Dobbiamo recuperare l'ambizione di mostrare la via verso un futuro di cui essere fieri e in cui la felicità di tutti sia un diritto. Ci troviamo a vivere un momento eccezionale. Un momento in cui le certezzevengono meno. Un momento carico di contraddizioni e di rischi. Non è il tempo della malinconia e dell'abbandono. È il tempo del coraggio e dell'impegno.
Perché quando i nostri nipoti ci chiederanno dove eravamo, noi, in un momento come questo, dobbiamo essere in grado di poter dal lato giusto, a fare la nostra parte.
L'Europa è ormai un campo di battaglia diviso fra un establishment in bancarotta e nuovi nazionalismi reazionari. Da un lato, la politica tradizionale arroccata a difesa del fortino dello status quo, impegnata in un vano tentativo di proteggere un estremo centro che non può e non deve più il centro di una certa globalizzazione neoliberale, dell'austerità, quello che ha assunto come simboli le grandi coalizioni e la Troika. Dall'altro, l'emergere prepotente di nuove forze regressive che sfruttano un sentimento reale e dilagante di insicurezza sociale per promuovere una politica identitaria, reazionaria e autoritaria. È più urgente che mai creare un terzo spazio con una visione forte e ambiziosa. Uno spazio che tenga insieme quanti già lavorano per un'alternativa, costruendo un'alleanza popolare vincente in grado di rappresentare un punto di riferimento nel disordine europeo e di radunare quanti rifiutano di essere meri spettatori della disintegrazione del nostro continente. Uno spazio capace di mettere in campo un'alternativa concreta a un sistema economico fallito e a una democrazia corrotta, che finalmente superi la falsa opposizione fra Europa e Stato nazionale.
Ci sono molti spunti interessanti in questo librino, sintesi del progetto politico di DIEM25 (https://diem25.org). Ad esempio l'idea che in passato il sistema democratico occidentale che conosciamo fosse elastico, cioè resiliente alle crisi e in grado di negoziare al suo interno il conflitto capitale-lavoro. La consapevolezza, inoltre, che questa elasticità è andata perduta, e quindi il cambiamento divenuto impossibile (TINA neo liberista da Tatcher in poi): da qui, per farla brevissima, la costituzionalizzazione delle politiche economiche (Fiscal compact).
Si tratta secondo gli autori di elaborare un progetto politico non di "uscita dall'Euro", quando una rinegoziazione - non ricattatoria ma su basi democratiche- del Fiscal compact, tentativo duramente schiacciato dal Consiglio d'Europa quando a provarci fu la Grecia di Tsipras. Il problema è che, dopo il fallimento del tentativo greco, altri soggetti politici hanno tentato di giocare questa carta, in ottiche sovraniste e nazionaliste: Orban in Ungheria, la Polonia, Marine Lepen in Francia, per arrivare a Farage e alla Brexit. Una "Internazionale nazionalista" che alla critica verso l'assetto economico imposto dalle Istituzioni europee unisce istanze identitarie, quando non apertamente razziste.
Occorre quindi costruire, sulla base di esperienze municipali e civiche come il PAH spagnolo-catalano di Ada Colau, soggetti politici in grado di elaborare un critica radicale al sistema del Fiscal compact, ma su basi democratiche, non identitarie, basate su un new deal, su politiche economiche realmente redistributive, eque e duttili rispetto alle enormi diseguaglianze che colpiscono indifferentemente noi e "gli altri" (nuovi cittadini, migranti, richiedenti asilo). Disobbedire quindi, in modo costruttivo e in seno alle Istituzioni, a quanto imposto in termini di politiche economiche europee. Negoziare come ha tentato di fare la Grecia: troppo piccola, periferica e isolata - nel 2015- per non essere brutalmente calpestata (e mi pare ingeneroso e da anime troppo belle, oggi, accusare Tsipras di tutto).
Il libro viene pubblicato nel 2017, ben prima quindi dell'affermarsi dello scenario politico attuale (governo Lega-M5S). M5S + Lega non sono a mio parere in nessun modo in grado di portare avanti queste istanze, perchè sono portatrici di una risposta non originale e "già vista": identitaria, razzista e (comprensibilmente) risentita dal disastro sociale generato dai precedenti governi. M5S e Lega si basano su modelli già tracciati (Orban Farage LePen, blocco di Visegrad) demagogici, identitari, sovranisti: scorciatoie semplici che, senza essere efficaci, banalizzano l'agenda politica, diffondono passioni facili e tristi permettendo forse di guadagnare qualche facile consenso elettorale. Occorre invece, a mio parere, esplorare altri crinali, costruire alleanze, concedersi pensieri lunghi.
Uno squisito manifesto politico, che vuole delineare quel "terzo spazio" di buon senso, che sia lontano dal pensiero unico che ha dominato l'Europa fino ad ora (e c'è davvero troppo da dire in un commento solo...) e lontano dai nazionalismi xenofobi che rischiano di dissolvere il progresso sin qui fatto sull'Unione Europea. E' la naturale continuazione del Minotauro Globale, e qui si viene bombardati su quanto c'è di più anomalo e sbagliato in questa Unione, solo nelle parole. Una lettura obbligata per capire il presente senza passare per i preconcetti di "crescita, competitività, flessibilità del lavoro" di cui troppi si riempiono la bocca.
Economista ingiustamente poco noto in Italia. Europeista riformista con molte idee condivisibili. Questo è il suo manifesto politico per un partito veramente europeo.
The book offers an interesting perspective on the actual political situation in Europe and a manifesto for social change. The part I appreciate the most is the analysis of the current political situation.