Tempi duri per il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi: trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, il giovane ufficiale si trova proiettato in una terra che niente ha in comune con la sua amata Bologna. E a breve dovrà pure dire addio al suo segreto peccato di gola: la scorza di cioccolato per cui va matto è introvabile a Sassari… Sono passati solo pochi giorni dal suo arrivo, quando Roversi deve fare i conti con un omicidio. Luigi Gualandi, proprietario di Villa Flora, ha scoperto un cadavere con un orecchio mozzato nella grotta di Abbacuada, un luogo pericoloso ai confini della sua tenuta. Tutto lascia pensare a una vendetta consumatasi secondo i canoni del codice barbaricino. Un codice d’onore non scritto, quasi una giustizia parallela, che Roversi ignora del tutto e lo mette di fronte alla Sardegna più arcaica e misteriosa. Per fortuna, ad affrontare il caso non è solo: Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, sarà un prezioso alleato per il tenente, a cui lo unisce una viscerale passione per Tex Willer. L’incontro tra i due è determinante: alle proprie capacità deduttive, Roversi può affiancare le efficaci e preziose intuizioni di Gualandi. Ma un delitto che sembrava semplice si rivela molto più complicato del previsto…
I would call this book a noir for teenagers; those rather light summer books, where there are bad guys, but they're not that bad; where there is the German mother-in-law who pisses off just as one expects her to do; where the old gentleman ex-policeman is a man of honor in one piece just like one expects him to be; where Sardinia is beautiful and its food perfect; where the young lieutenant is punished for being too upright; where there is a beautiful and mysterious woman; where the friends of the protagonists are a nice company of goliards who make refined jokes: in short, a beautiful series of elements just as one expects, all very linear and therefore, in the end, quite boring. The detective plot, moreover, is really thin, almost non-existent, and it just seems like an excuse to create a little expectation on the book and not make it seems like a book for kids. In short, I am a bit disappointed with too many stereotypes. It is true that it is ambiented in 1961, but do these policemen so sensitive and refined, who suffer greatly from the lack of mortadella, lasagna, lambrusco and their favorite chocolate, really exist? I very much doubt… And the story that just arrived he becomes a friend of one of the wealthiest inhabitants of Sassari, and moreover a former policeman who will help him a lot in the investigation, is really not very credible. And the dog Argo (come on ...) and also the pig Giovannino, seem to be placed there to make the book suitable for children and grandmothers. I take it back to the library without any remorse.
Giallo ambientato in Sardegna negli Anni '60, è una lettura piacevole, forse i primi capitoli un pò lenti, ma poi va che è una meraviglia. L'ambientazione negli anni'60 all'inizio mi ha fatto storcere il naso, però tutto sommato alla fine mi è piaciuta anche quella. L'intreccio è ben congeniato, il colpevole non è affatto scontato, i personaggi che ruotano attorno alla vicenda ben caratterizzati. *** A crime story set in Sardinia in the '60s, it is a pleasant read, perhaps the first chapters are a little too slow, but then it become better. At first, the '60s setting made me turn up my nose, but, all in all, in the end I liked that too. The plot is well conceived, the culprit is not at all obvious, the characters that revolve around the story well characterized.
Tanto tempo fa nella stretta fenditura che si apre tra le rocce c’era una sorgente. Poi è successo qualcosa dentro la grotta, l’acqua ha trovato un’altra strada e la fonte si è inaridita. Abbacuada... Acqua nascosta.
Ma l’anfratto, questa volta, nasconde ben altro: il corpo di un uomo pugnalato a morte e con un orecchio mozzato.
«Ha mai sentito parlare del codice barbaricino?» «No, cos'è?» «Una specie di regolamento d'onore che guida la vita di molte comunità pastorali dell'interno dell'isola. Anzi, credo lo si possa definire un vero e proprio codice di giustizia parallelo a quello dello Stato italiano.
Appena giunto in Sardegna, in quel di Sassari, dove è stato trasferito per motivi disciplinari, il tenente dei Carabinieri Giorgio Roversi, bolognese di nascita, se la deve vedere con questo barbaro omicidio. Ma non verrà lasciato solo molto a lungo: Luigi Gualandi, proprietario della tenuta che comprende anche Abbacuada, ex ufficiale veterinario dell’Arma, e i componenti della sua famiglia, nonché una buona cerchia di valide conoscenze, lo aiuteranno a muoversi in questa terra, ai suoi occhi misteriosa e arcaica, e tra le persone che la popolano. Tra le proprie intuizioni e le geniali deduzioni del nuovo amico, il caso troverà la sua soluzione, anche se la natura, a volte, nasconde la verità sotto falsi indizi.
Ma il romanzo non è solo questo, è molto di più, è un tuffo nel passato, nel 1961 precisamente... quando la Rai aveva un solo canale visibile perché il secondo era appena nato e sull’isola ancora non arrivava bene il segnale; quando i programmi trasmessi erano Non è mai troppo tardi guidato dal maestro Alberto Manzi, oppure Campanile sera condotto da un giovanissimo Mike Bongiorno (e non solo), o ancora, Studio Uno, con una Mina che, oltre che incantare gli spettatori con la sua voce e i suoi ospiti, spiega l’uso di uno strumento magnifico e innovativo come il magnetofono; quando Pippo Baudo (che esordi!) inizia la sua carriera presentando programmi dedicati ai meridionali che trattano anche di agricoltura! come Guida agli emigranti; quando Tex Willer (che eroe!) era il fumetto per eccellenza e per fini intenditori; quando l’aperitivo era un semplice Punt e Mes consumato con gli amici nel bar del paese. Altro che happy hours!!!
Per non parlare poi del lato culinario... mi è venuta l’acquolina in bocca al solo pensarci... sapori forti, eh!
E che dire del dialetto? Dialetto??? Ma quale dialetto! In Sardegna ci sono mille lingue! Attenzione però a non confondere il sassarese con il sardo, o il barbaricino o l’algherese, idioma quest’ultimo fortemente contaminato dal catalano, anzi in catalano si parla ancora... è lingua protetta, tanto quanto un nuraghe. Una Torre di Babele in pochi metri quadrati circondati dal mare. Mare stupendo. Isola con coste e spiagge incantevoli, a quanto ho potuto leggere e vedere (ahimè non ci sono mai stata!), con scorci e panorami da sogno; ed anche l’interno pare non sia da meno. (Voglia di far le valigie e partire, eh?!?!)
Proprio nel periodo in cui è ambientato il romanzo, nasce il Consorzio Costa Smeralda; nasce sul territorio costiero settentrionale costituito dalle rocce chiamate dai sassaresi Monti di Mola, zona impervia, ostile, arida, infruttuosa, ma che ben presto diventerà, grazie alla lungimiranza e all’intraprendenza di persone con capitali da investire e quant’altro (un po’ subdoli, se vogliamo, e profittatori di gente semplice, onesta e, ahiloro, ignorante, quindi sprovveduta), ciò che oggi tutti conoscono per fama ed esclusività. Roba da ricchi, insomma... E tutto questo buona parte ha nella storia.
Questo romanzo non è quindi solo un giallo, peraltro scritto semplicemente molto bene e altrettanto bene costruito (anche se poi non è così difficile arrivare alla soluzione), ma è anche un almanacco, un album fotografico, un giornale di moda e cucina, una guida illustrata, una rivista, uno spaccato di vita passata; se non della vostra, almeno della mia.
Promosso!
P.S.: ho adorato il personaggio di Caterina, un diavolo di ragazza!
E con questo, ho finito il mio 1° Giro d’Italia attraverso l’ambientazione di 20 libri 📚 Bene... a breve ripartirò con il 2°... e saranno altre 20 belle (spero) letture. Sono pronta! 🧳
🇮🇹 1° Giro d’Italia in 20 libri: Sardegna 🔠 RC 2019 - Alphabet Autori = Z 🤔 RC 2019 - Esimio sconosciuto
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A giudicare dalla copertina (carina e azzeccata, ma un po' naif) non mi ero fatta molte illusioni riguardo a questo giallo e anche riguardo a tutta la serie; invece, sono contentissima di averlo letto e voglio continuare a seguire le indagini del Tenente Roversi, bolognese trasferito a Sassari (l'esatto contrario di Zucca, che invece è un sassarese trasferito a Bologna). Siamo agli inizi degli anni '60 del secolo scorso; la RAI ha appena annunciato la nascita del secondo canale, la tecnologia è ancora un'antenata preistorica di quella che siamo abituati a utilizzare adesso. Non tutti hanno il telefono in casa, pensate un po'. E ancora non esiste la "favola turistica" della Costa Smeralda, che sarà proprio al centro dell'indagine, un movente per un omicidio. La parte gialla, volendo, è anche piuttosto banale, ma tutta la storia di contorno è gradevole, soprattutto pensando che si tratta di un giallo storico. E la passione per Tex Willer di Roversi e di Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, che è uno dei coprotagonisti del romanzo assieme a tutta la sua famiglia - governante compresa - rende la lettura ancora più accattivante.
Prima vicenda di una serie che si rivela decisamente piacevole e ben scritta, ambientata nella Sardegna degli anni ’60. Avendo già letto i successivi mi è piaciuto molto conoscere l’avvio della storia e di come sia nata l’amicizia e la collaborazione tra il tenente Giorgio Roversi e Luigi Gualandi che segnerà anche tutte le vicende future. Consiglio per chi si appresta a leggere la serie: seguite l’ordine dei libri perché ne guadagnano le storie e sarete in grado di apprezzarle maggiormente, io ho sbagliato a leggere le successive prima di questo libro.
É un giallo piuttosto tranquillo, un po' prevedibile e semplice ma in questo momento me lo sono goduto. Il tenente lo trovo insopportabile, gli altri personaggi sono più piacevoli. I migliori sicuramente Giovannino e Argo, veri eroi di questa storia
Ci sono momenti dove ogni attimo sembra già scritto da chissà quale mano e ci sono libri che hanno la loro tempistica e il loro momento. Il mistero di Abbacuada esce oggi, 15 Giugno, e nessun momento credo che sia stato più perfetto. La lettura di questo libro, di questa avventura iniziale, ci aiuta a dimenticare il caldo e il sole rovente di queste giornate. Il mistero di Abbacuada ci permette di viaggiare tra le pagine e di incitare i protagonisti ad andare avanti e a capire cosa succede, fino a quando, verso l'ultima pagina, ci renderemo conto che purtroppo l'avventura è già finita, lasciandoci un sorriso dolce e amaro.
Provate a chiudere gli occhi e immaginate la bella Sardegna, l'odore del mare a pochi chilometri da voi, un sole caldo, ma non troppo grazie all'aria del vento e un tenente dei carabinieri appena trasferito dalla bella Bologna. Già dalle prime pagine iniziamo a conoscere il nostro protagonista, un uomo dal carattere complesso, a tratti ombroso, deluso dal suo passato, a tratti rassegnato dalla vita per le esperienze passate, ma un attento osservatore su ogni minimo dettaglio.
E' da una piccola briciola, dalla lettura di un giornalino che, il nostro protagonista tenente fa la conoscenza di Gualandi, un uomo che pagina dopo pagina sarà sempre presente. Gualandi è anch'esso attento ai dettagli, cerca già inizialmente di aiutare il bel bolognese ad integrarsi nella città provinciale che è Sassari e a dargli modo di sentirsi a casa, nonostante la differenza che una città grande come Bologna possa avere.
Un bolognese appena trasferito a Sassari non passa di certo inosservato e l'autore ci narra la storia con attenti e minuziosi dettagli, come un pittore attento alla sua tela, ogni colore si mescola in tratti unici e originali.
Ovunque voi siate, leggendo questo libro, vi troverete immediatamente catapultati lì in quell'isola, pronti a partire insieme ai nostri protagonisti.
Andando avanti nella lettura ci immergiamo negli altri protagonisti della storia immersi nelle loro azioni quotidiane, vecchi amici che si ritrovano al bar a parlare dei nuovi eventi e pronti a dare il benvenuto al nuovo forestiero. Per il nostro protagonista Roversi, ambientarsi in una città nuova e forse troppo tranquilla non è difficile, eppure se all'inizio tutto sembrava troppo tranquillo, le cose cambiano nel momento in cui Gualandi si ritrova di fronte ad un uomo disteso per terra, morto e non di certo per vie naturali, almeno da ciò che la vista mostra.
Può essere l'inferno sceso in terra? Come può un omicidio prender piede nella valle delle Magnolie, dove tutto era sempre stato così tranquillo? L'autore pagina dopo pagina diventa lo sceneggiatore di un film, dove se all'inizio sembrava solo un omicidio, in realtà quello che segue non è di certo solo un giallo.
Ho provato a chiedere in giro a qualche collega, ma vengono tutti da fuori, come me, e nessuno ha saputo dirmi nulla, se non un vago accenno alla possibilità che c'entri qualcosa il codice barbaricino, quello di cui lei mi ha parlato. Però da qui a capire cosa possa essere passato per la testa dell'assassino e perché abbia mutilato proprio l'orecchio, per me c'è un abisso che non sono in grado di colmare da solo.
Con abile maestria l'autore ci accompagna in una lettura molto gradevole, che mescola il mistero e gli intrighi con vecchie e autentiche tradizioni sarde, dove anche per i meno esperti, la scrittura chiara ed eloquente ci aiuta a comprenderle in maniera quasi immediata. Andando avanti riga dopo riga, la storia prende sempre più piede ed è facilmente intuibile come il nostro tempo sembrerà fermo di fronte alla voglia di scoprire la soluzione.
Se a prima vista Il mistero di Abbacuada può sembrare un giallo dai tratti nostrani, in realtà questo libro va oltre a tutto questo mostrandoci un ritorno alla terra, alle origini, mostrandoci tradizioni antiche e mai dimenticate. Il mistero di Abbacuada ci aiuta ad abbandonare i ritmi frenetici della città seppur solo per il tempo della lettura.
L'autore diventa un abile burattinaio pronto a farci muovere con fili d'argento. Come nei più grandi thriller e gialli di tutti i tempi, le nostre certezze diverranno pura polvere tra le dita qualche pagina più avanti.
Nulla è in realtà come appare e a quanto o a cosa la disperazione può portare? Il ritmo sempre più incalzante ci dona la possibilità di finirne la lettura in meno di una giornata, è per questo che il mistero di Abbacuada diviene il libro per l'estate, quel libro intelligente, adrenalinico, misterioso e a tratti oscuro, seppur sempre leggero e ironico al tempo stesso.
Una prima avventura che vi terrà svegli fino all'ultima pagina.
Ricetta per scrivere un nuovo libro sulle avventure del tenente Roversi.
Ingredienti: 100 pagine di luoghi comuni sulla Sardegna 50 pagine di banali elementi dei gialli 50 pagine di dialoghi inverosimili e stereotipati 50 pagine di personaggi piatti come un cartonato.
Istruzioni: mischiare tutto per bene in un contenitore di vetro (la plastica assorbe le banalità) e inserire il composto nella testa di un bambino di prima media. Fornire al bambino carta e penna e lasciare che scriva il "romanzo". Leggere con moderazione, soprattutto se si è sardi.
1.5 stelle.
La letteratura sarda offre molto di più, questo era assolutamente non necessario.
Giorgio Roversi è un giovane tenente dei carabienieri, che per motivi disciplinari è stato trasferito dalla sua Bologna nella bucolica Sardegna. Siamo agli inizi degli anni 60, quando ancora la tv era in bianco e nero e due canali erano un gran lusso. Siamo in una terra sconosciuta e tutta da scoprire ma che dà accoglienza a Roversi con un omicidio che sembra a prima vista una vendetta tra vicini. Tutto troppo semplice per il nostro affascinante tenente che con l'aiuto di un ex carabiniere, quel Don Luigi che conosce un po' tutti in città, si metterà sulle tracce del vero assassino.
Atmosfere amarcord e personaggi dal fine intelletto sono i punti forte del romanzo di Gavino Zucca che mi ha conquistata dalle primissime pagine. Immergermi nella routine quotidiana dei protagonisti è stato oltre che divertente molto stimolante per la mia fantasia di lettrice. La storia, scorrevole e ben scritta, si legge con vero piacere, sia per come sono stati caratterizzati gli attori di questa commedia gialla sia perchè l'attenzione non viene mai a calare. E' facilmente intuibile chi sia l'assassino ma questo non ha guastato il sapore della lettura. Un posto speciale nei titoli di coda va sicuramente a Caterina, l'astuta e geniale governante di Villa Flora che forse più di tutti ha lasciato il segno nella prima indagine del tenente Roversi.
E nel complimentarmi con l'autore per il lavoro svolto, posso solo sperare di riuscire presto a leggere una sua nuova avventura in terra sarda.
Un giallo molto classico, una bella storia. L'autore ha uno stile molto semplice che scorre via veloce. Una pecca importante è il mancato uso delle note a margine per le frasi in sardo, per qualcuna c'è la spiegazione, per molte altre no ed è un limite per chi non capisce questa lingua. Comunque queste frasi sono poche e non inficiano la godibilità del libro. Spero in un nuovo capito di questo tenente Roversi.
Ero partito con aspettative non elevatissime e sono invece rimasto piacevolmente sorpreso dallo storia e dalla prosa. Ho già acquistato il secondo libro della serie...
Il tenente Roversi è bolognese ed è stato trasferito in Sardegna (a Sassari) per punizione. Siamo nel 1961, c'è soltanto un canale Rai, non tutti hanno il telefono in casa ed è una regione rurale quella che il tenente si trova di fronte. Roversi fa subito amicizia con il signor Gualandi, ex ufficiale veterinario dell'Arma, che ha sposato una tedesca, Brunilde, ha una tenuta, Villa Flora nella valle delle Magnolie, nella quale vivono anche la figlia 19enne Anna, la governante Caterina e il factotum Michele, che sono quasi di famiglia. E anche il cane Argo, grande amico del maiale Giovannino. L'inappetenza di Giovannino è il primo caso che coinvolge, suo malgrado, il tenente Roversi. Ma subito viene ritrovato il cadavere di un uomo con l'orecchio mozzato nella grotta di Abbacuada (acqua nascosta, una sorgente scomparsa). Sarà una vendetta regolata dal codice barbaricino? O cosa? Il morto è il signor Ferrero che però pare non avere nemici: vedovo, con due figlie sposate e un figlio studente a Roma, ha già provveduto a dividere le sue proprietà tra i suoi eredi; non si capisce quale movente possa aver mosso l'assassino. Si procede a un arresto ma il tenente non ne è del tutto convinto e riesce a posticipare l'archiviazione del caso. Romanzo carino e sicuramente proseguirò a leggere la serie, ma spero che migliori perché non mi ha convinto del tutto: i personaggi mi paiono in qualche modo “difettosi”, anche se non riesco a definire il difetto!
mi è piaciuta davvero tantissimo sia l'atmosfera che come vengono caratterizzati bene i personaggi, sono entrata nel vivo dell' indagine grazie a come è scritto, mi piace come viene spiegato il motivo del suo esilio in Sardegna, di come sia riuscito a farsi tanti amici e anche di come gualandi un ex veterinario dell' arma che è anche un grande possidente lì in Sardegna lo aiuti nell' indagine insieme anche a Michele e Caterina che lavorano per gualandi
ni...un po' lento e la sensazione che il tenete Roversi non abbia tutto il merito, insomma questo Gualandi era decisamente onnipresente. Mi sono comprata un altro suo libro, così per essere sicura che davvero non mi piaccia.
Giallo leggero che si legge rapidamente ambientato in Sardegna all'inizio degli anni Sessanta. Fanno sorridere i numerosi riferimenti culturali e di costume che per chi ha vissuto in quel periodo saranno sicuramente familiari. Niente di trascendentale ma comunque una lettura gradevole.
Storia interessante e ben articolata ambientata in luoghi che non conosco bene, ma che vorrei visitare. Leggerò a breve anche il secondo della serie...voglio anche vedere come si sviluppano i rapporti fra alcuni personaggi
Mi è piaciuta soprattutto l’ambientazione, i personaggi, la scrittura e le indagini “secondarie”. Purtroppo il colpevole era troppo scontato e piuttosto banale. Preferisco altri libri del tenente Roversi!
Questo libro ha un merito di avermi fatto iniziare a leggere e avermi fatto rimanere “attaccata” ad un libro fino a che non l’ho finito! Credo che seguirò le future avventure del tenente Roversi!!
Non è il mio genere, troppo banale, semplice con totale mancanza di ironia e brividi. E poi devo ammettere che non amo il periodo storico degli anni 60
All’inizio un filino lento ma poi va avanti più spedito, verso la fine il colpevole diventa un po’ troppo scontato, infatti non c’è stato il colpo di scena finale.Però dai carino
Eccellente lettura leggere, mi sono piaciuti l'ambiente degli anni '60 e i dialoghi di gentiluomini. Sono davvero interessata nel prossimo libro della serie.