I demoni, antichi abitanti della terra, si sono risvegliati dal loro sonno millenario per riprendere possesso del pianeta, sterminando la razza umana. Ryo Asuka è convinto che l'unico modo per combattere questa minaccia sia fondere la propria natura con un essere diabolico e assimilarne i poteri. Per farlo, si serve del giovane Akira Fudo. Questa è la storia di un ragazzo costretto a lottare contro violenze e atroci sofferenze. Questo è Devilman. Il volume presenta l'edizione integrale del lavoro di Go Nagai, con un intervento esclusivo dell'autore.
Kiyoshi Nagai (永井潔 Nagai Kiyoshi, born September 6, 1945 in Wajima, Ishikawa), better known by the penname Gō Nagai (永井 豪 Nagai Gō?), is a Japanese manga artist and a prolific author of science fiction, fantasy, horror and erotica. He made his professional debut in 1967 with Meakashi Polikichi, but is best known for creating Cutie Honey, Devilman, and Mazinger Z in the 1970s. In 2005, he became a Character Design professor at the Osaka University of Arts. Since 2009, he is a member of Tezuka Osamu Cultural Prize's nominating committee.
Tra queste tavole spettacolari si respira tutta l'aria di una catastrofe imminente che potrebbe colpire il nostro mondo. Una storia trasversale che, attraverso il tempo e lo spazio, racconta la contemporaneità. Go Nagai prende a modello Dante, Milton, la Bibbia, e inevitabilmente scrive un Classico, uno dei classici del nostro tempo.
"Per fuggire dalla paura del diavolo... tutti gli esseri umani si affannano a diventare coloro che incutono terrore. Questo inferno continuerà finché resterà anche solo un umano in vita...in ogni angolo del mondo abitato."
“Il mio corpo sarà anche diventato quello di un diavolo ma non ho certo perso il mio cuore umano. Voi invece siete dei diavoli pur mantenendo le sembianze da uomini.”
Il cuore dell’opera di Go Nagai è tutto qui, in questa frase. Che, purtroppo, è oggi più vera che mai.
Llego a leer este manga de adolescente y me vuelvo loco (y un poquito más misógino, pero cosas de su época). Encontrarse tantas ideas e imágenes que utilizarán autores que me fascinan (Miura, Ito o Anno) le da otra capa de disfrute a una obra muy disfrutona de por sí.
Parlo da persona che ha letto Devilman avendo una conoscenza molto elementare dei manga/anime d'azione (solo Saint Seiya, Fairy Tail e Bleach), tuttavia l'ho comunque apprezzato molto: da ogni dialogo e da ogni passaggio della sceneggiatura trasuda che Devilman è stato una pietra miliare del genere, traboccante com'è di tropi che ricorrono in tutte le opere posteriori - lunghi monologhi espositivi, duelli verbali oltre che fisici, escalation della lotta man mano che cresce l'investimento emotivo (specie se i cari dell'eroe sono minacciati), l'aggiunta costante di elementi fantastici nuovi, l'alternanza fra piccole avventure autoconclusive e il progresso della trama principale. Sicuramente le varie fasi della trama sono sproporzionate fra loro, ma anziché inficiare la lettura ciò dà un piacevole senso di "grezzo", di esperimento e pietra miliare. Rispetto allo stile grafico, invece, anche un ignorante come me nota e apprezza la varietà di tratti e di tecniche, alternati da Nagai a seconda del personaggio (Akira rispetto ai teppisti, per esempio) e della situazione (i primi capitoli rispetto alle tavole finali). Nella mia poca esperienza, sospetto che il disegno di questo manga sia addirittura una summa di tutti gli stili in uso all'epoca. In conclusione: un fumetto d'avventura horror/splatter non per tutti, ma dal valore storico enorme e molto piacevole per chiunque apprezzi il genere.
Un’opera importantissima per chiunque ami la letteratura ed un caposaldo del fumetto mondiale. Go Nagai in questo testo riscrive la storia dell’umanità, una storia che non avremmo voluto sapere, affondando di fatto, nelle radici della mitologia stessa. Spaventato dal tratto semplice delle pagine iniziali pensai che non fosse nulla di che, ma continuai a leggere perché la storia era veramente interessante pur essendo semplice. Il fumetto cresce incredibilmente negli ultimi tre volumi durante i quali è stato realmente difficile staccare gli occhi dalle pagine. Le deformità, la violenza, il mistero e il grottesco si fondono in una narrazione epica che scava nelle vere mostruosità, ovvero quelle umane, culminando in un finale sconcertante.
Una grandiosa e mastodontica epopea sull'umanità, capace di coinvolgere dall'inizio fino alla fine. Un capolavoro che alterna concetti etici e morali con disegni mozzafiato. Un manga "shonen" adatto in primis ad un pubblico giovane, ma che si evolve nella sua crudeltà e sensibilità ad un pubblico più ampio e specialmente adulto. Un'opera che DEVE essere letta almeno una volta nella vita.
Qualche Natale fa mi è stata regalata l’edizione Omnibus di Devilman, il manga che Go Nagai scrisse tra il 1972 e il 1973 (e da cui fu tratto subito dopo un anime composto da 39 episodi). I manga non sono la mia passione, ma ho accettato volentieri di entrare in un territorio sconosciuta leggendo quest’opera così ben considerata in Giappone e nel mondo per il suo tono oscuro e per la creazio e di un supereroe molto diverso da quello tipico a cui siamo abituati.
Ho trovato la lettura molto soddisfacente, perché sono tante le cose che mi sono piaciute di Devilman. Si legge velocemente (nonostante sia circa 1300 pagine), Go Nagai ha uno stile asciutto per raccontare le cose, il tema antimilitarista mi ha colpito per la forza con cui viene proposto (erano gli anni della Guerra Fredda e del Vietnam), per non parlare della libertà con cui l’autore mostra violenza e nudità in un prodotto destinato a ragazzi. E poi ho conosciuto un fumetto diverso da quelli che sono abituato a leggere normalmente (io mi muovo sempre tra Neil Gaiman, Alan Moore, Goscinny e Uderzo, la Bonelli, e Topolino), e ciò mi ha intrigato non poco.
Essendo Devilman parecchio lungo, ho pensato di scriverne capitolo per capitolo. Sarò breve, come mio solito, e credo che sia il modo migliore per rispettare un’opera che non definirei complessa, ma che ha sicuramente una trama sorprendente. Se volete evitare spoiler, meglio se tornate dopo aver letto Devilman.
1. Una sfida mitologica Il manga comincia nella preistoria, addirittura, con angeli ermafroditi che combattono contro assurdi demoni. Salto temporale, e ed ecco un demone che pare avere anche caratteristiche di quegli stessi angeli trovato nel 198X da due esploratori nella regione montuosa dell’Himalaya. I demoni si univano tra loro per diventare più forti e sopravvivere, e alcuni pare che siano vivi ancora oggi, nascosti in luoghi inaccessibili. Ho apprezzato molto la scelta di un inizio senza fumetti o didascalie, con le immagini che parlano da sole. L’incipit cattura sicuramente l’attenzione!
2. La rinascita del diavolo. Incontriamo gli adolescenti Akira Fudo, codardo e piagnone, e la bella Miki. A difenderli da dei teppisti ci pensa Ryo Asuka, amico di Akira Fudo e armato. Suo padre si è suicidato da poco. Ryo racconta un’assurda storia a Akira di demoni incastrati nei ghiacci delle glaciazioni e di Dante che ha visto davvero il diavolo e ne ha scritto nella sua Divina Commedia! Poi, durante un sabba da lui organizzato, Akira si fonde con Amon e diventa Devilman, una creatura dai poteri straordinari, che ancora non conosciamo. Qui troviamo nudità, sesso, violenza, parolacce… tanto che è impossibile non pensare a come sia cambiato il mercato per ragazzi dagli anni Settanta ad oggi! Questo è il capitolo della nascita del supereroe, chiamiamolo così, e avviene senza troppe cerimonie, un po’ come succedeva nei fumetti statunitensi già decadi prima.
3. Sirène, l’uccello demoniaco. I demoni di cui ha parlato Ryo non tardano a reagire alla possessione di Amon. Sirène va contro Devilman, quello la sconfigge, e allora la aiuta un altro demone, Kaim. L’unione dei due quasi riesce ad uccidere Devilman, ma l’amico Ryo, che non era morto durante il sabba anche se sembrava di sì, lo salva curandolo (e meravigliandosi della vitalità del corpo diabolico di Devilman: gli riattacca un braccio senza alcun sforzo, per esempio). Qui comincia a farsi strada uno schema fin troppo semplicistico della storia che la dominerà per tutta la sua prima metà, fino a che Go Nagai non deciderà di scrivere una trama un po’ più complessa e di respiro più ampio.
4. Il grande shock di Susumu Mentre Ryo e Akira parlano di come fermare i demoni che vogliono distruggere l’umanità, il fratellino di Miki, Tare, parla col suo amico Susumu che gli dice che sua mamma è cambiata e lo maltratta, e che ha paura per la sua vita. Pare che molte mamme stiano uccidendo i propri figli: che siano possedute dai demoni? L’ultima vignetta con la testa mozzata di Susumu risponde affermativamente alla domanda. L’attacco demoniaco è in corso e, in stile, They Live (Essi vivono, 1988), i demoni stanno prendendo possesso di svariati esseri umani senza che nessuno se ne accorga. Da una storia adolescenziale, già da queste prime battute Devilman sembra assumere un respiro epico, con l’umanità in pericolo a causa di demoni risvegliati dopo una latitanza durata millenni.
5. Lo spaventoso Jinmen Ed ecco il secondo grande scontro di Devilman, stavolta contro un demone che mangia umani e poi li tiene nel suo carapace come in una specie di limbo. Subisce questo destino anche un’amichetta di Akira, Sac-Chan, che non avevamo mai visto e che non vedremo mai più, e Devilman non ha problemi a sconfiggere Jinmen. Questo capitolo è particolarmente ripetitivo dopo quello di Syrène (teoricamente ce ne potrebbero essere centinaia così), e mi è sembrato poco riuscito il tentativo di farci empatizzare con Sac-Chen, introdotta poco prima della sua morte. Non basta dire che è importante per il protagonista: se noi lettori non l’abbiamo mai vista prima, non possiamo che ignorarla. Quindi tra ingenuità narrative e ripetitività degli eventi, questo capitolo non mi ha entusiasmato affatto.
6. Giovanna d’Arco nel regno demoniaco Qui comincia un ciclo storico, diciamo, che mi ha ricordato la parentesi delle nebbie di Avalon nella splendida serie animata dei Gargoyles degli anni Novanta. In questa storia quasi tutta a colori, Ryo porta Devilman nel passato a uccidere dei demoni che stanno processando Giovanna d’Arco per impedirle di porre fine alla Guerra dei Cent’anni. Ironico: lei morirà processata per stregoneria…
7. Una tarda primavera a Vienna Qui si tenta di spiegare l’origine dell’odio verso gli ebrei di Adolf Hitler in maniera goffa, con un demone che uccide il suo primo amore Stefanie. Sorvolando sulla storia (che Go Nagai ha realizzato collaborando con Masaki Tsuji), è interessante che Ryo stia continuando a sviluppare poteri non comuni: per trovare il giovane Adolf Hitler, Ryo e Akira viaggiano nel tempo e nello spazio (anche se non è chiarissimo se grazie a Ryo o per una causa esterna ai due).
8. La Nike di Samotracia, la bella dèa della guerra Stavolta la collaborazione è con Hiroshi Koenji, e Ryo e Akira senza spiegazione alcuna sono soldati in una nave da guerra greca nel 200 a.C. in rotta verso Samotracia. Ma gli abitanti dell’isola sono armati di mitragliatrici e bazooka! Perché? È la dèa Nike che li ha forniti, ed è un demone. Stavolta è più carino il collegamento tra le azioni di Devilman e il passato, visto che in combattimento Nike perde braccia e testa (come la famosa statua attualmente esposta al Louvre), e che viene rivelato che Nike era la sposa di Amon (infatti Devilman si concede a lei, è Ryo ad ucciderla).
9. La regina stregata di Versailles Qui è Maria Antonietta a fare le spese di un demone che le entra nel cuore e la fa comportare in modo orribile. Devilman e Ryo lo sconfiggeranno, ma non in tempo per evitare l’arrivo della Rivoluzione Francese e la ghigliottina per la sovrana.
10. Il diavolo di Little Big Horn Il generale Custer fu responsabile di vari massacri, tra cui quello di un accampamento Cheyenne sul fiume Washita poco prima che il suo Settimo Reggimento Cavalleria fosse annientato da una forza formata da guerrieri Apache e Cheyenne. Nella rilettura di Devilman, fu quest’ultimo a togliere di mezzo Custer e i suoi uomini, che erano guidati da dei demoni. Mi è sembrato di capire che Ryo sia omosessuale, cosa che prova a dire a Akira senza riuscirci, per timidezza. Se fosse così, Go Nagai sarebbe davvero avanti, con un protagonista omosessuale in un fumetto degli anni Settanta (e abbiamo già visto umanoidi ermafroditi nel primo capitolo di Devilman, in effetti)! Inoltre non è banale che si presentasse Custer come il genocida che era, nel 1972: Little Big Man (Piccolo grande uomo), uno dei primi western cosiddetti revisionisti, era uscito soltanto due anni prima.
11. Il ragno delle tenebre Un demone chiamato Razba attacca Devilman a scuola possedendo prima i corpi dei teppisti che abbiamo conosciuto all’inizio del manga con dei tagli, e poi usando anche altri studenti. Alla fine Devilman riesce ad ucciderlo e salvare Miki, anche se forse muoiono i cinque teppisti che nel frattempo si erano trasformati nei suoi alleati. Pur essendo l’ennesimo sconto tra un demone e Devilman, questo mi è parso più riuscito per l’uso dei personaggi secondari che conoscevamo sin dall’inizio del manga. Però ammetto che ho sfogliato velocemente le pagine dei combattimenti che tra l’altro spesso non ho trovato nemmeno così belle da vedere, con disegni non dettagliati e che non fanno comprendere a pieno le azioni dei personaggi (ma la qualità di questo è variabile, a volte più alta, a volte più bassa).
12. Un giorno d’estate Akira, Miki e Ryo sono al mare, dove Devilman uccide un demone acquatico. Ryo sembra geloso, però, e per niente felice… A cosa porterà questo suo stato d’animo? Forse è solo un assaggio del suo tormento interiore, visto che ha già capito cosa succederà a breve? O forse si riallaccia al tema dell’omosessualità e jn eventuale amore per Akira?
13. L’inizio della fine Credo che questo sia il capitolo più lungo dell’intero manga. Qui la storia fa grandi passi in avanti: i demoni cominciano a fondersi con gli umani indiscriminatamente, facendone morire molti (perché la ragione non può convivere coi demoni) e rivelando la propria esistenza. Questo crea anche dei nuovi Devilman, che se si unissero potrebbero combattere i demoni. Poi, il Re Diavolo Zenon appare per sfidare l’umanità intera. Ryo convince Devilman a non combattere nella prima ondata dell’invasione dei demoni, per essere più efficace in quelle successive. Poi la guerra ha inizio e la distruzione è totale, con crudeltà e violenza indicibili. Scoppia pure la guerra nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica… Devilman non ce la fa a stare con le mani in mano, e combattendo viene sopraffatto. Scopriamo così che Satana stesso ha ordinato che non gli venga fatto del male. Che invece di essere il salvatore dell’umanità, sia l’arma finale dei demoni?
Poi le cose precipitano: l’Unione Sovietica viene inghiottita da una sfera di luce, le nazioni della Terra si lanciano in guerre assurde, e comincia una caccia alle streghe volta ad eliminare i demoni che però, a questo punto, sono già nascosti. Praticamente, gli umani uccideranno altri umani (e i vari Devilman che invece potrebbero combattere al loro fianco), specialmente dopo la scoperta che i demoni non sono altro che umani trasformati perché infelici della loro vita. Così, tutti i soggetti a rischio di infelicità, ossia le minoranze e gli emarginati, vengono considerati bersagli legittimi delle autorità militari perché potrebbero diventare demoni! Il manga di Go Nagai qui si fa politico come mai prima, con una condanna esplicita di questa violenza e della guerra che genera mostri peggiori dei demoni che l’hanno iniziata.
14. L’angelo caduto Questo capitolo si apre col mondo in guerra ed in preda alla paranoia con una caccia alle streghe indiscriminata, e coi Devilman che provano ad unirsi usando la telepatia e formando una specie di resistenza segreta (fanno parte di loro anche molti monaci tibetani). Ryo però è inquieto e torna nella sua casa a fare delle ricerche, scoprendo che il suo passato è diverso da come lo pensava. Ryo Asuka pare essere morto da giovanissimo, chi sarà lui? E perché molti demoni convergono dove si trova? Ciò che sappiamo è che dopo qualche tempo Ryo va in TV a raccontare una storia diversa da quella che conosciamo, e accusa Akira di essere un demone, provocando l’ira della famiglia di Miki. In pratica, Ryo tradisce Akira e tutti i Devilman (e l’umanità intera)! L’angelo caduto è quindi lui, il vero e proprio Satana. E alla fine del capitolo, ad Akira viene detto che la famiglia di Miki è stata arrestata, per non aver loro consegnato prima Akira…
15. Il tracollo Devilman chiama a raccolta i suoi per assaltare la fortezza governativa anti-demoni e salvare i suoi zii, i genitori di Miki e Tare. Nel frattempo, però, una folla inferocita attacca questi ultimi credendoli dei demoni. Go Nagai finalmente arriva al punto del suo Devilman: il messaggio è chiaramente pacifista, con le immagini fortissime che condannano la stupidità della guerra attraverso la metafora dei diavoli che attaccano l’umanità e l’umanità che diventa più malvagia dei diavoli stessi. In ogni guerra abbiamo visto civili torturati ed uccisi senza una ragione, la paranoia e il sospetto che portano a crimini orribili, persone dalla coscienza sporca che si giustificano sostenendo di aver solamente ubbidito ad ordini dei superiori, genocidi insensati…
È in questo capitolo che Devilman si chiede se abbia senso difendere l’umanità che è arrivata ad un livello morale così basso, oppure no. Non solo trova i suoi zii orribilmente mutilati dalle forze speciali anti-demoni, ma la folla inferocita decapita gli innocenti Miki e Tare senza pietà. L’unica cosa che vuole fare Akira è uccidere Ryo che, scopriamo… è Satana, e lo è sempre stato sin dalla prima apparizione nel manga! Questa rivelazione mi è sembrata un po’ esagerata, non ho idea se Nagai avesse deciso questa cosa sin dall’inizio o no, e ho dei dubbi sul fatto che possa funzionare o meno con quanto visto fino ad ora di Ryo (però spiega il suo tradimento finale, certo). L’innamoramento di Ryo nei confronti di Akira c’è stato, e Ryo/Satana lo giustifica dicendo di essere un ermafrodita (questo spiega perché Devilman fu salvato per ordine di Satana in L’inizio della fine)… Alla fine del capitolo, Akira incontra Ryo ma non lo sfida perché sta dando degna sepoltura alla testa di Miki. Credo che lo scontro finale stia per arrivare visto che il capitolo successivo si intitola…
16. Armageddon Che finale! Su una Terra dove l’umanità si è ormai estinta, Satana e il suo esercito fronteggiano i Devilman. Non mi aspettavo niente di simile…
Come scritto in apertura, non sono uso leggere manga, di fatto credo che questo sia il secondo che ho letto dopo aver adorato Nausicaa di Miyazaki. Devilman è considerato uno dei punti più alti del fumetto giapponese, e dello shonen in particolare (shonen vuol dire ragazzo, e indica un prodotto indirizzato a giovani maschi adolescenti). In questo, Devilman mi sembra dirompente, con tutta la violenza e la nudità che non esita a mostrare sin dalle prime pagine.
Ma al di là del valore culturale che indubbiamente aveva un prodotto simile negli anni Settanta quando uscì, così come ancora oggi, la cosa che più ho apprezzato è sicuramente il chiarissimo messaggio pacifista. La guerra è stupida e porta solo distruzione, dolore e morte. Più chiaro di così è impossibile!
Per il resto, ho trovato i passaggi più profondi della trama veicolati in modo un po’ elementare, fondamentalmente con degli spiegoni scritti per i lettori più che come dialoghi credibili tra i personaggi. I disegni mi sono sembrati di qualità altalenante: a volte sono splendidi (penso a molte tavole del capitolo finale, per esempio), ma spesso sono più abbozzati, e non riescono a comunicare bene il senso di movimento e le azioni dei personaggi.
Ma, come detto, non posso dire di non aver apprezzato Devilman in questa sua splendida edizione Omnibus. Ho letto dell’esistenza di svariati spin-off, ma mi ritengo soddisfatto così. Se amate i manga, forse conoscete già Devilman, ma se il nome non vi dice niente, sappiate che costituisce una gradevolissima lettura con un ottimo messaggio di fondo e con un finale bomba che non rivelo di certo qui.
PS: Go Nagai ha continuato a scrivere di Devilman negli anni, tanto che questa storia contenuta nell’edizione Omnibus è considerata il primo di cinque libri. Personalmente mi accontento così, ma se volete più Devilman, sappiate che potete trovarlo in molte altre storie.
Sarebbe ingiusto anche solo pensare di abbassare di mezzo voto un ipotetico giudizio numerico per colpa dei capitoli centrali, quella sezione nota come Shin Devilman che effettivamente spezza la narrazione con cinque avventure ambientate a spasso nel tempo. La verità è che dalla prima metà degli anni '70 Devilman non ha perso un minimo della sua forza e della sua lucidità nell'analisi dell'umanità in tutta la sua crudeltà, le sue paure e la sua cieca follia.
L'umanità raccontata tra le pagine di Devilman è quella della guerra del Vietnam, evento che spinse Go Nagai a iniziare l'opera, ma al tempo stesso è quella della caccia alle streghe del '600, quella dell'olocausto e quella del genocidio in Palestina. Quell'umanità separata da incomprensioni e timori ancestrali incapace di unirsi in solidarietà anche quando l'apocalisse incombe su di essa. Dalla posizione morale privilegiata del suo Akira Fudo/Devilman Go Nagai racconta uomini mostruosi pronti a divorarsi l'un l'altro e demoni che, seppur mossi da una natura che li spinge alla violenza, sanno provare rispetto, ammirazione e amore verso i propri simili e che sanno unirsi nella lotta per la sopravvivenza. Lo fa con una straordinaria capacità artistica e dei disegni fintamente semplici, passando da disegni pulitissimi ad altri grezzi, sporchi e angoscianti a seconda delle necessità.
A cinquant'anni dalla sua uscita, Devilman rimane uno dei massimi capolavori della nona arte, il monito all'umanità da parte di un artista che, per quanto possa sembrare il contrario, non ha ancora perso la speranza.
Devilman è il secondo manga di Go Nagai che leggo, dopo la fortunata Divina Commedia. Indaga temi simili, in quanto si concentra anch'esso sulle radici del male.
Il giovane enigmatico Asuka Ryo, venuto a sapere dai ritrovamenti del padre archeologo che una stirpe di diavoli provenienti dalle origini della Terra minaccia la sopravvivenza della specie umana, convince l'amico Akira Fudo ad accogliere in sé il demone Amon e diventare un Devilman, dall'animo umano e dal corpo di diavolo, per combattere questa minaccia.
Il manga inizia come un classico action, in cui Akira deve affrontare diavoli sempre più minacciosi grazie alla sua intelligenza e alla sua forza sovrumana. Tuttavia, dopo aver avvinto il lettore con le botte, vira verso tematiche molto più profonde. Grazie al loro capo Satana, che agisce nell'ombra, i diavoli riescono a manipolare gli esseri umani utilizzando le loro stesse debolezze: la paura fa sì che gli ordigni nucleari vengano rivolti verso l'umanità stessa, mentre i potenti invitano al linciaggio dei deboli e degli emarginati in quanto più soggetti alla possessione demoniaca.
A 53 anni dalla sua prima pubblicazione, in piena Guerra Fredda, ora che il riarmo sta tornando a essere presentato come una necessità, questo manga fa male.
In un imponente e straordinario volume titanico, che pesa la bellezza di un chilogrammo, è racchiuso l'intero capolavoro "diabolico" del maestro Go Nagai, presentato nel formato spazioso 17x24: il manga di Devilman.
Il protagonista, Akira Fudo, si trova costretto in una metamorfosi mostruosa, divenendo a tutti gli effetti un demone umano nella nobile ricerca della redenzione dell'umanità. In un'epica cornice in cui gli umani si scontrano con i demoni, Devilman emerge come il fermo faro della speranza per l'umanità. Tuttavia, paradossalmente, intraprende un viaggio introspettivo, addentrandosi nell'enigma dell'identità mostruosa e riflettendo su chi meriti veramente la sua difesa.
Lo stile artistico di questo manga rimanda alle distintive estetiche degli anni '70, oscillando tra pagine intrise di un'essenza vagamente eccentrica e altre che ritraggono vivacemente e senza mezzi termini la macabra violenza insita in quest’opera.
Mi sono concesso il piacere di leggere Devilman nella sua completezza e riconosco che sia una lettura obbligata per tutti coloro che sono appassionati del mondo di Go Nagai (e anche per quelli che non sanno di esserlo).
Devilman Omnibus raccoglie in un unico mega volume i 13 capitoli dell’opera cult dei fumetti giapponesi anni ‘70. ⠀ Go Nagai è un nome che ha una fortissima risonanza ancora oggi. L’autore si è misurato con la propria contemporaneità (la guerra del Vietnam) provando a trasmettere il messaggio della ciclicità della storia e dei suoi possibili esiti catastrofici. ⠀ I devilman sono umani che hanno “accolto” i demoni dentro di sé, sono sopravvissuti alla fusione mantenendo il proprio spirito, ma assumendo forme fisiche diaboliche. ⠀ La Terra, come sempre, è nei guai e diventa teatro dell’armageddon: la battaglia finale tra uomini (o meglio i devilman) e i demoni. Chi la spunterà? Tra viaggi nel tempo faccia a faccia con alcuni dei simboli storici più importanti e combattimenti feroci, il finale spiazza il lettore fino a farlo sanguinare (emotivamente, si intende). ⠀
Non sono decisamente preparatissimo sui manga, ma con Devilman ho voluto cominciare a colmare qualche lacuna, memore di quanto mi intrigasse da piccolo l'anime anni ottanta. Che dire: il soggetto di quest'opera di Go Nagai è davvero potentissimo, mentre lo svolgimento alterna fasi narrative un po' sfilacciate (la parentesi dei viaggi nel tempo ODDIO anche no) a momenti ispiratissimi come l'incredibile finale. Gran ritmo, ottime tavole e un messaggio pacifista, - oggi più che mai dolorosamente attuale, ma mai indulgente o manicheo - rendono Devilman di diritto uno degli apici del fumetto seriale. E poi, quanta creepiness tutta insieme. Devo ancora riprendermi.
Ammetto, colpevolmente, di ricordare molto poco il cartone animato che hanno trasmesso quando ero piccolo, e quindi la lettura di questo tomo con l'opera completa (comunque differente dalla serie TV) mi ha lasciato assolutamente sorpreso. Opera appoggiata su un background ricco e ampio, estremamente cupa e "violenta" anche a livello psicologico, forse non omogenea in tutti i punti a livello di ritmo ma coinvolgente e suggestiva. E con un finale notevole. Il tratto non è particolarmente curato - ma questo è l'unico particolare che mi aspettavo anche prima di aprire il volume, e non è (almeno per me) necessariamente un problema.
L'opera è un classico la cui influenza è ancora percepibile in molti manga moderni. Finale splendido. Il punteggio massimo è dovuto alla bellezza di questa edizione omnibus che riesce a controbilanciare un unico difetto: è un'edizione che ha dovuto adeguarsi all'assurda scelta degli editori giapponesi di incorporare i capitoli di Shin Devilman all'interno della storia. Shin Devilman è nient'altro che un corpo estraneo, dei capitoli folli e francamente bruttini che servono solo a confondere il lettore e a spezzare un ritmo altrimenti perfetto.
Una decisione incomprensibile quella giapponese di includere tali contenuti ma, ripeto, bilanciata dalla fattura di queso omnibus.
Ho sempre sentito parlare di Devilman fin da bambino ma non avevo mai approfondito, ho approciato l'opera quindi senza avere alcuna aspettativa: l'ho letto tutto d'un fiato.
Ho amato molto la contrapposizione degli umani disegnati "superficialmente" mentre i demoni, o almeno la maggior parte di loro, viene rappresentata con dovizia di particolari e, se all'inizio mi aveva fatto storcere il naso, man mano che andava avanti il racconto mi ha rapito. Go Nagai è un maestro nel rappresentare graficamente la violenza.
Un capolavoro manga del maestro Go Nagai Storia stupenda e disegni meravigliosi. Questa edizione omnibus della Jpop permette di leggere la storia tutta d'un fiato e di apprezzarne appieno i dettagli, siamo al top!
Le tavole non superano la prova del tempo, la parte centrale sui viaggi nel tempo è un po' fiacca, alcune soluzioni di trama sono un po' naif. Tolti questi sassolini per cui molti aficionados potrebbero odiarmi, ecco un grande fumetto, partorito dal Giappone degli orrori degli anni 70, agli antipodi dell' eleganza e ricco di topoi europei, ammirevole per la lungimiranza nell' aver trattato l'erotismo e lo splatter e l' ambiguità tra il bene e il male. Lo consiglio solo se fortemente volenterosi di recuperare un caposaldo del fumetto giapponese altrimenti potreste accontentarvi della sua versione aggiornata Devilman Crybaby su Netflix (dove sono stati rimossi i viaggi nel tempo, grazie a Satana), in ogni caso una delle due versioni va recuperata. Un' opera che non lascia indifferenti.
Taglio corto: il capolavoro di Go Nagai. Un’opera imprescindibile che mette in gioco temi che torneranno sempre nelle sue produzioni, qui espressi in modo viscerale, violento e diretto. Il mangaka usa una mitologia inedita per l’epoca dove elementi della religione cristiana vengono digeriti e fagocitati in salsa horror-fantascientifica. Il tutto per rappresentare in realtà caratteristiche della natura umana; e spesso sarà proprio l’umanità a dare il peggio di sé.
Riscrivere la storia della teologia e dell'intera umanità per sfumare il confine fra diavoli e persone, il tutto con una tensione ed una solennità sempre crescenti, a cui si accompagna un aspetto visivo costantemente in bilico tra il macabro ed il sublime.