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Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo

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Cosa accade negli allevamenti e nei macelli del nostro Paese? È veramente sicuro ciò che mangiamo? In un'inchiesta sull'industria italiana della carne e dei formaggi dell'eccellenza "Made in Italy", Giulia Innocenzi affianca animalisti, veterinari e allevatori per svelare un mondo oscuro in cui gli animali sopravvivono a malapena in spazi microscopici, sporchi, senz'aria; costretti a vere e proprie torture, malati e imbottiti di antibiotici che finiscono sulle nostre tavole. È giunto il momento di porsi delle domande sulle procedure che l'industria chiama "di processo", ma che secondo tutti gli studi scientifici finiranno per ucciderci. Come possiamo mangiare tranquilli sapendo che tutto ciò ci si ritorce contro, con crisi sanitarie occultate di continuo? Qual è il costo dei nostri piatti? Possiamo scegliere di aprire gli occhi, e cambiare le nostre abitudini alimentari. Perché mangiare con consapevolezza può salvare la nostra vita. E il nostro mondo.

258 pages, Hardcover

Published October 20, 2016

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About the author

Giulia Innocenzi

4 books2 followers

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Displaying 1 - 8 of 8 reviews
Profile Image for Tittirossa.
1,062 reviews333 followers
November 12, 2017
Più che di un tritacarne, si tratta di una rimasticatura. La ricetta è semplicissima: prendi un pizzico di Foer e ripasticcialo in salsa italiana, aggiungi qualcosina di Pollan e vomitane un po' di concetti, ma soprattutto non metterci niente, assolutamente niente di originale o un tentativo di approfondimento che vada oltre lo sdegno. "Signora Maria, il bufalino mi ha guardato negli occhi", Innocenzi non ci risparmia nulla di una galleria degli orrori che può risuonare come una novità alle anime belle e innocenti come la sua. Non è che abbia scoperto niente di nuovo, di queste cose si discute da decenni, più o meno da quando una bistecca al giorno è diventato un bene disponibile per tutti. E purtroppo, quello a cui non pensiamo mai da consumatori (anche l'Innocenzi non ci pensa, visto che è troppo concentrata a guardare il dito rappresentato dal bufalino, o dalla gallina, o dal vitello) è che qualsiasi alimento prodotto in grandissime quantità va a discapito dell'ecosistema originale. Non è che perché gli avocado non soffrono, la loro attuale iper produzione non va a scapito di nessuno, stessa cosa per il salmone di allevamento (che non ti può guardare negli occhi, ma sono sicura che non ama mangiare la merda prodotta dagli altri milioni di salmoni stipati con lui). Perfino la produzione di insalata biologica è deleteria (mangia più acqua per ettaro quadrato la gentilina che un campo da golf), per non parlare dei milioni di tonnellate di riso ogm necessarie per soddisfare le voglie tra il vegano e il sushi dei millenials ricchi (e certamente più ricchi di chi quel riso lo produce). Anche gli anacardi (sì, gli anacardi!) hanno portato miseria e devastazione tra gli umani a causa di una richiesta a cui non si riesce a rispondere se non con modalità schiavistiche. O la quinoa (cibo da canarini, diceva mio padre, giustamente, che se la Innocenzi fosse costretta a mangiare sempre per necessità – tipo se fosse celiaca – le darebbe il disgusto) che per fare fronte alla richiesta dei giovani-attenti-alla-salute sta soppiantando ogni altra coltivazione dei luoghi di origine andini.
Se la Innocenzi, piuttosto che appostarsi al buio fuori dagli allevamenti e fare incursioni inutili avesse passato il suo tempo a studiare (sarebbe bastato anche leggere) seriamente Pollan o Heig, Il mito vegetariano o se si fosse compulsata le leggi europee e gli ordinamenti in materia di allevamento e agricoltura degli ultimi 60 anni, forse avrebbe capito qualcosa di più del perché ci siamo ridotti in questo modo. A produrre cibo spazzatura. Che non è solo quello dei fast food, o le schifezze degli americani, ma sono anche le fettine di vitello che ci arrivano sul piatto (un alimento sconosciuto fino a 40 anni fa), o le fragole a Natale, o i cibi pronti (stile 4 salti in padella, dove in padella salta di tutto tranne che del cibo vero all'origine).
Questo bieco patetismo d'accatto non giova a nessuno, di certo non alla causa vegetariana o a quella della protezione degli animali. Il tono sensazionalistico non fa per niente giornalismo di inchiesta, ma mette in evidenza le lacune storiche, sociali ed economiche dell'autrice su un argomento che meriterebbe un approfondimento molto più serio. Perché "siamo quel che mangiamo", e mangiamo sempre peggio. E prima ancora che far del male agli animali che alleviamo per il nostro sostentamento, facciamo del male a noi stessi.
Un libro che fa ancora più rabbia, per la sostanziale stupidità con cui sciorina fatti e dati, certo deprecabili e condivisibili, ma inutilmente. La gggente lo legge, si indigna, mangia brodo di verdura surgelato per due giorni e poi torna a sdilinquirsi per una bistecca di manzo kobe e a mangiare porcherie tutti i giorni (ma secondo te, il pollo arrosto del supermercato a 3,90 € come potrà mai essere carne "vera"? deve essere allevato, trasportato, ucciso, spennato, preparato, venduto, tutto per 3,90, tralasciando il guadagno).
Su questi temi non si dovrebbe avere il diritto di scrivere in modo così sciocco.
Profile Image for Dagio_maya .
1,108 reviews351 followers
November 13, 2017
L'unica cosa di buono che hanno fatto con la versione Beta di anobii è l’aver inserito la tanto reclamata ½ stelletta. Ecco qui sarebbero due stelle e ½ perchè è un argomento che personalmente ritengo importante ma – purtroppo- la Innocenzi scimmiotta un po’ troppo “Se niente importa” di Safran Foer. Ovviamente, lei non ne esce tanto bene…
Profile Image for Ƙʏᴙᴀ.
217 reviews12 followers
July 10, 2024
Una versione Made in Italy di "Se niente importa" di Foer.
La Innocenzi in questo libro, tramite interviste e ricostruzioni di cronaca, cerca di spiegare come funzionano realmente alcuni dei tanti allevamenti intensivi che abbiamo in Italia, sfatando così i miti sulle mucche, maiali e galline felici che le pubblicità ci propongono giornalmente.
Le parti più interessanti e raccapriccianti, per assurdo, sono quelle legate alla politica e all'ambiente, scoprire quello che le persone sono disposte a fare pur di avere qualche voto o risparmiare qualche soldo è allucinante.

Un buon libro che però perde presa nel finale dove i fatti lasciano il posto all'esperienza soggettiva. La scrittura della Innocenzi non è esattamente come quella di Foer (che raccontando i suoi stessi errori e false credenze fa riflettere su quelli che tutti noi potremmo commettere), si avverte perciò un tono troppo semplicistico su chi è o non è vegano/vegetariano. Facendo gravare così la morale su chi, magari per ignoranza, non ha fatto le sue stesse scelte.
Lei stessa parla di come la sua salute sia migliorata cambiando alimentazione, attribuendo tutti i meriti allo smettere di mangiare carne, senza mai menzionare però quanto sia dannosa in generale l'industria alimentare di massa o approfondire tutte le altre scelte di consumo consapevole che hanno portato a questo miglioramento nella sua vita.

Un argomento molto serio che nelle conclusioni finali crea solo incomprensioni, peccato perché dovrebbe interessare tutti e non creare divisioni. E lo dico da vegetariana!
Profile Image for Fabio Rosada.
12 reviews1 follower
March 28, 2024
Molto interessante, a differenza di altri libri che si concentrano solo sulla parte etica, questo libro va a fondo anche su problemi ambientali, economici e della salute di tutti noi.
Interessante come porti a galla una situazione di quasi schiavitù dei dipendenti degli allevamenti intensivi, costretti a sostenere ritmi insostenibili, dettati dal mercato
Profile Image for Claudio.
70 reviews4 followers
November 20, 2021
Ho letto questo libro libro per interesse verso la tematica trattata senza essere o essere diventato vegetariano o vegano.
Volevo semplicemente capire come funziona il mercato della carne che sto mangiando e magari cercare di essere meno impattante sul mondo in cui viviamo.
Sono riuscito a riflettere e nonostante gli argomenti trattati siano molto duri e a volta fastidiosi sono contento di averlo letto.
Non so se effettivamente la Innocenzi abbia scopiazzato Foer e Pollan come ho letto su altre recensioni ma a me la scrittura è piaciuta e non mi ha stancato.
Profile Image for Noemi.
9 reviews
September 12, 2024
In molte recensioni ho letto che molte delle cose dette in questo libro sono rielaborazioni da altri libri con lo stesso argomento. Può darsi, io non li ho letti. Ad ogni modo, penso sia necessario per tutti avere un punto di partenza e credo che questo libro possa aiutare ad avere più consapevolezza su quello che si decide di mangiare e di acquistare al supermercato. Personalmente mi ha stimolata a voler conoscere di più e penso sia un ottimo risultato per un libro, soprattutto di questo tipo.
Profile Image for Lale.
13 reviews
March 24, 2023
Una potente riflessione che noi occidentali, presto o tardi, dovremmo tutti affrontare. Chi ha il lusso di potersi permettere di decidere cosa mettere in tavola e cosa no e in che quantità, dovrebbe sempre tener conto dell'etica e dell'impatto delle proprie scelte. Un'inchiesta straziante ma necessaria, alla portata di tutti.
Profile Image for Francesca.
185 reviews15 followers
February 5, 2024
Non approfondisce la tematica come mi aspettavo. Rimane sempre alla prima reazione che si ha quando scopri cosa c'è veramente sotto, cioè rimane nella fase dell'indignazione. Che per me è insufficiente quando voglio leggere un saggio.
Do due stelline perché anche se non l'ho trovato orrendo (devo dire però che la scrittura non è proprio raffinata) mi ha deluso (che forse è peggio).
Displaying 1 - 8 of 8 reviews

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