Londra 2067. La digitalizzazione dei ricordi ormai è una realtà. Ad Alec Raines, giovane memo designer della Keepsake, agenzia di grafica multisensoriale, viene affidato l'editing della memoria di Alice Grossman, la neuro scienziata premio Nobel che con le sue scoperte ha reso possibile il "Memory download", la pratica che consente lo scarico dei dati mnemonici. Ma prima ancora di avere il tempo di analizzare quei dati neurali, Alec viene travolto da una serie di è accusato di un omicidio che non ha commesso e scopre all'improvviso di non potersi fidare delle persone a lui più vicine. Incastrato da una misteriosa agenzia di intelligence, gli viene rivelato di avere una dote che altri non oltre che designer è anche downloader, ovvero un individuo con la predisposizione genetica a far propri brevi ricordi altrui, e così, suo malgrado, si ritrova coinvolto nel tentativo di sventare un complotto contro il presidente degli Stati Uniti.
avvincente e senza pause, che ti fa desiderare di essere più veloce a leggere per arrivare prima alla fine. il giusto mix di azione, sentimenti e tecnologia, amalgamato con una scrittura asciutta ed efficace, che ti tiene incollato alla pagina.
"I ricordi sono la cosa che più si avvicina al concetto di immortalità. Quello di sopravvivere nella memoria degli altri è un bisogno senza il quale, di certo, non esisterebbe l'arte."
Precisione dovuta: ho letto la nuova versione, edita Lambda House, marchio Plesio.
Che il sottoscritto consideri Lorenzo Sartori uno dei grandi scrittori del nostro tempo, non è certo un mistero. Se dopo aver scritto che il suo "L'ombra del primo re" (edito da Gainsworth Publishing) era il romanzo perfetto, "La sindrome di Proust" non può che confermare questa mia teoria. Attraverso un ritmo incalzante fatto di capitoli brevi (molto "filmici", come lui stesso li ha definiti in un'intervista) e colpi di scena mai banali, l'autore ci accompagna attraverso una sceneggiatura curata nei minimi dettagli nella quale la trama - che comunque non vi deluderà affatto, anzi - diviene solamente il contorno per riflessioni molto più profonde: quale è il confine tra il bene e il male? Dove ci porterà la tecnologia? Esiste ancora l'etica nel progresso?
Un po' Black Mirror, un po' Matrix, la Sindrome di Proust è un romanzo con il quale non posso che sentire una forte affinità (lascio a voi il piacere di scoprine il motivo), e a cui spero anche solo in minima parte di avvicinarmi con "Le sette vie del drago".
Come già scrissi per "L'ombra del primo re": un romanzo per tutti, amanti del genere (thriller fantascientifico in questo caso) e non.
il mio voto più che un 3 è un 3.5 direi. Molto curata l'ambientazione e alcune peculiari caratteristiche del 2067 dove è ambientato. Il Memory Download non so se sarà mai possibile e disponibile ma è molto interessante. Alcune sviluppi, soprattutto riguardo DNA e memoria, sono a mio parere un pochino campati per aria ma in generale il contesto e l'invenzione sono molto interessanti. Esulando dall'ambientazione la storia è una spy story, con personaggi trascinati dagli eventi e dalle cospirazioni. Storia carina ma manca un di più che la renda indimenticabile.
In ogni caso consiglio la lettura del libro, è un buon prodotto ed è in grado di farti riflettere su alcuni aspetti di memoria, vita e conoscenza.
Nel 2067 la digitalizzazione dei ricordi è una realtà e i downloaders - persone in grado di appropriarsi dei ricordi altrui - sono merce rara e ricercata. Alec Raines, un giovane memo designer londinese, scopre di possedere quelle caratteristiche e si troverà suo malgrado costretto a trasferirsi negli Stati Uniti per collaborare con un'agenzia di intelligence al tentativo di sventare un complotto contro il Presidente. Se la tecnologia ha fatto passi da gigante, la società è però ancora governata dai poteri forti di oggi e gli uomini sono preda dei medesimi vizi ed esposti alle stesse lusinghe. Ritmo incalzante e scrittura scorrevole ne fanno un thriller fantascientifico in cui le cadenze della spy-story classica - più in stile Ludlum che Le Carrè - hanno il sopravvento sull'elemento fantastico. Una lettura senz'altro piacevole.