El último apaga la luz es una amplia y cuidada selección de la obra de quien, según Harold Bloom, «es incuestionablemente uno de los mejores poetas de Occidente». El libro abarca desde el inaugural Poemas y antipoemas —que se incluye íntegro— hasta los Discursos de sobremesa, pasando por Canciones rusas, Sermones y prédicas del Cristo de Elqui, Lear, rey & mendigo y Hojas de Parra —que por su centralidad en el proyecto antipoético también se incluye entero—, más algunos poemas dispersos como «Quédate con tu Borges» o el rap de «La Sagrada Familia».
Seleccionados por Matías Rivas, los poemas que conforman esta obra selecta están pensados como el legado esencial de Nicanor Parra, una gran puerta de entrada para quienes no conozcan cabalmente la «antipoesía» y al mismo tiempo la mejor síntesis para todos aquellos que ya la estudian o, simplemente, la leen con renovada pasión.
Nicanor Segundo Parra Sandoval was a Chilean poet and physicist. He was considered one of the most influential poets in the Spanish language of the 20th century, often compared with Pablo Neruda.
Muestra algunas reflexiones vitales muy interesantes y puede parecer ingenioso, sin embargo no me ha resultado muy atractivo porque su estilo en esta antología se inclina hacia lo que él mismo llamó antipoesía, que vendría a ser todo lo contrario de lo que me gusta en la poesía. Es un tono más prosaico, supuestamente sarcástico, cercano al aforismo, sin una especial intensidad simbólica ni lirismo. No es mi estilo, me ha parecido muy aséptico.
«L’errore fu/di credere che la terra era nostra/quando la verità delle cose/è che noi siamo della terra».
“Tutti i mestieri si riducono a uno/ci sono quelli che dicono siamo professori/siamo ambasciatori siamo sarti/e la realtà è che sono sacerdoti/sacerdoti vestiti oppure nudi/sacerdoti malati oppure sani/sacerdoti in atto di servizio/Perfino chi pulisce i tombini/è senza ombra di dubbio un sacerdote/anzi è più sacerdote di chiunque”.
Nicanor Parra se ne è andato pochi anni fa e in molti ancora ne piangono la voce inimitabile e irriverente. Ultimo dei grandi del Novecento, era nato nei sobborghi di Santiago, figlio di un maestro elementare e di una sarta; il padre era anche un geniale musicista e sia Nicanor che la disgraziata e inarrivabile sorella Violeta ne ereditarono l'estro, il ritmo, il sentire verso la materialità del segno, e un orecchio sempre sensibile all'oralità e al suono. Bompiani ha avuto il merito di portare in Italia la prima antologia completa del poeta cileno, creatore dell'antipoesia e ispiratore per diverse generazioni di giovani ribelli appassionati della parola lirica. Nicanor fu fisico e matematico e insegnò per gran parte della vita, specializzandosi prestissimo a Oxford. Privilegia sempre il verso libero, ma a piacere usa anche versi classici come il settenario e l'endecasillabo; la sua opera è antitetica alla tradizione di Mistral, Huidobro e Neruda, respinge i registri alti e aulici e incorpora quotidianità, umiltà, irrazionalità, sarcasmo e black humour tra i suoi versi. Non è un canto di dolore quello di Parra, ma di tavoli e sedie, e feretri, e di una giocosità sempre provocatoria, che inclina la penna nell'interno del lettore, e vi deposita un seme di piccola dedizione e di essenziale demolizione, un organismo sacro e blasfemo, una nota la sua sempre furiosa e concreta, praticata nello spazio prima che nel segno, libera perché opposta all'autorità. Parra usa una lingua creola, nativa, ha un viso azteco, non si risparmia mai e mai risparmia il lettore, mai gli concede tregua. È la sua un'etica primaria, pratica, manuale: di sangue che scorre, di rughe sulla fronte, di diamanti limati. C'è spazio, però, per l'amore, per la ragazza ombrosa che se ne va, per le lacrime senza nome, per i sorrisi alle rondini; ecco il destino pensieroso che accompagna l'uomo d'azione, l'influsso favorevole della notte per l'uomo che non teme nulla al mondo se non la primavera o il suo ricordo. Profondamente avverso a ogni retorica si rivela il testo di Parra. I versi circondano con forza spericolata i luoghi comuni religiosi, lo stile borghese, le convinzioni ormeggiate della società: si produce così in strutture senza forma, mai chiuse, molto tangibili, materiche, e insieme azzardate, sospinte sul vuoto. Nel soggiorno inglese il poeta frequenta Whitman, Pound e Eliot e ne estrae frammenti illogici, illocuzioni, performatività, eversione del canone. Che cos'è l'antipoesia? Rivoluzione, rinnovamento, ricostruzione. Parra cambia prospettiva al ruolo del poeta, si fa marginale e alternativo, grottesco e liquido, con un vitalismo del diavolo, provvisto di infinita carica e motivazione. Il poeta è un uomo come tanti./Un muratore che costruisce un muro:/un costruttore di porte e finestre. La poesia quindi è necessità, è bene primario, è normalità, è urgenza dell'essere umano nel lavoro e nel riposo, si fonda in una lingua immanente e colloquiale, ma raramente rassicurante. Annota con sapienza il curatore Matteo Lefèvre, che nella lirica di Parra il corpo linguistico è esperienza e teatro, diversi io, conversazioni e frasi e evocazioni, collage dissonanti di moltitudini di voci. Un pasticcio di idee, umori, ricordi: i temi che si rintracciano più spesso sono la carnalità, la sessualità, la satira politica e religiosa, la burla sul progresso, l'amore, l'ironia, la malinconia, la riflessione fatale sui mali dell'umano e la rabbiosa invocazione all'inafferrabilità dell'essere. Il discorso poetico punta dunque a una diminuzione del senso, al vivere la vita nella pienezza del suo bagliore.
Ultimo brindisi. “Che lo vogliamo o no/abbiamo solo tre alternative:/ il passato, il presente, il futuro./E in realtà neanche tre/perché come dice il filosofo/il passato è passato/ci appartiene soltanto nel ricordo:/della rosa che è sfiorita ormai/non si possono cogliere più petali./Le carte da giocare/sono soltanto due:/il presente e il giorno del futuro./E in realtà neanche due/perché è un fatto acquisito ormai tra noi/che il presente non dura/se non in quanto diventa passato/e già è alle spalle.../come la gioventù./Alla fine dei conti/ci resta solamente il futuro:/io alzo il mio bicchiere/per questo giorno che non giunge mai/ma che è l'unica cosa/di cui veramente disponiamo”.
Que manera de hacerme sufrir el viejo pelele. La obra misma plantea el ritmo con la que se lee; la urgencia con la que pasan los poemas más absurdos se ve interrumpida con reflexiones sobre la vida, el sexo y el suicidio.
Dato freak, Parra tiene un par de poemas donde se presenta como ecologista.
Irriverente, dissacrante, originale: la poesia per Nicanor Parra deve scardinare le idee comuni, deve scuotere, deve in qualche modo rivoluzionare il modo di vedere le cose.
Si legge nelle presentazione
“Tradotto da Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti, amatissimo dal conterraneo Bolaño, considerato in America “essenziale come Walt Whitman”, vincitore dei principali premi letterari in lingua spagnola, Parra è ancora poco noto al pubblico italiano.”
“Se c’è un poeta latinoamericano che gode di un credito indiscusso per l’originalità, la qualità e la irriverente costanza del suo impegno letterario, questi è senz’altro Nicanor Parra. E proprio irriverenza e umanità, a sentire Harold Bloom, hanno sempre rappresentato le cifre caratterizzanti di questo straordinario autore cileno.”
Ecco alcune delle mie preferite
“LETTERE A UNA SCONOSCIUTA
Quando passeranno gli anni, quando passeranno Gli anni e l’aria avrà scavato un solco Tra la tua anima e la mia; quando passeranno gli anni E io sarò solo un uomo che ha amato, Un essere che si è fermato un istante davanti alle tue labbra, Un pover’uomo stanco di andare per parchi, Dove sarai tu? Dove Sarai, oh figlia dei miei baci!”
“ULTIMO BRINDISI
Che lo vogliamo o no Abbiamo solo tre alternative: Il passato, il presente e il futuro.
E in realtà neanche tre Perché come dice il filosofo Il passato è passato Ci appartiene soltanto nel ricordo: Dalla rosa che è sfiorita ormai Non si possono cogliere più petali.
Le carte da giocare Sono soltanto due: Il presente e il giorno del futuro.
E in realtà neanche due Perché è un fatto acquisito ormai tra noi Che il presente non dura Se non in quanto diventa passato E già è alle spalle... come la gioventù.
Alla fine dei conti Ci resta solamente il futuro: Io alzo il mio bicchiere Per questo giorno che non giunge mai Ma che è l’unica cosa Di cui noi veramente disponiamo.”
“PENSIERI
Che cos’è l’uomo si domanda Pascal: Una potenza ad esponente zero. Nulla se si compara con il tutto Tutto se si compara con il nulla: Nascita più morte: Rumore moltiplicato dal silenzio: Media aritmetica tra il tutto e il nulla.”
La antipoesía es excelente, pero no me enloquece. Reconozco que tanta matemática, sagacidad e ironía continuada me ha llegado a empachar. Una viene de las vacas sagradas, del cliché de la poesía sublime, llena de metáforas, y se encuentra una propuesta tan despojada y ríspida que cuesta acostumbrase. Muchos de los poemas parecen columnas de opinión de un periódico cualquiera.
Al menos Parra es honesto y lo avisa en su "Manifiesto":
Contra la poesía de las nubes Nosotros oponemos La poesía de la tierra firme —Cabeza fría, corazón caliente Somos tierrafirmistas decididos— Contra la poesía de café La poesía de la naturaleza Contra la poesía de salón La poesía de la plaza pública La poesía de la protesta social.
Es algo totalmente nuevo. Vengo leyendo libros de poesía hace rato ya, pero esto es nuevo. Acá siento las ganas de jugar de un tipo que murió teniendo 104 años. Quizás ahi edte el secreto de su longevidad. Se murió jugando!
Ya había leído varios libros de Parra (Poemas y antipoemas, Hojas de Parra, Discursos de sobremesa, Obra gruesa), y algunos poemas sueltos por ahí. Sinceramente, recordaba mucho más aburrido al autor, pero en la lectura de esta antología encontré varias joyas que me hicieron reír por un lado y reflexionar por otro. Creo que hoy en día empatizo más con el autor en su búsqueda de renovar la literatura, o llevarla a sus orígenes. Ahora es mucho más entendible para mí su perspectiva incisiva en contra de la poesía tradicional, y su modus operandi es disfrutable y relajante. Sin duda, este es un muy buen libro para recordar esa poesía irreverente, simple e irónica característica del autor.
“Jóvenes/ Escriban lo que quieran/ En el estilo que les parezca mejor/ Ha pasado demasiada sangre bajo los puentes/ Para seguir creyendo –creo yo/ Que solo se puede seguir un camino:/ En poesía se permite todo.”
"Ensayé una pregunta, fracasé/ Ensaye otra pregunta que extraje del fondo del espíritu/ Fracasé"
"Los poetas bajaron del Olimpo."
"Me da sueño leer mis poesías/ Y sin embargo fueron escritas con sangre.”
“¿Somos hijos del sol o de la tierra? Porque si somos tierra solamente No veo para qué continuamos filmando la película: Pido que se levante la sesión”
Es un libro excelente, para pasar un buen rato con gran contenido pensante. Los antipoemas de Nicanor son así de maravillosos, puedes reflexionar sobre la sociedad y sobre tu vida, por las situaciones vividas por él hace décadas. Te puedes reír de ti mismo, a la vez que te das cuenta de quién eres, de aquellas características propias que te hacen sentir orgulloso y de aquellas que quieres cambiar. Al ser un libro recopilatorio de sus obras logras acercarte al autor en diferentes épocas de su vida, lo que también te muestra como puedes conversar y repensar tu etapa de vida actual con alguien que este viviendo cualquier otra etapa de la vida, lo bonito es compartir y lograr ver las diferentes miradas, que finalmente darán paso a alternativas en la vida. Mi antipoema favorito de siempre es “El hombre imaginario”
Davvero interessante e stimolante questa antologia dell'opera di Parra, importantissimo poeta cileno purtroppo poco noto in Italia (almeno al confronto con Neruda o Mistral). La scelta permette di seguire molto bene l'evoluzione poetica di Parra, dai primi versi degli anni '30 fino alle ultime prove letterarie al finire del secolo, riuscendo ad entrare perfettamente nella sua poesia e nel suo pensiero.
Questo poeta è noto per il concetto di antipoesia , definibile come tutto ciò che si oppone alla poesia tradizionale, un'erosione profonda e consapevole ed insieme un gioco disincantato che frantuma l'integrità dell'io lirico e tutte le sue certezze, che devasta i territori della retorica e dello stile . I suoi versi sono beffardi e provocatori, anti-retorici e sperimentali fino all'estremo di pagine riempite solo di simboli di croci, blasfemi e surreali in un riuscitissimo rimescolamento di attacco alla tradizione, riflessione tragica sulla realtà e ironia apparentemente leggera. Non è quindi un gioco letterario o uno sperimentalismo fine a se stesso, quello di Parra, ma un profondo lavoro di rinnovamento della poesia, sia sul piano del contenuto che della forma. E proprio la forma subisce le modificazioni più profonde e più interessanti: dall'uso di toni piatti, quotidiani, quasi banali alla rottura di metrica o strutture più complesse delle singole parole, all'uso di simboli grafici o schemi di fatture commerciali o strani bilanci numerici.
Molto interessante l'ultima raccolta, preparata per la vittoria del premio Juan Rulfo da parte di Parra che, in sostanza, è una sincera e anti-retorica lode all'opera del grande autore messicano.
No soy un experto en poesía y no pretendo serlo, sólo quiero disfrutarla en mi medida de lo posible. Me caía simpático Nicanor Parra por lo que decía en reportajes, su biografía y su famosa hermana y de un viaje a Chile me traje este libro de souvenir. Lo tuve 3 años en la mesa de luz, entre novelas, cuentos y libros de ciencias sociales, cada tanto lo abría y me ponía a leerlo.
Hay un tono burlón, de bufón contra la autoridad de turno, que recorrió toda su vida. Arranca con las antipoesías, me gusta mucho ese concepto, esa demolición inicial de toda solemnidad porque suele pasarles a muchos que, cada vez que leen un poema, sienten que cada verso tiene que ser transcendente, revolucionario, contener toda la cultura y la sabiduría posible, y Parra va contra eso. Como el ingeniero que conoce todos los mecanismos y desarma y rearma equipos a su gusto, Parra la quita verso a los versos.
Marqué varios poemas a lo largo de esta colección, me gustaron especialmente los de "Hojas de Parra" y el discurso cuando le dieron el Premio Juan Rulfo que está sobre el final.
Después de leer estas 400 páginas me quedo con estos versos que marqué:
Un escribe contra uno mismo Por culpa de los demás
Una recopilación diacrónica de los mejores poemas del prodigio chileno que, junto con la poesía, alternaba también las matemáticas. La función de este escritor será desacralizar al género y bajarlo a la tierra, con una inventio que reside en lo terrenal y en lo metafísico. Una crítica de la poesía elevada, con una calidad literaria extraordinaria y unas metáforas no construidas antes en lengua española. Unos recursos inusuales que impregnan los versos: siglas, alternancia de cultismos y vulgarismos, números, símbolos, etc.
"Yo me haré millonario una noche Gracias a un truco que me permitirá fijar las imágenes En un espejo cóncavo. O convexo.
Me parece que el éxito será completo Cuando logre inventar un ataúd de doble fondo Que permita al cadáver asomarse a otro mundo.
Ya me he quemado bastante las pestañas En esta absurda carrera de caballos En que los jinetes son arrojados de sus cabalgaduras Y van a caer entre los espectadores."
"En aquella época ya eras un hombre de edad, Luego vinieron unas quintas de recreo Que más parecían mataderos de seres humanos: Había que andar casi toda la noche en tranvía Para llegar a ese lugar maldito, A esa letrina cubierta de flores."
"Apasionada hasta el delirio no me daba un instante de tregua, Exigiéndome perentoriamente que besara su boca Y que contestase sin dilación sus necias preguntas, Varias de ellas referentes a la eternidad y a la vida futura, Temas que producían en mí un lamentable estado de ánimo, Zumbidos de oídos, entrecortadas náuseas, desvanecimientos prematuros Que ella sabía aprovechar con ese espíritu práctico que la caracterizaba"
"Caía fatalmente en la trampa del teléfono Que como un abismo atrae a los objetos que lo rodean Y con manos trémulas marcaba ese número maldito Que aún suelo repetir automáticamente mientras duermo. De incertidumbre y de miseria eran aquellos segundos En que yo, como un esqueleto de pie delante de esa mesa del infierno Cubierta de una cretona amarilla, Esperaba una respuesta desde el otro extremo del mundo"
"El mundo moderno es una gran cloaca: Los restaurantes de lujo están atestados de cadáveres digestivos Y de pájaros que vuelan peligrosamente a escasa altura. Esto no es todo: Los hospitales están llenos de impostores, Sin mencionar a los herederos del espíritu que establecen sus colonias en el ano de los recién operados. Los industriales modernos sufren a veces el efecto de la atmósfera envenenada, Junto a las máquinas de tejer suelen caer enfermos del espantoso mal del sueño Que los transforma a la larga en unas especies de ángeles. Niegan la existencia del mundo físico Y se vanaglorian de ser unos pobres hijos del sepulcro. Sin embargo, el mundo ha sido siempre así."
"Aspiremos este perfume enervador y destructor Y vivamos un día más la vida de los elegidos: De sus axilas extrae el hombre la cera necesaria para forjar el rostro de sus ídolos. Y del sexo de la mujer la paja y el barro de sus templos. Por todo lo cual Cultivo un piojo en mi corbata Y sonrío a los imbéciles que bajan de los árboles."
"Señoras y señores: Yo voy a hacer una sola pregunta: ¿Somos hijos del sol o de la tierra? Porque si somos tierra solamente No veo para qué Continuamos filmando la película: Pido que se levante la sesión."
"VIDA DE PERROS El profesor y su vida de perros. La frustración en diferentes planos. La sensación de molestia a los dientes Que produce el sonido de la tiza.
El profesor y la mujer exacta. El profesor y la mujer precisa."
"Las estrellas se juntan alrededor de la tierra Como ranas en torno de una charca A discutir el vuelo de Gagarin.
Ahora sí que la sacamos bien: ¡Un comunista ruso Dando de volteretas en el cielo!
Las estrellas están muertas de rabia Entretanto Yuri Gagarin Amo y señor del sistema solar Se entretiene tirándoles la cola."
"Preferible dormir al aire libre Antes que compartir El lecho de bodas con una tortuga."
"Antes que caiga la noche total Estudiaremos las manchas en la pared: Unas parecen plantas Otras simulan animales mitológicos. Hipogrifos, dragones, salamandras. Pero las más misteriosas de todas Son las que parecen explosiones atómicas."
"LEAR Qué vergüenza más grande Qué humillación para mi virilidad Soy incapaz de contener las lágrimas. Indigna de mis lágrimas!"
Me han gustado las prédicas del Cristo de Elqui, y que espero hacerme con todas algún día. En general todos los poemas (anti)clericales. También me han sorprendido algunos poemas de "Poemas y antipoemas" de los que no tenía recuerdo cuando leí ese libro hace tiempo y que son bastante impactantes. La relación de Parra con las mujeres parece que fue bastante problemática, con sentimientos violentos y turbios. A veces aparecen aquí y allá algunos versos o poemas que parecen misóginos y para los que es complicado hacerse una explicación a diferencia por ejemplo de varios del principio de la antología que parecen bastante explícitos en los autobiográfico. Me gustaría conocer más de su vida entre otras cosas porque, para sacar el tema, podría comprender mejor su relación también problemática con las ideologías políticas. No creo que sea el único escritor latinoamericano del siglo XX de relevancia que haya tenido conflictos y viajes en ese sentido. En muchos poemas se nota también su testarudez y la desdicha de encontrase con un mundo enormemente mezquino. En algunas, contadísimas ocasiones en todo el libro, aparece un poema que rompen con el tono y estilo de autor y se muestra también de particular romántico, optimista o místico (de los malos) como en su poema al mar, recordando su primer viaje con su padre a la playa y que le dejó una impresión profunda. O con alguna mención a "Dios" en que este no es un personaje de su ironía sobre diversas cuestiones. Volviendo a las mujeres, estas debieron causarle tanto sufrimiento como el de no tenerlas. El contacto con ellas no es normalmente lo que se podría llamar una unión plena y satisfecha. También ataques al mundillo, debían de producirle mucha bilis los encuentros sociales. La ironía está en muchos de los poemas, con "personajes/animales/objetos" estratégicos, que parecen de alegoría, y también con giros de final de poema. Eso los puede volver cómicos o de una seriedad diferente. Poemas o versos dedicados a escritores o artistas son pocos. Por ejemplo a su hermana Violeta Parra, o también para Juan Rulfo en su "discurso" de aceptación del FIL (en donde este sale muy bien parado). Qué decir de la soledad. No hace falta colocarla de título para encontrarla en muchos poemas de quien no puede encontrarse con quien se supone que son sus iguales. Este viejo de cara cuadrada sabía escribir poemas con un ritmo que te atrapan de principio de fin.
Según los doctores de la ley este libro no debiera publicarse: La palabra arco iris no aparece en él en ninguna parte, Menos aún la palabra dolor, La palabra torcuato. Sillas y mesas sí que figuran a granel, ¡Ataúdes!, ¡útiles de escritorio! Lo que me llena de orgullo Porque, a mi modo de ver, el cielo se está cayendo a pedazos.
Me tomó tiempo avanzar con este libro porque no todos los días me despertaba con ganas de leer esta poesía juguetona pero compleja y seria en el trasfondo. Finalmente lo terminé y sólo puedo alabar a Parra definitivamente. Esta colección poética, muy bien curada, es un recorrido por la trayectoria del autor, empezando por "poemas y antipoemas" que está incluido en su totalidad, y concluyendo con los poemas de Jesús de Elqui, tantito después de los "discursos de sobremesa" podemos enfrentarnos a un Parra con la totalidad de sus matices; y podemos encontrar también, sus constantes y sus juegos en la manera en la que se aproximaba a su trabajo poético. Leer este libro debe de ser un obligado para cualquier poeta contemporáneo. "Poemas y antipoemas" es un poemario si, pero también es una cátedra sobre lo que debe de ser la poesía moderna: "no hay reglas, hazlas tu". Juega, ríete, diviértete y encuentra esa poesía que nos rodea en la vida cotidiana. Que Parra no se tome en serio la poesía es muy refrescante, ya que en siglos anteriores los poetas y sus poemas eran estas figuras trágicas y divinas que escribían con métrica compleja y con rimas rimbombantes que nadie podía entender. Cuando era niño eso era lo que me vendían como poesía una y otra vez, que era compleja, difícil de entender. Hasta la fecha como un poeta que está empezando me tengo que enfrentar con ese obstáculo en el imaginario: la gente no quiere leer poesía porque no la va a entender. Aunque yo traté de ser jueguetón y narrativo con mis palabras, no se dan una oportunidad porque nos vendieron esa imagen tan dañina del trabajo poético. Ahora estamos aquí, leyendo a Parra, haciendo poemas sobre flatulencias, sobre monjas, sobre cualquier tontera que se le ocurre; y en esos juegos y en esa cotidianidad, el poeta captura con sus palabras los gozos y dolores del vivir día a día. Disfruté mucho también "Discursos sobre mesa" el poema largo que escribió Parra sobre el premio Juan Rulfo que ganó. Brillantez y desfachatez en las mismas proporciones. Si quieres escribir poesía, tienes que leer a Parra. No hay de otra.
Lumen ha publicado esta compilación de los poemas del escritor chileno Nicanor Parra bajo el título El último apaga la luz. Decir "escritor chileno" para definir a Parra, se queda absolutamente corto, porque fue muchas cosas más, y sobre todo un personaje imprescindible de la vida cultural y política de América Latina a través del siglo XX. A mí ha recordado mi adolescencia ya tirando a juventud, los años de la Universidad de La Habana porque Cuba era la meca para todos esos escritores de izquierda y sentíamos una atracción recíproca, ellos por el público cubano y nosotros por su obra, que básicamente era todo a lo que podíamos acceder. En el caso de Parra, no me quejo, fue un privilegio conocer su obra tan temprano, al igual que a otras grandes figuras y grandes intelectuales de America Latina. Sí, era la época de los grandes intelectuales latinoamericanos, término que casi ya no utiliza y creo una especie en extinción. Parra tuvo unos orígenes muy humildes, pero tanto él como su hermana Violeta heredaron de su familia una gran sensibilidad artística y su apego a un arte casi artesanal, nacido de la tierra chilena, de sus tradicionales melodías y forma de decir. Nicanor fue el padre de lo que él mismo llamaba "antipoesía", que reclama un decir llano, directo, sin artificios, plagado de sencillez y palabras simples y cotidianas. También enfocada en temas de la vida común e incluso ajenos a lo que se ha considerado poesía tradicionalmente. Parra sigue siendo un descubrimiento literario, un ave rara que se queda con nosotros, que nos hace reír y reflexionar. La selección de los poemas que estuvo a cargo de Matías Rivas, editor, escritor, poeta y una voz muy influyente en la vida cultural del Chile actual, es muy completa y permite apreciar la obra de Parra en diferentes momentos. Yo agradezco los sentimientos y recuerdos que la lectura de El último apaga la luz me ha traído.
QUÉDATE CON TU BORGES Él te ofrece el recuerdo de una rosa amarilla Vista al anochecer Años antes de que tú nacieras Interesante puchas qué interesante En cambio yo no te prometo nada ni dinero ni sexo ni poesía un yogurt es lo + que podría ofrecerte
Luego de mucho tiempo al fin leo un libro completo de Nicanor Parra. Hasta ahora sólo lo había leído por pedazos, como si agarrara trocitos de pan. Y pues no estoy seguro de cómo clasificarlo. Su poesía es una cosa muy, pero muy particular, su “montaña rusa” como la define en uno de los varios textos. La anti solemnidad, el anti Neruda, el shitposteo antes del internet aplicado a la literatura. Como toda antología, es normal que conecte con unos poemas más que otros. Me pareció curioso que el título más emblemáticos, “Poemas y antipoemas”, no fuera el que más me gustara, sino los que vienen en Hojas de Parra y Obra gruesa, en este último uno de los poemas más bellos de la lengua española, “Defensa de Violeta Parra”. Los que me causaban mucha confusión eran aquellos en los que la voz poética remplazaba otra, como los del Cristo de Elqui, que no sabía que estaban basados en un individuo real. Y muy en especial los poemas donde habla de mujeres, no estoy seguro de hasta qué punto el tono misógino son una puesta en escena (por ejemplo uno de un minero que mata a su esposa y amante con un habla muy rural y que pareciera canción) y hasta qué punto no. Esos me dejaban incómodo. Me gustaría ver una recopilación de su obra gráfica, como leí en un tweet de Antonio Rubio, una especie de protomemes.
con este libro coloco a parra como mi segundo poeta favorito. con hambre de querer leer todas sus publicaciones.
Que decir de parra, como debe ser, investigar su vida luego de leer el libro y darme cuenta de cómo es todo tan conectado a lo que escribe; un poeta de los que ya no se verán nunca más; un hombre que puede navegar entre lo profundo y lo irónico, lo cómico, lo desinteresado.
Los anti poemas de parra deberían leerse como cultura general; y sus poemas tradicionales (aunque de parra nada es tradicional), una pieza de arte. Merecido cara reconocimiento, que un poeta como parra se codera con grandes de su época como Mistral o el pendejo sinvergüenza de neruda, a base de poemas tan irónicos y que buscaba tener el mínimo contacto con lo cómodo, es algo que solo Parra puede.
Destaco (en realidad, algunos de los que más disfruté leer) y recomiendo poemas como lo son:
Es olvido, Autorretrato, Epitafio, Cartas a una desconocida, Madrigal, Solo de piano, El peregrino, Recuerdos de juventud, el túnel, los vicios del mundo moderno, soliloquio del individuo, la montaña rusa, COMPOSICIONES, la poesía terminó conmigo, se me pegó la lengua al paladar, lo que el difunto dijo de sí mismo, último brindis, la fortuna, solo, nieve, aromos, PUSSYKATTEN, adevertencias, padre nuestro, yo pecador, para que veas que no te guardo rencor, defensa de Violeta Parra, cartas del poeta que duerme en una silla, telegramas, me retracto de todo lo dicho…
Y con que siga así puede que me extienda más, porque hay muchos más que podría recomendar.
[Sobre el último poemario: "Calcetines Huachos"] ★★
se puso moderno; escribe sin respeto alguno x la pureza de la gramatika (aunk su caso es más digno pk supongo k en parte refleja tb la pureza de lo chileno) // el atrevido del editor decide llamarlo "sofisticación pop temeraria"
m da la impresión de k a medida que pasa el tiempo por su obra, ahora que he tenido ocasión de leer gran parte de su antología, va perdiendo la facultad de las imágenes para pasar a centrarse más en la transgresión de la forma o incluso de lo político... labor k parece kedar siempre en manos de un viejo macuco. yo, en este caso, me kedo con el primer nicanor, el de los pájaros de aristófanes k cada uno de ellos es un cementerio volante
volviendo a hablar del atrevido del editor, sí encontré un párrafo suyo k me gustaría copiar akí para no perderlo nunca: «solo un genio como nicanor parra es capaz de lograr k leamos poesía con la misma urgencia con que sale un disparo, y que sin notarlo sigamos leyendo sus versos completamente heridos. la bala estalla dentro del lector con una sonrisa, una carcajada o una mueca de perplejidad.» ni tan mal
No estoy hecho para la poesía de Parra. Hay algo que no me deja entrar a ese mundo sencillo y a la vez disparatado. Y eso que me encanta lo disparatado. No caigo en su humor, entiendo sus propuestas pero las rechaza mi organismo. Me gusta su libertad creativa, pero no la comparto.
Leo sus poemas y no logran causarme gran cosa, ni risa. Apenas sentí algo con Sermones y prédicas del Cristo de Elqui. Hay belleza y sentencia en sus versos. Hay desparpajo y por eso quise seguir leyendo. Todo lo anterior me parecía falto de carácter.
No sé si fue el hecho de leer toda esa obra fundamental lo que no me dejó disfrutarlo. Pero siempre que leo poetas es de esa forma. ¿Qué tiene Parra que no me gusta? Eso, de alguna forma, igual es una provocación. Lo que más me gustó, por lo que rescato este libro es el discurso en verso que se aventó al recibir el premio Juan Rulfo. Es palabra viva, desordenada, loca. Maravillosa.
Que grato es encontrarse con una poesía tan particular y tan valiente. Encontré aquí a un autor con un humor oscuro que escribe con inteligencia versos a veces disruptivos otras graciosos y reflexivos. A menudo todo al mismo tiempo. Me hallé principalmente cautivado por su "poemas y antipoemas " que me parecen la joya del autor, aunque también poemas como "manifiesto" y "preguntas y respuestas" me gustaron mucho. Creo que "poemas y antipoemas " es una lectura obligatoria y veo en Parra a un gran representante de la mítica poesía chilena y en general de la hispanoamericana. Sé que este libro será visitado nuevamente.
Nicanor Parra ganó entre otros reconocimientos el premio Cervantes en el 2011.
"Nosotros repudiamos La poesía de gafas obscuras La poesía de capa y espada La poesía de sombrero alón. Propiciamos en cambio La poesía a ojo desnudo La poesía a pecho descubierto La poesía a cabeza desnuda".
La poesía/antipoesía de Nicanor, revolucionaria como él, fue siempre pensada para el pueblo. Para enriquecerlo, para quitarle la idea de que la poesía estaba destinada únicamente a la "burguesía". Parra tiene un lirismo muy particular y supo hacer de la poesía algo muy suyo. Me encanta que se haya permitido experimentar tanto, porque logró cosas bastante interesantes. Me resultó muy grata la lectura.
Con la reciente muerte del antipoeta chileno me dieron ganas de releer parte de su vasta obra. Esta colección incluye las creaciones de Parra, quien no necesariamente se sujetó a las estructuras establecidas de la poesía.
"Poemas y antipoemas" (1954) y "La cueca larga" (1958) son las secciones que más me gustaron.
Como cambios de juego en el fútbol de la banda derecha a la izquierda, Nicanor altera el ritmo para lograr versos más hondos y divertidos. Este libro podría leerlo toda la vida, varias veces. No lo borraré del lector electrónico y si un día me quieren asaltar, les diré que...
Prefiero que me despojen de la vida Antes que perder las letras chilenas Del irreverente vástago de Ñuble Padre de versos y cisnes auténticos.
Estas 473 páginas publicadas por LUMEN tienen un gran "defecto": que se acaban, porque lo genial no debería tener fin, porque les poetas no deberían morir, porque el amor jamás tendría que converger con el adiós.