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La pietra lunare

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La pietra lunare si apre su una «scena della vita di provincia» grottesca e quasi allucinata, di quelle in cui l’autore delle Due zittelle era maestro. «Dal fondo dell’oscurità» il protagonista si sente guardato da «due occhi neri, dilatati e selvaggi» che lo gettano nello stupore e nel terrore. E al tempo stesso egli non può fare a meno di cogliere «un volto pallido, dei capelli bruni, un seno abbagliante scoperto a mezzo». Così ci appare Gurù, la fanciulla-capra, che presto condurrà Giovancarlo e il lettore fra i «lunari orrori» di creature diafane, fantomatiche, e fin nelle viscere della terra, nel regno arcano delle Madri, svelandosi come mistagoga di una iniziazione erotica. Il mondo sembra subito spartirsi in due specie di realtà, ostili e dissonanti. Una è quella della vita gretta che si raccoglie intorno al desco familiare, impregnata di un «odore pesante d’avanzi di lavatura di piatti e d’insetti domestici». L’altra è quella che con la luna si annuncia nel cielo, là dove «succedono cose strane, e meravigliose», dove «ci sono cose che corrono navigano girano per conto loro mentre noi dormiamo». E si può dire che tali due realtà corrispondano ai registri fondamentali dell’opera di Landolfi quale si prefigurava con nettezza in questo suo primo romanzo, anno 1939.

152 pages, Paperback

First published January 1, 1939

8 people are currently reading
602 people want to read

About the author

Tommaso Landolfi

95 books73 followers
Tommaso Landolfi was an Italian author, translator and literary critic. His numerous grotesque tales and novels, sometimes on the border of speculative fiction, science fiction and realism, place him in a unique and unorthodox position among Italian writers. He won a number of awards, including the prestigious Strega Prize.

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Displaying 1 - 30 of 50 reviews
Profile Image for Silvia.
367 reviews28 followers
June 30, 2024
Femminilità ferina, mascolinità...no

Giovancarlo, in una pausa dalle sudate carte universitarie, si reca nell'antico borgo natio a trovare l'onnipresente famiglia, che da sempre si riunisce attorno alla stessa tavola, con lo stesso odore stantio di verdure bollite, i medesimi discorsi cristallizzati attraverso oceani temporali identici, pianti di bimbi, parole grette, pensieri ancor più basici. La sacra rappresentazione della confortante reiterazione di gesti e pensieri che nulla aggiunge e nulla toglie.
Arriva dalle selve che attorniano il contado Gurù, la fanciulla-capra, che seduce con la forza della sua animalità umida e setosa il borghesissimo Giovancarlo, che si lega a lei come per un incantesimo e la segue, in un percorso silvano iniziatico attraverso la decostruzione dell'Io civilizzato (e banalissimo) verso luoghi notturni popolati di creature immaginifiche e potenti, che si abbeverano della forza della luna.
E' un'iniziazione sessuale, certo, ma anche a mio avviso un percorso- che dura una notte soltanto- verso l'accettazione del magma indistinto di pulsioni irrazionali che albergano nell'Io in cui si acconsente a cedere il comando, ad abbandonarsi alla mercé di qualcun altro.
Poi, certo, il finale è amaro, con lui che ritorna alla schiavitù del noto, perché troppo pavido e lascia lei piangente ad osservarlo percorrere una strada grigia grigia.
Dietro Gurù ho ritrovato i personaggi dei miti greci che tanto mi hanno affascinato fin dall'infanzia: Circe, Calipso, le Sirene, Medea, per non parlare poi delle sacerdotesse di Bacco, le mie predilette.
La lingua è molto più simile a Gurù, che all'antipaticissimo Giovancarlo: pastosa, ricca, onirica, inebriante. Mi ha ubriacato.
E' l'opera prima dell'autore, datata 1939: chissà quali meraviglie mi riserva il seguito della sua produzione.l
Profile Image for sara r..
38 reviews14 followers
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February 20, 2024
Mi pare impossibile che quando c’è la luna noi si dorma nelle nostre case. Quando c’è la luna fuori dalla finestra chiusa succedono cose strane, e meravigliose. Ci sono cose che corrono navigano girano per conto loro mentre noi dormiamo. Non è strano questo? Non è strano anche che si possa dormire mentre la luna attraversa il cielo?

leggere La pietra lunare è un po’ come vedere Landolfi fare l’amore con un dizionario, tutto un un fremito di compiacimento onanistico, sempre con un sorrisetto sardonico e ironico che gli tira su gli angoli della bocca.

Giovancarlo è un poetastro solitario pieno di opinioni sul mondo ma povero di esperienze, che si arroga il diritto di spiare dall’alto del suo maniero tutto il paesucolo, “tenuto, per sua dannazione, a scoscendersi per l’inferno come a volitare per il paradiso”; è un uomo solare, che vive alla giornata secondo i ritmi del Sole.
Gurù, invece, è una creatura lunare. sta tutta sola, senza marito, legge libri, canta arie remote e nenie monotone, passeggia da sola per i monti di notte, trova amiche nelle capre. volubile e smaniosa come la faccia della Luna, raggiunge la piena albedine solo quando la sfera rifulge al ventinovesimo giorno del suo ciclo. in questa circostanza si compie la metamorfosi: Gurù diventa una creatura magica, metà donna e metà capra, “con due occhi vasti e fondi in cui correva a momenti l’adustione del topazio, a momenti l’inflessione violacea e spessa dell’oliva”. la sua muta è così naturale che a Giovancarlo sembra che il suo corpo femminile non possa che logicamente concludersi con quelle appendici caprine.

Se la fanciulla si volgeva, i denti e gli occhi brillavano nella lenta oscurità luminosa; crudelmente balenando quelli con lucore di lama, di riflessi grevi e madidi gli altri. Da questa maschera buia e lunare pareva qualche volta al giovane che tralucesse una ferocia imperiosa, schernevole e smarrita al tempo stesso, impietrita in un’eternità fragile e preziosa, connaturale, pareva; in meno d’un attimo compariva e cresceva d’intensità fino ai limiti del tollerabile, eppure svariava rapidamente, prima ancora di lasciarsi decifrare, in una sorta di mansueta ritrosia e, con palpito d’ala, la fanciulla abbassava le ciglia volgendosi altrove. Dal suo corpo veniva a tratti un odore violento, che però non aveva nulla di ferino e si sarebbe detto piuttosto di genziana o di dianto.

non è una storia d’amore, quanto un racconto misterico, un’iniziazione avvenuta con “un misto di curiosità d’attrazione vertiginosa e di repulsione”. “avventura e sacro terrore” si fanno battaglia nell’estremo tentativo di compartecipazione all’arcana notte della natura che supera se stessa: “Come quando, svegliandosi sotto l’incubo dello sguardo serpentino il dormiente, o volgendosi la vittima nel suo inconscio orrore, la muta tensione screpa in fragorosa esplosione”.
è una storia in cui l’argento della luna non vuole cedere alla giada dell’alba, in cui il plenilunio appare immenso come un pianeta alieno sul punto di collidere con la Terra.

Landolfi scrive con l’esuberante abbondanza del barocco. ogni frase è un groppo di parole che ti chiedono di essere lette anche tre, quattro volte, in un gioco a ostacoli dove il tuo rivale più imperterrito sono le virgole, che io amo così istintivamente. Debenedetti scrisse che Landolfi poneva “tutta la chiarezza al servizio del massimo di procurata oscurità, o meglio occultamento”. dunque l’incomprensione che increspa la tensione superficiale della prosa non è dovuta a maldestra disattenzione, ma è voluta dall’autore, archeologo della lingua. come per Leopardi, anche per Landolfi “è di gran lunga preferibile scrivere in una lingua imperfettamente conosciuta, anziché in una che ci sia compiutamente familiare”.

Scoppiarono due fulmini rincorrendosi e doppiando di vigore, sopravvenne un attimo di sospensione; lento la pioggia, si diffuse il madore soffocante di quando il cielo è ancora gravido, un largo squarcio si fece fra i nembi donde il beffardo volto della luna, molto in alto, poté affacciarsi più a lungo. I lagni gli ansiti delle due forme aggrovigliate raggiunsero un parossismo di violenza, il vapore lunare parve spumeggiare attorno a loro, da loro. La luna si nascose, contro la sua faccia s’accumularono nuvole e nuvole di pece, vi fu un istante d’oscurità completa.

preferendo dianto per garofano, vescia per loffa, e un’altra miriade di nomi scientifici mascherati da parole comuni, impugna ora la penna di un botanico ora quella di un naturalista. flora e fauna dialogano, schioccano, balenano, abitano il libro. Gurù dice: “Le piante sono mie amiche, non le calpestare. [...] Ce ne sono alcune hanno fiore, altre che no, hanno tanti odori che non tutti sentono. Sono buone o cattive. Sai che ci sono piante sorde cieche mute?”

il libro riluce di un cromatismo verbale intimo. cova insieme vago e puntuale: l’impressione con cui ti profuma è vero dono a te, lettorə: una “ineluttabile corrispondenza” tra Landolfi e la Natura.

P.S. lo stile non è semplicemente aggrovigliato, ma a tratti risulta proprio incomprensibile, tanto che sapendo che Landolfi fu glossopoieta pensavo che molte parole se le fosse inventate di sana pianta. invece non ha fatto che confermare la mia ignoranza, senza rimprovero ma con grande suggestione.
ecco una lista di parole che non avevo mai sentito prima di leggere questo libro: resipiscenza, adustione, spigolistra, baciapile, lutulento, cuccuma, zendado, scranne, cecce, specioso, forosetta, bulima, addiaccio, groppo, algore, cuora, drudo, cesarie.
Profile Image for Francesco Spagnol.
26 reviews18 followers
January 12, 2020
Valutazione: 4.50.

L'avevo puntato mesi fa, e solo per miracolo non l'avevo ancora acquistato, quando ne ho rinvenuta una copia nascosta nella biblioteca della vecchia casa di famiglia. Lieto per il denaro risparmiato e per il felice incontro, mi sono dato alla lettura e ho concluso il libro in pochi giorni.

Forse l'opera più nota di Landolfi e certo una delle più datate (1939), 'La pietra lunare' mi ha colpito leggermente meno rispetto agli unici altri due libri dello stesso autore che avevo letto in precedenza: 'Racconti impossibili' e 'Del meno'. Per gusto personale, ritengo che Landolfi abbia dato il suo massimo quando si esprimeva nella forma breve, mentre 'La pietra lunare' è a tutti gli effetti un romanzo, ma poco cambia: trattasi sempre di livelli straordinari.

La trama vede lo studente universitario Giovancarlo trascorrere un periodo di vacanza nel suo paese natale. Già nel primo capitolo, che descrive un'esilarante riunione di famiglia provinciale, il giovane incontra Gurù, fanciulla dai piedi caprini che nel corso dell'opera coinvolgerà Giovancarlo in un crescendo di bizzarrie fantastiche. Tutto il libro è percorso di richiami alle credenze popolari contadine e all'universo mitologico, in un vortice di riti orgiastici, metamorfosi stregonesche e iniziazioni dionisiache.

Soprattutto rimane indubbio l'eccelso valore della prosa, che si fa spesso poetica ma sempre mantenendo un vago sentore di ironia e sprezzatura. Il gusto di Landolfi sta nel suo utilizzo magistrale dell'italiano, che nelle sue mani danza e si fa musica, senza che si percepisca la fatica che dev'essere costata l'intera operazione creativa, un lavoro di cesellatura finissimo e impressionante.

È solo il terzo libro e sono sempre più intenzionato a leggere la sua intera produzione.
Profile Image for Daniele.
305 reviews68 followers
June 29, 2024
Onirico, affascinante.


Se metti le orecchie a tutti i buchi a casa tua non ci arrivi più, diceva la buonanima di don Sempronio» riprese la furba vecchia intendendo dire che non bisognava troppo fidarsi delle chiacchiere della gente.
Profile Image for Intervalla Insaniae.
141 reviews39 followers
November 2, 2020
Questo racconto è una delizia.

Un uscio si schiude su volti grotteschi e noi, con Giovancarlo, veniamo risucchiati dentro una cucina che puzza, fra discorsi ottusi e l’immancabile, insopportabile, sottofondo di lagna di bambino.
Come venir salvati da questa scena di squallore se non dall’apparizione un po’ inquietante della caprina Gurù? Così, da lei guidati, o costretti, usciamo nel chiaro di luna e l’inquietudine cede al fascino.
Si apre così il racconto funambolico del timido Giovancarlo e della verania Gurù. La vicenda non è chiara, spesso si percepisce il crescere della tensione in vista di un prossimo scatto ferino. Gurù, però, resta sempre al fianco di Giovancarlo e del lettore, confortante presenza, tenendoci per mano ed accarezzandoci i capelli, tutto andrà bene.
Che dispiacere, quindi, vederla infine piangere, lasciata nella sua camera (torna Giovancarlo, per favore, dalla tua Gurù!).
Forse, però, tutto il racconto non atterrisce anche perché affonda le sue radici e cresce su un consistente strato di deliziosissima ironia. Sembra che Landolfi ammicchi continuamente, fra un giro e l’altro di questa giostra sulla quale ci ha fatti salire e che lui conduce.
La sua scrittura è strabiliante: colta e raffinatissima, segue tinte allucinate, colori acidi e guizzi, tutte le sfumature del bianco e del nero, lampi, baluginii, intrichi di bosco là dove vuole farci perdere, consistenze di bitume là dove vuole farci impastoiare, scariche luminose là dove vuole farci tremare e morbidezze di vello là dove vuole rincuorarci. Non avevo idea che con le parole si potessero plasmare tutte queste materie, si potessero far vedere tali colori (e non avevo idea che ne potessero esistere così tante e varie!). Che gioco meraviglioso questa Danse Macabre, dalla quale emanano odore di zolfo e profumo di dianto.
Profile Image for Davide Calò.
71 reviews3 followers
July 3, 2022


"La pietra lunare" è un brevissimo romanzo di T. Landolfi che, ispirato sia da Novalis, sia da Leopardi, descrive un rapporto tra l'onirico e il delirante tra il "solare" Giovancarlo e la "lunare" Gurù, la loro entrata nel mondo della notte, la loro uscita e il loro distacco. Questa discesa negli inferi lunari non è altro che una metafora di un sogno su cui è difficile svegliarsi, di un mondo che non dipende da noi e che ci afferra, ci distrugge e ci divora. Il tutto è condito da un modo di scrivere incredibile. Le quattro "stelline" vengono date per mero gusto personale: avrei solo voluto leggere MOLTO di più.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for MonicaVandina.
138 reviews19 followers
December 5, 2021
Mi trovo sempre in difficoltà a definire con un punteggio i libri di Landolfi. Sono stata indecisa tra le tre e le quattro stelle, ma non ha molta importanza. Anche in questo racconto lungo, scritto nel 1937, Landolfi è assolutamente Landolfi, a tratti molto ostico, quasi sempre sconcertante, padrone della lingua italiana come pochi.
Profile Image for Nicoletta - Mrs Hats.
163 reviews15 followers
April 6, 2021
Ho letto questo racconto lungo/romanzo breve perché mi sono imbattuta in questo autore che confesso con vergogna non conoscevo, e nonostante non sia effettivamente molto noto, scopro essere molto importante.
La storia di Giovancarlo, giovane studente che torna per qualche tempo al paese di origine, durante una riunione con i parenti intorno al tavolo di cucina, esattamente come i più vecchi di noi potrebbero ricordare dalla loro giovinezza, conosce la misteriosa Gurù, che lui solo scopre, in un crescendo di erotismo e stupore, avere zampe di capra. L'amore tra i due sfocerà in esperienze multiple di dionisiaco panismo.
Ho letto che l’autore per questo suo indagare il fantastico fino all’ orrorifico è spesso accostato a Poe, ma anche al realismo magico. Tenuto conto che lo sfondo è significativamente descrittivo della realtà, con un inequivocabile gusto per l’ironia, sono propensa per questa seconda interpretazione, anche perché sicuramente egli fa riferimento all’amplissimo bagaglio di storie e tradizioni popolari. In questo senso allora più che a un gusto moderno, potrebbe essere più vicino ai classici, in cui la convivenza con metamorfismo e misteri era geneticamente connaturata nell'uomo antico. Quindi il protagonista più che attraversare un diaframma per entrare in una realtà altra, sembra invece squarciare il velo di Maya e scoprire la realtà oltre l’apparenza, nella quale la sua anima di poeta sembrerebbe sentirsi subito a proprio agio. Ma la prima realtà non scompare, e nemmeno viene superata. Un “fantastico quotidiano”, come lo definì Calvino, dunque, pregno di una ironia pungente ma anche un po’ rassegnata.
Altro aspetto fortemente presente è il “corpo”, in ogni sua accezione, dall’erotismo evidente al decadimento nelle descrizioni dei vicini osservati dalla finestra (sequenza che mi è piaciuta molto, visivamente degna di Hitchcock), alle narrazioni metaforiche della natura (la salita in montagna, piena di forme, curve e anfratti ampiamente descritti). La natura, quindi, dolce e violenta, selvaggia, accogliente e faticosa, che si oppone alla civiltà addomesticata e insensibile giù a valle. Qual è più allucinata?
Le continue dicotomie, sono anche tra Giovancarlo e Gurù, il primo giovane di buona famiglia, timido e imbranato che si abbandona completamente al mistero dei sensi, almeno per lo spazio di una notte di luna; la seconda, una bella figura femminile, legge libri, canta, vive sola in una casa abbandonata e per questo un po'strega, un po' sacerdotessa e capra mannara, ammaliante e misteriosa ma anche benevola e materna, tuttavia non è invisa ai compaesani, ai quali sorride con ironica compartecipazione. Entrambi gli amanti sono accomunati dalla solitudine che condividono in una complicità che si oppone alla normalità.
Il finale è tenero e amaro insieme.
In appendice il “Giudizio di Leopardi sulla presente opera” espone la poetica di Landolfi: “Un uomo tantomeno sarà grande quanto più sarà dominato dalla ragione; tutti quelli che possono esser grandi nella poesia e nelle lettere devono esser dominati dalle illusioni. […] Mentre l’uomo si allontana da quella puerizia in cui tutto è singolare e meraviglioso, in cui l’immaginazione sembra non abbia confini, allora l’uomo perde la capacità di esser sedotto, diventa artificioso, cade tra le branchie della ragione che gli va a ricercare tutti i segreti della realtà. Ma questo senno e questa esperienza sono la morte della poesia.”
Ho letto che il critico Contini nel dopoguerra indagò la «sensibilità magica in letteratura» pubblicando una antologia ma sottolineando anche quanto fosse poco diffusa nella letteratura italiana "che in seguito all’opera di Alessandro Manzoni preferì tutelare la fedeltà nei confronti della storia e del reale." Questo potrebbe essere motivo della scarsa notorietà di questo autore. Oltre infine ad una lingua difficile, soverchiante di termini desueti, che risulta aulica, "ottocentesca" e al contempo sperimentale per un fluire veloce molto moderno, ma che può effettivamente risultare scoraggiante o poco attraente, quando invece ne è certamente una ricchezza.
Forse Gurù è il simbolo stesso della letteratura secondo l'autore.
Profile Image for Phoebes.
597 reviews27 followers
February 25, 2019
Anche se riconosco la bravura di Landolfi, mi rendo conto che il suo stile proprio non fa per me. La storia mi ha fornito qualche sprazzo di interesse ma nel complesso non mi ha convinto, e lo stile dell’autore mi ha reso la lettura più ostica. Ho fatto veramente fatica a finirlo, un libriccino di 150 pagine che mi ha fatto l’effetto di un mattone. Peccato, ma evidentemente io e questo autore non andiamo d’accordo.
http://www.naufragio.it/iltempodilegg...
Profile Image for dv.
1,398 reviews59 followers
March 31, 2023
Il sottotitolo "scene della vita di provincia" certo non fa presagire il viaggio in un mondo notturno, animalesco, sensuale e violento in cui il racconto, dopo un esordio folgorante, conduce. C'è il folklore popolare, l'orrore alla Poe e la trasformazione della donna in fiera (negli stessi anni '30 vedi anche, curiosamente, il Soldati de La verità sul caso Motta). E c'è il controllo totale di una lingua poetica, ironica, allusiva.
Profile Image for Cirogianluigi.
38 reviews4 followers
August 17, 2015
Il mio primo libro di Landolfi e non credo che sarà l'ultimo. Una storia che unisce realtà e fantasia, ordinarietà e surrealismo in un modo quasi magistrale. Linguaggio prezioso e a tratti complesso, ma è un qualcosa di poetico e sinfonico. Forse per questo l'autore è poco conosciuto (ed è un male).
Profile Image for Temucano.
562 reviews21 followers
October 26, 2025
Es corta pero tiene suspenso, acción, poesía y sobre todo una historia de amor muy especial, entre Giovancarlo y Gurú, mientras de a poco te va sumergiendo en una fantasía profundamente bucólica, que parece alcanzar incluso las fuentes del paganismo. Es que Landolfi escribe muy bien, no cuesta nada involucrarse en la trama, y a veces cuando desvaría lo hace con sentido o al menos de forma tan elegante que no entorpece la lectura.

Sobre Gurú, una muchacha de la cual es muy difícil no enamorarse.
Profile Image for Nataly Mohamad.
19 reviews14 followers
June 4, 2018
Acabo de terminar este libro, publicado por primera vez en 1939. Inicia con un relato de una familia de un pueblo italiano que como es de costumbre refleja las pequeñas felicidades y tristezas de la provincia, para luego adentrarse en el misterio y la trama quimérica que aparece tras la visión que tiene Giovancarlo, un poeta, de una joven que se pone a un lado de lo normal. El relato me pareció curioso, inusual, desde su carencia de comas al nombrar muchas cosas, dándome un efecto de palabras que galopan y se empujan en mi mente. Luego sigue la trama en sí, del mundo común y corriente, frágil ante la luna, como una puerta que se abre con el más sordo silbido del viento ante el mundo de la fantasía. Hojas lunares, piedras lunares, montañas, Gurú, muertos, cabras.⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀

"Está el pueblo abandonado, una ciudad. Hay calles casas iglesias torres y no está nadie; lo vi bajo el sol fuerte, ¿tú lo viste? Es negro y triste, allí se está muy a gusto. ¿Leeremos juntos tus versos? ¿Me querrás siempre?"⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Profile Image for Josef Del Processo.
48 reviews41 followers
August 7, 2017
Landolfi da Pico

Landolfi è un grande, esteta del linguaggio e fantasia senza limiti se penso al ciarpame con cui riempiono le librerie oggigiorno (e che la gente si compra, e che si legge, e che vota cinque stelle, boh!)
Profile Image for Demetrio Marra.
42 reviews6 followers
August 30, 2021
Il romanzo più famoso di Tommaso Landolfi è un delirio fantastico con protagonista una ragazza capra. Non il mio preferito di suo, ma assolutamente da leggere.
Profile Image for Leo.
2 reviews
April 30, 2025
La magia dell'alba, quando le cose compaiono, ma le stelle non scompaiono.

Il protagonista, pieno di purezza vede ciò che non si vuole vedere, disvelando l’altra faccia del reale. Riesce quindi a perdersi nel percorso iniziatico che vede dilatare il suo Io nell’inconscio di un mondo onirico fatto di riti orgiastici; dissoluzione del raziocinio e visioni para

dell’irrompere d’un abisso ferino, inebriante, di sconvolgente portata, lenta (eppure improvvisa come una tempesta) passeggiata nei meandri del regno lunare, riflessi siderei e apparizioni diafane.

nel folto della notte dove comincia la vita lunare. E del notturno, in Landolfi, nelle parole che suona a ogni pagina (evidente concerto di movimenti che salgono scendono si appianano e esplodono ancora), vi è il confondere della foschia, il turbarsi e il tormentarsi, il sonno e il vigile risveglio, occhi profondamente aperti su ciò che appare, chiaro nell’oscurità – e che coinvolge con forza e con trasporto – nelle ore nascoste ai più.

creature che compaiono solo di notte, per celebrare il loro sabba, cerimonia che richiama gli archètipi del vino, del sangue e del sesso.

Landolfi si abbandona alla descrizione dell’unione panica tra uomo e natura, attraverso uno stile frenetico e convulso, che sembra mimare il motivo dell’orgasmo. Alta, maestosa e immobile (un po’ come la luna), la Madre fissa ogni creatura, scrutando nelle profondità della sua anima, e lasciandola poi priva di coscienza. Solo così il rito di iniziazione del ragazzo ha finalmente successo: il giovane riesce a non soccombere solo grazie alle nuvole, che coprono per un istante la luna, indebolendo il potere della dea. Grazie alla guida di Gurù, Giovancarlo è finalmente entrato in comunione con il mondo lunare, di cui ormai è parte integrante. È bastato un solo sguardo della Madre per vedere svelato ogni suo segreto e per sancire la sua adesione ad esso:

Durante un memorabile sabba notturno in una radura nel bosco, egli avrà modo di assistere alla trasformazione della ragazza e di conoscere personaggi spettrali e mitici, usciti dal mondo onirico dell’inconscio.

“un uomo tanto meno sarà grande quanto più sarà dominato dalla ragione; tutti quelli che possono esser grandi nella poesia e nelle lettere devono esser dominati dalle illusioni. (...) Mentre l’uomo si allontana da quella puerizia in cui tutto è singolare e meraviglioso, in cui l’immaginazione sembra non abbia confini, allora l’uomo perde la capacità di esser sedotto, diventa artificioso, cade tra le branchie della ragione che gli va a ricercare tutti i segreti della realtà. Ma questo senno e questa esperienza sono la morte della poesia”.

Il canto finale di Gurù è la nenia che spezza l’eternità dell’incantamento facendo piombare Giovancarlo in un sonno antico e profondo

La donna-capra, creatura di un mondo fuori dal tempo, primordiale e archetipico

Gurù è una creatura che vive soprattutto di notte e che vaga a suo agio sotto le stelle lungo i sentieri rocciosi di montagna.

192 reviews1 follower
January 11, 2022
"La pietra lunare", Tommaso Landolfi, 1939.

Più leggo autori italiani che non conoscevo, più mi convinco che la nostra letteratura sia tra le più ricche e diversificate al mondo.

Nella cittadina di provincia di P., il giovane Giovancarlo, rampollo di una famiglia benestante, mentre si trova in casa di alcuni parenti, inizia a sentirsi osservato da "due occhi neri, dilatati e selvaggi."
Preso dallo spavento ma, allo stesso tempo, sentendosi affascinato ed attratto da quella strana figura che lo fissa dell'oscurità, il protagonista non può fare a meno di notare "un volto pallido, dei capelli bruni, un senso abbagliante scoperto a mezzo."
Appare, dunque, Gurù, bellissima fanciulla che condurrà Giovancarlo attraverso quel velo oltre il quale domina il dio Pan.
Tra "lunari orrori", creature diafane e fantomatiche, fino all'incontro con le Madri, Landolfi mette in scena un vero viaggio di iniziazione erotica, di crescita. E lo fa nel modo che io amo di più: non lasciandoci mai capire dove finisce la realtà ed inizia il sogno.
E lo stile di scrittura?
È quello degli Eletti.
Leggere per credere.

Nuovo amore letterario.
Come sempre.

"(...) i capelli che ella pettina son corti lisci e un po' gonfi, il sommo delle sue spalle e del suo seno, le sue braccia nude, abbagliano fra l'ambra come latte in una coppa di topazio, come alabastro al di qua d'un fuoco, come perle fra l'oro, come neve fra campi dorati d'autunno... in una parola: Gurù!"
Profile Image for Andrea Fiore.
291 reviews74 followers
November 17, 2015
"I fuochi s'andavano spegnendo; la luna sempre di più si sbilanciava verso la linea frastagliata dell'orizzonte rivolgendo seco tutta la cappa del cielo. Al di là dei fuochi, contro l'oriente donde l'ombra minacciava, parve al giovane di vedere affollarsi torme di strane creature, difficilmente riconoscibili; quasi fossero tenute in rispetto dagli ultimi barbagli delle fiamme. Di esse una sembrava recare su spalle umane una gran testa di lupo, un'altra, in vista di spropositato uccello, mostrava fra le ali chiuse, come fra i lembi d'un manto, un tenero corpo femminile, un'altra ancora protendeva muso e barbizzo caprini, dalla testa d'una quarta, non si vedeva se umana o bestiale, spuntavano lunghe corna ramificate oscillanti e timide... E grugni rostri grifi becchi proboscidi zoccoli zampe velli zanne insieme a membra umane, bianche più aduste pelose, a poppe di donna, a nerbuti sessi maschili. Ma tutte, queste creature, apparivano squallide e quasi diafane, colle occhiaie incavante, le più cogli occhi grossi e sporgenti come enormi insetti, e anche gli occhi slavati come di cicala - in ogni cosa simile a cicala di mare. Quelle poi che si trovano dall'altra parte sembravano opporre un troppo fragile schermo alla luce lunare, e quasi non fare ombra; leggere diluizioni giallognole, verdine, s'indovinavano talvolta per questi corpi trasparenti."
Profile Image for Hex75.
986 reviews60 followers
August 12, 2021
che romanzo strano: un autentico tuffo nel weird più estremo, tra licantropie (più o meno), fantasmi, apparizioni, vendette che vanno oltre il tempo e atmosfere tra il sogno e l'incubo, e contemporaneamente un affresco di vita di provincia, con le sue tipologie più classiche che popolano un paese - segnato solo come p.- che potrebbe tranquillamente esser esistito dalla provincia italiana di quell'epoca.
landolfi non si risparmia: dove serve sa essere ironico e satirico, sensuale e violento, orrorifico e misterioso, mentre dissemina il romanzo di termini ricercati e sperimentazioni.
da levarsi il cappello poi l'omaggio a leopardi che racchiude il romanzo: nel principio abbiamo l'incontro tra il protagonista giovancarlo e parte della sua famiglia e lo zio -dopo le prime ovvie domande- gli domanda quanto sia grande leopardi, mentre dopo il finale abbiamo proprio un cut-up dello "zibaldone" ad uso di recensione dell'opera, oltre che di elogio della letteratura più istintiva e meno legata alla ripetizione del passato.
se siete in cerca delle origini del fantasy e del weird italiano passate dalle parti di p.: non ve ne pentirete.
Profile Image for Davide Bianchera.
70 reviews9 followers
August 5, 2022
Per chi volesse inerpicarsi fra stretti sentieri notturni nascosti in mezzo a boschi, in cima a montagne popolate di briganti e creature pelose affascinanti, questo è il libro perfetto.

Weird molto prima del weird . ( 1937 !!!! )
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books131 followers
October 1, 2017
",,, i poeti è un'altra faccenda, essi vestono d'avventura ogni loro più minuto atto." (p. 47)
Profile Image for ☘︎ elisabet ☘︎.
81 reviews40 followers
October 25, 2020
no (or many weird) clues what i just read - but it was magically awesome, at the same time i felt like “???” from start to finish.
Profile Image for Flynth Shower.
36 reviews
August 24, 2025
Il primo romanzo di Landolfi affronta la sua visione mistica del mondo, creando una storia che contrappone ad un paesaggio contadino, semplice e chiuso, streghe, creature mannare, fantasmi e sabba.
La narrazione è, come sempre per questo autore, sempre più intrigante mano mano che si prosegue la lettura; peccato per gli ultimi due capitoli che, a mio parere, sfociano in una conclusione abbastanza tronca, che non raggiunge i picchi d'atmosfera dei precedenti e, seppur scritta bene, lascia un po' il lettore a bocca asciutta.
Profile Image for Elisa Diana.
10 reviews3 followers
April 16, 2021
La lettura di questo breve romanzo può lasciare interdetti e confusi, tutto dipende da che tipo di esperienza ci si aspetta. Personalmente azzarderei la definizione di "romanzo dicotomico" con sistema bipartito tra la luce e le tenebre, tra il razionale e l'inconscio freudiano, tra un sistema linguistico dato e uno simbolico sotteso.

Giovancarlo è uno studente universitario di lettere dall'animo poetico, un giorno torna in paese per partecipare ad una cena familiare, qualcuno gli domanda di Leopardi, altri si addormentano, altri ancora spettegolano, mentre lui cerca di sviscerare i vari comportamenti umani tipici del contesto contadino, basso borghese e familiare, dimostrando al lettore attento un sottile senso di superiorità.
Giovancarlo è un emarginato, o qualcuno che si sta avvicinando ad esserlo... o che vorrebbe esserlo. Senza alcun dubbio dimostra un temperamento più sensibile della media e tutto in lui vorrebbe distaccarsi dal mondo che lo circonda, ma in modo pacato, accondiscendente, a tratti leggermente provocatorio (Giovannina), tutto sommato in modo alquanto borghese.

Landolfi ci lascia in eredità un romanzo di formazione in cui un giovane dal carattere non ancora ben definito, cerca di raggiungere una sorta di maturità poetica, ma fallisce miseramente non appena rifiuta l'incerto per il certo, la spontaneità per la ragione.

Da una grande soffitta Giovancarlo osserva ed esamina le vite e i corpi degli altri (per lo più decadenti e deformi), come se la sua vita non bastasse, come per insoddisfazione, non tanto per curiosità quanto per trovare un'ispirazione poetica per imitazione (come il caro Giacomo sedeva alla finestra...ma chino sui libri). Gurù invece vive in un castello in rovina, la fantesca la descrive come donna lunare, sterile, ultima discendente di una famiglia dall'oscura e feroce nomea. A lei le capre vengono come gli uccellini a Francesco. E questo apre mille scenari piuttosto blasfemi.

Sin dalle prime pagine del romanzo infatti Gurù entra in scena (partecipa anche se solo per poco alla cena di famiglia) rivelando agli occhi di Giovancarlo delle zampe caprine, zampe che solo lui riesce a vedere, come a voler significare che in qualche modo, il protagonista è in effetti l'unico a poter sondare l'insondato, a poter valicare la soglia dell'irrazionale, dello sconosciuto, in poche parole del poetico. Tuttavia fallirà miseramente.

Nell'appendice, un pastiche dello Zibaldone di Leopardi, Landolfi fa parlare la voce dell'autore che immagina voglia dare un giudizio sulla sua opera. La ragione è la morte di ogni grandezza, dice. L'uomo di oggi sa solo imitare gli antichi dando vita a opere mediocri. Al contrario, un tempo gli antichi, ancora legati visceralmente alla natura e alla spontaneità riuscivano genuini, autentici e altamente poetici. La ragione, l'analisi eccessiva (come la mia ora?) uccide il sentimento, le palpitazioni vengono sviscerate, riportare ad una sorta di ordine mentale che soffoca qualsiasi istinto, qualsiasi ritorno alla natura. L'esperienza e la ragione rendono l'animo umano vecchio, continua Landolfi-Leopardi, non più in grado di essere sedotto, un animo ormai malizioso e artificioso che porta alla morte della poesia.



Profile Image for Una (EX) precaria tra i libri.
200 reviews2 followers
October 29, 2023
A dire la verità la lettura non mi ha esaltata… ne sono arrivata in fondo più per sfida che per convinzione: il linguaggio è molto ottocentesco ed il soprannaturale si arricchisce di elementi strani e fuorvianti che in realtà hanno poco a che fare con il tema principale.

POI… mi sono imbattuta in un testo critico online e ho rivalutato l’autore completamente. Innanzi tutto non avevo capito il nesso tra le due parti del titolo: Pietra lunare e Scene della vita di provincia. Le trovavo in antitesi… e in effetti così doveva essere: il titolo sintetizza perfettamente l’innestarsi del fantastico in una realtà quotidiana provinciale e squallida. Il protagonista oscilla tra questi due mondi senza apparentemente riuscire a sceglierne uno e nel tentativo di razionalizzare in tutti i modi gli elementi soprannaturali che si insinuano nella sua vita, quasi quasi convince anche il lettore.

Dal momento in cui Gurù fa la sua comparsa inizia questa lotta interiore per la razionalizzazione, che mano a mano che gli eventi si fanno sempre più fantastici si indebolisce. Il fantastico e la realtà non sono le uniche contrapposizioni nel breve romanzo di Landolfi: la notte e il giorno, la distinzione tra lunare e solare, tra dolcezza e ferocia… vedono il protagonista Giovancarlo sempre in qualche modo in bilico tra i due aspetti, quasi incapace di convincersi per quale propendere… e anche il lettore non riesce a intuire cosa sceglierà. Fino alla fine.

Poi c’è tutta una serie di elementi che caratterizzano Gurù come femminilità ctonia, lunare e soprannaturale: al villaggio è considerata una strega, una fattucchiera; il forte legame con gli animali e con la natura; il suo intimo legame con la luna; la metamorfosi caprina… tutti aspetti di cui Giovancarlo è testimone. Questi sono proprio gli aspetti che mi hanno maggiormente colpita e tenuta attaccata al libro, nonostante la riluttanza iniziale.
Profile Image for Giulio Andrade Fajardo.
22 reviews1 follower
July 31, 2022
Leggendo questo racconto, non ci si sorprende del perché Landolfi sia sconosciuto ai più.
La trama non solo è inesistente, ma riesce pure ad essere lacunosa: su 149 pagine, forse solo una decina sono di eventi e, nonostante ciò (che dovrebbe agevolarne la coerenza almeno), ha stacchi inspiegabili e accadimenti insoluti.
Il resto del libro sono o tediosi discorsi privi di senso o soprattutto interminabili descrizioni di luoghi, animali, piante e individui che all'inizio paiono ammalianti per la poetica del lessico, ma che presto perdono qualsiasi attrazione a causa della loro morbosa ricercatezza, che va a spezzare qualsiasi immersione nel testo o perché bisogna cercare il significato dei vocaboli o perché semplicemente ci si rassegna all'incomprensione.
Ho fatto qualche ricerca riguardo l'autore, scoprendo che questo è il suo stile, e in generale penso gli si addica una massima di Hegel:
chi non vuole essere compreso, rimanga pure incompreso.
3 stelle perché nelle limitatissime parti in cui descrive gli esseri fantastici, su cui invece credevo dovesse vertere tutto il testo, ha il pregio di essere suggestivo, ma si tratta sempre al più di qualche pagina.

No, non è l'Edgar Allan Poe italiano.
Profile Image for Noemi Villari.
Author 1 book13 followers
March 6, 2016
Libro letto perchè consigliato dal mio professore di letteratura contemporanea. Faccio questa premessa perchè leggendo la trama di questo libro, io non credo che l'avrei comprato. Ma è stata un'esperienza interessante, diciamo così.
Il protagonista è Giovancarlo, un giovane studente universitario che abita in città. Quando va a fare visita ai suoi zii, che stanno in provincia, arriva una strana ragazza: Gurù. Lui è l'unico ad accorgersi che lei è per metà capra e nel corso della storia la ragazza lo porterà a scoprire il suo mondodelle "creature della notte".
Un romanzo interessante perchè, nonostante sia classificato come fantastico, io lo vedo come un lontano antenato dell'urban fantasy. Inoltre lo consiglio a chi ha letto "Le notti bianche" di Dostoevskji perchè vi ho trovato molte somiglianze.
Allora perchè solo tre stelline? Per il linguaggio utilizzato dall'autore fondamentalmente. Periodi troppo lunghi per i miei gusti, parole complesse là dove a mio parere si potevano evitare. Tutto ciò rende la lettura non molto scorrevole.
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