Esiste una donna che non si è mai innamorata del suo migliore amico?
Anna è oggi una giornalista molto attraente, in apparenza sicura di sé ma, nel suo intimo, fragile e imbranata, ed è la prova vivente che un uomo e una donna non possono essere amici. Neanche in un romanzo. Specialmente se il migliore amico in questione è un danese, alto uno e novanta, biondo e con il fisico da nuotatore.
Aksel e Anna sono cresciuti insieme e la timida ragazza, da sempre innamorata dell’amico, a diciott’anni si dichiara. Ma Aksel le rivela una verità scomoda e inaspettata. È gay.
I due si separano: il giovane va in Danimarca e la ragazza rimane a Torino. Passano quattordici anni e un giorno la sorte li fa incontrare di nuovo. Anna si è trasformata da brutto anatroccolo in cigno e anche Aksel è un giornalista, di successo e dal fascino ancora più marcato rispetto all’adolescenza. Ma nasconde un segreto, una realtà difficile da condividere anche con la sua migliore amica della giovinezza.
E quando l’amore non trova strade facili, quale miglior aiuto può arrivare se non la solidarietà femminile?
Elisabetta e la giovane Victoria, appartenenti a due generazioni diverse, trameranno insieme perché l’amore trionfi. E dopo svariati ostacoli, bugie e segreti, la romantica Copenaghen innevata farà da sfondo a un finale a sorpresa. Perché, come dice Anna, “l’importante, dopotutto, è il finale”.
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Marta Savarino nasce a Torino nel 1981, è sposata e ha due bambine. Lavora come impiegata in banca e da quando è ragazzina ha la passione per la lettura, in particolare romanzi storici anche se il suo scrittore preferito è Stephen King. Ama viaggiare, la storia francese e i romanzi che ha scritto testimoniano il suo amore per la Francia e la Scozia, paesi che ha avuto la fortuna di visitare.
ESPERIENZE EDITORIALI * “Fuga da Versailles” ( romanzo ) nel novembre 2010 con Linee Infinite Editore riedito nell’autunno 2013 con il titolo “la Vendetta di Isabelle” con la Mela Avvelenata Bookpress a cui nel 2014 seguirà la continuazione. * Antologia “Suspense Tale” nel 2011 con le Edizioni Rei con un racconto “la Vendetta di Isabelle” ispirato al romanzo “Fuga da Versailles”. * “Isabelle” nel settembre 2013, racconto edito da la Mela Avvelenata Bookpress. * Ottobre 2013 partecipa all’antologia Halloween Tales con il racconto “l’incubo di Gaia” per la Mela Avvelenata Bookpress. * Entro il 2013: Antologia “Mele Avvelenate” con il racconto “la Tentazione di Diana” per la Mela Avvelenata Bookpress. * Antologia “Giù la Maschera” con il racconto “la Maschera Rossa” nel maggio 2014 per la Mela Avvelenata Bookpress.
Ho sempre voluto te...si come no! Forse lei, Anna, che da quando era un'adolescente è innamorata del suo migliore amico Aksel; un danese trapiantato in Italia che purtroppo le fa una rivelazione che le spezza il cuore. Dopo "la rivelazione" va via, lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma ormai il danno è fatto. A distanza di anni, Anna, è una donna affermata lavorativamente parlando, ma insicura in fatto di sentimenti. Lui, invece , non l'ha sempre voluta, anzi! La Savarino ha davvero un bel modo di scrivere: fluido, leggero, ma la storia purtroppo non mi ha convinta. Il comportamento avuto in passato da Aksel non sono riuscita a giustificarlo e, sarà perché ormai mi stava sul gozzo, il suo redimersi finale, mi è sembrato tanto una scelta di comodo.
Dolce, delicato, romantico. Ho sempre voluto te è il primo romanzo che leggo di Marta Savarino e mi sono bastate poche pagine per capire che l’autrice ha talento. Uno stile semplice, pulito, descrittivo quanto basta, che arriva dritto al cuore. La storia di Anna, perché lei è la protagonista indiscussa, è quella di una donna come tante che si ritrova, superati i trent’anni, a dover fare i conti con i sogni che aveva nel cassetto, aspirazioni VS vita reale, ambizioni VS concretezza. E il risultato non è dei migliori. Sul lavoro non eccelle, non ha raggiunto nessuna posizione di spicco, lavora in un giornale dove al massimo le viene richiesto di correggere qualche articolo che finirà nelle ultime pagine e che nessuno leggerà mai. Il matrimonio con l’uomo che l’ha resa felice per diversi anni, nonché suo professore all’università, di vent’anni più grande, è finito. Lui non vuole più saperne e sta costruendo una famiglia, con prole annessa, con un’altra donna indubbiamente più giovane e più bella di Anna. E pensare che tra loro lo scoglio più grande, quello insormontabile, è stato proprio questo: Alessandro figli non ne voleva. Anna sì. E, per finire, Aksel ritorna nella sua vita. Il suo migliore amico, un pezzo importante della sua esistenza, il ragazzino che l’ha fatta innamorare a soli dieci anni, quello a cui non ha mai smesso di pensare nonostante la distanza e il tempo, è ritornato nella vita di Anna come caporedattore del giornale in cui lei lavora. Rivedersi è dolce, riporta alla mente i ricordi di quei giorni bellissimi passati insieme, dal primo impacciato incontro fino alle confidenze, agli abbracci, ai momenti intimi. Anche Aksel, però, come tutti nella vita di Anna, a un certo punto le ha voltato le spalle. Dopo che Anna gli ha dichiarato il suo amore e lui ha ammesso di avere altri gusti, ecco che ha lasciato l’Italia per tornare in Danimarca, lì dove sono le sue origini. Diciassette anni di lontananza hanno cambiato tante cose… sarà rimasto qualcosa nei loro cuori che li farà riavvicinare? Questo è un romanzo corale, in cui l’autrice dà voce non solo ai due protagonisti, ma anche a Victoria, la figlia di Aksel, una ragazzina dolcissima, sveglia e spiritosa, a Elisabetta, la madre di Aksel e a Cinzia, nuova amica fidata di Anna. Alle prime battute ho storto il naso, non amo particolarmente le storie in cui a parlare sono in tanti, trovo che devino l’attenzione dalla storia principale. Stavolta, però, ho apprezzato ancora di più la storia di Aksel e Anna, e ogni singolo personaggio che gravita intorno a loro. Anna è un personaggio che non si può non amare: piena di insicurezze, dubbi, fragilità. La consapevolezza di aver sbagliato tutto nella vita la ingabbia, le impedisce di provare ancora a volare. Piuttosto che guardare avanti e rialzarsi, l’unica cosa che riesce a fare è rimuginare sui suoi errori e sulle sue sconfitte. Il ritorno di Aksel è una manna dal cielo, nonostante lei all’inizio non la pensi proprio così… Sarà, ancora una volta, il bel vichingo danese a mescolare le carte in tavola e a rivoluzionare la vita di quella che è stata la sua migliore amica. Ho sempre voluto te è una storia sulle seconde occasioni, sulla famiglia, sull’amore; una storia dolce, romantica, capace di far sognare e ritornare a sperare anche chi ormai non crede più nell’anima gemella e nelle cose belle. Leggetelo, a volte ritornare al romance puro e farlo con un romanzo come questo addolcisce il cuore e fa sorridere.
recensione completa su: http://mypageslapage.blogspot.it/2017... Marta Savarino ha scelto di rischiare, portando in scena un personaggio che di certo a molte donne farà storcere il naso e dire “E come no! Facile bello mio, prima che era “bruttina” non la volevi e ora che finalmente è sbocciata ed è diventata “bella”, la vuoi?! LE PENE DELL’INFERNO DEVI PATIRE!”... e credetemi, Aksel quelle pene, in un certo senso, le ha già sofferte. L’unico problema, tra quest'uomo e questa donna, è solo la maturità. Se Anna, come tutte le donne (quasi sempre), è precoce nel maturare, Aksel (è un UOMO!) non lo è altrettanto, e questo lo porta a compiere, in un periodo delicato come quello del passaggio dall'adolescenza all'età adulta, un errore che potrebbe rivelarsi fatale per una coppia come la loro, dettato più che altro dalla conseguenze degli “errori” commessi (e molti ragazzi ne fanno anche se pochi se ne assumono la responsabilità!). Per sua fortuna (sarà proprio un caso?), ritroverà Anna. Anna così fragile, perennemente in dubbio, sempre alla ricerca di un uomo che la ami e che sembra non arrivare mai. O forse quell'uomo lei lo ha sempre avuto nel cuore, lo ha sempre saputo. E’ solo che lui era troppo immaturo e incasinato per accorgersi della Donna (con la D maiuscola) che gli cresceva accanto e quindi lei, come tutte le donne, pazientemente lo ha atteso e perdonato (e Aksel ha tanto da farsi perdonare). Brava Marta.
Molto bello. Un libro semplice ma di sentimento, con personaggi comuni e pieni di difetti. Lei torinese, un passato da adolescente non bellissima, lui danese trapiantato in Italia, un passato scomodo e troppe bugie... Una seconda possibilità da regalarsi per due protagonisti disincantati che la vita ha ferito ma non sconfitto. Brava la Savarino perché ha saputo creare un piatto prezioso con ingredienti semplici.
Anna è una ragazza di diciotto anni quando trova il coraggio di confessare quello che prova all’amico di sempre, Aksel. Peccato che negli occhi di lui non legga quanto sperato e la confessione arriva come un pugno dritto allo stomaco: è gay! Si dice che la speranza sia l’ultima a morire, ma la rassegnazione per quanto appreso è ancora più veloce, e Anna non può che accettare quanto le sue orecchie hanno appena sentito, continuando a restargli accanto come amica.
Aksel ha vent’anni quando decide di tornare in Danimarca; una decisione avventata che lascia Anna spiazzata. Non solo la ragazza deve accettare che il ragazzo del quale è innamorata sia gay, ma che ha deciso di mettere quanta più distanza possibile tra loro, per potersi sentire accettato nella sua diversità. Sono passati 14 anni dall’ultima volta che Anna ha accompagnato Aksel all’aeroporto. Lei ha continuato a scrivergli, ha tentato più volte di mettersi in contatto telefonico con lui, ma sembrava che Aksel non volesse essere trovato, come se con quella partenza si fossero detti addio.
Ma alla fine è così, per il genere maschile le questioni di cuore sono sempre meno complicate che per le donne.
Lei ha cercato di andare avanti, di relegarlo in un angolino della sua mente, ma diventa difficile dimenticare la persona a cui hai donato tutto il tuo cuore. Si butta a capofitto nello studio per tenere la testa impegnata per diventare la donna che vorrebbe essere. Eppure non aveva previsto di innamorarsi e di incontrare la persona giusta per lei, anche se quest’uomo è più grande di circa vent’anni ed è il suo professore di Diritto Internazionale. Una volta finita l’università, decidono di sposarsi, peccato che il loro idillio duri solo 10 anni, quando lui decide di voler altro e chiede la separazione. Anna ne esce con il cuore ferito e spezzato per la seconda volta, ed è tempo di riprendere in mano i suoi progetti, buttandosi a capofitto nel lavoro e nella realizzazione di sé. Inizia a lavorare presso un quotidiano locale, lega particolarmente con Cinzia, collega e amica, ed è tremendamente in ritardo, bloccata nel traffico torinese, il giorno in cui è stata indetta una riunione per conoscere il nuovo caporedattore.
Quei capelli di un biondo così intenso non sono difficili da dimenticare, e Anna rimane scioccata quando si ritrova faccia a faccia con Aksel. Dopo 14 anni di silenzio, lui è di nuovo in Italia, di fronte a lei. I ricordi riaffiorano e torna con la mente a quei tempi passati, quando lui e lei erano sempre insieme, l’uno il supporto dell’altra, inseparabili. È possibile recuperare il tempo perso? È possibile smettere di amare qualcuno anche a distanza di così tanti anni? Queste sono le domande che frullano per la testa di Anna, la quale si ritroverà a fare i conti con la cruda verità e con una persona che credeva di conoscere e che considerava il suo più caro amico.
Ci sono cose che non sempre si comprendono quando si è giovani e immaturi. Ci sono cose che si capiscono soltanto con il passare del tempo. Doveva essere scritto da qualche parte che noi due ci incontrassimo ancora.
Lasciate che vi dica una cosa: libro SPETTACOLARE!!! Divorato in pochi giorni, con l’insaziabile voglia di scoprire, a ogni capitolo, cosa sarebbe successo a questi due protagonisti che si sono ritrovati a distanza di tanti anni di lontananza. Due persone che si sono sentite attratte da quando avevano solo 10 anni e che, nel corso del tempo, hanno stretto un legame unico e indissolubile. Ho adorato tutto di questo libro! La struttura è in prima persona e non posso dire a pov alterni, perché è bello vedere come personaggi principali e secondari (se così possiamo definirli) si consolidano all'interno di una storia armoniosa, lineare, fluida, senza creare confusione nel lettore, ma al contrario, dando una visione più chiara dell’intero quadro. E non parliamo dei flashback nei quali Anna e Aksel a volte sembrano perdersi: un passato che sembra essere più vivo che mai nel loro presente e che fa ricordare quello che erano l’uno per l’altra. Ho inoltre adorato la playlist presente nel libro, facendomi venire quella (in)sana voglia di aprire youtube e leggere il capitolo con la musica di sottofondo, da Madonna ai Guns N' Roses, quelle canzoni che ci ritroviamo ancora oggi a cantare e che hanno accompagnato l'intera vita dei suoi due meravigliosi protagonisti, e arrivando addirittura alla citazione di un telefilm che, sono certa, la nostra autrice ama seguire (sarà mica un caso che io e Anna ci ritroviamo ad avere la stessa suoneria del cellulare???)
I personaggi non hanno poteri che li rendono speciali agli occhi degli altri, ma sono comunissime persone che potrebbero essere semplicemente i nostri vicini di casa. Anna la ritroviamo in ogni ragazza che conosciamo o che ci capita di incontrare per caso in fila al supermercato, in lavanderia, in attesa alla fermata dell'autobus; è facile riconoscersi in lei e vestire i suoi panni. Si è vista trasformare da brutto anatroccolo in splendido cigno; e, nonostante questo, continuava a non vedersi per quella che era diventata, tormentata dalle sue paure e dalle paranoie che hanno accompagnato la sua giovane età. Una donna che ha amato incondizionatamente e il cui cuore è stato ferito più e più volte. Eppure non si è arresa, si è rialzata mettendo da parte le sue paure, pronta ad aprire il suo cuore e ad amare di nuovo.
Il mio primo amore, non è stata soltanto una cotta adolescenziale quella provata per Aksel. Era amore e sentivo che saremmo stati bene insieme, avremmo potuto avere un futuro.
Aksel è un dio danese dalla folta chioma bionda, sceso in terra per far morire noi donne! Scherzi a parte, è un personaggio ben caratterizzato. Non si tratta del classico bad boy, anzi, penso che sia l’amico che tutti vorremmo, leale e sincero… anche se su questo ultimo punto mi ritrovo un po’ a dissentire. Ha commesso uno sbaglio a mentire e a cercare di allontanare Anna dalla sua vita, ma se da un lato non ho inizialmente accettato questo suo comportamento, proseguendo nella lettura l’ho capito e credo che le decisioni che ha preso, le abbia prese solo per evitare di ferire la sua migliore amica, anche se alla fine ci è riuscito lo stesso. Ma a tutto si trova una soluzione, non credete?
Se mi chiedessero con quale tipo di donna vorrei passare la vita, senza esitazione risponderei che vorrei farlo con una ragazza come Anna.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, lascio che siate voi a scoprirli durante la lettura che, sono sicura, non vi deluderà.
Altra piccola nota che apprezzo tanto nei libri di Marta Savarino: i luoghi che descrive. Ci avete fatto caso? Vi porta con l’immaginazione a visitare luoghi che ha avuto modo di conoscere in prima persona (spero di non star facendo una gaffe), a partire dalla sua Torino per poi farvi prendere il passaporto e prenotare per la destinazione del momento, in questo caso la magica Copenaghen, con il suo freddo e la sua neve che sembra attutire qualsiasi rumore, e che si accende di mille luci colorate durante il periodo natalizio. Il libro perfetto per chi non smette di sognare, per chi crede nel vero amore, per chi crede fermamente nell'amicizia che si trasforma in qualcosa di più forte e sincero. Un grazie sincero all'autrice, per avermi permesso di leggere questa storia in anteprima, per avermi dato la possibilità di conoscere Anna e Aksel, con i loro pregi e difetti. Mi sento come se avessi appena salutato due amici, che sono riusciti ad allietare i miei pomeriggi con i loro ricordi e la storia del loro amore, davanti a una buona tazza di cioccolata calda.
Divertente oppure no, non ha importanza. Quando si è innamorati si ride e basta.
Salve Confine, ero alla ricerca di una storia d'amore in questi giorni, qualcosa che mi raccontasse di sentimenti che fanno battere il cuore. Così quando mi sono trovata tra le mani "Ho sempre voluto te" di Marta Savarino edito Amazon Publishing, mi ci sono subito tuffata dentro. Anna è una trentenne in carriera, giornalista con tanti sogni nel cassetto, o almeno professionali, perché dalla vita ha ricevuto tante di quelle batoste e schiaffi sentimentali che non vuole più saperne di soffrire ancora per amore. Anna è la prova vivente che un uomo e una donna non possono essere amici. Inevitabilmente uno dei due si innamorerà dell'altro e non si accontenterà più di bere una birra insieme, consolare l'altro quando la sua ultima cotta non lo considera nemmeno ed esultare delle sue vittorie. Prima o poi, uno dei due si renderà conto di volere più di questo, di voler far parte del mondo dell'altro camminandole accanto, fianco a fianco, mano nella mano. Ecco, Anna, alla soglia dei diciotto anni aveva tutto questo, il suo mondo voleva unirsi a quello del suo migliore
amico Aksel, ragazzone alto e belloccio di origini danesi che conosce sin dall'infanzia. Lei era una ragazza bruttina, insicura e molto timida, e come tutte le ragazze a quell'età sognava di vivere il grande amore. Ma quello che Anna non si aspetta di certo è la risposta che riceve il giorno in cui, finalmente, decide di confessare i suoi sentimenti ad Aksel. E sì, perché lui le confessa di essere gay. La loro amicizia sembra incrinarsi a poco a poco, fino a che lui non decide di tornare dal padre in Danimarca, lasciando Anna a Torino.
"«Non farlo più, Anna. Mi raccomando, non ubriacarti mai con gente che non conosci, Anna. Non fare cazzate quando io non ci sarò. Sei una brava ragazza, Anna. Sei preziosa. Unica. Meriti qualcuno che ti ami e ricambi il tuo amore. Mi hai capito, Anna? Vali troppo per uno come me o per qualunque idiota della mia specie. Io non ci sarò e non potrò proteggerti, e mi dispiace. Avremmo potuto essere tante cose io e te.»"
Passano quattordici anni e la vita di Anna non potrebbe essere più diversa, come anche la stessa Anna, che da brutto anatroccolo si è trasformata in un attraente cigno. Certo, la sua vita non è per niente rosa e fiori, tra un matrimonio finito perché il marito ha messo incinta una studentessa poco più che maggiorenne e un lavoro che non gratifica. È come se si trovasse in stand-by, e niente e nessuno riesca a schiacciare il tasto play. O almeno finché non compare in redazione il nuovo caporedattore: Aksel. Più affascinante che mai e un corpo ancora più statuario di quanto lei ricordasse, Aksel si è affermato nel mondo del giornalismo internazionale. Ma un alone di mistero sembra aleggiare sul suo ritorno a Torino, qualcosa che da ben quattordici anni lui custodisce gelosamente e che non è mai riuscito a confessare neanche alla sua migliore amica, tanti anni fa, preferendo mentire e scappare via. Ma forse un po' il destino, un po' delle cupido davvero originali, trameranno perché tutti i nodi vengano al pettine e i sentimenti possano scorrere sereni.
"Chissà se sarebbe stato davvero amore se solo lui... Ma perché sto pensando a queste cose? Perché, nonostante gli anni e gli avvenimenti della vita, continuo a riflettere su come sarebbero potute andare le cose per me, se soltanto lui avesse corrisposto i miei sentimenti?"
Questa storia mi ha presa sin dalle prime pagine e, anche se la trama e i vari intrecci meritano abbastanza, sono i personaggi quelli che emergono veramente. Scritta utilizzando i doppi pov (a volte anche triplo o quadruplo), Anna e Aksel sono delle comunissime persone, non quegli esseri perfetti che si leggono nei soliti libri. Loro hanno a che fare con problemi di tutti i giorni (ok, magari qui i problemi sono più di uno), ma la vita è proprio questa e a volte si finisce per accontentarsi. Aksel, a dispetto di ciò che può pensare Anna, non ha avuto una vita facile e spensierata da quando fece ritorno a Copenaghen anni fa, perché qualcosa lo costrinse a maturare prima del dovuto e farsi carico di molte responsabilità che generalmente non competono ad un ragazzo di diciotto anni. È dovuto crescere in fretta e mettersi in gioco, mettere per un po' in pausa la sua vita per creare lo spettacolo più bello. Anna, dal canto suo, è una donna ferita e tradita. Ha perso ogni entusiasmo, niente la emoziona ma qualcosa, nel ritrovare l'amico di un tempo creduto ormai perso, la risveglia. Certo, molte cose dovranno essere chiarite, ma il destino (o qualcuno che ti vuole bene e vuole vederti felice) ha strani modi di agire e presentarti il conto, e forse non si deve far altro che accettare quello che ci è successo, andare avanti e decidere di essere nuovamente felice, sorridere alla vita e perché no, all'amore. Perché se è quello vero, non è mai troppo tardi per acciuffarlo (o riprenderselo).
Recensione: Conosco Marta Savarino come autrice da qualche anno, da quando ho scoperto che avevamo pubblicato con la stessa casa editrice. Avendo letto diversi suoi libri, posso dire che è un'autrice in gamba, che riesce a ogni nuova storia a mostrare una maggior sensibilità e bravura. In questo romanzo abbiamo due protagonisti, Anna e Aksel, uniti fin da piccoli da una profonda amicizia. Ma quando i sentimenti di Anna travalicano il confine e si trasformano in amore, qualcosa si rompe tra loro, provocando una frattura difficile da sanare. Per anni rimangono separati, ognuno preso dalle proprie vite. Sarà quando si ritroveranno a lavorare insieme, che la loro vecchia amicizia tornerà ad emergere. E anche i vecchi sentimenti di Anna. Ma non è facile ripartire quando tra due persone si è creato un mare di bugie, pronto a dividerli. Di questo romanzo ho apprezzato i continui flashback, che hanno permesso di ricostruire la vicenda a piccoli passi, mettendo in luce il forte rapporto di amicizia tra Anna e Aksel. E poi c'è lei, la protagonista femminile. Anna è una di noi: una giovane adolescente piena di complessi, che da brutto anatroccolo si è trasformata in uno splendido cigno. Eppure non si sente mai all'altezza.
«Non sono alta, non sono bionda con una piega perfetta, non sono tonica né atletica. E, dimenticavo: sono piatta» conclude con una smorfia.
Oh signore, perché continua a essere tanto insicura del suo aspetto? Non si guarda allo specchio? Non si rende conto di essere bellissima? Anche le altre figure femminili nel romanzo sono piacevoli, ben delineate (tutte tranne una). Dimostrano che la solidarietà femminile esiste e che può tenere unite anche diverse generazioni di donne, quando lo scopo è regalare a una di loro una favola a lieto fine. I personaggi maschili, invece, dimostrano di essere spesso immaturi. Aksel ha sbagliato da giovane e così ha infranto i sogni d'amore di Anna, lasciandole cicatrici difficili da superare. Di Alessandro non ne parliamo. Non a caso Anna pensa che
Gli uomini fanno schifo. L'amore non è altro che una fregatura.
Ma è davvero così? Oppure dietro un muro d'incomprensioni, di bugie sepolte, esiste la possibilità di ricominciare da capo, di crescere e di colmare insieme anni di solitudine? Un consiglio? Leggetelo. Così scoprirete le mille emozioni racchiuse in questo bel romanzo.
Consigliato, soprattutto a chi ha superato i 30 e sa qualcosa su delusioni, rimpianti e voglia di conquistarsi il diritto ad un futuro come ce lo siamo sempre sognato. 4.5 stelle.
Anna, timida e impacciata come ogni tredicenne, si innamora al primo incontro del vicino di casa alto e biondo, dal fisico atletico e l'accento strano. Per anni sono l'uno il miglior amico dell'altra, inseparabili e affiatati come fratelli, finché Anna, ormai maggiorenne e ad un passo dalla maturità, confessa che i propri sentimenti sono ben diversi da quelli fraterni. La bugia che inventa Aksel colto alla sprovvista, e che sembra così imperdonabile a chi legge, pare invece all'amico l'unica soluzione per non ferire l'amor proprio di Anna che è rimasta timida e riservata pur con il passare degli anni. In realtà Aksel invece non può amarla perché ha una vita oltre Anna di cui lei non è a conoscenza: una ragazza e addirittura un figlio in arrivo. Confesso di aver odiato Aksel, giudicandolo sciocco e vigliacco, e rivalutandolo solo nel finale, ma comunque con riserva. Non è l'eroe senza macchia a cui siamo abituate, il personaggio magari un po’ contorto, problematico, ma di grandi principi. No, Aksel è un ragazzo semplice, dai gusti decisamente superficiali, rispetta Anna come amica, ma si innamora di una che è più magra di lei, più alta, più bionda. Decidiamo quindi di odiarlo? E odiamolo pure, mentre la vita di Anna va avanti lontano dall'amico bugiardo, tornato in Danimarca a coltivare la sua riservata e pessima scelta. Dopo “l'episodio Aksel” Anna si sveglia? No, si innamora di nuovo di un altro fenomeno da baraccone, un professore universitario più vecchio di lei che la tiene come un fiore all'occhiello finché non trova un'altra studentessa più giovane di Anna. Insomma una sfigata, direte voi. Non sono d'accordo. Anna è una donna normale, fondamentalmente buona e rispettosa. Una che incassa, ma lo fa con stile, restando vera e sincera. Quando, arrivata oltre i trenta, sola con una gatta e un lavoro non dei più soddisfacenti, rincontra Aksel, suo superiore nel suo ufficio, lui non è più così diverso e inarrivabile. Né così sicuro delle proprie scelte. La colpa serpeggia in lui e il risentimento in lei. Anna non è più così impacciata e, complici una cara amica, una ragazzina e una signora di mezza età, la vita regala loro una nuova opportunità da cogliere. Continua su CrazyForRomance Per acquistare il libro clicca qui
Questo libro è stato in parte una delusione, perché sì, la storia è carina, è scorrevole e si lascia tranquillamente leggere, ma non mi ha presa.
I due protagonisti secondo me non hanno abbastanza carattere, non sono ben delineati: Anna e Aksel sembrano i burattini di Victoria e Elisabetta. Loro non fanno nulla, specialmente Aksel. Lui non affronta apertamente Anna, c’è una discussione tra i due ma alla fine si mettono insieme senza che ne abbiano parlato a fondo. Ok che si conoscono da vent’anni, ma visto come si è comportato lui credo che qualche discussione in più e dubbio da parte di lei dovrebbe esserci stata.
Ci sono poi delle cose che non mi sono piaciute:
- i due protagonisti finiscono a letto, bene. Entrambe le volte sono narrate dal punto di vista di lui. Lei? Boh sarà stata contenta della cosa, sicuramente ma non è stata approfondita; - la famiglia di Anna? Assente. Sono tutti vivi ma non sappiamo nemmeno i nomi delle sorelle. Lei fa più affidamento alla collega neo-amica che sulle sorelle. È possibile certo, ma lei sembra sola al mondo dal tanto sono evanescenti i suoi famigliari; - il libro si chiude con una lieta notizia: bene, vogliamo condividere con Aksel la notizia e vedere come la accoglie? No, finale frettoloso.
In conclusione: si legge velocemente ma non lascia molto oltre l’esperienza della lettura in sé. Peccato. Darò un’altra possibilità all’autrice prima di rinunciare del tutto.
Ci sono libri che tengo di scorta per i momenti in cui non so cosa leggere, di solito di autori e autrici che conosco molto bene. Marta Savarino rientra fra questi. Ha la capacità, attraverso le sue storie, di trasportarmi in altri paesi e in altre città e farmele vivere come se fossi insieme ai personaggi. E proprio i personaggi il sono il suo punto forte. Grazie alla loro caratterizzazione molto dettagliata e mai banale, l'autrice riesce creare un'empatia fra lettore e personaggio che rende la lettura coinvolgente, tanto da non riuscire a smettere di leggere. Ora, però, voglio il seguito della storia di Aksel e Anna!!