Nel 1974, quattro anni dopo la sua drammatica fuga da Tripoli, Mike "Africa" Balistreri è un giovane psicologicamente provato dagli eventi della sua intensa adolescenza libica. È uno studente di Filosofia all'Università di Roma venuto a contatto con l'estrema destra, ed è entrato nelle file di Ordine Nuovo, che - dopo essere stato messo fuori legge - si riorganizza clandestinamente per la lotta armata. L'estremismo politico degli anni di piombo, il passato e i suoi incubi tornano a bussare alla sua porta nel 1986, quando è ormai da tempo commissario di polizia e si ritrova a seguire le indagini sull'omicidio dell'avvocato e deputato Giulio Giuli, sua vecchia conoscenza in Ordine Nuovo.
Roberto Costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma dove insegna anche al Master in Business Administration. Il male non dimentica è il terzo volume della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, dopo Tu sei il male (migliore opera prima al Premio Scerbanenco, Premio Azzeccagarbugli al Romanzo Poliziesco, Premio Camaiore di Letteratura Gialla) e Alle radici del male, best-seller in Italia e già pubblicati negli USA e nei maggiori paesi europei.
Bene, adesso però vorrei qualcuno che mi racconti la trama rimettendo a posto i tasselli temporali. Purtroppo, pecca mia forse, i continui salti fra passato e presente specie alla fine hanno rischiato di farmi perdere il filo. E questo ha tolto la 5^ stella.
Mi scoccia non poter dare più di tre stellette a quest'ultimo capitolo delle vicende di Michele Balistreri, ma l'ho trovato non all'altezza dei precedenti, un po' meccanico e meno articolato. Quel che mi manda in bestia, però, è la scarsa attenzione ai particolari, soprattutto quando si tratta di un autore che amo. Certo, saranno piccolezze per la stragrande maggioranza dei lettori, specialmente quelli più giovani, ma io ci faccio caso e queste "dissonanze" mi fanno cadere l'intero romanzo. Ad esempio: nel 1974 non esisteva il windsurf in Italia, così come non c'erano self service di alcun tipo; nel 1986 nessuna ragazza calzava All Stars, specialmente quelle che indossavano magliette di Madonna. Mi rendo conto che restituire determinati periodi storici non sia semplice (e di essere parecchio puntigliosa), soprattutto perché relativamente vicini ai giorni nostri, ma non è nemmeno difficile informarsi al riguardo. Il risultato è un vago senso di "finto", di approssimazione e di una generale sciatteria nella scrittura.
Di troppa complicazione si può anche morire. Due piani temporali lontani una dozzina d'anni, con l'obbligo di dover tener conto del prima e del dopo narrati negli altri romanzi della serie di Michele Balistrieri. E poi un piano A, un piano B, un piano C e pure un ultimo piano. Troppi nodi alla fine creano un garbuglio.
Due stelle e mezzo. Sarebbero state tre fino a tre quarti del libro ... poi ... stiracchiamento infinito e sostanzialmente inutile ... Cosa non si fa per allungare il brodo. Ma sembra che molti ora debbano raggiungere un numero minimo di pagine per pubblicare.
Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: Ballando Nel Buio non è la continuazione della Trilogia Del Male; forse non lo era neanche nelle intenzioni dell’autore, sicuramente non lo è nei fatti. L’unico collegamento è in un dettaglio della storia talmente flebile da essere quasi pretestuoso, quindi trascurabile. Come tanti, sono stato letteralmente rapito, ingoiato dalla Trilogia, dalla sua intensità, dal suo respiro, dalle passioni violente che lo animano; nulla di tutto ciò si ritrova nell’ultimo romanzo di Costantini, ma se si adeguano le aspettative e non lo si considera una continuazione della Trilogia, Ballando Nel Buio è un poliziesco passabile, poco originale (a tratti mi è sembrato di leggere una versione di Romanzo Criminale) e senza lo spessore della Trilogia. Neanche l’aggancio (un po’ abusato) agli anni di piombo offre spunti particolarmente originali: la teoria del grande vecchio, la curiosa (involontaria?) assonanza del nome di uno dei protagonisti con Guido Giannettini, il famoso (fumoso?) agente X della strategia della tensione, gli intrighi della CIA in Italia, la posizione fatta trasparire indirettamente di un terrorismo (quello rosso) meno cattivo, e comunque più giustificato dell’altro (quello nero) non aggiungono molto né all’analisi del periodo né alla storia. Anche perché tutto questo contesto storico e politico si risolve (dissolve?) in un intreccio di storie di amore, sesso e tradimenti; d’altronde gli anni 80 (la storia è ambientata nel 1986) furono gli anni del cosiddetto “riflusso” - per i nati dopo quell’epoca: il ritorno al privato dopo due decenni di furioso impegno nel politico.
Il racconto è alternato tra il 1974 e il 1986, due fasi particolari della vita di Michele Balistreri, avvenimenti che lo hanno plasmato profondamente. C'è la fase nella quale era un giovane ribelle che aderì a Ordine nuovo, un'associazione di estrema destra più vicina al terrorismo che a una fazione politica. Michele si faceva chiamare Africa per gli anni trascorsi in Libia, la sua benzina erano la rabbia e l'odio, mentre l'ideologia abbracciata era solo la copertura per una vendetta privata. Poi c'è la fase che iniziò nel 1986, il suo lavoro da poliziotto entra in collisione con i ricordi del 1974. Questo scontro è dovuto all'assassinio di Giulio Giuli, divenuto onorevole. Balistreri indaga e dovrà ripercorrere quel periodo della sua vita con la memoria e tornare a vedere quei personaggi che furono la sua compagnia giornaliera, e che poi decise di declassare da amici a conoscenze, perchè non si sentiva più parte di quello schifo, volle tagliare quei ponti che lo conducevano in luoghi nei quali non voleva e non vuole più tornare. Politica, terrorismo, servizi segreti, entrano nella storia in maniera prepotente, ma il lettore sembra quasi non accorgersene. I personaggi sono tutti loschi e misteriosi, dietro alla facciata più bella si nasconde sempre il peggio. Anche le donne del racconto hanno nascondigli nell'anima sepolti in profondità e nessuno è ciò che sembra. L'immaginazione e la previsione diventa una ricerca costante per chi legge, c'è la necessità di capire, di scoprire e di proseguire nella lettura. Tutto però viene svelato alla fine. Michele Balistreri ordisce pianificazioni ottime per salvarsi e per trovare i colpevoli, sbaglia anche qualche mossa, ma alla fine capisce tutto, poi per l'ennesima volta resterà solo. Roberto Costantini riesce come sempre a rendere interessanti argomenti che non avrei mai letto. Lo fa con un linguaggio scarno, senza inutili descrizioni che fanno perdere il senso della storia. Ci sono anche fatti realmente accaduti, come l'episodio di Aldo Moro. I personaggi raccontati, offrono una panoramica completa sullo squallore dell'uomo, soprattutto in ambito di potere politico. Si va dalla macchietta romana al politico in carriera, dalla donna manovrata al poliziotto scrupolosamente devoto a se stesso. Come sempre succede nei libri di Costantini, la storia si alterna in due tempi e lo fa sempre bene perchè il passato chiarisce il presente e viceversa. Quando leggo Costantini, mi chiedo come sia possibile riuscire a creare un romanzo con così tanti particolari, colpi di scena, deviazioni complesse per poi riuscire a far tornare tutto al posto giusto.
To moje pierwsze spotkanie z twórczością tego autora. To już piąta część serii, w której głównym bohaterem jest Michele Balistreri.
Akcja książki, co mi się bardzo podobało, ma miejsce we Włoszech 😍. Te wszystkie nazwy, jazda skuterem – jednym słowem można było poczuć włoski klimat. Autor tworząc fabułę, skacze pomiędzy wydarzeniami: raz jest rok 1974,a za chwilę 1986. Raz nasz główny bohater ma ksywkę „Africa”, a 12 lat później jest już komisarzem policji. Jako stróż prawa musi odnaleźć zabójcę, który jest jego starym znajomym z czasów, kiedy był jednym z nich. Sprawę komplikuje fakt, że żona zamordowanego jest podejrzaną, a „Africa” w przeszłości się w niej zakochał.. Zadziwiające jest to, że nie został odsunięty od śledztwa w związku z tym, że zna ofiarę.
Michele, by zakończyć śledztwo, będzie musiał cofnąć się do przeszłości, o której starał się zapomnieć. Pomóc ma mu w tym alkohol oraz zajęte kobiety.
Mimo, że każdy rozdział zaczyna się datą, to i tak wiele razy pogubiłam się w faktach. Ponadto w fabule jest wiele zagadek, tajemnic z przeszłości, które wychodzą na jaw dopiero po 12 latach. Jednak muszę stwierdzić, że podobała mi się ta książka.
W tej pozycji przeczytamy o tym, że każdy ma jakąś przeszłość i ludzie mogą się zmienić czasem na plus, czasem na minus. Zawsze to zmiana. Każdy zasługuje na drugą szansę. A to, że my kogoś okłamujemy i – mówiąc potocznie - robimy w balona, nie oznacza, że nas też ktoś nie wykorzystuje.
Nie jest to lekka książka. Podczas czytania zdecydowanie trzeba się skupić, by nie pogubić się w faktach. Jest tu bardzo dużo tajemnic.
Gorąco Wam polecam tę książkę. Jeśli lubicie włoskie klimaty, w tej książce na pewno je poczujecie.
Po przeczytaniu tej pozycji na pewno skuszę się na kolejne książki tego autora.
Niewykluczone, że też przeczytam wcześniejsze pozycje z tej serii😉.
“Il realismo. Il maledetto realismo con cui mi aveva tormentato mio padre fin da bambino. Il mondo dei grandi, dove la legge vale solo per i deboli e non per i forti.”
Dopo la trilogia del male e “La moglie perfetta”, mi sono pappato anche il quinto capitolo con Michele Balistreri, il commissario meno commissario del panorama italiano. Come è solito fare Costantini, la storia si svolge su piani temporali diversi. In questo caso, tra il 1974 e il 1986. L’intreccio è complesso, le maglie fittissime. Dopo un inizio lento, dove l’autore introduce i fatti avvenuti nel ‘74, con un Balistreri avventato e innamorato, e un presente (1986) dove quel ‘74 torna prepotentemente a galla con il rinvenimento del cadavere di Giulio Giuli, il ritmo accelera e trascina il lettore tra gli angoli bui e gli spigoli duri di una vera e propria spy story.
Balistreri è un personaggio controverso. Sa come farsi amare e odiare con un solo, semplice gesto. Prendere o lasciare. Escludendo la trilogia del male, ho preferito “Ballando nel buio” a “La moglie perfetta”.
La nuova avventura di Balistreri riporta le lancette dell'orologio qualche anno indietro rispetto all'ultimo romanzo. Nel solito doppio piano temporale a cui Costantini ci ha ormai abituato, ci alterniamo tra il 1974 ed il 1986, tra Ordine Nuovo e la Polizia di Stato, in un intreccio di storie e ricordi che si snoda fino all'intricatissimo finale, dove finalmente si scopre cosa successe, cosa p successo e cosa succederà. Dopo la trilogia del Male Costantini sembrava aver perso un passo con il romanzo del "nuovo" Balistreri, ma con Ballando nel Buio si è ripreso alla grande, riuscendo persino a superare la trilogia. Un gran bel libro.
Manca la quinta stella solo perché Costantini ripete ancora una volta il solito canovaccio, due periodi storici (in questo caso piuttosto vicini, 1974 e 1986) in cui gli accadimenti si intrecciano, perché sostanzialmente il passato non passa mai, quando c'è di mezzo Michele Balistreri. Per il resto è il quinto e ancora una volta ottimo romanzo della serie, con una trama complicata, mai banale, con colpevoli certi che ad un certo punto non lo sono più, ma che forse forse ... Tutto viene svelato solo nel finale, quando amore, vendetta, lealtà e giustizia si intrecciano a produrre un risultato inaspettato, ma che personalmente ho apprezzato
Me lo sono davvero goduto questo nuovo capitolo della vita di Michele Balistreri! Costantini costruisce una trama via via sempre più avvincente, raccontando un episodio fondamentale del passato del suo antieroe, inquadrato nel contesto storico dell’Italia del terrorismo, fino a un finale schizofrenico e sorprendente.
Per i riferimenti diretti a Il male non dimentica, per me potrebbe considerarsi il quarto capitolo della Trilogia del male, e continuo fiducioso a sperare che diventi prima o poi una serie, magari diretta da Sollima, oppure da Marco Tullio Giordana.
Un libro che parla della storia del nostro Paese, quella più buia, quella che non ci sarà mai veramente chiarita. Scritto molto bene, molto chiaro anche per chi di politica non si è mai interessato. Balestrieri, eroe romantico forse ha trovato veramente da che parte stare. Una storia avvincente fino alla fine, fatta di dolore, manipolazione, interessi. Molto rappresentativo di ieri e purtroppo ancora di oggi
Giallo orchestrato bene, scorre velocemente e all'ambientazione storica a mio parere è stata resa giustizia in modo equilibrato senza strafare. I continui salti temporali per me sono stati gestiti in modo veramente armonico, cosa che per me è difficile trovare in romanzi, soprattutto italiani. Le pecche per me sono le caratterizzazioni dei personaggi, un po' banali, prevedibili e i dialoghi spesso sono scialbi e poco coinvolgenti, risultano essere utili solo alla risoluzione del caso.
Anche questo romanzo della saga non si smentisce. E' infatti pieno di colpi di scena e verità nascoste che vengono a galla dopo quattro romanzi, che aiutano a capire un po di più il personaggio del commissario. E' come se l'autore, nei cinque romanzi fin qui letti, ci stesse distillando piano piano verità sul personaggio per capirlo e capire la causa della sua rabbia e dolore. Anche questo, naturalmente, è coinvolgente e strabiliante.
Bello bello bello! Una trama che si sviluppa su due piani temporali, che si intrecciano e si "specchiano" e che arricchiscono di elementi la figura di Michele Balistreri. Personaggio di cui in ogni libro scopriamo uno o più aspetti diversi e che si conferma come uno dei personaggi più belli di tutto il panorama noir italiano. Notevole davvero.
Ancora una volta Costantini fa centro. Libro avvincente, pieno di colpi di scena e ben scritto. Mi piacerebbe comunque leggere qualcosa di nuovo rispetto alla saga del commissario Balestrieri. Non che non sia sempre un personaggio interessante ma probabilmente su di lui la prossima volta non ci sará piú nulla da dire.
Gli ingredienti presuppongono un racconto incalzante, ritmato, coinvolgente. Invece talvolta ci perde nel tempo e nei personaggi, dovendo ricomporre chi ha detto cosa quando, a scapito della fluidità della storia. Rimango comunque in attesa di nuove avventure di Michele Balistreri, magari con più Libia e più anni Settanta.
Costantini ci racconta di Balistreri tra il 1974 e il 1986, in quella fase della vita in cui il giovane deve scegliere da che parte vivere la sua esistenza, tra il bene e il male. http://www.piegodilibri.it/recensioni...
Abilissimo l'autore nel visitare gli ultimi 50 anni di storia italica e ricordare le ultime inchieste su roma capitale.Ma come il solito troppi intrighi è difficile gestirli senza inciampare nei propri piedi e francamente non mi convincono gli autori “cinematografici”
Ritroviamo il solito Michele, che fa avanti e indietro nel tempo e scaviamo a fondo in quel periodo della storia italiana caratterizzata dalle lotte studentesche e dal terrorismo di matrice nera o rossa che fosse, ma comunque pilotato dall'alto o comunque cosí spiega l'autore. Un vero piacere tornare a leggere Ballestrieri dopo tanto tempo.
Secondo libro della trilogia . Molto interessante tornare alla figura di Balistreri, anche da giovane. I suoi sbagli, le sue amicizie nel clima caldo degli anni di piombo. Letto con entusiasmo per la seconda volta.
L ambientazione nell’estrema destra degli anni settanta rende originali i romanzi di Costantini, ma questo romanzo, come il precedente, sanno un po’ troppo di formula. Soprattutto i personaggi femminili appaiono stereotipati e quasi caricaturali. Godibile, ma non lo consiglierei come punto di partenza per conoscere questo autore.