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Prendiluna

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Una notte in una casa nel bosco, un gatto fantasma affida a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione, una Missione da cui dipendono le sorti dell’umanità. Dieci Mici devono essere consegnati a dieci Giusti. È vero o è una allucinazione? Da questo momento non saprete mai dove vi trovate, se in un mondo onirico farsesco e imprevedibile, in un incubo Matrioska o un Trisogno profetico, se state vivendo nel delirio di un pazzo o nella crudele realtà dei nostri tempi.
Incontrerete personaggi magici, comici, crudeli.
Dolcino l’eretico e Michele l’arcangelo, forse creature celesti, forse soltanto due matti scappati da una clinica, che vogliono punire Dio per il dolore che dà al mondo.
Un enigmatico killer-diavolo, misteriosamente legato a Michele.
Il dio Chiomadoro e la setta degli Annibaliani, con i loro orribili segreti e il loro disegno di potere.
E altri vecchi allievi di Prendiluna, Enrico il bello, Clotilde la regina del sex shop, Fiordaliso la geniale matematica. E il dolce fantasma di Margherita, amore di Dolcino, uccisa dalla setta di Chiomadoro. E conosceremo Aiace l’odiatore cibernetico e lo scienziato Cervo Lucano che insegna agli insetti come ereditare la terra.
Viaggeremo attraverso il triste rettilario del mondo televisivo, e la gioia dei bambini che sanno giocare al Pallone Invisibile, periferie desolate e tunnel dove si nascondono i dannati della città. Conosceremo Sylvia la gatta poetessa, Jorge il gatto telepatico, Prufrock dalle nove vite, Hamlet il pianista stregone, il commissario Garbuglio che vorrebbe diventare un divo dello schermo e lo psichiatra depresso Felison.
Incontreremo l’ultracentenaria suor Scolastica, strega malvagia e insonne in preda ai rimorsi, i Bambini Assassini e i marines seminaristi.
Fino all’università Maxonia, dove il sogno diventerà una tragica mortale battaglia e ognuno incontrerà il suo destino, Prendiluna saprà se la Missione è riuscita, l’arcangelo Michele combatterà il suo misterioso fratello-nemico e Dolcino sfiderà Dio nella sua alta torre, per portargli la rabbia degli uomini.
E ci sveglieremo alla fine sulla luna, o in riva al mare, o nella dilaniata realtà del nostro presente.

173 pages, ebook

First published May 11, 2017

33 people are currently reading
502 people want to read

About the author

Stefano Benni

91 books763 followers
Stefano Benni (Bologna, 1947 – Bologna, 2025) è stato uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano.


Stefano Benni (1947-2025) was an Italian satirical writer, poet and journalist. His books have been translated into around 20 foreign languages and scored notable commercial success. He sold 2,5 million copies of his books in Italy.

He has contributed to Panorama (Italian magazine), Linus (magazine), La Repubblica, il manifesto among others. In 1989 he directed the film Musica per vecchi animali.

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Profile Image for Tanabrus.
1,980 reviews194 followers
July 8, 2017
E' sempre difficile parlare di un libro di Benni.

Se cominci a parlare della trama, sembra banale: una vecchia maestra pensionata e gattara ha una visione e scopre di dover trovare dieci Giusti cui affidare i suoi dieci gatti, prima della sua stessa morte che avverrà tra otto giorni. Altrimenti il mondo sarà finito.
Ad aiutarla, due evasi da una clinica psichiatrica, suoi ex alunni, che hanno avuto un sogno (anzi Trisogno) profetico in cui hanno scoperto di doverla aiutare nella Missione, per poter raggiungere finalmente il Diobono e regolare alcuni vecchi conti con lui.
Ad ostacolarla, la potente e segreta setta degli Annibaliani che da sempre, dai sotterranei dell'università, governa il paese e il mondo, unendo tutte le più importanti personalità che ci possano essere.

Se cerchi di spiegare cosa renda speciale la trama, ti dilunghi troppo e rischi di anticipare cose che è meglio vengano lette nel libro. Come il passato di Dolcino e il suo legame con gli Annibaliani, come Michele, la sua spada e la sua identità, come le storie dei Giusti che Prendiluna trova, come il confine labile tra realtà, fantasia, religione e metafisica nel dialogo finale tra due personaggi...

Se invece provi a parlare del fatto che ogni libro di Benni spalanchi le finestre sul nostro stesso mondo, sul nostro presente, mostrandocelo attraverso il suo occhio sarcastico e disincantato, cadi nell'ovvio. Chi non conosce la satira affilata come un rasoio di Benni? Il suo sarcasmo nel mostrarci con lucidità gli orrori del nostro presente di cui nemmeno ci accorgiamo? La sua ironia e la sua padronanza della lingua, quando definisce un sindaco "tangentofago", quando parla dell'epidemia di "schermofilia" che ha ormai colpito tutta la popolazione che ormai vive incollata ai suoi "smartafoni", o quando definisce alcune persone "trumpini" o "trumpine" (e ci ho messo un po' a capire a cosa si riferisse, leggendolo in piena notte).

Insomma, è difficile.

Ma se lo definissi un incrocio tra Elianto (richiamato costantemente dalle citazioni di Noon, oltre che dal vago misticismo) e il più materiale La compagnia dei celestini, ma con uno sguardo più maturo (anche grazie ai protagonisti, ora tutti cresciuti, maturati, colpiti duramente dalla realtà che ha infranto le speranze e i sogni dell'infanzia.... potremmo quasi vederli come le versioni adulte di bambini che sarebbero potuti benissimo essere compagni di viaggio di Elianto, o giocatori della compagnia dei Celestini)? Potrebbe andare bene? Penso di si, chi ha letto quei libri capirà.

E chi non li ha letti o non ha mai letto Benni, beh, può pure cominciare da questo libro e goderselo pienamente!
Profile Image for gaia arnone.
74 reviews5 followers
June 19, 2018
Premetto di non aver mai letto nulla di Stefano Benni (male, molto male!!), mi ha incuriosito la copertina di un bel colore Azzurro e la super offerta 2 libri al prezzo di uno!! :) Dopo un iniziale smarrimento per il caos di personaggi dai nomi buffi e la mistificazione dei termini d’uso comune, smorfiati ad hoc per rendere chiaro il loro utilizzo (lo Smartphone diventa lo smartafone, diteggia anziché digita), mi sono ritrovata risucchiata all’interno della storia, appassionandomi a quasi tutti i personaggi..ma procediamo con ordine: La vecchia Prendiluna, così soprannominata per la sua passione per lo smisurato satellite, ex maestra in pensione, ritiratasi nella sua fatata casa nel bosco ed oggi ufficialmente “gattara”, durante una notte di plenilunio riceve l’inaspettata visita del gatto fantasma Ariel che la investe di una speciale missione da compiere nei restanti 8 giorni che le rimangono da vivere: consegnare ciascuno dei suoi amati 10 gatti (i Diecimici) ad altrettante persone “Giuste” e presentarsi al cospetto del “Diobono” per dimostrare che l’umanità non è tutta una schifezza e placare la sua furia distruttiva. La ricerca spasmodica dei giusti la porta a viaggiare in lungo ed in largo per tutta la fantastica città, trascinando con sè una valigia contente i dieci gatti, ciascuno dei quali dotato di un carattere e delle peculiarità che lo rendono speciale e talvolta magico. Il viaggio si rivela pieno di ostacoli: un diabolico individuo segue la vecchina, così come sulle sue tracce cercano di mettersi gli spassosissimi Dolcino e Michele, ex allievi di Prendiluna, fuggiaschi dall’ospedale psichiatrico in cui vivono da oltre 10 anni e che , complice un sogno profetico (il trisogno), subodorano la possibilità di incontrare il Diobono e cantargliene quattro per le ingiustizie subite nella loro vita: Dolcino in particolare, ha un debito in sospeso con il Dio che lui rinnega, colpevole di avergli strappato Margherita, il suo unico e vero amore! Sono molti i personaggi che Prendiluna incontrerà e della cui purezza di animo o interessata gentilezza si avvarrà, giungendo infine al disvelamento del mistero che fa da filo conduttore a tutta la storia.

Meravigliosa la scrittura di Stefano Benni, così eccentrica ed originale ma anche tanto misurata.. è riuscito a cogliere con il suo stile arzigogolato ma diretto la vera essenza della nostra quotidianità, fatta di apparenza, di dipendenze da oggetti di tendenza, dalla costante voglia di sembrare piuttosto che essere! Benni ha nascosto in questa favola moderna molte denunce sul degrado della nostra società, (un po’ come facevano le nostre mamme che nascondevano nelle polpette un po’ di verdura per amore di farci mangiare la sgradita pietanza) rendendo scorrevole ed a tratti spassosa la lettura. Ho amato i personaggi di Dolcino & Michele, mi hanno fatto morir dal ridere le loro battute degne dei migliori comici di Zelig, la loro follia, pura e semplice, che ti coglie di sorpresa e ti lascia a bocca aperta, i loro ragionamenti illogici ma ammantati di una disarmante semplicità! E poi Clotilde la ex puritana adesso star di un sexy shop, la dolce Fiordaliso, appassionata di matematica che vive in una sub città insieme ad altri reietti, colpevoli di non aver “sfondato” nella vita; e ancora il magico pianista Hamlet e il burbero Aiace, romantico poeta pentito che ama vomitare rabbia attraverso i social networks sotto lo pseudonimo di Hercules per arrivare alla sboccatissima Suor Scolastica una rediviva “Sister Act” che sgomma sulla sedia a rotelle e infine al prof. Lucano che insegna agli insetti come sopravvivere alla incerta razza umana. Sullo sfondo gli armeggi degli “annibaliani”, setta pseudo religiosa alla cui guida c’è il divino Chiomadoro, leader indiscusso ed invischiato in qualunque campo della società moderna, sulle cui tracce indaga il commissario Garbuglio, poliziotto appassionato di serie tv poliziesche col pallino della recitazione.
Potrei dilungarmi, anche perché ogni capitolo è una scoperta: di un nuovo personaggio, di un nuovo vizio o vezzo della società, invece mi fermo qui, consigliando la lettura a chi vuole trascorrere delle ore in compagnia di personaggi che fanno riflettere e che ti entrano nel cuore dopo poche pagine.
Profile Image for Flavia.
214 reviews8 followers
August 26, 2018
Benni è uno dei pochi scrittori che, quando leggo, mi fa sorridere e ridere, a volte anche di gusto, tra le sue pagine. E, anche questa volta, è riuscito a farmelo fare, portandomi all’interno di questa storia “sognante” (forse un sogno Matrioska? Chissà.), dove realtà e fantasia si confondono, dove i personaggi alternano ricordi e momenti deliranti, senza però fermarsi mai.
Ogni singolo personaggio meriterebbe di essere vissuto di più, quasi come a voler davvero sapere la sua storia.
Ad ogni modo, grazie caro Lupo, spero di sognare un po’ di Prendiluna, Dolcino e diecimici anche io :)
Profile Image for Giuls.
1,795 reviews137 followers
July 3, 2017
Questo libro non mi ha convinto del tutto.
L’inizio prende molto, tra Prendiluna e la Missione e Dolcino e Michele che sono davvero pazzi come pochi, però poi andando avanti l’interesse inizia a scemare.
Probabilmente è dovuto al fatto che tutto all’improvviso si fa più confuso: infatti, dopo circa metà libro, non abbiamo più due storie, quella di Prendiluna e quella dei due matti, da seguire, ma queste aumentano di capitolo in capitolo di più. E dopo un po’ ho iniziato a sentirmi confusa e la mia attenzione ha iniziato a scemare sempre di più.
Ed è questo infinito ingarbugliamento della trama che proprio non ho mandato giù, non l’unione di realtà e fantasia che trasformano l’intero libro di un sogno. Quello mi è piaciuto, anzi, l’ho adorato.

I capitoli migliori del libro, forse quelli che salvo veramente, sono quando abbiamo a che fare con Prendiluna e con i personaggi a cui decide di regalare i Diecimici. Sono capitoli che ti fanno ragionare su chi sia il vero “giusto”, che ti mostrano come il voler cambiare se stessi o quelli a cui si vuole bene sia ciò che serve, nonostante alcune azioni “malvagie” compiute.
E ci permetterà quindi di incontrare personaggi diversi che altro non sono che quelli che incontriamo tutti i giorni per strada: personaggi buoni, anche se non lo penseremmo mai, e persone cattive che si nascondono dietro la facciata del “santo”.

La cosa migliore del libro è però sicuramente rappresentata dallo stile di Benni, che è il vero mix tra realtà e fantasia, il vero sogno del romanzo. E questo soprattutto grazie all’uso di parole inventate che rispecchiano la nostra realtà quotidiana (come nel caso di Trumpino e Trumpina: ci ho messo 5 minuti a capire il significato, ma per questo posso dare la colpa al fatto che era l’una di notte passata, però quando ci sono arrivata mi è venuta voglia di utilizzarle anche normalmente)
Profile Image for Deutschlehrerin Camilla .
152 reviews17 followers
October 4, 2021
L'ironia di Benni è sempre fenomenale, ma la struttura visionaria e la continua critica al progresso sono eccessive
Profile Image for Ella.
576 reviews30 followers
July 28, 2017
"Noi vi vogliamo bene, davvero"
Profile Image for LaCitty.
1,039 reviews185 followers
May 18, 2024
Un pallone vero ce lo hanno tutti, ma solo i bambini e pochi altri sanno trovare il Pallone Invisibile. Con il Pallone Invisibile puoi giocare tutto il tempo che desideri e in ogni posto che vuoi, un grande prato o un corridoio di ospedale. Se impari a giocare col pallone vero puoi diventare un campione, ma se sai giocare col Pallone Invisibile sei quello che vuoi tu, sei tutti i campioni che ci sono al mondo

Si possono contestare tante cose a Benni, ma certo è uno che sa scrivere e che conosce il suo mestiere. Questo libro, a mio parere, parte male con un tono didascalico da professorino con la matita rossa che deve puntualizzare come siamo pieni di stereotipi e pregiudizi su extracomunitari, lavoratrici del sesso, ecc., che non sono tutti cattivi, anzi molto spesso sono meglio degli altri. Va bene, ma, a livello letterario suona fasullo e moralistico, un messaggio troppo "telefonato" tanto più che è chiaro che lo stesso autore risenta di pregiudizi verso altre categorie di persone/organizzazioni (è umano pure lui, no?).
Fortunatamente, dopo una cinquantina di pagine, l'azione ha il sopravvento, le linee narrative si complicano e il libro decolla.
È una storia carina, scorrevole, con un sacco di invenzioni linguistiche divertenti, un finale epico e una chiusura che lascia libero ciascun lettore di dare una lettura più o meno fantastica, più o meno simbolica a seconda dei suoi gusti. Memorabili i personaggi di Michele, arcangelo urlatore, ma soprattutto del commissario Garbuglio, accanito spettatore di serie poliziesche perennemente imbufalito per le loro inesattezze.
Non è un libro perfetto, ma si fa leggere.
Profile Image for Mariateresa.
866 reviews17 followers
January 11, 2021
“e sapevamo ridere e ridere è musica divina (Hamlet, ricordando i bei tempi con Dolcino e Michele)


Prendiluna è un "comfortbook", per me. Non perché sia leggero, delicato, o una coccola, anzi!
Il conforto sta tutto nell'ironia, nella tragicommedia che Benni scrive, nelle risate che mi sono fatta leggendolo, in quella gioia di riconoscermi tra le pagine e di ritrovare l'amato Cornelius Noon e le sue teorie sui viaggi nei mondi Alterei (in Elianto) e sulle diverse tipologie di sogno(in Elianto e in Prendiluna).
Qui la protagonista è Prendiluna, una vecchia maestra in pensione che una notte riceve la visita di uno dei suoi gatti passati a miglior vita e che le dice di avere una missione: ha otto giorni per consegnare dieci mici a dieci Giusti o il mondo finirà.
Dopodiché, vada come vada, lei morirà.
Così l'ex maestra si mette in viaggio, decisa a non far finire il mondo (per quanto non sia tutta questa meraviglia, almeno per quel che riguarda il genere umano), sicura di riuscire nell'intento.
Ha in mente di ritrovare alcuni dei suoi alunni migliori e tra questi ci sono Dolcino e Michele, ricoverati da dieci anni nella clinica psichiatrica Roseto del dottor Felison.
Anche loro sanno della missione di Prendiluna perché hanno fatto un "trisogno", un identico sia per Docino, sia per Michele sia per Hamlet. (un loro amico, musicista fenomenale non più in attività). E come dice Noon, tre sogni fano una profezia. Perciò i due amici scappano dal manicomio, intenzionati ad aiutar la maestra che è l’unica che può arrivare al “Diobono”, con cui sono molto, molto arrabbiati e a cui vogliono darle di santa ragione.

Mentre Prendiluna inizia a consegnar gatti, Dolcino e Michele vanno da Hamlet, lasciandosi andare alla nostalgia e alla bellezza dei ricordi, a quando Margerita era viva e la vita era più facile.
Hamlet dice loro di sbrigarsi, e che se vogliono trovare Prendiluna, devono seguire l’essere che la sta cercando.
È un uomo? un demone? È qualcuno con un bizzarro cappello rosso che fuma sigari.
E come gli altri cerca la donna, ma per ucciderla, ricorrendo a qualunque mezzo.

E, tra una consegna e l’altra si fa la conoscenza di personaggi memorabili: Clotilde che lavora al sexyshop, Aretusa,l’arguta figlia del professor Aiace, amareggiato dalla vita e dall’ex moglie che diffama sui social, Cervo Lucano ( inventore del sistema di unificazione balsfemica), Enrico il Bello conduttore t v che deve nascondere la sua cultura, Fiordaliso ex prodigio della matematica che vive per strada, il commissario Garbuglio e Olla, Suor scolastica e l’universita Maxonia e la setta degli Annibaliani di cui Chiomadoro è leader indiscusso.

Chi sono i Giusti? Tutte persone che , in un certo senso, sono state fregate dalla vita, dalle aspettative, dagli ideali in cui credevano e che, però, hanno mantenuto qualcosa di buono e bello, una fiammella di speranza.
Persone che , da brava maestra, Prendiluna interroga, domandandogli : qual è l’azione più malvagia che avete commesso?
Le risposte sono commoventi, sempre. A volte irriverenti, a volte tristi, ma mi hanno smosso qualcosa dentro. Come sempre e solo i libri di Benni sanno fare.

Dolcino e Michele nel frattempo entrano all’università Maxonia, riescono a trovare Prendiluna e si preparano alla battaglia finale, ricca di colpi di scena e che lascia il lettore con un grande interrogativo: e se fosse stato tutto un'illusione, e stessimo ancora sognando, in un immenso sogno Matrioska?
Nel dubbio, farò come Dolcino e andrò a vedere il mare…

Ho adorato ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo e ogni capitolo. Tutto, ma proprio tutto di questo romanzo! ci ho ritrovato il Bennni di Elianto, la stessa verve, la stessa magia e lo stesso disincanto, l’eterna lotta tra bene e male ; persino i bambini che qui giocano con il Pallone invisibile. ( che mi ha ricordato la Pallastrada de La compagna dei celestini) e che sono gli unici in grado di contrastare il male con la loro felicità pura.
(“ lei sa che non c’è nessuno più felice di un bambino che gioca a pallone. E se c’è troppa felicità nell’aria io perdo i miei poteri, mi viene l’allergia”, dirà Azazel a Chiomadoro)


Mi piace tantissimo l’idea espressa più volte di non aggiungere altro dolore al mondo, e che, se c’è una libertà, un libero arbitrio, è proprio lì: nello scegliere di non aggiungere dolore al dolore, di rispondere diversamente.
C’è sempre una speranza, sembrano sussurrare i personaggi di questo libro , e per mille motivi di dolore, ce ne sono altrettanti di gioia.
Basta cercarli, o sognarli. O avere un pallone invisibile.

5 stelle a questo romanzo a cui non trovo difetti, ma che ho vissuto come una continuazione di Elianto e che rileggerò spesso.
Fosse solo per ritrovare e i frammenti di poesia sparsi in tutto il libro e che sono aguzzi, feriscono un po’, fanno venir le lacrime agli occhi , ma che poi vengono sostituiti da momenti di comicità pura! Un esempio? Gennaro e la sua minestrina turpiloquia : “ era fatta di letterine che una volta raccolte col cucchiaio, si trasformavano in insulti: Mangia pure , faccia da c****, che ti vada di traverso, non vedi che scotta, s*****?” .
Eh, eh, eh, rido ogni volta, è più forte di me!

Leggetelo se vi piacciono libri che fanno ironia sulla società e sul sistema, o se vi piace lo stile tragicomico, lo humor di Benni ( che per certi versi mi ricorda Pratchett) , le storie che hanno più livelli di lettura e che fanno riflettere.

Non leggetelo se vi prendete troppo sul serio o se inorridite davanti a qualche parolaccia!

Al prossimo libro!
Profile Image for AlenGarou.
1,729 reviews133 followers
June 27, 2018
Avevo comprato questo romanzo per fare un regalo, ma dubito che alla persona interessata possa piacere (insomma, ha una certa età ed è già polemico di suo...). Il che è un peccato.
Stefano Benni è Stefano Benni. C'è poco da dire in merito.
Il suo stile è sempre unico, la sua originalità infinita. Il modo in cui riesce a unire la favola alla realtà, il cinismo al sarcasmo è degno di ammirazione, ma devo ammettere che non sono riuscita ad apprezzare interamente questo libro. Anche se effettivamente leggerlo col pensiero razionale è una cattiva idea date le premesse XD
Come sempre, all'inizio Benni mi aveva catturata tra le pagine, facendomi apprezzare non solo la storia, ma anche i suoi personaggi. Tuttavia, dopo la metà, la narrazione è diventata caotica e, purtroppo, un po' confusa. Sebbene l'interesse verso il racconto e la satira che traspare in esso, ciò che mi ha rapito il cuore è stata proprio Prendiluna.
Avrei voluto più parti con questa simpatica e buona vecchietta, ma sopratutto più spazio ai suoi Diecimici. Insomma, avrei voluto qualche nozione in più perché ne ho proprio sentito la mancanza u.u
Nel complesso è una bella favola, forse un po' troppo critica (mai quanto Mauro Corona) verso la società, ma nel complesso giusta, piena di significato e ben pensata.
Profile Image for Francesca.
Author 6 books237 followers
Read
July 24, 2017
Se impari a giocare col pallone vero puoi diventare un campione, ma se sai giocare col Pallone Invisibile sei quello che vuoi tu [...]

Prendiluna, S. Benni

Acquistare un libro per fare un regalo, convinta dalla trama che, sì, quel libro è proprio ciò che stai cercando per la persona a cui devi fare il regalo. Iniziare a leggerlo per verificarne effettivamente il contenuto; scoprire che, no, quel libro non è affatto adatto al destinatario del regalo; continuare a leggere il libro in questione perché, ormai, si è troppo coinvolti, finirlo in poco più di un giorno e tenerselo... ritrovandosi con un regalo da fare!

Ecco questa è la mia storia con Prendiluna... Che aggiungere d'altro?

Fu vero amore (tra il libro e me)? Ai posteri l'ardua sentenza!
XD
Profile Image for Alessandra.
244 reviews17 followers
February 25, 2018
Difficile trovare un libro che sappia anche far sorridere. Questo lo fa.
E fa pensare, dipingendo la realtà in cui viviamo come la più crudele e vuota, come il grande errore commesso da Dio. Sfuggirvi è impossibile, come impossibile è combattere, e sconfiggere, Dio. Però ci si può sempre rifugiare nei sogni, in una infinità di sogni, sogni di tutti i tipi, dai più semplici ai più complessi. E salvarsi arrivando al mare.
Profile Image for Ardea Cinerea.
47 reviews1 follower
July 8, 2019
Libro molto carino, simpatico e molto arguto. Con riferimenti velati ai problemi che attanagliano la società e la politica di oggi. Lettura piacevole che mi ha strappato anche qualche risata.
Profile Image for Andrea Pighin.
Author 6 books14 followers
February 17, 2021
Un gatto fantasma affida una missione a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione: consegnare i suoi dieci gatti a dieci Giusti, prima che muoia e che arrivi la fine del mondo. L’anziana comincia a rintracciare vecchie conoscenze e studenti ormai cresciuti, in un’avventura rocambolesca all’insegna dell’ironia e dell’assurdo. In sottofondo, i temi principali sono il razzismo quotidiano (nello specifico, quello verso gli immigrati), gli espedienti per sopravvivere e i rimpianti per la giovinezza perduta, insieme a tutte le occasioni che portava con sé.
Ad arricchire la trama, i personaggi di Dolcino l’Eretico e Michele l’Arcangelo, fuggiti da una clinica psichiatrica, oppure esseri celesti: l’ambiguità rimane per tutta l’opera e non si è mai certi che si tratti di un sogno (un sogno matrioska, magari) o della realtà. I due piani si confondono e in questo modo Benni può inserire una serie di critiche ironiche riguardanti l’attualità: così il commissario Garbuglio, il cui nome è un programma, è una parodia dei commissari presenti nei polizieschi nostrani e internazionali, mentre Aiace è un signore deluso dalla vita, che riversa il proprio odio sui social.
La comicità di Benni non risulta qui dirompente, ma fa sorridere, e si ritrova un ritmo ben scandito, che alterna le storie dei personaggi e le parti più dinamiche a quelle di riflessione. Il finale non è particolarmente originale e la trama fatica a risolversi, ma nel complesso è un’opera con uno stile quasi impeccabile, in grado di non cedere mai, in forma gratuita, ai facili romanticismi della nostra epoca.
Profile Image for Lilly Blake.
155 reviews6 followers
March 20, 2025
Come sempre, Stefano Benni riesce a staccare ben più di qualche esclamazione sbigottita da parte della sottoscritta!
Non mi dilungo a riprendere e a riassumere la trama perché questo libro è un tale manicomio che mi manca proprio la capacità di sintesi per ridurre al lumicino una storia del genere.
É uno di quei libri alla "Paura e Delirio a Las Vegas", esattamente nel suo ambiente e nel suo stile con un pizzico di delirio religioso e manie psichiatriche arzigogolate.
Va affrontato di petto tutto in una volta, esattamente come bere un bicchiere di coca cola ghiacciata di colpo: arriva dritto al cervello e non se ne va per almeno una giornata! L'ultima pagina, poi, è parecchio drammatica.. Chiudi il libro e ti ritrovi ad esclamare: "ma cosa cazz@ ho appena letto?!"
L'unica piccola pecca è che tende ad essere un pò frettoloso in alcuni punti approfondendo pochissimo certi personaggi interessantissimi.
Per finire, ho apprezzato tantissimo il Sistema di Unificazione Blasfemica (SUB), credo sia un pezzo di letteratura che passerà alla storia 🤣
Profile Image for Girin 18.
146 reviews4 followers
August 20, 2018
Un romanzo? Un thriller? non saprei dare un genere a questo libro. I personaggi fuori dal comune, nomi magici, e ambientazione ancora più magica. un bellissimo libro decisamente. in questo libro ho trovato la magia dei gatti, i magici diecimici, l'immaginazione da bambini e sentimenti reali. Prendiluna porta con se l'amore, la lealtà e la caparbietà. Questo è stato uno dei tanti libri che alla fine lascia un vuoto, perchè è terminato. Insegna sicuramente che si può essere giusti anche se si commette qualche errore. davvero bello. andrò alla ricerca di altri libri dell'autore. Spero di trovare la stessa sensazione anche in altri scritti dell'autore!
Profile Image for Roberta.
176 reviews3 followers
June 28, 2017
Quando si inizia un libro di Stefano Benni non si deve avere mai il dubbio che non possa piacere. "Prendiluna" è un'avventura che ti lascia senza fiato mentre speri che la vecchia maestra riesca a dar via i Diecimici, mentre ti perdi nei sogni matrioska di Dolcino, mentre speri che Michele vinca i suoi demoni. È un libro ricco di riferimenti religiosi e attualità. Stefano Benni non ha freni inibitori nel descrivere una società schermofila e astiosa. Personalmente ho trovato questo romanzo geniale, e come sempre mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché i finali di Benni non sono mai un vero lieto fine.
Profile Image for Chiara.
22 reviews
August 8, 2017
Con Benni non sai mai se si è annacquato lui o se sei tu che hai perso l'incanto. Fatto sta che da cinque uscite a questa parte mi ostino a cercare lo spirito di Saltatempo o di Achille, ma trovo solo ombre. Però grazie a questa lettura ho capito che forse i romanzi di Benni sono tutti sogni della stessa matrioska: e allora è bene continuare a leggerli sempre, per inserire anche quello che non ci è piaciuto nel giusto contesto.
Profile Image for Paola Lippi.
2 reviews1 follower
January 25, 2018
Ho letto davvero tutto di Benni, e so che non si può mantenere il livello onirico ed esplosivo di Elianto, ma questi sono tempi cupi, duri, ed è normale che vadano ad impolverare anche la creatività di Benni. Il libro l'ho trovato un po confuso, un pò troppo pirotecnico per consentire ai personaggi di entrarti dentro.
Profile Image for Enrico Drusiani.
3 reviews
July 2, 2017
poetico e onirico come ai bei vecchi tempi di Elianto, ma con tracce più "mature", qua e la. Molto piacevole da leggere, avrei giusto sperato di scoprire qualcosa in più sui Diecimici :D
Profile Image for Gianluca Sperduti.
60 reviews9 followers
March 19, 2019
La caduta del realismo o l'ironia che sbatte sul muro

Lungo la storia della critica letteraria, molte sono state le posizioni riguardo il realismo narrativo. Alcuni lo hanno visto come un grande pregio, anzi come pregio fondamentale nei romanzi, nei racconti e nella poesia (basti pensare all'ormai sepolto György Lukács) e molti altri, invece, hanno posto la loro attenzione in direzioni completamente opposte (Walter Benjamin su tutti).
Ecco, ovviamente se c'è realismo, e quindi immedesimazione e immanenza, mezzi di scrittura come l'ironia, l'allegoria e altri procedimenti simili sono qualcosa di messo al bando, di diviso, poco armonioso, alienante e poco efficace. Possono essere accettati in certe misure e in certi limiti, ma devono essere secondari alla narrazione principale.
Se invece si apprezzano questi procedimenti, in senso quasi avanguardistico, è chiaro che però non possano risolversi nell'ovvietà: l'allegoria deve essere moderna (risolversi nel nulla o nella complessità più estrema), l'ironia, il sarcasmo, la rottura con l'immanenza devono portare a qualcosa.
Veniamo dunque all'ultima fatica di Stefano Benni, autore del quale ho già letto Cari mostri, una raccolta di racconti che ho apprezzato a metà con toni fortemente buzzatiani.
Il romanzo di Benni, non lo nascondo subito al lettore, non mi è piaciuto per nulla. Ci vengono presentati una serie di personaggi: la vecchia maestra Prendiluna, i suoi gatti, i suoi ex alunni Michele e Dolcino (due nomi molto religiosi) ecc...
La narrazione si struttura con un costante procedere nella trama (molto limitata, tirata, confusa) che viene ogni volta interrotto dall'ironia di Benni, che però dà la sensazione di una macchina che va a sbattere su un muro, uccide il conducente e anche gli altri nei posti dietro. Perché? Perché l'ironia di Benni si risolve in un moralismo becero da XXI secolo:
Uscirono dalle fogne, neri in volto. Vennero bloccati da due seminaristi giganteschi, con tonache di pelle e una mezzaluna d'argento al collo.

Qui, come vedete, il realismo permane. La scena è descritta perfettamente. A seguire, c'è un dialogo:
-Cosa fate qui?
-Siamo studenti fuori corso. E vi vogliamo bene. Davvero
-Non siamo nella giurisdizione universitaria, qui siamo nel monastero, adesso seguiteci...
-No.
-Forse non hai capito- disse il seminarista -Io sono un Annibaliano, un soldato di Dio. E non sopporto i negri e puzzolenti come te.

Ecco qui che il realismo già comincia a tremare. Ma chi mai parlerebbe così, se non viziato da un narratore che vuole una strada semplice per dividere i buoni dai cattivi? Il risultato, come leggete, è ridicolo a dir poco. Ma andiamo avanti:
-Annibale era nero.-
-Il nostro Annibale non è quello... e niente battute, stronzo.
-Va bene, sono nero, puzzolente, e faccio battute stronze, e allora?- disse Dolcino.
-Sai come dice il nostro capo? "E' ora di fare pulizia"... adesso vi sistemiamo...

Ecco che ad Annibale era nero avviene quello di cui parlavo prima. Il lettore viene scaraventato come una macchina fuori dalla narrazione: è una scena scritta in modo così improbabile (per l'ironia che vi è di fondo) che non è possibile continuare a mantenere l'immedesimazione. Ma il risultato di questa fuoriuscita nel nostro mondo da quello cartaceo è ridicolo: una critica manichea al razzismo, uno stile scrittorio da blog e così via. Avrei segnati molti altri esempi simili, e anche ben peggiori (ma ben più lunghi da citare). Ma passo direttamente al secondo paragrafo di questa analisi personale, per non allungare troppo il brodo.

Manicheismo, moralismo, scrittura da blog

L'ironia, come ho detto prima, va a sbattere su un muro e uccide tutto ciò che di buono ha il libro. Che muro è, però? E' importante specificarlo. Nel libro, infatti, c'è una costante visione semplicistica e palesata (mai ambigua) del mondo. Gli esseri umani sono tutti cattivi, per loro non c'è redenzione, per fortuna però che esistono i matti, i particolari, i diversi, gli scherzosi perché possono salvare il mondo dai disvalori. Quali sono questi disvalori? Il razzismo (più estremo possibile, totale), il sessismo, il dogma religioso. E infine, udite udite lettori, la tecnologia moderna, che ha la grande colpa di aver portato una disumanizzazione ancora più grande di questi infami esseri viventi. Ma attenzione, cerchiamo di vedere tutto punto per punto: 1. Il razzismo, nel mondo del libro, è qualcosa di molto diffuso. E lo è anche nel nostro. Ma il razzismo ormai risiede nei dettagli, un po' come il diavolo, è difficile da rappresentare correttamente, da smascherare e così via. Cosa fa Benni? Crea una sequela di personaggi che corrispondono all'immaginario dell'analfabeta funzionale, che cantano il pianto di Zambo, urlano negro, esplicitano il loro razzismo senza voler far sedere le persone nei bus (li chiama Trumpi, un po' come Donald Trump). Per controreazione, tra i personaggi più positivi del libro chi abbiamo? Vari stranieri come Uknar, un automobilista che però fa furtarelli vari perché "si è integrato, faccio proprio come gli italiani". Il mondo quindi si spacca in due, da una parte chi soffre questo razzismo palese, cioè i negri, gli stranieri, i matti, i vecchi e così via, e dall'altra parte i cattivi cattivissimi. Benni pensa che la questione razzista al giorno d'oggi possa essere rappresentata con le stesse dinamiche narrative di Star Wars, insomma. E lui, da autore, già lo vedi lì sul pulpito: aaaah, questi razzisti cattivi, che mondo orribile. Il risultato di queste costanti semplificazioni è una scrittura da blog che, con l'intento più positivo del mondo, non mostra le vere maschere del razzismo, anzi lo rende talmente semplificato che, posso giurarci, al lettore medio questo tipo di conclusioni entrano da un orecchio ed escono dall'altro. E' un adagio a uno specifico pubblico di sinistra, una camminata leggera. Nessun rischio, lui sta dalla parte del bene. Andate in pace. Questi toni alla Savonarola, però, li trovate anche in momenti che servono a spiegarci un altro punto di vista dell'autore (tranquilli, anche qui nessuna ambiguità, è proprio molto chiaro): un personaggio, in scrittura totalizzante, si lancia in una sorta di paternale che sembra proprio scritta dal predicatore ferrarese. Lascio spazio alla scrittura di Benni:
-E' la loro falange, la formazione di combattimento. Il mondo degli insetti è come quello umano, pieno di guerre e di stragi. Ragnatele, veleni e pungiglioni al posto dei fucili. Non posso pretendere che vadano sempre d'accordo ma... visto che non avranno più tra i piedi il loro peggior nemico, cioè il Sapiens, forse potrei insegnar loro a cambiare abitudini alimentari, a non difendere il territorio... con le api e le blatte riesco a parlare, ma con le altre specie è dura... ogni giorno in questo laboratorio avvengono crimini entomocidi, trovo zampette e teste... e mi resta poco tempo...

La metafora che abbiamo di fronte è chiara: il mondo degli uomini è solo pieno di guerre e stragi, perché non vogliono "cambiare abitudini alimentari" e devono "difendere il territorio". Il personaggio in questione cerca di redimere gli insetti, perché per gli uomini non c'è più possibilità, ma anche con loro è dura. E poi si lancia verso la predica effettiva che vorrei mostrare al lettore:
-Ciò che chiamiamo magia prima o poi incontra una spiegazione scientifica. La tecnologia ha sosituito la magia. [...] E' magico, ma non ci ha reso migliori. Le mie scoperte un giorno potrebbero essere usate in modo perverso. Eserciti di formiche che bloccano la cablatura del nemico. Incursioni di vespe e ragni velenosi. Locuste lanciate contro i raccolti. [...]-

La visione di Benni è esplicitata attraverso un personaggio positivo e poco più e non lascia spazio a mezze misure: la tecnologia non ci ha resi migliori. Il mondo fa schifo, gli uomini fanno schifo e tutta un'altra serie di punti di vista frutto della semplificazione estrema. Ecco, di questo vorrei parlare. Si criticano coloro che passano molto tempo su cellulare e sui social, ma è una critica vuota, che non porta da nessuna parte. Anzi, tutto il libro è palesemente influenzato da internet e dalla nuova tecnologia, la scrittura sembra proprio quella di un blog: qual è la cosa designata come uno degli orrori della cultura del nuovo millennio? L'appiattimento della discussione pubblica. E che fa Benni costantemente con questi libro? Buoni da un lato, cattivi dall'altro, io sto in alto, arrivederci e fichi secchi. Potrei dilungarmi con altri esempi svariati, ma penso non ce ne sia bisogno.
Ho scelto di scrivere questa lunga analisi perché secondo me questo libro di Benni racchiude tre difetti molto generali che puntino verso l'al di là del suo testo:
1. Appiattimento e manicheismo di fondo nell'esporre problemi complicatissimi
2. Una scrittura indecisa e, secondo me, senza una cosa sola salvabile, con il procedimento ironico che si risolve nel moralismo savonaroliano
3. E' un libro scritto per andar in pasto a un pubblico di sinistra, della sinistra che vuol combattere per semplificazioni (con le stesse armi) i populismi, che ha bisogno di risposte semplici. Leggendo, chi è d'accordo con Benni sulle questioni etiche esposte nel libro, ride, dice "Sì, fa proprio ragionare sulla vita di tutti i giorni" e si fa un bel sonno sul cuscino. Tutti gli altri fiondano il libro dalla finestra. Insomma, inutile
Profile Image for beesp.
386 reviews48 followers
October 25, 2018
“Prendiluna” è un libro in cui ho riconosciuto subito tutte le cose che amo di Benni e in cui m’è sembrato continuamente d’imbattermi in personaggi vecchie conoscenze, cosa che probabilmente non è stata un caso.
La storia è surreale e assurda: una professoressa in pensione sta per morire e deve affidare i Diecimici che vivono con lei a Dieci Giusti, altrimenti Diobono distruggerà il mondo.
È un racconto velato di malinconia e di quel senso di una vita più genuina e forte che tra le pagine di Benni non s’arrende mai. Non sono le nuove tecnologie, non è l’innovazione; è il fatto che la nuova società si faccia governare dal calcolo, il consumismo ha vinto.
Mi è piaciuto più di tutto il concetto di Giusto. In realtà sfruttatissimo trope quello dei 36 giusti su cui il mondo si reggerebbe (dal Talmud), però qui assume una connotazione poco spirituale. Benni è sempre molto misericordioso con gli esseri umani che inventa e racconta; i suoi Giusti sono esseri imperfetti, ma pronti ad ammettere i loro errori, autocritici e per questo meno pericolosi di chi sbandiera una coscienza e una vita senza macchie.
Profile Image for Davide Paolino.
12 reviews
April 1, 2023
Ci sono gatti, quindi è bello a prescindere. Comunque a differenza di "Spiriti" mi è piaciuto più l'inizio che il finale che forse è un po' troppo veloce.
Profile Image for Drilli.
384 reviews33 followers
June 23, 2024
Benni si fa sempre leggere con estremo piacere. Ti fa ridere, indignare, riflettere sull'Italia contemporanea e i suoi malori, intrattenendoti con trame elaborate e talvolta assurde, personaggi spassosi e (perlopiù) teneri cui è difficile non affezionarsi e trovate una più fantasiosa dell'altra.
Non l'ho trovato ai livelli di suoi testi più famosi, come Elianto o La compagnia dei celestini (anche se mi resta un po' il dubbio che, crescendo, sia io che inizio ad apprezzarli un pelino meno), ma mi ha dato l'impressione di essere una sorta di loro "aggiornamento": l'Italia descritta in quei libri è quella di uno o due decenni fa, non più del tutto attuale e la cui ironia forse non può più essere colta completamente dalle nuove generazioni, allora ecco un Benni ambientato ai giorni nostri, per il diletto di giovani e meno giovani.
Mi sono divertita tanto e ho adorato i Diecimici, Dolcino, Michele e Hamlet.
L'unico "problema" è che, come spesso mi accade coi romanzi più fantasiosi di Benni, sono convinta che dimenticherò del tutto la trama tra non molto...
Profile Image for Alfonso D'agostino.
928 reviews73 followers
August 27, 2018
da http://capitolo23.com/2018/08/27/rece...

Ho amato (e in larga parte amo) Benni.

Baol ha troneggiato per anni nella graduatoria dei libri che regalavo più volentieri, e ancora oggi mi pare un testo di una profondità insospettabile (oltre che infinitamente divertente).
Mi arrogo il merito di aver battezzato le prime letture di qualche giovane con La compagnia dei Celestini (e un paio ancora mi ringraziano).
Ho un ricordo nettissimo di Comici spaventati guerrieri: io con il volume in mano e un fiotto di lacrime che mi scendono dagli occhi, uno dei primi romanzi (direi quasi certamente il primo) ad avermi fatto letteramente singhiozzare (e chi lo ha letto avrà capito immediatamente quali siano state le pagine annacquate dal pianto).

Ho adorato Terra, avrei voluto coccolare Elianto ed accarezzare fino a fargli perdere il pelo Baywatch (il cane del presidente in Spiriti), devo aver sognato almeno un paio di volte i protagonisti del Bar sotto il mare.

Tutto ciò premesso - ed era doveroso per non essere accusato di scarsa conoscenza dell'autore - non ho digerito Prendiluna. Una trama che vorrebbe riportarsi alle prime ottime fantasie letterarie ma che sostanzialmente non decolla mai, personaggi che non resteranno tessuti nel mio cuoricino, persino il monologo di Chiomadoro (tra le pagine migliori nel romanzo) non all'altezza delle mie (sempre altissime) aspettative. Taccio sul finale per non spoilerare, naturalmente, ma anche l'ultima parte lascia un po' di amaro in bocca.

Poi, oh, è Benni eh: un genio lessicale, un burattinaio di parole (cit.) come pochi altri al mondo, uno che giri la pagina e TAC un colpo di genio che ti solleva dal torpore. Ma in generale, no, ahimè, proprio no.
Profile Image for Barbi  - Books Hunters Blog.
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August 30, 2017
La vecchia guardava la luna e viceversa.
Era seduta nella veranda,
e le sembrò che l’astro puntasse un raggio splendente sul prato,
come per illuminare un palcoscenico.

Inizia così, poeticamente, il nuovo libro di Stefano Benni, una favola moderna che pone all’attenzione del lettore domande di portata universale. Questa è la storia di Prendiluna, anziana maestra in pensione, che vive con i suoi Diecimici, gatti profetici dalle fantastiche doti. In una notte strana, mentre Prendiluna contempla l’astro brillante nel cielo, riceve l’inaspettata visita del suo figlio immaginario Ariel, gatto anarchico, ormai fantasma. E da dispettoso qual è, lancia alla vecchia maestra la sua profezia:
“Cosa sapete voi umani della morte? Ascoltami. Hai otto giorni, come negli antichi calendari. Devi consegnare i Diecimici, ognuno a una persona degna e buona. Poi porterai la lista al Diobono, ti dirò io dove. Se troverai queste dieci persone, il mondo sarà salvo. Se no sarà la fine di tutto, e il mondo verrà annientato, e stavolta non ci sarà nuovo carbonaio o Dna che tenga, finito, consummatum est, finished, vorbei, hatanka, piùmiau…”.

Ma come si riconoscono i Giusti? Possiamo noi umani comuni valutare chi tra noi è Giusto? Probabilmente no, ecco perché tra tutti viene chiamata a giudicare proprio Prendiluna, creatura, umana, che comune non è. Prendiluna ha una sensibilità straordinaria, giudica con il cuore e ama con anima buona.
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Profile Image for ✨Virè.
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November 21, 2020
Leggo sempre con piacere Stefano Benni, sia per la brevità che contraddistigue i suoi libri che per la sua penna sagace. Stavolta mi sono trovata di fronte un vero e proprio fantasy, che, non essendo un genere nelle mie corde, a tratti mi ha affaticata.
Prendiluna, anziana maestra protagonista di queso romanzo, fa un sogno in cui le viene affidata una missione, quella di consegnare sette gatti a sette Giusti, ovvero a sette persone meritevoli.
Parte così una storia ricca di personaggi variopinti, che spaziano tra casi "umani" in difficoltà, ad affiliati di una setta, fino a Chiomadoro, il Dio.
Come sempre ho apprezzato i capitoli dove Stefano Benni ricalca gli stereotipi dei nostri giorni, nascondendo dietro l'ironia, il suo spirito critico, come nel caso degli smartofoni:
Il Mammuth era infatti un luogo molto amato dagli schermofili. Ai tavoli il telefonino era una posata, vicino a coltello e forchetta. Alcuni mangiavano diteggiando, altri fotografavano il loro piatto.

Mi ha invece un po' anniata a parte più fantastica, con veri e propri combattimenti, che anche se descritti in poche pagine, come detto prima, non rientrano proprio nelle mie corde.
Per quanto continui ad apprezzare molto l'autore, questo romanzo non ha incontrato il mio gusto personale.
Profile Image for Svalbard.
1,137 reviews66 followers
November 17, 2020
Stefano Benni: a volte si, a volte no…

Questa volta no. Una storia letta e straletta, tirata avanti a fatica, con i soliti giochi linguistici che però stavolta cominciano ad apparire noiosi. Questa volta tocca a una vecchia professoressa e ai suoi gatti cercare di salvare il mondo, con un contorno di personaggi psichiatrici esattamente come uno se li aspetta. Qualche accenno a massonerie varie, religiose o professorali, che non fa più di tanto scandalo, a delitti più o meno sessuali, e uno scivolone colossale nel luogo comune, quando l'anziana professoressa trova la sua ex allieva più perbene commessa di un sex shop. Una bella occasione per creare una "rottura", l'ipotesi di una eclatante presa di coscienza che avrebbe potuto portare la ragazza perbene a diventare esperta nelle arti di Eros. E invece no: le solita storia melensa del bisogno e della necessità, la solita leggenda metropolitana secondo cui il commercio della pornografia è in mano alla mafia. Ahi ahi, Benni, da te questo proprio non me lo aspettavo.
Profile Image for Antonio Parrilla.
742 reviews29 followers
November 14, 2017
Uno Stefano Benni fatto e rifinito, anche se con una vena polemica più scoperta del solito (questa volta nei confronti della massificazione dei cervelli e dell'ignoranza che trovano terreno fertile nei social network).
Non c'è niente da fare, alcune frasi di Benni sono delle autentiche perle: "Si vedeva benissimo che non andavano d'accordo, Freud aveva preso uno Spritz e Jung una cioccolata calda. Mondi inconciliabili".
O ancora: "Io non ce l'ho con Dio, semplicemente penso che abbia scritto della bella musica, ma non è capace di suonarla".
E infine, forse la frase che racchiude il senso completo del libro: "Anche io volevo togliere dolore al mondo. Credo di non averne aggiunto, e forse è già qualcosa".
Quattro stelle su cinque, e se Benni vi piace questo "Prendiluna" è da leggere.
Profile Image for Rosa Bertino.
25 reviews
May 12, 2018
Molto molto carino. Una riflessione sulla società di oggi ormai incantata dalle scoperte tecnologiche. Semplicemente da leggere. Stefano Benni in "Prendiluna" riesce a comminare insieme favola, fantasia, letteratura greca, immagini oniriche, un po' di giallo e mondo moderno. Il tutto accompagnato da sprazzi di humor che rendono la lettura piacevole e coinvolgente. Unica pecca:andando avanti con la lettura diventa un po' confusionario. Ma rimane comunque una lettura piacevole
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