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Le notti blu

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Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina: un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità.
Le notti blu racconta, come una sorta di lastra a raggi x, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un lutto, un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito. Con una scrittura chirurgica e lucidissima, Chiara Marchelli ci accompagna attraverso i pensieri della coppia e ci svela confessioni che avremmo preferito non ascoltare: segreti ingombranti, dolorosi, che leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che l’autrice ha intenzione di dirci proprio tutto e di tenere con mano ferma tutti i fili di questa storia cha va indietro nel tempo.

236 pages, Paperback

Published March 9, 2017

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Chiara Marchelli

12 books12 followers

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2 (1%)
Displaying 1 - 25 of 25 reviews
Profile Image for bruna_d80.
24 reviews8 followers
June 14, 2017
la storia in teoria è interessante: scopre un poco alla volta ( un po' lentamente, in verità ) la vita e le inquietudini di Mirko e descrive il legame forte e intenso, di una vita, dei genitori, prezioso e mirabile: quante attenzioni e quale invidiabile vicinanza fra coniugi d'età! Michele e Larissa si puntellano tra loro per sopportare l' inaccettabile dramma che li coinvolge, ma poi reagiscono in modo diverso quando, a sorpresa, il caso propone loro di accettare la speranza di vivere diversamente il futuro: andare avanti (Michele) o rinunciare (Larissa) accettando la sconfitta di non aver capito, di non essere stati coinvolti? La storia , ripeto, per me è interessante in potenza, però alla fine è un po' irrisolta in molti punti (che rapporto aveva Mirko con Caterina, che peso aveva lei nella loro storia? che fragilità aveva Mirko, a 35 anni, da non saper prendere una decisione importantissima e perché mai? Che drammi aveva dovuto sopportare, non è dato di sapere . Perché Larissa si impunta precludendosi ogni futuro per isolarsi, sola, con i suoi fantasmi, a che pro?). Del disagio del figlio non si sono accorti i suoi cari in vita ma nemmeno è chiaro a noi lettori. Se devo essere sincera, anche il modo di raccontare mi ha un po' affaticato la lettura: troppi bruschi salti che mi hanno disorientato : le prime volte sono stata curiosa ma alla lunga mi è sembrato una tecnica pretestuosa, un virtuosismo scocciante. Perché ho dato ben tre stelle? Se è candidato allo Strega sarà un buon libro, immagino, e forse io ho capito poco... se no due stelle per me potrebbero bastare. La ricetta della focaccia genovese, diciamolo, per la sua peculiarità, vale il libro.
Profile Image for Antonella Imperiali.
1,269 reviews145 followers
September 4, 2017
"Le notti blu.
Questo gli ha lasciato, suo figlio. Notti insonni in cui farsi del latte caldo che non può nemmeno bere.
Le notti blu.
È un bel modo di chiamarle, dopotutto."

Per la maggior parte una scrittura secca, fratturata, che avanza a scatti, eppure quasi piatta, senza tono, tanto da sembrare priva di sentimento. Sembrare, ho detto.
Un continuo andirivieni tra passato e presente, tra ricordi e fatti quotidiani, da un luogo all'altro, da un continente all'altro, da un discorso a un altro. A volte destabilizzante, perché tutto è mischiato, persone fatti parole tempi.
Di certo c'è solo il dolore che accomuna i protagonisti. "Un dolore che non si può reggere."
Perché perdere un figlio "non è nell'ordine delle cose. Non si muore dopo i propri figli."
Alla fine il dolore c'è, esplode, viene urlato, alimentato anche da novità scioccanti che porteranno a rotture dolorose. Fratture che fanno male al cuore, al corpo e all'anima.
Eppure qualcosa manca; la domanda c'è (perché?), difetta la risposta. Non c'è la curiosità di conoscere la verità, di sapere di quel "perché". Perché questo ragazzo (35 anni) si è tolto la vita. Forse si può intuire, ma rimane una questione in sospeso.
Per una coppia così affiatata per tutti gli anni trascorsi insieme, quasi vivessero in una bolla tutta loro, il figlio è una più che naturale appendice che solo raramente però si introduce in quella bolla. Ha la sua vita (o forse più di una vita), il suo lavoro, le sue passioni, eppure i genitori riescono a dire poco su di lui, quasi non lo conoscessero abbastanza. E la moglie, poi... Mah!
Il dolore, alla fine, si manifesta nelle forme più svariate, anche con i dubbi e la paura e la voglia, la determinazione di non sapere, di fregarsene, di chiudere tutto con tutti e andare via.
Però questo (il perché) a me, qui, è mancato.

Le 4 stelle non sono piene, proprio a causa di quella risposta inevasa.
E anche perché mi è venuto naturale confrontare questo libro con "L'amore che mi resta" di Michela Marzano (stesso argomento), letto giusto qualche giorno fa, dove invece il dolore è annientamento e il "perché" diventa quasi ossessione.
Profile Image for Leggendolibri.
187 reviews49 followers
July 30, 2017
È uno di quei libri che vanno letti tutti di seguito, altrimenti si perde l'atmosfera e il senso. Ha questo difetto. È la storia di un lungo percorso di comprensione di due genitori che dopo 5 anni dal suicidio del figlio vivono in quel pericoloso equilibrio fra il dolore del singolo e quello di coppia. Il primo li porta a trovare al di fuori dell'ambito familiare un modo per andare avanti il secondo è l'annientamento della visione di ciò che è successo nell'ansia di non perdere quel poco che è rimasto. In mezzo un gesto mai spiegato che un giorno diventa più chiaro e forse una speranza di salvarsi, come famiglia e come genitori. Un lavoro intenso che ha il suo perché nella tensione con cui accompagna i lettori dall'inizio alla fine...
Profile Image for Maria Calabrese.
120 reviews4 followers
February 22, 2018
Avrei voluto che questo libro vincesse il premio strega 2017. Una bellissima storia che narra dell'elaborazione di un doloroso lutto e del ritrovare la speranza e la gioia di vivere. Bello Bello.
Profile Image for Marta Folgarait.
693 reviews7 followers
July 22, 2019
La vita di due genitori che hanno perso un figlio suicida, le loro vite sospese, un equilibrio fragile che rischia di aprire una voragine tra di loro ed una moglie enigmatica che non sa gestire quel vuoto che le è rimasto addosso.
Profile Image for Riccardo Riboli.
39 reviews3 followers
July 10, 2017
Un buon romanzo che parte in sordina ma che pian piano affianca all'aspetto sentimentale e intimistico della trama quello piu psicologico dello scontro tra diversi modi di vivere il ricordo , di affrontare il lutto e di contrastare il rimpianto. Avrei voluto una trentina di pagine in piu per dare piu spazio alla protagonista femminile , un po in secondo piano
Rispetto a quella maschile del padre.
Profile Image for Detlef.
327 reviews4 followers
May 11, 2021
Wenn man feinfühlige Romane mag, kann mit diesem nichts schief gehen. Der Roman der Italienerin spielt in New York und ist eine italienisch-amerikanische Tragödie.

Das aus Italien stammende Ehepaar Larissa und Michele sind die Hauptfiguren, neben ihrem vor fünf Jahren aus dem Leben geschiedenen Sohn. Vor allem Michele kann sich nach all diesen Jahren nur sehr schwer daran gewöhnen, dass ihr geliebter Sohn nicht mehr lebt. Es treibt ihn immer noch die Frage nach dem Warum. Denn der Sohn ist freiwillig ohne jede Ankündigung selbst aus der Welt gegangen, hat seine Eltern und seine Ehefrau plötzlich und ohne jede Zeichen einer Ankündigung alleine gelassen. Oder nicht? Gab es Anzeichen dafür? Hatte er, Michele, sie übersehen?

Micheles Selbstzweifel werden zudem damit angestachelt, als die verwitwete Schwiegertochter ihm mitgeteilt, dass ihr Sohn ein Kind mit einer anderen Frau hatte. Zum Zeitpunkt seines Selbstmords war das Kind bereits drei Jahre alt.

Chiara Marchelli hat einen hinreißenden, philosophischen Schreibstil, denn der Leser erfährt sehr viel aus den Gedanken der Figuren. Dies erinnert an die großartigen Romane von Pascal Mercier. Meistens ist es Michele, der sich den Kopf zerbricht, dessen Gedanken keine Ruhe finden. Selbst in Gesprächen springen seine Gedanken in einen Tagtraum hinein. Wird ein besonderes Gesprächsthema angesprochen, so gehen Micheles Gedanken sofort in die Vergangenheit und berichten wie es damals war oder was er heute dafür hält. An dieser Stelle wird vom Leser ein schnelles Umschalten verlangt. Chiara Marchelli gestaltet dies sehr komplex und meisterhaft.

Ganz anders als Michele reagiert seine Frau Larissa. Sie geht eher pragmatisch mit der Situation um und kann nicht alle Entscheidung ihres Mannes gutheißen.

Chiara Marchelli versteht es meisterlich, die Spannung aufzubauen und zu halten. Als Leser muss man damit rechnen, dass neue Fakten auf den Tisch kommen und alles bis dahin Geglaubte über den Haufen geworfen werden muss.

Lediglich bei all den Abschweifungen in die Mathematik und Spieletheorie (Michele ist Professor auf diesem Gebiet) hätte sich Chiara Marchelli etwas zurückhalten sollen. Die Vergleiche, die Michele hierraus zum Verhältnis und Leben seines Sohnes zieht, sind zu konfus und für einen Nicht-Mathematiker schwer nachvollziehbar, zu theoretisch.

Alles in allem bleibt »Die blauen Nächte« von Chiara Marchelli ein empfehlenswerter Roman, der sich auf ganz besondere Weise der Trauerbewältigung annimmt, ohne depressiv zu machen.

© Detlef Knut, Düsseldorf 2021
Profile Image for Ornella.
187 reviews25 followers
August 28, 2020
Senza lode e senza infamia.
Non un libro imperdibile; scorrevole ma niente di eccezionale, soprattutto per la prosa troppo semplice, con frasi brevi e nominali. Non mi è piaciuta neanche la narrazione al tempo presente (ma questo è gusto personale), né l'eccessiva retorica né i forestierismi non necessari (un esempio su tutti: "doorman" non ha senso perché in italiano ci sono portinaio e portiere) che non contribuiscono a far immergere nell'ambientazione, in questo caso estera, ma sono solo provinciali.
È efficace l'incursione dei flashback per far conoscere al lettore la figura di Mirko, così come l'inserimento delle teorie matematiche, ma in generale il tutto mi risulta finto e non autentico.
È un libro che, in virtù della scorrevolezza e della brevità, può aiutare ad uscire dal blocco del lettore oppure ad avvicinare qualcuno alla lettura, ma in generale non lo consiglio a nessuno.
Profile Image for sofii.
8 reviews
January 12, 2025
⭐⭐⭐⭐
Il romanzo evoca il dolore e lo smarrimento di chi viene colpito da una perdita improvvisa. I protagonisti, come dei naufraghi, navigano ognuno sulla propria zattera, cercando un punto fermo, un porto, che però non trovano, se non forse nelle ultime righe. Ho trovato particolarmente adatto a questo tipo di narrazione lo stile, che funziona per immagini accostate tra loro, i colori come sbiaditi dal vuoto lasciato dalla scomparsa di Mirko. Una scelta a parer mio molto riuscita è stata quella di ambientare la storia cinque anni dopo l'accaduto, il che ha dato alla vicenda un carattere più riflessivo e originale. Lettura scorrevole, mi è piaciuto il finale aperto.
5 reviews
October 6, 2017
Ho trovato delle somiglianze con "La stanza del figlio" di Nanni Moretti. Il titolo mi sembra una perfetta trovata per invitare il lettore verso una storia commovente dove la psicologia dei caratteri, la loro vita emotiva è essenziale alla storia in sé più che lo sviluppo di un racconto. Ho avuto difficoltà nei tempi di lettura (una lettura molto cauta e lenta anche se il linguaggio non particolarmente difficile) che andavano anche bene se lette in chiave di sintonia con l'atmosfera interna della storia.
4 reviews
August 4, 2017
L'ho letto tutto d'un fiato. Non è la trama che mi ha coinvolta, ma il ruolo diverso che hanno i due genitori di fronte ad una terribile tragedia. Gli errori, le aspettative nei confronti dei figli. Quanto li conosciamo davvero?
Profile Image for Modestina Cedola.
4 reviews6 followers
January 29, 2018
Una coppia fortificata da una perdita. Usare i ricordi per cercare di leggere un presente costruito su un vuoto. Una notizia inaspettata che porta a galla il dolore e la paura per un tempo che non può più tornare. Può una speranza dividere?
Profile Image for Larry.
28 reviews1 follower
April 2, 2025
War die ganze Zeit sehr hin- und hergerissen. Zum einen fasziniert mich der Schreibstil irgendwie zum anderen habe ich starke Antisympathien einer der beiden Hauptcharaktere gegenüber verspürt und war immer leicht genervt von deren Handeln/ Denken.
Profile Image for Virginia.
948 reviews39 followers
November 19, 2017
Se c'è una regola dell'amore, vorrebbe dirle, è questa: soccorrersi senza bisogno di chiamarsi.
Profile Image for Cristina.
64 reviews
August 9, 2020
Una scrittura coinvolgente che fa entrare nell’intimo di una storia familiare!! Super consigliato!!
43 reviews
March 15, 2020
Davvero un bel libro, quei libri che non leggerei, che non sono la storia che stai cercando ma che meritano di essere letti. Un libro che fa capire che non è (non sempre) importante la trama, in questo caso semplice e triste, ma tutto il resto. I pensieri, i ragionamenti, le storie. Un libro che i fatti te li sbatte in faccia all'inizio (un po' nello stile di Patria) e poi li analizza insieme a te. A tratti triste, a tratti dolce, a tratti divertente. Bello.
La frase "È una strategia semplice: collabora se il tuo avversario ha collaborato, colpisci se il tuo avversario ha colpito" (p.67)
"Era diventato ciò che Michele aveva sempre sperato: un'eccellenza. Finita tra le scrivanie di un'istituzione immobile, che dalla sua superiorità era stata spaventata subito" (p.54)
"A volte lo colpisce come Caterina differisca così tanto dall'immagine che ne ha. Non capisce se sia lei a disobbedire o se è lui che non l'ha mai capita" (p.46)
Profile Image for Francesca Maccani.
215 reviews38 followers
March 8, 2017
Le notti blu di Chiara Marchelli 

Giulio Perrone editore  

pagine: 236 

prezzo: 15 euro

isbn: 978-88-6004-439-6 


"Come potrebbe tornare lo stesso uomo? È strano: sono passati cinque anni, una porzione minima di tempo rispetto allaa sua vita sino a quelcasa momento, eppure ha un ricordo solo più vago di chi era prima. Uno studioso, un marito, un padre. Non avrebbe mai immaginato che, venendo a mancare quest'ultimo, sarebbe crollato anche il resto".

Michele e Larissa, vivono negli Usa. Michele è uno stimato docente universitario. Il loro unico figlio, Mirko, decide di tornare a vivere in Italia per sposare Caterina. Un matrimonio che i genitori non hanno mai del tutto approvato. Mirko è un appassionato geologo. Adora la montagna. Spesso si reca in Val D'Aosta.

Un evento tragico però stravolgerà le vite di tutti, gettando nel dolore più profondo Larissa e Michele, nonché Caterina.

Il libro testimonia la quotidianità stravolta di coloro che  sopravvivono ad un figlio. Passa al vaglio tutti glii eventi passati di una famiglia apparentemente normale e benestante.

Nel faticoso tentativo di ricostruire un equilibrio di coppia, una notizia dall'Italia stravolge nuovamente le vite di Michele e Larissa. 

Il loro rapporto verrà messo a dura prova ed emergeranno le peculiarità dei loro diversi caratteri.

L'autrice svela segreti e pensieri, abitudini e fragilità di un padre e una madre alle prese con un figlio che non riconoscono più come tale e che forse, in realtà, non hanno mai conosciuto.

La lacerazione e il dramma che emergono dal divario fra l'immagine che i due hanno del proprio figlio e la realtà, generano uno smarrimento profondo.

Michele si interroga su chi sia veramente Mirko, il bambino che di notte non dormiva e al quale lui preparava latte e miele. Quel rituale che lo aiutava ad attraversare le notti blu del figlio perduto.

Non sa Michele che Mirko tornerà, a modo suo, ma tornerà.

La scrittura di Chiara Marchelli procede per dialoghi, spesso serrati e non mancano le lunghe introspezioni. È una penna snella e senza fronzoli. La vicenda si intreccia con dei frammenti di modello della teoria dei giochi, materia di insegnamento universitaria che ha come massimo esponente Nash.

Un espediente originale che l'autrice utilizza per raccontarci i pensieri di Michele e i suoi tentativi di darsi delle spiegazioni, spiegazioni che lui cerca razionalmente, inconsapevole degli eventi che lo travolgeranno di lì a poco e che gli restituiranno un ruolo diverso da quello di padre ma salvifico.

Un romanzo intenso, possibile candidato allo Strega, doloroso e a tratti misterioso ma di notevole spessore.
Profile Image for Una Lettrice Selvaggia.
301 reviews6 followers
March 28, 2017
RECENSIONE DI “LE NOTTI BLU” DI CHIARA MARCHELLI
Buon pomeriggio, amici! Oggi vi parlo di un libro molto duro che affronta il dolore più feroce e disumano che un genitore possa vivere: la morte di un figlio, tanto più inaccettabile se questo figlio ha scelto, consapevolmente, di togliersi la vita.
Larissa e Michele sono sposati da una vita. Emigrati da giovani a New York dove Michele è professore universitario, hanno costruito un matrimonio solido, fatto di complicità, cura e sostegno reciproci. Nonostante gli anni trascorsi, si tengono ancora per mano, si sostengono l’uno con l’altra, uniti da un rapporto fatto di complicità e profonda empatia. Con gli anni, hanno imparato a conoscersi bene e ad accettarsi sempre nel rispetto reciproco. Michele è un professore che ancora vive con entusiasmo e passione il suo lavoro; Larissa è una donna dura, che con difficoltà manifesta i suoi sentimenti in quel suo essere coriaceo tipico della durezza della sua terra di origine: la Croazia.
Il rapporto così complice di Michele e Larissa è stata la loro forza nell’affrontare un dolore innaturale ed inaccettabile: la perdita del loro unico figlio, Mirko, morto suicida cinque anni prima.
Come è possibile sopravvivere ad una tragedia così grande? Come si fa ad andare avanti?
“È che oggi sono cinque anni. Il passare del tempo invece di alleviare i pesi ne moltiplica gli echi (…)”.
Quando una notizia del tutto inattesa arriva all’improvviso dall’Italia rischia di spezzare il fragile equilibrio tanto faticosamente raggiunto da Larissa e Michele ed assisteremo a come i due cercheranno, dopo anni, di venire a patti con la perdita del figlio cercando, ognuno a modo suo, di ritrovare un senso alla propria esistenza.
“Le notti blu” di Chiara Marchelli, Giulio Perrone editore, è un romanzo duro, doloroso, che mozza il respiro, dai toni cupi, dominato da un dolore latente che è il leitmotiv di tutta la narrazione.
Non so dirvi se ho davvero apprezzato fino in fondo questa storia.
È un racconto lucido che a tratti ho trovato angosciante perché ammetto che il tema trattato sia quasi un tabù; non solo è innaturale la morte di un figlio ma è ancora più inaccettabile se un figlio sceglie consapevolmente di suicidarsi.
È quest’atto così violento contro se stessi che travolge e sconvolge questi due genitori: non solo addolorati per la perdita ma anche turbati da tanti interrogativi senza risposta.
È, infatti, inevitabile chiedersi dove si sia sbagliato; dove si abbia fallito nel proprio ruolo di genitori. Perché se un figlio arriva a tanto è inevitabile pensare di aver fallito.
È qui che si apre una crepa profonda nel precario equilibrio delle vite di Larissa e Michele. Se lui sceglie comunque e nonostante tutto di andare avanti cercando di accettare quel dono nuovo ed inaspettato che la vita sembra volergli fare (un figlio illegittimo di Mirko del quale non sapevano l’esistenza); Larissa si chiude nel suo cupo dolore, rifiutando una presunta verità che è scomoda e dolorosa perché significherebbe ammettere, una volta per tutte, che forse lei quel figlio non lo ha mai davvero conosciuto.
“Mirko è morto “ – dice Larissa – “Bisogna andare avanti senza. Questa verità oscena dobbiamo accettarla e dobbiamo cercare di vivere dignitosamente il tempo che rimane”.
Larissa non vuole consolazione, non vuole false ed illusorie speranze; vuole solo andare avanti alla meno peggio come se volesse autoinfliggersi una punizione per non aver saputo o voluto capire.
È un libro tanto forte questo, che mi ha quasi tolto il respiro e se ho provato un sentimento di empatia ed umana comprensione per Michele, uomo forse più uomo nella sua fragilità e nella sua voglia di darsi una speranza, ho trovato Larissa, invece, un personaggio pessimista, duro che forse ha fatto di questa sua durezza uno scudo per resistere.
Un romanzo ben scritto anche se il finale mi ha lasciato un po’ di interrogativi senza risposta nei quali ognuno di voi può forse vedere un barlume di speranza.

Profile Image for La Stamberga dei Lettori.
1,620 reviews145 followers
April 11, 2017
Una storia comune, una lingua piana che usa spesso il presente della quotidianità, dei personaggi normali, che a chiunque potrebbe capitare di incontrare nella vita di tutti i giorni. Nelle ‘Notti blu’ il tema del dolore più insopportabile che sia possibile immaginare per un genitore, la perdita di un figlio che diventa perdita di senso dell’esistenza della coppia e dell’individuo, non viene affrontato. Tuttalpiù viene raccontato e descritto il travaglio che un lutto inspiegabile provoca in due mondi e in due modi diversi, quello della madre che, forse più vicina al figlio, Mirko, rifiuta di darsi speranza e quello del padre, più lontano dal figlio, che proprio per questo è divorato dai dubbi e dal rimorso e vede nella possibilità di un nipote tenuto nascosto un’ancora di salvezza e un legame ancora vivo con il figlio morto. La storia di per sé non spiega nulla, è semplicemente proposta come uno spaccato, quasi la sequenza di un film, un rullo dal girato più ampio che è la vita.

C’è un punto di partenza preciso, il momento in cui Caterina, la nuora, informa Michele e Larissa, il cui figlio si è suicidato nella notte di capodanno di alcuni anni prima, di essere stata contattata da uno studio legale per l’azione di riconoscimento postumo di un figlio avuto da Mirko fuori dal matrimonio. La sola ipotesi della presenza di un nipote tenuto nascosto manda in frantumi l’equilibrio che i due genitori, per sopravvivere al dolore, avevano creato dopo la morte del figlio e impedisce anche la mera quotidiana banalità della routine. Di fronte all’emergere della doppia vita del figlio Larissa si rifugia nel rifiuto, quasi come se conservare per sé sola il lutto le permettesse di mantenere una forma di esclusività nel vincolo filiale. Michele, invece, che non aveva mai capito le scelte del figlio, dalla carriera al matrimonio con una donna che lui ritiene insignificante, si sente spinto dalla scoperta del lato ‘oscuro’ di Mirko a cercare un rapporto col figlio morto che sia privo di pregiudizi e presupposizioni. Cerca anche di trovare una spiegazione alla scelta definitiva del figlio nella teoria matematica dei giochi, il suo campo di studio di professore universitario, della quale aveva tante volte discusso con Mirko: però anche questa strada rimane senza uscita, un vicolo cieco.

Continua su:
http://www.lastambergadeilettori.com/...
Profile Image for ReginLaRadiosa.
505 reviews24 followers
April 18, 2017
Le notti blu.
Questo gli ha lasciato, suo figlio. Notti insonni in cui farsi del latte caldo che non può nemmeno bere.
Le notti blu.
È un bel modo di chiamarle, dopotutto.
«Le chiamava lui, così» gli aveva detto Caterina, e Michele aveva immaginato suo figlio inventarsi quel nome allargando le mani per farle capire.
La luce blu che è diffusa in tutte le direzioni e ha una lunghezza d’onda più breve, rifratta dalle particelle più piccole degli strati alti dell’atmosfera, al contrario degli altri colori. In qualunque direzione si guardi, una frazione di quella luce che arriva ai nostri occhi. Per questo il cielo pare blu.
La fascinazione di Mirko per il mondo che non è mai come sembra.


Questa è la storia di Michele e delle sue notti blu: quelle notti che scorrono lente, silenziose e tranquille mentre all’interno del suo animo imperversa la tempesta.
Michele e la moglie Larissa hanno perso il loro figlio: Mirko si è suicidato. Senza alcun segnale premonitore, Mirko ha distrutto l’equilibrio, ha lasciato Caterina vedova e i suoi genitori..? Non ci sono termini che possano catalogare una simile perdita e il lettore si ritrova a osservarli mentre arrancano in uno stato di sopravvivenza, mentre tentano di restare a galla in quel mare di dolore.

Un genio sofferente che a ventun anni aveva già scritto l’articolo che l’avrebbe portato al Nobel.
Della sofferenza, vorrebbe chiedere Michele: i deliri, gli stati allucinatori, la paranoia.
Perché gli manca quella comprensione. La decifrazione di un’infelicità talmente grande da prendersi la volontà, la salute, la vita.
«Where shall I sit» dice Nash.
Ma Mirko non era schizofrenico, pensa Michele indicandogli la poltrona e avviandosi al microfono.
«Dear colleagues…».
Mirko non era un genio.
«Dear students…».
Mirko era solo suo figlio.


I pensieri di Michele sono nudi e crudi alla mercé del lettore e la storia prende il via quando la vedova di Mirko chiama i suoceri per una strana lettera che ha trovato a casa: la lettera di un avvocato per un test di paternità. Chi è la donna di cui si parla nella lettera? Mirko ha tradito Caterina?
E la domanda più importante di tutte: perché se ne è andato? Se c’è una colpa, di chi è?

Forse avrebbe dovuto insistere. Chiedere un parere, leggere di più.
Non servono a niente i pensieri fatti a ritroso, pensa Michele. Fanno solo male, ma eluderli è impossibile. Si piazzano sulle tempie e trapanano fissi, finché non si estinguono. Ci sono però quelli che resistono, che si flettono diventando filtri del vivere che non torna più come prima. Se l’è chiesto, Michele, cosa ne sia stato di quella convinzione di suo figlio. Erano stati bravi abbastanza da fargli capire che lo vedevano benissimo? Lo avevano fatto sentire un figlio unico e speciale? Oppure avevano mancato proprio in quello, lui soprattutto, distratti da cose di nessuna importanza, e avevano commesso l’errore terribile di pensare che se le derivasse da solo, certe evidenze, con gli strumenti a disposizione?
Pensieri bislacchi che non cambiano nulla, ecco cosa sono.


Con uno stile essenziale, immediato e suggestivo, Chiara Marchelli ci trascina nella vita di una famiglia distrutta da una perdita insostituibile, nel dolore di una vita spezzata e nella ricerca di un senso – quando forse un senso non esiste.

“Le notti blu” mi ha accolta con un’atmosfera pacata, quasi sospesa nel nulla. L’autrice è riuscita a coinvolgermi nel profondo seppur non abbia un figlio e non possa capire fino in fondo una perdita simile.
Per me è stato come se fossi una spettatrice silenziosa delle giornate e, soprattutto, delle notti di Michele; una specie di spia che non può interagire e allo stesso tempo vorrebbe farlo per parlargli, urlargli contro e abbracciarlo stretto.

Ciò che mi ha conquistato poi è stata anche la scelta dell’autrice di collegare la teoria dei giochi al dolore: è affascinante come Michele, da grande studioso, non riesca a trovare un senso a ciò che è successo.
Il protagonista e voce narrante è proprio Michele che tenta di trovare una spiegazione matematica, analizza la propria vita attraverso le leggi della teoria dei giochi e si riscopre deluso e arrabbiato perché nessuno lo aveva avvertito, nessuno gli aveva introdotto una variabile così decisiva; una variabile che ha distrutto il loro equilibrio.

Per Nash, dunque, è possibile che le scelte dei giocatori determinino un vantaggio per tutti, o limitino lo svantaggio al minimo.
[…]
1) Tutti devono essere a conoscenza delle regole del gioco.
Non è stato così. A lui e Larissa non sono state dette. È stato da subito un gioco impari, sbagliato.

2) Qualsiasi variazione strategica potrebbe soltanto peggiorare la sua posizione.
L’unica strategia che abbia saputo mettere in atto è stata la sopravvivenza e, per quanto gli è stato possibile, proteggere Larissa. Ma dopo aver mancato il compito più importante. Quando ormai l’entità del suo intervento, qualsiasi fosse stata la sua variazione strategica, era diventata risibile.

3) L’equilibrio di Nash è anche conosciuto come equilibrio non-cooperativo.
Nessun equilibrio. Mirko si è ucciso e, per quanto duramente lui e Larissa provino insieme a cooperare per la sopravvivenza, continueranno a fallire.

4) Per Nash è possibile che le scelte dei giocatori limitino lo svantaggio al minimo.
Uno svantaggio abissale, pensa Michele, senza limiti. La scelta del giocatore più importante li ha gettati in un sistema caotico e imperscrutabile, dove valgono leggi che né lui né Larissa conoscevano. Sono rimasti vivi i pedoni: quelli che non valgono nulla, quelli che si muovono una casella alla volta e, secondo le regole degli scacchi, quando isolati rappresentano solo una grave debolezza, perché non possono essere difesi.

Michele si alza, apre l’anta del caffè.
Il latte versato nel lavello ha fatto una pozza opalescente intorno allo scarico che, a lasciarla seccare, diventerà una cro- sta sottile e giallastra sulla superficie luccicante dell’acciaio.


Un romanzo drammatico e intenso che riesce a colpire nel profondo, stringendo il nostro cuore in una morsa di emozione infinita.

Lo consiglio a tutti e sono molto contenta che sia candidato al Premio Strega 2017.
Displaying 1 - 25 of 25 reviews

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