Nel gennaio del 1933, in un lussuoso hotel delle Alpi Svizzere, trascorre qualche settimana di riposo il più popolare attore di lingua tedesca. Dopo il sensazionale successo dell’esordio quando ha già trentacinque anni, in un film muto con un’attrice sconosciuta che si farà strada, Marlene Dietrich, è diventato un idolo, un seduttore, un sogno, e non solo in Germania. Adesso, in quei giorni invernali, protetto dal personale e dai proprietari dell’albergo che sorvegliano con discrezione le sue ore di tranquillità, Lionel Kupfer sembra godersi la villeggiatura e concentrarsi sul prossimo ruolo cinematografico. La sua presenza, nonostante le attenzioni, non passa inosservata. Nell’ufficio postale del paese lavora il giovane Walter, fervente e rispettoso ammiratore dell’attore, che una sera va all’albergo per vederlo da vicino. E di lì a poco arriverà anche Eduard Steinbrecher, un mercante d’arte viennese a cui Kupfer è da tempo legato. Si va preparando, in quel luogo di così ordinata apparenza, remoto rifugio di un’Europa inquieta, un futuro inaspettato. L’uomo e l’intero continente sono sul punto di scivolare in un baratro senza ritorno. Kupfer è ebreo, e neppure la fama può proteggerlo dalla ferocia dell’odio antisemita. Di colpo il divo dagli occhi azzurro acqua, visibili solo nei manifesti perché la pellicola del tempo non riesce a catturarli, l’uomo elegante come un italiano e volitivo come un tedesco, non è più il benvenuto in Germania. Davanti a lui, nella quiete improvvisamente crudele di un accogliente soggiorno, si delinea la definitiva conclusione della sua carriera. E la necessità di scelte senza ritorno. Ritratto di un personaggio malinconico e scettico nel corso di mezzo secolo di vita e di rivolgimenti, biografia inventata di realistica profondità, e soprattutto riflessione sull’amore come impossibilità e illusione, il romanzo di Sulzer è un raffinato e letterario cantico della sparizione, della scomparsa: da un lato quella individuale di un artista esiliato dalla Storia, dall’altro il dissolvimento collettivo, mortifero, infernale, che contrassegna la brutale follia del XX secolo.
Alain's first novel was published in 1983 and he has since written four furthur novels, including Annas Maske (2001) and numerous short stories. A Perfect Waiter is his first novel to be published in English. He lives in the Alsace region of France.
I can't quite make my mind about this book. Somehow it was much more difficult to read through than other of Sulzer's novels. The different storylines felt too disconnected from each other, and while they were all interesting in themselves, the looseness made it difficult for me to see the wholeness of it all. I was ready to give this book two stars at most, until I read the postscript, which managed to convince me that this book deserved a bit better.
As usual with Sulzer novels, homosexual romance in times of rampant homophobia and taboo are a central part of the story. There is also grieving and loss, another common component of his works, as well as simple people whose lives see a sudden romantic high come and go, leaving them in their solitude and simpleness again. While the characters, settings, and circumstances vary considerably, the underlying feel of the book repeats, making me feel that I have read this book already in his previous works.
If my memory and my limited command of German serve me well, I have to admit that Sulzer's prose and language are growing rich and more challenging for a non-native like myself. While Zur falschen Zeit and Ein perfekter Kellner were easier to read, 'Postskriptum' was definitely more challenging. Perhaps one day I'll read this book again, if my German has developed enough for me to give this book a more educated chance. We will see how I feel about it then.
Sehr ergreifend, melancholisch und für mich auch ein wenig deprimierend. Sprachlich sehr schön. Der Schluss hat mir nicht so zugesagt, hat meiner Meinung nach die Stimmung der Geschichte zu sehr aufgebrochen.
Lionel Kupfer raccontato come bambino che assiste alla morte del fratello, star del cinema tedesco all'apice della notorietà in villeggiatura sulle alpi svizzere in quel fatale inverno del 1933 ed attore prima in declino e alla fine di nuovo sui palcoscenici nella New York nel dopo guerra. Figura tormentata fra amori passionali e contrastanti, logorato da ricordi e aspettative tradite. C'è un senso di amara tristezza e disillusione che serpeggia fra le pagine di questo romanzo di godibilissima lettura. Meritano le frequenti citazioni e richiami a film, registi e attrici dell'epoca.
Quel écrivain...A partir d'une rencontre furtive entre un comédien célèbre et un postier dans la Suisse des années 1930, il trace une fresque intimiste sur le XXe siècle, le temps qui passe, les solitudes qui se frôlent