Maurizio, quarant’anni, cuoco sopraffino, è un uomo fondamentalmente sano. Ha alle spalle una famiglia normale, è amante del buon cibo e delle belle donne ma, convinto dalla moglie che lo ritiene malato, finirà per affidarsi alle cure del dott. Grabski, per anni. Il dottore, psicanalista freudiano, ma anche lacaniano o junghiano, a seconda del momento e dell’estro, coinvolgerà il protagonista in un improbabile percorso psicoterapeutico passando dal classico lettino ai giochi con la sabbia, dall’ascolto delle “voci” alla drammatizzazione di scene familiari con i pupazzetti. Metodi ortodossi e meno ortodossi si alterneranno in sedute al limite del cialtronesco nello stravolgimento di tappe fondamentali, secondo i manuali, come la “forclusione del nome del padre”, il complesso di Edipo o il viaggio dell’eroe. Maurizio, sotto la guida di Grabski, si ammalerà, litigherà con tutti, compresi i suoi parenti, perderà il lavoro, i soldi, e divorzierà. Ma alla fine riuscirà fatalmente a prendere coscienza delle sue inclinazioni e delle sue vere passioni che inizierà a seguire subito per una nuova vita all’insegna del benessere. Libro brillante, pieno di dialoghi irresistibili tra il protagonista e il dottore, Il grande Grabski è la parodia di ogni cura che travalichi il buon senso e il desiderio di un’esistenza semplice fatta di curiosità e voglia di stare al mondo. Feng shui, tao, yoga e altre discipline alternative sono prese di mira dall’autore, capace di trasformare in materia comica qualsiasi argomento riguardante la cura della mente (e anche del corpo).
A tratti divertente, a tratti appesantito dal doloroso tentativo di dover far ridere ad ogni pagina. Mi aspettavo un'affettuosa presa in giro della psicanalisi da un autore che, però, ne masticasse. Va bene la macchietta, ma non si vive di sole macchiette.
Il grande Grabsky è la storia pungente ed ironica di un rapporto controverso e surreale tra un uomo ed il suo istrionico terapista. Maurizio è protagonista e voce narrante di un romanzo in grado di bilanciare con intelligenza ed oculato sarcasmo le nostre comuni preoccupazioni - dichiaratamente maschili in questo caso - ad una surreale terapia d'urto capace di strappare sorrisi e risate senza la minima difficoltà. Attraverso sedute ben architettate e condotte con una certa dose di sagace maestria dal dott. Grabsky, Maurizio ripercorre i punti salienti della sua vita tra cocenti delusioni amorose, pessime scelte di giudizio e tempismo indubbiamente da rivedere.
Un libro che parte benissimo. Scrittura proattiva, stile fresco, buona dose di sarcasmo e autoironia alleniana. Rinaldi ci racconta di Maurizio, 40enne romano alle prese con piccole beghe quotidiane e dei suoi problemi con le donne. Lo fa con intelligenza e ironia... da sempre carte vincenti. Poi, man mano che si procede, il ritmo cala. Il racconto arriva al paradosso e lo supera, scadendo a tratti nel poco plausibile ma - purtroppo purtroppissimo - soprattutto nel poco interessante. E anche la sterzata finale mi ha dato più l'impressione del "vabbè, dai, famo che finimo" piuttosto di una vera chiusura. Tutto troppo "tirato via" alla svelta. Nessun guizzo. Si riprende, però, con una chicca intelligente che pare discostarsi appena dalla vicenda centrale e che varrebbe quasi un mezzo punticino in più. Una trovata divertente e originale che capovolge, alla chiusura della storia, tutta la vicenda e ci costringe a riconsiderare il nostro protagonista, investendolo di luce tutta nuova.
Insomma, un librino agile e veloce che si legge bene ed è perfetto come lettura "cuscinetto" tra due libri più impegnati/impegnativi. Ottimo anche da leggere in metro, visti i capitoletti brevi. Un po' ha deluso le mie aspettative, in realtà: mi aspettavo una parodia della psicanalisi e invece proprio su quella tematica lascia un po' a desiderare. C'erano molte possibilità, ma alla fine restano un po' inespresse.