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La chimera

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In un villaggio padano del Seicento, cancellato dalla storia, si consuma la tragica vita di Antonia, strega di Zardino. Dalla nebbia del passato riemergono situazioni e personaggi a volte comici e persino grotteschi, a volte colmi di tristezza.

308 pages, Paperback

First published January 1, 1990

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About the author

Sebastiano Vassalli

63 books61 followers
Born in 1941, he was a well known Italian novelist.
Sebastiano Vassalli nasce a Genova nel 1941 da madre toscana e padre lombardo, ma vive a Novara sin da bambino. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Milano, dove si laurea con Cesare Musatti con una tesi su “La psicanalisi e l’arte contemporanea”. Dal 1965 al 1979 si dedica all’insegnamento in parallelo ad un’intensa attività artistico letteraria.
Partecipa alle vicende della neoavanguardia con il “Gruppo ’63”, il cui intento è abbandonare il mondo critico-accademico per tentare nuove discipline (psicanalisi, strutturalismo, semiologia) e raccogliere l’eredità dell’avanguardia del primo Novecento.
Appartengono a questo periodo alcune prose sperimentali (“Narcisso”, 1968; “Tempo di màssacro”, 1970) e la raccolta in versi e prosa “Il millennio che muore” (1972).
Successivamente a queste sperimentazioni Vassalli si orienta verso una narrazione in cui si delineano storie, trame e personaggi: “L’arrivo della lozione” (1976), “Abitare il vento” (1980) e “Mareblù” (1982).
L’anno della svolta è il 1983: Vassalli pubblica il provocatorio pamphlet "Arkadia", in cui scaglia frecce avvelenate contro i gruppi sperimentali cui aveva preso parte.
È con “La notte della cometa” (1984) che ha inizio il nuovo corso di “letteratura pura”, esplicata nella narrazione della vita del poeta Dino Campana, uomo al di fuori delle norme.
“L’alcova elettrica” (1986) è intervallato da “Sangue e suolo” (1985), nato da un’inchiesta propostagli da Giulio Bollati sul bilinguismo e sul calo numerico degli italiani in Alto Adige: da qui ha inizio l’interesse per certi aspetti connotativi degli italiani - in primo luogo la scarsa memoria - tema che caratterizza anche tutti i successivi romanzi, a partire da “L’oro del mondo” (1987), in cui un omonimo alter ego ascolta i racconti dello zio Alvaro, un sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia.
È con “La chimera” (1990) – storia dell’esposta Antonia Spagnolini, arsa come strega a Novara tra i festeggiamenti l’11 settembre del 1610 - che Vassalli trova il gusto dell'intreccio e della costruzione dei personaggi. L’opera è un successo editoriale e di critica, vince vari premi letterari - tra cui il premio Strega - e viene tradotto in molte lingue.
“Marco e Mattio” (1992) è ambientato a cavallo tra Sette e Ottocento. Sullo sfondo storico del passaggio rivoluzionario portato da Napoleone, il protagonista Mattio si automutila e si crocifigge, facendosi artefice di una nuova Passione.
Seguono “Il Cigno” (1993); “3012” (1995) - un romanzo fantascientifico, estraneo agli scritti di questo periodo, forse composto proprio per contestare l’etichetta di “romanziere storico” attribuitagli dai critici – e “Cuore di pietra” (1997) - la storia di una grande casa in una città di pianura e di coloro che l’hanno abitata -.
Nel 1998 Vassalli pubblica “Gli italiani sono gli altri” - una raccolta di articoli polemici scritti per varie testate giornalistiche - e il romanzo “La notte del lupo”, il cui protagonista è Yoshua (Gesù in ebraico), privato di tutti gli aspetti divini e soprannaturali.
“Infinito numero” (1999), invece, tratta del forte contrasto tra la civiltà etrusca, che rifiuta la letteratura e la parola scritta, e quella della Roma augustea, che viceversa fa della scrittura un’ideologia assoluta.
In “Archeologia del presente” (2001), poi, attraverso le vicende di una coppia di giovani, Vassalli ritrae una generazione che sognava di cambiare il mondo.
“Dux” (2002) è la storia dell'ultima battaglia che Giacomo Casanova combatté nel mondo dei vivi, e rappresenta un nuovo capitolo sul carattere degli italiani: Casanova è un tipico italiano, socievole ma non sociale, adattabile e furbo.
Con “Stella avvelenata” (2003) Vassalli torna alle sue grandi storie. Leonardo Sacco, un giovane

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344 (5%)
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Profile Image for Chiara Pagliochini.
Author 5 books449 followers
June 13, 2015
« Continuarono tutti a vivere nella gran confusione e nel frastuono di quel loro presente che a noi oggi appare così silenzioso, così morto, e che rispetto al nostro presente fu soltanto un po’ meno attrezzato per produrre rumore, e un po’ più esplicito in spietatezza… Infine, uno dopo l’altro, morirono: il tempo si chiuse su di loro, il nulla li riprese; e questa, sfrondata d’ogni romanzo, ed in gran sintesi, è la storia del mondo ».

Se La Chimera fosse il romanzo di Antonia, la giovanissima strega bruciata a Zardino nel 1610, sarebbe davvero un fallimento. Ma dal momento che non lo è – e forse ci ho messo 8 anni per capirlo – è bene che ne scriva per chiarirmi le idee.
Quando ero in seconda superiore la professoressa di italiano ci consigliò di leggere questo romanzo. Promise efferatezza, torbidità, sofferenza garantita. La stessa che provai, qualche anno dopo, a una mostra di strumenti di tortura, di fronte a un “semplice” palo da impalatura. La sofferenza che ti si attacca alle ossa in risposta a tutta la sofferenza del mondo, alla crudeltà inflitta, senza scopo e senza pentimento, su donne il cui nome si è perso nel passato. Ma, nella Chimera, io non trovai questa sofferenza. O, almeno, non la trovai nella forma urlata in cui speravo, la forma cui ogni lettore segretamente anela per raggiungere quel tanto di catarsi che la letteratura consente.
Sulla sofferenza di Antonia, Vassalli è straordinariamente parco di parole, quando non lo si voglia tacciare di reticenza. Un po’ come quel « la sventurata rispose », dietro il quale ogni liceale ha desiderato spiare almeno una volta, per rendersi più accattivante la narrazione manzoniana. Ma no: c’è poco di accattivante in Vassalli come in Manzoni. Poco sentimento, pochissimo eros, poco sangue, poca empatia. In entrambi, il romance sparisce sotto le gride, il latinorum e la volontà documentaristica, come se non fosse altro che un pretesto per parlare del passato che fu e far intendere il presente che è.
Per questo l’opera di Vassalli somiglia più a un testo di storia sociale che a un romanzo. Non che questo sia un male. La storia di Antonia, degli abitanti di Zardino – il paese in cui visse nei primi anni del Seicento – e di svariati altri, vescovi, prelati, boia, camminanti, risaroli, bravi, signorotti, è troppo affascinante per non essere portata alla luce. È la storia che ognuno di noi vorrebbe aver scoperto negli archivi del proprio paese, non per vantarsi del male che fu, ma per puntare il dito anche contro se stessi, contro il genere umano che sempre – in qualsiasi luogo, con qualsiasi mezzo – fu vizioso e al tempo stesso ingenuo, ottimo e delirante, furbo e dolcissimo.
« C’era forse un senso, una ragione in tutto questo? E se non c’era, perché accadeva? Ecco, pensava: io sto qui, e non so perché sto qui; loro gridano, e non sanno perché gridano. Le sembrava di capire, finalmente!, qualcosa della vita: un’energia insensata, una mostruosa malattia che scuote il mondo e la sostanza stessa di cui sono fatte le cose […]. Anche la tanto celebrata intelligenza dell’uomo non era altro che un vedere e un non vedere, un raccontarsi storie più fragili d’un sogno: la giustizia, la legge, Dio, l’Inferno… »
Più di ogni altra cosa, di questo romanzo mi resteranno i paesaggi: i mutamenti della bassa al mutar delle stagioni, le inondazioni del Sesia, le risaie a specchio, i prati infiammati di papaveri. Paesaggi così vivi da ammaliare il lettore e da lasciarlo con un fondo inebetito di nostalgia. Nostalgia del Seicento, degli spagnoli, dei processi per eresia? Forse, nostalgia di autenticità.
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
February 17, 2018
La storia come espressione del nulla?
Come la nebbia diradandosi permette di mettere a fuoco i contorni di un paesaggio e di farlo apparire ai nostri occhi per l’oggettiva bellezza che gli è propria e che, fino a qualche minuto prima, pareva inimmaginabile, così il romanzo di Vassalli squarcia la dimenticanza e fa affiorare un vissuto particolare perso nella Storia. Il sole dirada la nebbia e restituisce la visione del Monte Rosa, la scrittura, unita all’indagine storiografica, precisa e puntuale, riporta in vita uno scorcio di primo Seicento, di cui oggi non è rimasta traccia visibile ma solo documenti scritti. Lo storico riesuma la storia , lo scrittore la romanza e la ammanta di una personale visione, dura come la constatazione dell’assoluta assenza di Dio. La storia è quella di una comunità intera, Zardino, paese della bassa novarese e con essa di Antonia, giovane esposta, adottata da una famiglia del piccolo borgo e condannata al rogo in qualità di strega. Un ventennio appena , quello contenuto fra il 1590 e 1610, per ritrarre una singola esistenza e con essa un’epoca , nel tentativo, ben chiarito dall’autore, di sopprimere il chiassoso presente echeggiante di voci individuali ed egoistiche, rumoroso e inutile, cercando una verità nella storia del passato. A lettura ultimata, il congedo però richiama ancora quel nulla della premessa in una costatazione amara e feroce : tutto è finito, non c’è verità, non c’è niente, niente; le pagine della storia, rumorose e crudeli si aprono e si chiudono con assordante disinvoltura che evolve poi nel nulla silenzioso.

L’approccio al romanzo è stato molto positivo proprio per la potenza della sua premessa che è di una bellezza nostalgica e poetica, l’avvio della vicenda interessante anche se progressivamente ha perso di interesse ai miei occhi ai quali, prepotente, si affacciava il modello manzoniano. Delusa forse dalla mancata caratterizzazione della giovane Antonia, a tratti venendo rapita dalla descrizione d’ambiente, ho attraversato fasi di interesse vivo, alternate a fasi di stanca e di piatta assoluta. Quando, infine , la vicenda particolare di Antonia si è imposta prepotente, con la narrazione del processo, della carcerazione, della condanna e del rogo, ho goduto pienamente di questa lettura.
Non dico di essere ancorata al modello provvidenziale del Manzoni nella visione della storia ma questa veduta nichilista mi ha deluso e fatto rimpiangere l’ironia manzoniana sorniona e utile ad alleggerire la finitezza del mondo e dell’uomo. Ho bisogno inoltre di proiettare, come dice Vassalli, la mia immagine e tutto il mio essere in quel buio che non posso associare al nulla.
Profile Image for Post Scriptum.
422 reviews120 followers
November 19, 2017
«Bruciare vivi è la morte più orrenda che ci sia e io non credo di togliere nulla alla pena che i giudici hanno stabilito per la strega togliendole un poco di quella capacità di intendere che è anche capacità di soffrire. Che Dio mi perdoni se sto per commettere un errore, e che Dio ci aiuti!».

In quest’orgia macabra e folle ha avuto più cuore il boia dell’intera comunità.

Anno domini 1610.
«Maledetta strega! Devi crepare! A morte! Al rogo!»
“Antonia non fu più. Esplose il giubilo della folla: i tamburi, le raganelle, le trombe, le collane di barattoli quasi non si sentivano, sopraffatti com’erano dal frastuono di migliaia di voci che gridavano la gioia irripetibile di quel momento e di quell’ora: «Evviva! Evviva!».


“La chimera” non è un romanzo. Non solo.
È la storia di egoismi e ipocrisie. Di timori e spietatezze.
È la storia della bestialità umana, del desiderio incontenibile d’affondare gli occhi nello spasmo ultimo della vittima designata.
È la storia dell’intolleranza, del fanatismo, della violenza figlia dell’ignoranza.
È la storia del seme maledetto che troppe volte è nato e fiorito, che troppe volte ha dato il suo frutto.
La forma cambia, la sostanza rimane pressoché invariata.
Cambiano i nomi dei carnefici e delle vittime. Variano gli scenari, i copioni e le comparse. Ieri erano piazze gremite di gente urlante, oggi appartamenti d’ogni sorta e vicini indifferenti.

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.
Il tempo scorre, le vite si spengono inghiottite dal nulla. È la storia del mondo.
Rimane il nulla. E quell’Assenza che il nulla abita.
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
July 8, 2015
la strega

Romanzo ambientato in un paese, Zardino, che oggi non esiste più, nel novarese, nel 1600.Un fatto realmente accaduto, il processo a una strega concluso con la condanna al rogo: Antonia, una "esposta" adottata da due contadini, una bellissima ragazza dagli occhi e i capelli neri che suscita le invidie del paese.
La storia è solo il pretesto per un esame più approfondito di una società tanto lontana nel tempo da apparire quasi irreale, ma purtroppo vera, una società schiava della Chiesa, ma prima ancora prigioniera di se stessa, delle sue paure, delle sue insicurezze.
Un racconto del passato che aiuta a comprendere il presente.
Mi è rimasta impressa la scena finale, quando tutti accorrono dalle campagne e dai paesi vicini per vedere il rogo della strega; queste le parole dell'autore: "Non erano gente sanguinaria, nè malvagia. Al contrario, erano tutti brava gente: la stessa brava gente laboriosa che nel nostro secolo ventesimo affolla gli stadi, guarda la televisione, va a votare quando ci sono le elezioni, e, se c'è da fare giustizia sommaria di qualcuno, la fa senza bruciarlo, ma la fa; perchè quel rito è antico come il mondo e durerà finchè ci sarà il mondo".
Il ritmo era troppo lento per i miei gusti, non riesco a dare più di due stelline.
Profile Image for Gabriele.
162 reviews136 followers
October 11, 2015
Se dovessi partire da un punto, per recensire questa disfatta, partirei dal fatto che io Vassali, fino a qualche mese fa, non lo conoscevo per niente. Ne ho sentito parlare per la prima volta quando a luglio scorso è scomparso per un tumore e sono usciti diversi articoli in cui si raccontava di un bene di questo scrittore che, trovandomi fra le mani un suo libro nella polverosa libreria dell'usato dietro casa, mi son detto che magari una lettura potevo anche dargliela. Probabilmente in quel momento lì mi ero dimenticato dei miei tre buoni propositi: mai leggere autori che hanno appena vinto un premio importante, mai leggere autori di cui i giornali scrivono bene e, soprattutto, mai leggere autori incensati in letto di morte. Fatto sta che.

Se dovessi elencare tutte le cose che (per me) non vanno in questo libro probabilmente starei qui fino a domani, cercherò quindi di fare un riassunto veloce, ma se non volete perdere troppo tempo le due stellette in cima alla recensione riassumono bene il concetto. "La chimera" è, o vorrebbe essere, un romanzo storico che racconta le vicende di tale Antonia Spagnolini, condannata per eresia all'inizio del XVII secolo in quel di Novara. Vassalli ricostruisce tutta la povera ambientazione della bassa, da quella piccola cittadina che era Zardino, in cui Antonia cresce dopo i primi anni da orfana abbandonata, fino ai problemi di una Chiesa ancora medioevale e divisa al suo interno. Antonia, giovanissima nel momento in cui viene incolpata di essere una strega, è solo una delle tante vittime di un periodo in cui anche solo un misero sospetto era sufficiente al Sant'Uffizio per torturare e condannare a morte. Qui iniziano i problemi della narrazione di Vassalli: da narratore onnisciente, l'autore non riesce a tenere le redini di questo suo romanzo, calpestandosi di continuo i piedi da solo. Ne sono prova le continue anticipazioni che puntualmente rovinano la trama, il modo di raccontare la storia procedendo in maniera spesso confusionaria sul piano cronologico, le inutili citazioni di scritti latini o in lingua del periodo (con puntigliosa traduzione anche lì dove non serve) per dimostrare al lettore che è proprio andata come ci sta dicendo lui, così come divagazioni che vanno a rendere ingarbugliata una storia veramente misera. E in effetti, volendo riassumere la storia di Antonia che ci viene raccontata, potremmo farlo in poche pagine. Per ovviare a questo l'autore cerca di inserire un po' di ambientazione, divagando in lungo e in largo sulle condizioni dei contadini e dell'Italia del periodo, su vicende ecclesiastiche e di gerarchie, parlando di questo e di quell'altro personaggio storico, ma in maniera tanto maldestra che più volte è lui stesso, durante il racconto, a concludere certe divagazioni con un "ma questo non interessa per la nostra storia". Almeno se ne è accorto anche lui. Chiariamoci: il contesto in un romanzo del genere è sempre necessario, ma qui sembra quasi che l'autore ripieghi sull'ambientazione solamente per rimediare a una trama piuttosto esile e mal sviluppata. Ci sarebbe ancora da dire qualcosa sull'uso della punteggiatura del Vassalli, definita da qualcuno come "raffinata", ma che per me indica solamente uno che non ha ancora capito quando usare i due punti, il punto e virgola e il punto. Se poi vogliamo dire che è un modo tutto suo di scrivere va bene, le regole grammaticali però a qualcosa devono pur servire.

Questo libro è uscito per la Einaudi nel 1990, ha vinto il Premio Strega e il Premio Selezione Campiello. Ha venduto molto ed è stato tradotto in tante lingue. Su Goodreads ha un punteggio intorno al 3.5, non tantissimo ma neanche poco. Io l'ho trovato inconcludente, lento, incapace di focalizzarsi sulla trama piuttosto che sul contorno. Ammetto che il genere non è uno dei miei preferiti, ma mi sarei aspettato decisamente un po' di più da un libro tanto acclamato. Due stelle e mezzo, ripudiato sullo scaffale più in basso della mia libreria, quello dei "libri letti ma che se un giorno dovessi traslocare poi magari non li vedo e me li dimentico qui".
Profile Image for Theut.
1,886 reviews37 followers
August 22, 2018
Semplicemente un capolavoro (che ha anche resistito alla lettura dopo un bel po' di anni). La vicenda storica, la Novara dell'epoca (ma solo Novara?), l'umana comprensione nei confronti di Antonia, la sua figura così umana quando si rende conto del suo amore tradito...
Ci manchi, S.V.
Profile Image for LaCitty.
1,039 reviews185 followers
April 13, 2019
Ho sempre sentito parlare bene di questo romanzo, quindi ne ho intrapreso la lettura con la migliore predisposizione pur non sapendo nulla della trama. 
La scrittura è molto bella, le descrizioni poetiche, gli approfondimenti storico-sociologici sulla situazione della diocesi di Novara nel '600 sono precisi e interessanti, ma sono troppi, soprattutto nella prima metà del libro.
Pur arrivando ad un giudizio complessivamente positivo, posso dire che ho trovato la prima metà del romanzo dispersiva e spesso noiosa: la storia di Antonia veniva continuamente interrotta da digressioni su questo o quel personaggio, sulla situazione della Chiesa della controriforma, sulla politica locale. Certo interessante, ma se avessi cercato un trattato sulla storia del XVII secolo avrei scelto altro.
La seconda parte, invece, mi è piaciuta di più, è più coesa e concentrata sul processo che subisce la protagonista, una protagonista però la cui voce si perde per pagine e pagine sommersa da quello che gli altri pensano e dicono di lei ed è un peccato, poi torna, certo, ma la sua voce di donna ingiustamente processata per il reato di stregoneria si fa sentire, ma poco. Probabilmente non era ciò che interessava raccontare all'autore e va bene così, ma a me è mancata e tanto. 
Profile Image for Marc Lamot.
3,461 reviews1,972 followers
March 9, 2023
Read in Italian. Naturalistic sketch of life in Northern Italy around the transition of the sixteenth to the seventeenth century. Vassalli stresses the backwardness of the countryside (with at the same time the survival of the healthy peasants' way of looking at things), the uninhabitability of the cities, and especially the perfidious barbarity of the church (pastor Don Teresio, inquisitor Manini). Nice historical novel, but a bit too detailed and long-winded. Despite everything, the character of Antonia does not really comes to life.
Rating 2.5 stars.
Profile Image for wutheringhheights_.
581 reviews200 followers
November 2, 2021
Non leggevo un romanzo tanto potente da parecchio e sono stata travolta, dai temi e dal modo in cui la storia è raccontata. La chimera ha vinto il Premio Strega nel 1990, premio meritatissimo per un libro che è un capolavoro. Sebastiano Vassalli ci porta molto indietro nel tempo, nella Novara del 1600 e nella sua povera, cupa e umida provincia. La protagonista è Antonia Spagnolini, una trovatella, o come si diceva all'epoca una "esposta". La ragazza viene poi adottata da due coniugi del paese per cui cui Antonia diverrà tristemente famosa, per l'accusa di stregoneria. Zardino, il paese che, dice l'autore, ormai non esiste più esattamente come i suoi abitanti su cui è passata la cenere del tempo. Ma la narrazione non segue in modo ravvicinato la ragazza, non ci mostra i suoi pensieri più intimi ne scandisce ogni suo movimento. I protagonisti sono molteplici, sono protagonisti visti dall'alto, dall'occhio onnisciente dell'autore. Al primo posto ho trovato i luoghi, la nebbiosa "bassa", i cui cambiamenti di stagione sembrano scandire tutti gli altri; i paesani, dediti alle loro piccole guerre tra vicini, liti che l'autore considera come la genesi dal cui calderone potrebbe nascere qualsiasi cosa. E ha ragione. I vicini di casa, il prete, persino chi è di passaggio, tutti loro sono madidi di superstizione, una sottile e continua, spesso ottusa crudeltà, che sarà fondamentale per la rovina di Antonia. Con voce per metà da storico e per metà da narratore, Sebastiano Vassalli ci introduce alla scoperta di personaggi come il vescovo Bascapé, l'inquisitore Manini, il feudatario "Caccetta" veramente esistiti, e vi unisce figure più umili, molto caratteristiche, come quelle dei "Camminanti", dei "Risaroli", e di molti altri che vanno a colorare una tavolozza ricchissima. E tanto ricca è la prosa, che pesca in documenti d'epoca, in citazioni latine, nelle modalità processuali dell'inquisizione, nella vita delle carceri, e si getta nelle descrizioni della violenza. La violenza è una dei protagonisti del romanzo; quella che si esplica verso una donna innocente, accusata di stregoneria, stuprata e torturata e infine arsa viva. L'autore non risparmia le descrizioni del processo, della tortura, della violenza e infine del rogo, e per un lettore sensibile può essere di impatto durissimo. Ma è giusto leggere affondo quella che è stata la verità. Per secoli la chiesa ha perseguitato, processato, violentato e infine arso vive persone innocenti, e il minimo che si possa fare è dire la verità su quello che è successo loro. La vicenda di Antonia, che è una vicenda reale della nostra storia non recente, bisognerebbe leggerla molte volte e ricordarla. I processi alle streghe, anche se non perpetuati nelle stesse forme e modalità, accadono ancora, ed è necessario imparare bene la storia per riconoscere ed evitare gli inquisitori di oggi. Secondo me questo romanzo meriterebbe una fama maggiore a quella che ha, una maggiore popolarità tra i libri che vengono letti nelle scuole e nelle università, ma anche nella fruizione del lettore medio. E' un libro di rara bellezza, per quello che racconta, per come racconta, una vera perla.
Profile Image for Marina.
260 reviews93 followers
June 16, 2024
Inizio ‘600. Antonia è un’orfana cresciuta in un convento e poi adottata da due contadini di Zardino, un paesino piemontese che non esiste più.
Le sue “colpe” principali sono due: la grande bellezza, che suscita sempre invidia, e l’anticonformismo - Antonia è una persona che ragiona con la propria testa e mal si adegua alla mentalità ristretta di paese.
Queste due colpe la portano all’accusa di stregoneria, a un processo fittizio e, infine, al rogo.
 
“La chimera” è un romanzo storico basato su una storia vera.
Ma, a differenza di quanto possa sembrare dalla trama, non è la storia di Antonia: è la storia di un’intera epoca. La ricostruzione fatta da Vassalli è magistrale e dedica ampia spazio a tanti personaggi, non solo alla ragazza: a parroci fanatici che invadono sempre più la vita dei paesani, a vescovi corrotti, a membri del Tribunale dell’Inquisizione disposti a tutto pur di ottenere prestigio.
 
Lo scopo del romanzo è quello di denunciare il fanatismo, la corruzione e le ipocrisie della Chiesa della Controriforma, una Chiesa basata sulla repressione dell’anticonformismo: di chi non frequenta la Chiesa, di chi non segue rigidi principi morali, di chi si rifiuta di adeguarsi alle convenzioni sociali. Antonia è solo una delle tante donne dell’epoca che, a causa della bellezza e del rifiuto di occupare il ruolo di moglie sottomessa, sono state accusate di stregoneria, abusate in tutti i modi possibili e condannate ad una morte atroce.
 
Il titolo, che letteralmente significa sogno, illusione, ha un doppio significato. Da un lato, simboleggia il Monte Rosa, un monte che viene spesso citato all’interno del romanzo come un’immagine lontana, sfuggevole, quasi un miraggio visto dal paesino di Zardino. Dall’altro, è metafora dell’illusione di giustizia in un’epoca dominata da fanatismo religioso, bigottismo e superstizione.
 
Per me “La chimera” è un grande romanzo storico. Oltre alla ricostruzione dell’epoca, estremamente particolareggiata, ho apprezzato lo stile - leggero, ironico, con continui interventi da parte dell’autore. “La chimera” non vuole essere un romanzo drammatico, non usa pietismo o toni forti: vuole essere, semplicemente, il ritratto di un’epoca - un’epoca che, per certe ipocrisie, non è poi così lontana dal presente.
Profile Image for Chomsky.
196 reviews36 followers
December 11, 2017
"La chimera" è un romanzo storico ambientato nel Seicento, come a fare da contraltare laico ai "Promessi Sposi", libro che illustra il potere della Provvidenza mentre questa è del tutto assente nel romanzo di Vassalli dove una povera ragazza viene posta sul rogo senza una vera ragione, solo per qualche pettegolezzo e perchè in quel momento serviva un capro espiatorio. La vicenda della povera Antonia potrebbe avere come commento il sottotitolo di un libro che assomiglia molto a questo, "La storia" di Elsa Morante, che come sottotitolo recita "Uno scandalo che dura da diecimila anni." Lo scandalo è la sofferenza e il martirio dei deboli, sfruttati e vilipesi dai potenti come il vescopo Bascapè, il canonico Cavagna che compaiono ne "La chimera" e che simboleggiano i prevaricatori ma alla fine sono anche loro delle nullità che agiscono solamente per un misero scopo.

Romanzo di grande impegno e leggibilità "La chimera" è uno dei tentativi di Vassalli, forse il più riuscito, di dare volume alle problematiche italiane volgendo lo sguardo all'indietro nei secoli. La folta schiera di personaggi e i fatti descritti nel libro, hanno un fascino particolare e, ripeto, creano un parallelismo con il capolavoro di Manzoni, perchè a Zardino, Dio non si vede e alla fine anche questo paesino viene cancellato dalla terra da un piena del fiume perchè come scrive Vassalli come commento: "Infine, uno dopo l'altro, morirono: il tempo si chiuse su di loro, il nulla li riprese; e questa, sfrondata d'ogni romanzo, ed in gran sintesi, è la storia del mondo."


Profile Image for Roberto.
627 reviews1 follower
June 26, 2017

Chi ha paura delle streghe?

Anno milleseicento circa. Nella pianura vicino a Novara, davanti al profilo del monte Rosa, nasce Antonia.

È orfana e finisce quindi prima in convento e poi in adozione presso una coppia. Ma ahimè crescendo diventa una ragazza bella, molto bella e nel villaggio si permette di starsene per conto proprio, di fare la preziosa, di rifiutare mariti, di sorridere a uomini senza voler nulla da loro. Una cosa insopportabile, specie per le donne, troppo spesso le peggiori nemiche delle altre donne. Donne che iniziano a parlare, o meglio sparlare, essendo bigotte, invidiose, ignoranti, cattive.

E sparlando iniziano a costruire storie inesistenti che sono amplificate dalla chiusura mentale, dalla stupidità e anche dalla furbizia dei rappresentanti della religione cattolica. Storie che portano, inevitabilmente, la povera Antonia al rogo con l'accusa di stregoneria.

"C'era forse un senso, una ragione in tutto questo? E se non c'era, perché accadeva? Ecco, pensava: io sto qui, e non si perché sto qui; loro gridano, e non sanno perché gridano. Le sembrava di capire, finalmente!, qualcosa della vita: un'energia insensata, una mostruosa malattia che scuote il mondo. La tanto celebrata intelligenza dell'uomo non era altro che un vedere e non vedere, un raccontarsi vane storie più fragili d'un sogno: la giustizia, la legge, Dio, l'inferno..."

Cosa rende particolare e speciale questo libro? Tutti i personaggi sono realmente esistiti, la trama è intrigante, le descrizioni sono storicamente ineccepibili, i dettagli della vita di tutti i giorni estremamente realistici, i termini desueti utilizzati all'epoca in grado di restituirci la seicentesca atmosfera. Dietro il racconto c'è uno studio storico molto approfondito degli usi e costumi dell'epoca, della storia locale e delle carte processuali dell'inquisizione.

Il romanzo non può non causare una infinita tristezza. La chiesa per anni ha governato la vita di fedeli ignoranti, creduloni e invidiosi grazie a rappresentanti colti, interessati (al proprio tornaconto) e senza scrupoli. E, in nome di Dio, a perderci come al solito non possono che essere i piu deboli.

"Continuarono tutti a vivere nella gran confusione e nel frastuono di quel presente che a noi oggi appare così silenzioso, così morto, e che rispetto al nostro presente fu soltanto un po' meno attrezzato per produrre rumore, e un po' più esplicito in spietatezze... Infine, uno dopo l'altro, morirono: il tempo si chiuse su di loro, il nulla li riprese; e questa, sfrondata d'ogni romanzo, ed in gran sintesi, è la storia del mondo."

Nonostante tutto, il tema è ancora attuale. Quand'è che una ragazza sarà veramente libera di fare le proprie scelte?
Profile Image for Simona.
974 reviews228 followers
July 7, 2016
"Infine, uno dopo l'altro, morirono: il tempo si chiuse su di loro, il nulla li riprese; è la storia del mondo".

La chimera di Sergio Vassalli è un libro difficile, complesso, non particolarmente scorrevole e infarcito di termini arcaici.
Ciò che si percepisce durante la lettura è lo studio approfondito e ricercato di Vassalli. Ci troviamo di fronte a un romanzo storico dove Vassalli si rivela molto bravo e abile a raccontare, descrivere ogni aspetto storico. Tutto è localizzato nel posto giusto al momento giusto.
Siamo a Zardino, un piccolo paese, villaggio abbandonato, un villaggio fantasma del Seicento, dove si racconta e consuma la tragica vita di Antonia, la Strega di Zardino che ha la sola colpa di essere bella e di essere una esposta.
Antonia è la figlia dei preconcetti, dei pregiudizi e del bigottismo. La sua storia non si discosta molto dalle storie delle donne di oggi che continuano a subire soprusi e danni.
Un romanzo da leggere, una riflessione sul nostro presente. Un romanzo in cui "le passioni, le colpe, i delitti dell'umanità restano fissati per sempre", proprio come ci insegna la storia di Antonia processata e messa al rogo.
Profile Image for Moloch.
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February 18, 2015
Da qualche tempo, l'ho già detto, cerco di acquistare solo libri usati, per quanto possibile. Si può fare benissimo, e spesso più comodamente, tramite Internet, ma poche cose, per l'amante dei libri, battono la soddisfazione e il piacere di trovare in modo insperato un libro che stavi proprio cercando in un mercatino dell'usato, visitato tanto per "dare un'occhiata". Immaginate quindi la mia gioia nel vedere in una bancarella assolutamente improvvisata per la strada questo romanzo di Vassalli, acquistato subito per la modica somma di 2 euro (e pazienza se in effetti è ridotto un po' male, con qualche macchia sulla copertina).

Scritto nel 1990, La chimera narra la breve vita di Antonia, abbandonata in fasce e cresciuta in un ospizio per trovatelli di Novara, adottata a dieci anni da una coppia di contadini del minuscolo paese di Zardino, apparentemente destinata, assieme ai suoi compaesani, a svanire nel nulla del Tempo e della Storia nell'indifferenza dei posteri se, nell'estate del 1610, all'età di vent'anni, non fosse stata accusata di stregoneria, non avesse subito un processo e fosse stata condannata al rogo come eretica impenitente. Vassalli parla di fatti e personaggi realmente accaduti su cui costruisce ipotesi verosimili, peccato però che non sia preciso nel citare la fonte (sarò pedante io, però, se volessi consultare gli atti originali del processo, dove li trovo?).

Paradossalmente, se il romanzo si fosse limitato a narrare le piccole e grandi gioie e miserie quotidiane di un minuscolo paese del Ducato di Milano, senza arrivare al processo, avrebbe ricevuto da me un giudizio migliore: belli infatti i capitoli sull'infanzia di Antonia nel ricovero degli esposti, con la monotonia quotidiana delle suore e delle lezioni interrotta dagli occasionali "eventi memorabili" come la visita del vescovo, preparata con comica sollecitudine, o sul contrasto fra il quistone don Michele, prete-mago e avventuriero più che sacerdote, e il giovane don Teresio, figlio della Controriforma, con le sue prediche e il suo attivismo sfrenato, o anche quello, bellissimo, sui gesuiti e il loro "zoo" di animali esotici impagliati per informare i villani sui successi delle loro missioni in Oriente, o sul pasticcio delle reliquie false recuperate dalle catacombe romane, imbroglio di cui cade vittima il collaboratore del vescovo, mons. Cavagna... perfino il "contorno" alla scena finale del rogo, in contrasto stridente e voluto, nella sua allegria e vivacità, con l'evento tragico della morte della protagonista. Un tema che ricorre con frequenza nel libro è la contrapposizione fra quello che è andato completamente perso e cancellato dalla memoria (i nomi, le persone, i paesaggi, i luoghi, le vanità di questo o quello) e quello che invece rimane sempre uguale a se stesso (atteggiamenti, modi di pensare, cattiverie, ipocrisie, prepotenze del potere).

Ma naturalmente il fulcro del romanzo è il processo e la condanna della ragazza, narrati nella seconda parte, che, invece, segue un "copione" piuttosto prevedibile. Forse per "deformazione professionale", non mi convincono mai del tutto, o mi lasciano sempre un po' fredda, le ricostruzioni in cui non si sa mai quanta parte è tratta dai documenti e quanto invece è frutto della fantasia dell'autore (e Vassalli poteva anche aggiungere un'appendice in cui citava con precisione la fonte del processo). Forse, visto che, pur senza esagerare, un certo numero di saggi incentrati su vicende giudiziare li ho letti, mi ha un po' annoiato anche il modo estremamente didascalico (utile però per il pubblico non esperto) di trattare gli atti e le fasi del processo (tutte quelle traduzioni del latino, in originale più che comprensibile! Ma, ripeto, questo fastidio è dovuto alla mia personale esperienza di lettrice, più che a un "difetto" dell'opera).

Più in generale, e di nuovo qui entrano in gioco le mie opinioni personali (ma non potrebbe essere altrimenti), non mi ha entusiasmato l'ossessivo anticlericalismo di maniera, secondo cui in pratica tutti i preti sono cattivi o avidi o fanatici o stupidi o imbroglioni, e il loro unico interesse è taglieggiare e opprimere la povera gente. È un tema su cui si insiste fin troppo, sul quale presumibilmente l'autore vuole tracciare un parallelo col presente (assieme all'altro, altrettanto evidente e scontato, del malgoverno spagnolo). Questo era l'intento e il motivo ispiratore dell'opera, evidentemente, ma quanto più intriganti, secondo me, i saggi in cui viene fatto il tentativo di calarsi anche nella psicologia dei giudici, di comprenderne, alla luce del contesto, motivazioni che oggi risultano perverse e/o assurde (mi viene in mente l'esempio classico della Storia della colonna infame o anche I diavoli di Loudun ). Oltre tutto, non sono d'accordo con alcune affermazioni di Vassalli, come quando sostiene che l'immagine della strega brutta e vecchia sarebbe di origine romantica (io credo piuttosto il contrario), o che la pratica della tortura sublimerebbe gli istinti sessuali repressi degli inquisitori, che mi sembra una generalizzazione poco fondata.

Comunque, non è certo un brutto libro: la ricostruzione del microcosmo della diocesi di Novara, delle sue caratteristiche, delle sue problematiche particolari, mi è molto piaciuta. Da archivista, però, mi sento "punta sul vivo" da questo passaggio della Premessa (p. 5):
Un episodio a suo tempo clamoroso era scivolato fuori dal cerchio di luce della storia e si sarebbe perso irreparabilmente se il disordine delle cose e del mondo non lo avesse salvato nel più banale dei modi, facendo finire fuori posto certe carte, che se fossero rimaste al loro posto ora sarebbero inaccessibili, o non ci sarebbero più...

Sarà stato questo il caso eccezionale del processo alla "strega di Zardino" (l'autore ci informa che tutto il resto dell'archivio del tribunale dell'Inquisizione di Novara è andato completamente perduto), ma, caro Vassalli, è proprio quando le carte finiscono "fuori posto" che diventano introvabili e inaccessibili o rischiano di scomparire senza lasciare più traccia, non il contrario!

3/5

http://moloch981.wordpress.com/2013/0...
Profile Image for Ubik 2.0.
1,073 reviews294 followers
September 15, 2017
(Senza titolo)
Non credo di avere ben compreso i motivi per cui questo romanzo, così acclamato e sostenuto da critica e lettori come un‘opera indiscutibile nell’ambito della narrativa italiana del secondo novecento, mi abbia lasciato freddo e parzialmente deluso.
Il quadro d’ambiente è pregevole, denota e trasmette un’approfondita conoscenza dei tempi e dei luoghi, del clima sociale, religioso e politico dell’epoca e soprattutto su come gli eventi storici nazionali ed internazionali, la Controriforma, la disputa franco-spagnola nel contendersi il terreno di conquista e influenza rappresentato dal territorio italiano, come tutto ciò, al di là dei massimi sistemi, andasse a riverberarsi sulla vita della povera gente, dei parroci di campagna, i contadini, i lavoratori delle risaie (e la protagonista stessa avrebbe subìto tutt’altro destino in un’epoca diversa).
In sostanza, quello che invece non ho apprezzato è lo stile adottato dall’autore, un ritmo ibrido che sembra voler respingere il lettore, un distacco da una vicenda pur così emotivamente toccante, che si traduce in lunghe digressioni che talora sfociano nel didascalico, in anticipazioni della trama che (lo so, non si tratta di un thriller!) hanno l’effetto di smorzare la partecipazione, di svelare quanto finirà per accadere, negli interventi del narratore retrospettivo del XX° secolo incline a profondersi in parallelismi inutili e a volte fuori luogo (vedasi l’inquisitore che testualmente “anticipa Freud” o il paragone del popolo che grida al passaggio della carrozza che trasporta la condannata come le folle degli stadi di calcio nostrani!).
Tutto ciò mi ha distolto dall’episodio centrale del romanzo, dall’empatia con Antonia e il suo malvagio e ingiusto destino, dalla possibilità di appassionarmi ad un racconto che pure presentava ampi margini di pathos e di commozione; ecco: nonostante la pietà provata razionalmente per la vittima (e come potrebbe essere altrimenti!), la storia non mi ha commosso e questo lo trovo un limite, considerato il genere di racconto.
Ma forse, come in premessa, il mio approccio è sbagliato ed ho cercato fra le righe, senza trovarlo, qualcosa di molto diverso da quanto l’autore si prefiggeva. A volte succede.
Profile Image for Outis.
392 reviews68 followers
November 25, 2020
Se dovessi valutare questo libro come romanzo di Antonia, protagonista e striga di Zardino , non arriverebbe alla sufficienza: Antonia non è mai veramente protagonista, conosciamo poco i suoi sentimenti e vediamo poche sue azioni.
Ma La Chimera non è il romanzo di Antonia, forse non è nemmeno un romanzo, è piuttosto un ibrido tra un saggio sul Seicento e romanzo corale di Zardino, il paese, ormai scomparso, in cui visse per una decina d'anni Antonia, esposta adottata da una coppia di contadini.
Come saggio e romanzo corale funziona: veniamo a conoscenza di tanti aspetti che a scuola non su studiano, cioè com'era la vita quotidiana (chi conosce oggi i risaroli o i camminanti?) e la mentalità nel Seicento, come funzionava l'inquisizione, e vediamo un po' più da vicino le lotte di potere che combatterono persone oggi ormai quasi dimenticate, come il vescovo Bescapè o il bandito Caccetta.
Da questo punto di vista ho trovato la chimera un libro molto interessante e non posso che essere soddisfatta di averlo letto. Certo, se cercate un classico romanzo storico, meglio cercare da un'altra parte!
Ho però una critica: trovo molto fastidioso il fatto che Vassalli mischi fatti reali e invenzione ma non ci sia poi un'appendice che distingua tra i due. Per questo il voto effettivo sarebbe 3,5.
Profile Image for Martina (polveresucarta).
153 reviews176 followers
May 20, 2020
3.5⭐️

Noi italiani, come Nazione, abbiamo una storia, seppur breve se si parte dall’unità.
Eppure siamo italiani da molto prima, abbiamo costruito la nostra cultura e tramandato le nostre tradizioni e i nostri costumi ben prima dell’inizio di questa storia, ambientata in un momento turbolento per la nostra Nazione, ovvero quello dei nostro territori sotto la dominazione spagnola che, volente o nolente, ha inciso notevolmente su quelli che siamo adesso.
Lo conferma Vassalli, che ha una posizione netta e critica rispetto a tale tematica, e volle approfondirla raccontando una storia che potrebbe sembrare banale, ma che riesce ad esplicitare alla perfezione quello che rappresentava l’Italia 300 anni prima dell’unità.

La sua storia comincia alla fine del 1500 a Novara, di cui descrive ogni angolo e ogni scelleratezza, scandalo e corruzione. A quel tempo, i figli nati illegittimi da prostitute o da donne messe incinta da padroni e poi abbandonati venivano portati tutti al convento della città, allevati secondo la rigida disciplina e la dottrina cattolica e chiamati “esposti”.
Nasce in quell’anno Antonia, che verrà miracolosamente adottata all’età di 9 anni da una coppia di contadini proveniente da Zardino, un paesino che ora non esiste più.

La coppia alleva la ragazza come una figlia, nonostante a quel tempo le esposte fossero trattate da serve, e nel narrare i suoi primi anni al paese Vassalli ne approfitta per denunciare alcune delle ingiustizie e delle condotte più riprovevoli di quel periodo, come i risaroli, i quistoni, i camminanti, i banditi assassini e gli estremismi religiosi.
La vita di Antonia si complica quando a gestire il paesino subentra un vero parroco, Don Teresio, che sarà cruciale per la sua fine.

Infatti Antonia cresce sempre più bella e, si sa, la bellezza di per sé è dannata! Inoltre, di lei si innamorano molti ragazzi che lei rifiuta, le cui madri cominciano a sospettare che lei sia una strega e che li abbia stregati.
Insomma, un evento tira l’altro finché le donne del paese, con l’appoggio del parroco, la denunciano al Sant’Uffizio come strega.

Inutile dire che nulla servirà a giustificare Antonia: una volta che è stata bollata come strega, strega rimarrà. Neanche l’evidenza potrà far si che i preti la scagionino e le salvino la vita.
Ella verrà torturata più volte, incarcerata e giustiziata sul rogo, tra i vari incitamenti della folla che non vedono l’ora che muoia per far sì che cessino le disgrazie.

Questo libro non è sicuramente un testo semplice da affrontare: vi sono numerosi excursus scritti nell’italiano del 1600 e tratti da documenti originali, riferimenti a farri storici che deviano completamente dalla storia principale, ma che erano in realtà il vero focus centrale di Vassalli, che narra la storia di Antonia e di Zardino solamente per fare da sfondo a quello che era all’epoca il nostro paese, con tutti i suoi difetti e le sue peculiarità
Profile Image for Matthias.
74 reviews4 followers
March 21, 2019
Lento, verboso, manzoniano.
La storia del vescovo Bascapé più che di Antonia.
Non ho provato alcuna empatia per la poveretta, o per altri personaggi. Tutto é freddo, tutto é troppo: la storia é soltanto un pretesto per una continua descrizione di campagne, risaie, pensieri, latinorum, senza preoccuparsi di rendere scorrevoli gli accadimenti, che potrebbero essere tranquillamente riscritti da altri in meno pagine senza pensare ad un plagio.
Profile Image for Sara.
34 reviews63 followers
September 9, 2021
Poi ci chiediamo perché alle persone non piace leggere, semplice come libri obbligatori danno questi. Non dico che sia un brutto libro o che sia scritto male, anzi è tutt’altro, ma di certo non è una lettura estiva.
Il problema che ho avuto io è la pesantezza, 320 pagine e i capitoli che mi sono veramente interessati sono solo gli ultimi due. In pratica la storia poteva concludersi sotto le 100 pagine.Troppe digressioni, troppe! Piccolo esempio: un capitolo è interamente dedicato alla riflessione di un vescovo più morto che vivo, descrive i suoi dolori e le sue preoccupazioni, ci può stare ma non per un intero capitolo soprattutto se questo non ha scopi narrativi per il filone della storia.
Comunque, la storia riporta eventi realmente accaduti durante l’anno del 1610, in un paesino nel novarese che ora non esiste più, dove una ragazza innocente che si era presa una sbandata per un uomo viene accusata di stregoneria e mandata al rogo. Di questa ragazza se ne parla poco però, perché ovviamente tutto quello che si sa viene dai documenti del suddetto processo quindi in realtà nelle restanti parti si descrive una cornice storica molto dettagliata, con personaggi storici esistiti ma ora dimenticati. Quello che posso dire è che il congedo (cioè l’ultimo capitolo) l’ho adorato per la scrittura profonda con cui è stato scritto. Lo consiglio? Se siete interessati alla vita nella bassa, cioè la pianura novarese, del 1600 certo che lo consiglio se no no.
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Profile Image for Diabolika.
245 reviews51 followers
May 26, 2024
Nel 1990 Sebastiano Vassalli (1941-2015) riceve il Premio Strega proprio per questo romanzo.

Vassalli riesce a ricostruire minuziosamente e dettagliatamente l’epoca, i costumi, le abitudini e le tradizioni. La trama non è nulla di originale (l’ennesima caccia alla strega) ma ho pensato che lo scopo del libro fosse una denuncia, tanto velata quanto feroce, del bigottismo di coloro che sono terrorizzati dal ‘diverso’.

Purtroppo, lo stile non mi ha convinto: troppo distaccato e asettico. Non mi ha suscitato alcuna emozione: non sono riuscita a simpatizzare (o osteggiare) alcun personaggio.

Un punto di forza è l’esplicita ironia dell’autore che, voltandosi indietro e scrutando un’epoca così inquietante come quella medioevale, sottolinea grottescamente l’assurdità delle consuetudini del periodo dove la cattiveria diventa voce, la voce testimonianza, la testimonianza denuncia.
Profile Image for Surami.
161 reviews1 follower
October 25, 2020
4 e 1/2. Bel libro, purtroppo molto attuale.
Profile Image for Gaetano Laureanti.
491 reviews75 followers
August 6, 2015
L’autore prende lo spunto dalla storia (vera?) di un processo per stregoneria, dal finale già annunciato, che vede la giovane Antonia, una “esposta” del 1600, accusata ingiustamente (e come sarebbe potuto essere altrimenti) di essere una stria (strega) e di altre ignobili colpe, per mostrarci uno squarcio su un ampio periodo storico in Italia, nella cosiddetta bassa novarese; è proprio questo squarcio spazio-temporale la cosa migliore del libro, con descrizioni così dettagliate come se fossero scritte da un autore dell'epoca.

In generale, il racconto è scorrevole, ma talvolta non molto coinvolgente.
Manca, secondo me, il punto di vista di Antonia; così come troppo distante e privo di emozione mi sembra quello del narratore, ad eccezione dei malcelati strali contro la Chiesa di allora, di cui mette a nudo, sapientemente ed ironicamente, le lotte interne, le contraddizioni e le ipocrisie.

"E pensare che le nostre madri, e le nostre nonne, affogavano le figlie femmine nella Crosa (cioè: nella roggia del mulino) il giorno stesso che nascevano, se erano troppe, o se non avevano più il latte per allattarle, o se le annate erano scarse: sissignore!..."
Questa affermazione, anche se calata in quell'epoca, oltre a mostrare una concezione della donna di certo inferiore al maschio, mi ha decisamente colpito, così come la rinnovata consapevolezza che, anche senza nessuna prova, basandosi solo su accuse faziose e superstiziose, si potesse, e purtroppo si possa ancora, torturare e uccidere in nome della fede.

Giudizio complessivamente positivo ma che non mi porta a valutarlo un capolavoro.
Profile Image for Alessia Scurati.
350 reviews117 followers
October 30, 2017
Io, quando mi chiedono se non facessi il lavoro che faccio che cosa avrei voluto fare, rispondo sempre: Inquisitore. A me, l’Inquisizione è sempre stata simpatica.
Ovviamente, credo che se fossimo stati in tempo da Inquisizione, io sarei finita al rogo. Avrei, anzi, cercato un modo più degno di crepare, che il fuoco mi mette paura e non uso mai nemmeno i cerini. Ok, sto divagando.
A me le storie di streghe e inquisitori, piacciono un sacco. Ma tantissimo. Non divago raccontandovi di quando nelle ore libere dell’Università mi immergevo negli archivi leggendo opere su e di quel simpaticone di Torquemada. E questo romanzo è un affresco, è potentissimo, è attualissimo. È una storia delle mie parti, con personaggi che, bene o male, popolano le gerarchie e le storie dei nostri luoghi. Io ne resto affascinata, ammaliata, stregata - Nota: a nessuno fa ridere che un romanzo del genere abbia vinto il Premio Strega? Ok, osservazione cretina su divagazione, proseguiamo.
Per me, questo romanzo sta al ‘900 italiano come El hereje di Miguel Delibes sta al ‘900 spagnolo (grande romanzo sulla tolleranza e la libertà). E se non bastasse riconoscere il romanzo nella sua grandezza per quello che è, io credo che la pace migliore del tutto stia nella spiegazione finale, quell’appendice “Perché il ‘600”, che Vassalli scrisse nel 2014 e che, letta oggi, fa davvero impressione per lungimiranza e attualità. Prendendo atto del ritorno del Medioevo nel quale stiamo precipitando, certi temi e certi libri andrebbero letti, apprezzati, ragionati.
Profile Image for Aurora.
236 reviews7 followers
November 25, 2021
Questo romanzo storico riporta in vita il seicento nell'Italia settentrionale, tra Milano, in particolar modo Novara, e poi Zardino, un paesino piementose che ormai non esiste più. È un libro denso di storia medievale, riporta tutti gli usi e costumi di quell' epoca: dominazione spagnola, misticismo, superstizione, santa inquisizione, la vendita delle indulgenze, gli inganni e la corruzione del clero, i quistioni preti fatuccheri fasulli e imbroglioni che si rifuggiavano nei paesi sperduti lungo le montagne. Sebastiano Vassalli ci parla anche delle risaie, dell' estenuante lavoro dei risarioli per la coltivazione di riso, sul paesaggio paludoso e umido di Novara.
È un libro ottimo per uno studioso e appassionato del medioevo e per chi ne vuole sapere di più di questo periodo storico. Ma se come me avreste voluto leggere della storia della strega di Zardino non ne sarete ampiamente soddisfatti, perché la storia della strega è un pretesto di saggistica sociologica, di ricostruzione di quel periodo storico buio. Non si può dire che sia un libro brutto, ma è un libro difficile, non per tutti. Per leggere certi libri ci vuole una certa maturità intellettuale credo, o semplicemente avere un gusto letterario vasto, da saper apprezzare il lavoro dello scrittore che in questo caso non è tanto più quello di raccontare una storia, tanto più quello di ricostruzione e indagine di un periodo storico così grigio e spento. Pur non amando il genere, ho saputo cogliere e apprezzare la critica tagliente di Sebastiano Vassalli sul medioevo e di quanto spesso e volentieri, alcune situazioni del medioevo si ripetano, quando al posto della scienza ci si affida a dicerie e a superstizioni contemporanee e moderne, in voga. Riguardo la storia della strega di Zardino non mi sono ritenuta abbastanza soddisfatta, avrei voluto sapere di più su di lei, entrare più in empatia con questo personaggio, e invece Vassalli se ne discosta, si tiene sempre distante dai suoi personaggi, in special modo da Antonia. Non è un romanzo di narrativa pura, ma tutta al più un trattato storico sul medioevo e le sue abberazioni, sicuramente accurato e ben scritto, ma non quello che avrei voluto effettivamente leggere, tuttavia, è stata grande fonte di arricchimento culturale per me, e l' ho trovato tutto sommato piacevole e interessante da questo punto di vista.
Profile Image for Hermioneginny.
1,366 reviews
July 30, 2017
Piemonte, 1600. Antonia, bellissima fin da bambina, cresciuta da esposta e poi adottata da una famiglia di contadini, invidiata e quindi additata come strega, e bruciata viva. Di contorno, usi e costumi e pettegolezzi sui vip dell'epoca.

La storia di Antonia si sarebbe potuta raccontare in 40-50 pagine, tutto il resto sono descrizioni inutili e noiose che non servono a contestualizzare la storia, ma solo a distrarre l'attenzione. Letto la prima volta nel 1998, riletto per aiutare il mio alunno (che è nato ben tre anni dopo il mio acquisto... sono vecchia!!!), l'opinione non è cambiata: per me è un enorme NO!

* C'è sempre, arriva sempre, nella vita di ogni uomo che abbia avuto in gioventù un forte stimolo ideale, il momento in cui si prende atto definitivamente, senza più speranze né illusioni né sogni, dell'inerzia delle cose e del mondo. Il momento in cui si capisce che la fede non smuove le montagne: che le tenebre prevarranno sempre sulla luce, l'inerzia soffocherà il moto e così via.
Profile Image for Tintinnabula.
104 reviews26 followers
March 7, 2017
Un po' biografia di Antonia, un po' saggio di storia locale, un po' inutile elenco di frasi in latino più o meno a sproposito.
Non ho sinceramente capito a cosa mirasse l'autore, e a volte ho avuto la sensazione che non lo sapesse nemmeno lui. Ci sono pagine e pagine di dettagli e un intero capitolo dedicato alla partenza di un vescovo per la montagna, vicenda assolutamente inutile ai fini della narrazione, ma che ha notevolmente aumentato la mia media oraria di sbadigli.
La storia di Antonia si riduce a forse 80 delle 300 pagine del volume. E con questo credo di aver detto tutto. Antonia non ha nemmeno il tempo di diventare una persona vera
Profile Image for Elena.
Author 3 books38 followers
November 11, 2015
Letto ormai qualche anno fa perchè mio papà me lo consigliò dato che abito nel novarese e lo trovai molto bello.
Purtroppo poi l'ho prestato e, oltre che avrelo riavuto indietro dopo un mucchio di tempo, me l'hanno ridato pure tutto rovinato e piegato tanto che pensavo di ricomprarlo. Da amante dei libri non sopporto chi mi rovina i libri, dato che per me sono un bene prezioso! Quindi ripensare a questo libro fa venire sempre un po' di tristezza e amarezza perchè mi era piaciuto veramente molto!
Profile Image for Clara Hudson.
42 reviews1 follower
February 4, 2021
Stupendo, commovente. Un vero e proprio capolavoro della letteratura. Complimenti all'autore, alla perfezione del suo stile, all'incredibile mondo che ha creato, alle storie narrate, all'intenso e profondo viaggio nelle complessità dell'animo umano che è riuscito a mettere nero su bianco.
Profile Image for Federica.
400 reviews115 followers
June 6, 2017
Più corretto dire 3.5 stelline.

Questa "storia-romanzo" mi è molto piaciuta, per diverse ragioni.
Innanzitutto lo stile dell'autore, così ricco, in grado di ricostruire in modo davvero verosimile le vicende della giovane Antonia, sia quelle riportate a tutti gli effetti nei documenti da lui ritrovati sia quelle che invece ha dovuto inventare da sé per rende organica la narrazione. Ma il tutto era così ben strutturato da non farmi pensare in modo serio, se non quando ero ormai alla fine del romanzo, che molte parti dovevano necessariamente essere frutto della sua fantasia -pur avvalorata da salde ricerche storiche, certamente- e il risultato così piacevole non ha potuto che farmi una buona impressione.

Anche la storia narrata, naturalmente, è molto interessante. Ed è resa ancora più accattivante proprio dalla sua veridicità. Tutti conoscono i processi alle streghe, ma quanti hanno davvero avuto modo di leggerne i verbali ed approfondire così la dinamica dietro queste accuse? Io no di certo.
Questo punto mi ricollega a quello che è, contestualmente e paradossalmente, sia il punto forte che il punto debole di questo libro: la spiegazione del contesto.

Di fatto, credo che la vicenda sia stata questa: Vassalli voleva scrivere un libro sulla storia di Novara e provincia nel corso del Seicento, ma non sapeva come fare. Poi, toh, ecco spuntare questi atti di un processo avvenuto proprio nel tempo e nel luogo da lui desiderato. Yay! Ora può scrivere il suo libro di storia e, nel caso in cui gli resti tempo anche parlare del processo in sé, ma proprio giusto se restano tempo e pagine.

A parte gli scherzi, la necessità di ricostruire il contesto storico per i lettori odierni gli ha preso un po' la mano. Se da un lato la parte di me che ama la storia ha adorato tutte le informazioni che è stato in grado di inserire (e su tutti gli argomenti che mano a mano si è trovato a trattare, che avessero a che fare con la popolazione dei paesini e le loro credenze o con le più alte sfere del clero e dello Stato e dei loro giochi di potere), l'altra parte di me che voleva solo leggere il romanzo ha ogni tanto sbuffato proprio per via di queste informazioni che non arrivavano mai a parlare di Antonia e della sua vicenda, soffermandosi invece su altri personaggi che, per quanto interessanti, non sono la protagonista per cui ho scelto questo libro. Certo, mi rendo anche conto che per via dei documenti in suo possesso doveva per forza gestire la questione in questo modo, eppure...

In ogni caso, il libro mi è piaciuto. Lo consiglio davvero a quei lettori che hanno un po' di pazienza e un sano interesse per la storia di Novara nel Seicento e nella bassa e Novara Novara Novara la bassa, perché saranno decisamente ricompensati.
Profile Image for Freca - Narrazioni da Divano.
391 reviews23 followers
April 24, 2024
Mi è piaciuto molto tornare all'italiano novecentesco, che mi fa sempre sentire a casa: curato, ordinato e ricco, per me un tuffo nel passato ma al contempo una sicurezza e conforto.
Qui abbiamo un interessante romanzo storico, il cui guscio di nebbia, formato da prefazione e postfazione dell'autore, fa emergere e poi scomparire il paese della bassa in cui è ambientato come per magia: un incipit e una chiusura poetiche che mi hanno conquistata.
La vicenda è sicuramente affascinante, ma ancora di più risulta esserlo la rappresentazione della vita quotidiana, i pensieri e i modi di agire: con una ricerca manzoniana siamo catapultati nel 1600 e ne respiriamo l'aria, le difficoltà e le contraddizioni, l'autore è implacabile e rifugge ogni idealizzazione anzi la conclusione è l'apice di un nichilismo che sottolinea l'insensatezza dell'umano
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