Michael ha 13 anni e ama la matematica, perché ha delle regole chiare. Di chiaro c'è ben poco nella sua vita, in cui, dopo l'arresto dei suoi genitori, irrompono assistenti sociali, un'anziana signora, l'affascinante e ribelle figlia del sindaco e infine i suoi genitori affidatari, una coppia di papà. Un romanzo sui tesori nascosti intorno a noi, nelle persone che incontriamo per caso e che diventeranno la nostra vita.
Un libro necessario e delicato, ma soprattutto bello. Necessario perché affronta coraggiosamente e di petto un tema difficile di cui si parla troppo spesso a sproposito; delicato perché lo fa con tatto e attraverso una prosa scorrevole ed evocativa; bello perché coinvolge al punto da far quasi passare in secondo piano il contesto. Non che manchi la vis combattiva, intendiamoci: tutto nel libro porta avanti la sacrosanta battaglia per la parità dei diritti, nello specifico quelli delle famiglie arcobaleno. Ciò che colpisce è la strategia vincente del racconto in prima persona: il libro è anche la storia di Enea e Davide, che prendono in affidamento un tredicenne, osteggiati dall'intero borgo ("Il paese è piccolo e non c'è da fidarsi di nessuno"), ma è soprattutto la storia di Michael, un adolescente con tutto il suo bagaglio di incertezze esistenziali ("Odio non sapere qual è la cosa giusta da fare") che si trova a dover affrontare i tipici problemi della sua età (la scuola, i bulli, il primo amore) cercando contemporaneamente di ritrovare il senso di casa e di famiglia dopo l'arresto dei genitori, coinvolti nel traffico di stupefacenti. La forza del libro sta nel costruire un racconto in cui la lotta per i pari diritti è sia tema di fondo, sia elemento diegetico, eppure non pesa minimamente sull'immedesimazione del lettore. I protagonisti adolescenti infatti non mettono mai in discussione la legittimità del ruolo genitoriale di Enea e Davide: lottano per difenderla proprio perché per loro il concetto di famiglia è un'equazione da risolvere di volta in volta, assegnando a X un valore determinato dalla somma di tutti gli affetti, che ci sia o meno un legame biologico. E Michael, che nella vita si aggrappa alla rassicurante certezza della matematica "che segue delle regole e non cambia mai" ("Molto meglio contare che pensare"), inserisce istintivamente la nuova realtà all'interno della variabile che dà un senso alla sua esistenza e a quella degli altri.
Che delusione. Questo libro aveva praticamente tutto per piacermi, ma più andavo avanti con la lettura, più mi sembrava di avere tra le mani il riassunto di un libro più lungo e articolato e approfondito. La tematica portante - ovvero che non importa da quali figure è composta la famiglia, l'importante è essere amati - è diluita molto all'acqua di rose, con personaggi piuttosto stereotipati e che non affrontano un vero percorso che li porti da un punto A a un punto B. Al protagonista capita una cosa davvero terribile per un ragazzino di 12/13 anni... eppure questa cosa non si sente affatto: l'allontanamento dai genitori, l'essere affidato a due persone diverse pare non inficiare per nulla sulla sua vita. Anzi, una volta che ha trovato la stabilità con la coppia omogenitoriale, chissene frega dei suoi veri genitori. Niente, nessun pensiero, nessun approfondimento. Tutte le cose che avvengono, il passare del tempo, paiono non avere alcuna reale sostanza. Sono eventi che si incasellano uno dietro l'altro solo per arrivare alla soluzione da tarallucci e vino, dove anche l'omofoba più estrema ecco che cambia idea debbotto e si redime. Questa coppia affidataria, poi, che spesso tratta il protagonista come fosse un po' trasparente. Fa tutte cose carine... ma altre volte lo skippa con un "non ho tempo, devo lavorare", quando magari il ragazzino - che ha già problemi a scuola, a causa di tutta la sua situazione - rischia di venire bocciato e ha bisogno di una mano con i compiti.
Non so, davvero mi ha lasciato molta delusione. Il tema principale è molto importante, considerando la situazione attuale che va sempre peggiorando, ma mi è sembrato che fosse tutto troppo sacrificato in favore di una brevità che non ho compreso e lascia tutto fin troppo superficiale. Peccato.
Breve e a volte scarna, quasi didascalica la narrazione. Ma capace comunque di fotografare una realtà possibile. Ipotetica, certo, ma possibile. Per bambini e per adulti mai cresciuti, come me.
Durante l’estate mi sono ripromessa di recuperare alcune delle letture che ho lasciato indietro quest’inverno. Tra queste c’era anche questo splendido libriccino di Grimaldi. Libriccino solo perché breve, non certo perché sciocco, badate bene! Ho detto splendido, e non è la prima volta che resto sorprendentemente incantata da uno Young adult, eppure la bocca mi resta sempre spalancata. Quanto profondo può essere il pensiero di un protagonista ragazzino? Uno che guarda il mondo con gli occhi ancora pieni di speranza, con il naso attento a stelle e farfalle, il passo veloce e lo spirito bisognoso di cure ma soprattutto di attenzioni. Con quella voglia di parlare, di farsi ascoltare e capire. Convinto che il mondo sia nonostante tutto un bel posto, e che se chiami, qualcuno risponderà di certo. Fantastico libro, splendido spaccato di una storia che è in lento divenire, come la vita di chiunque a 13 anni. Niente di certo, definito, immutabile, ma tutto in costruzione. Cosa diventerà la vita di Michael? Chi diventerà da adulto? È ancora tutto da vedere, ma vale la pena sognare e impegnarsi, con tutte le forze. Intorno al ragazzino ci sono due splendidi genitori adottivi, Enea e Davide, una fantastica amica e compagna di scuola, Zoe, una quasi nonna, la signora Guerra, e tante altre meno belle persone. Come nella vita, esistono i buoni e i meno buoni, non è facile come nelle favole capire il bianco e il nero, il bene e il male. Ma Michael è un ragazzino in gamba, tenero, sincero, leale, profondamente buono... Vale la pena conoscerlo più approfonditamente. Leggendo la sua storia. Complimenti a Matteo Grimaldi, autore che non conoscevo.
Questo romanzo ha un solo difetto: presenta le cose come andrebbero se le persone fossero in grado di ascoltarsi e comprendersi. Mi viene da dire che nella realtà non va quasi mai così. Ma è bellissimo il messaggio che una storia per ragazzi riesce a trasmettere: si può fare, ci si può capire, accettare, comprendere e voler bene. Basta guardarsi e ascoltarsi. Personaggi giusti, reali, ben disegnati. Consigliatissimo.
Cosʼè una famiglia? Domanda difficile a cui rispondere, o forse no. Matteo Grimaldi racconta con una dolcezza e una delicatezza uniche le difficoltà ma anche le ironie della vita, le morti e le rinascite di persone tanto normali quanto speciali. In questo racconto si parla di amore, di genitori, di omosessualità, di famiglia, di progetti importanti, di x indelebili per non dimenticare una promessa, di nomi pronunciati male e di infanzie e adolescenze che lasciano il segno. Tutto questo nelle parole inconsapevolmente profonde di un ragazzino che affronta la vita a modo suo, cercando una logica anche in ciò che apparentemente non ne ha. Un libro consigliatissimo da leggere e far leggere a grandi e piccini! “La chiamerei la famiglia x, come lʼincognita di unʼequazione, che non sai quanto vale finché non la risolvi. E io quanto vale lʼho capito eccome: infinito allʼinfinitesima potenza.”
Letto tutto di un fiato e amato dal primo all’ultimo capitolo. È praticamente impossibile non immedesimarsi nelle paure e nelle incertezze di Michael, teenager impavido ma ancora inesperto, che si fa strada tra gli ostacoli che la quotidianità gli propone. De libro ho particolarmente apprezzato il modo in cui Michael impara ad affrontare i problemi e ad evitare di accumularne troppi, con il rischio di essere sull’orlo del fallimento. Consigliatissimo, sia per le tematiche affrontate, sia per la storia narrata.
Sono rimasta veramente colpita dal libro, acquistato durante una presentazione dell'autore. Nonostante faccia parte della narrativa per ragazzi é una lettura piacevole anche per gli adulti che consiglierei soprattutto a chi ancora ha molti pregiudizi.
Mi è piaciuto. Il protagonista affronta un evento della sua vita particolare. Attraverso i suoi occhi ci sono molte opportunità di riflessioni su vari pregiudizi della società. C'è anche una crescita personale che può essere utile a tutti. Una lettura scorrevole e non pesante, nonostante i temi. Consigliato.