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Vita privata di una nazione

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Corea Unificata, anno 2023. A cinque anni dall'annessione della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord) da parte della Repubblica di Corea, il panorama della nazione, riunificata dopo settant'anni è cupo, caotico, pieno di incertezze. La corruzione è diffusa in ogni strato sociale e le contraddizioni di un paese che già prima dell'unificazione mostrava degli enormi problemi sono sempre più evidenti. Seoul, la capitale che agli occhi dei nordcoreani rappresentava un'illusoria isola di abbondanza, di pace e di libertà, è invasa da migrazioni di massa. Baraccopoli e centri di smistamento di capitale umano sorgono in ogni periferia della città e nel centro sono istituite gigantesche mense per i poveri rifugiati, le cosiddette "mense della riunificazione". Ri Kang, in passato fiero membro dell'Armata Popolare nordcoreana è divenuto, dopo l'unificazione, membro ai vertici del Fiume Taedong, organizzazione criminale. Il giovane è investito dall'ondata emozionale della fine di una nazione per la quale, in qualsiasi momento, avrebbe saputo sacrificare la propria vita. Ri Kang, cercando le prove e seguendo tutti gli indizi sulla morte del suo amico Pyongmo, finisce per fronteggiare sempre di più O Namch'ol, capo del Fiume Taedong. Ri Kang tenta di opporsi a un catastrofico piano di distruzione dell'intera nazione, sostenuto dalla compagna del defunto Rim Pyongmo, rimasta vedova e desiderosa di vendetta.

260 pages, Paperback

First published January 1, 2009

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Profile Image for leti lo yeti.
251 reviews
January 29, 2022
Sono indecisa, ma per il momento direi che il romanzo si merita 3.5 stelline ☆
Ne ho apprezzato lo stile quasi cinematografico, anche se a volte non semplice da seguire, e la costruzione della storia: l'attenzione ai dettagli storico-culturale di cui parla la traduttrice a fine romanzo è evidente.
La lettura è stata resa molto difficile dall'edizione italiana, che è sinceramente una delle peggiori mai lette fino a questo momento; e lo dico con una punta di delusione, visto che la collana è curata da Gianluca Coci, traduttore dal giapponese che stimo moltissimo. Purtroppo la punteggiatura era costantemente sbagliata, le traslitterazioni dei nomi dei personaggi non erano coerenti, e a volte il nome di un personaggio si trovava letteralmente all'interno della parola. Per quanto abbia apprezzato la nota finale della traduttrice, mi permetto di dire che non ha fatto un buon lavoro: permettetemi la deformazione professionale, ma a volte il significato di alcune espressioni, probabilmente tradotte letteralmente, non era chiaro in italiano, e ho notato diversi abbassamenti di stile e ripetizioni, come la parola "davvero" ripetuta tre volte nella stessa frase.
Profile Image for Zoe.
91 reviews9 followers
October 16, 2021
L'idea di base dell'autore è molto interessante, quella delle due Coree riunificate è un'idea complessa da immaginare, ancor più da realizzare.

Le ultime pagine del volume scorrono in modo meraviglioso, oggettivamente l'autore ha una certa abilità a livello "visivo", e per questo motivo una narrazione del genere sarebbe molto più avvincente a livello cinematografico secondo me.

Purtroppo a livello di trama la storia mi è sembrata un po' carente. Anche nelle ultime pagine ci sono numerosi colpi di scena, personaggi mai sentiti prima che spuntano fuori dal nulla e fanno cose. Le intenzioni dei protagonisti non sono per nulla chiare, le caratterizzazioni sono un po' basiche, e per tutto il tempo ho provato una certa confusione: le motivazioni che muovono la trama sono difficili da comprendere (o almeno, per me è stato così) e il lettore brancola nel buio.

Le parti in cui lo scrittore si concentra sulle varie questioni sociali e politiche della riunificazione delle due Coree sono invece estremamente interessanti. Le riflessioni di Lee Eung Jun sono decisamente la parte più avvincente del libro.

Il mio consiglio è quello di leggere questo romanzo in modo "leggero". Se la storia non vi convince andate avanti senza farvi troppe domande, e godetevi tutto il resto, perché merita.
Profile Image for Paola.
12 reviews13 followers
February 21, 2021
"...Se paragonata ai signori d'alta classe e ai vecchi della Corea riunificata desiderosi di far teneramente accarezzare dal suo sorriso i loro animi aridi e pieni di sconforto, So Irhwa in Corea del Nord era appartenuta ad una classe più alta della loro. Scesa al Sud, aveva scoperto che le persone si arrovellavano sui concetti di paradiso e inferno dopo la morte, cosa che le aveva fatto pensare che non c'era alcun posto al mondo che fosse veramente equo a tutti. La distanza tra paradiso e inferno sembrava ancor più grande in Corea del Nord dove, a differenza del Sud, alla gente era insegnato che dopo la morte non c'era niente..."

Il tema della riunificazione della Corea è spinoso e personalmente non credo esista una risposta univoca alla domanda:" Arriverà mai l'unificazione? È possibile?" perché a distanza di 70 anni dalla divisione la variabili in gioco sono talmente tante, complesse e difficili da gestire che forse la domanda giusta da farsi è:"Esiste la volontà di riunificare la Corea?" e secondo me è proprio su questo quesito che l'autore fa ruotare la sua riflessione sotto la trama. Lo fa capire già il genere che ha scelto per raccontare la riunificazione ovvero la distopia, genere tutt'altro che rassicurante. C'è una grande provocazione di fondo ed è proprio quella di andare a stimolare le paure che si nascondono sotto il desiderio collettivo. Paure lecite perché non è sbagliato affermare che ormai le due Coree siano due paesi figli della stessa madre, ma profondamente diversi sia ideologicamente che e soprattutto economicamente e per sviluppo. Riconosco a Lee Eung Jun un grande coraggio in questo approccio che ribalta completamente una visione di anni e anni per tirarne fuori i lati più bui.
Una fantomatica riunificazione improvvisa, senza preavviso si palesa ai coreani che si ritrovano a dover gestire qualcosa che hanno sempre pensato, ma che forse non hanno mai veramente creduto fino in fondo. Le contraddizioni di due paesi che già prima erano evidenti diventano ingestibili. Cominciano flussi migratori da Nord in cerca di abbondanza e libertà verso il Sud e al contrario il Nord diventa zona ambita per i ricchi del Sud che vogliono investire nei territori ancora vergini del Nord rivendicando possedimenti precedenti alla divisione.
La criminalità dilaga, ex membri dell'esercito popolare nordcoreano formano bande criminali con una gerarchia ben definita e con scopi altrettanto delineati (che vi lascio scoprire da voi), trafficando le armi dell'esercito e alimentando il traffico di nuove droghe. La Corea riunificata diventa il palcoscenico di guerriglia urbana e degradazione in cui il sistema politico si frantuma accartocciandosi su se stesso. Il protagonista della storia, Ri Kang, braccio destro del presidente di uno dei due principali clan, nonché nipote di un grande patriota nordcoreano, deve far luce sulla morte di un amico, ma il suo ruolo nella storia è soprattutto simbolico, è la rappresentazione di un sentimento comune, non è innocente in questa società ormai alla deriva, ma cerca di aggrapparsi in qualche modo alla continua ricerca di pace e di un equilibrio che rincorre, ma che cade giorno dopo giorno come i pezzi di un domino.
La responsabilità in questo disastro è comune, nessuno escluso.
Lo stile dell'autore mi ha colpita molto, perché è di forte impatto. Oltre alla scrittura, Lee Eung Jun è appassionato di cinema e ho ritrovato fortissima questa passione nelle pagine del libro che ha un linguaggio decisamente cinematografico, sia nelle descrizioni delle situazioni che nei dialoghi. Mi sono ritrovata molte volte a vedere chiaramente l'immagine che voleva raccontarmi, come una scena di un film dalle tinte noir.
Non è privo di difetti comunque, i personaggi che si muovono nella storia sono tantissimi e nonostante ci sia una guida con la lista dei personaggi, spesso ci si perde e bisogna tornare indietro per capire chi stia facendo cosa, spezzando così il ritmo, soprattutto perché il racconto non è lineare, ma ha continui sbalzi temporali.
Vi sono anche diverse citazioni a personaggi e eventi storici, ma ben supportati da note, soprattutto per chi non ha molta familiarità con la storia coreana.
Nel complesso è un libro che sono felice di aver letto, ma che forse non rileggerei una seconda volta perché difficile da sostenere, non è rassicurante e non vuole esserlo, si spinge al limite, per provocare il lettore, per costringerlo a vedere un lato che non si vorrebbe, chiaramente con tutti gli eccessi letterari tipici della distopia che vanno presi come tali.

"...Questa società ha un bizzarro senso di giustizia. Sono tutti entusiasti se si parla di una grande giustizia...
...Se qualcuno arriva domani e con un colpo di stato militare sale al potere, quanti pensi che saranno gli oppositori? I sudcoreani stanno aspettando con impazienza un secondo Park Chung Hee e probabilmente i nordcoreani sentono la mancanza del secondo Kim Il Sung e il desiderio di quei rispettivi propositi del Nord e del Sud non è quello di avere uno come Ho Chi Min in Vietnam, perché non stanno aspettando un grande uomo, ma un Dio timoroso..."

"... Ri Kang pensò: I nordcoreani e i sudcoreani saranno arrivati a questo punto per caso? Se soltanto diventassero tutti reciprocamente marito e moglie il paese non sarebbe lo stesso. Se solo questa situazione non fosse stata legata al denaro e si fossero presi in considerazione i sentimenti, la divisione della nazione non sarebbe mai avvenuta..."

Esiste la volontà di riunificare la Corea?
Profile Image for Jerry (Libri in pantofole).
150 reviews15 followers
November 26, 2025
Anno 2023, una limpida giornata di primavera nella Repubblica di Corea Unificata. C’era stato il funerale di un uomo, attorniato da altri uomini. Sebbene il morto e quelli ancora in vita si conoscessero bene, nessuno pianse.
Parte da qui la nostra storia, da una fantomatica Corea riunificata da cinque anni. Ma si badi bene, l’unificazione non ha generato i risultati sperati: pace, unione e prosperità, bensì un paese sprofondato nel caos: migrazioni di massa, speculazioni edilizie, nuove forme di povertà e corruzione. Il potente esercito nordcoreano, per esempio, smantellato all’alba della nascita della Repubblica di Corea Unificata si è riorganizzato in bande armate che, insediatesi al sud, controllano giri di prostituzione e traffici di droga, come la campanula bianca prodotta nelle regioni montuose del nord o il Red Eye, un nuovo tipo di allucinogeno che si diffonde incontrollato nella penisola. Ed è nel cuore del Fiume Taedong, potente organizzazione criminale gestita da nordcoreani, che si sviluppa la trama noir ideata da Lee Eung-jun. Al vertice, quasi una novella Trinità, ci sono il boss O Namch’ŏl, il suo braccio sinistro, il Giovane Generale, dotato di non ben definite capacità medianiche e in odore di sciamanesimo e il braccio destro, Ri Kang, ex ufficiale e nipote di un famoso patriota nordcoreano. Ma quando quest’ultimo inizia a indagare sulla misteriosa morte di un altro affiliato, la potente facciata del Fiume Taedong inizia a sfaldarsi come neve al sole, mostrando trame e sottotrame che si intersecano come i cunicoli che corrono sotto il Palazzo dell’Indipendenza, il quartier generale dell’organizzazione. Perché il fiume Taedong è un po’ lo specchio di una Corea solo superficialmente unita, troppe le differenze culturali e ideologiche che hanno aperto una voragine tra la popolazione e troppi gli scheletri di una storia tutt’altro che innocente. E i riferimenti alla storia con la S maiuscola sono continui e puntuali, perché Lee Eung-jun punta il dito su una ferita aperta, su un’eventualità forse remota ma onnipresente nella vita del popolo coreano, su una domanda che si cerca di esorcizzare ma che pure è sotto gli occhi di tutti da più di settant’anni…

https://librinpantofole.blogspot.com/...
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