When he is diagnosed with cancer, Italian writer Tiziano Terzani realizes that his whole life has been one long ride on a merry-go-round on which he has always journeyed without a ticket. Now, the ticket collector has come to demand his dues. At first, Terzani turns to Western medicine for a cure, but a question soon begin to haunt him: is cancer, as the doctor say, an enemy that needs to be destroyed, or is it a friend one can talk to? Travelling had always been a way of life for him, so he decides to make another trip, in search of an alternative – to India. This final ride turns out to be very different though. And more difficult. Because every step, every choice – often between reason and faith, between science and magic – is inextricably linked to his own survival. As he crisscrosses the country from an ashram in Coimbatore to a hut in Almora, the external journey in search of a cure transforms into an inner journey and a return to the divine roots of man.
Tiziano Terzani was an Italian journalist and writer, best known for his extensive knowledge of 20th century East Asia and for being one of the very few western reporters to witness both the fall of Saigon to the hands of the Vietcong and the fall of Phnom Pehn at the hands of the Khmer rouge in the mid-1970s.
Un altro giro di pagina Quello di Tiziano Terzani è un viaggio introspettivo, alla ricerca del significato dell'esistenza e della conoscenza del proprio essere, ma anche di una cura per il cancro che lo sta consumando. Il giudizio che mi sento di dare a Un altro giro di giostra è molto contrastante: ci sono dei passaggi veramente belli, profondi e brillanti. La mente viene continuamente stuzzicata, deve percorrere strani sentieri che portano continuamente il lettore a rimettersi in discussione, a sviscerare sentimenti nascosti, a rivalutare pensieri che si credevano assodati perché fondati sulla logica e sulla razionalità. Ma: dal momento che uno degli insegnamenti di questo libro è proprio quello di ricercare la Verità, io non posso tacere la mia. Ci ho messo più di due mesi a terminare 576 pagine, e di solito non sono una lettrice arrendevole. Ho più volte preso in considerazione l'idea di lasciar perdere la lettura, ho cominciato e finito vari libri nel frattempo, e Tiziano continuava a tenermi compagnia dall'angolo del mio comodino, dove lo avevo riposto. Dopo essermi chiesta cosa ci fosse che non andava in una scrittura che pure trovavo brillante, per penna di un giornalista che in fondo sento di stimare come uomo, sono giunta a pensare che:
- dopo più o meno 150 pagine di discorsi sul senso della vita, sul viaggio spirituale che bisogna compiere in solitudine, sul mettere in discussione il nostro sbagliato stile di vita, troppo globalizzato e in disarmonia con la natura, il mio interesse cala inevitabilmente. Semplicemente, trovo che 576 pagine siano eccessive (belle, molto. Ma più che abbastanza). Per fortuna ho resistito, perché le ultime sono in assoluto le migliori, e mi hanno fatto rivalutare non poco l'opera. I passaggi sull'Himalaya e sulla natura sono favolosi.
-l'approfondimento circa le medicine alternative non è un tema che mi ha coinvolta; concludo che semplicemente, non mi interessa. Non voglio sminuire quanto detto da Terzani, ma ritengo che il percorso di guarigione debba essere individuale e soggettivo, e difficilmente una persona che non deve affrontare questo processo abbia voglia di tutto ciò. Nel compenso, tutto questo mi ha aiutata a vedere il lutto in un altro modo, e per questo sono infinitamente grata a Terzani. Avessi letto questo libro un anno fa, sarebbe stato molto più prezioso per affrontare il 2016 e per mia zia Franca, a cui mi sento di dedicarlo.
-su ciò che riguarda la scienza, io e Tiziano non ce la intendiamo molto. Mi affascina il suo continuo senso critico verso tutto e tutti, ma dopo un po' ero sul serio iniziata a stancarmi. Quasi 600 pagine di stessi concetti ribaltati in più modi sono in genere troppi; quando non sono nemmeno del tutto in sintonia con i tuoi, diventano molto più che troppi. Il polemismo che riguarda l'economia, che viene un po' dipinta come uno dei mali supremi del nostro tempo, mi lascia un amaro in bocca che difficilmente riuscirò a sciaquare via. Circa questa materia, troppi parlano, troppo pochi sanno, purtroppo (nel senso accademico).
Leggerò ancora Terzani? Per ora, non credo. Mi è costata già un'immensa fatica terminare questo, e dobbiamo ancora fare pace circa la visione economica. Però posso dire di essere contenta di averlo letto, e questo è già un importante traguardo.
Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé. Ciao, Zia.
-Genç bir kadının tüm hayatını doldurup geldiği valiziyle, N.York'da savaştıktan sonra, 10-20 yıl içinde kimsesiz ve hüzünlü orta yaşta bir kadına dönüşmesi çok görülen bir gerçektir.
-USA'da yaptığı işten hoşnut olan, derisinin altında olmaktan gerçekten memnun halde yaşayan hiç kimseyi tanımadım; özgür ve her şeye hakkı olduğunu düşünen, yalnız ve hüzünlü Amerikalıların hileli-teknik nedenli sevimli-sıcak ilk tavırları ile sonrasındaki tüm ilişkilerde artarak ortaya çıkan kuşku ve savunma hali arasındaki fark çarpıcıdır. Amerikalının ortalaması, zengin/ güçlü/huzursuz/doyumsuz demektir.
-Doğuran bir kadının 2 hafta sonra çalışmak zorunda olduğu bu ülkede herkes, bir başkasının kölesi olan bir yöneticinin kölesidir.
-Aslında orası, leziz yiyeceklerle dolu bir mülteci/çalışma kampı, bir Gulag gibidir; sistemi ayakta tutan ise büyük fedakarlıklara hazır olarak gelen göçmenlerdir. Arka kasası açık kamyonetler, göçebe ABD'nin sembolüdür.
-Her yerde hakim olan düşünce, "ben 2 tavuk, sen 0 tavuk yersen, kişi başına 1 tavuk yemişizdir" aldatmacasıdır.
-Özgürleşeceği beklenen Afro-Amerikalılar, her gelen göç dalgasıyla daha da arkaya/kenara itilmektedir. ABD KASTLARI, "kazananlar, yöneticiler-profesyoneller, orta sınıflar, işten çıkarılmışlar, kaybedenler, Ladinolar ve Afro-Amerikalılar" şeklinde sıralanır.
-Burada bir çocuk TV'de yılda 2000'den fazla cinayet izlemektedir.
-Her yeri kuşatmış olan "her şeyin tadını çıkarmalısın" mantığı, bıktırıcı bir zorunluluk düzeyindedir.
-DOĞU TIBBI adı altında pazarlanan ve ciddi paralar kazanılan her şeyi yıllarca denedim (kanser hastalığım nedeniyle) ve hepsinin düzenbazlık olduğuna yakından tanık oldum. Doğu'nun beni en çok etkileyen yanı, DOĞAYA UYUM, BASİTLİK-YALINLIK, GÖNÜLLÜLÜK ve JİMNASTİĞİ kapsayan Falun Gong anlayışı ve Çi Gong NEFES EGZERSİZLERİ'dir.
-HİNDİSTAN, merhametsizliğin, fethetmeyenlerin, pisliğin, yoksulluğun, hastalıklılığın, hırsızlığın, yalancılığın, umarsızlığın, namussuzluğun, tabusuzluğun, tarihsizliğin, reenkarnasyonun, zıtlıkların beraberliğinin, evrensel bütünlük ve dairesel zaman anlayışının ve kastların ülkesidir.
-KADINLAR sezgileriyle, yeniliği, gerçeği ve özgün olanı kolayca belirleyebiliyorlar.
-Bir kez Atlantiğin öteki yakasına geçtiysen, daima yanlış yakadasın demektir.
-HAYATIM MESAJIMDIR (Gandi); ADSIZ biri gibi yaşamak gerek.
-KUYU KURBAĞASI'nın kuyunun aşağısından gördükleri ile yetinip, OKYANUS KURBAĞASI'nın anlattıklarına inan(a)madığı ve yalancı olarak baktığı bu dünyada, koşmak üzere KOŞMAK, hiçbir yere varmamak üzere GİTMEK istiyorum.
Tornare a leggere Terzani dopo tanto tempo significa rigenerarsi, essere ammaliati dalle sue parole, dal suo mondo. Un mondo di viaggi, da New York alle Filippine sino all'India, un mondo che profuma di esperienze, di ricerca, di bellezza, di conoscenza. La ricerca di un uomo, delle sue mille domande e risposte al significato della vita e alla domanda più importante di tutte: "Chi siamo"? Un viaggio che non è solo fisico, ma anche spirituale, un viaggio alla ricerca di sé stesso, per cambiare il proprio punto di vista e dare una svolta alla propria vita. Un viaggio dal quale si esce arricchiti, imparando a capirsi e accettare le mille facce dell'esistenza e del proprio io, perché "viaggiare è il piacere di una vita. Un desiderio d'adolescente diventato un mestiere, un modo di essere".
Sapevo che era una questione di prospettiva. Ogni volta che la visione del mondo si rimpicciolisce, i nostri problemi o i nostri mali ci paiono importantissimi, la nostra morte orribile, impensabile. Se la visione si allarga e si riesce a vedere il mondo nella sua interezza e magnificenza, il nostro stato, pur penoso che sia, diventa parte di quella vastità, di quell’eterno, naturale arrovellarsi dell’uomo.
Si possono dare stelline extra? Ce ne sono pochi di libri così. È un racconto di viaggio, una ricerca spiriturale – occhio: non religiosa – narrata con una lucidità fulminante, consideto i temi. La malattia, la mortalità. La Vita, sopra ogni cosa. È uno dei grandi capolavori di Terzani, narratore fascinoso e profondo, capace di ironia e di riflessioni straordinariamente contemporanee. Un giornalista votato alla cronaca della (non) ricerca della propria guarigione, che riempie le pagine di aneddoti, storie e leggende pescate in tutto il mondo. È un peccato che col tempo lui stesso sia stato inglobato in quelle logiche new age che tanto ha contestato e scardinato nei principi. Per comprendere appieno i suoi messaggi ci restano le sue storie, questi viaggi caleidoscopici e magnifici, commoventi e catartici.
Cercherò di essere esaustivo dicendo che il concetto è questo: dopo una lunga passeggiata - lunga ribadisco - con un proprio amico si è stanchi - stanchi - ribadisco - ma felici, soddisfatti e, paradossalmente, rigenerati. Al termine della passeggiata questo amico dovrà lasciarci, solo che lui ancora non lo sa, ma noi -ahimè - sì e questo è esattamente l'opposto di ciò che avviene di solito: non sprechiamo l'occasione!
TT è un amico utile, dal parlare sincero, che abbiamo imparato a conoscere, nei suoi pregi e nei suoi difetti, ovvero nelle sue riflessioni ispirate, come nelle sue posizioni arroccate; un amico che (ri)conosciamo camminando, con cui condividiamo il pranzo così come i paesaggi; un Amico che si merita l'iniziale maiuscola per la sua pazienza di raccontare e per la sua energia nel dubitare; un amico che non ha sempre ragione (e per questo è utile) ma che si pone domande insieme a noi.
Il libro è denso di riflessioni non banali e di istantanee meravigliose; nelle ultime pagine il livello sembra salire, la strada farsi più ripida, ma con un piccolo ultimo sforzo, il nostro karma viene subito ripagato da dei paesaggi incantevoli, insuperabili.
Aggiungo due cose da segnalare, tornate in mente mesi dopo: - una frase che si trova proprio all'inizio: "Perché non esistono scorciatoie a nulla: non certo alla salute, non alla felicità o alla saggezza" - l'ultimo aneddoto su Gandhi (ve ne sono diversi) che si trova nelle ultime pagine dell'ultimo capitolo.
Continuare a leggere Tiziano e' come parlare con un amico che vede il mondo con i tuoi stessi occhi. Amo profondamente tutto quello che vede perche' illumina anche quegli angoli che ancora mi sfuggono. In questo periodo di rinnovamento e cambiamento, e' sicuramente l'amico piu' caro con cui condividere il tempo delle riflessioni.
08.07.12 Tiziano e' in questo periodo della mia Vita il perfetto amico per percorrere una nuova strada con nuova consapevolezza. Condivido i suoi pensieri al mille per cento ed e' stato un conforto ritrovarli riportati cosi perfettamente da una persona che li aveva vissuti e provati prima di me (a volte in contemporanea), ma quello che conta e che sono certa siamo in molti ad aver dato spazio a questa nuova consapevolezza cui sto cercando di dare seguito con scelte in armonia e coerenti. Grazie Tiziano! <3
Nutrivo delle riserve riguardo questo libro ma mi sono dovuto ricredere: me lo aspettavo dal taglio giornalistico, quasi documentaristico, a dispetto dell'introduzione. Non mi aspettavo che un uomo vissuto nella routine giornalistica per così tanti anni potesse intraprendere un viaggio così introspettivo e profondo tagliando in modo così netto e senza remore i suoi legami con il passato. Perchè a suo dire è stato proprio il passato, la vita che ha condotto a causargli il male che ha poi decretato l'inizio del suo viaggio alla ricerca prima della cura e poi di sè stesso. Si perchè come scrive Terzani il malanno è causato da noi e dalle nostre abitudini e solo noi possiamo porvi rimedio.
Il viaggio nel quale egli si è trovato coinvolto, alla ricerca del sè gli ha mostrato che per quanto uno possa porsi nelle mani di un guru, sia esso spirituale o un medico, il guru alla fine siamo noi: dobbiamo, dice Terzani, acquisire la conoscenza perduta del sè che alberga in noi per opporci alle negatività che la vita odierna ci propina.
L'autore non esprime riserve nei confronti della medicina allopatica, non ha problemi a sottoporvisi egli stesso, come non si pone completamente in disaccordo con la medicina alternativa in tutte le sue forme, nonostante molte volte il ruolo del guaritore (e simili) deriva dalla propensione del malato a credere nella possibilità di guarire, una sorta di metodo placebo: se ci si crede spacciati si perde in partenza. Neanche la medicina allopatica, però, è esente da "difetti": lo sbaglio da questa commesso è il tentativo di concepire il corpo come diviso in tante piccole sotto-unità: il corpo è un tutt'uno e come tale va trattato.
Un grande elogio va fatto per l'umanità espressa dall'autore che nel suo cammino verso la ricerca di sè stesso ammette le sue debolezze, come l'incapacità di reimmergersi nel mondo tradizionale nei periodi immediatamente seguenti alle sue meditazioni hymalaiane. Ognuno ha da imparare: lui lo ammette apertamente e dovremmo essere tutti in grado di farlo.
Ago-set 2005: prima lettura Mag - giu 2020: seconda lettura *** Impegnativo perchè lungo, ma in realtà Terzani ha il dono di saper scrivere in modo fluido ed interessante, spiegando le cose difficili senza dare nulla per scontato, quindi oltre che reportage degli ultimi anni di vita dell'uomo questo libro diventa anche testo di studio ed approfondimento di molte tradizioni sapienziali e di larga fetta delle terapie alternative alla medicina allopatica. E' un racconto che diventa storia di una vita, storia di una presa di coscienza e infine di una crescita e maturazione. Non ho trovato parole sagge - se non nelle “parabole” delle diverse religioni, riportate qua e là - nè periodi particolarmente illuminanti. E' in tutto quel narrare però che emerge, come prodotto quasi di scarto, la saggezza del buon senso, a volte lievemente brusca ed altezzosa come solo un anziano fiorentino può trasmetterla. Verso la fine della vita - e non durante gli studi di Vedanta - e quindi verso la fine del libro questa arroganza si quieta, e diventa apertura e umiltà - che c'è sempre stata, in realtà, ma sempre contrastata dallo scetticismo e dall'uso forte della ragione. L'ho poi rivisto su youtube, nei tanti spezzoni che lo santificano, e mi dispiace non averne saputo apprezzare la risata.
Il mio rapporto con quest'opera è stato molto complicato; non amo i libri di viaggio, non sono affascinata dalla spiritualità orientale e sono un tipo molto scettico: di certo non potevo essere attratta dal viaggio di Terzani nel mondo della medicina alternativa orientale e delle varie filosofie che ne sono alla base. Si può dire che sia stato un viaggio di scoperta anche per me: sempre impegnativo, a volte interessante, a volte credevo invece che non sarei mai arrivata alla fine. Eppure ce l'ho fatta, e a distanza di tempo è forse uno dei libri che mi sono rimasti più impressi, nel bene e nel male. E' zeppo di idee e punti di vista sempre nuovi e mutevoli: non sempre ero d'accordo, ma di sicuro ogni pagina era motivo di riflessione. Lo stile semplice e scorrevole ha reso accessibili i contenuti anche a chi come me non aveva familiarità con gli argomenti trattati, mentre il pizzico di ironia e disincanto che traspariva in alcuni momenti donava un po' di leggerezza ad un' opera altrimenti molto densa e complessa. Per concludere: è un libro che non è nelle mie corde e che non rileggerei mai, ma è anche uno dei pochi saggi che mi abbia davvero lasciato qualcosa.
Un viaggio affascinante con la scusa della ricerca di una cura impossibile. Forse con la coscienza divertita e limpida di ciò, e di sicuro dell'opportunità che invece il viaggio offre per le mille riflessioni su se stessi e anche sull'umanità tutta nell'approssimarsi della fine, possibilmente serena. E vissuta, nonostante tutto, con lo spirito stupendo del bimbo dentro di noi, comunque felice del suo giro in giostra.
Un libro che fa riflettere, che ci spinge a pensare, che ci insegna a non arrenderci di fronte alle difficoltà della vita, ad essere sempre pronti per un altro giro di giostra.
L’ho scelto perché parla dell’India, perché è un viaggio interiore e intimo. E come sempre succede quando si legge Terzani, ho viaggiato anch’io. E così, mi è sembrato che di quel paese che mi manca tanto, dove non posso andare tutte le volte che voglio, posso percepirne la straordinaria bellezza da ogni posto, perché in qualche modo che non capisco, mi sento di farne parte.
(Pag 153 e seg.) Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto. Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l’impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che l’intero mondo ci abbracci. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino. […] In nessun altro posto al mondo la contrapposizione degli opposti - bellezza e mostruosità, ricchezza e povertà - è così drammatica, così sfacciata come in India. […] L’India ti fa sentire semplicemente umano, naturalmente mortale; ti fa capire che sei una delle tante comparse in un grande, assurdo spettacolo di cui solo noi occidentali pensiamo di essere i registi e di poter decidere come va a finire.
(Pag.518) “ quando l’allievo è pronto il maestro compare”, dicono gli indiani a proposito di un guru, ma lo stesso è vero di un amore, di un posto, di un avvenimento che sono in certe condizioni diventa importante. Inutile cercare le ragioni, andare a caccia di fatti e spiegazioni. Noi stessi siamo alla riprova che c’è una realtà aldilà di quella dei sensi, che c’è una verità aldilà di quella dei fatti e se ci ostiniamo a non crederci, perdiamo l’altra parte della vita e con quella la gioia, appunto, del mistero.
(Pag. 530) La natura, nella sua primitiva purezza, è in equilibrio, a quella completezza a cui noi umani aspiriamo. Semplicemente osservandola, avevo l’impressione di ritrovare una patria; sentivo un’assonanza che avevo dimenticato. Rimettere la mia vita al suo ritmo mi pareva in sé una medicina. Nelle città non ci facciamo più caso. Il giorno finisce e automaticamente si accendono le luci. si continua a leggere, a camminare, a lavorare lo stesso. Si potrebbe-e molti, costretti dai loro mestieri, lo fanno-capovolgere tutto: star svegli di notte e dormire di giorno. Ma con questo capovolgiamo noi stessi. Più ci inciviliamo, più ci allontaniamo dalla natura, compresa la nostra natura che è quella di essere parte del tutto. […] La natura aiuta a espandere la coscienza e la mia sembrava improvvisamente capace di percepire la totalità.nella natura non c’è niente di piccolo, di meschino; niente che ci angustia, che ci immiserisce. Al contrario, dalla natura ci si sente portati alla grandezza e, come volessimo far entrare dentro di noi quella che è fuori, allarghiamo istintivamente i polmoni e respiriamo profondamente.
Tiziano Terzani: Un altro giro di giostra. Longanesi ed.
La diagnosi di cancro è uno spartiacque, spesso si dice: la vita assume un nuovo significato quando si iniziano ad affrontare cure per una malattia che potrebbe porre termine ai nostri giorni. E già su questo concetto si possono aprire molteplici spazi di riflessione, data la nostra mortalità. Tiziano Terzani fa del suo percorso lungo le cure un viaggio: dalle avanzate terapie e dagli approcci multidisciplinari del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York agli approcci della omeopatia, della medicine tradizionali dell’India e dell’Oriente: non strade di cura radicalmente antitetiche, secondo il giornalista e scrittore di origini toscane, ma approcci frutto di visioni offerte da prospettive diverse dell’essere umano e delle malattie del corpo e dello spirito, coesistenti, in cui cercare un equilibrio, una “via di mezzo”, per usare una espressione mutuata dalla filosofia buddhista. Terzani non perde lucidità e gli è facile riconoscere gli spacciatori di rimedi che intercettano la disperazione altrui, i ciarlatani: li vede come sintomi del declino sempre più marcato di un occidente sempre più pervasivo nelle logiche di mercato, e al contempo sempre più fragile, destinato a ricorrere a narrazioni avulse dalla realtà dei singoli. Il viaggio attraverso la malattia diventa così viaggio vero, a ritroso su sentieri già percorsi (gli Stati Uniti, l’India); occasione per incontri e per intrecciare storie: il gioielliere di Dehli, depositario di una sapienza derivante da millenni di una visione dell’esistenza altra, il fratello del Dalai Lama, i medici ayurvedici, gli yogi, il Swami Dayananda Saraswati da cui, per tre mesi, apprende i Veda. Un viaggio che diventa riassunto di una esistenza, e preparazione al suo compimento. Una voce profonda, controcorrente. A tratti profetica. Che manca terribilmente.
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È il primo libro che leggo di Terzani e sono rimasta piacevolmente colpita. Lo stile è scorrevole e, nonostante la delicatezza e complessità dei temi trattati, non ho mai percepito sezioni troppo pesanti. Terzani espone il proprio punto di vista sulla malattia, la medicina, altri temi economici e sociali, ma lascia sempre uno spiraglio per sé e, soprattutto, non è mai supponente – ribadisce che ognuno sceglie il proprio percorso per sé, in base a quello che crede, decide e al momento in cui si trova. Infatti, anche se su alcuni aspetti non mi sono trovata del tutto d’accordo con le sue idee, ascoltarlo è stato interessante. Mi è piaciuto seguirlo nel suo viaggio, non solo tra Paesi diversi, ma anche nei suoi ultimi anni di vita, nel suo io. Di sicuro sono curiosa di leggere altro di lui prossimamente.
Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra.
Gdy autor dowiedział się, że ma raka, postanowił poddać się wszystkim niezbędnym procedurom medycznym w NYC, a przy okazji sprawdzić, co do zaoferowania ma medycyna wschodnia i alternatywna. Ta książka to zapis jego podróży, podczas których poznaje nietypowe kuracje i samego siebie. Bardzo piękna opowieść o mądrym człowieku w obliczu śmierci. Bardzo polecam!
Quanta differenza fa, il momento in cui si legge un libro!
Lessi per la prima volta "Un altro giro di giostra" nel 2008, ben quindici anni fa. In pratica una vita fa e un'altra me, una "me" che ancora non aveva idea di cosa si sarebbe poi ritrovata a fare nella vita. Mi piacque, moltissimo, ma lo compresi davvero? Capii a fondo il significato? Le parole di Terzani risuonarono forti in me come hanno fatto l'estate appena trascorsa, quando ho deciso di rileggerlo? No, non credo... Prova ne è che all'epoca non avevo sottolineato quasi nulla, mentre rileggendolo avrei sottolineato tutto. Questo è un libro immenso, che parla della morte e quindi, all'opposto, della vita illuminandola e dandole il valore che merita come solo i grandi contrasti sanno fare. Non è un libro triste, affatto, è un libro che fa riflettere, che fa anche male ma che guarisce insieme. È un libro che tocca temi a me molto cari, come la critica alla società dell'apparenza e dell'accumulo in cui noi occidentali viviamo immersi e al nostro miope menefreghismo nei confronti del pianeta che ci ospita e che stiamo dilaniando; ma soprattutto parla dell'importanza di godere della vita, di farne il meglio che ci riesce e di viverne una in cui possiamo riconoscerci.
Condivido le mie citazioni preferite:
Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati - come in verità si hanno comunque - per rendersi conto di quanto preziosi sono quei giorni?
Per questo l'arte, quella vera, quella che viene dall'anima, è così importante nella nostra vita. L'arte ci consola, ci solleva, l'arte ci orienta. L'arte ci cura. Noi [...] siamo anche i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.
La natura non è lì perché l'uomo ne faccia quel che vuole. Niente è suo. E se l'uomo si serve di quel che c'è, deve dare qualcosa in cambio.
E col miraggio che più benessere vuol dire più felicità, investiamo tutte le nostre energie nel consumare, come se la vita fosse un eterno banchetto romano in cui si mangia e si vomita per poter rimangiare.
Si vive senza più fare attenzione alla vita. Si dorme e non si fa caso a quel che si sogna. Si guarda solo la sveglia. Siamo interessati solo al tempo che passa, al farlo passare, rimandando al poi quel che si vorrebbe davvero.
Non bisognerebbe mai [...] cercare di ripetere oggi quel momento di gioia che già siamo stati fortunati d'avere avuto ieri.
Mi rendo conto che corro il rischio di offendere qualcuno pubblicando questa recensione, questo libro è molto amato e da molti considerato un libro 'spirituale'. La pubblico lo stesso, sperando che nessuno mi sbrani.
Non è che il libro non mi sia piaciuto, anzi, l'ho letto volentieri in pochi giorni, ed è pure una lettura che potrei consigliare a parecchie persone. Ma mi sembra, con tutto il dovuto rispetto per l'autore, che sia decisamente sopravvalutato.
Terzani era un giornalista, e si sente: il libro è un gigantesco reportage. Negli ultimi anni della sua vita Terzani ha continuato a fare il giornalista, il bravo giornalista anzi, riportando la sua vicenda personale di pari passo con le sue esplorazioni nel mondo della medicina ufficiale e alternativa. Ma come in tutti i lavori giornalistici, nel libro la completezza va a discapito della profondità: sia le varie terapie che le proprie riflessioni esistenziali sono riportate in una panoramica tanto vasta quanto superficiale. Il fatto che molti giudichino questo libro molto 'profondo' testimonia tristemente della superficialità del mondo in cui viviamo.
Terzani aveva i mezzi, beato lui, di saltare sul primo aereo per l'altra parte del mondo per farsi ripulire l'intestino o farsi confezionare erbe cinesi in Cina prima di riprendere il volo per New York e andare a farsi curare nel centro anticancro più 'in' del pianeta. Ciò gli ha dato la possibilità di fare un rendiconto abbastanza completo delle terapie anticancro della medicina ufficiale come di quella alternativa, e rende il libro molto interessante ed utile per sfatare o quantomeno porre nella giusta prospettiva tutte le terapie non ufficiali.
Dal punto di vista spirituale e personale, per quanto la sua vicenda personale sia toccante, le sue riflessioni sempre condivisibili e la decisione finale di morire a modo proprio sia senz'altro bella, anticonvenzionale e da citare ad esempio (se dovesse capitare a me spero di avere altrettanta lucidità e padronanza di me stessa), temo che se solo andassimo a cercare fra i nostri vicini di casa che hanno affrontato una battaglia con il cancro e ne sono usciti o vincenti o perdenti, o se facessimo un giro in un reparto ospedaliero per malattie gravi, in un ospedale psichiatrico, a casa di un disabile grave o di un bambino gravemente ammalato potremmo trovare e capire molto più sulla vita e la morte che non in questo libro, solo che nessuno lo fa.
Odio lasciare i libri a metà, ma dopo oltre due mesi dall'inizio della lettura - proceduta con troppa lentezza - ho perso interesse a questi argomenti. Per il momento mi fermo qui, con la promessa di portarlo a termine accanto ad altre letture. Le riflessioni di Terzani sono meravigliose, ma meglio acquisirle un poco alla volta per poterne godere appieno la bellezza.
Ripreso a leggere il 03.01.2012.
Finito. Ammetto che la lettura ha continuato a pesarmi, ma del resto non si tratta di leggere una favola: si tratta della testimonianza di vita di un grande uomo in un difficilissimo periodo della sua vita. E sicuramente da queste righe c'è tanto da imparare.
Un viaggio infinito nella vita straordinaria di un grande uomo costellato da viaggi terreni attraverso l'Asia,l'America,l'Europa fino a raggiungere un livello più elevato,quello del viaggio spirituale dentro se stessi. Terzani fa vivere l'amore,l'odio,le contraddizioni,la passione,l'angoscia,il dolore,la speranza,la serenità di quest'ultimo incredibile viaggio, il più importante della sua vita, che lo costringe a guardarsi dentro e a conoscere la vera anima,in un altro emozionante giro di giostra.
I guess Italian readers know Terzani very well, hence writing in English because I think this should be part of your library wherever you come from. It is a very genuine, heartfelt well written book. Terzani’s quest for a cure for his cancer, but what is a "cure"? This is a must-read for sceptic and rational people as well as for spiritual ones. Terzani was not a hippie, he was a war correspondent in Asia, where he lived great part of his life. Forget about the cover picture, and his guru-like appearance. He was not that. He was much more human and relatable, and so is this book.
Mah, Terzani lo invidio pure quando ha un malanno. A dire il vero il suo aproccio da bastian contrario, da essere credente tra gli scettici e scettico tra i credenti mi ha stancato e ho fatto davvero fatica a finire questo libro. Peró tra i suoi tanti (troppi?) ragionamenti ci sono delle perle di saggezza fantastiche.
E cos'é la vita, se non l'opportunitá che abbiamo di conoscere noi stessi?
Il grande Tiziano ci narra a viva voce e con la sua inimitabile ironia il percorso della sua convivenza con il tumore... Sentendo che gli manca poco da vivere, riesce a trovare nuovi punti di vista nella sua vita, e affronta un lungo pellegrinaggio alla ricerca di una cura al suo male. Affronterà mille peripezie, ma alla fine...
Non mi sento di dare un giudizio positivo a questo libro nonostante la mia stima per Terzani. C’è molto utopia e new age sorpassata che secondo me non fa più testo. Storie banali che non sanno di vissuto, ma di un racconto surreale. Poco scorrevole e ripetitivo. Certo siamo lontani da “Un indovino mi disse” per me resta sempre il libro migliore di Terzani.
Ne tam Batı ne Tam Doğu. Ne tam maddiyat ne tam maneviyat. DENGE. Zihnin bedene; bedenin de zihne tartışmasız ve zorunlu tesiri. Karşıtlar. Birlik. Karşıtların birliği. Madde hayatının neredeyse her penceresi ve yine manevi hayatın neredeyse her kapısı. Aşılır. Anahtar-kilit. Geç, daima, ileri. Ama geri de dönmesine. Döngüsellik. Bu kitap hayatın ta kendisi.
mi incuriosisce sempre leggere libri che sono scritti non perchè si deve ma perchè si vuole. saputo della sua malattia terzani sente ilò bisogno di scrivere, a mio parere è il suo libro migliore e il più toccante.
"Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente mai ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta." Questo libro mi ha accompagnata nel mio viaggio in India, è stato prezioso. Terzani grande scrittore.