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Chirù

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Eleonora è la maestra, Chirù l'allievo. Quando s'incontrano, lui ha diciotto anni e lei venti di più. Le loro vite sembrano non avere niente in comune. Eppure è con naturalezza che lei diventa la sua guida, e ogni esperienza che condividono – dall'arte alla cucina, dai riti affettivi al gusto estetico – li rende più complici. Eleonora dona a Chirù tutto quello che sa, tutto ciò che è ed è stata, prendendo in cambio la sua giovinezza, l'entusiasmo acerbo delle prime volte e delle grandi scoperte. Il loro è un gioco magnetico e aspro, fatto di distanze e complicità, difese e abbandoni, in un continuo scambio di ruoli. Chirù chiede, avanza pretese, Eleonora centellina i suoi doni, le sue aperture. Si contagiano a vicenda, danno vita a un quotidiano corpo a corpo intellettuale e psicologico. Eppure nei loro occhi è scritta la distanza fra quello che sentiamo di essere e ciò che pensiamo di dovere al mondo: l'amore è la più deformante delle energie, può chiederci addirittura di sacrificare noi stessi.

200 pages, Paperback

First published November 10, 2015

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1690 people want to read

About the author

Michela Murgia

50 books1,171 followers
Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972 ed è stata a lungo animatrice in Azione Cattolica. Ha fatto studi teologici ed è socia onoraria del Coordinamento teologhe italiane. Ha pubblicato nel 2006 Il mondo deve sapere che ha ispirato il film Tutta la vita davanti e nel 2009 il bestseller Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010.

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Profile Image for stefano.
188 reviews160 followers
November 14, 2019
Innumerevoli concetti si fanuccano raminghi nel mio io dopo una tale cordellata solitaria, e perciò stesso degna di attenzione, di acclusivi concetti editieri di sconfinata sentimentalizzazione reciproca.
Ahn?
Boh!
È che dopo aver letto tutto d'un fiato l'ultima fatica letteraria di Michela Murgia mi sento un genio della letteratura anche io – che vi credete? - e le parole difficili già esistenti per me non sono sufficienti, per cui ne invento di più difficili.

Com'è Chirù, allora? A caldo, e tuttavia dopo meditata riflessione, verrebbe da articolare un giudizio complesso, tale per cui possa essere espletato in apposita tazza di ceramica all'uopo progettata con riferimenti a comportamenti sopra le righe che talvolta esulano la normalità. 'rca miseria, Michela Murgia mi ha contagiato e non riesco più a dire cagata pazzesca senza contorcermi con l'italiano. Si tenga tuttavia presente che tale definizione non vuole essere assolutamente lesiva dell'opera di genio della nostra scrittrice preferita, trattandosi solo e indubbiamente di citazione, alla quale rimando: my link text.

Ma vediamo di argomentare. Chirù è la storia di una signora che si chiama Eleonora che fa l'attrice di teatro e a tempo perso alleva ragazzini. Cioè, fa la maestra. Anzi, no, ha i protégés. Ne avete mai visto o conosciuta una, voi? Io no, ma non sono uomo di mondo. Le maestre (di vita, non di scuola) di quarant'anni che andavano con i ragazzini, al mio paese, non facevano le attrici di teatro e le chiamavamo in altra maniera. Manco sapevano dov'era, il teatro. Altre cose sì, le sapevano, ma il teatro proprio no. Comunque, 'sta Eleonora qua non va troppo d'accordo con il fratello, che a lui gli hanno comprato la pistola ad acqua e a lei il carretto per i gelati no, quand'era piccola; nemmeno con il padre va d'accordo; con la madre un po' di più, ma poi alla madre le viene un tumore e non vuole che lei le porti le uova di oca che sono più grandi di quelle di gallina. Non c'entra niente, però Michela Murgia ci si concentra su questo punto e io nel dubbio che sia importante ve lo riferisco. Soprattutto la storia che al fratello hanno comprato il giocattolo e a lei no. C'è sicuro un significato recondito, ma al momento mi sfugge, nella pistola ad acqua a lui e a lei il carretto no. Ogni tanto l'attrice Eleonora di teatro adocchia un ragazzino, o ne è adocchiata, e decide di istruirlo al mondo, alla vita, ai sentimenti. Boh. Devono essere delle cose che succedono a Cagliari: qualcuno che c'è stato può confermarmelo? Insomma, due allievi di Eleonora sono stati ben allevati e hanno successo, uno era addirittura antropologicamente comunista. Io sono ignorante, ma però sul sito della Treccani ci so andare anche io e mi sono messo a cercare che cosa significa. In pratica questo ragazzino era uno che con criterî, metodi antropologici; dal punto di vista antropologico professa il comunismo, o è iscritto a un partito o a un movimento che ne propugna la dottrina, oppure fa, o faceva, parte di paesi in cui i principî del comunismo sono, o erano, attuati in sistema politico. Capito? Io no. Forse era antropologicamente comunista perché aveva i capelli da rasta. Insomma, Eleonora l'attrice di teatro ne alleva due bene, il terzo si suicida – ma le appare in sogno con le fragole - e il quarto è, appunto, Chirù. Chirù suona il violino, il papà fa il farmacista, la mamma lavora al porto di Cagliari e poi Eleonora parla di Chirù con un suo vecchio amante che si chiama Fabrizio e una volta lei stava per sposarsi con uno che si chiama Stefano – come me! (Giacobbo ci costruirebbe una puntatona di Kazzenger) – ma lui le aveva detto qualcosa tipo sua mamma e lei allora no, preferisce stare da sola senza figli, facendo l'attrice di teatro e allevando ragazzini. Io non so nemmeno se sia legale allevare ragazzini. Chirù si innamora di lei, lei si innamora di uno svedese che si chiama Martin e nel frattempo Fabrizio le dice di smetterla di allevare Chirù e Chirù va a trovarla a Firenze, ma poi bisticciano. Eleonora si sposa con Martin e alla fine del libro è incinta, ma secondo me nessuno di questa storia che non ci ho capito niente vive felice e contento. Almeno, lo spero.

Ah, una cosa importante. Eleonora va in Svezia ché lei fa l'attrice di teatro, oltre che l'allevatrice di ragazzini, e quando arriva a Stoccolma si sorprende perché non trova i prevedibili panorami con i fiordi. Sarà pure forte a fare teatro e nessuno mette in dubbio le sua qualità di allevatrice di ragazzini, ma secondo me Eleonora in geografia era un po' scarsina, ecco. Tipo andare in Sicilia e chiedersi dove cazzo sono i nuraghi. Secondo me avevano comprato il fucile al fratello e a lei niente carretto perché aveva preso un voto basso in geografia, Eleonora, l'attrice di teatro.

Altra cose notevole: Chirù ha le palpebre, candide e lisce, prodigiosamente ancora impigliate all'infanzia. Ora, io da grande vorrei fare lo scrittore, ma finché non riuscirò a notare palpebre impigliate all'infanzia, prodigiosamente, ça va sans dire, mi sa che devo riporre i sogni nel cassetto.

Poi: Chirù e Eleonora vanno a mangiare a Cagliari, in un posto che si chiama bastione. La tavolata era all'aperto, e davanti a noi il camminamento del bastione brulicava di persone avide di altezze che passeggiavano sulla linea dello sfondo. Sono passato tante volte, io, in quel bastione, e mai che abbia visto persone avide di altezze, né sulla linea dello sfondo e nemmeno più vicino. C'ero anche la settimana scorsa, nel bastione, se avessi letto prima il libro avrei guardato con maggiore attenzione, ma non mi sembra di averne notate, persone avide di altezze, distrattone che non sono altro. Però ora, pensandoci, forse non ho colto la sfumatura di Michela Murgia. Se le persone avide di soldi sono quelle che tengono i soldi tutti per loro, allora le persone avide di altezze sono quelle che tengono i centimetri ben nascosti e noi sardi, si sa, mica brilliamo per sviluppo verticale. Vuoi vedere che ho fatto la versione in prosa di Chirù, proprio in questo istante.

Per finire, io modestamente proporrei una cosa. Un film! Un film tratto da Chirù. Uno di quei film fatti con i finanziamenti di Rai Fiction, presentato a Venezia, non lo guarda nessuno, e poi si incazzano con Checco Zalone che la gente non capiscono. La regia potrebbe essere di Cristina Comencini, sceneggiatura di Michela Murgia, ovviamente. Nel ruolo di Eleonora ci vedrei bene quella là con la faccia seria, quella che non ride mai che sembra c'abbia sempre un miliardo di sfighe, Margherita Buy, ecco. Nel ruolo di Chirù un ragazzino a caso che non sa recitare. Sai che spettacolo: Marco Giusti lo inserirebbe, ancora prima di vederlo, nel suo mitico dizionario sui film italiani stracult. Stracultissimo.
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
March 26, 2018
A.A.A. CERCASI MENTORE.

Credo che in questo libro mi sia sfuggito qualcosa. La trama è insulsa, così lontana dalla poetica “Accabadora” con cui avevo conosciuto la Murgia. Come si fa a pensare di insegnare qualcosa della vita a chi la vita la deve ancora vivere? A spiegare un dolore che non abbia lacerato l’animo, un’assenza che non abbia ferito la pelle? Come posso arrogarmi il diritto di capire quale è la strada giusta per un individuo che non sono io? E a trent’anni per giunta! Come se fosse un’età in cui tutte le cose ci sono svelate. Beh, i miei non mi hanno svelato proprio nulla, so ancora di non sapere, sto qui da un pezzo a contemplarli, e forse si allora mi serve una guida…
Ho provato un’antipatia viscerale per questa donna assurda, che fa quello che vuole della sua vita e mentre costringe il pensiero altrui. La Murgia racconta il nulla e fa con un linguaggio di pensieri pensati e mai detti, di immagini rimaste negli occhi silenziose, che fa rabbia. La seconda stella è solo per questo.

Profile Image for Claire.
142 reviews56 followers
June 10, 2017
Questo è uno dei libri più brutti che abbia mai letto.
 Forse non è brutto in modo esilarante e plateale come Niente di vero tranne gli occhi di Faletti; non è lungo e noioso fino alle lacrime come certi classici della letteratura francese settecentesca; non è volgarotto come i libri di Ken Follett. 
Però è un libro insopportabile e il fatto che sia pubblicato da Einaudi peggiora solo le cose.

Intanto è scritto in modo pretenziosissimo, con frasi ad effetto che provocano ilarità (me lo vedo un cagliaritano che parla della sabbia del Poetto dicendo che non è più quella di un tempo per colpa di un “improvvido ripascimento”), ma più che altro a irritarmi sono stati la trama e i personaggi, in particolare la protagonista e voce narrante, che non solo è la persona più piena di sé che mi sia capitato di incontrare in letteratura, ma è talmente convinta di sapere tutto e di doverlo far sapere anche al mondo, che ogni volta che apre bocca parte con un pippone che non finisce più, su qualsiasi argomento. Il momento più bello del libro arriva verso la fine, quando un suo caro amico le dice “Eleonora, vaffanculo!”. Dopo non so quanti anni di conoscenza, e centottanta pagine per il lettore, se l’era meritato.

Ma partiamo dalla trama: Eleonora è una trentottenne attrice (“di teatro di prosa” inserire gif di qualcuno che alza gli occhi al cielo qui, ma inseritela come recensione al posto delle parole e avrete capito cosa suscita questo romanzo), che ogni tanto prende degli “allievi” per insegnare non si capisce bene cosa: la vita, stare al mondo, le relazioni sociali, l'arte, boh. Per gran parte del libro è tutto lasciato in termini molto fumosi, a volte buffi credo involontariamente (ma se era voluto, allora la Murgia mi sta un pochino più simpatica), ad esempio paragonando la cosa all’addestramento dei cani. Non si capisce bene quale sia il punto di queste relazioni, tant’è che a un certo punto pure una sua amica le chiede come mai prenda solo “allievi” maschi (bella domanda, me lo chiedevo anche io: siccome a un certo punto aveva fatto tutto un discorso sui diamanti che lei trova in giro, mi sono domandata se non ci siano mai diamanti di genere femminile). Lei si picca e le dice che no, non se li porta a letto se è questo che l’amica stava chiedendo, ma che ovviamente c’è del desiderio (sidenote: uno dei suoi passati allievi aveva quindici anni), perché non si può imparare se non c’è desiderio. Boh, vabbe’.

Eleonora dunque inizia a spiegare la vita al suo nuovo alievo, Chirù. Nel primo incontro gli insegna dei riti, e parla con frasi di questo genere: “ Un rito è un segnale di riconoscimento reciproco”; racconta che lei ne ha uno col giornalaio che lo aiuta a sentirsi speciale visto che fa un lavoro anonimo (“[questo rito] serve a dare senso a un mestiere noioso in cui a nessuno importa chi sei”), e quindi quando lei va in edicola invece di chiedere La repubblica gli chiede “quella delle banane”, e quando vuole L’unione sarda, dice “quella che fa la forza”. Ed ecco, questo è il tipo di persona che è Eleonora, una persona che i giuovani d’oggi definirebbero “a special snowflake” che tutti, nel suo narrare, amano (la sua amica la definisce una “super stella” che attira tutti nella sua orbita), che può cambiare la vita delle persone e indirizzare le scelte di giovani menti, ma che può anche dare luce alla giornata del povero giornalaio col suo giochino. È talmente sicura di poter spingere verso la strada giusta, che con un allievo precedente si arrabbia perché lui, invece di scegliere di fare il poeta o il drammaturgo a tempo pieno (mia madre avrebbe detto “e poi cosa mangi, caschette?”), opta per la carriera accademica. 


Alla seconda lezione con Chirù lo porta a una festa tra la gente dello spettacolo a Roma, e gli fa capire quanto sia inesperto dandogli del “coglione” perché si è annoiato con quello che poi si rivela essere il direttore di un teatro dell’opera (Chirù è un aspirante violinista), dicendogli che già dagli abiti avrebbe dovuto capire che tipo di persona importante quell'uomo fosse; così alla terza lezione lo porta in una sartoria (in cui i dipendenti guardano male Chirù perché, e vi ricordo che ha 18 anni, è vestito con “una felpa”) per fargli tastare con mano i vari tessuti così d’ora in poi potrà giudicare le persone dal modo in cui vestono; e però in un momento successivo Eleonora si stupisce che Chirù stia diventando “ipocrita” quando lo sente parlare male, di fronte agli insegnati del conservatorio, del suo migliore amico e dice di capire, adesso, perché questo ragazzo odora di foglie marce (?).

Ma Eleonora è anche il tipo di persona che, convinta come dicevamo di essere dotata di una saggezza fuori dal comune, ma anche di una grande consapevolezza di sé, può allo stesso tempo criticare delle persone appena conosciute per cinque minuti, e dire che lei non si sognerebbe mai di dire tutto ciò che pensa perché “quello che io chiamo pensiero non somiglia in nulla a un lampo illuminante, perché è il risultato di un delicato processo di risalita da certi fondali solo miei”. Questo succede quando, finalmente, dopo più di cento pagine passate a domandarmi “ma dove cavolo sono i genitori di questo ragazzino?”, compaiono il padre e la madre di Chirù, che Eleonora liquida come incapaci di capire cosa lei può dare al loro figlio (“un supporto economico e relazionale che aveva lo scopo di aumentare le possibilità del suo talento” - ma più avanti nel libro si scandalizza perché lui le ha chiesto “una raccomandazione”), perché la madre lavora in dogana (“una che misurava le cose a cabotaggio”) e il padre è farmacista (“[misurava le cose] a controindicazioni”). Dopodiché, sempre perché i suoi giudizi arrivano lentamente dai fondali marini or something, sentenzia: “ebbi la certezza che quel ragazzo sapesse quanto me che c’erano molti modi di essere orfani”.

Ed Eleonora è, anche, il tipo di persona che pensa che il suo allievo precedente si sia suicidato perché era troppo innamorato di lei, e che amici e parenti non abbiano la più pallida idea di cosa passasse per la testa del ragazzino, mentre lei sì, lei sa tutto.

Eleonora è il tipo di persona che la madre sceglie di non vedere prima di morire, presumibilmente perché, poveraccia, dopo il tumore e una figlia del genere vorrebbe almeno morire in pace.

Insomma, questo è l'andazzo, e mi spiace non poter riportare esempi più pregnanti della mirabolante prosa della Murgia, perché erano troppi e non me li sono segnati.
Il problema non è neanche che Eleonora è una mitomane a cui piacciono i ragazzini, il problema è che il libro è scritto male, in modo presuntuoso, la voce narrante non si sopporta per le poche pagine che dura il romanzo, i dialoghi risultano per lo più forzati e ridicoli, la trama non sta né in cielo né in terra, e anche il finale è abbastanza vergognoso. Però devo dire una cosa, vale la pena leggere Chirù almeno per godere della descrizione della pièce teatrale che Eleonora porta in giro per l'Europa.

p.s.: Murgia, la parola che cerchi per indicare un periodo di dieci anni è decennio, non decade.

p.p.s.: ma come si fa a scrivere a matita su gusci di uova fresche?

p.p.p.s.: Murgia, Ibsen era norvegese.
Profile Image for Federica.
87 reviews179 followers
November 29, 2015
http://dustypagesinwonderland.blogspo...

Il senso di totale soddisfazione che segue la chiusura di un libro è per me talmente inusuale da rasentare il sospetto che qualcosa si nasconda dietro uno stile troppo curato e una storia molto ben orchestrata, forse un difetto che non ho notato, una ruga nello smalto brillante della confezione.

Per quanto il mio mantra in fatto di libri sia “dubita sempre”, si farebbe un torto al talento di Michela Murgia volendo cercare a tutti i costi il pelo nell'uovo: il pelo non c'è, e se anche ci fosse sarebbe tanto ben amalgamato da destare il dubbio che si tratti piuttosto di un'increspatura levigata che intarsia, anziché danneggiare, la compattezza dell'insieme.

Chirù è un libro bellissimo, un aggettivo che, devo dire, poche volte mi sento di affiancare a un'opera contemporanea italiana. La scelta di una parola dalla connotazione estetica non è casuale, perché prima di tutto Chirù è un libro dallo stile a volute, aggraziato, puro, in cui la naturalezza della prosa nasconde molto bene quello che deve essere stato un faticoso lavoro di sottile rifinitura. A sei anni dall'esordio letterario della Murgia, Accabadora, questo deciso ritorno alla narrativa ha un sapore dolce-amaro, perché il racconto, che sembra avere degli elementi autobiografici, è il ritratto di una solitudine – o, meglio, di una “infelicità con classe” – che molto ha a che fare con la percezione di se stessi e della propria femminilità.

Nel rapporto tra Eleonora, la protagonista, e Chirù, un diciottenne sveglio ma ancora “grezzo”, che aspetta solo di essere raffinato, c'è un vicendevole scambio che va oltre il rapporto pedagogico maestra-alunno (di cui Murgia saprà pur qualcosa, avendo insegnato religione per sei anni): il mentore consegna se stesso nelle mani del protegé, imparando da lui a conoscersi e a scoprirsi di volta in volta. Lo sguardo limpido di Chirù è, infatti, lo specchio attraverso cui Eleonora focalizza se stessa: una trentottenne ammantata di tristezza, arrivata forse a un punto di rottura. Chirù impara troppo velocemente l'arte della finzione, la manipolazione e il gioco di magia dell' affabulazione. Perché, anche se non c'è il retaggio folcloristico di Accabadora, sappiamo bene quale sia il potere delle parole, e come spostino l'ago della bilancia, e come definiscano le persone e le cose in modo talvolta irreparabile. Si intuisce che Murgia, pur essendo questa volta narrativamente lontana dalla Sardegna degli anni Cinquanta, non resiste comunque a un certo tipo di malia, di origine non meno atavica. Eleonora assume le sembianze di un'Eva che, dopo averla morsa, offre al giovane Adamo la mela della conoscenza: ed è una conoscenza totale, in qualche modo terribile, perché fa breccia nell'innocenza – nell'inconsapevolezza: di sé e degli altri che diventano, tutto a un tratto, delle cavie su cui esercitare potere, o fascino, per meglio dire, che non a caso si credeva una stregoneria scaturita dallo sguardo e da parole segrete.

È il lato oscuro di Chirù, quello di cui la protagoniste dice: io Chirú lo riconobbi dall’odore di cose marcite che gli veniva da dentro, perché quell’odore era lo stesso mio. La sua maturazione giunge con la consapevolezza (Chirú era un candore che mi si era affidato perché lo violassi, e il modo che io avevo scelto per farlo era regalargli consapevolezza) ed è in quel momento che qualcosa si spezza, e che Eleonora comincia a intuirne la pericolosità non solo per gli altri, ma anche e soprattutto per se stessa.

La storia delinea una visione tridimensionale delle relazioni umane e dell'umanità, intesa come insieme di fragilità, dipendenze, sensi di colpa. Michela Murgia ha una scrittura intima; nell'indagine che compie dentro il suo personaggio ritroviamo noi stessi, ci scaviamo insieme all'autrice che sembra riversare sulle pagine il doloroso fluire di un'ombra incerta del proprio destino. E gli interrogativi si susseguono, e non riguardano solo noi: nell'asettico Nord Europa, in quei paesi della Scandinavia campioni di civiltà, l'arte è ancora possibile? Nessuna censura, nessuno scontro con il potere non devitalizzano il motivo stesso dell'arte di esistere?

Qui, dove è stata abolita la valorizzazione dell'individualità nell'intento di non creare disuguaglianze, il tasso di suicidi e del consumo di alcool è incredibilmente alto. Un ribaltamento dell'idea della società svedese per me del tutto inedito, che lancia dubbi (vagamente Bradburyani, in verità) sul fatto che l'appianamento delle differenze che generano infelicità possa, a tutti gli effetti, guarirci dai mali sociali.

Chirù è un romanzo che risplende di luce propria, bello appunto perché ammaliante, stilisticamente curato, ma bello anche perché si intuisce il percorso privato che sembra collegare Murgia al libro, con una sensibilità ed eleganza che oserei definire femminile e che raggiunge una maturità completa oltre la quale è possibile scrivere solo capolavori.
Profile Image for Danilo De rossi.
176 reviews9 followers
January 5, 2016
Libro splendido, scritto in modo magistrale. È un romanzo ricco di spunti di riflessione, il cui tema principale, ovvero quello della funzione guida di un adulto di riferimento, fa respirare un'aria di altri tempi. Da un punto di vista dell'intreccio succede molto meno di quanto ci si aspetti, ma la capacità di scrittura della Murgia e la complessità degli argomenti sfiorati rendono la lettura un piacere capace di arricchire chi ne beneficia.
Profile Image for Silvia.
91 reviews
January 6, 2016
Partiamo dalle cose che mi sono piaciute del libro che poi, lette al contrario, sono anche le cose che non mi sono piaciute.
Sono belle alcune delle scene ed episodi dell'infanzia di Eleonora. La scrittura è piacevole, scorre leggera. Le numerose frasi ad effetto, orchestrate a puntino, fanno il loro dovere.
E poi il finale, anche se non originale, quanto meno rimane un finale anche della narrazione, la grande assente del libro.
La narrazione appunto, quale? La storia non ha storia, il libro vuole fondarsi tutto sull'introspezione psicologica, che poi viene affidata alle tanti frasi da effetto. Belle se hai 18 anni.
A metà del libro mi sono posta la domanda madre di tutti i libri che non mi piacciono: "Ma a me, di questi due cosa interessa?" Superata la metà è andata meglio, poi per fortuna è arrivato il finale, con tanto di clichè. Ma meglio quello che il nulla.

In sintesi, brava Murgia, scrivi bene, ma non bisogna solo saper scrivere, serve anche avere in mente una storia, altrimenti si rischia di fare un collage di bei pezzi, la cui somma però non da un romanzo.
Profile Image for Crisadmaiora.
85 reviews
December 26, 2015

Quando ami uno scrittore aspetti con emozione che pubblichi una nuova opera. Sono trascorsi 6 anni da Accabadora con cui Michela Murgia mi conquistò con uno stile unico che metteva su carta un lato oscuro e magico della Sardegna con una grande delicatezza. E sempre per quello stile non avevo fatto troppo caso ad alcune note stonate nella storia perché ci sono scrittori che raggiungono la perfezione nel narrare storie e altri che ti incantano nel modo in cui le raccontano. Finalmente è uscito il nuovo libro: Chirù. E come un'innamorata chiudo occhi e orecchie: la Murgia è ovunque su giornali Tv radio e social networks. Chirù è uscito dalle pagine del libro e anzi prima ancora d'essere il protagonista del libro è un fenomeno sociale su facebook. Ma sono innamorata e accecata dal desiderio di ritrovare l'emozione di questa scrittrice. Leggo in anteprima l'incipit e ne sono folgorata. Così quando lo compro mi rifugio tra le sue pagine. Ma non lo finisco. Non sono neanche riuscita a finirlo. Un libro di poco più di 100 pagine. E per me è un'eresia. Sono uno di quei lettori malati che non può fare a meno di finire di leggere un libro. Michela Murgia deve avermi guarita e lo ha fatto con un pugno allo stomaco. Che abbia un grande talento, che sappia scrivere meravigliosamente è innegabile. Magari Chirù sarà davvero un bellissimo libro come dicono alcuni. Ma a me sembra tutto solo una grandissima finzione e un esercizio di puro stile e autocompiacimento. Credo che nessun libro m'abbia mai deluso e fatto arrabbiare così tanto. Ma davvero così tante frasi ad effetto? Davvero la Murgia vuole insegnarci tutto sulla vita con il suo metro di misura? Forse è perché non sono più un adolescente ma non ho bisogno della maestra che crede di sapere tutto e di poter incantarmi con un centrino di parole. Ho bisogno di maestri che hanno l'umiltà di svelarti i significati più profondi attraverso i loro e i tuoi tormenti, senza effetti speciali. Detto questo me ne torno ai cari vecchi classici, a maestri e lezioni vere, di illusionisti ce ne sono già troppi.
Profile Image for Simona.
975 reviews228 followers
October 1, 2016
"Io Chirù lo riconobbi dall'odore di cose marcite che gli veniva da dentro, perché quell'odore era lo stesso mio".

Due esseri diversi, lui 18enne, lei di vent'anni più grande, si incontrano, si scontrano con le loro vite. Eleonora e Chirù sembrano due esseri alla deriva che si scontrano con la realtà e con l'amore. Sembrerebbe essere il classico rapporto maestra - allievo, ma la loro conoscenza li porterà ad avvicinarsi, a conoscersi, a intrecciarre le loro vite.
Il romanzo è diviso, non in capitoli, bensì in lezioni, le lezioni che Eleonora, attrice, dà a lui, giovane violinista che vuole sfondare nella musica.
Lei Eleonora, figlia che fin da bambina ha subìto il potere paterno e che non ha mai conosciuto la felicità.

"Sei infelice, ma in un modo che uno potrebbe anche pensare che ti stia bene addosso".

Con Chirù di Michela Murgia entriamo in una storia di un amore che ha il sapore del potere, della manipolazione, di ruoli che si scambiano, che si abbandonano, ecc.
Michela Murgia descrive la psicologia, le peculiarità, l'animo dei due protagonisti, ma non riesce a toccare mai il cuore né dei protagonisti né del lettore che non si emoziona e rimane quasi impassibile davanti a questa coppia che, pian piano, si disgrega.
Profile Image for The Books Blender.
703 reviews105 followers
September 8, 2016
description

Per la precisione: 2,63★

Questa recensione è presente anche sul blog: http://thebooksblender.altervista.org...

Nemmeno a farla apposta: di questi ultimi tempi mi lamentavo di alcuni (molti) autori italiani che l'italiano lo hanno visto solo da lontano, colpevoli (dal mio punto di vista) di servirsi di frasi scarne e immagini falsamente poetiche.
Poi arriva la Murgia. La sua prosa è elaborata, talvolta un po' forzata e autocelebrativa (in alcuni passaggi, si ha la sensazione che voglia solo dimostrare di saper usare bene l'italiano), ma è sicuramente qualcosa di nuovo nel mondo letterario italiano in cui i più vanno avanti a frasi di due parole e virgole sparse a caso.
Certo, ripeto, alcuni passaggi sono appositamente composti per impressionare, ma apprezzo la diversità con la quale sicuramente questo stile spicca dall'anonimo resto (anche se mi dissocio da alcuni accenti: più, così, sì messi al contrario).
Esercizio di stile o no, si tratta comunque di un italiano correggiuto e, visto il panorama cui mi stavo tristemente abituando, apprezzo.

Quindi, la storia. Tutto inizia come una lezione: questo ragazzo che chiede a questa donna di imparare. E lei accetta. Certo, sarebbe bello trovare un mentore per caso, pure bravo, semplicemente chiedendo come fa Chirú; nella dimensione letteraria tutto è possibile... anche l'impossibile nel reale (né personalmente né ad altri ho mai sentito che qualche sconosciuto prendesse sotto la sua ala protettiva per insegnare, consigliare, suggerire, ect.... ma ci sta che sia perché non frequento l'ambiente alto borghese?).

description

Insomma, comincia così questa specie di apprendistato un po' strambo, perché lei, Eleonora, è attrice teatrale; lui, Chirú, al momento violinista al Conservatorio. Quali conoscenze potranno scambiarsi due reparti così distinti dell'arte? Be', innanzitutto qualche raccomand… ehm… contatto non fa mai male; in secondo luogo, anche se l'abito non fa il monaco, è bene sapersi presentare al prossimo (e saper riconoscere nell'estraneo qualche barlume di notorietà o posizione sociale).

Ogni capitolo qui si chiama "lezione", ma di alcuni non ho davvero compreso dove si nascondesse il messaggio educativo. Ci sono alcune considerazioni sull'essere, sull'infinito, sul troppo e il troppo poco, ect. sicuramente condivisibili, ma a parte il trovarsi d'accordo con qualche affermazione, non vedo molto altro.
Insomma, queste "lezioni" intervallano poi qualche vago accenno al passato di Eleonora tramite suoi ricordi o confessioni ad altri (sul momento) poco più che conosciuti. Da una parte, annotazioni utili per conoscere il personaggio di Eleonora, ma di nessuna utilità per comprenderne meglio le motivazioni che la spingono a cercare allievi (ovviare, in qualche maniera, alla mancanza di un figlio? Sentire la presenza di una famiglia o di un semplice legame che a lei sarebbe mancato? Sentirsi onnipotente, avendo la possibilità di cambiare la vita a un giovanotto? Avere un giovane che ti idolatra senza scadere però nel becero? Sinceramente non l'ho capita...).

Il titolo del libro potrebbe far pensare che il protagonista sia Chirú o che il suo impatto sulla sua maestra - Eleonora - sia così determinante da modificarne l'esistenza. No; nessuna delle due e sono convinta che mi sia scappato qualcosa di importante per comprendere il motivo del titolo del libro.

Sostanzialmente la vicenda si giostra per tutti i capitoli (ehm… lezioni) su questo doppio binario tra Chirú, ragazzo desideroso di apprendere (?), e Eleonora, trentottenne una e trina (madre, maestra e amante, ma attenzione mai nessuna di queste tre figure appieno) fino a quando



Ma Chirú una cosa almeno l'ha imparata: quella di presentarsi al meglio per far bella impressione.
Il passaggio di conoscenza è praticamente unilaterale, ma a parte una forte malizia in più (vedi il bel quadro che un antipaticissimo Chirú fa del migliore amico al professore e ai compagni di corso) e un'attenzione spiccata al modo di vestirsi e atteggiarsi non si legge altra "crescita" nel ragazzo apprendista che, comunque, a fine romanzo pare muoversi bene anche da solo (merito di Eleonora?).

Insomma, concludendo. Con le riserve che ho già espresso all'inizio circa lo stile che, talvolta, pare più messo lì come un mero esercizio, tuttavia non si può negare che sia ben scritto e che sicuramente si avvicini a quel "qualcosa" che cercavo nella letteratura italiana di oggi senza ancora averlo, però, centrato a fondo.

D'altro canto, però, non posso certo dire che la storia mi abbia colpito, impressionato, entusiasmato o altro, perché devo concordare con coloro che si chiedono dove stia questa storia. Pare quasi sbattuta lì giusto per dire "eccola!"; un po' come gli ambienti, poco curati e giusto accennati. Anche questi buttati lì solo perché un vago sfondo sul quale muoversi deve essere dato a questi personaggi.

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Profile Image for Carola Maselli.
38 reviews4 followers
September 3, 2025
Eleonora è un'attrice di teatro, lascia il suo paesino sardo dove le è sempre stato detto di vergognarsi della sua bellezza inopportuna e conturbante, e diventa una donna di successo, con spettacoli che la portano in tutto il mondo.
Qualche volta sotto la sua ala prende giovani aspiranti artisti, ne diventa mentore e insegna loro la fame, la raffinatezza, il modo in cui entrare a gamba tesa e senza inciampi in quel posto del mondo che hanno adocchiato da un angolo della loro camera da adolescenti e nel quale vogliono crescere come persone di successo.
Dopo anni, durante uno spettacolo, incontra Chirù, un giovane violinista dai capelli arruffati, che le chiede di poter diventare suo allievo. Eleonora a quel ragazzo non sa resistere e comincia così una conoscenza reciproca che segnerà entrambi profondamente.

Nella mia scoperta tardiva di Michela Murgia, mi imbatto nel suo libro peggiore, almeno tra quelli che ho letto fino ad ora. Eleonora è un personaggio fastidioso, che crede di sapere tutto, di poter insegnare la vita agli altri, ma che in realtà non sa risolvere i propri demoni e allora per compiacersi di se stessa manipola altri per tenerli avvinti al mito della sua figura.
Chirù è invece un ragazzino che parla troppo come un adulto, che si intromette nelle vite altrui che non sa gestire amicizie e amori e poi pretende di parlare delle amicizie e degli amori degli altri. Sfumato, superficiale, debole, è un personaggio che non ti resta. Esattamente come questo libro.
Unica eccezione, i brevi paragrafi sull'infanzia di Eleonora o sul suo rapporto con la famiglia. Solo qui riconosco Michela Murgia, solo qui sento la sua voce che tanto ho amato altrove.
Spero di ritrovarla nella prossima lettura
Profile Image for Sara maria Serafini.
Author 8 books41 followers
August 22, 2023
Eleonora è la maestra, Chirù l'allievo. Il romanzo si costruisce sulla relazione tra i due: una bacchetta poggiata su una sfera e incapace di restare in equilibrio. Ma quale relazione umana lo è? Quanto sono difficili gli affetti da nominare e attraversare? Chi sono queste persone che dicono di amarsi? Come lo fanno?

"Quelli che si amano mantengono segreto il potere di farsi paura a vicenda".

Ma soprattutto, gli insegnamenti delle lezioni su cui il romanzo è costruito, sono solo per Chirù o riguardano ognuno di noi?
Michela Murgia, con il suo talento narrativo fuori dal comune, ammanta di dolcezza, impasta la bocca d'amarezza e sconvolge la testa di dubbi.

"Perché un bacio è solo un concetto, finché qualcuno non te ne dà uno. Poi arriverà qualcun altro e te ne darà un secondo, poi un terzo e un quarto e ognuno con le sue labbra senza saperlo costruirà l'idea di bacio che ti porterai dentro, fino a quando il bacio di uno sconosciuto ti farà pensare: ecco, qui io ci sono già stata. Potrà essere bello, potrà essere caldo e sapere di buono, ma lo stupore sarà finito. Bisognerebbe difendersi dalle prime volte, perché consumano la nostra capacità di evocare la meraviglia."
Profile Image for Martina.
136 reviews8 followers
May 9, 2024
Scritto molto bene e lettura scorrevole ma non ho capito il senso.
Alla base è presente la relazione maestro-allievo ma a cosa ha portato? Tutto troppo ambiguo.
Profile Image for Blodreina (Red Queen).
500 reviews51 followers
June 2, 2019
"Bisognerebbe difendersi dalle prime volte, perché consumano la nostra capacità di evocare la meraviglia."

♠ Bel libro, per carità, ma per tutto il tempo ho continuato a chiedermi: “Ma alla fine a me di questi due, che cazzo mi frega?”. E uno potrebbe dire va beh ma non l’hai letta la trama? Non l’hai letto il blurb? La quarta di copertina? L’ho letta, certo che l’ho letta, ma la sostanza è tutta lì, in quelle 10/15 righe perchè nel libro non c’è niente. Ci sono solo delle frasi ad effetto che se hai 15 anni magari le trovi pure profonde e le scrivi sul diario di scuola con quelle penne glitterate (le vendono ancora? No perchè io le adoravo) per sentirti profonda e figa con le amiche. C’è un bel modo di scrivere scorrevole e leggero e c’è un finale che dire telefonato è essere generosa. Tutto qui.

♠ Per tutto il libro ho avuto la sensazione che la Murgia tramite la protagonista, Eleonora, stesse cercando di insegnarmi a vivere, stesse cercando di spiegarmi come funziona la vita, le relazioni, come si matura e cara Michela, non ho più (purtroppo o per fortuna) 15 anni, non mi servono pagine e pagine di te che ripeti quanto la protagonista sia una donna di mondo, quanto sia adulta e colta perchè è un attrice di teatro ma che non sà che IN SVEZIA NON CI SONO I FIORDI. Però lei è attrice di teatro, è colta e matura, talmente matura che prende sotto la sua ala protettrice dei ragazzi per insegnargli a vivere (seeeeee), ed è talmente brava a farlo che uno si suicida a causa delle pressioni psicologiche che lei gli fà, nonostante questo però non si abbatte e continua a cercare in questi giovani quella, a suo dire, meraviglia e innocenza nei confronti della vita che il suo essere una cinica donna di mondo le ha portato via. Che è solo un modo carino per dire che è una cougar visto che, tra l’altro, in cosa consistano questi insegnamenti non è dato saperlo.

♠ Ma poi perchè dovrebbe importarmi di leggere di due persone delle quali una viene vista semplicemente attraverso i racconti dell’altra? Chirù non serve a nulla visto che il libro è solo un enorme pacca sulla spalla che Eleonora si dà da sola per congratularsi di essere così figa e cinica, è un enorme tentativo di introspezione interrotto qua e là dalle lezioni di vita che lei DICE di aver dato a questi/o ragazzi/o. Per tutto il libro Chirù resta una persona astratta, talmente astratta che la Murgia deve scervellarsi a scrivere paragrafi arzigogolati per cercare di farci capire com’è questo ragazzo o che personalità abbia. Fallendo, tra l’altro.
Profile Image for DarkMiryam.
113 reviews6 followers
July 13, 2016
Ho trovato recensioni contrastanti in merito a questo libro, ed è stata la motivazione principale che mi ha spinta a leggerlo. Curiosità, malefica curiosità!
E' il primo romanzo che leggo di Michela Murgia ("Accabadora" è nella mia wishlist da un pezzo, però!) e una cosa posso dirla: la sua scrittura è ipnotica. Non nel senso che pare sia stata scritta sotto allucinogeno, ma perchè ha il potere di trattenertici, su quelle pagine. Va da sè che io lo abbia divorato in meno di 24 ore.
Quello che risulta essere un po' difficile da digerire è altro. Non la storia in sè, ma il motivo che le dà il via. E' come se, in realtà, mancasse un prologo, una pagina iniziale.

Eleonora, la protagonista, è un'attrice teatrale innovativa, di buona fama, un po' snob e sopra le righe (probabilmente dovuto alla voglia di rivalsa da un'infanzia difficile, chissà). Fin qui nulla di strano. Quel che è strano è come mai nel corso della sua carriera abbia deciso di proclamarsi mecenate di alcuni ragazzini con notevoli capacità artistiche. Probabilmente la motivazione c'è, è che al lettore non è dato saperlo. Speri che questa motivazione arrivi alla fine del libro ma ciò non accade.

Non fosse per questa mancanza l'avrei definito un ottimo libro. La relazione che viene a costruirsi tra insegnante/educatore ed allievo non è semplice da gestire. Meno semplice ancora se il rapporto inizia a porsi su un piano più intimo che scorrendo dall'amicizia (inizialmente non voluta) prende diverse forme.
Meno semplice ancora se l'insegnante ha vent'anni più dell'allievo appena maggiorenne.
Però chiudendo il libro resta quella domanda a cui continueremo a non aver risposta: Eleonora si è elevata a maestra di Chirù, ma non abbiam mica capito cosa gli abbia insegnato.
Profile Image for Dario.
Author 5 books55 followers
December 14, 2017
Znate ono kada se osjećate nahranjeno nakon neke knjige? Kada sitost ne jenjava tako skoro, a žeđ za novom knjigom istog autora - ili autorice - polako prodire kroz pore? I kada vas priča u potpunosti zaokupira, i kada vam nije važno je li već prošla ponoć, i kada počnete razgovarati sa stranicama kao ljudima? Možda su vam poznati i trnci zbog opisa koji ne bi bio dobar da je i zarez na drugom mjestu? Ili pak tišina prožeta riječima koje odzvanjaju? A likovi za koje znaš da bi ih donedavno osuđivao, a sada samo želiš nastavak... čega god? I lekcije koje nikada nećemo naučiti, ali uporno ćemo ih ponavljati? E, to. Baš to.
Profile Image for Lungarells.
42 reviews9 followers
March 25, 2021
Scrittura magistrale.
Magistrale anche la tenuta fino allo Spannung. La fine invece non regge, uffa.
Profile Image for Patrizia.
536 reviews164 followers
March 21, 2016
Una prosa piena e accurata, a tratti forse costruita, ci accompagna nella storia di un'iniziazione alla vita. Eleonora, affermata attrice trentottenne, decide di prendere come "allievo" Chirù, diciottenne aspirante violinista, per guidarlo verso la consapevolezza delle proprie capacità e del successo. Un rapporto dai confini incerti e ambigui, in cui l'amore e il suo potere scardinano vincoli di sangue in aperta violazione delle convenzioni sociali. Un rapporto che si basa sulla dipendenza e sull'inganno, in quanto nel momento stesso in cui inizia l'addestramento è già previsto l'abbandono. Ma non si può non tenere conto del caso, unico regista della vita. E le parti si invertono e si confondono, lasciando poco spazio alle certezze. E nel guidare Chirù, Eleonora si ritroverà a cercare se stessa.
Un bell'incipit, intenso, e un finale spiazzante, che sembra voler rimettere le cose nel giusto ordine.
Profile Image for Mirrordance.
1,690 reviews89 followers
October 25, 2022
Il libro è piacevolissimo da leggersi, scritto bene ma alla fine, nonostante tutto il piacere della lettura fine a se stessa che - dopo tanti libri stilisticamente mediocri fa guadagnare al libro un voto superiore alla media - ci si domanda di cosa parli. Vi è questa relazione elettiva maestro-allievo tra Eleonora e Chirù che rimane ambigua e a me è rimasto il dubbio... maestra di cosa? Di vita? Si può forse essere maestra di vita? Ed ecco che i personagi appaiono sbiadire al di là delle frasi che pronunciano, poco profondi e di poco spessore. Attori che si muovono come ombre su un palcoscenico. Questo è un peccato. Una storia bella, di spessore, che accompagnasse la bella scrittura avrebbe reso il libro memorabile ma così come è non ha trama e lascia anche scarse tracce emotive nel lettore. E' un libro che ha una fine che non ti aspetti e ti lascia indifferente, banale, distaccata dal tutto. Un bell' esercizio di stile che alla fine manca di pathos.
Profile Image for Eirion.
594 reviews4 followers
June 1, 2019
Il finale.
E' come quando fai un plumcake, mescoli l'impasto con cura con tanti begli ingredienti, lo inforni e lievitando inizia a uscire dallo stampo.
Vedi il disastro arrivare, e poi accadere, e non puoi fare un bel niente.
Profile Image for Supernovae.
190 reviews
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May 26, 2023
Sinceramente non riesco a dargli una votazione in stelle, perché non capisco se mi sia piaciuto o meno.

Sicuramente è un libro con dialoghi molto pretenziosi fatti sicuramente (o quasi) da gente colta ma esagerati visto il tema.

Boh.. carino?
Profile Image for Sonia Di Pietra.
120 reviews1 follower
March 20, 2024
Non saprei descrivere il libro se non con la parola fantasma, tra i vari capitoli diversi spiriti si muovono quella della famiglia, dell’amicizia, dei sentimenti.
È incredibile come questa autrice riesca a scrivere ed esprimere a pieno il non detto tra le persone.
Profile Image for Gauss74.
465 reviews93 followers
August 22, 2017
Anche dopo la lettura di "Chirù" si consolida la mia convinzione che Michela Murgia sia uno dei nomi di livello più alto e più di prospettiva del panorama letterario attuale: ed il fatto che mi sia coetanea e quindi condivida molte delle mie sensibilità e delle mie domande lo considero una fortuna.
E sì che il canovaccio della storia era di quelli pericolosissimi: la nascita di un rapporto sentimentale pericolosamente profondo tra una attrice in carriera quarantenne ed un giovane spiantato diciottenne agli inizi della carriera poteva far sfociare l'opera in un trito e ritrito romanzo sentimentale od in un ancor più trito e ritrito romanzo di formazione ed educazione.
Invece niente di tutto questo.
Eleonora, la donna che si fa mentore di Chirù, per giustapposizione costituisce di per sé una forte rappresentazione dell'umanità alle prese con i primi bilanci della vita; il suo modo di gestire i suoi rapporti con gli altri e le sue emozioni interiori costituisce l'ossatura ed il significato di tutto il romanzo.
Mi sono identificato totalmente con la determinazione della brillante, cinica e spregiudicata donna ad arrivare alla gestione totale di tutta la propria vita, sia quella professionale che quella sentimentale. Non c'è gesto, scelta, iniziativa di Eleonora che non corrisponda ad una strategia; e parallelamente la donna non riesce a non intravedere in chi le sta vicino un atteggiamento analogo.
E' una tentazione che ho sentito molto mia, anche se non identifico i quaranta col cinismo e con l'assenza di valori. Credo che sia molto umano, quando si esce dall'età delle passioni portando nell'anima i ricordi di tante vittorie ma anche le cicatrici di tante sconfitte, approcciarsi alla vita con un piano, con la consapevolezza che anche i rapporti umani, non solo quelli professionali, devono essere in parte gestiti. Questo non è tempo di sogni irresponsabili, di voli di Icaro.
Ma sarà poi vero? Come Michela Murgia dice molto bene, anche supponendo che sia possibile farlo, la gestione completa della propria vita, la cancellazione totale della trasparenza dell'istinto conduce solo "all'infelicità. Di classe, ma infelicità".
Questa la sfida dei sentimenti a questa età. Gestire si, ma lasciando spazio alla passione, alla scelta istintiva, ad un piccolo margine rischio; questo ovviamente senza pensare che quel giovane fiore che è un sentimento possa sopravvivere senza essere gestito.
E Chirù? Sorprendentemente, visto che è il personaggio che da nome al titolo, il ragazzo resta sempre sullo sfondo. Il rapporto tra il giovane ambizioso musicista Chirù ed il suo mentore Elisabetta potrebbe essere di amore appassionato ed è Elisabetta che lo impedisce, in piena consapevolezza: la fine ed il compimento del percorso formativo del ragazzo sardo con la sua maestra consiste appunto nell'accorgersene e nel prenderne atto, accettandolo come giusto. Per essere padrone della propria vita il ragazzo accetta di non seguire la strada della passione e della sincerità, rifiutandone i rischi e le ferite. Il romanzo si chiuderà con un nuovo incontro tra i due che si svolgerà tutto nella doppiezza, nel non detto, nel gestito. E mentre Eleonora celebra col compagno strategicamente perfetto che si è scelta la nascita del suo primo figlio, l'abilità consumata con cui Chirù tiene nelle sue mani il regista che sarà la sua prima opportunità dimostra che il ragazzo ha imparato la lezione ed ha cominciato il suo percorso verso una infelicità di successo, una infelicità di classe.
Restano sullo sfondo pensieri e considerazioni (raccontati dalla Murgia a volte in modo troppo categorico) davvero molto interessanti su come dovremmo pensare la nostra famiglia, la nostra casa, la nostra terra (casa è dove non devi avere paura di fare quello che devi senza scontentare qualcuno, è il luogo dove di quello che pensi non devi essere grato a nessuno).
Questo romanzo di introspezione è scritto benissimo: la prosa è chiara, scorrevole ed efficace. Pur trattando di elementi non visibili come sentimenti e pensieri, il lessico resta preciso, l'immaginario resta forte; non ci si perde in scene senza senso o senza scopo, i periodi non si allungano in inutili fronzoli: il risultato è che il romanzo comunica tutte le emozioni che deve, racconta il suo messaggio con evidenza nelle pagine strettamente necessarie e nulla più.
Non sto dicendo che Michela Murgia sia una scrittrice da Nobel, anche se l'efficacia della sua scrittura ha ricordato quella di diversi premiati che ho letto in questi anni. E' però sicuramente una scrittrice da tenere presente per chi voglia seguire da vicino il panorama letterario italiano. E per chi voglia pensare alle sue scelte ed alla sua vita, qui in Italia, soprattutto quando arriva la tentazione di gestire.
Profile Image for Gabriella P.
279 reviews11 followers
November 29, 2023
C'è qualcosa di profondo in questo romanzo, che va oltre tutti gli standard, destabilizza, in qualche modo appesantisce.

Murgia ha elevato il rapporto tra allievo e maestro dandone una chiave di lettura inedita: c'è una maestra, una donna sulla soglia dei quarant'anni che vive la propria vita e la propria solitudine liberamente, e c'è un giovane allievo appena maggiorenne, che si imporrà cinicamente grazie alle lusinghe del potere che sentirà di avere acquisito.

Il romanzo è intitolato a Chirú, ma è la mente di Eleonora quella che il lettore attraversa, la sua vita quella che viene riproposta nei vari passaggi temporali.

Se in "Accabadora" Murgia parla dell'adozione d'anima, descrivendo il rapporto tra una donna anziana e una bambina, come qualcosa di istintivo, in cui è l'adulta ad aver scelto la bambina, in "Chirù" i ruoli sono in qualche modo ribaltati (è Chirú a scegliere Eleonora) e il rapporto descritto non è materiale, ma spirituale.

Eleonora sarà la mentore di Chirú, ma la gerarchia che ci si aspetta in un rapporto tra un mentore e il proprio pupillo non c'è.
Fino a che punto l'allievo si lascerà plasmare? Come gestire l'ambiguità di questo rapporto e la tensione erotica che percorre tutto il romanzo?

La giovinezza di Chirú é spietata e cinica perché il ragazzo perde l'innocenza dell'infanzia.

Chirú è un romanzo che parla di sentimenti, rivelando il potenziale di tossicità e manipolazione latente dietro ad ogni sentimento quando si scopre il fascino del potere che si ha o che si subisce.
La forza di questa storia, tra le cui pagine ci si aspetta di trovare un avvenimento particolare, un colpo di scena che di fatto non accadrà, è la libertà di pensiero e lo sguardo diverso sui rapporti di potere e di genere.

Non è il romanzo che mi aspettavo di leggere, ma ha la profondità di cui avevo bisogno, che mi impedisce di spostarlo dal comodino e che mi spinge a prenderlo tra le mani e rileggerne degli stralci continuamente. Sicuramente lo rileggerò.
Profile Image for Ele Dalmonte.
191 reviews22 followers
August 19, 2017
No, non ci siamo. Il fatto è che ho percepito un continuo attrito durante la lettura: prosa troppo "studiata" e compiaciuta per i miei gusti, con personaggi che finiscono per scomparirci dentro e, con somma inverosimiglianza, si esprimono solo e soltanto per sentenze - alcune delle quali anche belle, eh, per carità; ma non vale da assoluzione: il senso di artificio è costante, e a lungo andare più che un romanzo par di avere tra le mani una raccolta di aforismi.

In più, la generale gratuità della trama non aiuta, facendone insomma uno di quei libri che, pur senza infamia, mi lasceranno niente.
Profile Image for Folleducare.
25 reviews1 follower
July 24, 2024
Cosa succede quando nascondi a te stesso un amore?
Profile Image for Arianna  Proserpio .
51 reviews1 follower
August 7, 2025
Il romanzo racconta il rapporto tra Eleonora, un’attrice matura e indipendente, e Chirù, un diciottenne talentuoso che le chiede di diventare la sua mentore. Inizia così una storia di dipendenza e manipolazione, dove l’affetto si confonde con il potere e la distanza emotiva con il controllo.

È un libro tutto mentale nel quale i due protagonisti si muovono dentro uno scambio continuo, fatto di parole pesate, silenzi carichi e piccoli gesti.

La scrittura è molto curata, ogni dettaglio ha un peso, ogni dialogo è costruito con precisione. Nonostante questo, ho fatto fatica a sentirmi davvero coinvolta, a entrare fino in fondo nella storia. Ci sono pagine molto belle ma anche momenti in cui la storia si spegne.

Tre stelle perché qualcosa rimane ma non abbastanza.
Profile Image for Melanconia.
29 reviews8 followers
March 31, 2020
Libro scritto benissimo.
Ho trovato molto evocativi ed emozionanti i ricordi del passato della protagonista e come vengono raccontati.
Alcune scelte narrative mi hanno lasciata un pochino perplessa ma, nel complesso, è un lavoro riuscito.
Profile Image for Jerry (Libri in pantofole).
150 reviews15 followers
January 24, 2016
http://librinpantofole.blogspot.it/20...

Chirú venne a me come vengono i legni alla spiaggia, levigato e ritorto, scarto superbo di una lunga deriva.
È così che ha inizio la storia di questo particolarissimo rapporto maestra-alunno.
Un Will Hunting ammaliante e pericoloso, ecco chi è Chirú, la creta da levigare che si affida al suo Pigmalione, in questo caso Eleonora, per raggiungere quella conoscenza del mondo, quella perfezione che anela con tutto se stesso. Ma le cose non vanno esattamente così, Eleonora che crede di avere tra le mani una sostanza malleabile a suo piacimento dovrà suo malgrado accorgersi di essere essa stessa creta, perché un rapporto basato sulla conoscenza è sempre un rapporto a doppio senso.
E così l'incontro con Chirú sarà per Eleonora, l'inizio di un viaggio introspettivo, alla scoperta di se stessa, delle sue paure, dei suoi dubbi, di ferite passate che credeva rimarginate ma che di fatto sanguinano ancora.
Il racconto del resto è in prima persona, tutto è filtrato attraverso gli occhi e i sentimenti di Eleonora, lo stesso Chirú, il crucúciu, "passero" in sardo, che con tanta disarmante naturalezza le mostrerà la sua solitudine, il suo essere infelice con classe.

Bene, questo per me è stato il primo approccio con la scrittura di Michela Murgia, di cui tanto avevo sentito parlare sin dai tempi di Accabadora. Posso dire di essere rimasta conquistata dal suo stile caldo, avvolgente, dalle sue doti affabulatorie. La Murgia ha davvero la capacità di giocare con le parole, renderle evocative, suscitando emozioni e richiamando atmosfere con semplici e rapidi accostamenti. E allora una piazzetta, un pub, una caffetteria o semplicemente i bastioni cagliaritani si caricano di mille suggestioni.
E, badate bene, non posso dire che la lettura sia stata perfetta, la conclusione del romanzo mi ha ad esempio lasciato i suoi dubbi, narrativamente parlando, pure le pagine mi hanno incatenata, ho letto Chirú tutto d'un fiato, stregata dai ritmi dell'autrice.
E la Murgia ha fatto di più, una mossa geniale a mio parere, sì perché se Chirú ci ha presentato un solo punto di vista pure, l'autrice ha dato voce anche al giovane violinista cagliaritano.
Vi basterà aprire Facebook alla pagina di Chirù Casti per scoprire i pensieri e le parole di un adolescente che ha travalicato prepotentemente i suoi confini di carta.
Una pagina social che ha iniziato a parlare ben prima del romanzo, che con quello stesso romanzo si è intrecciata e che, forse, continuerà ancora a raccontare con la voce di un ragazzo di 18 anni.
Profile Image for miss.mesmerized mesmerized.
1,405 reviews42 followers
December 23, 2017
Viele Jahre sind vergangen seit Eleonora zuletzt einen Schüler angenommen hatte. Zu stark war der Schmerz nach dem Selbstmord Nins. Als die Chirú zum ersten Mal begegnet, sieht sie sofort, dass sie den 18-Jährigen Violinisten begleiten, ihn in das Leben der Kunst einführen muss. Unbedarft ist Chirú, aber ein gelehriger Schüler, doch seine Lehrerin unterschätzt ihn. Zunehmend und schmerzhaft muss sie erkennen, dass er nicht nur schnell lernt, sondern vor allem eine scharfe analytische Beobachtungsgabe besitzt, die er in Worte umzusetzen vermag, die nicht nur ins Schwarze treffen, sondern dort auch wie Dolche einstoßen und die Brutalität der Wahrheit geäußert durch seine Jugend umso schlimmer erscheinen lassen.

Michela Murgias Roman liest sich ausnehmend langsam. Voller leiser Töne, einzelner Sätze, die ihre Zeit einfordern aufgrund der Bedeutungsschwere, die ihnen innenwohnt. Man kann nicht oberflächlich über sie hinweggehen, zu viel liegt darunter, was sich nach und nach entfalten will.

Ihre beiden Protagonisten sind ein ungewöhnliches Paar. Eleonora, erfolgreiche Theaterschauspielerin und Freigeist, lässt sich weder gedanklich einsperren noch von Konventionen begrenzen und doch lebt sie genau jene wiederum und bringt sie ihren Schützlingen bei. Chirú, der sich unweigerlich in diese attraktive und unnahbare Frau verlieben muss, bewundert sie und saugt ihre Worte regelrecht auf. Doch die Nähe, die zwischen beiden entsteht, wird durch ihre Tournee unterbrochen und ihre über Monate gepflegte Nähe erfährt nun eine plötzliche Loslösung.

Eigentlich sind die Rollen klar verteilt: sie die ältere, weisere, die Lehrerin. Er der jung, vielleicht noch naive Schüler. Doch früh schon zeigt sich, dass mehr in ihm steckt. Er durchschaut sie: das äußere Bild einer Bürgerin, einer Frau, die nicht gefallen will, die im Inneren jedoch einsam ist und unglücklich. Die Maske, die sie auf der Bühne trägt, hat sie auch im Leben für sich gefunden. Sie ist verletzt von seinen Worten und muss doch die Treffsicherheit anerkennen. Ihm kann sie nichts vormachen. So auch nicht ihre Beziehung zu Martin verheimlichen. Doch sie kann den jungen Schüler nicht einfach aufgeben, auch wenn dieser offenkundig für sie schwärmt. Zu sehr reizt sie das Gefühl der Allmacht, den Einfluss, den sie auf ihn hat. Für diesen Hochmut wird sie bezahlen, sie ahnt es und doch rennt sie sehenden Auges weiter.
Profile Image for Federica.
67 reviews1 follower
March 26, 2024
4.5⭐️ questo libro è stata una sorpresa, non ho mai pensato di comprarlo prima di trovarlo in un offerta della Mondadori, quindi grazie Mondadori e fai più offerte di questo tipo👀

Comunque non ho dato 5 stelle a questo libro semplicemente perché in alcuni passaggi l'ho trovato leggermente noioso, ma veramente in poche parti.
A parte questo ho adorato tutto, il rapporto tra Eleonora e Chirù l'ho sentito proprio dentro, riuscivo a capire cosa li spingeva a cercarsi anche oltre i limiti che la loro relazione "professionale" prevedeva.
Non avevo mai letto nulla di Michela Murgia ma ora sono molto curiosa di conoscere altre sue storie. Quello che mi è piaciuto tanto è stata la semplicità con cui lei ha raccontato questa relazione molto non convenzionale, che alla fine non sfocia in niente di che ma comunque fa nascere emozioni forti nei due protagonisti. Mi è piaciuto tantissimo, lo consiglio a tutti anche come esperienza di lettura🤍
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