Mantova, corte dei Gonzaga, giugno 1501. Quando Isabella d'Este scopre che suo padre, il duca di Ferrara Ercole I, ha scelto come moglie per l'erede al trono la donna più discussa della penisola, Lucrezia Borgia, figlia bastarda del papa, già sposa di due mariti, il primo ripudiato, il secondo ucciso in circostanze ambigue, il suo animo ne resta completamente sconvolto. La figlia di una tenutaria di bordello, come amava definirla, non può mischiare il suo sangue con quello purissimo e regale degli Este. Accolta con freddezza e disprezzo da tutti, Lucrezia, donna di fascino e di straordinaria bellezza, amante del lusso e del divertimento, riesce tuttavia a guadagnarsi i favori di almeno una parte della corte ferrarese, in particolare dei giovani e affascinanti fratelli di Isabella, attratti dalle feste memorabili e dalla folta schiera di damigelle di cui si circonda, fra le quali brilla l'astro della irresistibile Angela Borgia. Questo successo genera fra le due donne una ostilità ancora più marcata e nuovi e più accaniti contrasti, che culminano con il tentativo da parte di Lucrezia di umiliare la rivale nella sua femminilità, portandole via un affetto a lei molto caro. Ma la marchesa di Mantova, donna di impareggiabile classe, cultura e acume, abile e scaltra più delle sue stesse spie, non è persona da lasciare impuniti gli oltraggi subiti e la sua vendetta sarà feroce e implacabile. Intorno a queste due donne indimenticabili, gli intrighi, i tradimenti, le congiure che dilaniano due fra le più potenti corti del Rinascimento, ma anche gli amori travolgenti e impossibili, forieri di stragi e tragedie familiari. Il prezzo della sopravvivenza coincideva con la rinuncia definitiva al sogno di amare ed essere riamata. Questa, la vendetta di Isabella d'Este. Questo, l'amaro destino cui Lucrezia Borgia non sarebbe mai sfuggita.
3 stelle perché mi aspettavo di più da questo libro. Premessa: amo la storia personale di quasi tutti i personaggi storici del periodo Rinascimentale, da brava storica d'arte, e Isabella d'Este è una dei miei personaggi preferiti, tanto da dedicargli la mia tesi triennale! Apprezzo nella Russo il fatto di citare personaggi anche minori nella storia per renderla ancora più veritiera e, sicuramente, per sottolineare il fatto che lei si è documentata! Ma secondo me i due personaggi principali, Isabella e Lucrezia sono messa in secondo piano dalla storia d'amore tra Angela Borgia e don Giulio, il più sfortunato degli Este, povero angelo. La cosa che non mi è piaciuta per niente è che non ha dato spazio alle vere passioni di Isabella, non era solo una persona gelosa di Lucrezia (lo sarebbe stata anche di un'altra qualsiasi persona che avrebbe messo in discussione il suo primato di primadonna!), ma era molto di più: una vera e propria mecenate! Uno spirito unico in un periodo dove gli uomini la facevano da padroni! E questo mi è molto molto dispiaciuto!
Per ora i libri che colgono in pieno l'animo di Isabella sono "Rinascimento privato" di M. Bellonci e "i cigni di Leonardo" di K. Essex (che consiglio a tutt* di leggere 😉)
Rispetto a "La bastarda degli Sforza ", Le nemiche" si rriduce ad una telenovela con qualche cenno storico non approfondito. Pagine e pagine e di ripicche, la lotta di due primadonne di spessore e quella dei relativi casati. Peccato! Si sarebbe potuto parlare molto di più del periodo storico ricco di cambiamenti. Voto: 7
Da appassionata lettrice di biografie e romanzi storici, affrontare un nuovo libro su personaggi conosciutissimi come Isabella d'Este e Lucrezia Borgia era una sfida, per capire se avrei appreso qualcosa di nuovo, se mi ci sarei appassionata o meno. Dopo lo splendido "Rinascimento privato" della Bellonci, per es., trovavo difficile misurarmi ancora col personaggio di Isabella. Il libro si focalizza su pochi anni delle vite di Isabella e Lucrezia, mettendone in luce soprattutto la rivalità, la vita intima, i pensieri, il diverso modo di essere ognuna una "prima donna" del suo tempo. La Russo si rivela fine conoscitrice della Storia e di ogni piega dei suoi personaggi e riesce a renderli vivi ai nostri occhi, con le loro passioni e i loro moti dell'animo, i loro pregi e i loro difetti. Si focalizza su due grandi donne che, ognuna in modo diverso, ha saputo trovare il modo di imporsi, di esercitare il potere e anche di dominare gli uomini amati. Questo era il primo libro che leggevo della Russo e sicuramente ne leggerò ancora altri.
"E una Este non teme il confronto con una volgare popolana come Lucrezia Borgia, soffre nel fisico e sanguina nel cuore ma nessuno, all'esterno, dovrà mai accorgersi del suo dolore perché sì, sarebbe volgare e avvilente, ammettere la sconfitta, l'umiliazione." Isabella d’Este, definita dai suoi contemporanei “sole della nostra etade”, era stata una bambina prodigio, affascinata dai viaggi, dalla moda, dalla musica. E’ una donna che rappresenta politicamente e culturalmente la perfetta “principessa umanista”. Passava diverso tempo nel suo amato studiolo: una stanza a cui pochi erano ammessi, in cui erano custoditi i tesori dell’antichità, i capolavori di artisti come il Mantegna, il Perugino e Lorenzo Costa e dove ogni decorazione rimanda alla sua filosofia di vita. Era suo luogo dell’anima, per una donna di governo, di ordine, di cultura, riesce a diventare la fenice del Rinascimento italiano, e veniva rispettata dagli uomini in quanto aveva una fermezza tipicamente maschile. Circondata da intellettuali e artisti, ha concepito la sua vita come un’opera d’arte e ha coltivato le arti, la bellezza e la cultura come valori fondanti: di lei sappiamo che la maggiorparte comprava per mostrare ai suoi amici, mentre Lucrezia comprava per il privato, per la sua cappella personale, comprava per se stessa. Ma la marchesa è anche una razionale manipolatrice nelle relazioni diplomatiche, infatti quando nel Giugno 1501, Isabella scopre che suo padre, il duca di Ferrara Ercole I, ha scelto come moglie per l’erede al trono la donna più discussa della penisola, Lucrezia Borgia, figlia bastarda del papa, già sposa di due mariti, il primo ripudiato, il secondo ucciso in circostanze ambigue, il suo animo ne resta completamente sconvolto. La figlia di una “tenutaria di bordello”, come amava definirla, non può mischiare il suo sangue con quello purissimo e regale degli Este. Il nome di Lucrezia Borgia é sempre stato associato a veleni, intrighi e incesti, pare probabile che fosse il Guicciardini ad aver dato il là alle maldicenze sull’unica figlia del Papa, autore in contrasto con le teorie linguistiche di Pietro Bembo, concorrente di Macchiavelli nella visione storica dell’Italia contemporanea, che ha vissuto alla sua corte, che era innamorato della Borgia, con la quale manterrà un amore platonico, probabilmente per scelta di lei. Alla luce di registri, documenti amministrativi e lettere segrete scritte in codice, possiamo dire che, in realtà Lucrezia fosse molto diversa da come i suoi contemporanei volessero farla apparire. Ha avuto grandi capacità di reggenza del ducato in assenza del marito e ha sempre avuto come fine ultimo il benessere dei suoi sudditi e la sopravvivenza dello Stato estense. Pochi ricordano che è Lucrezia ad aver fondato una banca per i poveri e ad aver promosso le bonifiche dei terreni paludosi perché diventassero terre coltivabili. Al prestigio e lusso personale preferisce investimenti economici per la comunità. Lucrezia è semplicemente una donna che ha portato su di sé la pesante eredità di una famiglia nota per l’indole sanguigna e prepotente di Cesare, il fratello, e per i costumi dissoluti del padre, il Papa Alessandro VI. Viene accolta con freddezza e disprezzo da Isabella d’Este, ma riesce tuttavia a guadagnarsi i favori dei giovani e affascinanti fratelli di Isabella, attratti dalle feste memorabili e dalla folta schiera di damigelle di cui si circonda, fra le quali brilla l’astro della irresistibile Angela Borgia, una sua cugina. Questo successo genera fra le due donne una ostilità ancora più marcata e nuovi e più accaniti contrasti, che culminano con il tentativo da parte di Lucrezia di umiliare la rivale nella sua femminilità rischiando di cambiare gli equilibri politici d’Italia. Un libro che nasconde le irrequietezze di queste donne così simili e ossimoriche al contempo. Due donne e la loro guerra personale, che dimostra quanto alla fine, tra le due litiganti, sia il terzo a godere! E non vi posso svelare chi
3.5 Avevo tanto sentito parlare di quest’autrice che ammetto mi sarei aspettata molto di più da questo libro. L’argomento non mi è nuovo, ho letto altri libri a riguardo perché ho sempre amato le storie di forti personaggi femminili realmente esistiti, in questo particolare caso il confronto tra Isabella d’Este e sua cognata Lucrezia Borgia. Isabella, donna nobile, colta, intelligente, ambiziosa e manipolatrice a cui si contrappone Lucrezia, figlia bastarda di un Papa, già moglie due volte, troppo frivola e leggera e che non esita a sfruttare la propria bellezza per ottenere ciò che vuole. La gelosia verso una donna che riesce ad affascinare tutti ma che ha l’ardire di mischiare il suo sangue di figlia di una tenutaria di bordello con quello purissimo degli Este avrà tutta una serie di conseguenze, vendette e ripicche che ci porteranno a conoscere gli intrighi che dimorano nelle più potenti corti del Rinascimento italiano. Si vede che la storia è molto curata dal punto di vista storico ed i personaggi sono delineati abbastanza approfonditamente, lo stile è scorrevole e lineare, quello che manca però è la passione che dovrebbe animare queste due donne. I personaggi sono piuttosto piatti, mancano quelle palpitanti emozioni che invece mi hanno amare i libri di Jeanne Kalogridis (che nel suo ‘alla corte dei Borgia’ ci aveva fatto conoscere Lucrezia) o di Karen Essex ( che nel suo ‘i cigni di Leonardo’ invece ci aveva fatto amare Isabella). Anche la fine è stata poi molto affrettata e per di più raccontata da una terza persona, seppur comunque parte della storia. Mi dispiace ma non mi ha convinta del tutto.
Carla Maria Russo è una garanzia del romanzo storico italiano, soprattutto quando parla di donne. "Le Nemiche" è un romanzo che racconta la cronaca della rivalità e dell'odio che intercorse tra Lucrezia Borgia e Isabella d'Este, ripercorrendone le vicissitudini. L'invidia di Isabella, profonda ed insanabile, sarà cordialmente ricambiata da Lucrezia, in un duello dal quale entrambe usciranno sconfitte, non senza accusarsi vicendevolmente della responsabilità delle disgrazie nelle quali si imbatteranno...ma sarà davvero così? L'arrivo della chiacchieratissima figlia del papa alla corte bigotta, superba e ipocrita degli Este metterà in evidenza le incrinature di una famiglia tutt'altro che irreprensibile e senza macchia...ma chi sarà più immorale? I Borgia che, pur senza scrupoli, non rinnegano mai la loro natura ma la assecondano? Oppure gli Este che dietro una presunta superiorità morale appaiono assai più efferati e meschini? Alla fine il limite tra le due dinastie è assai labile. In questo scontro non mancano le vittime, a cominciare dagli sfortunati Angela Borgia e Giulio d'Este, oltre che il povero Ferrante e i collaboratori di Lucrezia. Il romanzo è pregevole, dalla penna agile e di grande rilievo e proprio per questo ne consiglio la lettura.
Carla Maria Russo è un'autrice molto prolifera in ambito di narrativa storica, che ho conosciuto grazie alla duologia su Caterina Sforza. Personalmente sono ancora troppo indietro in questo genere per leggere libri che non trattino di figure storiche e periodi che già conosco (motivo per cui, ad esempio, non ho mai preso in considerazione l'acquisto de L'amante del Doge), perciò sono bel lontana dal recuperare tutta la sua produzione, ma questo libro lo volevo: chi mi segue saprà che ho passato un periodo in cui cercavo libri sui Borgia (due serie televisive a tema e un videogioco dove sono importanti lasciarono il segno), e dopo svariate letture mi sono resa conto che un'altra figura aveva catturato il mio interesse. Isabella d'Este. Ora, non posso farle un'introduzione degna, perciò mi limito a dire che fu una delle donne più influenti del Rinascimento e che la sua strada incrociò quella di Lucrezia Borgia: Isabella, infatti, era sorella di Alfonso d'Este, ossia il terzo marito di Lucrezia. Due donne conosciutissime nel loro tempo, icone per motivi diversi e abituate a primeggiare senza competizione degna di nota: era ovvio che, una volta messe nello stesso ambiente, le due cognate si sarebbero odiate e si sarebbero fatte una guerra sotterranea più o meno continua. Il libro di Carla Maria Russo non copre tutta la vita delle due protagoniste ma si limita a raccontare l'ingresso di Lucrezia nella famiglia d'Este e il grande scandalo di cui la Borgia fu l'involontaria causa scatenante: due fratelli di Alfonso, il cardinale Ippolito e Giulio, si innamorarono di Angela Borgia, nipote di Lucrezia, e questo portò ad uno scontro dalle conseguenze pesantissime per la famiglia d'Este e, un po', confermò la fama della Borgia di portare sfortuna in qualunque casa entrasse. E dopo questa doverosa premessa parliamo un po' di questo libro che, pur essendomi piaciuto, devo confessare che mi ha leggermente delusa, nel senso che è partito molto male, poi si è ripreso, ma alla fine ho dovuto ammettere con me stessa che mi aspettavo un filino di più... ma andiamo con ordine. Il problema che ho riscontrato all'inizio è dovuto ad una scelta dell'autrice: come ho detto ha deciso di raccontare un periodo specifico della vita dei personaggi, e il risultato è che noi entriamo bruscamente in una storia già iniziata. Le trattative per il matrimonio tra Lucrezia ed Alfonso sono in linea d'arrivo, e la Russo si trova a doverci spiegare chi sono i personaggi, cosa pensano, le loro motivazioni... in pagine e pagine di esposizioni e conversazioni in cui i personaggi più che dialogare riassumono la loro posizione e il loro pensiero. Perché Lucrezia vuole entrare a far parte della famiglia d'Este, perché loro non la vogliono ma sono praticamente obbligati a prenderla, i rapporti tra i membri delle famiglie... non è una narrazione che procede bene perché non c'è il tempo di farla progredire: bisogna che il lettore ne sia informato il più velocemente possibile in modo che possa capire la trama. Personalmente credo che a questo punto all'equilibrio del libro avrebbe giovato coprire un arco più lungo di eventi, così da poter vedere degnamente l'antefatto invece di averlo sbattuto in faccia in quel modo, oppure dare per scontato che i lettori avessero già un'infarinatura di base sull'argomento. Fortunatamente dopo qualche capitolo il problema scompare e lo stile della Russo torna ai livelli che avevo imparato ad apprezzare. La narrazione procede per punti di vista: Lucrezia, Isabella, Angela, Giulio, Ippolito, qualche capitolo di Alfonso e Francesco, ma anche la corrispondenza, sia quella ufficiale che quella delle spie, che permettono di avere una visione d'insieme completa di quello che sta succedendo più o meno in ogni momento (e di soffrire per i personaggi che invece non lo sanno). Mi è piaciuto molto che il linguaggio fosse molto curato, con l'utilizzo di alcuni vocaboli e costruzioni della frase un po' antichi, che permette di immergersi ancora di più nell'atmosfera rinascimentale: non ci sono sbavature o termini talmente moderni da incrinare la sospensione dell'incredulità (ricordo ancora un "ok" in ambito medioevale), anzi è uno di quei casi dove puoi anche imparare qualche parola nuova, cosa sempre piacevole in un libro. Altra cosa bella è che una volta superato lo scoglio delle pagine iniziali è molto facile seguire gli eventi, non importa quanti siano i personaggi coinvolti e quanti sotterfugi ci siano di mezzo: abbiamo la fortuna di una penna abbastanza esperta da non farti perdere tra persone e fatti, e una storia in grado di appassionare anche se le location son due in croce (Mantova e Ferrara, con Roma che a volte fa la guest star). Ecco, le ambientazioni devo dire che mi hanno delusa: tanto tratteggiati bene i personaggi, quanto anonime le loro corti: da Lucrezia Borgia ed Isabella d'Este mi sarei aspettata di più, invece il modo in cui organizzano le proprie case e l'ambiente culturale non si vedono mai. Peccato. I personaggi sono sicuramente il punto di forza: in uno scontro tra titani come questo era alto il rischio che l'autrice non fosse parziale, che dipingesse una delle due donne come la cattiva della situazione. Invece Carla Maria Russo è abbastanza brava da non farlo: Isabella e Lucrezia sono alla pari, di loro vediamo i pregi e come siano carismatiche abbastanza da resistere ai loro difetti, ad esempio i capricci di Lucrezia e la superbia di Isabella (in particolare temevo per Isabella, che è meno popolare di Lucrezia ed era davvero una... persona difficile, mettiamola così). Tra l'altro non si punta neanche sul melodramma facile di due donne che avrebbero potuto essere amiche se ne avessero avuta la possibilità e blablabla: ce l'hanno avuta, la possibilità, e non gliene è fregato niente di coglierla. Non si piacevano, punto. Ma per quanto il loro contrasto sia epico, rimane difficile da gestire perché queste due son state faccia a faccia raramente e imbastire un libro di narrativa su uno scontro che avviene a distanza, spesso attraverso terze parti e senza un confronto finale è un po' un suicidio stilistico... ma ecco che La Storia viene in soccorso ai poeti: cosa c'è di più universale di un amore contrastato, di una bellissima fanciulla contesa tra due fratelli? Quindi abbiamo anche la storia di Angela, Giulio e Ippolito, quella che quando la vidi nel telefilm pensavo se la fossero inventata e mi sembrava pure una roba troppo romanzata (un po' come lo scandalo della collana), perché la vita a volte sorpassa la fantasia in modi che nessuno potrebbe immaginare e che, se non fossero veri, in una storia sembrerebbero esagerati. È interessante vedere Lucrezia e Isabella, che tanto sanno e tanto possono, troppo impegnate nel loro scozzo per accorgersi del dramma che si sta consumando sotto i loro occhi finché non è troppo tardi, e possono solo cercare di rimettere insieme i pezzi al meglio delle loro capacità per evitare non dico il disastro - per quello è tardi - ma almeno il disastro totale. E ho anche trovato interessante come i rapporti familiari siano gestiti in modo quasi inverso: se da un lato si tira quasi un respiro di sollievo a vedere un libro che parla di Lucrezia senza la sua ingombrante famiglia appresso (Cesare c'è, ma più come presenza minacciosa ai margini), dall'altro scalda il cuore vedere come Isabella lotti per tenere insieme i fratelli e la sua famiglia d'origine (tranne Beatrice, che viene nominata giusto un paio di volte).
Quindi che dire? Un libro imperfetto, che in definitiva mi è piaciuto ma... conoscendo l'autrice, mi aspettavo di più. Lo consiglio? Sì, ma se doveste scegliere tra questo e I cigni di Leonardo, vi direi di dare la precedenza a quest'ultimo.
Libro scritto benissimo!! Come al solito Carla Maria Russo non sbaglia mai nel romanzare un po' la vera storia dell'odio e della rivalità che ci fu tra Lucrezia Borgia e Isabella D'Este. Tra le due quella che mi è piaciuta meno è la Borgia,troppo frivola e festaiola per i miei gusti. Su Isabella D'Este si può dire che era una donna un tantino arrogante , superba e fiera della propria origine ,e se già mal sopportava la Borgia perchè figlia di donna di facili costumi ,e poi ha iniziato a odiarla a morte,ha avuto tutta la mia approvazione quando Lucrezia comportandosi da donna facile si è messa con il cognato ,marito di Isabella. Non sto facendo nessun spoiler dato che questo e altro si trova su wikipedia.
La storia si svolge fra il 1501 e il 1559 e racconta, in stile romanzato, di Isabella d'Este Gonzaga, duchessa di Mantova e della cognata Lucrezia Borgia (figlia di Alessandro Borgia, papa dal 1492), moglie d'Alfonso d'Este, duchessa di Ferrara. Intorno a queste due donne così rivali tra di loro assistiamo agli intrighi, ai tradimenti e alle congiure che dilaniano due fra le più potenti corti del Rinascimento, ma anche agli amori travolgenti e impossibili, forieri di stragi e tragedie familiari.
Avendo già letto "La sposa normanna" di questa autrice sapevo che lo stile di scrittura di questo libro mi avrebbe preso, ma non mi aspettavo di venir travolta anche nella storia. Non amo il genere storico nei libri, che spesso si ricollega ad argomenti scolastici, da cui cerco di scappare a tutti i costi, soprattutto con la lettura. Alquanto inaspettatamente le vicende dei ducati di Ferrara e Mantova sono risultati molto interessanti e travolgenti. Oltre alla vicende, la costruzione dei personaggi è ragguardevole, soprattutto perché provengono da una realtà talmente lontana da quella odierna che mi è sembrato strano ritrovarmi nei loro comportamenti, nelle loro emozioni, sofferenze, vendette... Ho apprezzato particolarmente il finale, mi è quasi sembrato di rivivere l'inizio del libro, la primissima conversazione narrata tra Ercole e Ippolito. Questo libro mi ha intrigato fino all'ultima pagina, leggerò sicuramente altro della Russo.
Una buona idea sviluppata in modo goffo. Oltre metà del racconto è pura esposizione che 1) annoia a morte chi conosce un minimo il background storico-politico 2) rende i dialoghi completamente improbabili. La seconda metà è salvata dalla pena e simpatia che inevitabilmente si provano per don Giulio d'Este, ma pena e simpatia non possono supplire a un racconto avvincente, realistico e ben scritto. Un discorso a parte sarebbe da fare per il fulcro del romanzo, ovvero la rivalità tra Isabella d'Este e Lucrezia Borgia. Personalmente credo che la prima sia stata effettivamente gelosa della seconda come qualunque primadonna lo sarebbe stata di un'altra più giovane e nemmeno troppo blasonata che le "soffia" una posizione di preminenza. Non sono neanche così ingenua da credere che le donne potenti possano solo sostenersi, piacersi e potenziarsi a vicenda. E tuttavia mi rifiuto di pensare che Isabella d'Este abbia vissuto in un continuo stato di livore e di cattiveria, perseguitata dal pensiero della cognata, come se non avesse avuto altro da fare nella sua esistenza. Avrei onestamente preferito un approccio più sfumato. Mi hanno sempre parlato bene di Carla Maria Russo e anche quello che ho letto dei suoi libri su Caterina Sforza mi è sembrato più valido di questo, quindi mi limiterò a sospettare, come ormai faccio sempre più spesso, che il romanzo sia nato da una commissione e non da una passione. È tutto lecito, ma a mio parere questa storia meritava di più.
Un romanzo che mi ha fatta davvero appassionare a un periodo storico che ho sempre disdegnato, l’Italia del XVI secolo. In mezzo agli intrighi di corte tra Isabella d’Este la cognata Lucrezia Borgia ho apprezzato i costumi dell’epoca ma soprattutto le sottigliezze della politica e della diplomazia. Tra le due donne si è giocata una partita a scacchi, fatta di mosse e contromosse, iniziata nel momento stesso in cui il papa, padre di Lucrezia, costrinse Ercole, padre di Isabella, a maritare il suo primogenito Alfonso a sua figlia. Da quel momento le due nemiche non hanno mai nascosto l’animosità che provavano l’una nei confronti dell’altra. Isabella ha sempre saputo che la Borgia, figlia di una tenutaria di bordello, avrebbe causato la rovina della sua famiglia e così, indirettamente, è stato: i fratelli Este si sono scannati a vicenda e l’impronta maligna di Lucrezia era sempre tra loro. Per non parlare del colpo basso inflitto dalla Borgia alla sua nemica, cui ha strappato il marito facendolo innamorare di sé e innamorandosene a sua volta. Ma alla fine nessuna delle due ha vinto quella guerra. Il tempo non è stato generoso con nessuno, salvo uno, colui che più di tutti era stato maltrattato dalla Vita. Il suo finale è stato perfetto e commovente.
Ci ho messo un po ad interessarmi alla storia, poi però, tutti gli intrighi e le macchinazioni hanno acceso in me la curiosità. L'ultima parte letta tutta d'un fiato. Devo dire molto godibile, consigliato, soprattutto se si tiene conto che è romanzato, si, ma solo fino a un certo punto.
RECENSIONE COMPLETA QUI: http://cristinabenedetti.blogspot.com... L’elemento cardine del romanzo è la rivalità tra queste due potentissime donne che faranno di tutto per osteggiarsi e colpirsi a vicenda. Ho amato moltissimo il ritratto che emerge di entrambe: Lucrezia il cui nome è da sempre associato a eccessi, tradimenti, intrighi e violenza è in realtà una donna triste e profondamente sola che viene accolta con estrema freddezza dalla famiglia del marito. Cercherà l’amore altrove anche a costo di creare seri problemi diplomatici. Una ragazza che segue le sue emozioni e va contro la morale dell’epoca, una donna intelligente e passionale, ricca di sfumature e ingiustamente incolpata delle malefatte della sua famiglia di pazzi. Isabella d’Este in primo momento mi infastidiva: piena di sé e sicura del suo potere nel ducato del fratello è convinta di non avere rivali e di non dover temere nessuno. Una donna che risulta altezzosa, fredda e terribilmente astuta, sempre alla ricerca di un pretesto per ferire la rivale ma, ovviamente il rischio è di essere anch’essa colpita e, Isabella, dovrà fare i conti con molte sofferenze che
sveleranno il suo lato emotivo e umano. Rimane comunque un personaggio incredibilmente intenso. Intorno a queste due donne straordinarie si intrecciano le vite di moltissimi personaggi che, pur essendo secondario, mi hanno emozionato e colpito. Ho provato un odio incredibile per il cardinale Ippolito d’Este, un ribrezzo pazzesco per il marchese Francesco Gonzaga e un affetto inevitabile per don Giulio d’Este la cui storia mi ha profondamente commossa. L’autrice con un stile fluido ed elegante ci accompagna nelle corti italiane, la vita del Rinascimento è descritta con dovizia di dettagli: la moda, le feste, le tradizioni e le famiglie nobiliari, tutto è curato e preciso. Consiglio vivamente questa lettura che mi ha appassionata e tenuta incollata alle pagine, una storia ricca di passioni e intrighi che vi farà scoprire due donne incredibili la cui fama ha varcato i confini del tempo.
Il romanzo racconta dell’ostilità tra le due donne più belle e più amate del Rinascimento italiano: Lucrezia Borgia e Isabella d’Este. La prima, figlia di papa Alessandro VI e sorella di Cesare (per il quale Machiavelli scrisse Il principe), pur non avendo un cognome potente e antico come quello degli Este, si sposerà, grazie a una incredibile dote e al ruolo ricoperto dal padre,per la sua terza ed ultima volta con Alfonso d’Este, erede al trono del ducato di Ferrara. Questo evento scatena in Isabella, marchesa di Mantova, un odio e una gelosia profonda verso Lucrezia, in quanto la vede come un’onta per la sua nobile casata e una portatrice di sventure (i suoi due primi mariti erano infatti morti dopo non molto tempo dalla nozze). Le due sono totalmente agli antipodi: Lucrezia è bellissima, piena di fascino, ma allo stesso tempo frivola e volubile; Isabella è bella e intelligente, diplomatica e politica che gestisce con acume il marchesato durante l’assenza del marito e la cui voce è ascoltata da tutti i potenti d’Europa e d’Italia. I contrasti tra le due quindi non mancano e, dopo l’arrivo di Lucrezia a Ferrara, saranno ancora più accesi e accaniti. Lo stile della Russo è come sempre scorrevole e piacevole. I riferimenti storici, con date e avvenimenti, sono tutti corretti e questo, a mio parere, è fondamentale per un romanzo storico. I personaggi, dai secondari ai principali, hanno una caratterizzazione precisa e coerente al ruolo che svolgono nelle varie vicende. Romanzo consigliato a chi cerca una lettura piacevole, ma non banale.
Carla Maria Russo è sempre magnifica, soprattutto quando tratta di donne. Le nemiche, romanzo rinascimentale, narra la rivalità e odio che intercorre tra Lucrezia Borgia e Isabella d'Este. Le Este è sempre stata contraria al matrimonio tra la Lucrexia Borgia e Alfonso d'Este, il primogenito del duca Ercole. La motivazioni non sono solo fisiche( la bellezza di Lucrezia, che batte Isabella), ma anche politiche, (i Borgia sono conosciuti per essere crudeli e senza scrupoli). Quando due fratelli d'Este Ippolito e Giulio) s'innamorano della stessa fanciulla, cugina di Lucrezia, le rivalità diventano insanabili. Non mancano le vittime: Giulio, Ferrante, i servitori di Lucrezia ecc. Le due casate non sono poi così diverse. Tanta tenerezza mi ha fatto Giulio d'Este, figlio illegittimo del duca Ercole: attraente, giovane e amante delle belle donne. È il più debole economicamente e quello che soccomberà, anche a causa di una congiura (murato vivo per oltre quarant'anni. Senza finestre o porte). Lo consiglio assolutamente, anche se Isabella non era solo una rivale di Lucrezia, ma anche una mecenate e politica potente, al pari del marito.
Preso spinta dalla solita curiosità che mi avvicina ai libri che raccontano di storie riguardanti personaggi realmente esistiti, ammetto che mi ha un po’ deluso, non tanto per il modo di scrivere o i personaggi, ma perché dopo l’incarcerazione dei due fratelli D’Este (Giulio e Ferrante) la storia si è come fermata, e ammetto che avrei visto molo bene la versione un po’ romanzata e magari con un lieto fine la storia di Giulio e Angela. Comunque libro ben scritto, scorrevole e appassionante. La storia si sviluppa intorno alla famiglia degli Este a capo della città di Ferrara e al matrimonio tra Alfonso e Lucrezia Borgia, quindi le storie d’amore e le avventure che si svilupperanno intorno alla nuova corte dei signori della città. Non mancheranno nemmeno qualche piccolo intrigo e le gelosie e le inamicizie che un matrimonio del genere può causare. Libro che consiglio a chi ama la storia e i personaggi che l’hanno vissuta.
DNF pagina 212, fortuna che era la versione economica o mi sarei giusto un po' indispettita.
La recensione di L'aura, poco più in giù e a sua volta da 2 stelle, è decisamente più esplicativa di quanto non lo sarà il mio commento: molto in breve, i dialoghi sono stati resi male perché troppo esplicativi dello scenario geopolitico del tempo e poco naturali; le personalità complesse di Lucrezia e Isabella sono state ridotte a uno screzio tra donne "potenti" e apprezzate dagli uomini della famiglia; il triangolo Ippolito-Angela-Giulia ha preso più spazio di quanto non fosse necessario.
La Russo mi era piaciuta ne La sposa normanna ma non mi ha nemmeno lontanamente convinta con Le nemiche, per cui le aspettative erano, però, altissime.
Il romanzo mi è piaciuto molto, ho scoperto varie cose che non conoscevo, e ho apprezzato il fatto che si parlasse non solo di Isabella e Lucrezia, due donne che, in modi diversi, sono state davvero molto importanti nella storia, ma anche delle figure che le circondavano, a partire dai fratelli di Isabella, Alfonso, Ippolito, Ferrante e Giulio, tutti molto diversi tra loro e a cui l'autrice dà davvero molto spazio nel suo romanzo. Ho avuto il piacere di leggere non solo di queste due donne così diverse tra loro, ma anche degli intrighi e delle congiure che hanno dilaniato la potente famiglia degli Este e altre importanti corti del Rinascimento.
La scrittura è scorrevole e fluida, e il libro si legge molto in fretta. Copre però solo una parte delle vite di Isabella e Lucrezia (1501-1509), con due brevi excursus nel 1540 e nel 1559, perciò se si vogliono conoscere a pieno le loro figure, il romanzo va integrato con altri libri, ma mi sento comunque di consigliarlo a tutti coloro che in generale vogliono saperne di più su tutta la famiglia d'Este in generale, e sulla rivalità tra queste due donne indimenticabili.
Libro che cerca di contrapporre due grandi donne del Rinascimento e che mi colpisce profondamente, perché originaria proprio delle zone citate. La loro grandezza è stata conseguenza del ruolo che si richiedeva a queste due grandi donne e grandi menti a modo loro: Isabella, primadonna d'Europa e marchesa di Mantova che tutti volevano imitare e con cui nessuno voleva e competere e Lucrezia, donna dalla reputazione quasi rovinata dalla grandezza della famiglia alla fine decaduta, con il solo desiderio di poter vivere una vita tranquilla e ritirata al riparo dagli schemi del padre e del fratello.
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Un libro davvero fantastico, che ti lascia incollato in ogni singolo capitolo... lo consiglio soprattutto a chi come me non ama la storia. Questa scrittrice ti permette di appendere fatti storici in maniera innovativa, attraverso la sua penna! Ho iniziato il libro parteggiando per dei personaggi e sono finita con il ricredermi su tutti 🙈davvero eccezionale
Il romanzo è carino, ma a tratti rischia di appiattire lo spessore umano dei personaggi ritratti. La pecca che ho accusato di più durante la lettura, tuttavia, è lo stile, troppo impostato e propenso a raccontare più che a mostrare gli eventi.
Mi aspettavo un po' di più da questo romanzo, che ho apprezzato per i ritratti dei personaggi femminili (soprattutto, una splendida Isabella d'Este!), ma che ho trovato poco fluido nella narrazione, e un po' lento
questo era l'ultimo libro di italiano per la scuola. è sinceramente il libro che mi è piaciuto di più tra i tre. il finale è stupendo, ma non mi è piaciuto tanto che la lite tra le protagoniste non si è risolta in alcun modo.
L'autrice sa come tener viva l'attenzione durante la lettura. Dalla trama si capisce bene che ha fatto un grande lavoro di ricerca prima di scriverlo e apprezzo sempre la veridicità della sua narrazione. È tra le mie autrici italiane preferite. Consiglio di recuperare anche gli altri suoi libri.
Bellissimo romanzo storico centrato sulle figure femminili del tempo. Ottima trattazione dei temi, bella scrittura e un bellissimo riassunto del periodo come prologo.