Giovanni Verga was an Italian realist writer, best known for his depictions of life in Sicily, and especially for the short story Cavalleria Rusticana and the novel I Malavoglia.
The first son of Giovanni Battista Catalano Verga and Caterina Di Mauro, Verga was born into a prosperous family of Catania in Sicily. He began writing in his teens, producing the largely unpublished historical novel Amore e Patria (Love and Country); then, although nominally studying law at the University of Catania, he used money his father had given him to publish his I Carbonari della Montagna (The Carbonari of the Mountain) in 1861 and 1862. This was followed by Sulle Lagune (In the Lagoons) in 1863.
Meanwhile, Verga had been serving in the Catania National Guard (1860-64), after which he travelled to Florence several times, settling there in 1869. He moved to Milan in 1872, where he developed his new approach, characterized by the use of dialogue to develop character, which resulted in his most significant works. In 1880 his story collection Vita dei Campi (Life in the Fields), (including Fantasticheria, La Lupa, and Pentolacchia) most of which were about rural Sicily, came out; it included the Cavalleria Rusticana, which was adapted for the theatre and later the libretto of the Mascagni opera. Verga's short story, "Malaria", was one of the first literary depictions of the disease.
He then embarked on a projected series of five novels, but only completed two, I Malavoglia and Mastro-Don Gesualdo (1889), the latter of which was the last major work of his literary career. Both are widely recognized as masterpieces. In 1894 Verga moved back to the house he was born in. In 1920 he was elected a senator. He died of a cerebral thrombosis in 1922.
The Teatro Verga in Catania is named after him.
In the book by Silvia Iannello Le immagini e le parole dei Malavoglia (Sovera, Roma, 2008), the author selects some passages of the Giovanni Verga' novel I Malavoglia, adds original comments and Acitrezza' photographic images, and devotes a chapter to the origins, remarks and frames taken from the immortal movie La terra trema (1948) directed by Luchino Visconti.
Questa storia di Giovanni Verga, ambientata principalmente a Napoli, narra del rapporto tra Elena e Cesare, due giovani che fuggono per poter esaudire il proprio sogno d'amore. Nessuno dei due è ricco: Cesare, orfano di padre, è stato avviato verso la professione d'avvocato con l'aiuto dello zio sacerdote, il quale si è preso cura della famiglia del fratello alla sua morte; Elena è stata cresciuta come un'appartenente a una famiglia ricca, quindi è in grado di stare perfettamente in società e sa cantare e suonare il piano divinamente. I due giovani si innamorano e sognano una vita insieme, ma il matrimonio è ostacolato dalla famiglia di lui. Quando i nostri protagonisti fuggono, le famiglie devono rassegnarsi al matrimonio, ma non perdonano e non riaccolgono al proprio interno i due "peccatori". Inizia, quindi, una vita di disagi, di economie e di solitudine. E l'amore? Il sentimento all'inizio appare forte da entrambe le parti; Elena non si fa circuire dalle lusinghe del barone di Altavilla e pone fine con decisione ai rapporti che ritiene problematici. Poi la situazione economica migliora, Elena passa da un salotto all'altro, comincia a mal sopportare il marito e si fa tentare da poeti e nobiluomini. In realtà non ci sono mai le prove del tradimento, si tratta di voci di salotto, di dicerie, di sospetti, che Cesare, sempre innamoratissimo della moglie, tenta di ignorare. Piange di nascosto, la scruta, ha paura di sapere, distrugge le possibili prove. Ma poi...la pazienza umana non è infinita! La bomba era destinata a scoppiare! Non conoscevo neppure l'esistenza di quest'opera minore di Verga ed è stata senz'altro una bella scoperta. L'autore indaga nell'animo di Cesare e ci "costringe" a parteggiare per un uomo reso debole dal forte sentimento d'amore.