Jump to ratings and reviews
Rate this book

La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001

Rate this book
Il 26 giugno 1991 la guerra di Slovenia dava inizio alla dissoluzione della Jugoslavia e inaugurava il decennio di conflitti sanguinosi che hanno sconvolto i Balcani. Da questo primo focolaio gli scontri si sono diffusi, come un'epidemia, anche in Croazia, in Bosnia, in Kosovo, fino ai recenti e anomali episodi in Macedonia: scenari diversi, diverse etnie, diverse religioni, diverse cause di tensioni. Sullo sfondo un'unica figura, Slobodan Milosevic, l'uomo che nel 1991 diede l'ordine ai carri armati federali di marciare sulla Slovenia, l'uomo che il primo aprile 2001, dieci anni dopo, è finito in una cella del carcere di Belgrado. Il volume è una ricostruzione completa delle cinque guerre di questo tragico decennio.

Comprende:
· Una morte annunciata di Barbara Gruden
· Un omicidio perfetto di Marco Ventura
· Bosnia Erzegovina 1992-1993 di Zlatko Dizdarević
· Bosnia Erzegovina 1994-1995 di Gigi Riva | Riva, Gigi
· La riconquista della Krajina di Alessandro Marzo Magno
· Come nasce una guerra di Marco Ventura
· Entrano le truppe di Toni Fontana
· Macedonia, l'ultimo atto? di Alessandro Marzo Magno
· Una chiave di lettura di Ervin Hladnik-Milharčič
· Il sogno e l'incubo. Breve storia delle Jugoslavia di Marco Cuzzi

559 pages, Paperback

First published January 1, 2001

8 people are currently reading
90 people want to read

About the author

Alessandro Marzo Magno

32 books12 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
16 (31%)
4 stars
28 (54%)
3 stars
5 (9%)
2 stars
2 (3%)
1 star
0 (0%)
Displaying 1 - 10 of 10 reviews
Profile Image for Samuele Petrangeli.
433 reviews78 followers
January 4, 2019
Ci sta un qualcosa al di fuori del tempo nelle guerre balcaniche. Forse la forte ambientazione rurale (che poi fino a una certa). Forse l'ingenua convinzione che una simile brutalità debba appartenere per forza a un'altra epoca che non sia la nostra. Forse, e questa è la mia ipotesi per quanto possa valere, è il nostro tentativo di allontanarle, di ripeterci che un simile orrore non può essersi ripetuto per tanti anni e con tale facilità così vicino a noi, temporalmente e geograficamente. Che gran sollievo, sotto questo punto di vista, deve essere stato allora l'attentato alle Torri Gemelle e il nuovo tipo di guerra.
Non credo di poter definire in altro modo che vergognosa la mia ignoranza riguardo quel decennio di massacri. Nonostante mi ritenga una persona con un buon grado di istruzione e un buon livello di cultura - quanto meno nella media -, nonostante la vicinanza storica e geografica, perfino mnemonica con le immagini televisive delle bombe su Belgrado, nonostante questo le quattro guerre yugoslave sono una macchia indistinta, priva di qualsiasi causa o svolgimento. Sì, il massacro di Srebrenica, il Kosovo o l'assedio di Sarajevo, ma con i contorni indistinti e lontani della Storia, di vecchi episodi che, in fondo in fondo, non ci riguardano. Quando in realtà è successo manco vent'anni fa. Dall'altra parte del mare. Cronaca che diventa Storia. Vuoi per difesa, vuoi per paura, vuoi perché poi è arrivato tutt'altro a distrarci.
Le guerre yugoslave sono state fondamentalmente quattro, e hanno visto contrapporsi una provincia o regione al potere centrale della Yugoslavia, in disgregazione, e che coincideva con l'idea ultra-nazionalista di Milosevic di creare lo stato della Grande Serbia (ma è una semplificazione, come evidenzia uno dei saggi del testo: Milosevic non è sorto dal nulla, i sentimenti non erano buoni, ma comunque genuini sì). Le quattro guerre - Slovenia, Croazia, Bosnia, Kosovo - hanno seguito una progressione nella violenza: dai dieci giorni di guerra sloveni (che Milosevic acconsente all'indipendenza perché tanto priva di serbi) all'alternanza del pendolo dei massacri del Kosovo, prima a venir trucidati sono i serbi, poi gli albanesi, poi di nuovo i serbi e così via, in un circuito apparentemente infinito di vendetta e pulizia etnica. Senza voler stare qui a ripercorrere le diverse tappe, le diverse colpe, le diverse cause, con l'unico effetto probabilmente di andare a semplificare una vicenda che chiede soltanto di poter essere semplificata per essere digerita e riuscire a diventare un'innocuo ennesimo tassello della Storia, due punti tornano prepotentemente: uno, l'incapacità dell'Europa di riuscire non solo ad agire per evitare l'ennesimo massacro, ma proprio incapace di comprendere ciò che stava succedendo, come un vecchio ormai troppo stanco e debilitato per riuscire a fare qualsiasi cosa che non sia leccarsi fiaccamente le ferite e perdersi nei ricordi - il che sarebbe triste, ma diviene tragico quando sta accadendo un massacro in famiglia e lui è ancora considerato uno dei pater - l'Europa muore a Sarajevo, appunto. Il secondo punto è la centralità che hanno avuto i diversi movimenti ultra-nazionalisti: la Grande Croazia, la Grande Serbia, la Bosnia smembrata e ripulita dall'invasore islamico (forse vero prodromo di questo ventunesimo secolo), il Kosovo come terra albanese. Non voglio dire che quello che è successo ci debba servire da lezione, perché "servire da lezione" è un modo per giustificare quello che è accaduto, dargli un senso, un significato, uno scopo didattico per noi che veniamo dopo, e non ci sta crimine peggiore che potremmo fare che dare alle decine di fosse comuni che costellano l'Ex-Yugoslavia uno scopo didattico. Servire da lezione un cazzo. Quei dieci anni, che poi sono solo la punta dell'iceberg, stanno lì e non sono servite a nulla, deve essere chiaro. Sono un buco nero, l'ennesimo nella storia europea, che butta fuori veleno e pus, e non accenna a fermarsi. Eppure non sarebbe corretto nemmeno fermarsi a quei massacri, a quegli eccidi, a tenerli come perle d'oscurità scollegate da qualsiasi cosa. E in questo i saggi raccolti ne "La guerra dei dieci anni" sono ottimi: evitando che i massacri, le pulizie etniche con i loro orrori, si mangino tutto, ergendosi come catastrofi umane astoriche, come delle tragedie greche, ineluttabili, destinate ad accadere, tirate fuori dalla cronaca, non si soffermano mai troppo nei diversi eccidi, ma anzi, ne parlano, e vanno subito oltre, e subito prima. Ovvero, ne spiegano cause e conseguenze: il che, da una parte, fa sì che sia ben chiaro che Srebrenica fu uno dei massacri, atroce e uno dei più grandi (con più di 8000 morti), ma fu solo uno dei tanti (nel solo conflitto con la Bosnia, morirono più di 30mila civili); dall'altra permette una comprensione dei fatti, incurante del distribuire le colpe, i buoni, i cattivi, che sarebbe quantomeno rassicurante, per riflettere con più rispetto e giustizia i fatti che accaddero in quegli anni.
Ci sta un qualcosa al di fuori dal tempo nella Guerra dei Balcani. Ecco, è nostro dovere morale evitare che ci stia.
Profile Image for Roberto Maggi.
48 reviews2 followers
June 7, 2016
La storia recente della Jugoslavia raccontata in 500 pagine. Una ricostruzione fatta con dovizia di particolari che ti aiuta a capire tutti i passaggi del conflitto mantenendo una pur difficile neutralità. Complimenti ad Alessandro Marzo Magno che ne ha curato la stesura. La versione aggiornata comprende anche un'appendice che ricostruisce brevemente anche la storia precedente agli anni '90, giungendo fino a Tito. Un po' più scarna la conclusione, con riferimento soprattutto all'indipendenza del Montenegro. Un libro eccezionale per chi vuole conoscere la storia dell'ex Jugoslavia.
40 reviews
September 16, 2023
Ottimo libro, completo e sostanzialmente imparziale. Non metto 5 stelle perché purtroppo manca una cosa fondamentale: le immagini. Delle mappe e delle immagini avrebbero aggiunto tanto.
Profile Image for Yupa.
773 reviews128 followers
January 28, 2020
Molto cronachistico, dettagliato, minuzioso, quasi un resoconto politico-militare (più militare che politico) momento per momento, mi ha permesso di raffrontare quel che ricordavo che accadde all'epoca con quel che successe "veramente" sul campo, al di là dell'Adriatico, comprese le (vergognose) omissioni del nostro giornalismo (che già al tempo sospettavo leggendo tra le righe), giornalismo inevitabilmente organico rispetto alle alleanze internazionali dell'Italia.
Leggendo il libro emerge un disegno in cui si riesce a riconoscere la presenza sul campo di aggressori e aggrediti, una guerra impari, ma l'asimmetria non è data da una eventuale "cattiveria" dei primi e "innocenza" dei secondi (come tendeva a narrare il giornalismo moraleggiante dell'epoca), bensì da una mera questione di rapporti di forza: c'è chi ha le armi e chi no. Difatti non appena gli aggrediti troveranno la protezione dell'ombrello occidentale si daranno a rappresaglie e vendette per nulla inferiori quanto a efferatezza rispetto ai loro nemici, ma poco rappresentate, al tempo, nei nostri resoconti; il libro in questione invece decide di non chiudere gli occhî e di riportare tutto ciò che va riportato, con chiarezza e lucidità.
Utilissima l'appendice con la storia della Jugoslavia dalle origini sino all'alba della guerra, permette di comprendere come le radici del conflitto affondino in profondità nella Storia e di riflettere su tutti i limiti (enormi) degli Stati nazionali, degli Stati etnici, quell'invenzione ottocentesca che, nel Novecento, porterà quasi sempre e solo sangue, violenza e sterminî, invenzione sulla cui legittimità e utilità sarebbe ora di porsi non poche domande, specialmente nella temperie attuale fatta di tensione non più tra diversi Stati ma tra questi e le nuove organizzazioni internazionali emergenti.
24 reviews
June 1, 2021
La guerra nella ex Jugoslavia è una delle prime vicende militari / politiche che ricordo, ma non ho mai approfondito la successione degli eventi. Quando la guerra cominciò avevo solo dieci anni e non capivo granché, per questo ho deciso di leggere questo libro.

Secondo me il libro è fatto molto bene, perché racconta con molta dovizia di particolari le vicende militari e politiche che hanno portato alla guerra. Ho solo due appunti. Il primo è che una cartina con le diverse zone avrebbe aiutato ad inquadrare le parti contese della varie repubbliche della ex Jugoslavia. Il secondo è che secondo me, alcune parti sono raccontate meglio di altre e ciò credo sia dovuto al fatto che sono raccontate da persone diverse.
Resta comunque un ottimo libro per chi vuole conoscere l'orrore che è avvenuto pochi anni fa nel cuore dell'Europa.
Profile Image for Luca Frasca.
451 reviews9 followers
June 8, 2018
Una raccolta di saggi sulle vicende che interessano, alla morte di Tito, ciascuno dei paesi federati nella ex Jugoslavia.
Un utile approfondimento per conoscere l'intricata vicenda delle guerre balcaniche, che presuppone però una conoscenza di base dei fatti storici trattati; la lettura presenta passaggi che possono apparire confusi se non si hanno ben chiare le vicende e i numerosi protagonisti della recente storia della ex repubblica.
Senza la precedente lettura dell'imprescindibile "Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti" di Bruno Maran, non credo che sarei stato in grado di mettere a fuoco un quadro coerente di questo particolarissimo periodo storico.
Profile Image for Antonino.
62 reviews8 followers
June 9, 2019
E' un insieme di diversi saggi, dove ognuno tratteggia una particolare fase della dolorosa storia della ex-Jugoslavia negli anni Novanta. Prevalgono gli aspetti politico-militari, i saggi hanno tutti questo tono, quindi la lettura è particolarmente scorrevole e il saggio da questo punto di vista è omogeneo, completo, con dettagli e note che servono a inquadrare tutti i personaggi chiave del conflitto. Mi sarebbe piaciuto, visto i numerosi richiami al piano strategico militare, anche un apparato iconografico e cartografico, data la complessa e intricata geografia degli eventi. Ottima l'idea di aggiungere anche un piccolo saggio sulla storia yugoslava precedente il conflitto.
Profile Image for Mikla.
111 reviews1 follower
October 4, 2020
Un saggio decisamente completo su tutto quello che ha caratterizzato le guerre in Jugoslavia, più un quadro generale sulla formazione della repubblica Jugoslava e la sua successiva disgregazione.
Ne emerge una storia densa di violenza, di intrighi politici, di patti che una volta fatti vengono sciolti o traditi. Ci sono personaggi più o meno noti della scena politica internazionale, di capi paramilitari, di influenzer politici che hanno aiutato o distrutto una intera comunità.
Dalla lettura emerge la storia di un territorio profondamente ferito dalle idee di un singolo, Milosevic, che in nome di uno stato unitario si arroga il diritto di uccide, gestire, comandare, persone del suo e degli altri territori come fossero delle marionette predisonendone a suo piacimento.
Ne è emerso che in dieci anni l'unica arma che effettivamente sia andata a segno è stata quella di una violenza senza scrupoli, di una crudeltà disumana che ha portato alla mancata identificazione, ancora oggi nel 2020, di tantissime persone gettate nelle fosse comuni o ridotte in modi impossibili da ripetere.
Ne è emerso che i tanti politicanti mondiali, in nome della pace, hanno girato la faccia dall'altra parte preferendo tacere e non intervenire in alcun modo fino a quando non ha fatto loro comodo.
Un libro molto approfondito che mi ha lasciato con un senso di tristezza indicibile, uno strano senso di ribrezzo e una domanda costante sul perché si sia sempre preferito la violenza alla diplomazia.
Displaying 1 - 10 of 10 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.