La storia suggestiva della via della seta comincia in un passato antico e si snoda per secoli. Oggi quel percorso sta cominciando a unire paesi che aspirano a svolgere un ruolo dominante sulla scena mondiale. Difficile fare previsioni su come tutto questo trasformerà Oriente e Occidente. Una strada, o meglio una rete di strade, un fascio di percorsi terrestri e marittimi hanno spostato nel corso dei secoli uomini, merci e conoscenze dall’estremità orientale dell’Asia sino al Mediterraneo e all’Europa. Romantica e recente, l’espressione "via della seta" restituisce il senso di un mondo vasto, attraversato fin dai tempi antichi da guerre e conflitti ma animato anche dal fervore di scambi commerciali, culturali e politici. Fra montagne e altipiani per questo cammino sono transitati spezie, animali, ceramiche, cobalto, carta, e naturalmente la seta. Alessandria, Chang’an, Samarcanda, Bukhara, Baghdad, Istanbul: sono alcune delle tappe di un viaggio millenario che giunge fin dentro al nostro presente. Perché la via della seta non è solo un racconto del passato, ma ha a che fare con il nostro futuro globale.
Franco Cardini (Firenze, 1940) è uno storico e saggista italiano. Laureato in storia medievale presso l’Università di Firenze attualmente è professore emerito presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali (Scuola Normale Superiore). Ha scritto numerosi libri e pubblicazioni.
Si afferma spesso che gli studiosi italiani non sanno scrivere prosa divulgativa; per ciò che attiene alle scienze naturali non emetto giudizî, trattandosi di campo affatto estraneo ai miei studî e alle mie passioni, benché il ricordo d’illustri precedenti d’autori quali Magalotti, Redi o Algarotti mi sembri invitare quantomeno a una forte cautela nell’emettere sentenze definitorie: ma per ciò che riguarda la storia una buona divulgazione mi pare che si faccia, eccome. Un esempio è offerto da questo libro succinto e pieno di cose: d’altro canto, una garanzia è data dal nome di Franco Cardini, medievista di vaglia che però non ha mai disdegnato di scrivere anche per il grosso pubblico (con tanti libri ma altresì, ricordo, sul Giornale di Montanelli), ed è oltretutto uno studioso dagl’interessi variegati e plurimi. Nel passare in rassegna le vicissitudini delle vie commerciali terrestri e marittime tra l’Europa e l’Oriente, Cardini e Vanoli tracciano in realtà un sunto sia della storia dei loro rapporti sotto tutti i riguardi, sia degli sviluppi di molte entità politiche comprese nell’area fra l’Asia Minore e la Cina: e quest’ultimo, più che un ripasso di lontane reminiscenze scolastiche, per gran parte dei lettori sarà una vera e propria scoperta, dato che in generale durante il liceo, perlomeno ai miei tempi, a ciò che accadeva di là dal Mediterraneo si dedicava un’attenzione che, per usare una litote, definirei esigua. Ben vengano dunque le veloci e incalzanti pagine dei due studiosi, che ci mostrano in modo certamente succinto e panoramico, ma non superficiale, quanti regni e quante civiltà si siano formati e disfatti nei secoli in quell’enorme estensione di territorî, spesso difficili per condizioni climatiche, dove soltanto qualche nome di regione o città, come l’Oxiana, la Sogdiana, Samarcanda o Bukhara, fa parte tuttora del normale retaggio culturale comune: cui, al massimo, in anni recenti si saranno aggiunti, legati a poco amene vicende belliche, toponimi come Herat e Kandahar, o, per ragioni più piacevoli, il Khorasan, patria del grano denominato dai botanici triticum turanicum, tanto apprezzato da chi segue le diete. E anche quanto ai nomi: Gengis Khan, Kubilay Khan (grazie a Marco Polo) e Tamerlano, il Saladino, Maometto il Conquistatore o Solimano il Magnifico (i turchi però lo chiamarono “Il Legislatore”: un Giustiniano ottomano) li conosciamo anche noi: ma chi ha presenti sovrani quali Abbas il Grande o Akbar il Grande, che pure quel soprannome onorifico lo meritarono in pieno? Sempre che, si capisce, uno non abbia letto quell’opera piacevolissima che è la Missione al Gran Mogor del P. Ridolfo d’Acquaviva di Daniello Bartoli. Chi abbia invece letto quella commedia divertentissima che è La finta ammalata del Goldoni ricorderà senza dubbio Agapito, speziale sordastro, tanto fanatico lettore di notizie sui regni orientali, che ormai ne confonde nomi e vicissitudini con quelli della sua vita quotidiana; e odia i cani perché “il Gran Can de’ Tartari” vorrebbe impedire che il figlio del re della China sposi la figlia del re del Mogol – e a un certo punto, anche “la Persia avanza le sue pretensioni”: “Sin ora sono stato neutrale” infine sbotta (neutrale fra tre potenze asiatiche lui, sepolto fra i suoi vasi di medicine in una farmacia italiana) “ma in oggi mi dichiaro. Son China, son China, son Mogol, son China. Sì, contro il Cane. Ho tanta rabbia contro il Can de' Tartari, che non voglio più veder cani”: e consiglia a Pantalone di curare la figlia Rosaura “alla moderna: con la china” proprio perché parteggia per la China contro la Tartaria. Ecco, questo lettore di rotocalchi ante litteram - un po’ rassomigliante, invero, a quell’amica di mia nonna, buonanima, che era innamorata dello scià di Persia, e aspettava sempre nuovi articoli su di lui su Oggi o Gente – tutto sommato mostrava maggior curiosità intellettuale per mondi lontani rispetto a quella che posseggono molti uomini d’oggi pur provvisti potenzialmente di tanti strumenti per poterla soddisfare. Ben vengano quindi opere come questa, che la curiosità, non che iniziare a dissetarla, possono anche farla sorger ex novo. Ulteriore pregio del saggio, rendere palese – magari non ce n’è stretto bisogno, ma un ripassino non guasta mai – che lo studio della storia economica e civile, dei progressi materiali e dei costumi non può mai andare disgiunto dalla troppo frettolosamente deprecata histoire de batailles, e tantomeno prescinderne. La storia è un mosaico dove ciascun aspetto giustifica, spiega e illumina quelli vicini e anche quelli lontani. Ecco, sembra un’ovvietà: ma per chi non fa di mestiere lo studioso pare che non sia affatto ovvia. E inoltre il libro è scritto bene, in modo leggero e piacevole ma senza superficialità o piacionerie: il che, cosa altrettanto ovvia, non guasta mai.
Uno sguardo, passando per la Via della Seta, alle realtà extra europee. Geografia, storia, scoperte, economie vari, etnologia e, naturalmente, tragedie, eccidi efferati, crudeltà a gogo. La storia (brevissima, eh, appena accennata) della Cina, questo monstrum, per noi che abbiamo studiato in maniera eurocentrica. Non solo, ma anche l'India, l'Iran, l'Afghanistan, l'Asia Centrale in tutte le sue diramazioni e manifestazioni. Tutto collegato, e "giustificato", dalla Via della Seta (sia quella terrestre che marittima) che tutto ha unito, arricchito, informato, amalgamato: merci, idee, arte, scienza, tecnica, religioni, uomini. Un percorso di migliaia e migliaia di chilometri nell'arco di tremila anni, o giù di lì. Dai nomadi indoeuropei (sciti, sarmati, issedoni, saci, massageti, tocari/yuezhi, mamma mia!) che percorrevano le steppe e i deserti dell'Asia centrale e del Sinkiang, ai loro emuli e nemici turco- mongoli Hu, Hsiungnu e compagnia bella. Caspita, ci ho perso la testa a correrci dietro insieme a Erodoto e Jean Paul Roux, e ora con un forsennato Cardini, che oltre che grande storico, è un divulgatore e affabulatore affascinante. E via, a seguire, nell'età classica con Μεγαλέξανδρος, Eutidemo, Menadro e i vari re greco battriani, Gandhara, i mercanti sogdiani etc. Mamma mia, la Sogdiana, che parolona e che entità geografica affascinante (la moglie di Μεγαλέξανδρος, Roxane, era sogdiana o battriana? mah!). E vai ancora, con le tribù turcomongole del medioevo, Selgiuchidi, i Gaznavidi, i Safavidi, Gengis e Timur e i timuridi e gran moghul (ma chi, quello delle Giovani Marmotte?). Un mozzafiato storico, intervallato da digressioni di natura economica, religiosa, artistica, nonché curiosità a tutto spiano, tipo le cartiere di Fabriano che sono state le prime in Italia... Due parole, infine. Accipicchia, che stupidaggine il razzismo, l'etnocentrismo, il suprematismo, l'integralismo religioso, di fronte a tanta ricchezza e sovrabbondanza di civiltà (a plurale!) in tutte le epoche storiche. Poi, non so proprio perché, ma mi affascinano le tribù nomadi delle steppe e dei deserti, così come i viaggiatori, pellegrini e monaci che hanno camminato avanti e indietro lungo la Via della Seta. Forse, perché sono un supersedentario che ai viaggi veri preferisce quelli più comodi sugli atlanti, geografici e storici... Forse... Da leggere, soprattutto a scuola, come libro di testo. Chissà che le "teste" non si aprano, insieme agli occhi...
Esta bien el libro para conocer la ruta de la seda, viéndola más allá de una simple ruta, señalando varias rutas, como las marítimas, pero, no se hacen mucha mención a los pueblos esteparios como los escitas en el comercio con varios lugares. No hay tanta mención de kushan. Y también se agradece que miran la ruta de la seda más allá de los viajes atlánticos. Tal vez faltaron unas cosas, pero en general está bien escrito y continúa con ideas novedosas.
En la introducción, los autores afirman que antes de la edad moderna y durante mucho tiempo era la principal potencia del mundo, en el que se podían encontrar grandes comerciantes y científicos. La ruta de la seda eran en verdad varias rutas y se comercializaban más productos a parte de la seda. Con esto presente se enoja un contorno geográfico de la ruta de la seda que empieza por el Mediterráneo donde se expande por el gran océano Índico, en el que la India es el centro de este gran océano, aquí era importante conocer los monzones para poder navegar. Se nos describen otros aspectos geográficos de Eurasia, en el que son importantes las estepas que van desde Hungría hasta Mongolia, es allí donde surgen los pueblos esteparios y nómadas que domesticaron el caballo y lo exportaron junto a los carros hacia Mesopotamia e India, estos pueblos representaban un supuesto peligro para los pueblos sedentarios, por ello es que surge toda una historia de murallas y luchas para alejar a estos. Pese a la imagen negativa de los pueblos esteparios las sociedades agrícolas necesitaban de dichos pueblos para conseguir caballos, gracias a la movilidad de estos pueblos podían comerciar con distintos lugares y difundir la lengua y el caballo por ejemplo, uno de los primeros productos que también se comercializó fue el jade entre Asia Central y China, otro producto valioso en el que se crearon varias redes en torno al 1200 a.C eran las cuencas de vidrio. El surgimiento de la civilización griega se relaciona mucho con la idea de que triunfan sobre unos orientales persas que eran incivilizados frente a ellos que eran civilizados. Los persas aqueménidas eran un imperio de gran inmensidad y riqueza, que podían comerciar también con diferentes pueblos de la India. Los pueblos esteparios también atacaban constantemente China que dio como resultado la creación de escuelas filosóficas con el objetivo de buscar un gobierno mejor, es bajo esta época en el siglo quinto antes de Cristo que surgen las primeras murallas contra estos pueblos. Persia tenía el control de varias redes comerciales, contaba con una gran red de caminos y los Palacios mostraban la riqueza propia de este imperio, en las que se podían encontrar objetos que venían desde Etiopía, India y Egipto entre otros. El gran imperio persa llegaría a su fin con Alejandro Magno y con ello el helenismo llegaría. En esta expansión de la cultura griega puede que haya tenido contacto con la dinastía Qin, esto por el posible parecido de estatuas chinas con griegas. En la India, se encontraba el imperio Maurya, el cual contaba con una capital rica y grande, tenía acuerdos comerciales con los seléucidas para la entrega de elefantes y tenían griegos en su corte, inclusive llegaron a pedir vino griego, 1 de los grandes gobernantes fue Ashoka, el cual se convirtió al budismo y extendió esta religión por distintos lugares inclusive llegando hasta el Mediterráneo en el que se encuentran conexiones entre el budismo y Grecia. Un lugar en Asia central donde había gran presencia de griegos y expandieron mucho de su cultura hacia la India fue el Reino grecobactriano, el cual combinaba la cultura griega e India, allí las deidades indias influyeron en las griegas, y fue gracias a estas, que muchos budistas incluso llegaron a Alejandría. Sobre esta última ciudad, era un importante centro comercial donde muchas de las rutas de Asia terminaban allí, en el que los productos luego eran exportados hacia el Mediterráneo. Entre lo que más destaca esta ciudad por supuesto sería su faro y biblioteca, los productos que se podían encontrar en Alejandría iban desde el Marfil hasta las especias y sedas de Oriente, Egipto ya tenía desde hace tiempo un próspero comercio con el mar rojo, sumado con el comercio que tenía Con África y la península arábiga, desde el mar rojo diferentes embarcaciones egipcias van hasta la India en búsqueda de perlas y especias. Muchas rutas terrestres desde Alejandría también iban hacia palmira una ciudad que contaba con palmeras, olivos y viñedos, en esta se importaban productos árabes e indios para ser vendidos en Roma inclusive mucha de la seda China llegaba allí, la importancia de palmira es que estaba conectada con las rutas del Golfo Pérsico que traían muchas mercancías, la ciudad era cosmopolita como se veía en las diferentes lenguas y religiones que allí había. El conocimiento romano sobre oriente se basaba mucho en textos antiguos e inclusive había un desconocimiento sobre la población que producía la seda, existieron algunas embajadas romanas hacia China pero los autores concluyen que ambos imperios eran muy distantes como para tener contactos fluidos. En China, se llevó a cabo la gran unificación, gracias al emperador Qin, este unificó la moneda y la escritura y empezó la construcción de grandes carreteras por toda China, ahora el principal problema de los chinos eran la Confederación de pueblos esteparios conocidos como Xiongnu, fue por éstos que se empezaron a construir las primeras murallas en China, dicha Confederación contaba con el dominio de Asia central y tenía los mejores jinetes, por lo que los chinos debieron usar otros jinetes esteparios para combatirlos, por ello fue importante el comercio con estos pueblos para conseguir caballos, otros pueblos esteparios suministraron jade a China que era muy importante, la nueva dinastía han, empezó a mostrar gran importancia en las rutas comerciales que controlaban los pueblos fronterizos. Por eso se empezaron a idear planes para usar a los bárbaros contra otros bárbaros en China, logrando así luego de varias luchas asegurar el comercio que iba desde la puerta de jade hacia Roma, Persia e India, con ellos empezó a exportar la seda En China, dicho producto el cual contaba con grandes fábricas e irá intercambiado por caballos con los pueblos esteparios, inclusive fungía como una moneda esta tela. La exportación de la seda se hacía por medio de rutas terrestres en Asia central, en las que se podían encontrar grandes ciudades oasis, en estos primeros instantes de Comercio de la ruta de la seda, el comercio era muy local y habían pocos habitantes que se dedicaban netamente al comercio y que viajarán lejos. Fueron los sogdianos, uno de los primeros pueblos que empezó la apertura de Oriente con Occidente al difundir estas religiones como el cristianismo, el zoroastrismo y el budismo. Estos controlaban la ruta de la seda por medio de la ciudad que en un futuro sería conocida como Samarcanda, en esta se podían encontrar embajadores de distintos lugares como chinos e indios, la ciudad contaba con grandes comerciantes, los cuales a su vez también estaban dispersos en varios lugares. En China se estaba llevando a cabo la construcción de su capital llamada literalmente paz eterna, era una de las ciudades más grandes del mundo durante la dinastía Tang, allá habían comunidades extranjeras viviendo allí, como de indios y árabes, inclusive se han encontrado tumbas de sogdianos allí, más que en un futuro existía una persecución religiosa desde el año 845 impulsada por el emperador contra otras religiones por lo que se destruyó la gran capital cosmopolita de China. El imperio kushan, fue uno de los que controló la ruta de la seda y difundió el budismo por India, Afganistán y China, los diferentes templos budistas que necesitaban de ofrendas ayudó al intercambio de bienes por lo que muchas caravanas de mercaderes iban junto a budistas. El budismo llegó a China en torno al siglo primero, el problema es que se encontró en un principio esta religión es que el emperador era el líder religioso también allí, por lo que tuvieron que esperar al fin de la dinastía Han para que esta religión se expandiera y empezará así la construcción de diferentes templos budistas y ser más apoyada en los pueblos esteparios para servir de legitimidad a sus nacientes estados. El comercio y el budismo empezaron a ir de la mano puesto que era necesario joyas y metales preciosos en los templos, por ello venían productos desde Afganistán como el lapislázuli, las perlas Del Golfo Pérsico o las joyas de la India, llegaban productos tan lejanos como perfumes de Arabia, otro producto importante fue la seda en los monasterios. Por lo que en aquella época del budismo la ruta de la seda también era la ruta de esta religión. El arte budista empezó a adquirir elementos griegos y romanos como se ve en la toba de Buda pero también propios de los pueblos esteparios. En el capítulo del budismo también se describen diferentes viajeros budistas durante la ruta de la seda en la que se tradujeron muchos textos y se demuestra la importancia del budismo. Constantinopla por supuesto que era una ciudad grande, rica y con un gran puerto comercial en el que se podían encontrar mercancías y mercaderes de todo tipo, fue gracias a eso que Constantinopla se hizo rico a base de impuestos. La seda era 1 de los principales productos comerciados por los bizantinos la cual era combinada con la púrpura de tiro, con el tiempo el imperio bizantino sería uno de los grandes productores de seda la cual sería exportada al territorio Franco medieval. Algunas ideas cristianas viajaron hasta China por medio de los nestorianos los cuales ya tenía presencia en Persia y eran respetados, también llegó a este tipo de cristianismo hacia los turcos de Asia central inclusive tuvieron presencia los nestorianos en el 635 en la corte China y en la construcción de iglesias. Uno de los grandes acontecimientos de la antigüedad tardía es la expansión del islam, en el que es muy importante el surgimiento de la lengua neo persa gracias al comercio de la ruta de la seda y la llegada de los árabes, el mayor ejemplo de esplendor del islam fue la construcción de la ciudad de Bagdad en una ciudad de redonda donde el califa estaba en el centro y era ubicada en el centro del mundo según geógrafos árabes de la época. En Bagdad se podían encontrar fábricas de tejidos y papel, era allí el nuevo centro del mundo para varios comerciantes que venían desde muy lejos, el califato era próspero al acuñar sus propias monedas que se difundió por varios lugares. El islam fomentó el comercio y con ello muchos comerciantes se aventuraron a lugares muy lejanos puesto que el islam siempre fue una civilización urbana y centrada en el mercado, todo ello favoreció al surgimiento de una burguesía comercial con agencias por todo el Índico y Egipto. Los musulmanes siguieron usando los caminos y caravanas que existían desde los tiempos de los imperios persas, usaban animales según la geografía como camellos, bueyes o caballos. Las rutas de peregrinación hacia la meca fueron importantes también para impulsar el comercio de la ruta de la seda. Todo ello resultó en la presencia de musulmanes en lugares tan lejanos como China o Japón. El islam también favoreció la apertura de conocimientos, por medio de las rutas se tradujeron muchos textos antiguos y los pensadores se movían de un lado al otro en la ruta de la seda, fue precisamente por estos caminos que los números indios llegaron al mundo árabe, es por estas carreteras que también se comerció con los pueblos eslavos con pieles y miel, pero más importante es que los árabes hicieron grandes descripciones geográficas del mundo conocido por aquel entonces. El comercio en el océano Índico era dominado en gran parte por los árabes, las rutas en el océano Índico ya existían desde mucho antes del islam, la mayoría de rutas terminaba en el mar rojo, el islam pudo comerciar con las costas orientales de África en las que podían obtener oro. El principal puerto de la península arábiga era Adén, otros puertos importantes se situaron en el Golfo Pérsico los cuales tenían grandes empresas que construían barcos con la madera que provenía de África, por lo que era fácil encontrar cerámica china en los puertos del Golfo Pérsico. Las costas indias tuvieron presencia musulmana que era respetada en cierta medida por los Reyes hindúes que allá había, los puertos indios comercian principalmente textiles y estaba a manos dicha actividad por jainistas en la costa, puesto que en el mar abierto los barcos que dominaban eran los persas y árabes, el puerto indio más grande era el de calicut, en el que se podían encontrar comerciantes que provenían desde China hasta El Mundo islámico. El islam también hizo presencia en algunas islas del océano Índico. El comercio impulsó la obtención de perlas y especies, donde los judíos también participaron en el comercio a través de diferentes rutas comerciales. Los barcos árabes hicieron presencia en China, donde posteriormente el califato fatimí comerciaba intensamente con la India donde sus barcos serían protegidos, la dinastía Tang favorecía el comercio, pero sería posteriormente con la dinastía Song que la navegación y el comercio alcanzaron grandes cuotas en El Mundo chino, los cuales comercian con la India debido a su gran riqueza en especies, donde la pimienta sería una de las más importantes, las cuales los musulmanes también las usaban como regalos a diferentes Reyes. Para el tiempo de las cruzadas El Mundo musulmán se encontraba fragmentado entre los omeyas, fatimíes y abasíes. Hubo algunas islas musulmanas del Mediterráneo como Sicilia eran puertos importantes en los que se encontraban productos provenientes de Oriente, sería con el tiempo que en el adriático aparecen nuevas potencias las cuales se reflejaba en las ciudades estado italianas como Venecia y Génova. En el Mediterráneo siempre fue constante el comercio entre cristianos y musulmanes. Un aspecto que destaca el autor en la invención de la brújula que se usó en China usada para la navegación y que luego sería usado por barcos persas para así llegar hacia occidente. La expansión de los turcos hizo que adoptarán diferentes instituciones persas, una de las primeras expansiones de estos pueblos fue por medio de los gaznávida, los cuales luego serían derrotados por los egipcios que se expandirán a su vez por todo Irán hasta llegar a Anatolia. Esta nueva cultura sería importante para la construcción de mezquitas y caravasares, pero luego veía su fin este imperio turco. Mientras tanto en China la dinastía Song al sur resistía a los pueblos esteparios del norte, pero todo cambiaría con la llegada de los mongoles y su expansión que permitiría el libre comercio en sus tierras. Musulmanes y budistas se podían encontrar en la capital mongola. Luego con la conquista total de China por parte de los mongoles se dio inicio a la dinastía yuan y con ella el apoyo al comercio y una administración centrada en los musulmanes. Los mongoles también se expandieron por tierras islámicas, donde se impulsaron rutas marítimas y siempre se respetaron a los comerciantes, los nuevos gobernantes demandaban telas finas y otros artículos de lujo por los que impulsaron aún más el comercio en el que se puede encontrar en China toda una industria centrada en la exportación de cerámica. En Europa se estaba viviendo un crecimiento urbano y económico ayudado con los mercaderes que importaban vienes desde oriente, y toda esta riqueza se podía ver en las ferias. Asia era un lugar maravilloso y extraordinario para los europeos los cuales tenían muchas leyendas y mitos en torno a este lugar como la de preste Juan. El gran prestigio de las especias era porque venían de lugares exóticos, diferentes productos como telas o tintes servían como una forma de distinción para la élite medieval. Antes de Marco Polo también se llevaron a cabo diferentes misiones hacia el mundo oriental mongol. Con ello presente el autor menciona los aspectos importantes del viaje de Marco Polo, en el que se destaca la gran capital Yuan, la cual contaba con barrios para personas de diferentes etnias como los musulmanes y en los que se podían encontrar comerciantes de varios lugares. En esa época se usaba el papel el cual fue exportado hacia El Mundo árabe y fue importante en El Mundo chino para la creación del papel moneda. El Mundo mongol durante su dominio de Persia ayudó mucho a la cultura musulmana y allí gracias a que incentivaron el comercio y reconstruyeron las ciudades por lo que los mongoles de allí se empezaron a islamizar, pero luego del declive del ilkanato, surgiría un nuevo poder desde Asia Central dirigido por Timur, el cual haría florecer Samarcanda y expandir sus posteriores sucesores el sufismo. En esa ciudad se encontraban grandes murallas, basares, una gran mezquita y otras cosas que sorprenderán a cualquier contemporáneo, se termina este capítulo con los viajes de una persona proveniente del norte de África. Los problemas de hambre e inundaciones en China sumada con la peste daría fin al dominio mongol de China e iniciaría la dinastía Ming, bajo ellos se realizaron las grandes expediciones navales, las cuales usaban rutas ya conocidas y que China dejó de lado para centrarse en su territorio terrestre. Con la dinastía Ming el comercio ahora estaría más a manos de privados y otros actores. La historia del comercio exterior de China empieza con la dinastía Song la cual usaba los barcos para exportar la porcelana, en este territorio también se encontraba una gran industria naval que se podía ver reflejada en los grandes barcos chinos que llegaban hasta el sudeste asiático para comerciar, un lugar del anterior territorio muy importante era la isla de Java la cual tenía el dominio de las especias las cuales intercambiaban por oro. Hacia el final de la dinastía Ming se lleva a cabo la elaboración del primer mapa asiático Con Europa y que representaba los grandes reinos del océano Índico. El Mundo cambiaría con la conquista de Constantinopla a manos de los turcos y su posterior expansión por toda Europa y Asia, la gran riqueza que venía de Oriente impulsó a los ibéricos a buscar rutas para comerciar directamente allí con ello se llevó a cabo la circunnavegación de África y la llegada de portugueses hacia el océano Índico por supuesto con ayuda de los árabes que ya conocían estas rutas con ello el imperio portugués crea diferentes puertos comerciales y empezaron a importar especias por toda Europa.
Un saggio molto bello e avvincente da leggere: i deserti, le montagne e i regni che si snodavano lungo l'antica via della seta rivivono in pagine che invogliano il lettore e che trasudano competenza, cura per il dettaglio e passione per ciò che viene narrato. L'Oriente, nome che fa sognare al solo udirlo, è evocato insieme al suo milione di storie e all'atmosfera magica che ha irretito i viaggiatori di tutte le epoche. Ma, goduria letteraria a parte, questo volume di Cardini e Vanoli è soprattutto un saggio, un libro di storia ricco di informazioni e spunti che arrivano fino ai giorni nostri, proprio ora che la via della seta è diventato un progetto supertecnologico che ha sostituito carovane e mercanti con computer e treni superveloci a lunghissima percorrenza.
Franco Cardini è una garanzia. Anche quando non si tratta completamente del suo campo di specializzazione. Come ho amato Samarcanda, così mi sono appassionata a La via della seta, imprescindibile per chi si voglia "avvicinare" a questa parte del mondo.