What do you think?
Rate this book


177 pages, Hardcover
First published January 1, 2014
"Ogni società, per definizione, non soddisfa tutte le esigenze dei suoi membri. Sorgono perciò un certo numero di richieste, di per sé eterogenee e asimmetriche (chi il lavoro e chi l’ambiente; chi meno tasse e chi piú welfare), che vengono a un certo punto politiche [...]. L’equivalenza ha il suo agente dinamico nel fatto che, se le richieste non vengono soddisfatte, è per colpa di “qualcuno”. Affinché le parti dimentichino di essere state in origine differenti, portatrici di istanze che in partenza non erano le stesse, occorre che tra esse si generi un legame emotivo e non solo razionale. A tale scopo è necessario individuare un ostacolo, un estraneo da espellere, un nemico di cui dichiararsi vittime."
"Di questo status si appropria, trasformando per transfert analogico uno svantaggio in vantaggio, il leader vittimista (e spesso anche i leader delle vittime): come potete discutere il mio dolore, la mia innocenza, le mie prerogative? Io sono insindacabile, al di sopra di ogni critica, signore e padrone del vostro sguardo e delle vostre parole. Non a tutti gli enunciati possibili avete diritto: solo a quelli a me favorevoli, pena la vostra degradazione a carnefici."
"Se ci odiano è perché siamo migliori. Non l’amore ma l’odio ce lo prova, intonato alla sua corda piú acuta, l’invidia. Con la conseguenza nefasta di non riuscire ad amare se stessi se non grazie ai buoni uffici dell’avversione altrui."
"La prosopopea della vittima rafforza i potenti e indebolisce i subalterni. Svuota l ’agency. Perpetua il dolore. Coltiva il risentimento. Incorona l’immaginario. Alimenta identità rigide e spesso fittizie. Inchioda al passato e ipoteca il futuro. Scoraggia la trasformazione. Privatizza la storia. Confonde libertà e irresponsabilità. Inorgoglisce l’impotenza, o la ammanta di potenza usurpata."