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Quaderni di Serafino Gubbio operatore

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Nei “Quaderni dì Serafino Gubbio operatore” Pirandello si misura con le rivoluzionarie innovazioni tecnologiche dei suoi tempi raccontando la storia della star cinematografica russa Varia Nestoroff, crudele seduttrice di uomini. La vicenda è narrata dal punto di vista del cineoperatore Serafino Gubbio, alienato da un'industria culturale sempre più asservita alle pure logiche del guadagno. Romanzo polemico e controcorrente nel clima di una modernolatria dannunziana e futurista, i Quaderni si propongono a difesa di un teatro "vitale" (crocevia di partecipazioni emotive fra attori e pubblico) contro un cinema "formale" (frigido ripetitore di stereotipati fotogrammi).

221 pages, Paperback

First published January 1, 1925

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About the author

Luigi Pirandello

1,475 books1,422 followers
Luigi Pirandello; Agrigento (28 June 1867 – Rome 10 December 1936) was an Italian dramatist, novelist, poet, and short story writer whose greatest contributions were his plays.

He was awarded the 1934 Nobel Prize in Literature for "his bold and ingenious revival of dramatic and scenic art"

Pirandello's works include novels, hundreds of short stories, and about 40 plays, some of which are written in Sicilian. Pirandello's tragic farces are often seen as forerunners of the Theatre of the Absurd.

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30 (1%)
Displaying 1 - 30 of 101 reviews
Profile Image for Danilo Scardamaglio.
115 reviews10 followers
December 11, 2025
Straordinario. E nessuno parli di alienazione: la ribellione di Serafino è estremamente più profonda, viscerale. È sì la ribellione fronte al mondo moderno, le sue asfissianti macchine e l'avvento della società tecnologica, è sì la ribellione fronte a qualsiasi condizionamento identitario che la società impone, ma è soprattutto la cristianissima rivendicazione di vita di tutti gli scartati del mondo, di quell'umanità obliqua e randagia che freme nella penna di Serafino stesso e che rappresenta il vero fulcro del mondo, la sua vera essenza. E poi la scrittura... Minimale, filosofica, profondissima.
Profile Image for roberto.
70 reviews24 followers
November 2, 2018
C'è tanto in questo romanzo dalla struttura frammentaria: ci sono la macchina e l'industria, la finzione del cinema e i suoi retroscena, l'alienazione dell'uomo contemporaneo e la sua indifferenza - tristemente salvifica -, c'è un intreccio amoroso melodrammatico e stucchevole e distruttivo, e ci sono tematiche canonicamente pirandelliane come le relazioni sociali e le loro falsità, l'ipocrisia di ogni individuo nel suo essere maschera, e c'è la natura, selvaggia, pure essa base della poetica dell'autore agrigentino.
C'è molto qui dentro, forse anche troppo a onor del vero: un troppo che straripa ed esplode, così come esplode la scrittura stessa, la punteggiatura, la parola. C'è molto, c'è troppo; ed è una visione del modernismo affascinante, pur coi suoi eccessi, o forse proprio in virtù di essi.
Profile Image for vic.
46 reviews4 followers
May 23, 2024
ancor prima di approcciarmi effettivamente alla lettura dei "quaderni", covavo già un affetto tutto speciale e nostalgico per questo libro: credevo di averne afferrato tutto il senso nel momento in cui ne discussi i temi più di un anno fa, davanti alla commissione, durante l'esame di maturità. mi sbagliavo, ovviamente.
sarà la prosa dinamica, audace; saranno le reminescenze dostoevskiane che affiorano nella caratterizzazione dei personaggi - la nestoroff e nastasya filippovna, in particolare, sono simili. sarà che è difficile non ritrovarsi in gubbio, talvolta; sarà che pirandello disseziona e scandaglia l'animo umano alla perfezione, ma questo capolavoro, nonostante i miei dubbi, si è rivelato molto più di quello che potessi sperare di leggere, di riscoprire concretamente e toccare con mano, con occhi, e far combaciare con un mio qualcosa personale all'interno di una qualche versione di me.
meraviglioso. l'ho adorato.
Profile Image for Leonardo Di Giorgio.
138 reviews296 followers
August 28, 2022
Che ve devo dì?

Pirandello con i Quaderni di Serafino Gubbio Operatore decide di scavarti dentro e di rivelarti tutto ciò che non va. Una società di maschere e macchine. L'uomo è un volto opaco che cammina tra la folla e cerca di svelarsi fallendo miseramente.

Girare la macchina della nostra esistenza, noncuranti del mondo, è la soluzione iniziale. Una vita da alienati, insensibili.

Dove trovare il genuino? Il superfluo?
Forse nei ricordi, nella vita di campagne (con le sue strade sterrate nascoste dagli occhi indiscreti della morte), forse alzando lo sguardo al cielo stellato.
Profile Image for ria.
6 reviews4 followers
August 21, 2024
come dice Serafino: "che vuole che importi al mio cuore se Tizio piange o se Cajo si sposa, se Sempronio ammazza Filano" e infatti Luigi a me di Cavalena o Nuti o Luisetta non me ne può fregar de meno però comunque bel libro
Profile Image for Rosanna .
486 reviews30 followers
March 22, 2021
Non riesco a non pensare a Serafino Gubbio, operatore, ai suoi Quaderni in cui vi è la puntuale descrizione di come ci si possa 'cosizzare', da essere umano che guarda.
A stretto contatto con una 'macchina' che aziona con una manovella, pellicola dopo pellicola, scena dopo scena, finzione dopo finzione, ecco che la sua mano diventa il suo se'. Serafino, certo, si estranea da ciò che vede ma non dalla realtà dei pensieri altrui, che gli paiono netti e luminosi nel loro tragico formarsi.
Osserva Serafino e fissa la tragedia che un singolo movimento avrebbe dovuto fargli intendere e prevenire, sottacendolo a se stesso, divenendo complice di un assassinio, di due anzi, di una tigre colpevole e di una tigre innocente.
Dopo, non vorrà più proferire parola, solo scrivere Quaderni.
Ecco, lo vedete? non si è cosizzato in tutto come sperava, ora scopre di non essere stato solo una mano e la sua manovella, ora sa che in ogni singola parte del nostro corpo il cuore arriva.
Questo, proprio questo mi fa pensare a Serafino.
A tratti la scrittura è faticosa, a volte dovrete tornare a rileggere perché pur restando fermi quella manovella gira, gira sempre e con essa pensieri e sentimenti dei protagonistri, vostri, ma sempre Pirandello è 'dentro' di loro, di noi.
Profile Image for Ρένα Λούνα.
Author 1 book186 followers
April 19, 2023
«Τι παλιοκόσμος κύριε Γκούμπιο, τι παλιοκόσμος είναι αυτός! Τι αηδία! Όλοι φαίνονται.. δεν ξέρω πώς να το πω. Μα γιατί πρέπει να είναι έτσι ο κόσμος· μασκαρεμένος; μου λέτε; Γιατί, μόλις βρεθούμε μαζί, ο ένας απέναντι στον άλλον, γινόμαστε παλιάτσοι. Συγγνώμη, ε, κι εγώ μαζί, κι εγώ μέσα σ’ όλους. Μασκαράδες όλοι μας. Αυτός μ’ ένα ύφος έτσι, ο άλλος μ’ ένα ύφος αλλιώς. Και μέσα μας διαφορετικοί. Μέσα μας έχουμε μια καρδιά, σαν ένα μικρό παιδί τιμωρημένο, προσβλημένο, που κλαίει και ντρέπεται! Μάλιστα, κύριε, πιστέψτε το: η καρδιά ντρέπεται. Εγώ κάνω σαν τρελός, κύριε Γκούμπιο, για λίγη ειλικρίνεια, να είμαι με τους άλλους όπως είμαι πολλές φορές με τον εαυτό μου, μέσα μου, μια ύπαρξη, ναι, σας τ’ ορκίζομαι, μια ύπαρξη που ύπαρξη που θρηνεί, γιατί η καλή μητέρα τη μάλωσε και της είπε πως δεν την αγαπάει πια. Πάντα όταν αισθάνομαι να μου έρχεται το αίμα στα μάτια, συλλογιέμαι εκείνη τη γριούλα στη Σικελία, ναι, μα την αλήθεια. Αλλά.. αλίμονο αν αρχίσω να κλαίω. Αυτά, που είναι δάκρυα στα μάτια μου, εάν κάποιος δεν το καταλάβει και πιστέψει πως είναι φόβος, μπορούν να γίνουν αίμα στα χέρια μου».

Μετά την ανάγνωση του «Κινηματογραφιστή» έχω την αίσθηση πως επιτέλους πήρα από τον Πιραντέλλο αυτό που είχα φανταστεί πως έχει να δώσει. «Η πρώτη νύχτα και άλλα διηγήματα» και «το ταξίδι» με άφησαν με μια αίσθηση κενότητας (όχι την καλή- ναι υπάρχει καλή αίσθηση κενότητας! - την ονομάζουμε η Ανθρώπινη Κατάσταση). Ο Κινηματογραφιστής μας δίνει την ιστορία της Νεστόρωφ και την μοναξιά στην οποία την υποβάλουν οι άντρες. Είναι η ιστορία μιας ταλαίπωρης τίγρης (πραγματικής τίγρης, ναι), μια ιστορία για τις ταινίες, το περιττό και το γνήσια αναγκαίο. Οι διάλογοι γίνονται συχνά ανυπόφορα συναρπαστικοί κι έτσι έβρισκα τον εαυτό μου να διαβάζω τα ίδια και τα ίδια για να καταφέρω να πάω παρακάτω. Η φιλοσοφία του Πιραντέλλο συνάντησε το υπαρξιακό του άγχος και έφερε μια σκοτεινή ποιητικότητα η οποία έρχεται αρκετά ακατέργαστη στα μάτι του αναγνώστη, φαίνεται σαν ξέσπασμα και καλύτερα να έρθει έτσι, μερικά ζητήματα καλύτερα να φτάνουν στον προορισμό τους υπερχειλισμένα και άγρια.
Profile Image for Chantal Bacherini.
71 reviews18 followers
January 1, 2025
Ci tengo a spendere i miei due cents su questo libro. L'idea di base è attuale, condivisibile e, probabilmente, innovativa (considerando che il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1915); idea carina, certo, ma idea che viene compresa ed espressa lungamente nel primo quaderno. In pratica, si esaurisce tutto lì, perché il resto del libro altro non è che una noiosa ripetizione di questo concetto di base, ossia che Serafino Gubbio è un operatore al servizio delle macchine, che non sono gli uomini a comandare le macchine, bensì le macchine a comandare gli uomini. Vero è che c'è un cambiamento nel personaggio di Serafino che per qualche momento inizia a sentire il "superfluo", che diventa un qualcosa di più che una mano che gira una manovella, per poi completare la sua "trasformazione" in servitore delle macchine, senza più emozioni, senza più nemmeno la voce. In conclusione, il concetto di base è carino e ci sta, però questo libro è una vera noia, è ripetitivo fino alla nausea.
Profile Image for Andrei Tamaş.
448 reviews371 followers
December 7, 2015
E primul roman al lui Pirandello pe care-l citesc şi de aceea nu vreau să-l judec prea drastic, în schimb "Caietele lui Serafino Gubbio" mi s-a părut o telenovelă ingrată cu un iz eşuat de psihanaliză practică. Acea înlănţuire de "părăsiri" nu are o baza morală (în schimb, poate aşa a fost realitatea epocii, mai ales că filele cărţii descriu culisele unui cinematograf, iar actorii, prin însăşi esenţa lor, sunt mai... mhm, zglobii), nimic care să confere o stabilitate şi un sistem logic. Niciun dram de sentimentalism, ci doar un pragmatism ieşit din comun, o judecată exclusivistă. Două steluţe -şi nu una- pentru slab conturata aură de umanism şi pentru câteva remarci bine punctate (dar exterioare cadrului descrierii)...

1. "Trebuie încă să învăţ că, tocmai în momentul în care logica, luptând cu pasiunea, crede că a înşfăcat victoria, pasiunea i-o smulge cu o lovitură neaşteptată şi pe urmă, cu ghionturi şi lovituri de picior, o alungă cu tot cortegiul ei de consecinţe."

2. "... înţelepciune ca asta, care te învaţă să te vindeci de orice poftă, dispreţuind-o..."

3. "Ce proşti sunt cei ce declara că viaţă e un mister, nefericiţi ce vor să-şi explice cu ajutorul raţiunii ceea ce cu ajutorul raţiunii nu se poate explica!"

4. "Îi studiez pe oameni când se ocupă cu cele mai mărunte lucruri, pentru că vreau să descopăr la ei ceea ce mie îmi lipseşte în orice acţiune: siguranţa că înţeleg ce fac!"

Andrei Tamaş,
7 decembrie 2015
Profile Image for Mădălina Bejenaru.
141 reviews30 followers
July 10, 2023
“Trăiască mașina care mecanizează viața!
Vă rămâne, încă, domnilor, puțin suflet, puțină inimă și minte? Dați-le, dați-le mașinilor vorace care așteaptă! Veți vedea și veți auzi ce produs de prostii delicioase o să scoată din ele.”
Profile Image for Amos Martino.
75 reviews5 followers
July 24, 2024
Tra le già viste trame di relazioni amorose, una riflessione sul senso del progresso e dell'esistere.
Profile Image for Federica.
183 reviews4 followers
August 17, 2023
anche 4.5🌟
sono ancora nel turbinio di emozioni di questo libro e devo un attimo riprendermi. a me la scrittura di pirandello affascina ogni volta, mi piacciono sempre di più le riflessioni che porta nelle sue opere.
Profile Image for Erika .
93 reviews106 followers
October 20, 2018
Il sesto romanzo ha dei caratteri insoliti all’interno della prassi scrittoria pirandelliana, soprattutto per la rapidità compositiva. Questo è stato composto da Pirandello tra il 1914 e il 1915, un periodo estremamente ristretto, uscendo dapprima a puntate su "La Nuova Antologia" tra il primo giugno e il 16 agosto del 1915 con il titolo "Si Gira…" e sembrava perfetto anche per una pubblicazione su rivista, ognuna delle sette puntate conteneva un quaderno. Con lo stesso titolo, il romanzo conosce una prima edizione in volume presso i fratelli Treves nel 1916. Dopo di ché, con il nuovo titolo "Quaderni di Serafino Gubbio operatore", il romanzo sarà pubblicato nella celebre edizione fiorentina nel ’25 e con l’assunzione del termine "quaderni" in sostituzione di “note”. Questo cambiamento è profondamente significativo, un verbo impersonale “Si gira” lascia il campo a un sostantivo senza articolo quasi indefinito “Quaderni” di cui viene sancita un’appartenenza.

Il libro nasce sulla scorta di numerosi riferimenti autobiografici, la situazione famigliare nel 1915 si aggrava per spiegare anche l’impossibilità di un barlume di speranze. Nel ’15 muore la madre Caterina, a cui lui era molto legato, ma anche la malattia mentale della moglie si aggrava ulteriormente complicando questo inferno domestico, funestato dalle gelosie ossessive di questa donna. Il figlio Stefano era partito volontario, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, ed era stato catturato e fatto prigioniero. Ma, nonostante la Prima Guerra Mondiale sia alle porte, il romanzo resta totalmente impermeabile all’attualità politica.

Dopo questo romanzo, però, viene via via isterilendosi la vena narrativa, e successivamente l'autore abbandonerà la scrittura in prosa per dedicarsi al teatro. "I Quaderni di Serafino Gubbio" rappresentano dunque a tutti gli effetti l’ultima opera di Pirandello narratore a pieno regime e coinvolto in questa consuetudine della scrittura.

Il romanzo è articolato in sette capitoli che corrispondono ai singoli quaderni e, sin dalla struttura, lo scritto di Serafino esibisce dal titolo una sorta di impianto diaristico, svincolato dalla esistenza di una cornice che potesse contenere il racconto. L’azione si concentra soprattutto nella seconda metà dell’opera, dove a minor numero di paragrafi sembra corrispondere una loro estensione per quantità di pagine. I primi due contengono una sorta di narrazione degli antefatti nella quale viene diluita la auto-presentazione del narratore. I primi quaderni danno la sensazione di non essere inseriti nelle vicende centrali del libro, non siamo nel cuore della storia. Abbiamo la certezza di vivere una sorta di rievocazione, un ricordo del protagonista.

Con questo libro nel quale la guerra non è mai presente, Pirandello reagisce coi toni che gli sono propri sia alla fanfara dannunziana sia ai toni entusiastici dell’avanguardia storica e dunque del Futurismo che stava dedicando al mito della macchina, che è per i futuristi un mito creativo, che auspicavano l’avvento della macchina come nuovo ordine, l’epica della velocità, si oppone in tutto alla letteratura dominante del proprio tempo, all’estetica tecnologica, al programma rivoluzionario identificato soprattutto dalle istanze bellicistiche dei Futuristi.
Profile Image for Drilli.
384 reviews33 followers
December 23, 2020
Non è il miglior Pirandello: la narrazione è a tratti lenta, stenta a decollare, l'azione è poca, e un riassunto stringato della trama potrebbe far apparire il romanzo come un'operetta melodrammatica da niente. Ma è comunque e pur sempre Pirandello, ed è un romanzo comunque innovativo e pieno di valore.
I grandi temi pirandelliani ci sono tutti: l'identità, le maschere, l'alienazione dalla vita. E c'è anche, sì, il tema della macchina che già in quegli anni sembra iniziare a voler soppiantare l'uomo, e una critica al cinema d'intrattenimento. Ma non è questo il tema fulcro del romanzo, a mio avviso (né il cinema viene criticato nella sua interezza). Serafino Gubbio, operatore, uomo che sul lavoro si limita a "girare la manovella", non è scelto, secondo me, come simbolo dell'alienazione che la macchina e il cinema rischiano di portare all'uomo. Sono il suo lavoro e la sua macchinetta che servono da metafora, per parlare dell'alienazione dalla vita che l'uomo porta su di sé ogni giorno, da solo. Non è la trama a servire da pretesto per raccontare il mondo del cinema e i suoi meccanismi, è l'ambientazione cinematografica che serve a portare alla luce il grottesco, il drammatico e il patetico che gli uomini vivono ogni giorno, sulla scena della vita e non sul palcoscenico o dietro lo schermo.

Serafino Gubbio, sul lavoro, è impassibile, osservatore esterno e obiettivo di quanto si svolge sulla scena; lui registra ogni cosa sulla pellicola manovrando la sua macchinetta ma senza contribuire in alcun modo allo svolgimento e alla riuscita della scena stessa. Pretende di essere altrettanto impassibile anche nella vita, nei Quaderni in cui in più riprese proclama la propria estraneità ai fatti e la sua obiettività nel raccontarli. Lui, che nell'animo è intellettuale e artista, che pensa e riflette, che scruta gli altri e che è convinto di comprenderli a fondo e di vederli com'essi vedono se stessi, è convinto di essere per questo condannato a restarne fuori, dalla vita, e sono più i momenti in cui sembra andarne fiero, che quelli in cui se ne dispiace.
Ma è poi davvero così estraneo ai fatti, e così oggettivo? Sottosotto, a ben vedere, no, non lo è.
Varia ci viene presentata da Serafino in modo tale da giustificarne i comportamenti prima ancora che tali comportamenti ci vengano illustrati; Aldo Nuti è descritto con termini non solo mai generosi, ma neanche obiettivi; Duccella e Luisetta non sono sovrapposte solo nel delirio momentaneo del Nuti, ma da Serafino stesso; e commenti del genere possono applicarsi anche per tutti gli altri personaggi. Sì, Serafino mostra una grande capacità di entrare nella mente degli altri, ma il suo è un diario e la lente deformante delle proprie emozioni è sempre presente. Inoltre... non è solo agendo che si interviene a modificare una situazione (e in alcuni casi Serafino, comunque, agisce), ma anche con le parole e soprattutto con le omissioni... Siamo davvero sicuri che Serafino sia un narratore obiettivo e affidabile? Che non ci taccia nulla, che non sia intervenuto in alcun modo nelle vicende (nelle quali è senza dubbio emotivamente coinvolto)? Chissà...

Sì, la critica alla macchina e al cinema ci sono. Ma il tema dell'identità, la psicologia dei personaggi, i meccanismi contorti delle relazioni tra le persone, il contrasto tra la pretesa di obiettività di Serafino e il suo coinvolgimento emotivo, l'alienazione dalla vita contro l'immersione in essa... Questi sono, a mio avviso, i veri punti di forza del romanzo.
Serafino passa dall'obiettività al pieno coinvolgimento emotivo per poi tornare nuovamente ad alienarsi dal mondo. Ma cos'è che lo aliena nuovamente? La delusione che gli atteggiamenti e le vite di chi gli sta intorno provocano in lui. A conti fatti, insomma, ad alienarlo dalla vita è proprio la sua immersione in essa.
Author 1 book536 followers
May 19, 2025
this is actually so good and it's profoundly upsetting that this book is not more well-known. it's the tale of a film production gone wrong, as told by the eerily detached man who operates the camera. the writing is incredibly sharp and gets under your skin in the same way as kafka or dostoevsky or de maupassant. i was captivated by the first sentence.
Profile Image for Iman Assaber.
77 reviews134 followers
April 6, 2019
“Leggendo con raccapriccio la narrazione del giornale, non vi passa neanche lontanamente per il capo di porre il paragone tra la belva, che ha ucciso il vostro amico, e voi, che avete ucciso il beccaccino, esploratore come lui. Eppure, sarebbe perfettamente nei termini, e temo anzi con qualche vantaggio per la belva, perché voi avete ucciso per piacere e senz’alcun rischio per voi d’essere ucciso; mentre la belva, per fame, cioè per bisogno, e col rischio d’essere uccisa dal vostro amico, che certamente era armato. Retorica, è vero? Eh sì, caro; non vi sdegnate troppo; lo riconosco anch’io: retorica, perché noi, per grazia di Dio, siamo uomini e non beccaccini.”
Profile Image for Marina.
898 reviews185 followers
August 22, 2018
Recensione originale: https://sonnenbarke.wordpress.com/201...

Serafino Gubbio è un operatore di cinema che lavora alla Kosmograph a Roma. Come ripete spesso nel corso del romanzo, lui non è che «una mano che gira la manovella». Il suo ruolo si riduce a quello: girare la manovella della «macchinetta» che permette di girare il film. Non è un lavoro così banale come potrebbe sembrare perché, dice, a volte bisogna girare piano e altre volte più velocemente, ma richiede comunque una completa impassibilità.

Questi sono i diari che Serafino Gubbio scrive, quindi entriamo prepotentemente in un racconto tutt'altro che prepotente narrato in prima persona.

Se teniamo conto che questo romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1916 con il titolo Si gira..., per poi essere rimaneggiato e pubblicato nella sua versione definitiva nel 1925, ci rendiamo conto che possiamo vederlo anche come una risposta al movimento artistico futurista, che elogiava la macchina in tutti i suoi aspetti. Gubbio invece non la elogia affatto:

«L'uomo che prima, poeta, deificava i suoi sentimenti e li adorava, buttati via i sentimenti, ingombro non solo inutile ma anche dannoso, e divenuto saggio e industre, s'è messo a fabbricar di ferro, d'acciajo le sue nuove divinità ed è diventato servo e schiavo di esse.
Viva la Macchina che meccanizza la vita!
Vi resta ancora, o signori, un po' d'anima, un po' di cuore e di mente? Date, date qua alle macchine voraci, che aspettano! Vedrete e sentirete, che podrotto di deliziose stupidità ne sapranno cavare.»

Alcuni, guardando Gubbio, si chiedono se egli non sia proprio necessario, se non possa invece essere sostituito da una macchina. È qui che l'operatore spiega in che modo il suo lavoro sia meno banale di quanto si immagini. Tuttavia, alla fine non può che riconoscere: «Non dubito però, che col tempo - sissignore - si arriverà a sopprimermi. La macchinetta - anche questa macchinetta, come tante altre macchinette - girerà da sé. Ma che cosa poi farà l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sé, questo, caro signore, resta ancora da vedere.»

Personaggio principale indiscusso, Serafino Gubbio non è però l'unica figura a lottare contro il predominio delle macchine. Incontriamo infatti anche un uomo, violinista, che si è rifugiato nel mutismo e nell'alcool quando è stato "costretto" a suonare per accompagnare un piano meccanico. Mutismo che, vedremo, ritornerà, come se l'afasia, ovvero l'incapacità di parlare, fosse l'unica risposta possibile a questo predominio della macchina sull'uomo.

La storia, pur essendo quella di Serafino Gubbio e della sua macchinetta, si intreccia inestricabilmente con un'altra storia: quella della femme fatale Varia Nestoroff, che sembra divertirsi a trattare male gli uomini (ne ha perfino spinto uno al suicidio), mentre è chiaro, lo dice lo stesso narratore, che non ne prova piacere. La Nestoroff è coprotagonista di questo romanzo, popolato anche da altri personaggi che ruotano intorno a Gubbio, sebbene di lui si accorgano ben poco.

Tuttavia, mi pare che la storia della Nestoroff e degli altri sia accessoria ad alcune riflessioni (come non potrebbe essere altrimenti in Pirandello): sul ruolo della macchina vs. la persona, come si diceva, e in ultima analisi sulla vita.

Sebbene questo romanzo possa sembrare a prima vista superato (l'ho letto in alcune recensioni), perché è avvenuto poco dopo la sua pubblicazione che l'operatore della macchinetta sia stato realmente rimpiazzato da una macchina che funzionava da sé, a mio parere è invece attualissimo, perché oggi ci troviamo di nuovo di fronte alla sfida uomo-macchina già presentatasi altre volte nel corso dei secoli. Oggi, un operaio può essere rimpiazzato da una macchina che fa il suo lavoro più velocemente e soprattutto a costi notevolmente più ridotti, oggi la macchina sembra dominare la nostra vita e, piano piano, finirà col mandare a casa una quantità sempre crescente di persone che oggi sembrano indispensabili con il loro lavoro, ma che tra non molto probabilmente si riveleranno superflue da un punto di vista strettamente lavorativo.

E allora questa ridondanza lavorativa potrà significare anche una ridondanza, una superfluità nella vita stessa? Queste persone superate dalle macchine diventeranno afasiche, perderanno la loro voce, persino il diritto di parlare? Si ritireranno in una sofferenza interiore così forte da estraniarle dal mondo esterno, come il violinista del romanzo?

Pirandello potrebbe essere stato in certo modo profetico. Naturalmente ognuno di noi si augura di no, pur essendo perfettamente consapevole al tempo stesso che invece probabilmente è proprio così.

Non mi è sembrato fra le migliori opere di Pirandello, anzi forse è quella che mi è piaciuta di meno, tuttavia è un romanzo che va letto, è anche molto breve, circa 200 pagine. Lo consiglio, soprattutto a coloro come me che vogliono colmare una lacuna nella loro conoscenza di questo straordinario autore, ma non solo: anche gli altri avranno piacere nella lettura di questo romanzo. Tuttavia, se vi avvicinate per la prima volta a Pirandello (ne dubito, visto che lo abbiamo letto tutti a scuola), vi consiglio di iniziare con qualcos'altro.
Profile Image for Atefe Dtr.
113 reviews11 followers
April 11, 2025
رمانی که از زبان راوی، گوبیو، در قالب یادداشت روایت می‌شه و به نظرم مهم‌ترین ویژگی داستان هم همین شخصیت راویه. گوبیو که برای کوزموگراف فیلم می‌سازه خودش رو یک شیء می‌بینه که فقط دسته‌ی دوربین رو می‌چرخونه و انگار جزئی از اون عنکبوت سیاهه. برای همین خیلی از ماشینیسم و سینما انتقاد می‌کنه. اما بخش جالب ماجرا شخصیت خونسرد، بی‌تفاوت و در عین حال باملاحظه‌ی راویه که نویسنده خیلی عمیق بهش پرداخته. گوبیو در عین جدی بودن، شوخ هم هست، اما شوخی‌هاش خیلی ظریفه. و از این جهت طنز شخصیت‌های بهرام صادقی خیلی خیلی شبیهه به این شخصیت. (به ویژه اینکه خود صادقی تو یکی از مصاحبه‌هاش به شباهت طنزش با پیراندللو اشاره می‌کنه).

من تو این رمان خیلی وجوه شباهت دیدم. مثلاً تو نحوه‌ی توصیفاتشون از ظاهر شخصیت‌ها: «دود زیادی از دهانش بیرون می‌داد... و با آن دهان بزرگ برجسته و بازش، مانند دهان یک نقاب مضحک قدیمی، به حرف‌هایم گوش می‌کرد. ضمن اینکه چشم‌های موش‌وار و موذی و سرزنده‌اش را به هر سو می‌گرداند» (پیراندللو) و «پیشکار یک دفعه مثل ترقه از جا جست، به درون اتاق پرید و با هیکل خپله‌ی خود دور آقای خواتیم به جست‌وخیز پرداخت. بشکن می‌زد، خودش را تکان می‌داد، می‌خندید، شکلک درمی‌آورد؛ بارها خودتان لقب "خمره‌ی کثیف قدیمی" را روی من گذاشته‌اید» (صادقی). حتی لحنی که راوی حین خطاب قرار دادن خواننده داره‌ هم خیلی جاها بهم شبیهه.


طرح داستان هم جذابیت‌های خودشو داره و اصلاً خسته‌کننده نیست و تک‌گویی‌های گوبیو خیلی خوب روایت رو پیش می‌بره. مخصوصاً اینکه نقطه‌ی اوج داستان و پایانش غیرمنتظره است و از ایناییه که یهو چشمات گرد می‌شه با این وجود هم‌چنان با کل روایت همخوانی داره. با این حال ضمن اینکه پیراندللو شخصیت‌های دیگه رو هم به خوبی تصویر کرده، مثلاً شخصیت مفلوک کاوالنا یا شخصیت عجیب و مازوخیستیِ نستوروف، اما شخصیت گوبیو یه چیز دیگه‌ست :))) آخر کتابم که نوشته‌هایی از گرامشی اومده در باب پیراندللو و پیراندللیسم.
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«فرار. پناه بردن به درام! کار قشنگی است و همان‌طور که گفتم این روزها مد شده است. حل شدن در انبساطی به قول معروف تغزلی در مواجهه با ضرورت‌های خشن و حیوانی زندگی، آن هم به شکل پیشامدی بی‌مکان و به دور از منطق. یالا، یک پله بالاتر از هر واقعیتی بروید که در مقابل چشمانمان کوچک و بی‌رحمانه جلوه می‌کند.»


«اگر می‌دانستید گاهی چطور به این سکوت شی‌واره‌ام گوش می‌سپرم! و چطور از رمز و رازی لذت می‌برم که از دل این سکوت بر هر کسی که متوجه‌اش بشود جاری می‌شود. دلم نمی‌خواهد اصلاً حرف بزنم و همه چیز و همه کس را با سکوت احاطه می‌کنم، اشک را و لبخند را، نه به این خاطر که خودم آن لبخند را انعکاس دهم، توانایی‌‌اش را ندارم، نه به این خاطر که خودم آن غم را تسکین دهم، قادر به این کار نیستم، بلکه به این خاطر که همه بتوانند در درون من نه تنها دردهایشان بلکه بیشتر شادی‌هایشان را بیابند.»
Profile Image for SiMo.
331 reviews61 followers
November 19, 2020
Il romanzo è ambientato a Roma e vede protagonista Serafino Gubbio, che di lavoro fa l'operatore cinematografico: è quindi colui che sta dietro la telecamera e che gira la manovella per riprendere una scena (siamo ai primi del '900 e le macchine da presa erano ancora meccaniche).

La storia è il pretesto per Pirandello per fare una critica forte alla modernità delle macchine e all'alienazione che portano con sé. A questo si aggiunge la tematica dello scontro tra cinema e teatro e la riflessione sulle tematiche dell'identità che verranno poi sviluppate e sviscerate in Uno Nessuno Centomila.

Diciamolo, Pirandello è un po' Boomer in questo libro, però è pienamente comprensibile lo sgomento di fronte ad un mondo che cambia così in fretta e così profondamente proprio a causa dell'avvento delle tecnologie modene e l'autore da voce a tutti quei dilemmi che ancora oggi, magari con modalità diverse, sono al centro delle discussioni sulla nostra società.

Il romanzo è anche interessante per il fatto che ci permette di sbirciare un po' nel mondo della cinematografia dei primi del secolo scorso, ambientazione che non è così facile trovare in letteratura.
Profile Image for Chris.
305 reviews1 follower
May 12, 2024
Non è facile parlare di quest'opera, si rischia di dire troppo o troppo poco. Stando alla premessa che l'accompagna però, sembrerebbe che io abbia travisato da sempre il significato del saggio "L'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica" di Walter Benjamin, che ha molto in comune con questo scritto pirandelliano, e di fatto ne costituisce una metà a livello tematico. C'è una costante 'perdita dell'aura': Serafino Gubbio che si riduce a essere mano impassibile che gira una manovella e nient'altro; l'aura di femme fatale della Nestoroff che si perde in un sistema di scatole cinesi fatte di vendette quanto mai futili; anche l'aura di selvaggia maestà della tigre si perde, dato che il povero animale viene raccattato già stanco e mortificato dal prolungato contatto con l'uomo. L'altra cosa che mi ha risvegliato l'attenzione è la pazzia della moglie di Cavalena, che è lo specchio di quella della moglie di Pirandello; mi ha in qualche modo intenerito leggerne la descrizione, e i maldestri tentativi di Fabrizio Cavalena di sfuggirvi - così come in passato mi aveva intenerito il racconto "Il treno ha fischiato", che tratta lo stesso tema - e mi ha dato modo di riflettere sulla forza d'animo che deve avere avuto Pirandello per riuscire in qualche modo a fare fronte a una disgrazia del genere mantenendo la lucidità.
Profile Image for Leonard Cenușă.
61 reviews
August 1, 2025
Onestamente, questo è stato molto più pesante di Uno, nessuno e centomila oppure Il fu Mattia Pascal, perchè mentre i libri precedenti trattavano molti argomenti, ma collegati tutti da un filo logico riassunto in un tema generale, questo invece tratta di tutto: dalla macchina e l'industria assieme alla perdita di lavoro e L'evoluzione dell'uomo, fino all'allienzaione della persona e la sua ipocrisia autodistruttoria, e poi c'è la natura dominante ed intoccabile e in mezzo a tutto una relazione, più relazioni! Tutte delusionali ed illusorie, e avvolte tragiche, se guardate da lontano...
Tanta roba.
5 reviews
June 5, 2022
Serafino Gubbio crede che oggi l'unico scopo degli esseri umani sia servire le macchine (la crescita del capitale). Partendo da questo preconcetto si sviluppa un racconto affascinante e ricco di riflessioni filosofiche sulla seguente questione:

"Per sopravvivere in questo mondo fatto per le macchine dobbiamo forse noi umani annientare i nostri sentimenti e trasformarci in esseri puramente razionali come le macchine che serviamo?"
Profile Image for Leo sosa.
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May 14, 2023
mi astengo dal dargli un voto il quale comunque fluttua tra le tre e le cinque stelle in ogni caso bellissimo libro leggetelo e fatevene una vostra opinione
Profile Image for Alberto Emanuele.
13 reviews
January 24, 2024
Immaginavo fosse una lettura molto più leggera.
Ma, in realtà, mi è piaciuto molto: un romanzo che narra del trionfo della Tecnica sull’uomo.
(Gg per la tigre, GODO!)
Profile Image for L.S..
603 reviews57 followers
December 20, 2010
…fragmentele unei vieţi rămase ascunse; acte ambigue, minciuni ruşinoase, invidii întunecate, delicte pregătire pe ascuns până la ultimele detalii şi amintiri uitate şi dorinţe nemărturisite erup tumultos, cu o furie diabolică mugind ca nişte fiare. Cine cunoaşte cărările sufletului? Chinurile, orbirea, hotărârile neaşteptate, funeste? Motivul trebuia căutat în viciile în care se pierduse, rănindu-i inima atât de profund încât n-o mai simţea demnă de o tânără ce-ar dori cu dragostea sa, s-o răscumpere şi s-o înnobileze. Umbre de vis, umbre dragi ale mele, umbre scumpe mie şi nimic altceva. Cum în ce fel era noaptea, dacă nu aveam cum s-o trăiesc, nimic de făcut? Nu, nici lume nici timp, nici nimic; eu eram în afara lucrurilor, absent din mine şi din viaţă, şi nu mai ştiam unde eram şi de ce eram acolo. Aveam înlăuntrul meu imagini, nu ale mele, imagini de lucruri, de persoane; amintiri despre persoane care nu existaseră niciodată în realitate, în afara mea. Nu le găsisem fiindcă nu existaseră niciodată: umbre, vise. Pot să mă lipsesc de toate! Am irosit pentru voi puţin din ce nu-mi mai trebuie deloc; puţin din inima care nu-mi mai trebuie deloc. Scuzaţi-mă că v-am deranjat. Vina e a mea că am vrut să mă amestec. Nu vă deranjaţi şi noapte bună. De îndată ce o dramă îţi apare în faţa ochilor scoţi la iveală nebunul din tine, poetul îndurerat, şi te apuci să aspiri din proza realităţii meschine puţină poezie amară. – Dar inima? – Ce inimă? – Pentru Dumnezeu, inima. Ar trebui să n-ai inimă! – Ce inimă?! Nimic, prostii. Ce-i pasă inimii mele că X plânge sau că Y se căsătoreşte? Eu evadez, evit drama, divaghez, uite divaghez.
Profile Image for Georgiana 1792.
2,401 reviews161 followers
March 5, 2021
Un romanzo in cui la poetica di Pirandello si scontra, o forse sarebbe meglio dire, va a nozze con la tecnologia e il cinematografo. Sono passati anni, la tecnologia si è evoluta in maniera esponenziale, ma molte riflessioni sono ancora valide, per non parlare della vicenda principale, degna di un reality show!

Non posso né odiare né amare la Nestoroff, come non posso odiare né amare nessuno. Sono una mano che gira la manovella.
Displaying 1 - 30 of 101 reviews

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