Gio Evan cambia indirizzo ai luoghi comuni, sovverte il senso delle frasi fatte e dei modi di dire, obbligando il vocabolario alla sfida dell’improbabile. Propone impegnative mescolanze verbali per provare quanti agganci lessicali vivono e aspettano di essere messi nuovamente in vita. Gio Evan usa la scusa delle poesie per spalancare le porte di un’immaginazione non violata e invitarci nel mondo del surreale, dell’incredibile, della meraviglia, della sorpresa. Il palco su cui si muove è asciutto e minimalista, lascia spazio sufficiente al vero il pensiero non pensato. Gio Evan non è altro che la movenza creativa della lingua, dove filosofia e gioco e poesia si alleano per esprimere la potenzialità di vivere molteplici vite.
Gio Evan è un artista poliedrico che si dedica alla poesia e alla musica, alla performance e alla street art. Dopo aver pubblicato con Fabbri Editori le raccolte di poesie Capita a volte che ti penso sempre e Ormai tra noi è tutto infinito, nel 2018 esordisce nel mondo della musica con l’album Biglietto di solo ritorno. Nel 2019 escono il suo romanzo Cento cuori dentro e un nuovo disco, Natura molta. Con i suoi concerti e spettacoli teatrali si esibisce in tutta Italia e all’estero.
Mi aspettavo qualcosa di molto più incisivo, invece ci troviamo davanti all'ennesima raccolta di poesie un po' fuori dagli schemi che tanto vanno di moda in questo particolare momento storico. Non so, forse avevo troppe aspettative, forse non sono così propensa a condividere poesie su internet e quindi non mi scaldano abbastanza il cuore... Ma questo libretto è tranquillamente evitabile.
Ci sarebbero un miliardo di cose da dire su Gio Evan, questo ragazzo con un sogno per ogni folle ricciolo, un miliardo di cose da dire su questo libro, su queste poesie, su queste parole. Ma le vere parole si trovano impresse sulla copertina: questo libro è un viaggio. Vi troverete coinvolti in un'improvvisa partenza, tra risate, pianti, rabbia e felicità, amore e, ammettiamolo, anche un po' di odio, che metterà in discussione ogni certezza fino ad adesso assimilata, a partire da quelle lessicali. Ma, andiamo, a chi non piacciono i viaggi?
Conosco l’autore grazie ad Instagram, ai suoi post e alle sue canzoni. È per questo che lo seguo: mi piacciono le sue frasi (ne ho sottolineate molte anche in questo libro). Eppure la struttura del libro non è la mia preferita: è una “raccolta” di post più che un romanzo. Sono comunque curiosa di leggere gli altri suoi libri.
Sono stata attirata dal linguaggio particolare utilizzato dal -chiamiamolo- poeta, ma dopo un terzo di libro questo uso particolare del linguaggio mi ha un po' stufato, anche perché le emozioni latitano, si parla di amore ed odio senza riuscire a veicolare nessuna sensazione, alla fine il tutto si risolve in un esercizio di stile, del quale faccio volentieri a meno.
Forse un po' banale e prevedibile. Inoltre non credo che basti scrivere andando a capo a caso per creare poesia. Ma malgrado tutto alcuni scritti erano proprio belli, come alcune sue canzoni!