Alle prese con un linguaggio sempre più tecnico ed esoterico, gli enofili cercano di muoversi con disinvoltura fra terroir e crus, giurie e sommelier, wine auctions e classificazioni, degustazioni e concorsi, vini quotidiani ed etichette dal valore astronomico, oltre che - naturalmente - tra vigne e cantine. Se il filo conduttore è il piacere della conoscenza, la ricerca dell'eccellenza e l'amore per la qualità, molteplici sono gli approcci: il vino è passione, hobby, educazione al gusto, così come studio, lavoro, profitto, distinzione sociale, e anche arte, collezione e comunicazione. Accompagnandoci nell'esplorazione dei tanti e sfaccettati mondi del vino, il libro illustra quel grande racconto sociale che sottende la nuova cultura del bere nei suoi tratti qualificanti, mode e snobismi compresi. Perché se un buon connaisseur sa tutto dell'annata migliore, un wine snob conosce il nome del cantiniere.
È un libro del 2015 e certe cose non sono più così, ma in generale offre più di qualche spunto per guardare al mondo del vino con occhio da sociologo, che è una cosa che comincia ad interessarmi.