è morto durante la Resistenza, si era recato nel paese dell'amico per conoscere la famiglia, e in questo modo avviene il primo incontro con Mara, che ne resta stregata.
Quella raccontata da Cassola è una bella e profonda storia d'amore. Con il passare del tempo vediamo i due personaggi principali progredire, passando da una certa frivolezza e leggerezza, tipica degli anni dell'adolescenza, alla piena consapevolezza di ciò che comporta la vita adulta. Quando, in seguito ad un tragico evento, Bube è costretto a fuggire all'estero, infatti, Mara si ritrova a confrontarsi con attesa, dubbi, paure e profonde incertezze rispetto al futuro. Il tempo scorre nella lontananza e diventa sempre più semplice, per Mara, sciogliere quel vincolo basato su un ricordo d’amore ormai sempre più sbiadito, assecondare le promesse di felicità che la giovinezza le sussurra all’orecchio ogni notte. Invece quel legame con Bube risulta essere per Mara un ricco pozzo di motivazione dal quale attingere. Mara si scopre molto fiera, coraggiosa e tenace. Nonostante il dolore e l'incertezze per gli eventi che seguiranno, il cuore impone a Mara di non girarsi dall’altra parte.
La storia si svolge tra le dolci colline toscane, brulicanti di gente ancora ferita dalla guerra, che ci forniscono vari scorci di una vita di paese in bianco e nero che è facile raffigurarsi. Si parla di Resistenza, dell'odio ancora vivissimo tra gli stessi italiani che hanno combattuto la guerra civile, dividendosi tra fascisti e partigiani. La politica è presente tra le conversazioni di tutti i giorni, le attività di partito hanno un ruolo fondamentale anche in paesini remoti del territorio, e l'attesa di ciò che accadrà con le elezioni pesa come un macigno sulla vita di tutti.
Colpiscono infine le parole utilizzate da Cassola, attraverso dialoghi che risuonano della cadenza toscana e di un lessico decisamente popolare. La mia insaziabile sete di storia mi spinge a dire che avrei preferito leggere qualche capitolo in più sul contesto storico-sociale del tempo, ma questo non era oggettivamente l'intento né del romanzo, né dell'autore, e va bene così.
Un bellissimo classico che sono contenta di aver letto grazie ad un giusto incrocio di sfide. Mara giovane adolescente toscana conosce per caso Bube, ex partigiano amico del fratello scomparso. I due si innamorano e si fidanzano e da qui ha inizio una storia triste ed intensa. Bube non è quello che può definirsi un uomo tranquillo e dalla vita semplice. Mara è ancora una ragazza che scopre poco per volta l'amore; ha ben chiaro però i propri obblighi, un forte senso di responsabilità ed una grande caparbietà, che la porterà a fare scelte sofferte che condizioneranno tutta la sua vita. Un grande personaggio femminile, perfettamente descritto e portato avanti da un autore magistrale, proprio per l'indiscussa capacità di descrivere l'animo femminile, con tutte le sue contraddizioni, ma anche la forza e la tenacia delle donne. Intorno a Mara, indiscussa protagonista, tanti personaggi che non possono passare inosservati. Bube, ragazzo solo, che compie scelte sbagliate di cui pagherà le conseguenze; il padre, uomo di partito comunista, che aspetta il riscatto della classe operaia. La madre, all'inizio presentata come donna lavoratrice dal cuore duro, che poco per volta si scopre essere madre, protettrice dei propri figli, che soffre con loro, ne critica le scelte, cerca di aprire i loro occhi ma rimane loro vicina, qualunque sia la strada scelta. Seguiamo la crescita di Mara negli anni, dall'adolescenza, quando appena sta scoprendo le dinamiche del rapporto con l'altro sesso, a quando donna fatta non smette di essere La ragazza di Bube, la sua donna, disposta a stare al suo fianco a qualsiasi costo. Lo stile è semplice e scorrevole, rafforzato da un'oculata scelta di termini; una storia che si legge facilmente, che coinvolge e non può lasciare indifferenti. Davvero una bellissima lettura, con una protagonista che non può essere dimenticata facilmente.
Mara non è la tipica protagonista che a primo impatto risulta simpatica. A 16 anni è una gran bella civetta, tale da poter fare compagnia alle tante descritte nei romanzi della Austen. Pensa ai ragazzi, ai bei vestiti (quando se li potrà permettere) e a fare invidia alle amiche. Sconvolgente è l'evoluzione del personaggio di Mara, superficiale da adolescente, come spesso sono superficiali i ragazzi alla sua età, ma sempre più matura via via che le vicende dei personaggi che le stanno attorno iniziano a riguardarla da vicino. Eppure, anche nella sua superficialità, da ragazza ci sono sprazzi della persona che poi diventerà da grande. La sua caparbietà è evidente fin da subito, come il suo non avere paura di nulla o il suo modo di affrontare la vita di petto o lo stesso Bube. La storia d'amore non è proprio tradizionale, visto che sembra nascere tutto per scherzo almeno da parte di Mara, che a sedici anni non dimostra certo la volontà di legarsi tutta la vita a un uomo. Invece, pur nello scherzo, si dimostra una ragazza fedele alle promesse, promesse che la porteranno ad aspettare per tanti anni quel Bube, incarcerato per aver commesso un delitto. Sarebbe stato facile sciogliere quella promessa e legarsi a un altro uomo, presente in quel momento e con una bella prospettiva di vita per entrambi. Invece quello che sembrava essere effimero, risulta più duraturo del previsto. Le vicende italiane che fanno da sfondo alla storia sono toccate solo di sfuggita e sempre dal punto di vista di Mara, ma riescono ad essere ugualmente protagoniste.
Quanto può pesare sulla vita di una persona l’incontro con il presunto amore della propria vita? •
Mara lo sa. Ha 16 quando incontra per la prima volta Bube, il migliore amico del suo amato fratello morto in guerra. È una giovane fanciulla, non ha esperienze in fatto di relazioni e sentimenti, così si lascia andare tra le braccia di un ragazzo che prima di essere tale è un partigiano, e questo non lo dimenticherà mai. •
D’Altronde il romanzo è ambientato tra il 1946-47 a Monteguidi, un piccolo paese della Val d’Elsa, nel quale i protagonisti respirano ancora l’atmosfera appassionata della Resistenza conclusasi da poco con la Liberazione. •
Bube non può dimenticare contro cosa ha combattuto, così spronato dagli amici e dai conoscenti, fa valere con la forza le proprie idee. •
Purtroppo, però, una serie di episodi bellicosi lo mettono nei guai e per portarsi in salvo dovrà trascorrere molto tempo lontano dall’amata Mara. •
Ma quest’ultima ama davvero Arturo Cappellini, soprannominato Bube o è solo legata a un utopistico sogno romantico? •
In realtà la guerra è solo un’eco lontana, l’amore è un mero pretesto, perché il vero tema dell’opera non può che essere la fedeltà che Mara sperimenta verso sé stessa e l’altro, il suo Bube. • “La ragazza di Bube” è un romanzo che si lascia leggere in pochissime ore, perché non appena lo si inizia è impossibile lasciarlo andare. •
Si aggiudicò il Premio Strega nel 1960, e a mio parere, non solo non è mai invecchiato, ma racconta una storia assolutamente meravigliosa. •
Quanta dolcezza in questo libro. Mi sono sentito avvolto davvero, più che in altri romanzi del periodo che ho avuto il piacere di leggere, in tempi diversi, così lontani dai nostri, che non ritorneranno più. Mara, la ragazza di Bube, compare nelle prime pagine del libro come una ragazza un po' frivola, un'adolescente come tante, e poi cresce insieme a noi, diventa una donna, una persona matura, che assume scelte di un coraggio incredibile, che io forse non avrei mai preso. Siamo nel dopoguerra, e si respira il clima di un Paese ancora ferito che fa fatica a ricominciare e a ricomporsi; dove i dissapori politici sono ancora vivi e fanno male. Il romanticismo e i rapporti superano ogni ostacolo: l'attesa delle lettere della persona amata, le distanze quasi incolmabili da un borgo all'altro, gli appuntamenti domenicali e se c'è un imprevisto non si riesce neanche ad avvisare l'amato che aspetta. In poco più di 200 pagine sono racchiuse tutte queste cose, e sono tutte scritte in un linguaggio semplice che richiama non solo nei virgolettati la cadenza toscana e i modi di dire tipici di una zona ben circoscritta, la Val d'Elsa, così bella ancora oggi, ma così diversa.
vi racconto un po’ la Ragazza di Bube . Innanzitutto i due protagonisti sono realmente esistiti Bube è stato un partigiano . Mara è la donna di cui si è innamorato finita la guerra . Purtroppo nonostante la guerra sia finita Bube , soprannominato il Vendicatore , sarà condannato ,ed ad aspettarlo rimarrà solo Mara . Voglio parlarvi di Mara , lei che ha sacrificato tutta la sua vita che ancora diciassettenne rinuncia ad altri amori per Bube . Mi ha colpito la semplicità della scrittura , della semplicità dei personaggi e la loro genuinità.. da leggere assolutamente. Fresco , vero , triste, perché una donna ha sacrificato tutta se stessa per un amore o per un ideale ?? O forse soltanto per non lasciare Bube da solo a scontare la sua pena ??
Male gaze a parte, era da un po’ che un libro non mi prendeva così, con l’urgenza di continuare la lettura. Ogni volta che leggo libri scritti decenni fa, resto interdetta del maschilismo manifestato dalla società. Non che adesso viviamo in un’utopia femminista, socialista e antispecista, ma il modo di escludere le donne dalla politica e dai posti di potere penso fosse molto più palese sessanta o settanta anni fa.