Jump to ratings and reviews
Rate this book

La Gloria

Rate this book
La storia di un tradimento compiuto per amore, in intima complicità con la vittima, duemila anni fa. Un romanzo che riflette le contraddizioni, la violenza, il disperato bisogno di trascendenza dei nostri giorni e della nostra generazione.

E se Giuda Iscariota non fosse il peggior traditore che sia mai esistito, ma il più santo tra i santi? Attraverso le pagine de «La gloria» conosciamo un Giuda giovane, forte e coraggioso, che interroga e cerca con impazienza «qualche barlume di rivelazione, segni sottili» che gli indichino la presenza del Messia. Come Giuda, anche Gesù sbaglia, si arrabbia, è umano, e gli apostoli non sono uomini soggiogati dalla fede ma affascinati dall'uomo, dal suo ascendente, dalla speranza che egli sia chi dice di essere, in mezzo a una moltitudine di altri presunti redentori. Giuda è l'uomo che vive per la morte, la propria e quella di Gesù, che lo accoglie con il compito pubblico di tesoriere, ma con quello segreto di tradirlo, quando dovrà compiersi il suo destino. Ciò che afferma è che la morte è l'essenza stessa del Cristianesimo e che «all'origine dei prodigi c'è sempre il male». Giuda compie con il tradimento un ultimo dovere d'amore, pagando con la dannazione un atto per cui era stato predestinato dalle Scritture. Ecco il Giuda di Giuseppe Berto: un martire condannato all'eterna infamia con la sola colpa di essere stato scelto in funzione di un tradimento da compiersi affinché la Gloria di Dio potesse realizzarsi.

208 pages, Paperback

First published September 1, 1978

8 people are currently reading
276 people want to read

About the author

Giuseppe Berto

34 books34 followers
Giuseppe Berto (27 December 1914 – 1 November 1978) was an Italian writer and screenwriter. He is mostly known for his novels Il cielo è rosso (The Sky Is Red) and Il male oscuro.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
91 (41%)
4 stars
72 (32%)
3 stars
46 (20%)
2 stars
7 (3%)
1 star
4 (1%)
Displaying 1 - 30 of 40 reviews
Profile Image for Gabril.
1,043 reviews256 followers
April 10, 2021
Il vangelo secondo Giuda.

“Io sono la tenebra, Gesù. Ma a te, che sei la luce, dagli abissi della mia oscurità continuo a chiedere: nella storia della tua morte, che sarebbe dovuta essere gloria e vittoria sulla morte, io, Giuda, da te segnato come figlio di perdizione, sono stato semplicemente strumento affinché si adempisse una Scrittura, cioè fosse fatta la misteriosa volontà dell’Eterno? O piuttosto: c’era qualcosa che ci accomunava, qualcosa che, visto come sono andate le cose, non si è adempiuto, se non nella conclusione minore che siamo morti tutte e due quasi insieme?“

Profondo mistero e profonda tristezza.
Profile Image for Il Pech.
351 reviews23 followers
October 31, 2024
Se c'è un argomento che mi annoia in fretta è la roba biblica ma Berto, dopo averlo già fatto con depressione e psicanalisi ne Il male oscuro, riesce a rendermi interessante anche Gesù Cristo.
Interessante e mooolto accattivante.
Come sentire un quadro raccontato da Philippe Daverio. O le obbligazioni ipotecarie spiegate da Margot Robbie nella vasca da bagno piena di schiuma in The Wolf of Wall street.

Che poi Jesus non ne esce benissimo, almeno io me lo sono visto come un rappresentante arrogante del Folletto che sa fare i trick con le carte da scala 40 ma li fa solo se ci sono almeno 15 persone a guardarlo. E poi parla impostato strano tipo mago Otelma.

Il romanzo sostanzialmente potrebbe chiamarsi il Vangelo secondo Giuda e proprio Giuda, in prima persona, ci racconta di come lui non abbia tradito nessuno ma abbia semplicemente fatto ciò che Gesù voleva. La storia si doveva compiere, e il nostro protagonista era solo una pedina nelle mani del destino. L'idea è ottima, lo svolgimento anche. Tutte le citazioni dei vari testi sacri si incastrano perfettamente e la scrittura è diretta e davvero godibile.
Berto promosso, di nuovo.
Profile Image for marco renzi.
299 reviews100 followers
August 28, 2017
[Giuda Iscariota C'EST MOI]

Giuseppe Berto, a un certo punto della sua vita, entrò in fissa con i Vangeli; ed è anche vero che cercò sempre, in qualche modo, d'inserire nelle sue opere un sottotesto religioso più o meno ricercato che, già nei primi romanzi, "Il cielo è rosso" e "Le opere di Dio" (non è certo un caso la scelta del titolo), era comunque parecchio presente, sottoforma di un'etica cristiano-caritatevole che non cozzava affatto con la spiccata umanità con la quale il narratore trattava i suoi poveri - e non solo nell'accezione più asettica ed economica del termine - personaggi.

Nella seconda parte della sua carriera di scrittore, con "Il male oscuro" a far da cesura, il tema cominciò a diventare sempre più preponderante: la religione assunse un ruolo centrale anche nelle sue scritture brevi, quegli elzeviri nei quali il Nostro si dimostrò un grande (ma, come di consueto, mai troppo osannato) maestro; inoltre, si servì in principio del teatro ("La passione secondo noi stessi") per sviluppare l'argomento evangelico, concentrando il tutto sulla Passione di Cristo e sul ruolo centrale ricoperto da Giuda.

Del resto, non poteva essere che l'apostolo Giuda Iscariota l'ideale alter-ego di un autore controverso ed emarginato dai salotti intellettuali dell'epoca qual era Giuseppe Berto, che si serve del suo sguardo per "La gloria", sua personale riscrittura del Vangelo, suo ultimo romanzo nonché testamento letterario, spirituale e morale.

In sostanza, trattasi di un vero e proprio Vangelo secondo Giuda, nel quale la figura del traditore per antonomasia si fa voce narrante d'intensa umanità, fondendosi con gli occhi divertiti e graffianti dell'autore veneto, che qui si tramuta in tutti i sensi in questo personaggio, reinterpretandolo in una chiave del tutto nuova, mostrando al lettore la sua storia, i suoi sentimenti, il suo animo, le sue ragioni. Lo riabilita, si potrebbe dire, ma secondo me Berto avrebbe detto che in fondo non c'era nulla da riabilitare, visto che non parliamo in alcun modo di un libro "revisionista".

Non poteva che finire in grandezza la parabola letteraria di Giuseppe Berto; qui, al culmine del rigore stilistico, riesce a sintetizzare in un testo tanto breve quanto denso tutti i passaggi e i punti fermi essenziali della sua poetica: psicologia, religione, riflessione politica, sociale e morale, sguardo umano, ironia, il pensiero sempre e comunque libero e indipendente.
Profile Image for ferrigno.
552 reviews110 followers
March 3, 2014
Berto ha creato un originalissimo Giuda dubbioso e tormentato, che cita Qohelet ma cerca qualcosa di più del terreno godimento: la verità con la maiuscola. Il suo è un Giuda che segue Gesù per amore, sconvolto da una passione carnale e spirituale insieme, da basso medioevo.
Ma l'amore non lo acceca affatto: questo è un Giuda colto e scettico che valuta criticamente ogni parola di Gesù, ogni gesto, ogni scatto d'ira, pur raccontandone anche la bellezza, la maestà e il carisma.

È sorprendente quanto Berto riesca a rimanere aderente ai testi e a farne esplodere le incongruenze, facendone tesoro. Le contraddizioni sono in qualche modo il grande protagonista del romanzo: esse corrispondono all'umanità di Gesù, che spesso sembra confuso, incerto, impaurito, pur sapendo che tutto è deciso, compreso il tradimento per amore di Giuda.
Profile Image for Paolo.
162 reviews194 followers
June 15, 2021
Solo Giuseppe Berto poteva avere la spudoratezza di scrivere su un simile argomento ed in questa maniera....
May 27, 2020
Lo scappato di casa e il figlio dei fiori

A conti fatti nella classifica dei bestemmiati Giuda occupa il quarto posto e a volte addirittura viene usato come eufemismo per non nominare i tre in pole position. Un successo vista la comparsata che gli riservano i sacri testi.
Se il vangelo fosse una spy story, infatti, con Giuda nella parte della spia sarebbe stato un flop. Personaggio liquidato in poche righe dai quattro evangelisti per la necessità di un capro espiatorio in carne e ossa nella creazione di un mito: la sola persecuzione a scopo politico è roba che riguarda la storia ma non le religioni.


Chi sceglie, Berto, come narratore esclusivo della vita di Gesù? Naturalmente Giovanni, il più mistico, involuto e visionario al limite della dissociazione schizofrenica dei quattro evangelisti, anche se ci mette il pepe del malo carattere che Cristo ha nel vangelo di Matteo: incazzuso e sibillino e tanto figlio dei fiori:



Giuda,invece, è uno scappato di casa, che si lascia alle spalle la bella vita borghese per entrare in clandestinità con gli Zeloti e abbattere il potere degli imperialisti romani.
Ma il ragazzo la lotta armata la vuole hic et nunc e i compagni tergiversano, aspettano il momento opportuno e poi ce ne fosse uno con il carisma del capo, per Giuda! e ci vuole.
Li lascia e vaga di qua e là fino a quando si imbatte in quel pazzo scatenato che è il Battista. Si ferma a osservarlo da lontano e, nel mentre, gli appare un giovane bello, capellone, vestito informale e per di più con un gran seguito. Questo sì che ci sa fare!
Niente niente è il messia della Bibbia? E comincia a seguirlo. Quello che dice non gli è chiarissimo ma la Gloria di cui parla non può essere che la vittoria sugli odiati invasori. Che altro può essere?

Con Gesù è tutto un gioco di sguardi: non gli rivolge mai la parola, lo lascia indietro ma non lo abbandona con lo sguardo. Giuda comincia a sospettare, però, che il Messia non solo non abbia in mente nessuna rivoluzione ma che lo guardi come il predestinato della Bibbia, quello che l’avrebbe tradito: bene, sta al gioco.
Lo segue per tre anni ma rimane isolato nel gruppo. Non riesce a legare con quei lecchini che non capiscono una parola di quello che Gesù dice ma credono che sia il figlio di Dio nonostante “il figlio” continui a negare.
Negare…dice e non dice in effetti. Comunque è Pasqua e a Gerusalemme una frotta segue il predicatore: migliore occasione di questa? Ma Gesù fa lo gnorri e per giunta in una cena, in una taverna tre stelle, l’accusa di tradimento.

A questo punto il poveretto perde il lume della ragione: forza gli eventi e lo denuncia, sicuro che il popolo insorgerà se verrà arrestato durante la sacra festa e il benedetto Messia finalmente si metterà a capo degli insorti: la rivolta inizierà con un capo di tutto rispetto. Sbaglia tttica e strategia. Non è uno stratega. E' solo uno che si impicca a un ramo di un fico rischiando che la tragedia, per il piegarsi dell'elastico ramo, si trasformi in farsa.
Come è finita lo sappiamo e ancora bestemmiamo questo povero illuso, questa figurina nera inventata di sana pianta per fare risaltare la bianca figura ascetica del Cristo, l’agnello di Dio.

Berto sembra che vi abbia adombrato il complesso di Edipo: il figlio che uccide il padre e si suicida. Non so, ma a me Giuda sembra solo una vittima sacrificale, un mezzo non proprio limpido per raggiungere La Gloria. Nessuno però ne avrà immaginato il successo riscosso nel tempo.
Profile Image for Andrea.
180 reviews64 followers
July 3, 2024
"Forse, Rabbi, a mete più modeste era destinata la nostra grandezza. Ma una volta deciso che il punto d'arrivo doveva essere la gloria, non fui io a mancare"
Profile Image for Padmin.
991 reviews57 followers
February 23, 2022
Descrizione editoriale
E se Giuda Iscariota non fosse il peggior traditore che sia mai esistito, ma il più santo tra i santi? Attraverso le pagine de «La gloria» conosciamo un Giuda giovane, forte e coraggioso, che interroga e cerca con impazienza «qualche barlume di rivelazione, segni sottili» che gli indichino la presenza del Messia. Come Giuda, anche Gesù sbaglia, si arrabbia, è umano, e gli apostoli non sono uomini soggiogati dalla fede ma affascinati dall'uomo, dal suo ascendente, dalla speranza che egli sia chi dice di essere, in mezzo a una moltitudine di altri presunti redentori. Giuda è l'uomo che vive per la morte, la propria e quella di Gesù, che lo accoglie con il compito pubblico di tesoriere, ma con quello segreto di tradirlo, quando dovrà compiersi il suo destino. Ciò che afferma è che la morte è l'essenza stessa del Cristianesimo e che «all'origine dei prodigi c'è sempre il male». Giuda compie con il tradimento un ultimo dovere d'amore, pagando con la dannazione un atto per cui era stato predestinato dalle Scritture. Ecco il Giuda di Giuseppe Berto: un martire condannato all'eterna infamia con la sola colpa di essere stato scelto in funzione di un tradimento da compiersi affinché la Gloria di Dio potesse realizzarsi.
«Sognavo un romanzo ambizioso e bellissimo e l’ho scritto pensando ai giovani e a tutti coloro che non credono in Dio, ma sentono l’angoscia di non crederci». Così Giuseppe Berto accompagnò la pubblicazione, nel settembre 1978, di questo libro ritenuto oggi, a distanza di quasi quarant’anni dalla sua uscita, una delle grandi opere del nostro Novecento. I temi che attraversano l’intero corpus della produzione dello scrittore veneto – la commistione di bene e male, la colpa insita nel fatto stesso di esistere, la necessità di «misurarsi ogni giorno con l’eternità, o con l’assenza di eternità» – si ritrovano tutti in queste pagine e ne fanno una delle più alte espressioni della poetica e dello stile dell’autore del Male oscuro. Il romanzo si presenta nella forma di un monologo di Giuda Iscariota, un Giuda onnisciente che ha già varcato la soglia della vita e conosce l’intero corso della storia successivo al tempo della predicazione di Cristo, poiché cita pensatori e uo-mini del mondo moderno. È il racconto di un animo inquieto che narra la sua «umana» vicenda di giovane rivoluzionario, «legato agli zeloti per cospirazione e fuggito dalla città santa per scampare alla croce». Un giovane che, dopo aver vagato per le terre d’Israele ansioso di capire «se ci fosse davvero un eterno o non piuttosto un infinito vuoto», si imbatte in Cristo, «il piú bello tra i figli degli uomini», con addosso quella maestà della quale è sempre «incerto se sia cosa terrena o divina». Un giorno, Cristo lo guarderà, «inquisitivo e vincolante», e gli dirà: «Non immagini quale croce sarai chiamato a portare. Quando avrò bisogno di morte, lo dirò». E, un giorno, lui Lo tradirà. Luca, Marco, Matteo racconteranno di lui, Giuda Iscariota, ricorrendo all’astrattezza di un simbolo, il simbolo del male, ignari della sua intima complicità con il Messia dei Messia, della necessità del tradimento perché risplenda la Gloria di Cristo, della necessità stessa della morte perché avvenga la resurrezione. Come osserva Silvio Perrella nella postfazione alla presente edizione, in quest’opera di «radicale potenza» Berto scrive «come se ci strappasse fuori dalle Scritture, invitandoci a ficcare gli occhi in noi stessi, facendolo nel modo d’essere degli esseri viventi». «Un’opera di grande rilevanza stilistica e tematica […] un libro arduo e nettissimo, frutto di una continua rilettura delle “Scritture dell’Eterno”».
-------------
Solo due brevi notazioni.
1- Sono quasi convinta che da questo libro abbia trovato ispirazione anche Amos Oz per il suo "Giuda". In entrambi i casi emerge l'idea, mutuata dai Vangeli Gnostici, che il tradimento di Giuda, l'aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.
2- In quell'immenso capolavoro di Giuseppe Berto che è "Il male oscuro" mi aveva colpito un dettaglio minore: nella descrizione del padre morente ad un certo punto l'autore passa dalla comune formulazione "mio padre" al più inconsueto "padre mio".
Capite che non si tratta di una semplice posposizione di aggettivo e sostantivo: cambia non dico il senso, ma proprio la "distanza sentimentale" tra soggetto e soggetto. Ecco, adesso non escludo che la frequentazione coi Vangeli e le Scritture (dichiarata alla fine de "La gloria") sia stato l'impulso determinante per questo cambio di passo.
Profile Image for mela✨.
390 reviews83 followers
February 18, 2022
*3.5

'La gloria' di Giuseppe Berto racconta il tradimento più famoso della storia, quello di Giuda ai danni di Gesù, da una prospettiva inedita, ovvero quella dello stesso Giuda.
Berto realizza un ritratto psicologico di Guida molto ricco e particolareggiato, che rende partecipe il lettore delle sensazioni, delle emozioni, dei dubbi costanti che segnano il suo rapporto con Gesù sin dal primo incontro, fino ad arrivare al tragico finale che tutti conosciamo.
Ho apprezzato molto la prosa di Berto, autore italiano troppo sottovalutato e di cui ho sentito parlare molto poco.
L'unica nota stonata è che, soprattutto nella parte centrale, ho trovato la narrazione un po' troppo ripetitiva.
Nel complesso, un bel romanzo che mi invoglia sicuramente a leggere altro dell'autore.
Profile Image for Pina Varriale.
Author 40 books10 followers
March 6, 2012
Un libro bellissimo che mi ha affascinato fin dalle prime battute. Il punto di vista del "traditore", una storia raccontata da chi non abbiamo mai ascoltato. Da non perdere!
Profile Image for Maria Vittoria Priolo.
72 reviews72 followers
March 29, 2022
«Tu la salvezza la concepivi come gloria, e la gloria è la realtà della fine dei tempi, l'immensità del tutto finito, entrare in Dio, per sempre e per tutti. Il mistero di questo mi sfiorava, quando nebulosamente parlavi di carne e di sangue e di vita eterna. [...]

Il regno si avvicinava, come Tu predicavi, e io nella mia oscurità impazientemente attendevo il tempo in cui il male non sarebbe più stato necessario per rendere manifeste le opere di Dio.»
Profile Image for Andrea Cristino.
7 reviews2 followers
May 17, 2025
In una intelaiatura a formelle, come ben l’ha definita Perrella nella nota postfatoria, Giuseppe Berto, assecondando una certa tendenza eversiva, compone un Vangelo secondo Giuda. Agglutinare un quinto vangelo ai quattro esistenti parrebbe essere una sorta di invito o richiesta nel campo dei saperi e del saputo, nel rimodulare una vicenda che tutti conoscono ma che si presta ad essere interpretata -giustificata?- diversamente; Impresa che, d’altronde, Mario Pomilio, in maniera eloquente e sovversiva già intese in quello splendido “Quinto Evangelio”. Berto osa di più, la voce narrante è quella di Giuda, emblema del male - si pensi alla dantesca bocca di Lucifero- ed è ancora più straniante carpirne il timbro non solo come emblema che, a sua discolpa, attraversa i secoli cercando l’identità fra Hegel, Camus ecc, ma perché Giuda è la pietra di paragone più prossima al lettore.
L’adesione al patto narrativo si rivela essere blasfema perché in quel binarismo Gesù-Giuda non si può non aguzzare lo sguardo sulla coppia Tu-Noi, e chi legge è decisamente più prossimo (oserei parlare quasi di una certa partigianeria) a Giuda che a Cristo, perché ne veste i mortali panni. Era l’obiettivo di Berto scrivere di un Giuda umano, che crede in Dio ma non ne conosce il nome, che si interroga, sonda la propria fede, coglie il mistero e non lo penetra e sente il peso di quell’ombra che il Messia ha in lui intravisto, domandandosi se quel segno intorno al collo altro non sia che la scommessa dell’Eterno di averlo reso diverso: un disordine oggettivo nell’ordine della creazione, un’anomalia destinata a stare ai margini, un peccato ambulante per il solo fatto di esistere.

Oserei definirlo un capolavoro Umano: ai limiti, forse, della sua umanità.
Profile Image for Cristiana Facchini.
217 reviews3 followers
October 23, 2024
Giuseppe Berto è un autore che devo riscoprire assolutamente.
Avevo già letto Oh Serafina, romanzo diciamo ecologista ante litteram.
E in questo romanzo l'ambientazione e lo stile è molto diverso.
In buona sostanza questo è il romanzo di Giuda Iscariota,
lo si potrebbe intitolare 'La versione di Giuda',
perchè ricostruisce la vicenda di Gesù
vista dagli occhi di quello che è passato alla storia come Il traditore.
Un susseguirsi di spiegazioni sull'ambiente che circondava
il Nazareno, sull'attesa del Messia (qui però sempre chiamato Unto),
dei dubbi che pervadevano l'animo di Giuda,
fino ad arrivare all'epilogo finale. Chiaramente ispirata
ai diversi Vangeli apocrifi, mostra tutta la difficoltà di
credere, di fare il passo in avanti nella Fede.
Bello, davvero bello, una scrittura solenne, oserei dire,
a tratti ostica, ma la storia è talmente curiosa che non si
può fare a meno di leggere per sapere davvero
la storia da un altro punto di vista.
60 reviews
May 11, 2024
Controverso ma ben scritto. Come ogni volta che ci si avvicina al divino e si cerca di capirlo...
Profile Image for Ilaria Guzzi.
309 reviews28 followers
February 19, 2020
La Passione di e secondo Giuda.

Di Giuda si è sempre detto poco e male.
Giuseppe Berto cerca di indagare l'animo umano del discepolo peggio ricordato della storia del cristianesimo, creando una sorta di diario in cui l'Iscariota riversa tutti i suoi dubbi, il suo senso di abbandono e dove rinfaccia addirittura quelle che lui interpreta come contraddizioni del suo Maestro.

Giuda è un essere umano come tanti, molto intelligente, in cammino lungo la strada della vita per conferirle un Senso, e quel Senso lo cerca tentando di fare la volontà di Dio.
Sono due i principali pensieri che affollano la mente di Giuda: La ricerca spasmodica della perfezione raggiungibile attraverso un'unione quasi ascetica con L'Eterno e la liberazione del suo popolo, oppresso dalla dominazione straniera di Roma.
E' una narrazione che si sviluppa al di fuori da una vera e propria dimensione temporale e non sempre in un luogo preciso; moltissimi sono i riferimenti a "quello che accadrà dopo" alludendo magari ai giorni della Passione e della morte di Cristo, ma anche a diversi secoli dopo, citando addirittura dei personaggi dell'età moderna e del Novecento.
Per questo pare che queste non siano memorie del "Giuda Terreno", bensì un diario scritto quasi post-mortem, dove ancora permangono riferimenti a ragionamenti prettamente umani, ma già si riesce ad intravedere qualche barlume di soprannaturale, come alcuni presagi di morte che vede ripercorrendo gli ultimi tre anni della sua vita, sottoforma di segno attorno al collo.

La psicologia di Giuda non è banale, ma acuta, complessa, come se fosse costituita da mille corridoi di un contorto labirinto al cui centro però c'è Gesù e la sua missione da compiere.
Il discepolo, da parte sua, prima di conoscere Gesù prende addirittura in considerazione di essere proprio lui l'Unto, questo perché sente che Dio gli sta chiedendo qualcosa, ma non riesce a capire quale sia il suo ruolo nella storia della salvezza dell'umanità.
Finché non si unisce per primo a Gesù, quando capisce giorno dopo giorno, lui più degli altri apostoli, che per far sì che tutto si compia ognuno deve operare secondo un Disegno difficile, pieno di ostacoli: la storia si servirà delle azioni di Giuda per attribuirgli un simbolo, quello che rappresenta il peccato più crudele di tutti, il tradimento.

Io penso che per apprezzare appieno questo libro sia necessario conoscere la biografia dell'autore, il quale pare attanagliato da sensi di colpa, complessi di inferiorità e domande che sconvolgono l'animo umano (dunque fragile) che tutti noi abbiamo. Per questo Berto si appropria della voce di Giuda per conversare con Gesù, esporgli i dubbi, rivolgergli domande, arrabbiandosi aspramente con lui, ma sempre amandolo, in qualche modo, a suo modo.
Il lettore coglie tutte queste similitudini tra sé stesso e Giuda, per questo non può fare a meno di provare un'empatia che fa male, ma non solo: è toccante percepire le analogie tra il protagonista e Gesù, in quanto la vicenda non fa che paragonare l'esperienza dilaniante di Giuda a quella pregna di sofferenza e disperazione del Maestro nell'Orto degli Ulivi.


"Il regno si avvicinava, come Tu predicavi, e io nella mia oscurità impazientemente attendevo il tempo in cui il male non sarebbe più stato necessario per rendere manifeste le opere di Dio."
6 reviews1 follower
October 2, 2019
Sono stato "costretto" a leggerlo per scuola. Che dire... Un libro fantastico. Coinvolgente fin dalla prima pagina, si legge fluidamente. La trama (per quanto non originalissima) contiene quelle leggere blasfemie che ti sorprendono e rendono il tutto più interessante e inaspettato. Racconta il vangelo con ironia e interessanti spunti. Forse non adatto ai credenti più permalosi.
Profile Image for Valerio Finizio.
Author 1 book9 followers
May 31, 2021
VITTIMA DEL DISEGNO DIVINO

L’idea di raccontare la storia dei vangeli da punti di vista diversi da quelli canonici è sempre stata, diciamolo, piuttosto gettonata: forse perché scoprire diverse prospettive di quella che in fondo è la storia più raccontata di sempre ha sempre intrigato fiumane di lettori, soprattutto quando la prospettiva proposta può frantumare archetipi e idee radicate nei secoli. La prospettive oscure sono quelle che ci spaventano e ci attirano di più al tempo stesso, e scrittori di diverso tipo e fama si sono cimentati in quest’impresa: basti pensare a “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” del premio Nobel José Saramago, fino ad arrivare ad autori nostrani come Giuseppe Berto, con questo romanzo intitolato “La Gloria”.
Il punto di vista adottato è, in questo caso, quello che forse intriga più di tutti: quello dell’oscuro traditore, dell’uomo che ha venduto il figlio di Dio per trenta denari, il simbolo dell’infamia: Giuda Iscariota. È proprio lui a raccontarci le vicende: un narratore interno ma allo stesso tempo posto a un livello superiore agli eventi; un Giuda che guarda al suo proprio cammino col distacco della morte, dell’onniscienza, capace addirittura di citare pensatori che lo seguiranno di duemila anni quali Camus o Engels. Una narrazione che può risultare interessante per certi versi ma in certi altri fa storcere un po’ il naso, perché questo narratore non lo si riesce bene a inquadrare: conosce aspetti d’un futuro che non ha potuto vedere per ovvie ragioni, ma ignora alcuni dei fatti del suo proprio presente coi limiti d’un narratore in prima persona, calato all’interno delle vicende e dunque incapace di descrivere avvenimenti ai quali non ha assistito (ma solo in certi casi). Il lettore non ha bisogno di conoscere alcun tipo di tecnicismo: alcune cose le avverte inconsciamente, sente che qualcosa non quadra, e questa narrazione si inceppa frequentemente.
Giuda, oltretutto, è un po’ ripetitivo: ribadisce gli stessi concetti in diverse parti di un romanzo che, oltretutto, ripercorre eventi che molti di noi già conoscono. Uno dei suoi obiettivi sembra essere quello di approfondire alcune situazioni strettamente legate all’esperienza di Giuda Iscariota - come il tradimento stesso - ma trattate sommariamente dalle Scritture, ma non centra l’obiettivo con abbastanza forza. L’idea di Giuda come di uno strumento senza via di scampo del disegno divino e l’ingiustizia del suo destino sono motivi molto interessanti, a cui tuttavia Berto non riesce a dare la forza necessaria a renderli indelebili né a scatenare una riflessione che sia veramente profonda. Giuda si fa vittima, si comprende il paradosso della sua vita, ma l’empatia che dovrebbe permetterci di capirlo appieno non scatta.
Peccato.

“Forse, Rabbi, a mete più modeste era destinata la nostra grandezza. Ma una volta deciso che il punto d’arrivo doveva essere la gloria, non fui io a mancare.”
Profile Image for Eddy64.
589 reviews17 followers
July 7, 2025
La storia più conosciuta al mondo narrata dal personaggio più odiato ed esecrato nei secoli. Giuda Iscariota, in un lungo monologo post mortem racconta la vicenda di Gesù dal suo punto di vista. Il sacrificio dell’uno non era possibile senza il tradimento dell’altro, uniti fin dall’inizio da un tacito patto di ubbidienza fino alla morte. Giuda è un diverso: relativamente colto e benestante, in una Palestina tra fermenti di rivolta contro i Romani e percorsa da veri o falsi profeti proclamanti la venuta del Messia, finisce per seguire Gesù più per incantamento che per vera fede, distaccato dagli altri discepoli, scelti tra pastori e pescatori, gente più semplice e rozza che non lo vedono di buon occhio. Gesù, nella narrazione di Giuda, è una figura molto umana, conscio di una superiorità che lo rende a volte sprezzante e altezzoso, abile “manipolatore” delle persone, a volte temerario nello sfidare il Sinedrio, altre illogico, triste nell’animo ma pronto al sacrificio a cui è inesorabilmente destinato. Le sue parole sono spesso oscure, comprese parzialmente o fraintese, in qualche caso rischia l’incolumità fisica (ogni tanto qualche presunto profeta finiva lapidato dalla folla inferocita) ma i miracoli, le guarigioni, dopo qualche sospetto, aumentano la sua fama, fino ad essere acclamato ovunque. Gli avvenimenti sono narrati con lo stile che, nell’invenzione dello scrittore, userebbe una persona dell’epoca; Giuda poi, in una sorta di onniscienza del futuro cita a più riprese filosofi e intellettuali come Hegel. Giuda riporta tutti gli eventi, i miracoli, le parabole, i detti, le parole di Gesù più o meno come ci sono state tramandate dai vangeli, solo ogni tanto si lascia andare a qualche osservazione più critica, notando come molti accadimenti paiono ridicoli e miseri ad un occhio esterno: cosi la resurrezione di Lazzaro viene definita una perfetta ciurmeria e il processo di Gesù è uno scaricabarile continuo tra l’astioso Sinedrio e gli altezzosi Romani per una condanna a morte già scritta ma che nessuno si sente di pronunciare.
Personalmente ho trovato la lettura un po' faticosa con i concetti che tendono a ripetersi e una storia che poco o nulla aggiunge a quanto già arcinoto (anche se è dai tempi del catechismo o quasi che non leggo un vangelo…). Non la ritengo una lettura inutile che ho intrapreso per conoscere meglio Giuseppe Berto, scrittore controverso di cui ho letto solo Oh Serafina! (e non mi decido mai ad affrontare Il male oscuro, ben più impegnativo). Tre stelle doverose.
2 reviews
September 21, 2024
Attesa, solitudine, sacrificio, gloria. Queste le parole chiave per rispondere alla domanda fondamentale che ha portato Giuseppe Berto -uno degli scrittori eclettici più ingiustamente oscurati del XX secolo- a partorire un romanzo simile: il tradimento di Giuda è stato concepito dalla mente malvagia di un uomo figlio del male da principio, o è stata la conseguenza di un imperativo categorico impostogli dall’Altissimo e dall’Eterno implicitamente, al quale l’Iscariota figlio di Simone non si è potuto sottrarre? E inoltre, senza tale tradimento -che ha portato al sacrificio di Gesù per l’umanità- la gloria dell’Eterno sarebbe stata così grande, alta, diffusa, perpetua? O è proprio il tradimento ad essere stato uno strumento nelle mani dell’Altissimo? Esiste dunque il bene senza il male, o è il male utile a far risaltare il bene?
Tanti gli aspetti della storia terrena di Gesù di Nazareth trattati da Berto in una lettera scritta da Giuda a Gesù; una lettera d’amore, un romanzo d’amore, in cui comprendiamo -in chiave letteraria- il punto di vista di colui che è da millenni emblema di male, tradimento, perdizione.
Interessante è l’analisi psicologica dell’attività e della persona di Gesù, reinterpretata in chiave moderno-contemporanea con numerosi riferimenti a intellettuali e filosofi del nostro tempo che tanto hanno riflettuto su ciò. Un’analisi quasi psicologica, sociologica e comportamentale che porta ad eliminare quell’aura mitica attorno alla Sua Persona e a rivestirlo di connotati e caratteristiche tutte umane, tutte mortali, tutte scomodamente comuni, non dogmatiche ma facilmente comprensibili.
È un romanzo denso, scritto in versetti, fertile per la nascita di pensieri e riflessioni sulla storia e sulla biografia -presumo- più conosciute e famose, ma riviste dal punto di vista del cattivo della storia. Ma Giuda, fu davvero il cattivo? O fu l’apostolo che più fra tutti amava Gesù e per questo sarebbe stato disposto a fare qualunque cosa per la gloria di quest’ultimo, anche arrivando a tradirlo, privando così sé stesso della gloria eterna?
Profile Image for Marta Palumbo.
56 reviews
September 19, 2025
[3.5]
"E allora perché io, Giuda, non riuscivo ad essere splendido e spensierato? Che cosa ricavavo da tutto il mio penare, dal torturarmi il cuore? A che mi portava il mio sforzo sotto il sole?"
La vicenda di Gesù narrata dal punto di vista di Giuda svela alcuni dubbi, tutti umani, che sembrano essere quelli di una persona che, per quanto voglia credere in qualcosa di più grande, non riesce a non pensare razionalmente. Il racconto in prima persona, composto di tanti piccoli paragrafi, inizia dalla predicazione di Giovanni Battista per concludersi con la crocifissione di Cristo.
Gli eventi della vita di Gesù vengono razionalizzati e discussi continuamente, a partire dal concepimento di Maria attraverso l'intervento divino. Subito, infatti, Giuda pensa alla reazione di Giuseppe, lasciato sempre ai margini della narrazione, e costretto ad accettare la venuta di questo figlio perché si compia una volontà più grande.
Giuda si presenta come il discepolo più antico, colui che ha seguito Gesù ancor prima che egli iniziasse a raccogliere consensi e proseliti. Da questo rapporto privilegiato, in cui però Giuda si sente escluso, ha inizio il suo tormento sul ruolo che è destinato a ricoprire. Perché, affinché Cristo raggiunga la gloria, Giuda deve tradirlo e condannarlo. Giuda diventa un tassello fondamentale all'interno della vicenda, in quanto è lui che darà compimento alle scritture.
Si esplorano molto l'ambiguità e la difficile interpretazione delle parole di Cristo, che danno e hanno dato adito a conflitti e morti.
Profile Image for Ohibookitagain.
130 reviews2 followers
February 15, 2024
Giuseppe Berto, La gloria
"Tu la salvezza la concepivi come gloria, e la gloria è la realtà della fine dei tempi, l'immensità del tutto finito, entrare in Dio, per sempre e per tutti. Il mistero di questo mi sfiorava, quando nebulosamente parlavi di carne e di sangue e di vita eterna. Sentivo che Tu miravi più in alto di quel che dicevano le Tue parole terrene, ma non sapevo come seguirTi, potevo soltanto offrirTi vita e morte, quando l'avessi chiesto"
Questo libro ha girato per casa per anni, finchè ho detto "dai, se lo hanno ristampato magari non è così noioso"... queste tiepidissime aspettative non mi avevano preparato a un libro così profondo, ricco di riflessioni e che lascia con più domande che risposte, a credenti e non.
E' Giuda Iscariota, il traditore, colui che si impiccò dopo aver venduto Gesù per 30 denari la voce narrante, quello che lascia tutto per seguire il maestro, non capendo cosa sia la gloria ma contemporaneamente fondamentale strumento per l'avverarsi delle Scritture. Umanissimo, tormentato e con i dubbi che almeno una volta tutti noi abbiamo avuto, restituisce l'immagine di un Gesù più terreno e vicino.
Gran romanzo, da leggere qualche pagina alla volta, e cui si perdona qualche difetto divuto all'età
Profile Image for Davide Maria.
70 reviews1 follower
June 30, 2021
Giuda scrive il proprio Vangelo nel novecento, dopo aver letto filosofi e teorici, il risultato è affascinante e dissacrante, la forma è sontuosa, la narrazione scorre fluida e trascina e cattura l'attenzione del lettore, ma solo fino all'arresto nel giardino di Gethsemani, poi la vicenda si sfibra, perde consistenza, forza, l'autore si smarrisce, salta passaggi importanti, sforbicia gli avvenimenti, dopo aver indugiato fin troppo su certe riflessioni, ignora e dimentica soprattutto la naturale conclusione, la morte per impiccagione. Berto, forse sentendo l'avvicinarsi della propria Morte, manca un'enorme occasione, quella di coronare con un finale sublime un'idea ed un impianto geniali. Purtroppo, per quanto possa essere travolgente l'inizio di un libro, ci si porta dentro sempre la conclusione della narrazione, che in questo caso è decisamente deludente. Poteva essere un capolavoro. Giudizio: 68/100
Profile Image for Michele.
14 reviews3 followers
March 20, 2022
Tanto chiaro il fine e sincera l'intenzione, quanto sterile l'esito. Lo sguardo sulla vicenda della Salvezza dalla parte del reietto, del traditore che ha tuttavia permesso che si compisse, non ha la profondità che mi sarei inizialmente aspettato. Gran parte del volume non è altro che una parafrasi - e ben poco originale - del Nuovo Testamento, con relativamente pochi arricchimenti che lo avrebbero altrimenti potuto elevare al rango di un Vangelo apocrifo. Nel complesso mi ha lasciato abbastanza interdetto e annoiato, specie considerando le qualità narrative precedentemente dimostrate dall'autore.
Profile Image for Mars .
68 reviews3 followers
June 4, 2024
Finora il miglior libro letto nel 2024
A causa di un anno piuttosto stressante e movimentato non sto leggendo quanto vorrei e questo libro, che pure avrei finito in due giorni se ne avessi avuto l'occasione, è riuscito a imporsi nella mia mente e nelle mie giornate nonostante tutto. È una premessa doverosa da fare perché in realtà è un libro complesso, sia nello stile quanto nella sintassi, ma soprattutto è un libro che veicola pensieri e riflessioni complesse a cui non ci si può sottrarre. Leggere La Gloria senza interrogarsi assieme a Giuda, senza seguirlo nei suoi tentennamenti e avvilimenti, significherebbe leggere il libro forse solo per un quarto.
Profile Image for Liliana.
206 reviews2 followers
May 9, 2021
2.5
Espressione del sentimento di molti per descrivere una storia conosciuta e studiata da 2000 anni. Indubbio il valore della nuova prospettiva per cui il protagonista rientra in un progetto il cui intervento è un atto d'amore, ma, forse per il rigetto che provo di fronte al tema trattato, ho fatto fatica a seguirlo.
Profile Image for Cristina Mosca.
Author 13 books46 followers
July 4, 2024
mi sono piaciute molto le provocazioni di giuseppe berto, lanciate attraverso la figura di giuda. solo che conoscendo a memoria Jesus Christ Superstar non mi dicono molto di nuovo.
lettura consigliata, sempre e comunque.
Profile Image for Stefano Stanga.
57 reviews
March 10, 2024
Berto si conferma uno dei miei scrittori preferiti e questo romanzo, da me un po' temuto, il suo che decisamente più mi è piaciuto.
Profile Image for Daria.
118 reviews
April 6, 2024
Una prosa elevatissima, certi passaggi sono pura poesia. Eppure in certi passaggi si coglie l'ironia nevrotica di Berto, quella che amo follemente. Libro indimenticabile.
Displaying 1 - 30 of 40 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.