Rivedersi dopo oltre vent'anni con amici che non hai più cercato. Di giorno basterebbero pochi minuti per un saluto di circostanza, ma di notte è un'altra cosa. Di notte Bari può catturare e trasformarsi in un irreale cinema della memoria. Dove presente e passato, ricordi e invenzione si confondono, e l'età da cui le illusioni fuggono può ancora sfiorare il tempo in cui tutto era possibile.
Gianrico Carofiglio (born 1961) is a novelist and former anti-Mafia judge in the Italian city of Bari. His debut novel, Involuntary Witness, was published in 2002 and translated into English in 2005 by Patrick Creagh and published by the Bitter Lemon Press, and has been adapted as the basis for a popular television series in Italy. The subsequent novels were translated by Howard Curtis.
Carofiglio won the 2005 Premio Bancarella award for his novel "Il passato è una terra straniera". He is also Honorary President of The Edinburgh Gadda Prize which celebrates the work of Carlo Emilio Gadda. The Past is a Foreign Country is the English language title of the 2004 novel Il passato è una terra straniera. It won the 2005 Premio Bancarella literary award. It has been translated into English.
Un breve racconto di riflessione e di autobiografia: partendo dal pretesto della rimpatriata tra amici che non si vedono più da anni, la voce narrante in prima persona - uno dei tre amici in questione - prende lo spunto per dare il via ai ricordi dell'infanzia, le riflessioni sul "come eravamo", su quel che ne è stato della propria vita e della propria città. I ricordi e le osservazioni si soffermano con attenzione sulla città natale, sarebbe a dire Bari: l'autore ne spiega la topografia, l'aspetto e l'uso degli edifici più o meno storici, come ne è cambiato l'aspetto attraverso gli anni '70 e '80 e poi '90, i cinema, i locali, le librerie e le botteghe, ma anche i personaggi di rilievo della città, la sua sociologia, e l'evolversi di questi aspetti gli uni in rapporto con gli altri. La narrazione parte un po' a rilento perché ci si aspetta di scoprire un qualche intreccio; invece da un certo momento in poi ci si rende conto che non c'è una vera e propria trama, c'è solo un tranquillo fluire di ricordi e riflessioni. La scrittura è davvero piacevole, lineare e pulita, leggermente nostalgica, ha un modo squisito di colloquiare con il lettore, assume sin da subito un tono molto confidenziale, e riesce così a presentare la città e le sue strade come se fossero dei veri personaggi che si muovono su un grande palcoscenico. Il titolo fa riferimento ad una sensazione che evidentemente vuole essere centrale rispetto a tutto questo lasciarsi andare ai ricordi: l'indeterminatezza della coscienza negli anni dell'infanzia e della giovinezza - la coscienza di sé e di ciò che accade intorno, e persino la coscienza della propria felicità. Quel qualcosa che di solito viene definito come innocenza, quindi con un'accezione positiva, qui viene invece descritto come una condizione non certo colpevole ma comunque in un certo qual modo negativa e causa di malinconia: "…pensare che quelle scene di migrazioni bibliche si siano verificate a qualche centinaio di metri dalle nostre case, mentre noi eravamo intenti alle nostre occupazioni (e continuammo a esserlo), genera un senso di totale spaesamento. Mentre passava la Storia non eravamo davvero qui. Né altrove."
Carofiglio ha veramente un dono: una scrittura unica che sa incantare, intrattenere e coccolare il lettore riga dopo riga.
Proprio per questo, più di altri, può permettersi di sperimentare muovendosi tra i generi, senza perdere l'attenzione di chi legge.
Né qui né altrove: una notte a bari alla fine è un po' un romanzo, per la storia di questi tre amici che si ritrovano dopo moli anni, è un po' una memoria storica sulla bari di un tempo e sulla bari attuale, è un po' una storia di formazione/rivelazione, in cui il protagonista prende atto delle proprie debolezze, rimaste latenti per una vita, ed è un po' anche una riflessione sulla memoria e sui ricordi, che cambiano le esperienze vissute abbellendole e adattandole di volta in volta.
Un simile guazzabuglio, sono certo, avrebbe messo in difficoltà molti autori, Carofiglio invece se la cava molto bene, rendendo l'ambiguità sul genere di questa opera il suo punto di forza
"E poi proseguii, in una sequenza sconnessa, chiedendomi quando era stata l'ultima volta che avevo fatto una cosa per la prima volta. Non trovai una risposta e persi l'equilibrio fra i pensieri. Mi sarebbe accaduto altre volte, quella notte."
Una improvvisa rimpatriata di vecchi amici coglie il protagonista di sorpresa. Sono tutti e tre uomini maturi e le scorribande da liceali, prima, e da universitari, poi, sembrano sogni sbiaditi e ormai lontani. Giampiero, che appartiene a una facoltosa famiglia di notai, è diventato notaio a sua volta; Paolo, inaspettatamente, è emigrato in America,si è trasferito nei dintorni di Chicago, dove insegna all’università; il narratore è lo scrittore di successo che conosciamo.
All’inizio tutto sembra un po’ forzato e un po’ fasullo e a cena i tre si ritrovano a parlare senza dirsi granché, con qualche imbarazzo e molta reticenza, ma la situazione cambia quando si spalanca davanti a loro la Bari notturna con luoghi densi di ricordi e altri ormai scomparsi o completamente trasformati rispetto ai tempi della loro giovinezza. Un po’ alla volta emergono i ricordi, si allentano le tensioni, si sciolgono le resistenze e, complice l’alcol, si apre uno spazio inedito di confidenza. Dove non ci sono soltanto le piacevoli esperienze condivise: ci sono anche i rancori covati per anni, c’è il non detto e rimuginato a lungo, ci sono le nascoste e sepolte nostalgie … Il tutto si svolge in una sorta di autocoscienza maschile che cresce con il procedere della notte e l’inesorabile avvicinarsi, per Paolo, dell’ora del ritorno.
La topografia di Bari, il suo tessuto sociale, i suoi cambiamenti sono protagonisti altrettanto intensi e vivaci delle voci dei tre amici, del loro revival, e delle riflessioni personali del narratore. Il profumo della focaccia barese corona questo tour della memoria, dove l’olfatto si conferma dei cinque sensi il più evanescente e il più categorico.
La scrittura di Carofiglio come sempre è agile, ironica e introspettiva mentre va esplorando, contemporaneamente, le strade della sua città e quelle, altrettanto notturne, della propria interiorità.
”E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate regolari nelle quali, in certi pomeriggi d’estate, quando c’era il maestrale, e l’aria era nitida, ogni angolo sembrava il punto di fuga verso l’infinito pieno di promesse“.
*2 e mezzo* 《Mentre passava la Storia non eravamo davvero qui. Nè altrove》 Apparentemente accade tutto in una notte, tre amici che si rincontrano e da lì un flusso continuo di ricordi, chiacchiere, rancori, aneddoti...
Bellissimo come sempre, come ogni libro che ho letto di Carofiglio che con e sue storie riesce sempre a coinvolgermi, affascinarmi e conquistarmi. Tre amici si incontrano dopo 20 anni e decidono di passare una nottata insieme girando per Bari, ricordando luoghi, fatti, persone e facendo, in tal modo, anche i conti con il loro passato. Un libro che riesce a trasportarci in quei luoghi, in quelle strade con la forza delle parole che si trasformano via via in immagini, in sentimenti, in sensazioni, in odori e sapori, e dove il passato non è solo nostalgia e ricordo ma anche il segno del divenire di ognuno. Un altro imperdibile di questo autore che, con la sua prosa schietta e al tempo stesso semplice e ricercata, rientra di diritto tra i miei scrittori preferiti in assoluto.
Un breve romanzo ben scritto e avvincente, sicuramente per chi è di Bari lo è ancor di più. Si legge in una sera e lascia un piacevole retrogusto nostalgico. L'ho apprezzato molto anche per il fatto che ho sentito dal vivo Carofiglio leggere il pezzo in cui compare Bianca ed è stato ancora più esilarante.
La mia Bari (di Carofiglio) Approfittando di un ricongiungimento con due amici del liceo e dell'università dopo trent'anni, Carofiglio ripercorre con occhi nuovi le vie di Bari, ricordando com'erano negli anni '70 e '80 e raccontando una Bari che non c'è più, forse per fortuna. Dico per fortuna perché anch'io sono tornata a Bari un paio di anni fa, dopo averci vissuto da studentessa universitaria, e ho potuto visitare luoghi che ai miei tempi erano vietatissimi per una ragazza sola, ma anche in gruppo (a parte che erano lontanissimi da dove abitavo io). E già a fine anni '80 Bari aveva un grande fascino, ma ritornarci adesso, da turista, è davvero bellissima. Ora, dopo aver letto questo libro, mi è venuta voglia di ritornarci ancora una volta.
Ho amato profondamente questo libro. Di certo la presenza di numerosi riferimenti toponomastici alla città può essere apprezzato solo da chi vive o conosce Bari. Tuttavia Carofiglio sviscera tematiche che appartengono a tutti noi: la distrazione, il tempo, i ricordi, la memoria, l'amicizia, gli odori della giovinezza che rimangono eterni. Consigliato a tutti!
Carofiglio, nel suo libro riesce a riaffiorare un sacco di ricordi appartenenti alla mia infanzia associati alla splendida di città di Bari. Racconto scorrevole e semplice consigliato a giovani e adulti.
bari è una città che non conosco, a parte un tentativo di passeggiata nel centro storico nell'ottantasei, presto interrotta grazie all'avvertimento di qualche oriundo che mise in guardia l'allegra famigliola spensierata e sprovveduta, facendoci girare i tacchi velocemente. qualunque città del mondo, raccontata con il pretesto di tre ex amici che si incontrano dopo vent'anni e ricordano i luoghi della loro amicizia, diventa nostalgica e affascinante. per cui non dirò che questo libro mi ha fatto amare bari. mi ha fatto pensare che se conoscessi qualcuno di bari glielo regalerei volentieri, forse lo amerebbe. tolte le prime cento pagine, il bello è alla fine. un concentrato di emozioni e introspezione tanto forte da essere imbarazzante. l'epifania di se stessi è il momento in cui ci si rinfacciano i rancori covati per anni, quando ci si trova di fronte ai propri difetti messi a nudo, quando il ricordo si libera dall'odio e torna a essere amicizia. all0ra l'addio diventa un sollievo, perché chiude i conti con il passato, senza rancore.
Carofiglio è un autore che mi piace molto. Le sue storie sono particolari. C'è molta descrizione, tanti piccoli dettagli, dei fatti della vita quotidiana, delle vicende semplici. E tutto con uno stilo abbastanza elaborato, molto poetico, ma che si legge con tanto piacere. Né qui né altrove è una storia che ci parla del passato de tre persone che non si sono viste da tanti anni, che si rincontrano per una serata. L'autore rimemora la sua giovinezza, tutto quello che ricorda e tutto quello che ha dimenticato. E fa una descrizione precisa di Bari, del suo sviluppo, dei suoi rioni, ecc. Mi è piaciuto trovarci un elemento della mia memoria. Sono passato una volta per Bari. Guidavo verso Brindisi per prendere la nave che va in Grecia e ci siamo sosti a Bari. Sarebbe il 1986, più meno un anno, e siamo andati a mangiare accanto al mare. Abbiamo mangiato un gran piato di frutti di mare, ma erano tutti crudi: ricci, vongole, ma anche cozze. Pare che le vongole crude sia una specialità di Bari. Innanzitutto mi è venuta la voglia d'andarci a Bari ancora una volta. Insomma, un libro da leggere.
che dire, come si fa a valutare un libro che praticamente potresti aver scritto tu, a parte il singolo episodio, ma per le memorie? Quando Carofiglio scrive che e' cresciuto in fondo a via Putignani quasi angolo via Manzoni, praticamente esattamente casa mia d'infanzia, metro piu' metro meno, e descrive i bambini del quartiere Liberta', cosi' vicini e cosi' lontani da noi murattiani, come si fa a capire se ti sta piacendo perche' e' scritto bene, o perche' sta parlando di te, di tuo fratello, dei tuoi amici? E al contempo come fai a dire che ti piace e al tempo stesso averne pudore, come se stessi mettendo le stellette ad uno scritto tuo? Comunque, un libro che ha sicuramente risvegliato molte sensazioni, inclusa l'atavica accidia che evidentemente, a giudicare da come certe osservazioni calzassero anche in me, e' parte integrante del DNA di un barese nato alla fine degli anni 70, molto mooolto prima che la puglia fosse sdoganata culturalmente da Nicky e diventasse cool.
Un racconto breve, semplice e lineare nel suo sviluppo. Una rimpatriata tra amici che non si vedono dai tempi della giovinezza è l'occasione per rispolverare i ricordi del narratore (e dell'autore), di una Bari che non c'è più, tramite alcuni aneddoti che spaziano dall'infanzia alla giovinezza.
Un passato addolcito dalla dimensione del ricordo che stride fortemente con le vite presenti dei protagonisti, le cui difficoltà emergono prepotentemente nelle ultime pagine.
La scrittura dell'autore è godibile, forse un po' "ruffiana" come l'autore, autoironicamente, si descrive, ma efficace. Il pregio di Carofiglio è quello di saper toccare certe corde (che evidentemente gli sono proprie) come pochi altri riescono a fare.
Una lettura godibile, maggiormente per chi conosce i luoghi descritti dall'autore.
ultima fatica di Carofiglio, che dopo le stelle dell'avvocato Guerrieri e le stalle di Oltre ogni ragionevole dubbio, torna a scrivere un bel libro con Nè qui nè altrove - Una notte a Bari. C'è da dire che se Bari la conoscete sicuramente questo libro vi piacerà ancora di più, a me è venuta voglia di vederla, nel frattempo però c'è una storia di amicizia che si allunga tra i vicoli della città vecchia ed è molto bella. Niente che non sia già stato detto, o scritto, ciò non toglie che merita comunque di essere letta, scorrevole, piacevole, tutta di un fiato, come quello che racconta, che avviene tutto in una notte.
La lettura è scivolata via veloce come la macchina dei protagonisti sul lungomare: le atmosfere e i profumi della città sono dipinti con maestria, i personaggi sono credibili e dai tratti ben distinti, i ricordi affiorano davvero come immagini cinematografiche. Unico appunto che mi sento di fare, riguarda la notevole differenza di velocità narrativa tra la prima e la seconda parte: arrivati alla fine rimane un po' l'amaro in bocca, una sensazione di occasione mancata. Credo che la frase che terrò a mente sarà questa: "L'attenzione è una virtù morale. Essere attenti significa essere giusti con se stessi e con gli altri."
Non so, non mi ha convinto del tutto, sarebbero 2 stelline e mezzo piuttosto... Non mi hanno convinto i cambi di registro dal quasi comico (Bianca e le sue tette e le canne e l'aids..., Randy, il cane, e la sua storia, alcune battute qui e là, che stonavano proprio almeno a mio modesto parere) alle riflessioni sul passato, la gioventù, gli ideali, l'essere stati qualcuno in cui non ci si riconosce più oppure ci si riconosce fin troppo. Mi sembra un bell'esercizio di stile, fine a sé stesso, un po' déjà lu...
Ritrovarsi all’improvviso dopo oltre vent'anni con amici che avevi perso di vista non sempre può essere una idea vincente. Se di giorno qualche chiacchiera rubata ai ricordi può esaurirsi nel giro di pochi minuti, di notte è tutta un'altra cosa.
“Di notte Bari può catturare e trasformarsi in un irreale cinema della memoria. Dove presente e passato, ricordi e invenzione si confondono, e l'età da cui le illusioni fuggono può ancora sfiorare il tempo in cui tutto era possibile.”
L’incontro si rivela così non solo il modo per rivedere quei luoghi della memoria che hanno avuto un ruolo determinante nella giovinezza ma soprattutto un viaggio attraverso se stessi tra ricordi piacevoli , ma anche rancori inimagginabili e segreti dimenticati . L'incontro fra i tre protagonisti diventa un modo per osservare i cambiamenti della città ma soprattutto per prendere coscienza del “come eravamo e come siamo diventati, del che cosa ci ha cambiato fino a farci diventare altro da ciò che avremmo potuto essere”.
È un mettere insieme i ricordi che erano forieri di promesse la maggior parte non mantenute. Si tratta di ricomporre un collage con tutti quei pezzi di vita vissuta che avevi accantonato e che all’improvviso irrompono nella realtà attuale con un impeto e una voluttuosità che sconvolge. Sono pagine dolorose che finiscono per mettere anche il lettore a confronto con se stesso, con la possibilità di essere altro da ciò che sei ma non hai mai trovato il coraggio di crederci fino in fondo. È una bella analisi sui sentimenti, sulle emozioni, sulle amicizie che hai dato per scontate ma in realtà non lo sono, su rapporti portati avanti ma che avresti anche potuto interrompere. È quasi una inchiesta su se stessi , quell’attimo in cui ti domandi dove avresti potuto essere in quel preciso momento in cui tiri una riga sotto la tua vita e ti fai quelle domande che non hai mai avuto il coraggio di farti.
Carofiglio non consente ai ricordi di ridursi a caricatura e a luoghi comuni. Il suo omaggio a Bari è invece intimo e trattenuto, privo di sentimentalismi urlati. Ci offre una città che sfugge allo sguardo dei turisti; diversamente interessante perché si apre a considerazioni e approfondimenti che vanno in direzioni inesplorate per chi non vi è nato. Carofiglio sembra affidare all’avvocato Guerrieri l’interpretazione del battito vitale della città, mentre in questo libro si sente il suono sommesso di un’appartenenza che sfiora strade, palazzi, le persone e i fatti con loro dinamiche sofferte; li evoca senza risolvere totalmente il mistero del luogo quando è “il tuo luogo”, e può essere così com’è solo per te, perché tu sei parte della sua trama. E’ scortato – Carofiglio - da due interlocutori, voci del suo passato (perché anche gli amici sono “luogo”, identità), evoluti in modo diverso nel rapporto con il “territorio interiore”. Perché non c’è omaggio alla città che non implichi fuggire e ritornare, farci pace. Implica far quadrare i conti con il passato, fronteggiare differenti verità, guardare in faccia le proprie menzogne, dividersi ciascuno la propria parte di meschinità. Un’operazione di sottrazione e riordino per ricordare il momento della perfetta felicità vissuta, custodito nell’essenza della città. Un libro che ho amato per questa prospettiva inconsueta e inaspettata, e per la sua raffinata sincerità.
E dopo il bordo vertiginoso delle cose,mi sono imbattuta in questo libro nel mio viaggio nei libri di Carofiglio..l ho scelto perché è un autore che mi piace molto ma questi ultimi libri mi hanno un po' deluso, con mio sommo dispiacere. Lo reputo un bravo scrittore, ma anche in questo libro,i sembra che non ci sia una trama, una storia ma solo riflessioni continue. In questo libro accade tutto in una notte a Bari. Trama: per una strana coincidenza astrale, tre amici del liceo si ritrovano dopo vent anni. Una cena, una passeggiata riporta alla mente i ricordi dell infanzia, e ricordi di una Bari a confronto tra il passato e il presente. Anche in questo libro non c e una trama, sono solo i personaggi che si affrontano dopo anni mettendo a nudo sentimenti, rancori e i cambiamenti delle loro vite. Anche questo libro non mi ha fatto impazzire. Rivoglio il Carofiglio intenso.
Gianrico Carofiglio - Né qui né altrove Tre amici di mezza età si riuniscono in maniera completamente inattesa, infatti non c'è una richiesta di incontro, ma succede e nessuno ha il coraggio di uscire da quella situazione. I tre uomini visitano Bari di notte, la loro città cambiata, molto diversa da quando erano ragazzi. Ripercorrono le stesse strade, visitano gli stessi luoghi, entrano negli stessi locali dove sono cresciuti e si confrontano senza aprirsi, senza dire cosa realmente pensano l'uno dell'altro. Poi succede qualcosa che fa esplodere i rapporti tra due di loro e finalmente esce quella verità che nessuno voleva dire. E' sempre piacevole leggere Gianrico Carofiglio, anche questo che secondo me è il suo libro meno riuscito, può lasciare qualcosa. Forse è troppo settoriale, nel senso che la fetta di mercato perfetta sarebbe il barese cinquantenne.
una notte a Bari malinconica e a tratti struggente senza mai perdere un po' dell'ironia che fa di Carofiglio uno dei miei autori preferiti in assoluto. Piacevole ascoltare i suoi ricordi e la descrizione della sua città (due in realtà una nel presente e una nel passato) emozionante quando la sua storia diventa la tua, fra rimpianti e memorie di una giovinezza che resta comunque patrimonio di ciascuno per sempre, quando i sentimenti si fanno universali e si annuisce in silenzio riconoscendosi un po' nel racconto.
Tre amici si ritrovano dopo tanti anni a Bari e passano la notte insieme. I tre si muovono in una Bari tra presente e passato, tra i ricordi del protagonista e tra cose non dette, ma che a fine notte escono. Dal mio punto di vista, quando l’autore fa emergere i ricordi il libro scorre veloce, mentre quando viene descritta la città rallenta eccessivamente. Questo libro verrà sicuramente più apprezzato da chi Bari l’ha vissuta e la conosce. Per chi come me non la conosce, le numerose descrizioni delle strade e dei suoi angoli rischiano di diventare noiose.
Un amarcord sull'amicizia nelle sue pieghe di umanità e verità anche crudeli. Le piccole rivalità spesso specchio solo delle insicurezze reciproche nelle relazioni. Mi piace quando incontro personaggi "imperfetti", regalano delicatamente una quotidianità ed un'umanità più veritiere. Grande attaccamento a Bari nella descrizione architettonica e stradale, nei ricordi dei luoghi e soprattutto nella focaccia barese.
Se non conosci Bari, allora con questo libro potresti fartene un’idea. Più che un romanzo, questo è un Tuttocitta’ visto con gli occhi e l’esperienza dell’autore. Trama non c’è ne è, degli amici persi che si ritrovano dopo molte cose non dette o non fatte. Breve, fugace, questo libro potrebbe invitare a riflessioni personali (sono come uno dei personaggi o altre considerazioni), oppure anche no. Scrittura molto gradevole, come sempre. Merita, ma non me lo porterei su un’isola deserta
Lo stile di Carofiglio è sempre piacevole, ma questo breve racconto autobiografico credo appassioni di più ci è legato alla città di Bari e si può riconoscere negli appassionati ricordi e nelle descrizioni della città che ne fa l'autore. Qualche episodio l'avevo poi già incontrato in altre sue opere
Un libro che ti fa ridere, commuovere, riflettere e ripercorrere le vie di Bari tra passato e presente.
Ti viene voglia di partire anche domani per andarti a prendere quella focaccia al pomodoro e di tuffarti di nuovo tra le pagine di questo libro passeggiando per le vie del centro o il lungo mare. Bello e bella Bari.
“Era tutto possibile allora. Era tutto perfetto. Darei qualsiasi cosa per rivivere uno di quei momenti, una sola volta.
E poi chi lo sa se era veramente tutto perfetto, mi dissi. Ad alta voce, ma nella mia testa. Chi lo sa quanto i nostri ricordi dipendono dal ricordo e quanto invece dalla fantasia e dal nostro bisogno di confortarci. Con le bugie, con le illusioni, con le storie.”
In fondo, la storia non è un granché: tre vite ordinarie che si raccontano attraverso i ricordi. Ma è il modo in cui lo fanno che ti tiene attaccato alle pagine, fino alla fine, rileggendo qua e là una frase per assaporarne il suono.