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Storia di una capinera

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La storia di una novizia che scopre l'irresistibile nascere di un sentimento nuovo, che da dolce e struggente si tramuta a poco a poco in un'incontrollabile e folle passione. Il primo romanzo di Verga di grande successo.

128 pages, Kindle Edition

First published January 1, 1871

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About the author

Giovanni Verga

421 books196 followers
Giovanni Verga was an Italian realist writer, best known for his depictions of life in Sicily, and especially for the short story Cavalleria Rusticana and the novel I Malavoglia.

The first son of Giovanni Battista Catalano Verga and Caterina Di Mauro, Verga was born into a prosperous family of Catania in Sicily. He began writing in his teens, producing the largely unpublished historical novel Amore e Patria (Love and Country); then, although nominally studying law at the University of Catania, he used money his father had given him to publish his I Carbonari della Montagna (The Carbonari of the Mountain) in 1861 and 1862. This was followed by Sulle Lagune (In the Lagoons) in 1863.

Meanwhile, Verga had been serving in the Catania National Guard (1860-64), after which he travelled to Florence several times, settling there in 1869.
He moved to Milan in 1872, where he developed his new approach, characterized by the use of dialogue to develop character, which resulted in his most significant works. In 1880 his story collection Vita dei Campi (Life in the Fields), (including Fantasticheria, La Lupa, and Pentolacchia) most of which were about rural Sicily, came out; it included the Cavalleria Rusticana, which was adapted for the theatre and later the libretto of the Mascagni opera. Verga's short story, "Malaria", was one of the first literary depictions of the disease.

He then embarked on a projected series of five novels, but only completed two, I Malavoglia and Mastro-Don Gesualdo (1889), the latter of which was the last major work of his literary career. Both are widely recognized as masterpieces.
In 1894 Verga moved back to the house he was born in. In 1920 he was elected a senator. He died of a cerebral thrombosis in 1922.

The Teatro Verga in Catania is named after him.

In the book by Silvia Iannello Le immagini e le parole dei Malavoglia (Sovera, Roma, 2008), the author selects some passages of the Giovanni Verga' novel I Malavoglia, adds original comments and Acitrezza' photographic images, and devotes a chapter to the origins, remarks and frames taken from the immortal movie La terra trema (1948) directed by Luchino Visconti.

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1 star
106 (2%)
Displaying 1 - 30 of 268 reviews
Profile Image for Eleonora.
325 reviews62 followers
July 9, 2017
Ho sempre associato Verga alla pesantezza, non so perché, forse qualche ricordo scolastico. Mi sono ricreduta. Ho letto queste pagine in poco, sono volate e ho sentito la protagonista vicinissima.
Profile Image for Antonella Imperiali.
1,265 reviews144 followers
September 23, 2019
Sicilia

Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia...

Ci chiamano le elette perché siamo destinate a divenire spose del Signore: ma il buon Dio non ha forse fatto per tutti queste belle cose? E perché soltanto le sue spose dovrebbero esserne prive?

Vorrei stare tutto il giorno seduta all’ombra dei castagni; vorrei passare le notti a fissare gli occhi nel firmamento.

Ah! vorrei farmi tigre! vorrei essere demonio! vorrei strapparmi a brani queste carni! vorrei avvelenare colla mia disperazione quest’aria! accecare col mio lutto questo sole!...

Perché m’hanno chiusa qui? che ho fatto? che ho fatto? perché quelle grate, questi veli, quei chiavistelli? perché quelle preci lugubri, quelle lampade fioche, quei visi pallidi, spaventevoli, quel buio, quel silenzio? che ho fatto? Dio mio! che ho fatto?
Voglio andarmene! voglio uscire di qui! non voglio più starci! voglio fuggire... Aiutatemi!...


Se avessi potuto, avrei spalancato io stessa quella porta tutta nera con grossi chiavistelli, che si apre soltanto per far entrare delle vittime e che non si ripassa mai più..., per rendere nuovamente la libertà e la vita a Maria.

Ho provato un gran senso di impotenza di fronte a tanto dolore, all’annientamento e alla pazzia che ne è seguita.

Quanta inascoltata sofferenza...

😞😥😢

⛓ RC 2019 - Catena
🇮🇹 Il Giro d’Italia in 20 libri: Sicilia
📚 RC 2019 - Lo scaffale traboccante
Profile Image for Ines.
322 reviews264 followers
December 25, 2018
Commovente ed intenso
Profile Image for Diletta.
18 reviews17 followers
July 1, 2013
"Ci chiamano le elette perché siamo destinate a divenire spose del Signore: ma il buon Dio non ha forse fatto per tutti queste belle cose? E perché soltanto le sue spose dovrebbero esserne prive?"

Ho estratto questo libriccino dalla libreria in un momento piuttosto particolare della mia vita, di "transizione", se vogliamo: quel simpatico lasso di tempo che intercorre tra l'euforico "evvai ho finito gli esami!" e l'afflitto "dannazione, devo scrivere una tesi". Mai mi sarei aspettata, in così poche pagine (appena 120), un abisso che mi avrebbe lasciato un senso di vuoto incolmabile, alla fine, solo come accade coi grandi volumoni.

Storia di una capinera ...beh, innanzitutto non è una storia. No, signori. E' un gigantesco affresco. Un affresco di emozioni, dapprima incerte, colorate, vaporose, poi sempre più intense, cupe, astratte, scarabocchiate da una ragazzina poco più che ventenne, Maria. Una ragazzina che, dopo aver assaporato per pochi giorni la vita al di fuori del convento, è costretta a tornarci per prendere i voti, i voti che destineranno la sua intera esistenza alla clausura. Un fatto che, se prima poteva sembrarle un destino quantomeno accettabile, dopo aver conosciuto l'amore le appare come un'inconcepibile agonia.
Eppure Nino è un ragazzo come tanti altri. Un banale vicino di casa che si invaghisce di Maria quasi per caso, quasi per gioco, del tutto inconscio del suo effetto su di lei, così totalmente ignara della vita. Del tutto inconsapevole di essere diventato l'universo di quella che dice di se stessa: "Io sono meno di una donna, sono una povera monaca" e che non ha nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Siamo degli umili fiorellini avvezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide."

Quando la loro "storia d'amore" - se così si può definire un timido tenersi per mano al chiaro di luna (ah, l'ottocento!) - verrà scoperta, la povera Maria verrà segregata a forza in casa, fino al suo ritorno in convento, ed è qui che ha inizio il suo lento scivolare nell'ossessione e nella follia. Quella che all'inizio era un'ingenua bambina che correva nei campi, dilettandosi ad inseguire farfalle e raccogliere fiori, alla fine è una donna ferita, ossessionata dalla gelosia e consapevole del suo destino ingiusto, della tortura che l'ha portata all'autodistruzione.
L'ironia vuole che il giorno in cui Nino si sposerà con sua sorella, lei prenderà i voti definitivi. La sposa e la monaca, due tipi così diversi di velo. Il suo pesa come un macigno, è testimone di una cerimonia che sa di funerale e che non ha nessuna promessa di amore e di felicità.
E così giorno dopo giorno, il suo corpo e il suo spirito vengono corrosi dal di dentro più che dal di fuori, calandosi spontaneamente in un sepolcro infestato dai fantasmi della mente.
Quelli più pericolosi.


Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
July 31, 2017
Su Verga e il realismo è già stato detto molto se non tutto, e non sono certo io una voce di tale autorevolezza da poter aggiungere qualcosa.
La mia sensazione, comunque, è di aver trovato una splendida prova di conoscenza della psicologia e dei comportamenti umani, pur nella semplicità della storia.
Profile Image for Ilaria_ws.
973 reviews76 followers
September 6, 2021
Una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i giorni.
Storie di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lacrime o di far sentire la sue preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto.
Profile Image for Rosanna .
486 reviews30 followers
February 6, 2021
L'uccelletto chiuso in una gabbia e che se ne lascia morire è in fondo il cuore di una donna sfiorato da Amore e rinchiuso non in una ma in molte gabbie. Per l'epoca, 1869, Amore basta a un cuore puro per essere causa di sensi di colpa e remore, a maggior ragione se si è destinate al convento.
questo romanzo epistolare è in parte autobiografico, certo, ma G. è bravissimo a vederne il tutto, dall'inizio alla tragica conclusione. A quei tempi c'erano solo tragiche conclusioni: il delirio prima, la follia durante, la morte infine a portare sollievo. Ai suoi tempi? Solo? So che ci sono gabbie difficili da aprire dall'interno, gabbie che si 'autoriparano' quando uno o due sbarre si stortano per l'urto.
So che la libertà, qualsiasi cosa questa parola significhi, deve essere fondamento educativo delle giovani generazioni di ogni epoca. Amen. Correndo rischi enormi, ne sono consapevole, ma è necessario e se non mi credete provate ad avere un paio di figli e oltre. Deliro.
ho ritrovato la scrittura meravigliosa e malinconicamente vera di G. e con essa il mio esame di stato d'italiano un secolo fa.
potrei dire di essere ferma a quel tempo e non sbaglierei. Ferma a Maria, all'urgenza del suo sentire , alle sue passeggiate nel castagneto, all'abbaiare felice del cane Vigilante, a Nino che mi porge il braccio e una rosa che appassirà sulle mie labbra. Ferma a un destino ineluttabile.
Potrei, tanta è la forza di questa scrittura.
Poi guardo la mia tortorella in gabbia che non si lascerà morire come la capinera, anzi apre le ali per farsi grande, più grande, e penso che la vedrà volare a Primavera. Forse.
Profile Image for Ermocolle.
472 reviews44 followers
August 6, 2021
" Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia ci guardava con occhio spaventato; si rifuggiva in un angolo della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime. Ma non osava ribellarsi, non osava tentare di rompere il fil di ferro che la teneva carcerata, la povera prigioniera. Eppure i suoi custodi, le volevano bene, cari bambini che si trastullavano col suo dolore e le pagavano la sua malinconia con miche di pane e con parole gentili. La povera capinera cercava di rassegnarsi, la meschinella; non era cattiva; non voleva rimproverarli neanche col suo dolore, poiché tentava di beccare tristamente quel miglio e quelle miche di pane; ma non poteva inghiottirle. Dopo due giorni chinò la testa sotto l'ala e l'indomani fu trovata stecchita nella sua prigione.
Era morta, povera capinera! Eppure il suo scodellino era pieno. Era morta perché in quel corpicino c'era qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete."

Così Verga spiega il titolo del suo romanzo, di ispirazione in parte autobiografica per una vicenda vissuta direttamente da lui e la famiglia.

Una clausura forzata, un sentimento represso e una libertà anelata portano alla morte per consunzione la giovane Maria, rimasta orfana di madre e indirizzata alla vita di monaca di clausura.
Profile Image for Lupurk.
1,103 reviews34 followers
February 11, 2022
(Ri)lettura per un progetto teatrale, a distanza di molti anni dalla prima lettura. Ad essere sincera non ricordavo praticamente niente, quindi sono contenta di questa seconda occasione.
Romanzo straziante, breve ma talmente intenso da fare male. Non sono mai stata una grande "fan" della Chiesa intesa come istituzione, forse non sono nemmeno una grande credente, ma leggere la storia di Maria, costretta (come chissà quante e quanti all'epoca e non solo) ad una vita di clausura e di privazioni, è angosciante. Una giovane che voleva solo vivere e amare, con tanti sogni, idee e progetti e che invece si vede portare via tutto...per cosa?
Profile Image for Lilirose.
581 reviews77 followers
May 19, 2018
La prima parola che mi viene in mente pensando a questo libro è straziante.
La capinera del titolo è Maria, una ragazza mite e piena di gioia di vivere costretta dai suoi famigliari a prendere il velo. Dopo aver assaporato le gioie della libertà e soprattutto quelle di un amore appena sbocciato, sarà costretta a tornare fra le mura del convento. Lì, proprio come un uccellino in gabbia, non troverà né la forza di rassegnarsi né quella di ribellarsi e precipiterà in un abisso di disperazione e follia. La storia è narrata da Maria stessa tramite lettere-flussi di coscienza ad una sua amica, quindi sentiamo con ancor più forza i tormenti del suo animo, gravato da passioni mondane quali la gelosia ed il desiderio e proprio per questo dilaniato dai sensi di colpa. E' una vicenda intensa e dolorosissima, scritta con una prosa talmente vivida ed appassionata che in certi momenti sembra di essere lì a soffrire con la protagonista.
Diversamente dalla sua produzione successiva, in questo romanzo giovanile Verga non sembra avere intenti di denuncia: il focus è tutto sul'interiorità di Maria, la fragile e inerme Maria, che non riesce mai a liberarsi dalla sua condizione di vittima
Avendo già letto le Novelle Rusticane sono stata molto sopresa di trovare qui un Verga così diverso, intimista e direi quasi sentimentale. Una cosa però non è cambiata: il suo grande talento di scrittore.
Profile Image for Chiara.
253 reviews283 followers
December 12, 2016
viscerale e commovente
Mi ha sorpresa enormemente questo Verga ancora acerbo, ancora un po' distante dai toni distaccati e disillusi del verismo puro, spinto alla compassione e alla pietà per una povera vittima di una società assassina di sogni e di speranze (sì, perché per come la vedo io, Maria è stata assassinata dai suoi stessi cari, complice un po' la sua mancata ribellione e il suo docile servilismo, ma comunque rimane sempre una vittima). Un po' esagerato lo struggente senso di drammaticità, ma nell'insieme, sarò sincera, la storia di questa povera suora mi ha commossa un sacco.
Profile Image for Oziel Bispo.
537 reviews85 followers
September 20, 2020
Uma grande epidemia de cólera atinge a Sicília na Itália , e as noviças de um convento por precaução retornam às suas famílias. Dentre elas uma garota de 20 anos, Maria, que desde sua infância vivera em um convento , não por sua vontade, mas de seu pai e de sua madrasta. Maria fica encantada com sua liberdade,com o ar puro, com as campinas verdejantes, com a pequena casinha, numa pequena vila, que seu pai fora morar fugindo também da epidemia .Ao contrário do convento onde tudo é solidão, Silêncio.
A história se passa em forma de cartas que ela escreve a sua amiga Mariana uma amiga dos tempos de convento que é a única que sabe todos os seus segredos. Contudo a liberdade tem seu preço. Ela se apaixona perdidamente por Nino , um vizinho da família e um sentimento de culpa cai sobre seu ser...um sentimento de culpa de estar traindo à Deus..Tudo o que ela quer agora é voltar para o convento , fugir dessa liberdade que a sufoca. "Querría retornar a las santas paredes del convento. Postrarme de hinojos ante el coro: abrazarme de los Pies del Salvador; besarte, y escondiendo mi faz en tu seno, desahogarme de las lágrimas que me oprimen el corazón."
A epidemia, porém, chega ao fim e Maria deve voltar ao convento. Afinal, ela acredita que seu destino pertence a Deus. Mas tudo piora ainda mais porque seu amado , que ela venera , adora , casa-se com sua irmã. Agora em diante é só sofrimento. ...arrependimentos .Adoece fica a beira da loucura. Delira. Conseguirá ela restabelecer sua comunhão com Deus ou sua loucura , seu sentimento de culpa a levará à morte?
O livro é extremamente depressivo , melancólico , com narrativas exageradamente dramáticas : "Mariana! ¡Mariana!... ¡yo lo amo! ¡lo amo! ¡Piedad! ¡piedad para mí! ¡No me desdeñes! ¡soy asaz infeliz! ¡perdóname!
¡Dios mío! ¿Por qué este castigo tan severo?
Blasfemo. ¡Oh, mi Dios!... ¡Cuánto he llorado! ¡Oh, Dios mío!... ¿Habrá alguna mujer más desventurada que yo?.."
Contudo não posso negar que o livro é envolvente nos prende até o último segundo.
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews336 followers
March 15, 2015
C’è una grandissima differenza tra questo scritto giovanile di Verga e la sua successiva e più matura produzione. Lo stile e il modo di esprimersi sono assai lontani da quello cui ci abituerà in seguito. Tuttavia, “Storia di una capinera” tratteggia già, con il personaggio di Maria, uno di quei “vinti” che lo renderanno famoso.

Maria, il lettore lo percepisce da subito, è destinata alla sconfitta. Non è ancora un personaggio “vero”, ma ci va parecchio vicino. E’ per questo, a mio modesto avviso, che lo si legge ancor oggi con piacere, nonostante il finale melodrammatico, le similitudini ingenue, l’esasperazione di sentimenti e l’esagerazione dei comportamenti. Il contorno è eccessivo, ma non lo è la persona in sé, che vive un dramma concreto e tormentoso.

Poco appropriati, direi, i confronti che sono stati fatti tra questa fragile figura con quella di Marianna de Leyva, la famosa Monaca di Monza del Manzoni (ma anche nella realtà). A parte la costrizione a prendere il velo, nulla le accumuna. La nobile lombarda è sempre stata conscia, sia pur nella sua sventurata sorte, della sua superiorità sociale. E’ stata vittima anche lei, certo, ma, per così dire, una vittima di lusso, che ha comunque imposto, sino a che le è stato possibile, la sua volontà.

Maria no. Maria non solo viene privata di qualsiasi normale aspirazione, ma persino condannata a sentirsi colpevole per il solo fatto di provare dei sentimenti diversi da quelli che da lei ci si aspettava.

Poi, ripeto, in questo caso Verga non è stato in grado di creare un personaggio credibile. Ma le basi ci sono tutte.
Profile Image for Nadia.
737 reviews186 followers
December 8, 2020
Nonostante sia scritto in maniera impeccabile e il tema interessante, non sono riuscita assolutamente ad entrare in empatia con la protagonista: troppo martire e lagnosa, si lascia trasportare dagli eventi senza lottare, fino all'epilogo un po' troppo melodrammatico.
2 stelle e 1/2

Profile Image for Chequers.
597 reviews35 followers
August 18, 2022
Drammone di altri tempi ma ben strutturato e recitato benissimo
Profile Image for Laura.
875 reviews78 followers
October 18, 2014
Mi sono innamorata di questo breve romanzo e mi risulta difficile capire chi afferma di trovarlo "pesante".
Penso che la bellezza di questo libro sia tutta nella forma epistolare, che ti fa comprendere i dolori, i turbamenti e le rinunce della giovane novizia, Maria, il cui destino è già stato deciso.
È un racconto struggente quello di Maria, e impossibile è l'amore che prova verso Nino.
Un romanzo triste e che ti lascia con l'amaro in bocca, ma decisamente bellissimo.
Profile Image for Giuliana Matarrese.
142 reviews199 followers
November 19, 2023
Se volete piangere ma anche indignarvi molto per la condizione femminile dei primi del novecento, here’s to you un capolavoro che dovrebbero far leggere nelle scuole ❤️
Profile Image for Alba.
51 reviews5 followers
May 11, 2023
Non c'è bisogno di una recensione per ricordare la grandezza del Verga.
Struggente, disperato e devastante. Bellissimo.
Profile Image for Big Dreamer.
220 reviews28 followers
March 25, 2019
Storia di una capinera è un piccolo libricino di pocopiù di 100 pagine, in cui sono raccolte le lettere che Maria scrive all'amica Marianna nel periodo che trascorre in campagna (dopo essere stata costretta a lasciare momentaneamente il convento a causa dell'epidemia di colera che imperversa a Catania) e nei primi mesi passati da novizia e suora al suo rientro in convento. Sebbene descriva un'atroce sofferenza provata a causa delle pene d'amore, il suo non agire non è giustificabile nemmeno nel 1855. Quando si Non agisce, si lascia trasportare dagli eventi e si lamenta che le cose non vadano come vuole lei. Non prende una sola decisione di sua iniziativa, nemmeno quella di farsi suora. Lo fa solo perché ormai aveva iniziato quel percorso non ha il coraggio di ammettere che non è la vita che vuole fare. E' decisamente snervante
Profile Image for Vito.
186 reviews12 followers
March 9, 2011
Data la mia scarsa confidenza con i classici, soprattutto italiani, temevo di imbattermi in un "mattoncino" illeggibile, e invece ho scoperto una lettura piacevole e scorrevolissima: mi sono lasciato coinvolgere sin dalle prime pagine e andando avanti ho gioito e sofferto sempre più con Maria, odiando i suoi carcerieri al posto suo.
Profile Image for Peppe Castro.
28 reviews
March 31, 2021
Un racconto epistolare rivolta alla sua amica Marianna, il lettore si ritrova ad essere un osservatore, ma non uno qualunque, proprio Marianna. Un Verga sentimentale, quasi introspettivo, che tramite la figura di Maria commuove e appassiona. Dalla passione per il mondo descritte nelle prime lettere fino al graduale cedimento dei suoi sentimenti e alla morte, una morte per passione, per amore.
Profile Image for Manuela Rotasperti.
480 reviews15 followers
November 30, 2022
"𝔼𝕣𝕒 𝕞𝕠𝕣𝕥𝕒, 𝕡𝕠𝕧𝕖𝕣𝕒 𝕔𝕒𝕡𝕚𝕟𝕖𝕣𝕒! 𝔼𝕡𝕡𝕦𝕣𝕖 𝕚𝕝 𝕤𝕦𝕠 𝕤𝕔𝕠𝕕𝕖𝕝𝕝𝕚𝕟𝕠 𝕖𝕣𝕒 𝕡𝕚𝕖𝕟𝕠. 𝔼𝕣𝕒 𝕞𝕠𝕣𝕥𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕔𝕙é 𝕚𝕟 𝕢𝕦𝕖𝕝 𝕔𝕠𝕣𝕡𝕚𝕔𝕚𝕟𝕠 𝕔'𝕖𝕣𝕒 𝕢𝕦𝕒𝕝𝕔𝕙𝕖 𝕔𝕠𝕤𝕒 𝕔𝕙𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕟𝕦𝕥𝕣𝕚𝕧𝕒 𝕤𝕠𝕝𝕥𝕒𝕟𝕥𝕠 𝕕𝕚 𝕞𝕚𝕘𝕝𝕚𝕠, 𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕤𝕠𝕗𝕗𝕣𝕚𝕧𝕒 𝕢𝕦𝕒𝕝𝕔𝕙𝕖 𝕔𝕠𝕤𝕒 𝕠𝕝𝕥𝕣𝕖 𝕝𝕒 𝕗𝕒𝕞𝕖 𝕖 𝕝𝕒 𝕤𝕖𝕥𝕖."

Maria è un'educanda che fin dall'età di 7 anni, in seguito alla morte della madre, viene messa in convento dal padre, di umili origini, perché quest'ultimo non può provvedere al suo sostentamento. In seguito all'epidemia di colera che scoppia a Catania nel 1854, Maria viene mandata a casa dai parenti, che si trovano nella casa di campagna, sulle colline, tra le vigne, con vista sull'Etna. Maria riscopre la libertà e la bellezza di ciò che la circonda ed inizia a provare un sentimento d'amore che la tormenterà al suo rientro in convento.

È il primo romanzo di Giovanni Verga: un libro drammatico, straziante, doloroso. Già nel prologo viene magistralmente spiegato il titolo: la giovane protagonista, costretta in convento contro la sua vocazione, viene paragonata ad una capinera chiusa in gabbia, talmente triste e malaticcia da non cantare, da chiudere la propria testolina sotto l'ala e lasciarsi morire di dolore. Una similitudine che calza a pennello! Il romanzo si presenta nella forma epistolare: Maria scrive numerose lettere all'amica Marianna, sua compagna in convento. La voce narrante in prima persona riesce a trasmettere l'immenso dolore, l'angoscia, il malessere, la grande tristezza che pervadono la protagonista. Netta e forte è l'antitesi tra la prigionia e la ristrettezza del convento e l'aria, la luce, la libertà e la bellezza del mondo che sta fuori: Maria, uscita dal convento, si sente come un cieco che riacquista la vista. Il paesaggio e la natura vengono descritti in tutti i loro suoni e sembrano adattarsi all'umore della futura monaca: quando Maria è felice anche gli uccellini cantano e la natura si risveglia; la stagione invernale si associa invece all'inverno della sua anima. Maria manifesta tutta la sua solitudine e la sua impotenza nel poter cambiare una decisione che le viene imposta dall'alto ed a poco valgono i legami affettivi che riscopre nella sua permanenza a casa. A mettere i bastoni tra le ruote è soprattutto la matrigna, che non smentisce i cliché legati a questa figura. Maria suscita tanta tenerezza, ma anche tanta pena... e rabbia: più volte ci si ritrova, durante la lettura, ad esortarla a ribellarsi, a fuggire e a chiedersi perché non lo faccia. Alla fine inevitabile è la domanda: ma si può impazzire e morire per amore? La scrittura di Verga, per quanto faccia uso di termini ormai desueti, risulta molto scorrevole ed incisiva: il libro trasuda i sentimenti della protagonista, in tutta la loro potenza ed irruenza. Una storia che fa rabbrividire, soprattutto se si pensa a quanto possa essere reale nella realtà storica che le appartiene. Una rilettura che ho affrontato con piacere e che già mi aveva scosso ai tempi della mia gioventù. Tuttora mi sconvolge e suscita la mia totale empatia per Maria. Consiglio anche la visione della trasposizione cinematografica: ai tempi avevo pianto ininterrottamente per tutto il secondo tempo... Un piccolo ma potente libro che merita di essere letto.
Profile Image for sim ✪.
220 reviews5 followers
February 28, 2025
Potremmo dire anche "I dolori della giovane Maria"? La forma epistolare e l'amore velenoso accomunano il romanzo di Verga a quello di un secolo più vecchio di Goethe. Anche il finale sarà lo stesso?
Profile Image for Ale Bianchi.
2 reviews
January 18, 2025
Libro freddo! Dramma intimo, sentimentale, umano e a volte spinto al limite dell'eccesso!
Epistolario che consiglierei a tutti quei lettori che vogliano capire le varie realtà fredde e nude degli anni passati!
Profile Image for Ily.
521 reviews
May 13, 2018
Sfida di lettura - maggio 2018.

"La primavera è passata ridendo sulla terra senza mandare uno solo dei suoi colori festosi su questo angolo derelitto di pene e di miserie."

La protagonista di questo romanzo, ambientato a Catania nella seconda metà dell'Ottocento, è la giovane Maria, che, a causa dello status di povertà in cui è nata, è suo malgrado costretta a prendere i voti. Veniamo a conoscenza di ciò che le accade soltanto attraverso la corrispondenza unilaterale che ella invia ad una sua amica stretta, fatta di gioie, ansie, rassegnazioni e sul finire deliri di una vita che non ha scelto ma che le viene imposta dai canoni della società dell'epoca. E' innegabile il talento di Verga nel mettere a nudo i tumulti e l'emotività della ragazza, resi vividi e diretti proprio grazie alla sua forma epistolare. Quello che resta è un ricordo malinconico e a tratti claustrofobico.
Profile Image for rufus.
31 reviews
March 14, 2022
Maria è una ragazza costretta dalla famiglia a diventare suora. Con l’arrivo del colera il convento viene temporaneamente chiuso, e fuori dalle mura la giovane riscopre i piaceri della natura e dell’amore, che lei considera come un grave peccato.
Maria racconta tutto ciò che le accade in alcune lettere indirizzate alla sua amica Marianna.
Un libro che fa riflettere sulla condizione della donna ma anche su quanto in passato le scelte familiari influissero sul futuro dei figli.
Mi trattengo dal dare 5 stelle solo per la mancanza di un vero e proprio colpo di scena, ma resta un libro molto bello e molto molto intenso.
Displaying 1 - 30 of 268 reviews

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