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L'eleganza è frigida

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La prima notte che Marco trascorre a Tokyo è sorprendentemente silenziosa – e il suo sonno «simile a quelli delle convalescenze o della salvezza». Parise, lo sappiamo, è un reporter che non assomiglia a nessun altro. Mai, tuttavia, la singolarità delle sue inchieste è stata così lampante, e mai il loro fascino così intenso: a raccontarci il Giappone, «pianeta rotante nel silenzio e nella solitudine della volta celeste», è infatti un doppio dell’autore, in fuga da un paese «sconvolto per millenni da furti, ricatti e assassinii». E a muoverlo è quello stesso bisogno di essenzialità, di rigenerazione, che innerva uno dei vertici della narrativa di Parise, i "Sillabari". Attraverso il suo sguardo infantile, il lettore conoscerà le più diverse facce del Giappone: dai templi di Kyoto, dove si può percepire «il distacco dal corpo che avviene per poco ossigeno», ai lottatori di sumo, che sprigionano la più alta forma di espressività fisiologica; dall’atelier dove il vecchio Moriguchi dipinge chimono con sicurezza sublime, «simile al lavoro appena frusciante dei bachi da seta nei granai», ai cantanti di Gagaku, nella cui voce risuonano i «movimenti lentissimi degli immensi blocchi gelidi dell’era glaciale». E scoprirà l’anima segreta di un paese che cela, dietro la maschera occidentale, un «classicismo cellulare».

169 pages, Hardcover

Published November 1, 1982

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About the author

Goffredo Parise

80 books22 followers
Goffredo Parise è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, saggista e poeta italiano.
Nasce a Vicenza l'8 dicembre del 1929; la mamma Ida Wanda Bertoli, ragazza madre, cerca con grandi sacrifici di riempire il vuoto della mancanza del padre. Nel 1937 muore il nonno e la madre sposa il giornalista Osvaldo Parise, direttore del «Giornale di Vicenza»; il piccolo Goffredo, sempre alla ricerca di una figura paterna, gli si affeziona ed è ricambiato e Parise dopo otto anni lo riconosce come figlio.
Goffredo appena quindicenne partecipa alla resistenza in provincia di Vicenza; finita la guerra frequenta il liceo e in seguito si iscrive a vari indirizzi universitari senza arrivare mai ad una laurea (sarà laureato «ad honorem» solo nel 1986 dall'Università di Padova).
Tramite alcune conoscenze il padre adottivo lo introduce al mondo della carta stampata. Goffredo incomincia a scrivere per quotidiani come «l'Alto Adige» di Bolzano, «l'Arena» di Verona e il «Corriere della Sera» e in questo periodo il giovane capisce la sua vera passione: l'inclinazione a scrivere storie. Parise nel 1950 si trasferisce a Venezia e in una stanza in affitto scrive il suo primo libro, il «cubista» Il ragazzo morto e le comete, pubblicato dall'amico Neri Pozza (il quale però suggerisce cambiamenti che Parise si rifiuta di fare).
Dopo un'iniziale stroncatura sia dalla critica sia dal pubblico, Parise pubblica nel 1953 il libro La grande vacanza, con una lusinghiera recensione sul «Corriere della sera» di Eugenio Montale: «...affascinato dall'abilità di Parise e dal suo calarsi nell'infanzia senza modi nostalgici e crepuscolari»; questo libro viene definito nel 1968 da Carlo Bo autentica poesia.
Nel 1953 si trasferisce a Milano, dove lavora alla casa editrice di Livio Garzanti, e dove conosce Leo Longanesi che lo incoraggia a continuare a scrivere. Con il romanzo Il prete bello (1954), lo scrittore acquisisce grande notorietà non solo in Italia, ma, con decine di traduzioni, anche all'estero. Intanto, è diventato amico di Eugenio Montale e Nico Naldini; si sposa il 29 agosto 1957 con Mariolina Sperotti, detta «Mariola», giovane vicentina. Testimone di nozze è l'amico Giovanni Comisso.
Cominciano gli anni di spostamenti e viaggi. Tornando a Vicenza, incontra Guido Piovene, del quale diventa amico, scoprendo però di non voler più tornare nella sua città. Dopo una vacanza a Capri, è indeciso se tornare a Milano o a Venezia o andare a Roma, dove vive un altro amico, Carlo Emilio Gadda, del quale diventerà nel 1964 vicino di casa (in via della Camilluccia). Nel 1956 pubblica Il fidanzamento e nel 1959 Amore e fervore (che poi verrà intitolato Atti impuri). Nel 1961 fa un lungo viaggio in America, dove Dino De Laurentiis vorrebbe che scrivesse un film per il regista Gian Luigi Polidoro. È insieme colpito e deluso da New York, ma soprattutto è affascinato dai viaggi e, appena uscito Il padrone (1965), visita la Cina, il Laos, il Vietnam, la Malesia, e di nuovo New York, Londra, Parigi, Giacarta, Tokio, Mosca (reportage in parte raccolti postumi in Lontano).
È ormai uno scrittore affermato e frequenta intellettuali, scrittori, registi e pittori nella Roma degli anni Sessanta. Ma i suoi punti di riferimento sono Gadda e Moravia, e poi nel 1963 ha incontrato Giosetta Fioroni che considera la sua nuova compagna (con la moglie il matrimonio è naufragato da tempo). In occasione de Il padrone è passato da Garzanti a Feltrinelli, e qui pubblica anche Il crematorio di Vienna (1969). Intanto ha scoperto una casa nel bosco di Salgareda, nel trevigiano, e riesce a trovare il modo per comprarla. Escono I sillabari, il primo volume nel 1972 presso Einaudi e il secondo nella collana «Medusa» di Arnoldo Mondadori Editore, che raramente pubblica italiani, ma nella quale Parise voleva essere incluso perché vi aveva letto i suoi amati Ernest Hemingway e William

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15 (9%)
1 star
6 (3%)
Displaying 1 - 15 of 15 reviews
Profile Image for Salvatore.
173 reviews7 followers
January 1, 2020
Una grande narrativa non è mai forse nata in Italia. Racconti, novelle, romanzi storici sì: ma un Leone, diciamolo, è altra faccenda. Capita tuttavia talora che, nei generi in prosa meno frequentati dai lettori avidi, affiori quel respiro che ti fa dire: “Ah, se sapessimo scrivere così anche di ninnoli sentimentali e viaggi!”. Capita con quei reportage che un tempo pubblicavano l’Europeo e il Corriere, che, prima di far scrivere a nullità da demenza senile come MG, pagava gente come Pasolini, Manganelli, Parise. Abbiamo qui avuto quel che la Polonia ha avuto con quel genio di Kapuscinski (pochi han letto l’URSS come questi). Ne “L’eleganza è frigida”, il verso di Saito Ryokuu che dà il titolo ai reportage dal Giappone (1981-1982) racchiude il Giappone dell’alter viator del testo, Marco. Da Venezia, non può fare a meno di confrontare questi bonzi e prostitute in divisa scolastica con la grossolana vita delle risaie cinesi. Lo fa anche il lettore, che resta spesso frastornato e intorpidito davanti alle lunghe descrizioni di queste cave naturali che conoscono solo superficie. Una prosa limpida, mai ellittica, che ancora conosce l’aggettivazione come se gli anni Sessanta non fossero passati. Quasi un Arbasino con una punteggiatura per umani, direbbero i maligni.
Profile Image for Al Deg.
61 reviews
March 19, 2018
Parise è un autore che apprezzo assai e, per conto mio, è molto, troppo sottovalutato dal pubblico di lettori contemporanei. Solo per questo motivo consiglierei la lettura di qualsiasi opera vi capiti a tiro. Qui si cimenta in un diario di viaggio in terza persona (fittizia) nel Giappone degli anni 50. Storiograficamente interessante, alcune riflessioni sono notevoli, ma devo dire che verso la fine l'ammirazione orientalistica nei confronti delle espressioni artistiche e religiose del buddismo Zen - ricordo, solo UNA delle correnti religiose in Giappone e Asia, fiorita artisticamente in UN determinato periodo storico - mi è un risultata sempre più pesante. Ma a Parise gliela perdono...
Profile Image for Vale Severin.
55 reviews
October 14, 2019
Non conoscevo Parise e non avevo mai letto niente di suo. Questa cronaca di viaggio in terza persona mi ha delusa. Ho trovato il racconto piatto, frigido come l'eleganza che pretende di narrare.
La lettura è stata stancante e in più di un'occasione ho pensato di abbandonarla. Ho trovato il continuo elogio della cultura e dello stile di vita giapponese stucchevole e gli accenni al "Paese della Politica" intrisi di banali luoghi comuni, tanto che avrei voluto dire a Marco: "E resta in Giappone!".
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Angela Grigoras.
10 reviews1 follower
September 23, 2018
Il racconto inizia come una passeggiata in montagna: scarpe da trekking, zaino sulle spalle e un bel sentiero da percorrere. Solo che man mano che si avanza sul sentiero l’aria si fa più rarefatta e diventa sempre più difficile da respirare. Inizialmente i concetti esposti catturano l’attenzione e ti tolgono il fiato ma man mano che si avanza nella lettura il racconto diventa fiacco e meno accattivante siccome dovuto alla mancanza di connessione degli argomenti e concetti.
Profile Image for Mariarosa Raffaelli.
121 reviews2 followers
November 2, 2022
Goffredo Parise inizia a fare reportage a partire dal 1965, quando parte per i paesi dell'Oriente (Cambogia, Vietnam, Laos, Cina). In Giappone arriverà nel 1980. Sarà il suo ultimo viaggio e ne rimarrà affascinato.
È molto interessante leggere le impressioni di Marco-Goffredo di più di quarant'anni fa, quando il Giappone, ai più, era ancora pressoché sconosciuto.
Profile Image for Silvia.
367 reviews28 followers
March 5, 2024
La fascinazione dell'Oriente
Nel 1980 Goffredo Parise trascorse due mesi in Giappone e scrisse delle brevi prose destinate alla pubblicazione a mezzo stampa, poi raccolte in questo agile volume.
L'alter ego dell'autore è qui Marco, scrittore e giornalista italiano che istituisce costanti confronti tra il paese del Sol Levante e quello "della Politica", come lo chiama lui, ossia la nostra soleggiata penisola; a me questo affascinato viaggiatore ha fatto sì pensare al Marco Polo del 'Milione' (ma anche alla versione di Calvino nelle 'Città invisibili'), ma anche al buon Marcovaldo, anche lui straordinaria creatura letteraria del suddetto.
E' un narratore attento e minuzioso quello di Parise, che descrive nel dettaglio un paese in bilico tra tradizione ed occidentalizzazione, in cui la bellezza coincide con l'assenza di emozioni forti a favore di una quieta e limpida padronanza di sé: 'l'eleganza è frigida' è il verso di un haiku e nel contempo la sintesi di un'estetica che sfocia nell'etica.
Verso la fine ho provato un po' di stanchezza verso la mitizzazione di questo favoloso Oriente a discapito delle terre nostrane, dipinte come corrotte, malate, volgari; è in questo estenuato e continuo parallelo che, a mio avviso, questo testo- a metà strada tra il saggio, la prosa giornalistica e il memoir di viaggio- perde un po'.
Bellissime rimangono tuttavia le descrizioni delle vesti, dei cerimoniali, dell'attenzione estrema ai dettagli e alle composizioni che intridono gentilmente pagine piene di grazia.
Profile Image for Ribbon.
12 reviews
January 10, 2025
“L’eleganza è frigida” è un reportage scritto sotto forma di racconto, infatti viene narrato il viaggio di Marco, un veneziano in fuga dal “paese della politica”.
L’aspetto caratteristico del soggiorno in Giappone del protagonista giace nella sua ammirazione edonistica nei confronti della società, della cultura e dell’arte. Infatti, trova tutto estremamente affascinante e non riesce a fare a meno di restare ipnotizzato.
Oltre a ciò, viene lasciato spazio agli incontri intrapresi con scrittori, artisti ma anche dirigenti di aziende ecc.
Profile Image for Serena.
12 reviews
October 21, 2019
Non ce l'ho fatta. L'ho abbandonato dopo cinquanta pagine. Per nulla intrigante. Noioso e piatto. Lento. Ti invoglia solo a non visitare il Giappone, che qui appare come terribilmente chiuso è sterile, disinteressato a contatti esterni.
Come prima lettura di Parise direi decisamente deludente!
Profile Image for Francesca Porro.
14 reviews
May 15, 2020
Marco, va dal “Paese della Politica” a Tokyo per qualche tempo dove s’immerge complemento nella cultura orientale. La trama è molto carina ma sono presenti troppe descrizioni minuziose.
48 reviews
August 9, 2023
Parise riesce molto bene nelle descrizioni di luoghi, persone e interazioni sociali: le sue osservazioni colgono nel segno e ci comunicano moltissimi aspetti interessanti della cultura giapponese, ancora rilevanti oggi, con emozione e partecipazione.
Dove invece il libro mi è sembrato a volte carente è nei suoi tentativi di sintesi, quando cioè l'autore si avventura dal particolare al generale, azzardando paragoni, formulando teorie, previsioni ed in definitiva giudizi, che non rendono sempre giustizia all'acume delle sue osservazioni puntuali.
Anche lo stile usato da Parise non mi ha entusiasmato, alterna momenti di limpida prosa ad inutili artificiosità: la scelta di un protagonista che è il doppio dell'autore e si chiama Marco, in chiaro omaggio a Marco Polo, è solo un esempio di scelte formali che ho trovato oziose.
Profile Image for ogliastrina.
481 reviews
January 10, 2025
L’eleganza frigida è quella con cui il Giappone si mostra al viaggiatore Goffredo Parise, che vi passò due mesi nel 1980. Vi si legge lo stupore di fronte alla perfezione formale del Paese del Sol Levante.
Non è il libro migliore di Parise
Profile Image for Michele Rando.
2 reviews4 followers
December 11, 2023
Il volumetto raccoglie venti pezzi pubblicati dal Corriere della sera tra l’81 e l’82. Venti momenti di straniamento, nei quali Parise racconta il suo stupore per la lenta, sfumata e illogica eleganza nella quale si imbatte durante il suo viaggio in Giappone, dove incontra qualcosa di indecifrabile. Inevitabilmente è la lingua a suonargli oscura, ma altrettanto lo sono le gerarchie degli inchini, gli insostenibili silenzi nelle conversazioni e poi anche i sexy shop, dominati pure quelli da severi cerimoniali. Tutto è reso frigido dall’estremo nitore della sua esecuzione. Così sono le pennellate sui kimono e gli innesti poetici degli aiku. Ma qualcosa di gelido lo hanno anche gli scatti animali, pachidermici e felini, dei lottatori di sumo. Tutto ha una freddezza sensuale. Come se le ritualità fossero entrate a tal punto in quei corpi da renderli algidi templi del segno o fredde vette di esattezza. Come se tutti quei gesti fossero i cristalli di un mondo in magistrale equilibrio su cime ghiacciate e vertiginose, un mondo perfetto, fragilissimo e fatalmente pronto a cadere in frantumi.
Profile Image for dv.
1,400 reviews59 followers
November 4, 2022
A grande distanza da Cara Cina, del 1966, nel 1982 arriva questo L'eleganza è frigida, reportage "romanzato" dedicato al Giappone e originariamente pubblicato sul «Corriere della Sera». Raffrontando le due opere è interessante che Parise - che qui parla in terza persona inventandosi un protagonista, Marco, molto critico nei confronti del "Paese della politica" (cioè l'Italia) - applichi grosso modo lo stesso approccio libero e curioso alla scoperta di una nuova cultura, confrontandosi tuttavia con un contesto sicuramente molto più occidentalizzato di quello trovato nel 1966 in Cina. Le divagazioni e osservazioni più narrative arricchiscono il libro e permettono a Parise qualche riflessione in più. È sempre molto bello scoprire il mondo attraverso gli occhi di Parise.
Profile Image for Eva.
Author 1 book37 followers
July 28, 2016
Molti spunti sulla terra nipponica, sullo spirito, le maniere, le abitudini. Letto in previsione del viaggio è molto utile :)
Displaying 1 - 15 of 15 reviews

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