Liefde, schoonheid, het goede, rechtvaardigheid, vriendschap, waarheid, onsterfelijkheid en de dood zijn de grote thema's die cirkelen rondom de centrale vraag van Plato en zijn leermeester Socrates: Hoe moet ik leven? In de vorm van een onderzoekende en analyserende dialogen onderneemt Plato een filosofische speurtocht naar mogelijke antwoorden.
Plato (Greek: Πλάτων), born Aristocles (c. 427 – 348 BC), was an ancient Greek philosopher of the Classical period who is considered a foundational thinker in Western philosophy and an innovator of the written dialogue and dialectic forms. He raised problems for what became all the major areas of both theoretical philosophy and practical philosophy, and was the founder of the Platonic Academy, a philosophical school in Athens where Plato taught the doctrines that would later become known as Platonism. Plato's most famous contribution is the theory of forms (or ideas), which has been interpreted as advancing a solution to what is now known as the problem of universals. He was decisively influenced by the pre-Socratic thinkers Pythagoras, Heraclitus, and Parmenides, although much of what is known about them is derived from Plato himself. Along with his teacher Socrates, and Aristotle, his student, Plato is a central figure in the history of philosophy. Plato's entire body of work is believed to have survived intact for over 2,400 years—unlike that of nearly all of his contemporaries. Although their popularity has fluctuated, they have consistently been read and studied through the ages. Through Neoplatonism, he also greatly influenced both Christian and Islamic philosophy. In modern times, Alfred North Whitehead famously said: "the safest general characterization of the European philosophical tradition is that it consists of a series of footnotes to Plato."
Mi hanno tenuto compagnia per un mese, questi quattro dialoghi. Avrei dovuto dare cinque stelle, perché Platone e Socrate sono semplicemente immensi. Ne do soltanto quattro per il semplice motivo che non gradisco la traduzione, che trovo ostica e ormai superata. Il volume si compone dei seguenti dialoghi: "Simposio", "Apologia di Socrate", "Critone", "Fedone". Tutti e quattro hanno come filo conduttore la figura di Socrate, e sono i dialoghi che forse più di tutti contribuiscono a formarne l'immagine. Il "Simposio" è un inno all'eros, nella molteplicità delle sue forme, e un documento prezioso. L'"Apologia" è la sincera testimonianza del processo a Socrate, ed è incredibile osservare come Socrate si sia coscientemente innalzato al di sopra dei suoi giudici, in modo tanto acuto da firmare la propria condanna. Le sue frasi sono stilettate. Infine, ciò che è venuto dopo il processo: in particolare il "Fedone" è monumentale. Non si tratta soltanto di una discussione sull'immortalità dell'anima: è una discussione sull'origine stessa della vita, dell'esistenza. Vi sono quegli elementi della filosofia platonica che hanno portato poi alla reinterpretazione "cristiana" del filosofo, con la vividissima descrizione - tra l'altro - di un Tartaro cui Dante si rifarà a piene mani. E infine c'è la morte di Socrate, che io non riesco a leggere senza sentire un groppo in gola e versare un paio di lacrime di commozione, ogni singola volta. Era un grande, grande, grande uomo. Fortunati quelli che lo conobbero allora, fortunati quelli che lo conoscono adesso tramite i Dialoghi.
Più ci penso, più non trovo che poche parole per descrivere questo libro. Uno dei pochi che non esito a definire un'esperienza di vita. Raramente capita di leggere qualcosa che cambi radicalmente la nostra prospettiva nei riguardi della vita e della morte. E non solo, ma che pure ci migliori nell'affrontare entrambe.
L' Apologia di Socrate, uno dei libri più famosi della cultura occidentale, dopo quasi 3000 anni rimane sempre attuale in quanto affronti tematiche legate all'essenza dell'uomo. Il tema della morte, vacuità dei beni materiali, che cos'è la vera saggezza. Il "so di non sapere", ispirato a Socrate dopo il riconoscimento da parte dell'oracolo della sua saggezza, è una delle locuzioni più inflazionate che ci siano, spesso a torto. Ci possiamo ritrovare molte analogie analogie con la figura del Cristo, e molti argomenti che verranno fatti propri dal cristianesimo come il superamento legge del taglione: "Non bisogna rispondere ad una ingiustizia con un'altra ingiustizia ne dar del male a nessuno qualunque torto si sia ricevuto."
Infine rimangono scolpiti nella pietra gli ultimi versi di questo racconto senza tempo: "è giunta l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne Dio."
Le opere successive sono sotto forma dialogica ed affrontano vari argomenti. Nel Critone, Socrate affronta la sua imminente morte restando fermo al principio di legalità, in quanto tentato dall'amico di fuggire via con lui.
Molto bello il Fedone, che affronta tramite la maieutica il tema dell'immortalità dell'anima.
Mentre il convito è noiosetto: tutti i commensali discettano sull'origine del demone Amore e ne tessono le lodi. Sono apprezzabili i ragionamenti logici, ma il tema di per sé non è intrigante e risulta un pò pesante da seguire con le varie citazioni sull'origine del Dei.
Apologie des Sokrates Hätte Sokrates einen Anwalt gehabt, hätte ihn dieser diese Verteidigungsrede verboten. Wer seinen Gegner seinen Spott und seine Verachtung an ihrem (unterentwickeltem) Kopf wirft, darf sich nicht wundern, wenn ihn diese um eine Kopf kürzer machen, bzw einen Giftbecher kredenzen. Auch wenn der Text (vermutlich) von Platon stammt, ist die Figur des Sokrates glaub- und bewunderungswürdig. 5/5
Kriton Man muss Sokrates (bzw. Platons) Ansicht über die unbedingte Gesetzestreue (auch wenn die Gesetze sich gegen einen selbst richten) nicht teilen, um die Schlüssigkeit des Dialogs mit Kriton zu bewundern. Wie Sokrates "Die Gesetze" zu Wort kommen lässt ist ein selten erlebtes Lesegenuss. 4.5/5
Phaidon In der Apologie behauptete Sokrates nur zu wissen, dass er nichts weiß. Hier hingegen entwirft er ein detailliertes Modell einer unsterblichen Seele mit einer doch etwas bemühten und mir nicht schlüssigen Philosophie. 3/5
Das Symposion Zum Teil ganz lustig geschrieben; meist aber leeres Geschwätz: Bei Aristophanes sind es "Kugelmenschen". Bei vielen anderen beschränkt sich das Eros auf homo- bzw. pädoerotischen Gelüste. Erst Sokrates Erinnerungen an seiner Jugend und an seine "Maitresse" Diotimas, die ihm (wohl auch körperliche wie) geistige Liebe gelehrt hat, macht diesen Text lesenswert. Der peinliche Auftritt Alkibiades zum Schluss hätte ein guter Lektor weg gestrichen. 4/5
Tralasciando il Critone e l'Apologia di Socrate che non mi hanno lasciato nulla di rilevante, posso reputare il Simposio un dialogo da leggere almeno una volta nella vita. È impressionato come un uomo di quel tempo possa trattare il tema dell'amore con una franchezza e una conoscenza disarmante. Anche il Fedone non scherza e sull'immortalità dell'anima e il suo ciclico ritornare alla vita corporea fa riflettere il più ostinato dei teologi. Manuale sulla vita do al libro 4 stelle, anche se devo dire che gli incipit troppo lunghi e i continui girare intorno all'argomento senza realmente iniziarlo se non nella lettura inoltrata mi ha dato non poco fastidio.
Le pagine del Simposio sono letteralmente consumate... e ho inevitabilmente una predilezione per il discorso di Aristofane :D Un retaggio del liceo classico che mi porto dietro con piacere, anche per spolverare quei rimasugli di greco che con tanta fatica avevo assimilato...