A Roma i derby fanno storia; chi c’è stato, giura che sono tra le partite più belle in assoluto. Quando César Gómez ha firmato per passare dal Tenerife all’A.S. Roma, non lo sapeva ancora; soprattutto non poteva sapere che lui stesso sarebbe entrato in “un sogno all’incontrario”. Sei miliardi di ingaggio, quattro anni di contratto, una sola presenza significativa in campionato: il primo dei quattro derby consecutivi persi dalla Roma contro la Lazio nella stagione ’97-’98. Nel terreno fertile dell’ironia romanesca, basta e avanza per entrare nel mito; César Gómez è un’allucinazione, una meteora che si mescola con mille altri ricordi, polemiche, meraviglie, e di voce in voce si trasforma. Dice che un tifoso è andato a Trigoria per fargli l’autografo; che era brasiliano, che l’hanno preso per sbaglio, che giocava nella Lazio; che ha aperto un autosalone sulla Appia. Che non si può pensare a lui senza menzionare Servidei, il secondo difensore centrale in quel derby famigerato, perché “la coppia cià sempre avuto il suo successo dal punto de vista comico”.
César Gómez è stato l’uomo sbagliato al momento sbagliato, ma nel posto giusto, perché solo a Roma poteva diventare una leggenda. E sul filo di questa leggenda laterale, rimbalzano le bufale, le dichiarazioni d’amore per BrunoConti, per Petruzzi, per Totti che nel cuore è ancora sul campo della Romulea; il fastidio per i codici a barre, le scommesse ufficiali e il calciomercato; l’emozione dei momenti memorabili, della fedeltà indiscussa, della collettività rombante, della partecipazione.
Un romanzo corale – comico, sbracato, epico, appassionato – sulle tragedie, sui fenomeni, sul mito: sul calcio italiano.
chevelodicoaffa'? nel libro ci sono tutti i miti, le storie, i personaggi che popolano il mondo romanista. E chi, come me, ha tifato anche i Pivotto ed i Servidei, non può che appassionarsi. Una lettura godereccia.
Per me è un po’ il Febbre a 90’ italiano, uno di quei libri che ti fanno capire cos’è il calcio davvero davvero, e lo fanno con la voce autentica di come viene pensato, magari Hornby lo fa con l’humor inglese, e invece questo 100% Roma, romani e romanisti, dalle leggende di Trigoria agli autosaloni sull’Appia