“Questo libro non è una antologia. Non è nemmeno un vero e proprio libro di poesie. La poesia, del resto, non è mai stata una faccenda di libri. L’hanno fatta passare per una cosa di libri solo di recente, e hanno sbagliato. Lei infatti non ci sta. Con grave scorno di editori, professori e letterati.” L’unica risposta a che cosa serva la poesia è il vertiginoso suono della parola “niente”. La poesia, arte della parola, è poco più che aria, un richiamo che non ha bisogno di essere capito, bensì di essere compreso nell’alternanza di alti e bassi e scoperte della vita. Come l’allodola che invisibile nel passaggio dalla notte al giorno offre il suo canto, la voce dell’anima e della sapienza nascosta per i poeti antichi. Un’allodola, sì, ma di fuoco, perché la poesia è il carburante che muove il motore del mondo. Davide Rondoni esplora la letteratura in versi di ogni luogo e di ogni tempo in un libro dedicato a chi pensa di non essere in grado di leggere la poesia, ai più giovani, a chi sta cercando qualcosa, a chi vuole correre il rischio di accendere la propria vita.
È difficile dare una valutazione oggettiva ad un libro come questo; non è tanto un'antologia di testi per trovare risposta alla domanda "cos'è la poesia?", quanto un percorso non sistematico dell'autore che cerca di rispondere alla domanda "cosa ha significato la poesia per me?" o meglio "quali poesie e quali autori hanno trovato quale posto nella mia storia di poeta?". Personalmente mi sono piaciuti molto i primi capitoli, meno gli altri, ma come detto è soggettivo, dipende da cosa ti dicono le poesie stesse e da quanto puoi condividere quello che hanno detto e dicono all'autore. Perciò darei 4 stelle, un libro non indispensabile (non lo vuole essere) ma a suo modo bello.
Un libro di poesia scritto da un poeta non poteva che essere come questo che il poeta Davide Rondoni ha appena pubblicato. Sono sicuro che l'ha fatto senza sapere bene quello che faceva. Non intendo fargli una offesa, sia ben chiaro. Avrei voluto assegnargli qualche stella in più, ma credo che tre stelline siano sufficienti per confermargli che la poesia è davvero una strana e misteriosa "bestia". In fondo che ha fatto? Voleva chiarire a se stesso l'idea di poesia, ha scelto a caso alcune poesie e le ha commentate cercando di trovare una risposta alla domanda. Lasciamo stare la scelta che ha fatto, chi si aspettava altri testi, è caduto nella trappola. Non è la scelta che conta in questo libro, bensì l'idea che il poeta si era data per cercare di rispondere alla domanda iniziale: cosa è la poesia? Cosa faccio io quando scrivo poesie? Cosa fanno i poeti quando scrivono in versi? Devo onestamente dire che purtroppo, non ha dato una ragionevole risposta. Non poteva essere altrimenti: la poesia non è mai un fatto "ragionevole". Il fuoco ha arrostito l'allodola ...