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Donnissima

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«Mi chiamo Enza Caruso, ho trentaquattro anni e dell’amore non ho mai capito niente»: così si descrive la protagonista di questo libro, che a un punto cruciale della propria vita si ritrova a dover gestire un matrimonio agli sgoccioli, una madre con la fobia delle zitelle, e un gruppo di amiche ansiose di sistemarla con altri uomini. Lei però non è pronta a voltare pagina e preferisce dedicarsi anima e corpo al lavoro dei suoi sogni, quello che desiderava quando, ancora criaturella, viveva a Napoli: fare le pulizie in un elegante condominio Liberty di Milano. Per lei è più di un mestiere o di una vocazione: combattere lo sporco è il suo modo per ristabilire l’armonia nel mondo e per prendersi cura degli altri.
Il “Palazzo” di via Sabina 42, con le sue cinque scale e i cinquantaquattro appartamenti, si regge tutto sulle sue spalle larghe e sulle sue zeppe alte. È a lei che si rivolgono gli inquilini il giorno in cui si verifica uno strano, inquietante fatto: Augusto, il carlino dell’anziana signora Galli, è scomparso nel nulla, forse rapito dal temibile Cartello delle colf sudamericane che si sta prendendo il quartiere. Ma niente può mettere paura a una come Enza.

191 pages, Kindle Edition

First published September 15, 2016

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Daniela Farnese

15 books20 followers

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Displaying 1 - 8 of 8 reviews
Profile Image for Coni.
78 reviews3 followers
February 4, 2017
Ecco qui brani che ho sottolineato durante la lettura.

“Perché avere a che fare con le persone non è semplice. Le persone sono brutta gente.”

“L’unica cosa che ci ha tenuto davvero a farmi sapere, a me e a tutti quelli che sono passati a Palazzo negli ultimi anni, è che quel libro famoso sulla portinaia, L’eleganza del riccio, in cui lei era coltissima e antipatica e stava sempre con quella bambina strana, quello di cui hanno fatto anche il film, era chiaramente ispirato a lui.”

“Piango, però sono tosta, tenace, coraggiosa”

“Il terzo giorno, quando eravamo già stanchissimi per le code ai musei e per le lunghe passeggiate, mi ha accompagnata sulla cima della Tour Eiffel, si è inginocchiato tra la ressa di altri turisti che quasi lo calpestavano e, in quella punta di ferro che si agitava per il vento e faceva venir il mal di mare, s’è dichiarato, con tanto di anello e di proposta di matrimonio.”

“Sono cambiati i tempi da quando ti sei sposata. La gente adesso cerca leggerezza, alegría, fiesta. Se si piace e si trova nella stessa zona, si sceglie con un clic ed è subito pronta a togliersi le mutande. Si diverte.”

“Quando cammina per strada tutte le teste si girano a guardarla, anche quelle di cazzo, che poi ridacchiano perché “è uno scherzo della natura”, ma che in realtà vorrebbero tanto entrare nelle sue grazie. E non solo in quelle.”

“Sparito nel nulla, con il suo collare con gli Swarovski e la pallina che teneva sempre in bocca. L’ha cercato ovunque, per le scale, nelle cantine, in soffitta e nel locale caldaia, e quando ha capito che di lui non c’era più traccia, non si è perso d’animo, ha sfoderato il telefono e ha attivato subito una grande catena di solidarietà.”

“Hanno lanciato un appello in radio e fissato una ricompensa e sono arrivate già parecchie telefonate, anche se tutte di mitomani, compreso quello che ha chiesto all’architetto di uscire insieme a lui che gli avrebbe mostrato volentieri il suo, di cagnolino.” (AHAH...)

“Pensi che abbiano una nutria?»
«Eh? Che stracazzo ci fanno con una nutria?”
“Ma no, Enza, quando qualcuno ha una spia all’interno di un’organizzazione si dice che ha una nutria…»
«Una talpa, Mila. L’infiltrato è la talpa!»
«Ah, pensavo fosse nutria!» e ride, prima di accendersi una sigaretta. «Speriamo che Piero riesca comunque a capire la mia email e a darci una mano.»
«Hai scritto a Piero Angela che sono spariti due cani dal condominio?»
«Certo! Lui è intelligentissimo, può aiutarci a risolvere il mistero.»
«Magari ci fa sapere se queste cose succedevano pure nell’antica Cartagine. A questo punto, potevi scrivere anche al commissario Montalbano.»
«Ma quello è un personaggio di fantasia, non ci risponderebbe mai.”

“Che banalità. E se volevano il dinero, potevano mettersi a rubare le macchine del condominio, mica quelle palle di pelo scacazzanti.”

“Amanda, con la scollatura in bella mostra, non perde occasione di fare la carlina, tanto per restare in tema di cagne.” TANTO PER RESTARE IN TEMA DI CAGNE...

“È una buona notizia!» esulta Amanda. «Così, Enza, puoi farti un nuovo amico…» e mi strizza l’occhio e lo so che, se non ci fosse il nostro concierge, niente potrebbe impedirle di fare qualche commento incredibilmente volgare su uno dei miei orifizi penetrato dal giovane tatuato.”

“Ci hanno lasciati a Gorizia e abbiamo dormito una notte in una pensione così triste che in quelle stanze devono aver inventato la depressione. ”

“È proprio il caso di dire, non solo metaforicamente, che saranno cazzi.”

“Non siamo cugini, ringrazziandiddio, e poi potevi mandarmi un messaggio, invece di accamparti fuori casa, ’mmoccassoreta! Questo è un condominio per bene.» ”

“Iniziano un import-export di insaccati con alcuni locali milanesi e scoppia l’epidemia dei vegani.”

“Tu sei sempre stata così diversa, superba, arrogante, altera.” (DELINQUENTE NAPOLETANO CON LA TERZA MEDIA CHE DEFINISCE LA PERSONAGGIA "ALTERA")

“L’ultimo suo messaggio è stato strano, emblematico.” (SEMPRE LO STESSO DELINQUENTE CHE STAVOLTA DICE "EMBLEMATICO", wtf)

“Mi sono portata dietro il cambio per la festa, un vestito corto che fa vedere le cosce, zeppe altissime, e un paio di mutandine così striminzite che potrebbero essere usate anche come filo interdentale.”

“Ero qui a mangiare delle Gelatine Tuttigusti, che mi piacciono tantissimo, soprattutto quelle al gusto pizza con salamino, e a un certo punto ho visto il signore che fa i biscotti che rientrava con il cagnetto nel cortile. [...] è arrivata una figura con un mantello nero, piccola e magra, e ha preso l’animale e l’ha portato via.” CHIARAMENTE IL RITARDATO MENTALE MANGIA CARAMELLE AL SALAMINO, E USA IL TERMINE "figura" PER DIRE PERSONA. (p.s. il vicino che fa i biscotti, in altri passi definito "architetto", in altri definito "“giovane sorridente, educato e gentile”, ça vans sans dire è un piccolo concentrato di stereotipi gender.

“Ciao» dico, sentendomi improvvisamente intimidita.
«Sei il nipote di Bianchini, giusto?»
«Jimi» dice, avanzando di pochi passi e tendendomi la mano.
«È un nome d’arte?» chiedo, ricambiando la stretta.
«No, è quello vero» sorride impacciato. «Mio padre era un chitarrista, fanatico di Jimi Hendrix, e così…»
«Io sono Enza. Mio padre era fanatico di pallone» ricambio il sorriso e lo osservo. ”

"Così mi sono addentrata nell’inferno e ho visto cose che non avrei mai creduto di vedere, sentito suoni che non pensavo potessero essere prodotti e ho avuto finalmente la risposta alla domanda che mi ponevo da giorni e giorni: “ma cumm’ cazz’ hanno fatto a spurca’ là ’ngoppa"

“Shu è già arrivata, fasciata in un abitino di seta e con il tacco a spillo che le regala preziosi centimetri.” (i centimetri sono sempre preziosi e il tacco a spillo li regala sempre...)

“Brava! Questo è il vero spirito» dice Amanda, battendo le mani e sfilando la bottiglia dal secchiello del ghiaccio. Lo stappa e lo versa nei calici, tra l’eccitazione di tutte.”

“...uno degli scappellotti di Suor Germana, la maestra delle scuole elementari che credeva anche nel potere delle bacchettate sulle mani” (la suora si chiama Suor Germana come quella della ricette... ma che davero davero?)

“Cerco di ricostruire la serata di ieri, ma niente, oltre a qualche sporadica scena, la macchina che ci porta al locale, l’ennesima bottiglia di champagne, la torta con la strana forma di piumino per la polvere, Shu e Amanda che mi trascinano in pista, un ragazzo con la camicia attillata che mi sussurra qualcosa all’orecchio…
Era la mia serata e doveva essere tutto un sexandthecity senza limiti, erano questi gli accordi con le amiche, bere, ballare, baciare, dimenticarmi il coprifuoco e il marito a casa che aspetta, anzi che non aspetta più, provare a lasciarmi andare a nuove esperienze, divertirmi. ”

“Ho passato la notte a casa di uno sconosciuto e probabilmente ci ho fatto sesso. Sarà un bel ragazzo o uno dei quei cessi senza dignità che si lanciano sulle donne ubriache pur di segnare il punto?”

“Se avessi uno scroto, sarebbe il momento giusto per grattarlo con foga.”

“Amanda arriva avvolta in una vestaglia di pizzo nero e mi porge una tazza con un liquido bollente che sa vagamente di limone e di detersivo per i piatti.”

“Almeno quella sera avevo retto fino allo spogliarellista, anche se avrei preferito svenire prima: era il cognato di una mia cugina, ingaggiato per risparmiare, e aveva le maniglie dell’amore e il pelo sulle spalle”

“Ho le borse sotto agli occhi così gonfie che sembra che io abbia passato la nottata a fare a pugni.”

“Ho letto che è stato arrestato nel suo nuovo domicilio perché aveva congelato la nonna morta da un anno per continuare a prendere la pensione.”

“Per anni ha lavorato dividendo lo studio con un collega in un elegantissimo palazzo a due passi dall’Accademia di Brera, ma quando sua moglie l’ha lasciato per andare a intrecciare borse in fibra di cocco in Polinesia insieme al suo insegnante di pilates, ha deciso per il casa&bottega e ha iniziato a ricevere i pazienti proprio nella stanza in cui, un tempo, la troia passava le giornate sul tappetino a tonificare i muscoli. Tutti i muscoli.”

“Scusi se la importuno, Vincenza» appare alle mie spalle, senza preavviso, come un fantasma e io che ero sovrappensiero quasi perdo l’equilibrio e rischio di cadere dalla scala sulla quale sono salita per pulire in alto.” (questa la copio per segnalare lo stile ridondante: la scala per pulire in alto, c'è bisogno di specificarlo? Si usa la scala anche per pulire in basso?)

“Entra pure. Ho appena preparato il caffè. Giuseppe mi ha detto che vieni da Napoli… So che per voi è una bevanda sacra, ma ho imparato a farlo ai tempi dell’università dal mio coinquilino di Frattamaggiore e credo che non resterai delusa.”

“ È così accogliente e allegro che sembra uno di quegli animatori del villaggio vacanze in cui ho fatto il viaggio di nozze. ”

“Quando tornavo a casa, l’amichetta che abitava nel basso all’inizio della via mi faceva il terzo grado: dove sei sparita, cosa fai, perché stai sempre su al rione e non vieni più a giocare alle Barbie, che sei l’unica che ha Ken e, senza di te, devo fare accoppiare le mie col vecchio Big Jim di mio fratello, che, lo sai, è troppo basso”

“Come tutte le mamme italiane, anche Assuntina ha contratto di recente la terribile malattia dei minuti gratis e, visto che non paga più le costosissime bollette che un tempo la tenevano a debita distanza dai cellulari, passa interi pomeriggi a squillarmi, manco facesse la centralinista.”

“Veniamo qui una domenica su due! Ormai conoscete anche la marca di carta igienica che c’è nei gabinetti”

“segna tutto quello che la nostra amica le dice a voce altissima nel suo incomprensibile cinese” (che è diverso dal cinese comprensibile...)

“È il secondo che apro qui in China-town, ma per me ha un grande valore simbolico, perché è negli stessi locali in cui si trovava il laboratorio dove lavorava mio padre quando siamo arrivati in Italia. I capi lo trattavano come uno schiavo, nemmeno un giorno libero, nessuna assicurazione sanitaria, mai un aumento o uno straordinario pagato…»

“Fottere era diventato un secondo lavoro e all’inizio ci divertivamo un sacco. Io avevo comprato le vestagliette di pizzo e i perizomi piccolissimi che piacevano a lui, che me li strappava sempre con i denti e poi la mattina dopo li ricucivo, perché quei quattro centimetri di stoffa costavano pure assai. A volte gli dicevo parole sporche per farlo eccitare e lui mi schiaffeggiava sul sedere, anche se non mi faceva mai male veramente. Ero sempre così depilata che parevo una fettina di petto di pollo, liscia, rosa, e lui entrava e usciva dalla doccia e usava tanto di quel deodorante per essere sempre pronto per me. Mi prendeva sul tavolo, sulla lavatrice, davanti alla finestra, in macchina. Ogni tanto lo facevamo anche a letto, e poi sempre più a letto e, alla fine, dopo un bel pezzo, praticamente solo a letto, per grande sollievo della mia schiena. Il pizzo rimaneva nel cassetto chiuso e ci accoppiavamo con la biancheria di cotone, quella di tutti i giorni, mezzi assonnati, senza nemmeno parlare. ”

“Quelli che vanno d’amore e d’accordo per tutta la vita, senza nemmeno una sceneggiata, due schiaffoni e un po’ di lacrime, non sono veramente innamorati: sono rassegnati, abituati, apatici, troppo pigri per vivere una vera passione.”

“mi sono sentita leggera, come quando mi imbottisco di lassativi e perdo due chili in un giorno.”

“Ho sentito la tua voce per le scale, poco fa, e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere un bicchiere di limonata, quella che ti ho preparato l’altro giorno e che ti era piaciuta, ma quando sono venuto su ti ho trovata qui per terra, priva di sensi. ”

“Dice che ha imparato a farla durante un viaggio in Brasile, a casa di questi volontari amici suoi che si occupano dei bambini di strada.”

“Insomma, ho spaccato, ho fatto scintille. Questo è proprio il mio mestiere e i giudici… Maronna, pure Coso, lui, che lo sai che io sono una superfan, tutti mi hanno detto: “Ottavia, devi fare la cantante!”.” (sei fan di Coso e non sai come si chiama?)

“ si assicurava che riposasse ogni pomeriggio, che mangiasse sempre la sua minestra e che andasse di corpo, una volta ogni tanto.”

“Tutti mi chiamano la Señora, in segno di rispetto. Ma qualcuno mi chiama anche Belén…» 
«Per sfotterti?»
«No…» dice, guardandomi con profondo odio con l’unica pupilla disponibile. «Perché somiglio molto alla showgirl argentina.”

“quel tempo bastardo che sembra sempre rallentare, quando sei in anticipo, e correre al doppio della velocità quando, invece, sei in ritardo.”
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104 reviews4 followers
November 22, 2020
Rather enjoyed it during my COVID recovery: cleaning ladies, normal people, struggling with everyday lives, divorce and sadness, especially liked her emotional growth.
Profile Image for Eleonora.
190 reviews6 followers
September 20, 2016
Benvenute/i nel mondo di Enza Caruso, formosa ragazza napoletana trasferitasi a Milano per seguire il desiderio imprenditoriale dell’ormai ex marito. Enza è la paladina di tutte le donne “giù alla buona”: verace, molto schietta nell’esprimere il proprio punto di vista e pronta a tutto pur di difendere il bene dei propri amici e della propria famiglia. Enza si mantiene facendo la donna delle pulizie presso il “Palazzo”: il classico edificio milanese composto da più scale, che convergono in un unico ingresso, gestito dallo scrupoloso lavoro del portiere e poeta Giuseppe. La capacità di scrittura della scrittrice e il modo simpatico e leggero di descrivere le situazioni quotidiane che i vari abitanti del palazzo si trovano ad affrontare fanno sì che il lettore abbia l’impressione di essere un “guardone” nascosto in una posizione tattica da cui seguire tutto ciò che succede. Quando è libera dal lavoro Enza trascorre il suo poco tempo libero in compagnia di tre amiche che sembrano formare il quartetto (nostrano) della versione italiana di Sex and the City: Mila, Amanda e Shu. Le chiacchierate tra le amiche e le loro rocambolesche avventure rappresentano gli episodi più divertenti del romanzo e descrivono in maniera ironica ma molto realistica le situazioni che una donna milanese si trova spesso, e suo malgrado, ad affrontare. La vita tranquilla di Enza e dei suoi amici del Palazzo viene disturbata da un evento molto strano: la scomparsa di un carlino cui seguono altri casi identici. I poveri cagnetti, lasciati a passeggiare nel giardino del condominio, sembrano essere spariti nel nulla provocando un immenso dolore nei loro padroni che si mettono immediatamente alla ricerca ed elaborano, insieme ad Enza, un complesso piano per scoprire il colpevole. Dopo una messinscena ad hoc e grazie all’aiuto di Jimi, spasimante di Enza che con la propria gentilezza riuscirà a farle capire che il suo cuore “funziona” ancora, viene individuato il ladro di carlini che rilascerà le povere bestiole sane e salve. Un libro fresco e leggero che lancia, allo stesso tempo, un messaggio molto forte: si può essere donnissima pur avendo una vita molto semplice e svolgendo un lavoro ritenuto, perlopiù, umile e demotivante. Enza ritrova, capitolo dopo capitolo, la fiducia in sé stessa e capisce che “certi amori sono come la frittura, il loro odore ti rimane addosso per moltissimo tempo” ma a volte basta spalancare una finestra e dare una bella passata di straccio per far tornare tutto splendente e pulito.
Profile Image for erigibbi.
1,128 reviews739 followers
July 11, 2017
Questo libro cari lettori mi ha piacevolmente sorpreso. Devo ammetterlo, nei primi capitoli ho provato sensazioni contrastanti: fin dall’inizio ho avuto il sorriso sulle labbra poi ho avuto un momento di “non mi sembra granché” (e questo solo nel secondo capitolo) per poi riprendere alla grande tanto che in sole poche ore l’ho terminato. Una cosa che inizialmente non mi andava molto giù era la presenza di termini napoletani e questo per le mie origini da polentona, non fraintendetemi, quello che voglio dire è che a volte proprio non mi era chiaro il significato del termine e questo ha un po’ ostacolato la lettura. Vi dirò però che andando avanti, anzi arrivando proprio alla fine del libro, e riflettendo un po’ su quanto letto, questi termini hanno dato un qualcosa in più al libro. La protagonista è una napoletana trasferitasi a Milano, ve lo immaginate? Io sì perché all’università ho avuto qualche amica partenopea e credetemi quando vi dico che si lamentavano per il freddo che c’era qui, per la nebbia che c’era qui, per la cucina che non è come la loro..e beh, Enza mi ha riportato indietro di qualche anno riportandomi a ricordare dove avevo già sentito queste frasi! Mi sembrava di avere una napoletana doc qui al mio fianco! Questo libro mi ha aiutato a passare qualche ora senza pensieri, con il sorriso sulle labbra, a volte ho pure fatto qualche sana risata! Può sembrare frivolo, privo di frasi importanti ma è tutt’altro!! Enza vuole pulire ragazzi! Il suo sogno è pulire, è vivere in un mondo pulito e diciamocelo, chi ha mai sognato di fare un lavoro del genere? (se non un ossessivo compulsivo, al massimo!) Ma questo è forse il bello di tutto ciò: Enza ci insegna ad essere ciò che vogliamo essere, ciò che siamo realmente ed è sempre facile fare i filosofi, i moralisti ma farti ridere, facendo sembrare che quello che hai appena letto sia un nulla di che per poi a ritrovarti a pensare “ma aspetta n’attimo, qui ha detto qualcosa di importante, di sincero, di vero”, ragazzi, bisogna essere bravi per fare questo. Questo libro può insegnare tanto e tocca temi importanti (la realizzazione personale, l’aspetto fisico, essere un immigrato) sdrammatizzando, riportando i pensieri di tutti noi, anche quelli che a volte non rendiamo pubblici, e ci fa sentire nudi, ci fa voler essere veri, PULITI.
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