Ci sono bambine che imparano presto a truccarsi, a sorridere, a essere simpatiche e maliziose. Sognano di fare le miss o le modelle. Hanno mamme disposte a guidare ore e ore nella notte per portarle a sfilare a Pitti bimbo e padri capaci di organizzare tour de force per trovare il vestito adatto a un casting. Sono bambine di quattro, cinque, sei anni che popolano un mondo poco noto, spesso nascosto, che si declina attraverso riviste patinate, cataloghi e pubblicità. Un mondo sommerso che non può superare il metro e trenta di altezza, e che è destinato a farsi perpetuo laboratorio di stereotipi fra promesse di futuro e frustrazioni. Dai centri commerciali del napoletano alle periferie toscane, passando per la riviera romagnola e l’hinterland milanese, Flavia Piccinni ha seguito decine di selezioni, sfilate e concorsi di bellezza. Attraverso un viaggio memorabile nell’infanzia di oggi, Bellissime racconta di baby miss e di madri, di sogni che a volte si trasformano in incubi, di ambizioni e di speranze, svelando come nascono i modelli di comportamento e di gusto che tutti acquisiamo attraverso i media, e di cosa questi modelli di comportamento e di gusto che tutti acquisiamo attraverso i media, e di cosa questi modelli possono produrre sulla nostra pelle e su quella dei più piccoli. Firmando un ritratto toccante e realistico, Flavia Piccinni accende una luce nel mondo delle bambine di oggi che molto avranno a che fare con quello che sarà l’Italia nei prossimi trenta, quaranta, cinquant’anni.
Recensione a cura della pagina instagram pagine_e_inchiostro: Bellissime é un saggio inchiesta della Piccinni, giornalista che indaga il mondo delle aspiranti modelle bambine e di ciò che si trova al di là del mondo patinato del business della bellezza. Bambine costrette a sorridere, a truccarsi, a non crescere, pur di conservare quell’apparente innocenza che tanto il pubblico ama veder sfilare. In un mondo di stereotipi, di promesse, di aspirazioni e di forzature da parte dei loro stessi genitori, le bambine crescono convinte che la bellezza possa regalar loro felicità; ma si trovano a fare i conti molto presto con una realtà ben diversa. La Piccinni indaga cosa nascondono i modelli di gusto e stile che acquisiamo attraverso media e riviste, approfondendo i traumi che possono lasciare sulla pelle dei bambini che ne fanno le spese.
É inquietante notare quanti bambini abbiano alle spalle genitori frustrati che riversano su di loro le loro aspettative e i loro sogni di gloria. Questi genitori finiscono di fatto per rubare l’infanzia ai loro stessi figli, ignari (o meno) del trauma che stanno generando. Il libro diventa lo specchio di una generazione: quella dell’apparenza e della vittoria sopra ogni cosa. Il saggio risulta illuminante anche sui disturbi alimentari e sulle ossessioni fisiche che si sviluppano in soggetti giovanissimi, continuamente obbligati a rientrare in certi parametri. Ecco la retorica dell’apparenza, che in questo mondo fa da padrona: una realtà patinata luccicante, fatta di canoni e immagini vincenti, che in realtà cela ombre.
Ho apprezzato il saggio, seppur più banale rispetto ad altri scritti della Piccinni. Nella mia personale classifica, ho preferito di gran lunga Storia di una scomparsa e Nella s3tta, che ho trovato meno triti e ben più innovativi. Se sapete molto sul tema, preparatevi semplicemente ad un interessante ripasso.
5 stelle per questa analisi interessantissima relativa ad un mondo insidioso: bambine che s partire dai 2 anni vengono portate ai casting, acconciate e vestite da grandi, viene insegnato loro a stare sui tacchi, a muoversi in modo sensuale, ad agire come adulte. Si può perdere l’infanzia già a quella età? Piccole showgirl rischiano di diventare dive senza carattere che non assorbono altri valori oltre alla bellezza, per cui l’intelligenza, la bontà e la simpatica passano in ultimo piano. Mi viene da pensare che le mamme siamo malinconiche ed invidiose per la loro gioventù passata, ma si rischia di rinunciare a ad uno dei periodi più belli della vita in favore di un marketing che richiede loro solo di prestare il loro corpo per aumentare i profitti di grandi aziende. Credo che i genitori non si chiedano abbastanza in quali mani finiscano le foto e non temino lo sguardo di pedofili che purtroppo esistono.
Un'indagine interessantissima sul mondo ai più sconosciuto dei concorsi di bellezza per bambini e dei provini per piccoli attori. È inquietante come i genitori riversino sui propri figli aspettative, frustrazioni e bisogni di gloria che non hanno ottenuto loro. Con i social questo fenomeno aberrante è esploso e chissà se si riuscirà mai ad elaborare una regolamentazione per stabilire l'autodeterminazione dei bambini e il loro diritto ad essere, appunto, bambini.
Una lettura interessante e spinosa che mette in gioco la nostra identità di genere e il rapporto con la bellezza, il riconoscimento e il successo. Recensione completa: http://www.unapsicologaincitta-milano...
Mentre leggevo questo saggio, avevo già ben in mente dei riferimenti culturali, dal cinema alla letteratura, e vederli poi citati nelle pagine a seguire mi ha come riempito degli spazi vuoti. Come se la giornalista fosse sulla mia stessa lunghezza d'onda. Apprezzo molto il lavoro di Flavia Piccinni, perché mette sempre del suo nelle inchieste che porta avanti, mantenendo però chiaro e oggettivo il focus del suo studio. In questo testo vengono riportate numerose testimonianze del mondo dei piccoli, il mondo delle baby star, sia di chi lo vive da dentro come lavoratore sia di chi lo osserva da fuori, come i genitori dei bambini. Vengono citati il film Bellissima di Visconti, Little miss Sunshine, i cartoni animati anni '80-'90, tutti riferimenti che hanno contribuito a creare un preciso modello femminile nella mente dei più piccoli. Il dato sconcertante per me rimane sempre il punto di vista dei genitori fanatici, spesso mamme, che rivedono nei loro figli se stessi e bramano il successo come se fossero loro a ottenerlo. Mi ha ricordato moltissimo il memoir di Jannette McCurdy (Sono contenta che mia mamma è morta) in cui racconta il suo spiacevole percorso nel mondo dell'intrattenimento, con tutte le conseguenze del caso, dovuto per lo più a una madre rigida che la obbligava a partecipare a concorsi, provini, lavori sfiancanti per una minorenne. E la cosa peggiore che le suggeriva era di non mangiare per mantenere il suo aspetto da bambina, cosa che le faceva guadagnare di più. Credo che questo mondo sia come una bolla a parte, delicata e pronta a scoppiare, che possa portare sicuramente tanto giovamento ma si muove in un equilibrio instabile.
Da ricercatore in scienze sociali ho qualche perplessità. Da lettore sono abbastanza contento. L'argomento è molto interessante e visto che il libro contribuisce a portarlo a galla, ne consiglio la lettura.
Per chi vuole entrare nell'oscuro mondo delle baby miss e dei giovani modelli questo è il libro giusto. Alcune parti mi hanno fatto accaponare la pelle ma è stato molto istruttivo e interessante.