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Noi tre

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È la storia di Pier Vittorio Tondelli, di Filippo Betto e dell'autore di questo romanzo - tre ragazzi che volevano essere scrittori. Venivano dalla provincia, avevano pochi mezzi e "consideravano la letteratura il loro mondo segreto, oltre che la principale ragion d'essere". E poiché avevano quasi tutto in comune, "si amarono come ci si ama da ragazzi, senza remore morali né pietà". L'Italia è quella degli anni Ottanta del secolo scorso. Un Paese opulento, di colpo incline a scrollarsi di dosso le molte ipocrisie della tradizione cattolica e di quella comunista. L'Italia che dissipò se stessa nell'ubriacatura del consumismo, ma anche una nazione che finalmente si affacciava alla modernità. Nella musica pop trionfavano le band neoromantiche. In letteratura si riscopriva il minimalismo. Nell'arte tornava l'uso dei pennelli e della tela. La pubblicità - Andy Warhol era ancora vivo usciva dal dominio dell'economia per entrare in quello dell'estetica. Pier, Filippo e Mario inventarono un linguaggio quotidiano di amicizia, complicità, erotismo. E quella fu la loro "età del jazz" formato tascabile. Erano giovani, si sentivano liberi e persero tutto. Pier incontra subito la notorietà letteraria, pagandola a caro prezzo. Filippo è il più giovane: possiede il distacco dei fratelli minori, ma l'inquietudine lo divora. Mario, che dei tre si direbbe il più forte, è tuttavia il meno sicuro di sé.

180 pages, Paperback

First published September 8, 2016

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47 people want to read

About the author

Mario Fortunato

44 books8 followers
Mario Fortunato è uno scrittore e giornalista italiano. Ha diretto l’Istituto italiano di cultura di Londra ed è opinionista della Süddeutsche Zeitung. Critico letterario, traduttore di autori come Maupassant, Virginia Woolf e Evelyn Waugh, ha pubblicato narrativa, saggi e memoir. Il suo ultimo romanzo è Sud (Bompiani, 2020).


Librarian note:
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Displaying 1 - 3 of 3 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,460 reviews2,435 followers
June 28, 2023
QUELLI CHE AMI NON MUOIONO



Ho smesso di comprare libri da anni, ormai li regalo e me li regalano, me li danno dove lavoro, sono nati gli ebook, e soprattutto li prendo in biblioteca. Ho fatto troppi traslochi, cambiato troppe case e città, chiuso e aperto e trasportato troppe scatole. I libri si riempiono di polvere, e io alla polvere sono allergico, i libri ingialliscono, muffiscono, sbiadiscono, non ho più bisogno di possedere la mia copia, la libreria si è fatta virtuale.
E comunque ne ho sempre dietro troppi: non potrei mai rinunciare alla mia Recherche della NUE o all’Uomo Senza Qualità in volume unico con copertina rigida, entrambi acquistati al carretto che stazionava in fondo a via (de’) Martelli accanto a Palazzo Medici Riccardi (dicevano che erano usati, sembravano molto nuovi per essere usati, forse, come usava in quel periodo, erano frutto di espropri proletari, che di proletario avevano poco, di esproprio ancor meno – comunque costavano molto meno, e a caval donato…).

description
Artisti amati da PierVittorio Tondelli: Andrea Pazienza (Le straordinarie avventure di Pentothal)

Così stamattina sono andato a prendermi la mia copia di questo libro.
Sono andato attraversando il centro città sconvolto dal solito traffico pazzesco: non ho chiesto me lo mandassero alla mia biblioteca di riferimento, troppo recente l’acquisizione, troppe prenotazioni, l’ho afferrato in qualsiasi modo appena ho potuto.
Bella biblioteca, forse la più bella della città (tra quelle comunali), in quartiere alto borghese, bella architettura, studenti universitari.
Proprio di fronte all’ingresso c’è un bar pasticceria, più pasticceria che bar. Mi sono seduto al tavolino con un cappuccino e una fetta di dolce alla cioccolata e pera, ho aperto il libro, avevo le lacrime già leggendo la bandella, quando mi sono alzato, venti pagine più tardi, li avevo ancora umidi, e pesavo un chilo di più. Risultato della ghiotta colazione? Non credo, cuore gonfio, secondo me.
Almeno, spero.

description
Artisti amati da PierVittorio Tondelli: Juan Gatti, collaboratore grafico di Pedro Almodóvar, realizzò la copertina di Un weekend postmoderno e de L’abbandono

Questa è la storia di tre amici che sono diventati scrittori, di fama diversa, due sono morti troppo presto: il primo a morire è stato Pier, 32 anni fa, che dei tre era il più famoso, il secondo ad andarsene è stato Filippo, quindici anni fa, che invece era il meno noto, il sopravvissuto è qui, scrive, racconta.
Ci restituisce una grande intensa breve amicizia che è durata e durerà in eterno. Lo fa con un libro che si può definire un memoir, che gronda assenza, è immerso nella nostalgia più straziante, è intriso di lutto, è una storia senza finale.
Avrei voluto un po’ più di Pier, forse un po’ meno di Mario, in ogni caso l’ho letto trattenendo il fiato, in poche ore, il viaggio porta sempre più lontano del previsto.
Se è vero che in ogni amicizia si nasconde un rimorso, in queste pagine ne sono nascosti più d’uno, e Mario Fortunato lo sa, ne è perfettamente consapevole.

PS
Quelli che ami non muoiono è il titolo del prossimo libro di Mario Fortunato che voglio leggere.

description
Artisti amati da PierVittorio Tondelli: Luigi Ontani, che realizzò la copertina di Camere separate
Profile Image for Chiara Basile.
238 reviews140 followers
August 8, 2021
3,5 ⭐
La narrazione è inevitabilmente intima e personale, trovo la scrittura di Fortunato sempre molto comunicativa e lineare, allo stesso tempo capace di trasmettere significati profondi, adatta a questo tipo di narrazione. Nonostante ciò in questo racconto (come in altre sue opere) ci sono sempre dei "momenti morti" dal punto di vista della trama che fanno sì che la lettura proceda un po' a singhiozzo. Il libro è indubbiamente molto potente in quanto racconta il vissuto dell'autore e la sua amicizia con Tondelli e Betto, l'ho trovato a tratti commovente, soprattutto alla fine.
Profile Image for Mimonni.
443 reviews29 followers
February 16, 2017
Dei tre del titolo conoscevo solo Tondelli, colpa mia. Non riesco ad avere una visione nostalgica di quel periodo, gli anni 80, sebbene abbia vissuto in quel decennio la mia adolescenza e parte della giovinezza. Sono più attratta dagli anni 70, forse perché avendoli vissuti da bambina, posso idealizzarli completamente. Nel libro di nostalgia ce n'è parecchia, quella per gli amici e quella per il tempo perduto Poi ci sono rimpianti e rimorsi per ciò che non è stato e per gli errori visti con la prospettiva degli anni che sono trascorsi inesorabili. Il resoconto è amaro. Come dice lo stesso autore alla fine, si capisce che non dev’essere stato facile ripercorrere la storia di queste amicizie definitivamente strappate. Penso che il mio distacco da quel periodo abbia influito su questa lettura e farmela sentire un po’ distante.
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