Auschwitz è un simbolo potente. Ogni anno il luogo nel quale sorgeva il più grande campo di sterminio nazista viene visitato da più di un milione di visitatori, decine di migliaia dei quali provengono dall’Italia. C’è un’intera generazione ormai figlia del profondo significato che quel luogo ha assunto nel nostro tempo, figlia dei viaggi della memoria. Che cosa cercano quei ragazzi ad Auschwitz, che cosa cerchiamo tutti noi? Che storia ci racconta? Piotr Cywiński, direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, in questo libro duro e necessario, vibrante e appassionato, si confronta con queste domande e con i dilemmi che si nascondono in uno dei luoghi più terribili della storia dell’umanità. Settant’anni dopo la fine della guerra, Auschwitz ormai parla ai nipoti e ai bisnipoti di chi visse quell’immane tragedia, di chi la vide o non la volle vedere, di chi la mise in atto. Ed è diventata anche un simbolo, il luogo dove si cristallizzano le domande irrisolte che la Shoah porta con sé. La responsabilità della trasmissione del suo messaggio al mondo è enorme e va pensata con cura, perché Auschwitz è molte cose, non una sola, e non appartiene solo a qualcuno, ma all’umanità intera. Non è solo lo sterminio sistematico degli ebrei d’Europa, non è solo l’attuazione di un’aberrante teoria Auschwitz ormai trascende la sua storia e parla direttamente a noi, ora e qui, proprio nel mondo in cui viviamo, perché in quel luogo, scrive Cywiński, «l’Europa perse se stessa». Auschwitz è un monito che viene dal passato, e il suo messaggio – il suo urlo lacerante – per quanto complesso e doloroso, è più che mai necessario per pensare al nostro futuro.
Piotr M.A. Cywiński è il direttore di Auschwitz, ruolo difficile. Il suo compito è preservare la memoria tanto quanto la concretezza dei binari e del filo spinato, attività che vanno fatte in punta di piedi. Senza polemica ci racconta la storia del campo e dei suoi occupanti e di come trasmettere il senso ai visitatori di oggi.
Cywinski è il direttore del museo di Auschwitz e, in questo volume, si interroga sul valore della memoria e sulle motivazioni che, ancora oggi, spingono milioni di persone a visitare Auschwitz, "non per imparare qualcosa, ma per farne esperienza diretta". Io ho letto questo libro due anni dopo aver visitato il campo e forse avrei preferito conoscere prima le riflessioni di Cywinski per avere una maggiore consapevolezza durante la mia visita. Ho trovato questo testo molto profondo, assolutamente privo di qualsiasi tipo di retorica e ricco di spunti interessanti. Ad esempio c'è un punto in cui l'autore si riferisce al fatto che i professori alle medie spesso propongono la lettura del diario di Anna Frank, puntando sull'empatia che i loro studenti potrebbero sviluppare verso una ragazzina che, all'epoca, aveva la loro stessa età. Però il rischio, come spiega Cywinski, è di farli identificare con una ragazzina che non ha potuto essere difesa da nessuno, soprattutto dai suoi stessi genitori e che, da innocente, è stata costretta a soccombere. Beh, vista in quest'ottica forse la scelta di una lettura del genere non sembra poi così indicata per quella fascia d'età.
i obviously had to rate it five stars. Piotr’s essays bring a realistic, legalistic approach to handling the situation of mass genocide. his day to day concerns are considerations i’ve never had to make. it was raw, real, and human. written as if we are speaking personally with him, this is an grammatically easy read with a heavy reality. will always recommend it, and plan to reread it time and time again, because he’s right. remembrance is the foundation.
This excellent collection of essays and reflections from the current director of the Auschwitz Birkenau State Museum in Poland is challenging, rich in complexity, and insightful in both it's nuance and it's understanding of human frailty and the story of the Shoah/Holocaust. Published by the museum, it is well worth buying from the book store when visiting.
⭐️⭐️⭐️⭐️ Un interessante opera scritta dal direttore del museo di Auschwitz Piotr M.A. Cywinski in cui riflette su questo luogo, sul significato per noi e sulla sua funziona per il presente.
"L'insegnamento di Auschwitz e della Shoah questo particolare elemento deve essere ripensato. Non possiamo aspettarci che oggi le generazioni più giovani su sentano responsabili se come prima cosa creiamo per loro un'immagine del mondo in bianco e nero, per poi limitare la loro percezione unicamente al lato bianco."
"Oggi è impossibile capire cosa stia accadendo intorno a noi se non comprendiamo le memorie che sono alle radici del presente."
Purchased this book at Auschwitz-Birkenau yesterday, and I'm so glad I did. Written by the director of the Auschwitz collections, museum, and educational center, the book explains so much behind the decisions to present the history the way it has. It identified so many of the emotions I was feeling yesterday and gave voice and reason to them. Brilliantly and tenderly written.
This book was calling to me in the bookshop at Auschwitz. It literally has no blurb, yet I felt drawn to it. So glad I bought it.
I don’t think it makes complete sense unless you have been to Auschwitz itself, but my god this is one of the most thoughtful musings on this subject matter I have ever read. Rather than just accounting history, it weighs up what it means to be in charge of something as important as this Place, and why people go to this Place, and how crucial it is to let the grounds speak for themselves when visitors come to the Place.
It covers issues of memorialisation, remembrance, the role of the author, education and what we can learn from the Shoah. Essential reading, in my opinion. What a gem of a collection. This should be on the national curriculum.
If you have to get one and only one book from your visit to Auschwitz. This is the book to get. Reading this book won’t make sense to you unless you’ve already visited Auschwitz.