"Lanark – Una vita in quattro libri" racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali.
Nel quarto e conclusivo capitolo di una delle saghe più celebri del Novecento, l’eroe della storia fa ritorno ad Unthank, la città impossibile che sarà chiamato a salvare: lì perderà un amore, incontrerà il suo stesso autore, rincorrerà un legame inaspettato e sarà inviato in un mondo in sfacelo, le cui rovine inizieranno a cadere con forza sempre più devastante allo scorrere di ogni pagina.
Alasdair James Gray was a Scottish writer and artist. His first novel, Lanark (1981), is seen as a landmark of Scottish fiction. He published novels, short stories, plays, poetry and translations, and wrote on politics and the history of English and Scots literature. His works of fiction combine realism, fantasy, and science fiction with the use of his own typography and illustrations, and won several awards.
He studied at Glasgow School of Art from 1952 to 1957. As well as his book illustrations, he painted portraits and murals. His artwork has been widely exhibited and is in several important collections. Before Lanark, he had plays performed on radio and TV.
His writing style is postmodern and has been compared with those of Franz Kafka, George Orwell, Jorge Luis Borges and Italo Calvino. It often contains extensive footnotes explaining the works that influenced it. His books inspired many younger Scottish writers, including Irvine Welsh, Alan Warner, A.L. Kennedy, Janice Galloway, Chris Kelso and Iain Banks. He was writer-in-residence at the University of Glasgow from 1977 to 1979, and professor of Creative Writing at Glasgow and Strathclyde Universities from 2001 to 2003.
Gray was a civic nationalist and a republican, and wrote supporting socialism and Scottish independence. He popularised the epigram "Work as if you live in the early days of a better nation" (taken from a poem by Canadian poet Dennis Leigh) which was engraved in the Canongate Wall of the Scottish Parliament Building in Edinburgh when it opened in 2004. He lived almost all his life in Glasgow, married twice, and had one son. On his death The Guardian referred to him as "the father figure of the renaissance in Scottish literature and art".
In pratica è una versione scozzese di Neon Genesis Evangelion che incontra Ritratto dell'artista da giovane e tutti gli incubi ideologici e sociali del '900, come Gray stesso dice in una sua intervista. Al posto del robottone c'è un uccello-macchina e al posto del third impact ci sono lo scorrere del tempo sclerotico e il capitalismo. Ne voglio ancora.
Nella deriva da incubo distopico che ha preso la società capitalistica, Gray sbiella il Matrix e nel suo romanzo epico pare di stare in un Paprika sotto psilocybe ideato da un Hideaki Anno socialista & profondamente arrabbiato coi banchieri nasoni(🤪).
Tra grattacieli vuoti, ossessione per il profitto, esseri umani senza speranza rinchiusi in un ospedale sotterraneo kafkianissimo -che diventani draghi corazzati ed esplodono fornendo cibo ed energia all'umanità schiavizzata dai presidenti fantocci della Monsanto-,corporation cospiraziose e un muro di personaggi senza volto alla Pynchon ma vestito meglio, ecco Lanark che cerca il sole in un Unthank nera e glaciale.
Ma poi parte un flashback lungo mezzo libro in cui si racconta, con un'insospettabile sensibilità, la vita di Thaw artista da giovane prima che finisse a giocare nel Milan.
Quindi i volumi vanno da 1 a 4 ma l'ordine dei libri è 3, 1, 2 (interludio), 4 e a 120 pagine dalla fine eccoti una scena meta-Vonnegut-Pirandelliana +elenco degli omaggi dell'autore, che è un magico mix di spoiler e genialità, e che ti spiega tutto cio che serve sapere
Nel quarto e ultimo ritroviamo Lanark nel suo delirante post-vita dominato da un senso di inadeguatezza ed estraneità a tutto quello che gli capita. La confusione in cui Gray getta il suo protagonista (e il lettore) si conferma voluta nel bellissimo capitolo "méta" che troviamo prima nella fine. Come la vita che si propone di raccontare, la lettura è a volte molto faticosa, ma in modo funzionale al messaggio. Armatevi di pazienza perché alla fine tutto avrà un senso (o forse no, ma andrà bene lo stesso).