Anita, redattrice in una rivista di moda, è quello che tutte sognano di essere: bella, giovane, elegante e colta. Ma anche tremendamente complicata. Sua madre e sua sorella, così concrete, non capiscono da dove arrivi la sua inquietudine, quella voglia di mangiarsi ogni attimo come fosse l’ultimo e di scappare a gambe levate non appena qualcuno minaccia di metterla in gabbia. Anita però lo sa bene: quando si guarda allo specchio, le sue “mille me” – così le chiama lei – riflettono i suoi cambiamenti di umore e la incoraggiano, la contraddicono, la rimproverano quando sbaglia. Perché Anita sbaglia spesso, soprattutto quando si tratta di uomini. I suoi errori più grandi sono tre: Filippo, affascinante e indisponibile, incontrato per caso su un volo per New York; Flavio, un incrocio di sguardi che si è trasformato in passione; e poi Jacopo, il marito che le è sempre stato accanto ma ultimamente sembra non capirla più. Anita crede di amarli tutti, ma forse la verità è che la vita le sta sfuggendo di mano, come la sua immagine riflessa nello specchio. Dovrà scavarsi dentro e fare i conti con un passato ancora dolorosissimo, per imparare a prendersi cura di sé senza smettere di innamorarsi e di sbagliare: solo così potrà ricominciare a vedersi, e a esistere, davvero.
Levante è una cantautrice di origini siciliane ma di stanza a Torino. Dall’esordio esplosivo con il singolo "Alfonso" (2013), che ha scalato le classifiche, non si è più fermata: i suoi primi due album "Manuale Distruzione" (2014) e "Abbi cura di te" (2015), le hanno fatto conquistare i cuori di un pubblico crescente e i più importanti palchi d’Italia. "Se non ti vedo non esisti" è il suo primo romanzo.
Storia un po' banale (la solita carne trita e ritrita), ma condita da una scrittura piacevole e creativa, piena di metafore e immagini suggestive. L'impronta di Levante che esiste nei testi delle sue canzoni la trovo anche qui, alcune frasi e alcuni temi sono più o meno gli stessi. È stata una piacevole scoperta. È un libro senza pretese, una lettura delicata e lineare. Ma dal personaggio Levante (da fan quale sono io) mi sarei aspettata molto di più.
PREMETTO CHE AMO LEVANTE, è una cantante bravissima e ascolto i suoi cd in loop ma non credo sia adatta alla scrittura di libri. Se la prosa non fosse stata ricca di: metafore fuori luogo a volte davvero ridicole e una continua enfasi nella scrittura volta a catturare delle immagini spesso prive di contenuto, l'opera sarebbe stata migliore di quanto in realtà sia e scritta anche abbastanza bene. La protagonista di questo libro mi ha fatta arrabbiare da morire, senza un minimo di dignità e amor proprio,un personaggio confuso, che naviga nella sua confusione senza fare niente per risolvere i propri problemi. Decisamente lontana da tutti i miei principi e per questo ancora più insopportabile.
Mi aspettavo molto di più! Premetto che apprezzo molto Levante e ho trovato moltissimi collegamenti tra il libro e la sua vita (e anche le sue canzoni). La trama non è niente di speciale, piena di cliché. Ho trovato forzatissima la storia con Filippo, soprattutto per il fatto che lui e Anita continuassero a incontrarsi per caso in una città grande come New York. I dialoghi a volte mi sembravano totalmente non realistici e forzati. Gli elementi che mi sono piaciuti sono sicuramente le descrizioni (degli ambienti e dei personaggi, mi facevano immaginare nei minimi dettagli ciò che stavo leggendo) e il personaggio di Anita, in quanto non è un personaggio scontato. So che molti non la sopportano, ma secondo me le sue scelte sbagliate e l'incapacità di gestire la sua vita nascono dal grande dolore che ha cercato di reprimere per anni. Il finale mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo. È stato bello è stancante stare nella sua testa.
Onestamente, perché apprezzo Levante ed ero curioso.
Ma no, non ci siamo. E il problema sono io, Claudia. Tu scrivi generalmente bene, a tratti molto piacevole, a tratti scadendo un po’ nel banale, ma il rapporto è 80/20 a favore della piacevolezza.
Ma il problema è proprio il genere di romanzo (lontano dai miei canoni) e la storia in sé, che talvolta sembra totalmente surreale (il rapporto Anita/Flavio, soprattutto). Ma forse è la mia razionalità che mi impedisce di vedere la possibile realizzazione di qualcosa di simile nella vita “reale”.
Claudia, ti ascolterò sempre con piacere, ma difficilmente riprenderò in mano un tuo libro di questo genere.
Ma mai dire mai... spero un giorno di essere sorpreso positivamente da qualcos’altro!
Un bel libro, su un amore tossico che ti rovina. Ma per fortuna Anita ha un buon lavoro, amici al suo fianco e un cervello che funziona: decide di farsi aiutare per superare i traumi dell’infanzia. Una protagonista forte, ma al tempo stesso molto fragile, che si innamora, ma fa anche errori grossi come delle case. Flavio, ne esce come un uomo piccolissimo e incapace di andare oltre, deve fare la vittima anche se non lo è mai stato. Un essere che al inizio mi era simpatico, ma che poco a poco si rivela per quello che è: un mostro! Levante ha il tocco di scrivere una stoia con molte sensibilità! Bellissimo il finale, se non ci arrivo da sola mi faccio aiutare da chi ha le capacita! Da lèggere se anche tu hai attraversato un momento simile.
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Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da questo libro: a me Levante piace a tratti. Ma devo ammettere che, nonostante la storia fosse abbastanza fedele ai cliché dei romanzi di questo genere, non mi è dispiaciuto affatto. La prima parte è decisamente diversa dalla seconda, in cui forse un po' ci si va a perdere nei meandri di una vita che, alla fine, assomiglia molto a quelle che tutti, prima o poi, vivono quotidianamente. Che siamo schiavi della tecnologia si sa, e il risvolto che ha preso la storia a me personalmente è piaciuto. Dalla lettura dell'inizio mi aspettavo un romanzo d'amore, carino ma piatto. Invece ti trovi in piena crisi insieme ad Anita B. che a volte ti fa perdere la pazienza e a volte ti fa provare apprensione. Non mi è dispiaciuto, è scritto in modo molto semplice, scorrevole ed armonioso, quasi delicato direi. Avrei voluto sapere qualcosa in più su Filippo, forse. Però mi ha fatta divertire, sorridere, rilassare e quindi tre stelle se le merita.
Ci si sente un po' violati quando qualcuno, improvvisamente, ti priva di qualcosa di bello, che ti faceva stare bene, anche se lo fa con una ragionevole scusa.
Che te ne fai della pura di perdere qualcuno che, all'improvviso, se ne va e basta? Può succedere a tutti, e allora meglio non averla, la paura.
E' così, siamo ponti: nel momento in cui ci stringiamo la mano, creiamo una connessione con altre vite che diventano parte della nostra, con un contatto così superficiale eppure così profondo. Siamo vita perché ci mischiamo ad altre vite, curiosiamo nelle finestre delle case altrui col desiderio di sentirci parte della scena e non meri spettatori.
Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui le scelte che si fanno sono il prodotto di una somma di emozioni, alla quale sottraiamo il buonsenso, moltiplichiamo per l'egoismo e dividiamo in parti uguali per tutte le volte in cui il risultato finale è lo stesso ed è sbagliato.
La solitudine ha il potere di distruggere ogni cosa, renderla miracolosa o inutile, si aggrappa a tutto ciò che sembra un accenno di compagnia: un soffio di vento caldo diventa un abbraccio, uno sguardo un'intesa perfetta. La solitudine supplica per avere un po' di considerazione, si nutre delle piccole cose e se le fa bastare.
Cara Levante, io ti adoro come cantante e non vedo l'ora di rivederti live. Ma come scrittrice...meh. Parti bene, e poi, secondo me, ti perdi un pò. L'inizio non è male...ma poi si passa a robe che ho già letto ma avevo abbandonato perchè non sono molto da questo tipo di libri. Peccato.
2/5, è stato ok (?). Ero curiosa di scoprire di più sulla scrittura di Levante, una personalità e un'artisticità che mi ispira. Copertina e titolo accattivante. Il romanzo di per sé è piuttosto scorrevole (soprattutto la prima parte), ma la scrittura finisce per diventare un po' superficiale dalla metà in poi. La sensazione che ho avuto è che (forse l'editore - non incolpo la scrittrice per questo, tutti noi ormai dovremmo sapere come funziona il mondo dell'editoria) abbia deciso di semplificare il tutto pur di arrivare al punto. Il punto a cui sono arrivata io, d'altra parte, è che si tratta di una scrittura leggera, mentre la trama diventa pesante e piuttosto fastidiosa a causa delle tematiche che tratta. No, non lo rileggerei in futuro, forse fra qualche mese me ne dimenticherò completamente, ma va bene così. Ho percepito all'inizio una certa profondità nella descrizione della protagonista, che purtroppo con il passare delle pagine ha lasciato spazio a tanti cliché. Interessante il tentativo di creare un gioco tra presente-passato, anche se, ahimè, nel complesso si poteva fare decisamente meglio. In una parola sola: meh.
Levante è una cantautrice fenomenale, ma con estrema modestia mi sento di dire che la prosa non fa per lei. Scontata, da baci perugina quasi, ridondante, per niente profonda. Io però ad Anita ho voluto bene nelle sue caotiche insicurezze.
Un romanzo delicato e pieno di sentimenti. L'inconfondibile talento di Claudia emerge in ogni pagina, dando vita ad una storia che scorre veloce e riempie di vita, proprio come fa una canzone bellissima.
"Non ricordavo che strada avessi fatto per arrivare a quella infelicità, come fossi giunta a volermi così male, a non avere un briciolo d'amore per il mio destino, chi fosse la persona incosciente che mi aveva portato all'autodistruzione." La storia racconta di una certa Anita Becci: giovane, intelligente, bella e con un buon lavoro. Vive a Roma, è redattrice per una rivista di moda ed è sposata con un uomo apparentemente perfetto. La sua vita, però, è inspiegabilmente scandita da mille inquietudini e da un vortice di pensieri che, incespicando, ci vengono confessati in prima persona; una vita segnata dalla presenza di tre figure maschili – Jacopo, Filippo, Flavio – e dall’assenza di un’altra: il padre, scomparso quando la protagonista aveva solo 9 anni. Anita B. è una donna irrequieta e alla costante ricerca del benessere attraverso l’amore; una ricerca che la porta ad infilarsi in una serie di relazioni extra-coniugali intense e tormentate che non riusciranno ad alleggerirla, bensì solo a trascinarla in una burrasca in mezzo alla quale non saprà più barcamenarsi. Il malessere di Anita, però, non deriva dalla mancanza di amore inteso come relazione tra due individui, deriva dalla mancanza d’amore verso se stessa e da un fardello che si porta dietro e dentro da troppo: la morte del padre. Per questo – in un modo o nell’altro – paga sempre il conto. "Le mie cadute, invece, erano solo le conseguenze della mia disattenzione. Ero io che non avevo ancora imparato a guardare dove mettevo i piedi." Se non ti vedo non esisti è la storia di un grandissimo dolore, di una solitudine, di un lutto mai elaborato fino in fondo e, per questo, sempre presente, seppur costantemente ricacciato in un angolo o chiuso a chiave dentro a un armadio. Se non ti vedo non esisti è la filastrocca che la protagonista si ripete fin da quando era bambina, quando ha imparato a ignorare il dolore spingendolo giù, “facendo forza con gli addominali fino al punto più profondo della terra” per non piangere, per non soffrire. È una bugia pericolosissima tramite la quale, spesso, pensiamo di poter ingannare i mostri che ci portiamo appresso, di poterli fare scomparire come per magia. I mostri, però, ritornano e lo fanno a intermittenza, ogni giorno e a piccole dosi, ritornano lenti, come un veleno, e paralizzano braccia e gambe fino a intrappolarci in una matassa in cui bisogna inventarsi qualsiasi cosa pur di non fermarsi a pensare. Così si dà il via ad un circolo vizioso in cui si rischia di perdersi dentro a una serie di sensazioni posticce, dietro un lavoro o una persona, di oscurarsi e di anestetizzarsi; di perdersi dietro l’idea dell’amore come la soluzione a tutti i problemi; di trasformare pietre in diamanti, di regalarsi a sconosciuti perdendo ogni volta pezzetti sempre più consistenti di sé; di ferire le persone, quelle veramente importanti, e di perderle per sempre. Ma non si può vivere a lungo di luce riflessa. E, alla fine, non si può far altro che spegnerle tutte quelle luci artificiali, rannicchiarsi al buio e fare i conti con se stessi. Aprire quell’armadio e fare pace col proprio passato. "Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui le scelte che facciamo sono il prodotto di una somma di emozioni, alla quale sottraiamo il buonsenso, moltiplichiamo per l'egoismo e dividiamo in parti uguali per tutte le volte in cui il risultato finale è lo stesso ed è sbagliato." Se non ti vedo non esisti, è una romanzo che aveva bisogno di venire alla luce per tirare fuori un dolore o, semplicemente, per raccontarlo dopo averlo finalmente affrontato. Ed è per questo che funziona, perché è vero: l’amore sta tutto qui ed è tantissimo; è un grande atto di generosità per chi sperimenta lo stesso dolore, per chi ancora lo ignora e per chi vuole davvero tirarlo fuori. Levante ha una voce cristallina, i testi delle sue canzoni sono sinceri ed immediati; ed è stato così anche con il suo libro: una canzone un po’ più lunga e il frutto di un’anima bella come poche.
Non male a mio avviso, certo non resterà come capolavoro della letteratura italiana, potremmo definirla una lettura da ombrellone, ma ho letto libri peggiori. La storia di per sé può risultare trita e ritrita, nulla di nuovo effettivamente, ma è scritto bene e non annoia. A me non è dispiaciuto.
La copertina è perfetta, perché molto avviene nella testa della protagonista (una bambina capricciosa e non ancora emotivamente matura, nonostante abbia una professione di responsabilità).
La scrittura è buona, ha ritmo, è musicale. Ci sono dei punti in cui scade nella superficialità ma il personaggio è in parte superficiale e molto concentrato su se stesso.
La prima infatuazione è un narcisista overt, il secondo un co-dipendente con attacchi passivo-aggressivi.
Detto questo, molto spesso purtroppo bisogna proprio sfracellarsi a terra, cadere 3 metri sotto terra per rendersi conto che bisogna fare qualcosa della propria vita e non subirla.
Storia senza infamia né lodi. La parte che riguarda lo stalking è abbastanza realistica ma molto superficiale e comunque possono far riflettere alcuni atteggiamenti all'apparenza insignificanti ma sintomi di un sentimento negativo e degenerante.
"Se non ti vedo non esisti. Se non mi vedi non esisto."
Alcune donne, più di altre, sanno essere carismatiche senza sforzo, mostrare la loro intelligenza senza dire troppe parole, ma soprattutto sanno essere forti pur restando estremamente fragili. Levante la conosciamo tutti come cantante, personaggio televisivo, ma è anche una talentuosa scrittrice. Saper scrivere è un dono, e in questa ragazza non riesco che vedere soltanto il suo talento.
“Se non ti vedo non esisti” è il suo primo romanzo, mi ha aiutato in questi ultimi dieci giorni a rilassarmi dopo giornate emotivamente e fisicamente pesanti e ne ho tratto un enorme beneficio.
Le donne sono gli esseri più complicati e sensibili per antonomasia, ma Anita è tutto un grande errore e e un rimediare alla sua autodistruzioni. Ha contato gli uomini che nella sua vita hanno lasciato il segno peggiore: Filippo, Flavio, Jacopo. Sono uno diverso dall’altro, hanno avuto un ruolo diverso nella sua vita e ognuno di loro l’ha portata a essere sempre più complicata a confusa.
Anita è una donna che si è sempre accontentata, ha moderato ogni situazione nel bene e nell’interesse della persona che stava insieme a lei, ma non ha mai assecondato le sue necessità. Quando se n’è accorta era già sposata, aveva già alle spalle una relazione disastrosa e un amante che le ha reso la vita ancora più vuota. Le relazioni sono molto complicate da gestire, sono ancora più difficili da chiudere o da mantenere vive: in entrambi i casi occorre una grande forza di volontà e un’esagerata dose di amor proprio. Perché mai accontentarsi? Perché sapere che si potrebbe mangiare fino a sazietà e invece imparare a sentirsi pieni con delle briciole?
I tre uomini di Anita, i tre che le hanno maggiormente influenzato la vita le hanno portato questo insegnamento. Mai accontentarsi.
Bisognerebbe leggere questi libri per comprendere che siamo donne, non uccellini, bisogna avere quello che si vuole, quello che si pensa di meritare senza la paura di avere accanto il vuoto. La scrittura di Levante è così introspettiva ed emozionante che il messaggio arriva dritto al cuore.
(Alla fine della recensione c’è un mio dubbio su una cosa che non ho capito se qualcuno può aiutarmi) Inizialmente pensavo di dare un voto inferiore ma la seconda metà mi ha coinvolto decisamente di più della prima. A proposito della prima parte, una parola: perché? Tutta la storia con Filippo mi è sembrata inutile e poco credibile. Un instant love e interesse fisico che non trovo giustifichi tutta la sofferenza che Anitq prova. E si. Lo so che il punto è proprio il modo in cui abita vive queste relazioni, il tipo di uomo che ricerca ecc però tutta la prima metà mi è sembrata inutile. Anita abbastanza insopportabile, Filippo ancora peggio e storyline che non porta a niente veramente. La seconda storyline invece mi è interessata decisamente di più, il rapporto tossico con Flavio l’ho trovato molto più credibile. Il giustificare cose che non dovresti giustificare, l’attaccamento al telefono e la paranoia a ogni messaggio non risposto o a ogni buonanotte dimenticata. L’essere ancora disposti a consolare qualcuno che ti augura il suicidio. È roba pesante, ma roba vera. Infatti questa seconda metà mi è sembrata tutto un altro libro rispetto alla prima metà che era un “sexy stronzo che è sposato uff”.
Detto questo non ho capito una cosa. Il primo capitolo è praticamente in realtà il penultimo. Jacopo se n’è andato, Anita ha Napoleone e si preparando per andare dal terapeuta dell’ultimo capitolo no? E allora perché le ultime parole, gli ultimi pensieri di questo primo capitolo sono dedicati a Filippo? Lo capisco quando inizi il libro. Ti porta nella sezione del libro di Filippo, però da un punto di vista logico, perché dopo aver pianto l’anima per Jacopo, dopo essere uscita da questa relazione tossica è distruttiva con Flavio, perché Anita pensa a Filippo? Filippo che non viene nominato da tipo 100 pagine e che non ha avuto nessun ruolo nella trama? Non capisco.
Per concludere, prima parte e Filippo bocciati. La Seconda parte mi è piaciuta molto è mi è anche piaciuto molto concludere con l’inizio della terapia.
Ps: tante care cose a Jacopo. Letteralmente l’unica persona sopportabile di questo libro. Super super carino lui per quanto poco ci sia stato 🫶🏻
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Lo stile di scrittura di Levante è unico ed è protagonista anche sulle pagine di questo libro, forse un po' troppo: le immagini e metafore che rimandano ai testi e ai titoli delle sue canzoni a un certo punto diventano anche motivo di distrazione (le mille me, gli specchi, abbi cura di te, la messa in croce). La storia, inserita nei meccanismi mentali della protagonista, ha il suo perché, solo che ho avuto un po' di difficoltà a empatizzare con Anita, che ho apprezzato per l'indipendenza di carattere, ma (come nella vita vera) ho il limite personale di non capire come una persona perfettamente consapevole di perseverare in atteggiamenti autodistruttivi continui a perseverare - che è anche il clou della storia, ma ripeto, è un limite personale. Nella storia però ci sono anche dei bei personaggi, autentici, e anche la narrazione della storia tossica e soffocante con uno dei fidanzati è raccontata in modo schietto e autentico, ed è una delle parti che mi ha colpito di più. In ogni caso, chi segue Levante sui social si renderà conto che molti dettagli della vita di Anita sono un riflesso di quella che è davvero la vita quotidiana di Levante (es. il Devoto-Oli) ;) una chicca che mi ha fatto sorridere.
Un detto dice Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Questa è la storia di Anita, una donna sposata, il cui unico obiettivo è la carriera e per tale motivo non desidera avere figli. Tra Anita e jacopo, il marito, le cose non vanno bene e così lei decide di partire. Da questo momento incontrerà prima Filippo es infine Flavio. Con quest'ultimo inizia una relazione che dura mesi,, ma Flavio è un uomo che oscilla tra il buono e il cattivo. Un vero e proprio manipolatore, fino al punto che quando Anita decide di chiudere la relazione, lui inizia a minacciarla e sputtanarla sui social. L'insicurezza di Flavio si trasforma in un amore ossessivo, possessivo e malato. Levante, una cantante le cui canzoni ti entrano dentro, la cui voce ti culla nelle notti insonne, è riuscita attraberso questo libro a regalare ancora una volta emozioni pure. Una scrittura semplice, fluida a tratti davvero incisiva. Risaltano emoziini come amore, solitudine, paura, abbandono, una continua ricerca di sé. Consiglio come libro aotto all ombrellone 🏖
“Ero certa di averne per me e per te, di amore, ero certa di avere scorte per giorni duri, per tempi di carestia. Ti avevo promesso che mai ci avrei lasciati morire di fame, e invece guardaci, la guerra te l’ho fatta io e tu non sai nemmeno perché hai dovuto difenderti da me.” - - - È una carezza delicata, a tratti. A tratti uno schiaffo all’improvviso.
‘Che fa male immergersi così a fondo nel dolore, puoi sentirlo, l’hai provato e l’ascolti penetrarti nel cuore e sulla pelle; trattieni il respiro, è pesante.
È la storia d’amore con la propria indipendenza che mi auguro di avere. Fatta dalle “mille me” che non hanno paura di dir la loro e specchi in cui provare a riconoscersi. - - - ❤️ #senontivedononesisti#levante#levantecanta#levantescrive#levantegipsy#lemiemilleme#anita#MMXX#letture#lettureconsigliate#lettureitaliane#ceraunabolla#bottegaolfattiva#bookstagram#instabook#mymoodswings
"Se non ti vedo non esisti" è un libro basato sulle emozioni, in cui la scrittura e la forma assumono solo un ruolo secondario. Infatti, Levante nasce come cantautrice e non come scrittrice di romanzi. Sono costanti i riferimenti al suo mondo musicale, al suo amato Caos, alle sue "mille me". Tante sono anche le frasi prese dalle sue canzoni. Anita B, alla fine è come una sorta di alter ego di Levante stessa, con le sue paure, le sue insicurezze, le sue fragilità, ma anche la sua determinazione nei momenti difficili, quando tutto sembra remarle contro. Ottimo lavoro, per essere il suo primo libro, e soprattutto coerente con il suo essere cantautrice.
Insipido. Personaggi privi di spessore che si aggirano in una trama senza capo né coda. Metafore ridondanti, scontate, parole su parole per descrivere una storia che non ha alcun merito, se non quello di essere l’esempio della banalità pura. La prima parte del libro non ha nessun filo logico che la colleghi alla seconda; le pagine scorrono senza che la protagonista impari niente; alla fine sembra di aver letto aria, senza niente da insegnarci, senza nemmeno la capacità di farci sognare. Perché il libro ha la pretesa di essere impegnato, ma risulta solo un collage di parole che si accasciano su loro stesse.
La storia ruota attorno a Anita B., una giornalista in carriera, alla soglia dei trent'anni che purtroppo ha un momento di confusione sentimentale. Una confusione, caos, che si porta dietro da quando era bambina, che aveva sempre ignorato. Ora non vuole più mandare via quel dolore, vuole affrontarlo. E noi lettori siamo lì con lei, seguiamo i suoi pensieri, ricordi e sproloqui alle sue mille me, dove mi sono ritrovata, rivivendo le mie scelte, affrontiamo il dolore di Anita insieme. Il libro parla ai nostri cuori per i nostri cuori. Recensione completa: https://www.cosnotebook.com/review/re...
Un romanzo rosa, come la copertina, l’esordio letterario di Levante. Una storia senza pretese : la protagonista e’ Anita, redattrice di una rivista di moda sposata con un uomo comprensivo e innamorato, sceglie di avere un amante di cui crede s’innamorasse. É una storia banale, sia a livello di contenuto che di forma. La scrittura e’ banale, a volte eccessiva e ridondante. Si legge il compiacimento nella scelta di alcune parole e nella costruzione della frase. “Con quella luce avremmo potuto essere ovunque, all’inferno o in paradiso. Al buio nessuno commette peccato. Se non si vede non esiste”
un libro che parla di amore , confusione e caos che possono coesistere nel cuore di una sola persona. bruttissima la storia con flavio, purtroppo accade, e il solo fatto di (ri)leggere questi messaggi e mail mi ha fatta rimbalzare in periodi grigi e tristi a cui non avrei voluto pensare, ma anche a questo servono le letture. leggere spesso serve come monito. e come liberazione. mi sono piaciute le molte immagini che usa levante per rendere più chiare le emozioni che cerca di descrivere. è un libro però che non ri-leggerei, e, al momento almeno, non mi incuriosisce leggere il seguito che è stato scritto.
Ho trovato tutta la corposità della scrittura di Levante, ricca e a tratti sorprendente per le immagini che sapientemente riesce a suggerire con poche e semplici parole. È una storia che scava nell’animo di Anita, una donna come chiunque che, in un momento di grande debolezza e incertezza, sbaglia e inciampa in uomini diversi ma ugualmente sbagliati, prototipi perfetti dei mille volti che l’amore, la passione e l’ossessione possono prendere.
Lettura scorrevole, mai noiosa o ripetitiva. Le fasi di Anita si susseguono ben incatenate le une alle altre. Un libro piacevole che, comunque, lascia tanti concetti sottolineati e riflessioni facilmente applicabili a ciascuno di noi.
Tutto sommato non posso dire che è stato bruttissimo. Forse avevo troppe aspettative, o comunque mi aspettavo giusto un pizzichino in più, perchè la adoro come cantante. Comunque non è scritto per niente male, e anche la storia non c'è male... l'unica delusione -se possiamo definirla una delusione- è stato il finale, avrei preferito sapere qualcosina in più! La recenzione completa, se volete saperne di più la trovate sul mio blog: http://thesmelloffriday.blogspot.it/2...
Ho deciso di leggere questo libro principalmente perché Levante è una delle mie cantanti preferite. Dopo aver letto la trama mi sono convinta che sarebbe stata una bella lettura, e non ne sono rimasta per niente delusa. La scrittura è fantastica, come già mi aspettavo visto le belle canzoni che lei scrive. Però mi duole dire che in certi tratti la storia andava un po’ a rilento, quindi leggermente noiosa. Ma dopo un bel po’ di righe il ritmo ha ripreso il suo interesse. Quindi è un libro che consiglio di leggere
"Tutti devono sapere chi sei" Chi sarei mai stata io? Una cretina che si era invaghita di un uomo senza talenti? Certo che sì. Fu dura ammettere di aver preso un grande abbaglio, fu dura ammettere che mi ero lasciata ingannare da un uomo che non brillava per nulla, che non avrebbe brillato nemmeno se l'avessi immerso nell' acqua e ci avessi puntato contro il sole più caldo di Roma.
Levante è le sue Parole.. come nella sua musica. Un Poeta.. adoro il modo come è scritto il libro. La storia e molto semplice. Ma con le parole giuste ti rimane.