Nel Grand Tour, intrapreso per oltre due secoli da intellettuali e rampolli dell’aristocrazia europea, l’esperienza del viaggio diventa strumento di formazione. Si partiva per confrontarsi con l’ignoto, per «strofinare il proprio cervello contro quello degli altri», come diceva Montaigne, per conoscere le vestigia delle civiltà antiche. È della dimensione storica e letteraria del viaggio che trattano queste pagine, compresi gli aspetti materiali, tanto romanzeschi quanto misconosciuti, interrogandosi anche sul ruolo e il destino del viaggiatore nel mondo contemporaneo, quasi a verificarvi la perdita di un’affascinante occasione d’avventura intellettuale e di una nobilissima arte.
Docente universitario e scrittore italiano. Già professore ordinario di Letteratura angloamericana presso l'Università di Siena, ha pubblicato saggi su autori inglesi, irlandesi e statunitensi quali Byron, Swift, Joyce e James; ha curato inoltre la pubblicazione delle Opere (1982) di R.L. Stevenson nella collana I Meridiani. Ritenuto uno tra i massimi storici della letteratura di viaggio, è autore di numerosi testi storici e interpretativi sull'argomento, tra i quali vanno citati lo studio sulla pratica del Grand Tour Quando viaggiare era un'arte (1995), gli itinerari evocativi tracciati nell'Italia centrale e descritti ne Il viaggiatore immaginario (1997), l'opera enciclopedica sulla pratica del viaggio in Italia dal Medioevo a oggi Il viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale (2006), le indagini sul viaggio come scoperta di un mondo altro de Il viaggio in Oriente (2009) e quelle sul viaggio come esplorazione e conquista illustrati in Dove finiscono le mappe (2012) e in Mercanti avventurieri. Storie di viaggi e di commerci (2013), in cui sono descritte le epiche imprese dei mercanti del Medioevo che aprirono nuove vie ai commerci fra Oriente e Occidente. Tra i suoi lavori più recenti occorre citare Gerusalemme, La Mecca, Roma. Storie di pellegrinaggi e di pellegrini e Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per viaggiatori, entrambi editi nel 2014, la curatela del volume collettaneo La Mecca rivelata. Avventure di esploratori europei nelle città sacre dell'Islam (2015) e Il grande racconto dei viaggi d'esplorazione, di conquista e d'avventura (2015).
Cuenta Attilio Brilli en ‘Cuando viajar era un arte’ que cuando en el siglo XVIII se sientan las bases del Grand Tour por Italia, todavía tenía algo de aventura, de peripecias del viaje iniciático. Siglos después, hace justamente ahora hace dos años hice mi último viaje que puedo llamar como tal y todavía en 2019 podía suscribir que tenía que ver “con una especie de muerte y regeneración rituales, ya se trate del hipocondríaco o del enfermo de pecho que deben sanar, del melancólico que ha de recuperar la salud de espíritu o del joven que debe madurar y hacerse definitivamente adulto”. Que del viaje no se vuelve exactamente igual que cuando se partió, aunque los efectos duren poco y todos los caminos estén ya más que trillados, lo sabe cualquiera. Envidio a Edward Lear, que aún en el siglo XIX se aventuró por la Calabria, quizás la última región de Europa por describir y cartografiar. Él era un estupendo dibujante y escritor y tenía por delante territorio casi virgen. Nosotros ahora lo tenemos ya casi imposible pero aún se encuentran ciudades un poco olvidadas por la industria turística y nos podemos confirmar con eso. Esa suerte tuve yo con Génova y ahora leo que Lady Morgan debió de experimentar las mismas sensaciones de alegría entusiasmo cuando empezó a vislumbrar la ciudad al descender los montes de la Bocchetta hace casi dos siglos: “(…) Génova, la Soberbia, dispuesta alrededor de la curva de su bonito puerto, destaca con nítido relieve. Sus palacios se alzan como anfiteatros contra unas rocas escarpadas que parecen brotar de las olas y cuyas cimas están coronadas de fortificaciones y de torres, rodeadas de casas y villas casi suspendidas en el cielo. Enfrente de esos rasgos de paisaje que recuerdan la obra del hombre, se extiende, en su azul inmensidad, el Mediterraneo”. Yo bajé en un avión de Volotea pero en todo lo demás no hay tanta diferencia.
D’abitudine non leggo mai saggistica, ma questo libro mi è stato regalato e merita un’eccezione perché in fondo parla di cento personaggi che popolano la mia memoria e la mia fantasia: Moll Flanders, Fabrizio del Dongo, Becky Sharp, il barone Edward delle Affinità Elettive, il principe Myskin, Anna Karenina e Vronskij, Isabel Archer e Daisy Miller, la contessa Olenska, Lucy Honeychurch e la zia Charlotte con il Baedecker in mano, e chiunque nel Settecento e nell’Ottocento si mettesse in viaggio con bauli, mantelli, plaid, manicotti, cuscini, cassetta del pronto soccorso con olio di ricino, etere, chinino e laudano; passaporti rilasciati dalle ambasciate e lettere di credito per le banche italiane; teiere e fornellini portatili, speciali vasi da notte in caucciù, astuccio di acquerelli, inchiostro in polvere; con il timore di un cavallo azzoppato, il fastidio delle innumerevoli dogane, la maledizione delle cimici nelle locande, il brivido dei briganti sempre in agguato nelle foreste, e l’incubo della quarantena in lazzaretto per chi navigava. Tutti i grandi scrittori hanno viaggiato per l’Europa e tutti hanno lasciato diari molto interessanti. E (lo credereste?) per traversare il Moncenisio e il Brennero questi nostri eroi si facevano smontare la carrozza e trasportare, se stessi e la carrozza smontata, su una portantina sorretta a braccia da agili montanari.
Die Grand Tour: Weshalb war es so modern? Welche Wege sind die Reisenden gezogen? Wie hat das Ganze funktioniert - vom Gepäck, übers Essen bis zu den Gasthäusern. Ein interessanter Blick auf ein wichtiges Stück Kulturgeschichte
Hay que señalar que este libro no solo habla de las posadas, la ropa para viajar y las diligencias, sino que no olvida mencionar un importante propósito de los jóvenes que emprendían el Grand Tour: follar.
Un librino davvero interessante questo che parla del Gran Tour, il viaggio dei viaggi, nel corso di oltre due secoli, intrapreso dalle personalità più disparate: giovani rampolli dell'aristocrazia europea, letterati, artisti, diplomatici, intellettuali, commercianti ognuno di loro con finalità diverse ma con l'intento via via di avventurarsi, confrontarsi, di arricchirsi intellettualmente in quella che diventerà una vera e propria sorta di esperienza formativa in costante evoluzione... Ricco di testimonianze, consigli, aneddoti e curiosità raccontati e raccolti in quella che poi costituirà una vera e propria letteratura di viaggio da personalità note e meno note, tra i quali Dickens, Goethe, James, Irving, Zola etc etc, oltre che sulla storia artistica e letteraria del Grand Tour, si sofferma anche sugli aspetti pratici del viaggio: scelta delle carrozze, itinerari, arredi, corredi, individuazione dei luoghi di sosta. Armati di tutto e di più, persino di serrature universali, dato che le porte di numerose locande di posta ne erano sprovviste, questi primi turisti per le strade tutt'altro agevoli di mezza Europa, inaugurano una vera e propria arte del viaggiare non priva di imprevisti e di disagi ma certamente più avventurosa e favolistica di quanto non sia adesso...