Gianrico Carofiglio torna a ricordarci una grande verità: non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza. Sta qui l'utilità di questo libro che è un po' un saggio teorico, un po' un manuale d'istruzioni, con dentro non meno rigore che ironia. Con molti strumenti per smascherare le tre ragioni che stanno dietro il parlare oscuro – pigrizia, narcisismo, esercizio del potere – più un consiglio sulla premessa fondamentale del parlar e cioè, avere qualcosa da dire. Paolo Foschini, "Corriere della Sera"
Questo brillante saggio parte dal presupposto che le parole possano essere usate tanto per informare correttamente quanto per ingannare. Con esempi appropriati – retorica, letteratura, legislazione e saggistica – l'autore illustra quali tranelli possano essere tesi 'a parole'. E, per converso, quali regole dovrebbero presiedere a una onesta e leale comunicazione. "Il Venerdì di Repubblica"
Un manuale pratico sul buon uso delle parole nei mestieri del per la politica, per la comunicazione economica e aziendale, per il giornalismo. In questo slalom tra regolamenti contorti e sentenze indecifrabili Carofiglio si fa supportare dalla grande letteratura, da Calvino a Dickens, da Flaubert a Hugo. Massimiliano Panarari, "La Stampa"
Gianrico Carofiglio (born 1961) is a novelist and former anti-Mafia judge in the Italian city of Bari. His debut novel, Involuntary Witness, was published in 2002 and translated into English in 2005 by Patrick Creagh and published by the Bitter Lemon Press, and has been adapted as the basis for a popular television series in Italy. The subsequent novels were translated by Howard Curtis.
Carofiglio won the 2005 Premio Bancarella award for his novel "Il passato è una terra straniera". He is also Honorary President of The Edinburgh Gadda Prize which celebrates the work of Carlo Emilio Gadda. The Past is a Foreign Country is the English language title of the 2004 novel Il passato è una terra straniera. It won the 2005 Premio Bancarella literary award. It has been translated into English.
Un libro molto educativo. In estrema sintesi: scrivere bene vuol dire pensare con chiarezza. Anche se il libro poi si occupa prevalentemente del linguaggio giuridico-legislativo le sue argomentazioni si applicano benissimo a tutti i tipi di scrittura. Dopo aver letto il libro uno vede con occhio diverso ciò che scrive tutti i giorni. All'inizio mi ha spaventato l'identificazione dello scrivere bene come impegno di "verità". Ho un rapporto non facile con questo concetto. Poi però il termine verità viene "tradotto" e quindi assomiglia più a "onestà intellettuale". E allora sono completamente d'accordo.
Una delle letture più pulite degli ultimi tempi, dove "un testo non è solo un testo" e il labor lime è il mantra implementato in ogni paragrafo. "Con parole precise - Breviario di scrittura civile" si apre citando T.S. Eliot e i suoi "Quattro quartetti". Prosegue in tutto il saggio riportando riferimenti culturali, soprattutto letterari, come fossero prove di un processo all'uso sconsiderato, confusionario e non ragionato che si fa delle parole. I danni in ambito politico, sociale, economico, e anche relazionale, sono evidenti. Si è spesso superficiali nelle parole che compongono le frasi dette o scritte semplicemente perché prima non si pensa e non le si elabora, non le si adatta. Non si tengono in considerazione il contesto, l'interlocutore, a volte nemmeno lo stesso messaggio che si vuole trasmettere che, a quel punto, ne risulta enormemente influenzato. Inoltre, stiamo usando la nostra versione di ogni termine, ciò che abbiamo salvato nel dizionario della nostra memoria; ma siamo sicuri che le stesse voci abbiano le stesse definizioni nelle menti degli altri? Serve maggiore consapevolezza e un incremento delle capacità di percezione, ed è esattamente lo scopo che si prefigge il libro: pesato, pensato, coerente con sé stesso.
3.5 stelle Un libro scritto veramente bene. Capisco l'importanza del saper scrivere e di quanto questo conti nel mestiere che da grande vorrei fare. Carofiglio analizza in modo chiarissimo e comprensibile a tutti (in parte) i difetti, gli errori più comuni ma anche quelli nascosti nell'arte della scrittura. Ammetto però che è stato parecchio pesante e dopo un po' non vedevo più la fine. Mi appassiona però all'ambito giuridico/giustizia auauauaauauauaau
Il libro in sé non sarebbe neanche troppo male, se non fosse così ripetitivo. Duemila modi e citazioni per dire la stessa cosa: le parole vanno sapute utilizzare in base al contesto e a ciò che si vuole esprimere. wow sorprendente.
Scrivere in modo chiaro significa possedere chiarezza di pensiero. L’autore in questo libro parla del linguaggio e dei rischi dell’uso di termini ed espressioni inutilmente “oscuri” in particolare nel contesto politico e giuridico. Oltre agli aspetti tecnici legati alla scrittura si parla di democrazia, di manipolazione e di efficacia comunicativa (sia in termini letterari che strumentali). La seconda parte del libro porta esempi concreti dal linguaggio giuridico e risulta, a mio parere, un po’ meno efficace rispetto alla prima parte (più ricca di riflessioni di cultura generale).
Un libro che porta alla riflessione, adatto a tutti. Acquistato un po' per caso in libreria in un momento di sconforto, vi ho sorprendentemente trovato conferma di un tema che avevo affrontato alla mia maturità, riportandomi a 6 anni fa: coincidenze che fanno sorridere.
Il linguaggio ha la capacità di descrivere il mondo e il potere di crearne di nuovi e in esso vi è visione, desiderio, intento e più il linguaggio è chiaro ed efficace più chiari ed efficaci diventano i pensieri e di conseguenza le azioni.
Occuparsi del linguaggio è un atto di responsabilità civile, è affermazione della democrazia.
Questo libro aiuta a prendere consapevolezza del valore e del potere del linguaggio e lo fa analizzando nello specifico quello politico e giuridico, mostrandone e scomponendone i pomposi virtuosismi, evidenziando il carattere astratto e spesso oscuro della sua struttura.
Invita il lettore a riflettere sul valore della verità, guidandolo nella costruzione di quel senso critico che gli permetta di individuare l’oscuro che si cela spesso nel linguaggio.
Scegliere parole chiare, concrete ed efficaci è una dichiarazione di libertà.
Se desiderate costruire/proteggere la libertà, questo libro è uno strumento utile da tenere nella vostra cassetta degli attrezzi!
Indirizzato per lo più a chi studia la lingua e nello specifico ha a che fare con la lingua del diritto, o del "burocratese". Sebbene non ci siano parole fuori posto, e sia scritto benissimo, come Carofiglio ci ha abituato, gira e rigira, però, quelle parole dicono sempre la stessa cosa. Eccetto alcuni punti più specifici ed esemplificativi, per il resto è un testo un po' annacquato sull'importanza di scrivere bene, in modo giusto e chiaro, soprattutto in determinati ambiti (quello narrativo lo sfiora appena, in realtà) formali. Ma anziché un libro di oltre 120 pagine, coi giusti tagli e senza ridondanze, con parole precise, sarebbe potuto essere serenamente un pamphlet di 30 o 40 pagine.
9! Un breve saggio, un manuale d’istruzioni condito dall’ironia dell’autore. L’assioma principale e’ che non si può pensare con chiarezza se non si e’ capaci di scrivere e di parlare con chiarezza. Il libro e’ suddiviso in due parti: una, quella che ho più apprezzato, e’ la riflessione teorica del potere delle parole e l’altra e’ una disanima di testi ufficiali e della loro possibilità di essere “scritti diversamente”. Il libro e’ ricchissimo di citazioni e spunti di riflessione: stimolante: da rileggere! “ La metafora e’ il più potente meccanismo di elaborazione e di arricchimento cognitivo di cui disponiamo”. “ La parola confusa e’ un ostacolo per la libera circolazione delle idee”
Libro utile e interessante. Una guida critica alla scrittura del diritto ma versatile e sfruttabile in qualunque ambito. Quattro stelline per una semple ragione di incoerenza che talvolta permeava la scrittura dell'autore. E.
Dopo averlo letto, ho completamente riscritto un mio atto (sono avvocato). L’ho migliorato. Questo libro mi ha fatto rendere conto degli errori che commetto scrivendo, errori dovuti ad anni di studio su testi giuridici involuti e sintatticamente complessi.
interessante per tutti i riferimenti sono d'accordo con lui sul fatto che il linguaggio giuridico sia incomprensibile così come quello politico usi tante parole per dire poco.
interessante capire come il valore delle parole. può cambiare la sorte degli eventi. questo nella società se usate male in ambiente giudiziario ma anche per chi ha responsabilità politiche.
Un breve saggio sulla scrittura e sul linguaggio usato negli ambiti burocratici, legali e politici, ricco di esempi e spunti di riflessione. Purtroppo essendo così breve non è particolarmente esaustivo. Diciamo che è un buon punto di partenze per ricerche più approfondite sull'argomento. Infatti Carofiglio fa un sacco di riferimenti ad altri manuali e saggi sulla linguistica e sul linguaggio, fornendo una bibliografia molto ricca e curata. Nel complesso mi è piaciuto, ma non da più di 3 stelline.
Sulla scrittura chiara ci sono molti libri anche migliori di questo. Carofiglio però si concentra sul linguaggio politico e "pubblico" con particolare riferimento al settore amministrativo e giuridico. Molti riferimenti possono aiutare ad approfondire il tema
Non è un cattivo libro, ma manca di rigore. Si legge in fretta e le considerazioni sono un filino troppo semplici. La parte più riuscita è l'appendice piena di citazioni. Peccato.