Il virus che trasforma gli uomini in morti viventi ha avuto il sopravvento. Una setta di fanatici religiosi, gli Opliti di Cristo, ha preso il potere e tiene in pugno le istituzioni facendo rivivere una sorta di Medioevo. Nelle campagne del Distretto Sud, Brian Crane, un vecchio bonificatore sulla via del tramonto, deve vedersela con un ennesimo focolaio, e, come se non bastasse, deve istruire un novellino, Jedediah Braddock, fresco di caserma ma totalmente inesperto.
Su uno sfondo post apocalittico e rurale, "Zombie Mutation" narra una giornata tipo di un cacciatore di zombie che dovrà vedersela con la gretta superstizione dei colleghi, una situazione fuori controllo e si troverà costretto a porre tutta la sua fiducia sulla giovane recluta se vorrà completare la missione.
Mi sono avvicinata a questo libro per il titolo, perché tra i "mostri immaginari" gli zombie da sempre sono i miei preferiti. Questo libro ti porta a vivere una giornata tipo di un bonificatore, ossia un cacciatore di zombie preposto a spegnere nuovi focolai. Chi ci accompagna in questa giornata è Brian Crane che, oltre al suo ordinario lavoro, deve affiancare e istruire il giovane Jedediah Braddock, appena uscito dall'accademia dei bonificatori. Per alcuni versi la storia è un classico racconto zombie ma, per altri, l'ho trovata più "realistica". L'autore in una manciata di pagine riesce a descrivere benissimo la storia dei due uomini e i loro sentimenti verso il lavoro e le "persone" che si ritrovano ad uccidere, questo perché nella maggior parte dei casi sono persone precedentemente conosciute essendo il racconto ambientato in una piccola comunità rurale. Durante la narrazione ci vengono date anche alcune informazioni su come il virus sia stato creato e come si è diffuso Sarebbe sicuramente interessante vedere la storia evolvere oltre questa troppo breve giornata.
A me gli Zombie non sono mai piaciuti granché, sarà perché i senza-cervello tendo a evitarli anche quando sono (non-)morti, sarà per il puzzo di cadaverina e putrescina, sarà perché tra tutte le apocalissi quella zombie è quella che mi appassiona di meno. Invece in questa novella mi sono piaciuti. Ok, forse non sono stati proprio gli zombie a conquistarmi, ma tutto quello che gli è stato costruito intorno, a partire dall’originale idea della modalità di propagazione del virus fino ad arrivare al vero e proprio lavoro nato dall’emergenza: il bonificatore. Ed è proprio la giornata di un bonificatore (e mezzo!) quella che si vive leggendo questa storia. Corto, sì, forse troppo, perché prende così bene che di giornate se ne vorrebbero avere altre! Una serie? Perché no.
Solitamente non recensisco autori che si auto-pubblicano, quasi per lo stesso motivo per cui non lo faccio con i romanzi delle case editrici a pagamento: non c’è un filtro. Può capitare di leggere delle cose orribili e ci sono molti più libri che tempo.
Sarà stata l’estate, ma avevo pochi romanzi arretrati da leggere e ho accettato, anche perché la sinossi del romanzo mi aveva parecchio incuriosito. Nonostante fosse una storia di zombie. Tra cinema e letteratura le storie di zombie ormai si vendono a un tanto al chilo. Ma Giorgio Borroni in questo breve romanzo ci racconta la giornata tipo di un veterano della caccia allo zombie, Brian Crane, che si trova una nuova recluta da addestrare (Jedediah Braddock) in un mondo dominato da una setta cattolica ultra-conservatrice, gli Opliti di Cristo, tra inseguimenti, ricordi e scontri con i colleghi troppo “ferventi” e bigotti.
La narrazione, molto veloce e ben descritta, si svolge su due diversi piani temporali: quello principale, con la giornata in cui Brian Crane riceve la sua nuova recluta e inizia l’inseguimento di Hellstorm, uno zombie particolarmente grosso e pericoloso; e quello secondario, nient’altro che le registrazioni del dottor Joseph Karp, antecedenti alla vicenda principale, che descrivono il virus che ha dato origine agli zombie.
Non c’è grande originalità nella visione degli zombie: sono nati da un virus creato in qualche modo da laboratori umani e diffuso tramite le api e ha cambiato il modo di vivere dell’umanità. I punti di originalità sono altri: la scelta dell’ambientazione, rurale e contadina al contrario di quella delle grandi metropoli a cui siamo abituati, e il contesto socio-culturale che la circonda, quello fatto di religione, bigottismo e cristianesimo portato all’estremo. Il tutto magistralmente condito da scene ottimamente descritte che ricordano i film western di Sergio Leone (la faccia di Brian Crane nella mia mente è diventata quasi subito molto simile a quella di un Clint Eastwood invecchiato, come in “Gran Torino”), splatter ma non troppo, avvincenti e mai fastidiose.
E se le descrizioni sono ottime, le caratterizzazioni dei personaggi sono ancora meglio. In pochissime pagine i due protagonisti sono ben distinti, ben delineati e cominciamo da subito a essere immersi nella storia e a essere empatici. Come dice molto bene nella prefazione Pietro Gandolfi:
Perché a nessuno interessa una storia se non si è interessati al destino dei suoi protagonisti. Qui si evita la perfezione di certi eroi impavidi e infallibili, ma è proprio attraverso l’umanità dei personaggi se il gioco riesce.
Zombie Mutation quasi sicuramente non è un romanzo che vi cambierà la vita. Ma è uno di quei libri che quando arrivi in fondo rimpiangi che sia così breve e che sia già finito, chiudendolo quasi con dispiacere e restando per qualche istante con le immagini che ti sei fatto dei protagonisti in testa. E questo, a mio avviso, è uno degli indici che caratterizza una buona storia rispetto ad una non buona. Questa è una buona storia, scritta bene, e tremendamente piacevole.